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  • 10/05/2025
Tra il 1974 e il 1985 si verificano sette casi di duplice omicidio nella provincia di Firenze. Pietro Pacciani, Mario Vanni e Giancarlo Lotti vengono riconosciuti colpevoli...
Trascrizione
00:00:00Tra le tante cose incredibili che accadono in questa storia, forse la più incredibile
00:00:04è proprio il luogo in cui si svolgono i fatti. Un luogo in cui non penseresti mai che possano
00:00:09accadere cose del genere. La campagna toscana, vicino a Firenze.
00:00:19Questa storia è così spaventosa che per quanto non si usi più la parola mostro nei
00:00:23casi di cronaca, qui ci sentiamo ancora di usarla. Questa è una storia di mostri. Questa
00:00:28è la storia dei delitti del mostro di Firenze. Inizia il 14 settembre 1974 a Borgo San Lorenzo,
00:00:3649 km a nord di Firenze. È notte, è molto buio perché c'è appena stato un temporale
00:00:43e la luna c'è, è piena, ma è avvolta dalle nuvole. Vicino al fiume Seve c'è uno spiazzo,
00:00:50uno spiazzo nascosto circondato da rovi, cipressi e viti. E lì c'è una 127, ferma, con due
00:00:56persone a bordo. Un ragazzo e una ragazza, Pasquale e Stefania, due ragazzi giovani,
00:01:0219 e 18 anni.
00:01:05Sabato sera, sono le nove e mezzo. Pasquale ha accompagnato la sorella in discoteca e le
00:01:11ha detto che sarebbe tornato a prenderla verso mezzanotte. Poi è andato a prendere Stefania
00:01:15e assieme sono andati in quello spiazzo, le fontanelle si chiama, intimo, appartato.
00:01:19Nel mangianastri della 127 c'è una cassetta che suona piano.
00:01:30Poi, all'improvviso, verso mezzanotte, un'ombra alla sinistra dell'auto, davanti al finestrino.
00:01:35Cinque proiettili calibro 22 colpiscono Pasquale e lo inchiodano al sedile, uccidendolo sul
00:01:46colpo. Stefania non ha il tempo di fare nulla. Altri tre colpi arrivano dal finestrino e la
00:01:54feriscono al braccio destro. Poi qualcuno la ferra, la tira fuori dall'auto, la trascina
00:01:59nell'erba e la colpisce furiosamente, soprattutto al petto, fermandosi solo quando è morta.
00:02:05Allora ricomincia, ma con meno violenza, colpendola all'addome e soprattutto al pube, in tutto
00:02:1296 pugnalate. Prima di andarsene, fruga nella borsa di Stefania e ne sparge gli oggetti per
00:02:20terra. E poi colpisce con il coltello anche Pasquale, che è già morto. Stefania la lascia
00:02:27lì, sull'erba, massacrata in quel modo. E poi, se possibile, fa ancora di peggio.
00:02:35Una cosa spaventosa. Un omicidio di una ferocia impensabile, mai accaduto da quelle
00:02:41parti, ma anche nel resto d'Italia. Non qui, non da noi. Stefania e Pasquale vengono scoperti
00:02:46il mattino dopo, da un contadino che abita in zona e che si trova a passare da quelle
00:02:49parti. Arrivano i carabinieri della stazione di Borgo San Lorenzo, che soltanto il giorno
00:02:55dopo, con un altro sopralluogo, trovano la borsetta di Stefania, segnalata da una telefonata
00:03:00anonima. E cinque bossoli calibro .22 Long Rifle, marca Winchester, con la lettera che
00:03:06indica la serie, una H, impressa sul fondello.
00:03:12Partono le indagini. Vengono setacciate le vite dei due ragazzi e vengono ricostruite
00:03:17le loro ultime giornate, ma non emerge niente. E allora, chi ha ucciso Stefania e Pasquale?
00:03:22Chi li ha massacrati in quel modo, come una belva feroce, come un lupo mannaro, come un
00:03:26mostro? Non si sa. Il delitto viene attribuito ad un ignoto maniaco sessuale e tutto si ferma
00:03:32lì. Per sette anni. Perché dopo sette anni succede qualcosa.
00:03:396 giugno 1981. È ancora un sabato ed è sera. Nelle campagne di Mosciano, vicino a Scandici,
00:03:4610 chilometri a sud di Firenze, c'è una località che si chiama Villa Bianca. Là, in fondo a
00:03:51una stradina sterrata sotto un cipresso, c'è una Fiat Ritmo con dentro due ragazzi. Sono
00:03:56Giovanni e Carmela, due ragazzi del luogo. Giovanni è andato a prendere Carmela e ha
00:04:01detto ai genitori della ragazza che sarebbero andati a prendere un gelato e poi a fare una
00:04:05passeggiata e l'avrebbe riportata a casa entro mezzanotte. In realtà il gelato non c'entra.
00:04:14Giovanni e Carmela si sono appartati in una piazzola in fondo alla stradina sterrata e Giovanni
00:04:19ha anche girato la ritmo in modo da poter ripartire senza fare manovra. Tutto a posto, due ragazzi,
00:04:24due giovani di 30 e 21 anni che stanno insieme in un sabato sera d'estate. Finestrini chiusi
00:04:30perché fa un po' freddo. La mattina dopo, un poliziotto fuori servizio che sta facendo
00:04:36una passeggiata assieme al figlio di 10 anni, vede quella ritmo ferma sotto al cipresso.
00:04:44Al finestrino di sinistra sfondato e dentro c'è qualcosa di strano. C'è Giovanni,
00:04:48riverso sul sedile al posto di guida, seminudo, morto. E fuori dall'auto, in un fossato, c'è
00:05:00Carmela, supina, vestita. Qualcuno li ha uccisi a colpi di pistola, 7, calibro 22. Ma non solo.
00:05:10Ha colpito Giovanni al collo con un coltello e poi si è accannito su Carmela. Quando i carabinieri
00:05:14arrivano la trovano nel fosso, vestita, ma ha un taglio che le ha aperto i jeans lungo
00:05:19la gamba fino alla cintura. E attraverso quel taglio è successo qualcosa di spaventoso,
00:05:24qualcosa che si pensava non potesse mai accadere dalle nostre parti, non qui, non in Italia.
00:05:28Attraverso quel buco nei jeans, con tre taglinetti, qualcuno le ha completamente asportato il pube.
00:05:35Ma soprattutto i carabinieri trovano i bossoli, 7 bossoli calibro 22, marca Winchester,
00:05:41con la lettera H impressa sul fondello. Stessa marca, stesso calibro e stessa serie di quelli
00:05:48che hanno ucciso Stefania Pasquale nel 1974. Di più, la perizia dimostra che a sparare è stata
00:05:54sempre la stessa pistola, la stessa beretta calibro 22. Lo dicono i segni impressi dal percussore
00:06:00sul fondello e quelli lasciati dall'estrattore sul fianco del bossolo, che sono come una specie
00:06:05di impronta digitale, una specie di firma. Stessa arma, stessa tecnica, stessa tipologia
00:06:20delle vittime, stesso accanimento bestiale nei confronti della donna. Tra i due delitti
00:06:25sono passati 7 anni, ma devono per forza essere collegati. C'è un sospettato che salta fuori
00:06:30quasi subito. Fa l'autista la misericordia, la croce rossa locale, in un paese vicino,
00:06:35Montelupo-Fiorentino. Ed è un guardone, uno di quelli che spiano le coppiette che si appartano
00:06:39in campagna. Ce ne sono tanti nella zona e lo sanno tutti, ma sembra che la stampa e
00:06:43l'opinione pubblica se ne rendano conto solo in quel momento.
00:06:46Vengono da Firenze ed intorni e tra loro dicono che ci siano anche quelli che vengono
00:06:57chiamati gli insospettabili. Gente importante, gente nota, stimati professionisti.
00:07:01Sono organizzati, non guardano soltanto, piazzano microfoni sotto le auto per registrare, fotografano,
00:07:16riprendono addirittura con le telecamere di notte.
