https://www.pupia.tv - Roma - Presentazione del "Rapporto sulla politica di bilancio"
La Sala Zuccari ospita la presentazione del "Rapporto sulla politica di bilancio" dell'UPB - Ufficio parlamentare di bilancio. Intervengono: Lilia Cavallari, Presidente dell'UPB, Giampaolo Arachi (membro del Consiglio dell'UPB), Valeria De Bonis (membro del Consiglio dell'UPB), on. Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia e delle Finanze. (11.06.25)
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La Sala Zuccari ospita la presentazione del "Rapporto sulla politica di bilancio" dell'UPB - Ufficio parlamentare di bilancio. Intervengono: Lilia Cavallari, Presidente dell'UPB, Giampaolo Arachi (membro del Consiglio dell'UPB), Valeria De Bonis (membro del Consiglio dell'UPB), on. Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia e delle Finanze. (11.06.25)
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00:00:00Buongiorno e benvenuti a tutti.
00:00:15Vi leggo un messaggio del Presidente del Senato che non può partecipare ma ci teneva a lasciare
00:00:24un saluto. Il messaggio dice, gentile Presidente, mi rincresce comunicarle che impegni istituzionali
00:00:33non mi permetteranno di essere presente ai lavori di presentazione del rapporto sulla
00:00:37politica di bilancio. Desidero tuttavia farle giungere il mio sincero apprezzamento per il
00:00:43costante impegno e per l'alta qualità del lavoro svolto dall'ufficio parlamentare di
00:00:48bilancio che si distingue per competenza, rigore e autorevolezza. Sono certo che anche
00:00:54l'incontro odierno offrirà significativi contributi al dibattito pubblico fornendo strumenti di
00:01:00analisi utili per affrontare con consapevolezza le sfide della politica economica. Ne ringraziare
00:01:06lei e tutti i partecipanti, le borgo i miei più cordiali saluti.
00:01:12Io inizierei, leggo dal podio.
00:01:36Signor Ministro, Autorità, Signore e Signori, il rapporto sulla politica di bilancio è
00:01:46l'occasione per fare il punto sull'andamento della finanza pubblica, nell'anno appena trascorso
00:01:51e sulle prospettive future, ripercorrendo i momenti più significativi del ciclo di bilancio.
00:01:58L'anno trascorso ha visto muovere i primi passi della nuova governance europea, il piano
00:02:03strutturale di bilancio di medio termine, approvato dal Consiglio della UE lo scorso
00:02:08gennaio, ha dato via al nuovo ciclo di programmazione della finanza pubblica, nel quadro delle rinnovate
00:02:14regole europee. Il piano disegna un percorso ambizioso e prolungato di consolidamento dei
00:02:20conti pubblici, volto a portare e mantenere il debito su un sentiero discendente in un orizzonte
00:02:27di medio termine. Esso stabilisce obiettivi di crescita della spesa netta che saranno vincolanti
00:02:33per l'intera durata del piano. La politica di bilancio si muoverà dunque in una cornice
00:02:39di progressivo contenimento dell'indebitamento, sebbene l'intensità dell'aggiustamento potrà
00:02:44essere adeguata al variare delle condizioni congiunturali.
00:02:49L'avvio della nuova governance europea avviene in un contesto internazionale complesso, nel quale
00:02:55si aggravano le tensioni geopolitiche e i rischi di instabilità. Appaiono incerte le prospettive
00:03:02per una rapida soluzione dei drammatici conflitti in corso in Ucraina e Medio Oriente. Il quadro
00:03:08è dominato da uno straordinario livello di incertezza, che investe non solo l'intensità
00:03:13e l'estensione degli aumenti tariffari, ma scuote le fondamenta stesse dell'ordine
00:03:19economico che ha governato le relazioni internazionali negli ultimi decenni.
00:03:23decenni. L'acquirsi di tensioni protezionistiche, innescato dal nuovo corso dell'amministrazione
00:03:30statunitense, rischia di frenare il commercio internazionale e accentuarne la frammentazione.
00:03:37L'aliquota implicita dei dazi effettivi sulle esportazioni verso gli Stati Uniti è oggi
00:03:42superiore alla media registrata nel secondo dopoguerra di oltre 11 punti percentuali, ed
00:03:48è solo di poco inferiore al picco raggiunto negli anni 30 del secolo scorso. È cresciuto
00:03:54di riflesso il grado di restrizione tariffaria nell'intera economia mondiale.
