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Morbo di Parkinson: fisiopatologia e prevenzione
OGGI
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11/08/2024
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Ben ritrovate? Ben ritrovati. Oggi ci intratteniamo sulla malattia di
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Parkinson. Molte malattie importanti hanno il nome dei neurologi che le hanno
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scoperte, in questo caso il professor Parkinson, il quale si è occupato molto
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nella sua vita dei disturbi motori e in particolare di questa malattia
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profondamente invalidante che tende a comparire dai 50 soprattutto 60 anni in
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avanti. Può colpire uomini e donne. Che caratteristica ha? Sia negli uomini che
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nelle donne il disturbo motorio grave della malattia di Parkinson compare
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quando sono stati distrutti circa l'80% dei neuroni motori nelle aree motorie.
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Analogamente a quanto avviene per la malattia di Alzheimer, noi abbiamo quindi
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una distruzione progressiva sottosoglia, in altre parole, che avviene senza che la
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persona ne sia consapevole fino a quando non compaiono i disturbi clamorosi.
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Quindi 80% dei neuroni dopaminergici che usano la dopamina come neurotrasmettitore,
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mentre delle demenze, in particolare nell'Alzheimer, noi abbiamo un
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deterioramento dell'80% dei neuroni colinergici. Quindi un primo concetto
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importante è che le principali funzioni del nostro corpo hanno un alfabeto leader,
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potremmo dire, o addirittura delle paroline leader dei neurotrasmettitori
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che i nostri dipartimenti, diversi dipartimenti del cervello, utilizzano per
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comunicare tra loro. Quindi dopamina per l'area motoria, in realtà la dopamina fa
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molte altre cose, e la cetilcolina per l'area cognitiva.
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Il concetto però importante è che sia nella demenza sia nella Parkinson noi
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abbiamo un deterioramento che inizia probabilmente decenni prima e che dà
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segno clamoroso di sé solo quando sono stati distrutti, ripeto, l'80% dei
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neuroni rispettivamente dopaminergici che usano la dopamina nelle aree motorie per
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il Parkinson, l'80% dei colinergici nelle aree cognitive.
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Importante anche sapere che circa il 40% dei pazienti presenta purtroppo
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incomorbibilità, demenza e Parkinson. E giustamente ci si chiede perché? Perché i
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fattori di deterioramento del nostro cervello sono in parte comuni. Il primo
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fattore di deterioramento è l'età, l'invecchiamento di per sé e le molte
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condizioni patologiche, spesso correlate purtroppo agli stili di vita, che si
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collegano all'invecchiamento accelerano, precipitano il deterioramento
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cognitivo o il deterioramento motorio. Per correttezza devo subito dire che una
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parte delle malattie di Parkinson è anche dovuta ai traumi cerebrali, per
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esempio si vedono molto nei boxer. Ecco che allora in quel caso il sommarsi
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dell'inchiammazione da microtrauma, da colpi alla testa, è un ben noto fattore
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specifico di deterioramento dei neuroni motori dopaminergici post-traumatico.
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Altri fattori invece, come dicevo, sono comuni sia al deterioramento della
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demenza, che porta la demenza sia al deterioramento motorio,
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primo l'età, secondo i fattori vascolari. Di nuovo arteriosclerosi, trombi, infarti
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cerebrali, attacchi ischemici transitori, transient ischemic attack, come dicono
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gli inglesi, l'acronimo è TIA, sono dei fattori di sofferenza cerebrale.
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A seconda dell'area in cui compaiono, ci possono dare il deterioramento più
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cognitivo o più motorio, ma siccome in genere l'arteriosclerosi, l'aterosclerosi,
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l'ipertensione sono fattori di alterazione sistemici, cioè che
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interessano tutto il nostro corpo e tutto il nostro cervello,
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ecco spiegato perché una parte dei deterioramenti motori si accompagna a
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quelli cognitivi e viceversa. Altro aspetto interessante,
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noi abbiamo un cervello viscerale, che è il nostro primo cervello dal punto di
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vista evolutivo e oggi sappiamo che anche quello che succede nel nostro
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intestino e nel cervello viscerale può essere un fattore importante di
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accelerazione del deterioramento motorio, tipico del Parkinson, come del resto.
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Del resto vediamo anche una partenza, potremmo dire un affluente della
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malattia del grande fiume, delle malattie dell'area motoria, per esempio
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la sclerosi multipla, che è autoimmune ma colpisce poi i muscoli e la motilità, ha
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una sua grande sorgente in alterazioni a livello del cervello viscerale.
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Questo per dire che cosa? Che si tratta di malattie gravi, importanti e che quando
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compaiono in maniera clamorosa sono purtroppo negli ultimi fotogrammi del
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film della patologia. Molta importanza ha, se parlando di
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Parkinson, da un lato evitare se possibile i traumi al capo, ma soprattutto
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avere anche, se vogliamo ridurre il rischio di Parkinson, utilizzare quegli
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stili di vita sani che prolunghino un progetto di longevità in
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salute. Per le donne poi è un grande fattore di protezione nei confronti del
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deterioramento cognitivo e del deterioramento motorio, è una tempestiva
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terapia ormonale sostitutiva unita sempre e in modo necessario a stili di
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vita sani, possibilmente impeccabili.
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