00:07:24L'autista della misericordia è uno di quelli, ma non è per questo che viene sospettato.
00:07:29È perché si è messo a raccontare alla moglie alcuni particolari dell'omicidio di Giovanni
00:07:34e di Carmela. Particolari precisi, molto precisi, forse troppo. Ha raccontato della mutilazione
00:07:40subita da Carmela. Il problema è che lo fa domenica mattina, quando ancora certe notizie
00:07:45non si sanno, perché l'omicidio è avvenuto il sabato sera. Interrogato, l'autista cade
00:07:50in contraddizione. E il luogo del delitto, quella stradina col cipresso, è la sua zona,
00:07:55la sua zona di guardone.
00:08:00Il 15 giugno l'autista viene arrestato. Forse c'entra o forse no, ma sicuramente, dato
00:08:06quello che racconta, ha visto qualcosa. Ma lui non parla, si fa mettere dentro e se
00:08:11ne sta zitto. E ancora lì, chiuso nel suo mutismo, quando succede qualcosa. Altri due
00:08:16omicidi.
00:08:1723 ottobre 1981, quattro mesi dopo. Un altro spiazzo in campagna, nel comune di Calenzano,
00:08:26sempre in provincia di Firenze, poco distante dall'autostrada. Un'altra stradina sterrata
00:08:31che porta ad un campo che si chiama Le Bartoline, circondato da un canneto, alberi di olivo e
00:08:36filari di vite, con un casolare sullo sfondo e vicino un torrente, il torrente marina. Un'altra
00:08:42autoferma, una Golf nera, col finestrino di sinistra sfondato. I due ragazzi sono fuori
00:08:49dall'auto. Stefano, che ha 26 anni, è sulla sinistra, in una scarpata, ucciso da quattro
00:08:55proiettili e colpito da quattro coltellate, di cui tre alla schiena. Susanna, che di anni
00:09:02ne ha 24, è più avanti di una dozzina di metri, in un canaletto di scarico. A lei di
00:09:08colpi ne hanno sparati cinque e due coltellate, di cui una al seno sinistro. Poi le hanno asportato
00:09:14il pube, con tre colpinetti molto profondi. Borsetta aperta e contenuto sparso per terra
00:09:19e altri sette bossoli Winchester calibro 22 serie H. Non può essere stato l'autista
00:09:25della misericordia, che è ancora in galera e che viene scarcerato, scagionato dall'accusa
00:09:29di essere l'assassino. Ma è a questo punto che la gente comincia ad avere paura sul serio.
00:09:38Stessa arma, stessa tecnica, stessa tipologia di vittime. Questo non è un assassino qualunque
00:09:48e non è neanche un maniaco, uno di quelli di cui si legge ogni tanto, che impazziscono
00:09:53e uccidono in preda ad un raptus. Questo è qualcosa di cui non si era mai parlato prima
00:09:58in Italia, qualcosa che non si credeva fosse possibile, non qui, non da noi. Questo è un
00:10:03serial killer. Va detto che quando si manifestò la presenza di un serial killer, comunque di
00:10:11una serie di delitti maniacali, la polizia italiana, parlo polizia, carabinieri e anche
00:10:18noi giornalisti, eravamo tutti impreparati a questo fenomeno. Questo è un punto di partenza
00:10:23e quindi si facevano indagini e noi si scriveva seguendo i metodi tradizionali dei vecchi
00:10:29delitti. E quindi non esistevano profili comportamentali, non si sapeva qual era la mentalità di un
00:10:37serial killer, che cosa lo spinge ad uccidere, eccetera. A parte che poi qui già nell'Ottocento
00:10:42c'erano stati dei serial killer che non si chiamavano così, ma insomma a figline il famoso
00:10:46ammazza bambini, famoso perlomeno a livello locale, è una realtà toscana. Fino a quel momento
00:10:52di serial killer, di assassini seriali, in Italia ce n'era stato qualcuno, ma un vero concetto
00:10:57preciso dell'omicidio seriale, sia nell'immaginazione degli investigatori che in quella dell'opinione
00:11:03pubblica, ancora non c'era. Di certo di un serial killer si sapeva solo una cosa, che avrebbe colpito
00:11:09ancora. 19 giugno 1982, sette mesi dopo. La scena sarebbe quella di un film dell'orrore,
00:11:18se non fosse che è vera. Sulla provinciale, a Baccaiano di Monte Spertoli, 25 km a sud
00:11:24di Firenze, c'è uno slargo erboso nascosto dalla vegetazione. Paolo e Antonella si sono
00:11:32appena fermati con la loro Seat 147, o forse stanno ripartendo, quando all'improvviso vengono
00:11:38colpiti. Non sono tiri molto precisi, perché Paolo è solo ferito ad una spalla e riesce
00:11:45ad avviare il motore. Marcia indietro, via dallo slargo, via dall'assassino, ma Paolo
00:11:50ha troppa fretta, ha troppa paura. Attraversa la carreggiata e finisce con le ruote di dietro
00:11:54nel fosso dalla parte opposta della strada. Illuminata dai fari, vede la sagoma scura dell'assassino
00:12:03che avanza verso di lui. Poi partono due colpi che fanno saltare i fari della macchina e tutto
00:12:10ritorna a buio. Quando arrivano i carabinieri, avvisati da alcune persone che si trovano a
00:12:16passare di lì, Paolo è ancora vivo, ma morirà all'ospedale senza aver ripreso conoscenza. Antonella
00:12:22invece è già morta. Dopo essersi avvicinato alla macchina, chi li ha uccisi ha sparato altri sette
00:12:27colpi sui ragazzi. Questa volta però non ha infierito su Antonella, forse perché l'auto
00:12:32era in mezzo alla strada, troppo visibile. Non ha frugato nella sua borsetta, non ha fatto
00:12:36niente di quello che faceva di solito. Ma i nove bossoli trovati sul luogo del delitto,
00:12:41quelli sono Winchester calibro 22 serie H. È sempre lui, il serial killer, il mostro.
00:12:48E' a questo punto che succede un'altra cosa. Un maresciallo dei carabinieri del comando
00:12:57gruppo di Firenze si ricorda che tanti anni prima, 14 anni prima, quando era alla compagnia
00:13:02di Signa, era avvenuto uno strano omicidio compiuto con una calibro 22. 21 agosto 1968.
00:13:09C'è un uomo che sta dormendo a casa sua, alle due di notte, in un paesino vicino a
00:13:16Signa, quando viene svegliato da una scampanellata forte e poi da un'altra. Si affaccia la finestra
00:13:22e quello che vede è assurdo, agghiacciante, surreale, davvero degno di un fil dell'orrore.
00:13:32C'è un bambino di sei anni, piccolino, assonnato e scalzo. Il bambino gli chiede di aprirgli
00:13:38la porta. Dopo mi accompagni a casa, gli dice il bambino, perché c'è la mia mamma
00:13:44e lo zio che sono morti in macchina. Assurdo, surreale, ma vero. L'auto è una Giulietta
00:13:52bianca, ferma sull'argine del torrente Vignone, vicino al cimitero, in uno spiazzo nascosto
00:13:57da canne ed erbacce. E dentro ci sono un uomo e una donna, uccisi da quattro colpi ciascuno,
00:14:02calibro 22. Stavano facendo l'amore sul sedile del passeggero, reclinato fino in fondo,
00:14:08quando qualcuno gli ha sparato. Sul sedile di dietro c'era il bambino, Natalino, che
00:14:13ha sei anni e otto mesi e stava dormendo. Lo hanno svegliato gli spari, ma non si è spaventato.
00:14:26Un uomo lo ha preso in braccio, lasciando le scarpine nella macchina. Se lo è caricato
00:14:31sulle spalle e lo ha portato fino in paese, fino a quella casa. Per tenerlo buono, gli ha
00:14:36cantato una canzone, La Tramontana, una canzone di Antoine che va molto di moda quell'anno.
00:14:41Poi lo ha lasciato davanti a quella casa.
