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Alcol: falso amico del benessere, nemico pericoloso del cervello
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Ben ritrovate e ben ritrovati. Sempre appassionati di cervello e di un progetto di longevità in salute,
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dobbiamo tutti fare molta attenzione all'alcol. Purtroppo i dati, anche internazionali,
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ci dicono che in questo periodo, questo annus horribilis, sono aumentati anche in casa i
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consumi di alcolici, vino, birra, superalcolici, che sono stati utilizzati insieme ai comfort food,
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l'eccesso di zuccheri e di vari cibi inappropriati, come ansiolitici, come modi per ridurre l'ansia,
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lo stress, l'aggressività, la collera, la frustrazione. Ora che stiamo tornando a tempi migliori,
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se non altro perché potremo muoversi, si spera, tutti vaccinati, che cosa dobbiamo fare? Ridurre
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drasticamente il consumo di alcol a tutta l'età e nelle donne con ancora più rigore, costanza e
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perseveranza nella riduzione rispetto agli uomini. Perché noi donne abbiamo meno della metà dell'enzima,
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che è una proteina molto importante, è l'alcol deidrogenasi, che è sostanzialmente l'enzima che elimina
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l'alcol dal nostro corpo, è prodotto dal nostro amato fegato e ci consente di rendere innocua questa
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molecola che tra l'altro aumenta molto anche le calorie e quindi è uno dei fattori che le donne
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non considerano di aumento ponderale, in particolare durante la transizione menopausale e dopo la
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menopausa. Perché l'alcol è un nemico terribile della nostra salute cerebrale. Innanzitutto è tossico
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per i neuroni, per le cellule nervose, con modalità articolate. Da un lato, come tutte le sostanze che hanno
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dentro lieviti e zuccheri, aumenta l'infiammazione a livello del sistema nervoso e in particolare,
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per esempio nelle aree limbica, che governa poi le emozioni e gli affetti, ma anche la capacità di
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governare ed esprimere le emozioni, è importantissimo nell'area cognitiva, dando poi un deterioramento da
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alcolismo che è terribile e purtroppo irreversibile. Quindi quando noi donne facciamo l'happy hour a base
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alcolica, certo che si chiama happy hour per qualche bella ragione, perché nel breve termine, subito
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dopo il fatto di bere, l'aumento dell'alcol ha un effetto euforizzante sul cervello, soprattutto un
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effetto disinibitorio e quindi ci sentiamo, soprattutto se si beve in compagnia, più felici,
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più contenti, aumentano le battute, magari ci sono anche un aperitivo divertente, ci si è fatti belli
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per ritrovare con gli amici, coi? E quindi la liturgia che accompagna l'utilizzo dell'alcol aumenta
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il meccanismo di ricompensa, ossia quei meccanismi che noi abbiamo nel cervello che tendono a farci
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ripetere per l'appunto i comportamenti che noi associamo a un premio di piacere, cioè il sistema
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di ricompensa. Ecco che allora l'aspetto sociale del bere in compagnia divertendosi, facendosi anche
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più belli, eccetera, combattute, sentendoci più protagonisti magari di una situazione perché siamo
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un pochino più disinibiti, un pochino più allegri o anche troppo allegri, resta il fatto che tutto questo
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aspetto tende a premiare l'utilizzo dell'alcol, a rinforzarlo. C'è però un'altra insidia che l'alcol
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di idrogenasi aumenta quanto più noi beviamo e quindi per ottenere lo stesso effetto euforizzante
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dovremmo bere sempre di più e questo comporta la famosa tragica dipendenza da alcol perché dopo
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che abbiamo avuto l'impennata di buon muore con l'effetto euforizzante, disinibitorio, facilitatore
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sociale, tutto quello che vogliamo dire che illusoriamente sembra un beneficio, illusoriamente,
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abbiamo poi il contraccolpo quando finisce l'effetto euforico e c'è lo stordimento, il sonno
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appesantito, alterato, la bocca impastata il giorno dopo, una faccia che sembra che ci abbiano percosso,
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un'alterazione del peso corporeo, un'alterazione anche dell'alimentazione per cui
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più si beve e più peggiora la qualità dei nutrienti, per cui alla fine si tende ad avere
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un introito calorico dominantemente alcolico, questo è l'alcolismo, e a perdere tutto il resto.
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Nel frattempo è andato scatafascio la vita affettiva, la vita professionale, addirittura
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molti arrivano a perdere anche il minimo del sostentamento economico. Ma attenzione,
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anche una patologia grave come l'alcolismo, ha dei primi passi che vengono sottovalutati.
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Ecco perché ritengo importantissimo da ginecola, da medico e da donna, che ama le donne ma ama
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poter condividere quelle conoscenze che servano a proteggerci, mi piace ricordare questi primi
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passi molto insidiosi del bere e del bere sempre di più, quegli aspetti di facilitatore
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sociale dell'alcol, che oggi è molto premiato nei comportamenti sociali, in particolare per
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le donne, e che era stigmatizzato in passato. Vi ricordo solo questo, pensate che in epoca
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imperiale romana, dove le donne, parliamo della casta altissima senatoriale o dei cavalieri,
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avevano una notevolissima indipendenza economica, tanto vero che in caso di divorzio che la donna
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stessa poteva chiedere, nel matrimonio sine manus si tenevano la proprietà dei beni della dote
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meno un quinto per ogni figlio vivo che era rimasto col marito. Potevano avere comportamenti anche
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libertini, purché gestiti con discrezione. Una sola cosa non poteva fare la donna anche di aceto
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altissimo in epoca imperiale, bere. Era considerato che il bere fosse assolutamente inappropriato per
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una donna, perché fosse pure trasgressiva, ma con scelta e non perché non era più in grado di
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valutare una situazione. Forse gli antichi avevano capito cose che abbiamo dimenticato.
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