00:04:01Si prefigura un'accelerazione del processo di riorientamento degli scambi internazionali.
00:04:07La geografia di tali riconfigurazioni è resa incerta dalla inusitata estensione delle
00:04:12dispute commerciali alla quasi totalità dei partner degli Stati Uniti e dall'Alea,
00:04:18che circonda le reazioni degli attori coinvolti. Essa dipenderà dalla capacità di paesi e
00:04:24imprese di creare nuovi legami commerciali, rinsaldare relazioni consolidate, rimuovendo
00:04:30le barriere esterne e interne che frenano una più ampia circolazione di beni, servizi,
00:04:36capitali, persone e idee. La riorganizzazione delle filiere produttive nell'economia mondiale
00:04:43dovrà trovare un equilibrio tra le esigenze di garantire sicurezza negli approvvigionamenti
00:04:48strategici e dominio delle tecnologie di frontiera e la necessità di preservare l'efficienza
00:04:55produttiva e la capacità di innovazione. Il sistema monetario internazionale e i mercati
00:05:01finanziari non sono indenni di fronte a cambiamenti di tale portata. Dalla primavera di quest'anno
00:05:08si è registrata una cresciuta volatilità sui mercati azionari, obbligazionari e valutari.
00:05:15Sebbene le perdite registrate sugli attivi finanziari all'indomani degli annunci del 2
00:05:20aprile siano state recuperate, permangono segnali di instabilità e indicazioni di una
00:05:26minore fiducia nel ruolo del dollaro quale architrave del sistema monetario internazionale.
00:05:31Le quotazioni dell'oro, tradizionale bene rifugio nei periodi di turbolenza finanziaria,
00:05:37hanno raggiunto nuovi massimi storici e per la prima volta da decenni si sono mosse
00:05:42in controtendenza rispetto all'andamento dei titoli sovrani statunitensi. I principi
00:05:49che hanno governato l'economia mondiale per lungo tempo, fondati sull'apertura degli scambi
00:05:54commerciali e la libertà di movimento dei capitali, potrebbero lasciare spazio a nuovi
00:06:00assetti, via il rischio che ciò avvenga in modo disordinato. Regolazioni tariffarie
00:06:06via via più stringenti e aggressive potrebbero far emergere tensioni di non facile composizione
00:06:12in un contesto di piena mobilità dei capitali. La prospettiva di restrizioni ai flussi trasfrontalieri
00:06:19di capitale potrebbe indurre repentini aggiustamenti di portafoglio tra Paesi e attività finanziarie
00:06:26e generare episodi di instabilità. Il rischio maggiore è che si indeboliscano gli incentivi
00:06:33per una soluzione multilaterale delle controversie, a favore di contrapposizioni governate dai
00:06:39rapporti di forza e compito della politica fare in modo che ciò non avvenga.