00:14:50Per quel delitto l'assassino c'è ed è in galera. Si chiama Stefano Mele ed è il marito
00:14:55della donna uccisa. Quando lo arrestano, prima nega, poi confessa. È stato lui. Lo ha fatto
00:15:01per gelosia, perché la donna lo tradiva con molti amanti, come quella sera. La pistola
00:15:05non c'è. L'ha buttata via. Prende 16 anni e, al momento dei delitti del mostro, è ancora
00:15:10in galera.
00:15:15Il fascicolo del delitto di quel lontano 1968 viene riaperto. Dentro, oltre alle carte,
00:15:22non dovrebbe esserci niente di importante, perché è passato troppo tempo e, per legge,
00:15:26quando una sentenza è passata in giudicato, le prove fisiche dovrebbero essere distrutte.
00:15:30E invece, per inspiegabile e fortuita combinazione, come dirà il magistrato più avanti, nel fascicolo
00:15:36ci sono cinque bossoli e cinque proiettili di quelli sparati quella notte. Winchester calibro
00:15:4222 serie H. Vengono messi a confronto con quelli trovati sui luoghi dei delitti del mostro.
00:15:48Hanno gli stessi segni. La pistola è la stessa.
00:15:50Ovviamente non può essere Stefano Mele l'autore degli altri omicidi, perché quando vengono
00:15:56commessi è ancora in carcere. E anche per quell'altro delitto, quello del 1968, nonostante
00:16:02la sentenza all'ergastolo passata in giudicato, qualche dubbio c'era. Problemi col movente,
00:16:07problemi col guanto di paraffina. Stefano Mele non riesce neanche a spiegare bene da dove
00:16:12ha sparato e come. Già da allora aveva fatto il nome di un altro uomo, un altro amante della
00:16:17moglie, Francesco Vinci. Aveva detto che era stato lui a dargli la pistola, per gelosia.
00:16:22Francesco Vinci.
00:16:26Francesco Vinci è un muratore di origine sarda che vive a Montelupo Fiorentino. Ha strane amicizie
00:16:32Francesco Vinci. Alcune sono legate all'anonima sarda, specializzata nei sequestri che in quegli
00:16:37anni si tengono in Toscana. Nel 1974, quando vengono uccisi Pasquale e Stefania, Francesco
00:16:44Vinci si trova vicino al luogo del delitto. E dopo il delitto di Montespertoli nel 1982,
00:16:50quando vengono uccisi Paolo e Antonella, Francesco Vinci si disfa della macchina, abbandonandolo
00:16:55in Maremma. E poi c'è quella pistola, quella calibro 22, di cui parla Stefano Mele e che
00:17:01adesso torna ad accusare Francesco. È una pista che gli inquirenti prendono in considerazione,
00:17:06la pista sarda, la chiamano. Il 7 novembre del 1982 Francesco Vinci viene indagato per tutti
00:17:12i delitti del mostro di Firenze, compreso quello del 1968. Tutti? Un momento. Tutti
00:17:19quelli conosciuti fino ad allora. Perché un anno dopo il mostro torna a colpire.
00:17:259 settembre 1983, un anno e tre mesi dopo. A Giogoli, vicino a Scandicci, c'è un furgone
00:17:32fermo in uno spiazzo. È venerdì sera e dentro ci sono due ragazzi tedeschi, Horst
00:17:44e Uwe, di 24 anni, stesi su un materasso che sta sul pianale del furgone. Qualcuno si avvicina
00:17:54e spara sette colpi attraverso i finestrini laterali. Gira attorno al furgone e colpisce
00:18:06i ragazzi con estrema precisione. Poi entra e si accorge che sono due maschi, due ragazzi
00:18:13di cui uno coi capelli molto lunghi. Allora se ne va, senza fare niente, senza inferire sui
00:18:18ragazzi, senza portare via nulla, neanche i soldi o le macchine fotografiche. Però lascia
00:18:23sul luogo del delitto quattro bossoli, marca Winchester calibro 22, serie H. Francesco Vinci
00:18:30è ancora in carcere, quindi o non è stato lui o ha qualcuno che uccide per lui. Finiscono
00:18:35in manette anche il fratello e il cognato di Stefano Mele, ma su di loro ci sono pochi
00:18:39indizi e alla fine vengono scagionati. Intanto per tutta la zona, per tutta Firenze, per tutta
00:18:48quella parte di Toscana e anche oltre, al di là dell'Appennino in Romagna, la psicosi
00:18:53del mostro di Laga. Negli anni in cui i delitti si consumavano c'era una angoscia diffusa,
00:19:03soprattutto in quelle generazioni dei più giovani, ma anche negli anziani, perché venivano
00:19:09massacrati i loro figli, quindi sono stati ammazzati 16 giovani ragazzi. Come veniva vissuta?
00:19:16Veniva vissuto molto male, con questo terrore addosso, questa paura. Nei ragazzi era, come
00:19:22dire, era forte, perché venivano colpiti nel momento del loro abbandono e del loro spirito
00:19:29di... nel momento in cui afferma la loro gioia, giovinezza e quindi si potevano appartare per
00:19:37varie forme di innamoramento. Che cosa venne fatto? Una campagna di informazione. Il titolo
00:19:47di comunicazione era Occhio ragazzi, con un simbolo che era proprio l'occhio, manifesti,
00:19:54poster. Invitavamo i ragazzi a ritrovarsi in angoli appartati, ben illuminati. Evitate di
00:20:01andare nei boschi, evitate di andare lungo le strade. Si aprì un dibattito, ricordo,
00:20:06sui giornali, sulla base di una lettera scritta da una madre, ma è giusto far finta di uscire
00:20:13io e mio marito, andare al cinema e lasciare la casa ai nostri figli? Si parla di vent'anni
00:20:18fa, i costumi erano un po' diversi e si cominciava a dire sì, in fin dei conti sì. Il mostro
00:20:24aveva cambiato forse anche alcune abitudini. Qui a Firenze ha una splendida caratteristica
00:20:31Firenze, quella che in due minuti uno è in una campagna stupenda. Quella campagna stupenda
00:20:36era diventata paurosa all'improvviso, aveva cambiato la cultura, le abitudini. E poi c'era
00:20:43stata la reazione tipica sempre del toscano che cerca di esorcizzare le paure con un sarcasmo
00:20:51anche crudele, cattivo, è cattivo anche nel sarcasmo, nel crudele. Per cui il mostro
00:20:58aveva dei soprannomi Cicci, il mostro di Scandicci, cose di questo genere qui, orrende barzellette
00:21:06che circolavano. In tutti i luoghi pubblici, nelle stazioni, nelle caserme dei carabinieri,
00:21:11nei commissariati, ci sono quei manifesti inquietanti, con due occhi minacciosi e sopra
00:21:16la scritta Occhio ragazzi, non appartatevi, non nascondetevi, è pericoloso, c'è il mostro.
00:21:2130 luglio 1984, nove mesi dopo. È il più feroce dei delitti compiuti dal mostro, il
00:21:30più spaventoso. Claudio e Pia sono in una panda chiara, alla fine di un viottolo sterrato
00:21:36largo appena due metri, che finisce contro un terra pieno, a Boschetto di Vicchio, a
00:21:4035 km a nord di Firenze. Stanno facendo l'amore sul sedile posteriore. Occhio ragazzi, c'è
00:21:46il mostro, ma loro non importa, non si può vivere sempre così, sempre nel terrore.
00:21:51Ma all'improvviso, il vetro di destra si spacca. Pia sta da quella parte, alza la testa
00:22:02istintivamente e qualcuno le spara in faccia, da meno di un metro. Poi spara ancora, colpendola
00:22:07ad un braccio.
00:22:08distanza ravvicinata. Un colpo alla testa di Claudio e uno al petto. Poi due coltellate
00:22:14alla gola di Pia e dieci a Claudio. Ma non è finita. Pia viene tirata fuori dall'auto,
00:22:19con il suo reggiseno ancora stretto nel pugno. Viene trascinata per 7-8 metri fino a un campo
00:22:24di erba medica e lì viene mutilata con tre colpi al pube. E non è finita ancora. Altri
00:22:29colpi, tanti, che le portano via completamente il seno sinistro.
