Modica è una città ricca di bellezza, di barocco e di bontà. Ogni scorcio e ogni vicolo racchiude in sé un po’ di poesia. I sapori e i profumi di questo piccolo presepe siciliano sono difficili da dimenticare. iO Donna è andata alla scoperta di questo luogo magico, regno del cioccolato e della caponata, e di un resort che dopo anni ha preso il posto di un ecomostro a Marina di Modica. Se avete in programma un weekend modicano, ecco alcune suggestioni e suggerimenti.
[idarticle id="2531480" title="Primavera in Sicilia, sulla via degli scrittori"] Modica e il suo centro storico Patrimonio Unesco Dal 2002 Modica fa parte del Patrimonio dell'Umanità dell’UNESCO grazie al suo centro storico ricco di architetture barocche, come l’imponente Duomo di San Giorgio, con la sua scenografica scalinata da cui si gode una bellissima vista sulla città. Dietro ogni vicolo di Modica si svela una perla barocca.
[caption id="attachment_2534879" align="aligncenter" width="1024"] Duomo di San Giorgio, Modica (foto di Eleonora Giovinazzo)[/caption]
Come racconta la sindaca Maria Monisteri Caschetto. «Il fascino della città di Modica è anche il camminare tra vicoli e vicoletti e sorprendersi di questa città così autentica e genuina. Fra due chiacchiere con la signora che stende i panni o con qualcuno che mette fuori i pomodori ad essiccare. E, in ogni angolo, sorprendersi per l’architettura barocca o per una delle 107 chiese della città. Una città che non a caso è definita “la città presepe”, «perché le abitazioni si trovano addossate ai fianchi di quattro colline», prosegue la sindaca. «E, nonostante a primo impatto si potrebbe avere l’impressione che si tratti di una città inaccessibile, si è lavorato molto affinché non ci siano barriere architettoniche: l’85% di Modica è accessibile a tutti».
[caption id="attachment_2534883" align="aligncenter" width="1024"] Modica al tramonto (foto di Eleonora Giovinazzo)[/caption] Modica e il cioccolato: l’Antica Dolceria Bonajuto L’Antica Dolceria Bonajuto è un’istituzione del cioccolato di Modica. Da sei generazioni e da più di 150 anni produce artigianalmente il suo cioccolato e tramanda dolci e torroni della tradizione modicana e siciliana. L’azienda produce il suo cioccolato a Modica dal 1880, seguendo l’antico processo di lavorazione a freddo del cacao utilizzato dalle popolazioni mesoamericane. «Il nome non è stato certo scelto a caso», racconta una delle dipendenti dell’azienda, Beatrice Cassarino, «Non siamo una pasticceria, siamo la fabbrica più antica del cioccolato di Modica». L’Antica Dolceria Bonajuto è stata fondata da Francesco Bonajuto nel 1880 e il nipote Franco Ruta, nel 1992, ha deciso di portare l’attenzione del mondo sul loro cioccolato.
[caption id="attachment_2534890" align="aligncenter" width="1024"] Beatrice Cassarino nel Fattojo dell'Antica Cioccolateria Bonajuto di Modica (foto di Eleonora Giovinazzo)[/caption]
Oggi l’azienda permette a chi desidera scoprire di più sul cioccolato di Modica di visitare il Fattojo, il laboratorio di Antica Dolceria Bonajuto, per conoscere la storia del loro cioccolato, dell’azienda e le antiche origini mesoamericane dell’intero processo. «Un processo antichissimo, che non è stato mai alterato né ha seguito la strada dell’evoluzione o della raffinazione», racconta ancora Cassarino. «Per questo il risultato è un cioccolato dall’aspetto un po’ grezzo, che quando viene spezzato lascia vedere i cristalli di zucchero, perché qui il cioccolato viene lavorato a temperature basse. E questo non perché non si sciolga lo zucchero, ma affinché vengano preservati tutti gli aromi del cacao, che provengono dal Centro America e con cui produciamo le nostre “bean to bar”, in cui si parte dal seme non ancora tostato per creare le nostre tavolette».
[idarticle id="2410698" title="I viaggi di iO Donna: dove ruggisce la Sicilia dei ''Leoni''"] Modica e la caponata dello chef Carmelo Buoncuore La caponata, la regina delle tavole siciliane. Modica non fa eccezione. Carmelo Buoncuore, executive chef del ristorante che si trova all'interno del resort Terradamari “A Truvatura”, ci ha raccontato la sua ricetta, spiegando che è ancora meglio se può riposare per almeno una notte nel frigorifero, prima di essere assaporata. «Il segreto della nostra caponata sono i prodotti», spiega Buoncuore, «Parliamo delle melanzane, dei pomodori, dei peperoni, del sedano, dei pinoli, dei capperi, delle olive. L’ingrediente principale resta però la melanzana, da friggere assolutamente nell’olio d’oliva. Per noi friggerla nell’olio di semi è un delitto. A dare il gusto agrodolce al piatto è la passata di pomodoro, che viene fatta ridurre e cuocere per circa due ore e mezza con aceto e zucchero».