00:22:32La Toscana si è svegliata di nuovo con l'incubo del maniaco che sorprende ed uccide le coppiette.
00:22:38Stanotte altri due fidanzati sono stati assassinati in provincia di Firenze, nel Mugello presso
00:22:45Vicchio.
00:22:45I carabinieri arrivano alle 3.45 del mattino, avvisati da una telefonata anonima. Trovano
00:22:51i due ragazzi, trovano quel massacro e trovano 5 bossoli, calibro 22, marca Winchester, serie
00:22:57H. 8 settembre 1985, un anno e un mese dopo. San Casciano, 20 chilometri a sud di Firenze.
00:23:10Lungo via degli Scopeti, in uno spiazzo a limitare di un boschetto di pini e cipressi, due ragazzi
00:23:16francesi hanno piantato una tenda, a pochi passi dalla loro Volkswagen. Si chiamano Nadine
00:23:21e Jean-Michel e stanno facendo l'amore quando qualcuno taglia la tenda dalla parte posteriore.
00:23:26Nadine e Jean-Michel non hanno il tempo di rendersi conto di quello che sta succedendo,
00:23:30che qualcuno dalla parte anteriore comincia a sparare.
00:23:42Nadine muore subito, con tre colpi in testa. Jean-Michel, ferito, scappa verso il bosco,
00:23:47ma non ce la fa. Qualcuno lo colpisce alla schiena con un coltello, lo fa cadere a terra
00:23:55e lo finisce. Nadine viene trascinata fuori dalla tenda e lì lo dimostra il sangue trovato
00:24:02sull'erba, viene mutilata del pube e del seno sinistro. Poi viene rimessa nella tenda e coperta
00:24:08con un sacco a pelo, nascosta per la prima volta. Perché? Forse la spiegazione la si può
00:24:14trovare in quello che succede poco dopo. Da un paese a 40 chilometri da Firenze, San Piero
00:24:18a Sieve, viene spedita una busta con l'indirizzo formato da lettere ritagliate dai giornali e
00:24:24viene indirizzata al sostituto procuratore Silvia della Monica, l'unica donna tra i magistrati
00:24:29che si occupano dei delitti del mostro. Nella busta c'è qualcosa di spaventoso, c'è un pezzo
00:24:34del seno di Nadine. Che senso aveva questo gesto? Rivisto dopo, io lo interpreto così.
00:24:44Se si ritorna a quello che era l'atmosfera a Firenze nel 1985, che era una situazione
00:24:51di, non dico di panico, ma comunque quasi o di grande preoccupazione, se un sabato sera
00:24:57una ragazza o un ragazzo, dopo mezzanotte non rientravano, scattava l'allarme dei genitori
00:25:03alla questura direttamente. Allora guardiamo come si è comportato il mostro quella volta.
00:25:10Ha ucciso degli stranieri, nessuna denuncia di scomparsa. Per la prima volta si è preoccupato
00:25:18di nascondere i corpi, cioè di ritardare la scoperta del delitto, rinchiudendo la ragazza
00:25:22nella tenda e nascondendo il corpo del ragazzo nella boscaglia. Quindi aveva bisogno di tempo.
00:25:30Perché? Perché doveva far arrivare la lettera con il pezzo di lembo prima che venissero scoperti
00:25:37i corpi. A quel punto che cosa sarebbe successo? Sarebbe successo che gli inquirenti, gli investigatori,
00:25:45in maniera inequivocabile perché c'era un pezzo di carne umana, sapevano che c'era stato
00:25:50un delitto, ma non solo non sapevano che era il responsabile, non sapevano neanche dove
00:25:55erano le vittime. La cosa non gli è riuscita per un paio d'ore. Un cercatore di funghi
00:26:02trovò i corpi due ore prima che la lettera arrivasse in procura. Era una beffa, terribile.
00:26:13Siamo arrivati a 16. 8 coppie, 9 uomini e 7 donne, ammazzati e massacrati in quel modo,
00:26:20dal 1968 al 1985. Poi? Basta. Il mostro si ferma. Di delitti del mostro di Firenze non
00:26:28ce ne sono più.
00:26:29Le indagini però non si fermano. Bisogna scoprire chi ha massacrato così quelle 16 persone.
00:26:39Bisogna impedirgli di farlo ancora. Anche se il mostro non uccide più, le indagini non
00:26:43si fermano. Nel 1984 è nata la SAM, la squadra antimostro, che si occupa esclusivamente dei
00:26:50delitti di Firenze. È formata da poliziotti e da carabinieri e dal 1986 è diretta da un
00:26:56poliziotto molto esperto e molto deciso, il dottor Ruggero Perugini, che si è formato a
00:27:00Quantico negli Stati Uniti, dove si trova Scienza del Comportamento, l'unità dell'FBI che si occupa
00:27:05proprio di serial killer.
00:27:10È una specializzazione che serve. Come serve sicuramente un coordinamento per le indagini,
00:27:16che spesso sono state improvvisate, affidate al caso e anche segnate da errori grossolani.
00:27:21Per esempio, per un certo periodo viene studiata un'impronta trovata vicino alla tenda
00:27:25dei ragazzi francesi. È un'impronta molto grande e molto profonda. Che cosa significa?
00:27:31Che il mostro è una persona alta e pesante? No. Dopo un po' di tempo si scopre che l'impronta
00:27:36appartiene all'anfibio di un giovane carabiniere, che aveva camminato dove non avrebbe dovuto.
00:27:48Da un po' di tempo a coordinare le indagini ci sono due sostituti procuratori, Paolo Canessa
00:27:53e Pierluigi Vigna, che più avanti andrà a dirigere la superprocura antimafia.
00:27:58Anche il dottor Vigna vuole procedere in modo moderno e scientifico e già dal 1984, dopo
00:28:04gli omicidi di Pia e Claudio, ha affidato al professor Francesco De Fazio il compito
00:28:09di tracciare un profilo del possibile mostro.
00:28:11La scelta dei tempi, giorni festivi o prefestivi, la scelta dei luoghi, luoghi dai quali l'omicida
00:28:22controlla la situazione. Non sono affranti, ma sono luoghi dai quali l'omicida può controllare
00:28:28quello che succede. La scelta casuale delle vittime, questo ultimo diritto lo conferma,
00:28:33cioè non una prescelta della vittima, ma del tutto casuale. Il resto è tutto freddamente
00:28:39calcolato, predeterminato, come in un copione che si ripete costantemente.
00:28:43Il professor De Fazio e il suo gruppo consegnano una relazione di 200 pagine, nella quale, in
00:28:48base alle informazioni che hanno ricevuto e agli studi fatti fino a quel momento sui
00:28:52serial killer, c'è un ritratto molto preciso. Secondo loro, il mostro di Firenze sarebbe
00:28:57un individuo di sesso maschile, compreso tra i 35 e i 40 anni, alto 1,85, di cultura anglosassone
00:29:04e con forti menomazioni sessuali. È in grado di usare armi da taglio con precisione chirurgica
00:29:09e uccide a scopo di libidine. E quando lo fa, secondo loro, è rigorosamente solo.
00:29:18Ma chi è il mostro? È uno che sa usare i coltelli, allora è un macellaio. No, li sa usare
00:29:24con estrema precisione, allora è un medico. Di più, è un chirurgo. Le voci corrono, i
00:29:29sospetti scivolano tra le pagine dei giornali, alimentano sempre nuove leggende, creano nuovi
00:29:34mostri. Ma la verità qual è?
00:29:42C'è chi si batte per questo. Gli investigatori, perugini, canessa, vigna. Ci sono anche i parenti
00:29:49delle vittime, i genitori e i fratelli di quei poveri ragazzi uccisi. Tra questi in particolare
00:29:54ce n'è uno, il signor Renzo Rontini, il padre di Pia. Renzo Rontini è un uomo molto
00:29:59semplice, un ex marinaio della Marina Mercantile, un comandante di macchina e non ci sta ad accettare
00:30:04che sua figlia Pia sia stata massacrata in quel modo da un'ombra, da uno sconosciuto,
00:30:08da un mostro. Il signor Rontini e sua moglie Winnie si danno da fare, cercano di collaborare
00:30:14alle indagini, parlano con i poliziotti e i giornalisti, partecipano a tutte le udienze dei processi
00:30:19che si terranno, perdendoci la casa, i soldi e anche la salute. Ma i delitti del mostro
00:30:24non possono rimanere impuniti. Il mostro deve avere un nome e un volto.
00:30:28Io aspetterò.
00:30:29Quando fa questo appello nel 1992, in una trasmissione televisiva di Rai 2, il capo
00:30:35della squadra antimostro, Ruggero Perugini, ha in mente una persona ben precisa. Non assomiglia
00:30:40affatto all'identikit psicologico tracciato dal professor De Fazio, anzi, è proprio un'altra
00:30:44persona. Non è un professionista anglosassone alto 1,85, ma è un contadino di mercatale,
00:30:50basso e tarchiato. Si chiama Pietro Pacciani.
00:30:532 febbraio 1999 è domenica. Un vicino di casa di Pacciani nota qualcosa che non va. Pacciani
00:31:11si chiude sempre in casa, sbarra tutte le porte, perché ha paura. Lo dice sempre a tutti,
00:31:15ho paura che mi ammazzano.
00:31:17Quella domenica mattina il cancello della casa di Pacciani è chiuso, ma le due porte
00:31:23che si intravedano oltre il giardino sono aperte. Il vicino chiama Pacciani. Pacciani
00:31:30non risponde e allora il vicino chiama i carabinieri. E quando i carabinieri entrano in casa, trovano
00:31:36Pietro Pacciani steso sul pavimento, a faccia in giù, con i pantaloni abbassati sulle ginocchia.
00:31:40è morto. Arresto cardiaco, dice il medico. Va bene, ma le cause?
00:31:49Sulla morte di Pacciani è stato in effetti incardinato un procedimento penale da parte
00:31:56della Procura della Repubblica di Firenze. È stata già eseguita su ordine del PM una
00:32:05consulenza tecnica. Il risultato di questa consulenza avrebbe portato all'accertamento
00:32:12dell'assunzione da parte del Pacciani di un non farmaco che in effetti era controindicato
00:32:22per le patologie di cui soffriva.
00:32:25Pacciani aveva il diabete, soffriva di arteriosclerosi e aveva la pressione alta e poteva morire per
00:32:31una serie di cause naturali. Però quella morte in quel momento, e per uno come lui,
00:32:36Pietro Pacciani, accusato dei delitti del mosto di Firenze, è sospetta. Nel 2001 il sostituto
00:32:41procuratore Paolo Canessa fa riesumare il corpo di Pacciani e fa procedere ad un esame
00:32:46tossicologico. Il professor Mari e la professoressa Bertò dell'ospedale di Careggi a Firenze
00:32:51rilevano tracce di un farmaco antiasmatico, uno spray che si chiama Eulus.
00:32:56Pacciani lo avrebbe assunto poco prima di morire e ce ne sono due flaconi nel suo frigorifero.
00:33:06Ma l'Eulus è un farmaco che non va bene con le condizioni di salute di Pacciani. È fortemente
00:33:11controindicato perché ad un paziente come lui potrebbe proprio far venire un infarto. Nessun
00:33:17medico e soprattutto nessuno di quelli che conoscevano Pacciani avrebbe potuto prescriverglielo
00:33:22per errore. E allora chi è stato? Chi ha procurato quel farmaco a Pacciani? Alla farmacia
00:33:29del paese dicono di non averglielo mai venduto. C'è un particolare. Pietro Pacciani muore nella
00:33:35notte tra il 21 e il 22 aprile. Quel giorno ha visto molte persone, le solite persone legate
00:33:40all'indagine in corso o al procedimento. L'ultimo, ad averlo visto, o meglio ad averlo sentito,
00:33:45è un pittore di mercatale, un suo amico, che gli telefona di sera. Pacciani non può stare
00:33:50al telefono, a fretta perché ha gente in casa. Chi? Un erborista, dice. Un erborista.
00:33:55Il pittore lo sente anche parlare, quell'erborista. Lo sente chiedere chi gli è alla Toscana e
00:34:00sente Pacciani che gli risponde niente, gli equigrullo del pittore. Poi Pacciani saluta
00:34:05e mette giù. Un erborista? Chi è quell'erborista? Resta un mistero. In ogni caso, che sia la morte
00:34:14naturale di un uomo che si è curato in un modo sbagliato o che sia l'omicidio premeditato
00:34:19di un testimone scomodo, quella di Pietro Pacciani non è l'unica morte sospetta che
00:34:23in quegli anni colpisce testimoni, indagati o persone vicine ai compagni di merende. Per
00:34:29esempio, c'è Francesco Vinci, uno dei primi ad essere indicati come il mostro di Firenze,
00:34:34l'amante della donna uccisa in macchina nel 1968.
00:34:40Nell'agosto del 93, Francesco Vinci viene ucciso a colpi di fucile assieme ad un altro
00:34:44uomo e infilato nel bagagliaio della sua auto, che poi viene incendiata e gettata in
00:34:49un dirupo.
00:34:54L'ha ucciso il mostro, dirà Pacciani quando verrà a saperlo. Quale mostro? Due settimane
00:34:59dopo tocca a Milva Malatesta. Milva Malatesta è una prostituta che frequenta il giro dei compagni
00:35:06di merende e che viene trovata carbonizzata in macchina assieme al figlio di tre anni.
00:35:12E c'è anche uno strano suicidio, avvenuto molti anni prima, nel 1980. Il padre di Milva
00:35:18Malatesta, reinato Malatesta, marito di una delle amanti di Pacciani, viene trovato impiccato
00:35:22nella sua stalla, ma è una di quelle strane impiccagioni in cui chi si impicca tocca per
00:35:27terra con i piedi. Ma sono ambienti difficili, violenti, spesso disperati. Forse si tratta
00:35:40di coincidenze o forse no. In un caso come questo viene da chiederselo. Si tratta di
00:35:45normali omicidi, normali suicidi, incidenti, oppure di persone scomode tolte di mezzo? Lasciamolo
00:35:51stare, mettiamoli da parte. Torniamo ai compagni di merende. Pietro Pacciani è morto, Vanni
00:35:57e Lotti sono in galera per gli ultimi quattro delitti del mostro. Anche questa volta la
00:36:04sentenza divide l'Italia. Intanto mancano alcuni delitti all'appello, manca il primo,
00:36:09il delitto del 1968. E poi c'è chi pensa che le prove presentate non siano sufficienti,
00:36:15che non siano i compagni di merende, i veri colpevoli dei delitti del mostro. C'è chi
00:36:19pensa che tutta quella storia, quegli omicidi così efferati, ma anche quei veleni, quei misteri
00:36:24e quei depistaggi che sembrano ruotare attorno ai delitti del mostro, non possano essere
00:36:28opera del vampa, del torsolo e del katanga. O almeno, non soltanto di loro, loro da soli.
00:36:34L'ipotesi dei cosiddetti compagni di merende è una certezza. In una vicenda così difficile,
00:36:43unica, ripeto, in appena tre anni si è giunti alla sentenza definitiva. C'è stato un primo
00:36:55processo di primo grado, il processo di appello che ha confermato le condanne, la Cassazione
00:37:02che ha messo la parola a fine, il 26 di settembre del 2000. Questo è un punto fermo, questa è
00:37:11una certezza, non è un'ipotesi. Gli ultimi quattro duplici omicidi riferibili al cosiddetto
00:37:20mostro di Firenze hanno i loro autori, alcuni dei loro autori hanno nome e cognome.
00:37:29Ogni volta che si arriva ad un punto, in questa brutta storia che fa paura, succede qualcosa
00:37:34che allarga l'orizzonte, alza il tiro e apre nuove ipotesi sempre più inquietanti. La
00:37:40procura della Repubblica di Firenze, il sostituto procuratore Canessa e il dottor Giuttari sono
00:37:44convinti che i compagni di merende non erano soli. Era già uscito qualcosa in questo senso.
00:37:50Durante il dibattimento Giancarlo Lotti aveva detto qualcosa.
00:37:53Ho detto che il suo dottore andavano da Mercatale, da Pietro, per prendere questa roba delle
00:37:58donne e banno. Gli dava qualcosa in cambio?
00:38:02Dice di ne pagare poi. Gli ne?
00:38:04Dice di ne pagare poi questa roba qui.
00:38:06Qualcuno che chiedeva lavoretti. La nuova fase delle indagini sui delitti di Firenze
00:38:11si muove in questo senso. Esisteva un gruppo di persone, un livello superiore, che guidava
00:38:16e copriva le azioni dei mostri di Firenze. Un gruppo di persone, una setta, che chiedeva
00:38:21e comprava feticci di donne uccise mentre stavano facendo l'amore, da usare in riti esoterici.
00:38:26Detto così sembra pazzesco, e forse lo è, ma questa è una pista che la Procura di Firenze
00:38:31e il dottor Giuttari ritengono molto seria. Una pista che per loro è supportata da elementi
00:38:36molto concreti.
00:38:37Intanto, la ritualità degli omicidi, compiuti in condizioni climatiche particolari, notti
00:38:49di luna piena, per esempio, vicino a corsi d'acqua, cimiteri o chiese sconsacrate, o
00:38:53vicino ad alberi dal significato esoterico, come viti e cipressi. Poi, sempre le stesse
00:38:58armi, quel coltello o quella pistola, quasi fossero appunto armi rituali. Quelle mutilazioni,
00:39:03inferte a donne che stavano con un altro uomo. E poi, alcuni elementi dal significato
00:39:09esoterico trovati vicino alle vittime, come quella piccola piramide trovata vicino al corpo
00:39:13di Carmela nel 1981. E poi, altri segni, molto più strani.
00:39:18All'epoca, quindi parliamo del 1985, chi ha vissuto in prima persona questi fatti, li ha
00:39:29raccontati. Li ha raccontati mettendo a verbale quello che aveva visto, le fotografie che aveva
00:39:40fatto e conducendo la polizia sul posto. Quindi non sono elementi che emergono adesso perché
00:39:52è frutto di suggestioni. Sono elementi, direi, acquisiti in epoca non sospetta, cristallizzati
00:40:01in atti di polizia giudiziaria che regano quella data.
00:40:05Il 10 settembre 1985, un guardia caccia racconta di aver visto i due ragazzi francesi quattro
00:40:11giorni prima che venissero uccisi. Li ha visti in un luogo in cui non si poteva campeggiare,
00:40:16perché zona di ritrovamenti etruschi, e li ha mandati via. Qualche giorno dopo l'omicidio,
00:40:20un suo collega nota in quel luogo strani cerchi fatti con le pietre del diametro di
00:40:2590 centimetri. Uno aperto e vuoto, l'altro aperto e con dentro pelli di animali bruciate,
00:40:32l'altro chiuso e con dentro una croce e due bacche. Secondo gli esperti di esoterismo consultati
00:40:37dalla polizia, sono un rito che annuncerebbe la morte dei due ragazzi.
00:40:44Per la polizia è difficile pensare che i due ragazzi francesi si siano accampati in un
00:40:49luogo che tra l'altro non era facilmente raggiungibile, nel quale poi saranno ritrovati
00:40:53quei cerchi soltanto per un caso, per una coincidenza. Ancora un altro elemento. Nella
00:41:00primavera del 1997 ci sono due signore, madre e figlia, che chiamano la squadra mobile e
00:41:06denunciano al dottor Giuttari un pittore svizzero, che per un certo periodo hanno ospitato in casa
00:41:10loro, una villa che una volta era un ricovero per anziani. Il pittore se n'è andato di nascosto,
00:41:19lasciando nelle sue stanze materiale pornografico, una pistola e un blocco simile a quello sequestrato
00:41:24a casa di Pacciani. Del pittore non c'è traccia, ma il dottor Giuttari è uno che non molla, lo cerca
00:41:34dappertutto anche all'estero e alla fine lo trova in Francia, a Cannes. Il pittore parla, ma la versione
00:41:40che dà dei fatti è completamente diversa. Non se n'è andato, dice, è scappato, perché in quella
00:41:45casa, dice lui, si tenevano strani riti. Le padrone della villa negano decisamente,
00:41:56querelando tutti quelli che hanno messo in relazione la loro villa con i delitti del mostro
00:42:00di Firenze. Certo, Pacciani ha lavorato in quella casa, però precisano molto tempo prima e per poco
00:42:05tempo. La polizia, convinta che quella villa nasconda qualcosa, compie alcune perquisizioni,
00:42:11ma non trova niente. La pista esoterica era già stata presa in considerazione prima che ci pensasse
00:42:16la polizia. Nel 1984, l'allora direttore del SIS del servizio segreto militare, Vincenzo Parisi,
00:42:23aveva incaricato il criminologo Francesco Bruno di indagare sui delitti del mostro di Firenze.
00:42:27Ne nacque un dossier in cui naturalmente il primo punto fondamentale era l'interpretazione
00:42:34di questi delitti. L'interpretazione era un'interpretazione inevitabilmente, diciamo,
00:42:40mistico-esoterica, in cui si interpretavano i delitti come atti seriali rispetto ad un progetto
00:42:53delirante che era impresso nella mente del killer e si individuava un primo profilo psicologico
00:43:00di questo individuo, una persona intelligente, capace di autocontrollo, con una buona cultura
00:43:06e con dei gravi traumi familiari. Questo dossier venne molto gradito dall'allora prefetto Parisi,
00:43:16il quale decise che questo doveva essere mandato agli organi investigativi che agivano sul campo
00:43:22a Firenze e per quello che mi risulta dal SISDE questo rapporto andò a Firenze. Però quello che mi pare
00:43:31sia stato accertato nell'inchiesta tuttora in corso è che gli investigatori che direttamente agivano
00:43:39non ebbero modo di leggere questo rapporto. Quindi questo rapporto in qualche modo si è perduto.
00:43:46Che questo sia avvenuto con dolo o senza dolo io ovviamente non lo so. La pista della sette esoterica
00:43:53esisteva già dal 1984, ma di quel rapporto la polizia ne ha notizia soltanto nel 2001. È stato
00:44:00dimenticato, dice qualcuno. È stato insabbiato, dice qualcun altro, perché dava fastidio a persone potenti.
00:44:06Fantasie, forse. Però ci sono altri elementi ancora più strani e ancora più inquietanti. Ci sono i soldi.
00:44:12Per la polizia la storia dei soldi di Pacciani è una storia molto sospetta, sia per l'entità
00:44:19del suo patrimonio, che comprende anche due case, sia per i tempi. Pietro Pacciani infatti acquista
00:44:27buoni postali in corrispondenza con le date di alcuni delitti. Questi movimenti sono avvenuti
00:44:33tra l'81, poco prima che iniziasse il primo duplice omicidio, e il gennaio dell'86, quindi qualche mese
00:44:46dopo che si è verificato l'ultimo duplice omicidio. Sono tanti i soldi di Pacciani. Calcolato con i
00:44:53parametri di oggi, il suo patrimonio monterebbe a 900 milioni di lire e a tanti soldi anche vanni,
00:44:5893 milioni in banca e 53 in buoni postali, milioni di allora. Chi glieli ha dati? Secondo
00:45:05la polizia, secondo il dottor Giuttani, secondo la procura di Firenze, gente ricca e insospettabile,
00:45:11membri di una setta potente che acquisterebbe i feticci e che manovrerebbe sadici pervertiti
00:45:16senza scrupoli, senza rispetto per la vita umana come i compagni di merende, che agirebbero
00:45:21sia per soldi che per lividine. Tra i moventi che si allargano come cerchi concentrici, i soldi,
00:45:26la libidine violenta, la ritualità esoterica.
00:45:38C'è chi non è di questa idea. Per l'avvocato Nino Filastò, che oltre ad essere stato uno
00:45:43dei legali dei compagni di merende e anche uno dei più noti e apprezzati scrittori di
00:45:46romanzi polizieschi, il mostro di Firenze sarebbe un ex poliziotto, come secondo lui dimostrerebbero
00:45:51alcuni indizi. Per Mario Spezzi invece, giornalista e anche lui apprezzato scrittore di romanzi
00:45:56polizieschi, l'ipotesi giusta è un'altra.
00:45:59La mia opinione è che esiste un solo movente, che è quello maniacale, nel senso che i delitti
00:46:09sono compiuti, commessi da un maniaco. I delitti sono commessi non solo con la stessa pistola
00:46:17e con lo stesso coltello, ma con le stesse modalità, mi riferisco ai tagli sulle vittime.
00:46:23L'assassino, e quindi è sempre lo stesso, fa un'operazione che non dovrebbe fare.
00:46:30Lì fa perdere tempo, rischia di sporcarsi e non ha apparentemente alcun senso, ma la
00:46:35fa sempre. I tecnici dell'FBI dicono che questo è il vero scopo del delitto, inconscio,
00:46:41il vero movente. Cioè l'assassino ogni volta prende e trascina il corpo della ragazza a
00:46:49distanza di alcuni metri da dove l'ha uccisa. Questa è la firma del delitto, lo chiamano
00:46:54la firma, riprendersi una donna a un altro uomo per riprendersi una donna che gli è stata
00:47:02tolta con la forza. Non si capirebbe altrimenti perché debbano aggredire una coppia e non una
00:47:07donna sola. Questo assassino ha bisogno della presenza di un rivale e ogni volta, dopo che
00:47:15è morto, compiuta tutta l'operazione, prima di andarsene, torna dall'uomo e gli dà due
00:47:21o tre piccole coltellate quasi a spreccio.
00:47:25La stessa arma, la stessa persona che ha compiuto tutti gli omicidi secondo Mario Spezzi, un serial
00:47:30killer. Ma è un serial killer che uccide da solo o in gruppo?
00:47:33Io torno a ribadire l'idea che il mostro sia un assassino solo e un serial killer.
00:47:42Qui abbiamo a che fare non con una persona che sa fare come un medico, come un chirurgo,
00:47:47come è stato scritto, delle operazioni che poi non vengono mai fatte fortunatamente, ma
00:47:53con una persona che in qualche maniera sa usare le mani degli strumenti, come il 90% dei
00:47:58serial killer tra l'altro. A noi cronisti ci fu mostrato tanti anni fa,
00:48:03le ferite fatte sul corpo delle ragazze riportate in maniera schematica su un computer
00:48:11e sempre i movimenti, il punto di partenza che era a ore 10 e il corpo, la pressione,
00:48:22eccetera, erano rapportabili a una stessa mano, così come allo stesso coltello.
00:48:27Per il dottor Giuttari le cose sono andate diversamente. Le prime mutilazioni sarebbero
00:48:32opera di qualcuno che mostra agli altri come si deve fare. La polizia cita le prime perizie
00:48:37che parlano di tagli eseguiti con precisione chirurgica e poi le altre che parlano invece
00:48:42di tagli grossolani. È chiaro da questo esempio che chi ha operato chirurgicamente nell'81
00:48:54non può essere stato chi ha operato negli anni successivi.
00:49:01Ipotesi. Perizie e controperizie. Piste investigative che corrono in direzioni opposte.
00:49:07E misteri. Come quello del delitto del 1968. C'entra qualcosa quel delitto con gli altri
00:49:13delitti del mostro di Firenze? Secondo la procura, secondo il dottor Giuttari, secondo
00:49:18i tribunali che hanno condannato i compagni di Merende, quel delitto non c'entra niente.
00:49:22In comune con gli altri ha soltanto l'omicidio di una coppia e quella pistola, quella beretta,
00:49:27che spara cartucce calibro 22, marca Winchester, serie H.
00:49:32L'unica pista che può dare dei risultati, dei riscontri oggettivi, e questo è sempre
00:49:37stato detto non solo da noi giornalisti ma dagli inquirenti, è quello che consentirebbe
00:49:43di ritrovare la pistola. La pistola è l'unica maniera, è l'unico oggetto, l'unica prova
00:49:48che può inchiodare il responsabile. Ora su questa pistola esiste un mistero, lo abbiamo
00:49:56già detto, che una pistola usata per un omicidio non viene data a nessun altro, a nessun titolo,
00:50:02non si vende, non si presta, niente. Nel caso del nostro assassino del 1968, e sappiamo
00:50:12con quasi 100% di sicurezza chi aveva quell'arma, evidentemente non l'ha distrutta. Quindi ha cambiato
00:50:22mano, ma non è stata sceduta. Esiste una sola possibilità per cui un'arma cambi, quest'arma
00:50:32abbia cambiato proprietario, che sia stata sottratta con un furto.
00:50:37Secondo Mario Spezzi, quel furto c'è stato, è avvenuto davvero. Secondo la polizia invece
00:50:43non è mai stato denunciato. È un mistero quella pistola, è davvero un mistero.
00:50:47Sulla pistola io credo che qualcos'altro debba essere fatto. Prima di poter affermare
00:50:59che sia stata utilizzata in tutti i delitti e soprattutto che sia stata utilizzata, che
00:51:11sia la stessa pistola, dal 71 all'85, di quella utilizzata nel 68.
00:51:18Misteri, ipotesi, piste investigative. Anche dopo la condanna di Vanni e di Lotti e dopo
00:51:24la morte di Pacciani, le indagini del dottor Giuttari e del sostituto procuratore Canessa
00:51:29continuano. Secondo loro all'appello manca ancora qualcuno, manca il livello superiore,
00:51:35mancano i mandanti. Non sono indagini facili. Nel 1999, dopo la conclusione dei processi,
00:51:41il dottor Giuttari viene trasferito dalla mobile all'ufficio stranieri. Il dottor Giuttari
00:51:46ricorre al TAR, ottiene l'annullamento del provvedimento e ritorna alla mobile, ma nel
00:51:502000 viene trasferito di nuovo. Altro ricorso al TAR, altro annullamento, altro ritorno alla
00:51:55mobile, questa volta definitivo. Le indagini continuano. Non solo. Nel maggio del 2003 viene
00:52:02costituito apposta il gruppo investigativo sui delitti seriali, un pool di 10 investigatori
00:52:06specializzati diretti dal dottor Giuttari. Lassù, tra i corridoi deserti e lunghissimi del
00:52:13settimo piano del Magnifico, un ex albergo trasformato in caserma che sembra davvero
00:52:17il set di un film dell'orrore, la squadra antimostro indaga. La speciale squadra antimostro risponde
00:52:22a due procure, quella di Firenze e quella di Perugia. Perché Perugia? Perché nel frattempo
00:52:26è successo qualcosa. Durante una conversazione al telefono, registrata su un nastro, una delle
00:52:33persone che parla dice, attento, ti facciamo fare la fine del medico morto al lago. Quale
00:52:39medico? 16 anni prima, il 13 ottobre 1985, nel lago Trasimeno, in Umbria, era stato ripescato
00:52:47il corpo di un uomo. Un medico di Perugia, un uomo di 36 anni, sposato, appartenente ad
00:52:53una famiglia piuttosto nota. Era sparito cinque giorni prima, l'8 ottobre.
00:52:57aveva preso una barca, era partito dal porticciolo di San Feliciano e si era allontanato lungo
00:53:11le acque del lago. Non torna indietro. Così lo cercano e poco dopo trovano la sua barca
00:53:29ferma tra le canne dell'isola Polvese, la più grande delle tre isole del lago Trasimeno.
00:53:33Ma la barca è vuota e il dottore non c'è. Lo trovano il 13, di mattina, nelle acque
00:53:46vicino al porticciolo di Sant'Arcangelo, sempre sull'isola Polvese. È morto.
00:54:03Come è morto il dottore? Annegato, sembra. Il medico che per primo esamina il corpo del
00:54:09dottore non fa un'autopsia, non ce n'è ragione. Le cause sembrano molto chiare. Il dottore
00:54:13è caduto dalla barca o si è buttato da solo. In ogni caso una tragica fatalità. Il corpo
00:54:19viene restituito ai parenti, che provvedono alla sepoltura, con la giusta rapidità e riservatezza.
00:54:25Una tragica fatalità.
00:54:33Poi però quella telefonata è registrata. Ti facciamo fare la fine del medico morto
00:54:38al lago. Nel giugno del 2002 il sostituto procuratore della Repubblica di Perugia, Giuliano
00:54:44Mignini, fa riesumare il corpo del dottore e lo fa inviare a Pavia, dove c'è un istituto
00:54:48di medicina legale specializzato. Qualche mese dopo i medici di Pavia consegnano le loro ricerche
00:54:54e la loro versione dei fatti è molto diversa. Secondo loro il dottore non sarebbe morto nel
00:54:59lago, non sarebbe neppure annegato, sarebbe stato ucciso, strangolato.
00:55:03Attenzione, c'è un altro mistero, un mistero nel mistero, ancora più complicato, al limite
00:55:12dell'incredibile. Ci sono cinque pescatori che vivono e lavorano sul lago Trasimeno,
00:55:17che dicono di aver visto qualcuno, il giorno dopo la scomparsa del dottore, caricare un
00:55:22corpo su una barca e portarlo via. Ma il dottore viene ritrovato soltanto cinque giorni
00:55:26dopo, il 13 ottobre. Si sbagliano coi pescatori, si confondono. Il sostituto procuratore Mignini
00:55:32li ritiene attendibili e sospetta che quello ritrovato il 13 ottobre non sia il corpo del
00:55:37dottore. C'è una fotografia che lo ritrae sulla banchina dopo il ritrovamento. Il sostituto
00:55:42procuratore Mignini fa analizzare la foto e sulla base di una perizia antropometrica sulle
00:55:47misure del corpo si convince che quello sia il corpo di uno sconosciuto annegato nel lago,
00:55:52fatto ritrovare apposta per avvalorare la tesi di una tragica fatalità e poi sostituito col
00:55:57corpo del dottore. È un'ipotesi che comporterebbe una serie di responsabilità da parte di alcune
00:56:02delle persone presenti al ritrovamento il 13 ottobre. E infatti il sostituto procuratore
00:56:08fa partire sei avvisi di garanzia per favoreggiamento in occultamento di cadavere.
00:56:14Niente di tutto questo, dicono gli interessati. È anche la famiglia del dottore di Perugia,
00:56:19che fa effettuare a sua volta un'altra autopsia da altri medici legali, secondo la quale il dottore
00:56:24sarebbe semplicemente annegato. Nessun omicidio, dice la famiglia del dottore attraverso i suoi
00:56:29legali. Solo una tragica fatalità. Attenzione, stiamo parlando di indagini ancora in corso,
00:56:36di testimonianze da verificare, di perizie e controperizie che si annullano l'una con
00:56:40l'altra. E se si tratti di un'ipotesi molto concreta, di una falsa pista, è ancora tutto
00:56:44da vedere. Va bene, ma cosa c'entra questa storia? Cosa c'entra la storia del dottore di
00:56:49Perugia con i delitti del mostro di Firenze? Secondo la procura di Perugia, secondo la procura
00:56:54di Firenze, secondo il dottor Giuttari e la squadra antimostro, c'entra. Il dottore di
00:56:59Perugia farebbe parte di quel giro di persone tra le quali ci sarebbero i mandanti dei delitti
00:57:04del mostro di Firenze. Nel gennaio del 2004, il sostituto procuratore di Firenze Paolo
00:57:18Canessa invia quattro avvisi di garanzia. Ad un farmacista di San Casciano, ad un medico
00:57:24dermatologo che insegna all'università, a un avvocato e a un imprenditore. L'accusa,
00:57:28associazione delinquere e concorso in omicidio plurimo. Secondo la procura, sarebbero loro
00:57:34i mandanti dei delitti del mostro di Firenze. Sarebbero loro i membri di una setta che commissionava
00:57:40i delitti ai compagni di merende.
00:57:49Secondo le procure di Firenze e di Perugia, ci sarebbero testimonianze attendibili e indizi
00:57:54secondo i quali tra il dottore di Perugia e gli indagati di Firenze ci sarebbero stati
00:57:59rapporti molto stretti, soprattutto tra il dottore e il farmacista di San Casciano, già
00:58:03entrato nell'inchiesta sui delitti del mostro anni prima, in base a testimonianze e a lettere
00:58:07anonime. Gli interessati negano decisamente. Nega la famiglia del dottore di Perugia, che
00:58:13dice che non aveva mai conosciuto gli indagati, negano gli indagati di Firenze e negano gli amici
00:58:18del farmacista di San Casciano, come il giornalista Mario Spezzi, secondo i quali non sarebbe
00:58:23mai stato capace di una cosa del genere. Ricordiamoci che sono indagini in corso, sulle quali spetta
00:58:28soltanto alla magistratura mettere la parola fine.
00:58:37C'è un'indagine in corso, quella sui mandanti. C'è un procedimento concluso, quello a carico
00:58:42dei compagni di merende. E ci sono altre indagini che ancora devono essere terminate. Per esempio,
00:58:48ce n'è una a carico di un appuntato dei carabinieri, che Giancarlo Lotti accusa di
00:58:52aver fornito a Pacciani quei proiettili calibro .22 usati negli omicidi. E ce n'è un'altra
00:58:58a carico di un giornalista, accusato di aver spedito alla caserma dei carabinieri di San
00:59:03Casciano l'asta guida molla di una beretta. E ce n'è un'altra, molto strana, a carico
00:59:12di una signora che il 22 gennaio 1996, poco prima del processo a Pacciani, quando lui è
00:59:17in prigione, sarebbe andata a casa sua e avrebbe convinto sua moglie Angiolina a farla entrare.
00:59:22Secondo la polizia, la signora avrebbe stordito Angiolina con del Tavor, comprato in farmacia.
00:59:32E poi, per tutta la notte, avrebbe frugato nella casa in cerca di qualcosa. Secondo la
00:59:47polizia, la signora sarebbe la moglie di un medico fiorentino morto alla fine degli anni
00:59:5080. La signora, indagata per rapina e sequestro di persona, nega, decisamente. Sono lunghe le
00:59:57indagini sui delitti del mostro di Firenze, lunghe più di 30 anni. Adesso però il tempo
01:00:01stringe. Le inchieste, a carico dell'appuntato dei carabinieri della signora, stanno per andare
01:00:06in prescrizione. Il tempo, assegnato alle indagini preliminari sui mandanti, sta per finire. E
01:00:12anche la squadra antimostro del dottor Giuttari sta per chiudere. Il 30 giugno di quest'anno,
01:00:16salvo nuovi sviluppi, verrà sciolta.
01:00:20Il tempo stringe, ma la verità, qualunque sia, bisogna saperla. Per i morti, per le
01:00:29vittime e non soltanto quelle degli omicidi in campagna. Il signor Rontini, per esempio,
01:00:34è morto di morte naturale. Lo ha ucciso un infarto il 9 dicembre 1998, sul marciapiede
01:00:40davanti alla questura di Firenze. Era andato a ritirare i soldi del mensile che il sindacato
01:00:44di polizia gli passava per vivere, perché nella sua ricerca della verità aveva perso tutto
01:00:49il signor Rontini. I soldi, la casa, la salute e adesso anche la vita. E anche per lui, per
01:00:54tutto il dolore che può aver provato un padre che si è visto massacrata in quel modo una
01:00:58figlia di 18 anni, che bisogna continuare a cercarla, la verità. Bisogna saperla proprio
01:01:02tutta la verità sui delitti del mostro di Firenze.
01:01:32Grazie a tutti.

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