00:06:46Le nubi che si addensano sul commercio internazionale, unite a condizioni di accentuata volatilità
00:06:52nei mercati finanziari e di alcune materie prime, hanno spinto a ribasso le prospettive
00:06:57di crescita per l'economia mondiale. Le più recenti previsioni del Fondo Monetario
00:07:03Internazionale riflettono un rallentamento generalizzato nell'economia mondiale per il
00:07:08prossimo biennio. La revisione è particolarmente significativa per gli Stati Uniti, 1,3 punti
00:07:16percentuali in meno nel complesso rispetto alle stime precedenti e per la Cina, meno 1,1
00:07:22punti percentuali. In Europa le prospettive di crescita sono in parte bilanciate dall'attesa
00:07:29di una ripresa della domanda interna, in particolare per la Germania. Permangono tuttavia
00:07:34andamenti eterogenei all'interno dell'area comune. La crescita rimarrebbe sostenuta in Spagna,
00:07:40moderata in Francia e in Italia e in recupero in Germania. La fragilità del quadro internazionale
00:07:47rende ancora più difficile trovare soluzioni condivise alle grandi questioni globali, dal
00:07:53cambiamento climatico e la transizione verde digitale alla gestione delle nuove tecnologie
00:07:58informatiche. Rimane pressante l'urgenza di coordinare gli interventi di mitigazione del
00:08:05cambiamento climatico coinvolgendo quanti più attori possibile. In questo campo misure
00:08:12isolate rischiano di essere inefficaci, oltre che più onerose. Anche le politiche di adattamento
00:08:19troverebbero aggioramento da un approccio cooperativo che consenta di ampliare la scala
00:08:24di intervento e considerare appieno le ricadute esterne delle azioni intraprese. Nostre evidenze
00:08:30preliminari mostrano che nel lungo periodo l'impatto sulla finanza pubblica dei soli
00:08:35eventi climatici estremi sarebbe oltre 5 volte più contenuto in presenza di politiche comuni
00:08:42per il raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050. Si accentuano le sfide per garantire
00:08:50resilienza economica, sicurezza e stabilità nelle relazioni internazionali e aumentano al
00:08:57contempo le pressioni per un maggiore attivismo delle politiche fiscali nazionali, in tema di
00:09:05difesa come di sostegno alla crescita. Livelli elevati di debito pubblico in molti Paesi, accresciuti
00:09:11costi di finanziamento e disponibilità di bilancio eterogenee tra Paesi, costituiscono
00:09:17fattori non trascurabili di vulnerabilità. In Europa le accresciute pressioni per adeguare
00:09:24i sistemi di difesa hanno trovato finora risposte per lo più nazionali. La Commissione
00:09:30europea ha invitato gli Stati membri a richiedere l'attivazione della clausola di salvaguardia
00:09:34nazionale al fine di aumentare le spese per la difesa in modo celere e coordinato. Ciò
00:09:41permetterebbe di incrementare la spesa pubblica per la difesa deviando dal percorso di spesa
00:09:46netta raccomandato dal Consiglio. Attualmente 16 Stati membri hanno annunciato l'intenzione
00:09:52di richiedere l'attivazione della clausola di salvaguardia, mentre nuove richieste potrebbero
00:09:57ancora essere presentate. La Germania ha annunciato un ambizioso piano decennale volto a potenziare
00:10:04gli investimenti infrastrutturali e la difesa. Il ricorso all'indebitamento, reso possibile
00:10:10dall'allentamento del freno al debito, porterà un significativo aumento del debito pubblico
00:10:15della Germania nel medio termine. I mercati finanziari già scontano un incremento dei rendimenti
00:10:21sui titoli di Stato tedeschi, con possibili ripercussioni sul costo del finanziamento nell'area
00:10:27dell'euro. Il peggioramento del contesto internazionale si riflette inevitabilmente
00:10:33sulle prospettive dell'economia italiana. Nel documento di finanza pubblica dello scorso
00:10:39aprile il Governo ha dimezzato le previsioni di crescita per l'anno in corso e rivisto marginalmente
00:10:45a ribasso quelle per il 2026. Il quadro macroeconomico tendenziale è stato validato
00:10:52dall'ufficio parlamentare di bilancio lungo l'intero orizzonte di previsione. Per il
00:10:572025 le previsioni sul PIL effettuate in aprile dal Ministero dell'Economia e delle Finanze
00:11:02e dall'UPB hanno anticipato quelle più recenti dell'Istat e dell'Ocse. Il 2024 si è chiuso
00:11:10con un aumento del PIL reale dello 0,7%, in linea con la performance dell'anno precedente
00:11:16e inferiore a quella dell'area dell'euro per la prima volta dopo la pandemia. All'espansione
00:11:22dell'attività economica hanno contribuito in misura simile la domanda interna al netto
00:11:27delle scorte e la domanda estera. L'inflazione si è ridotta in misura significativa attestandosi
00:11:33all'1% e il calo ha riguardato anche la componente di fondo, solitamente più vischiosa. L'andamento
00:11:40dell'occupazione ha continuato a essere favorevole, registrando nuovi aumenti degli occupati e delle
00:11:45ore lavorate. Gli aumenti sono stati particolarmente marcati nel mezzogiorno, sebbene il divario
00:11:51nei livelli di reddito e produzione rispetto al Nord resti tuttora elevato. Il tasso di disoccupazione
00:11:58continua a flettere, avviandosi a convergere verso il 6% nell'anno in corso. La buona performance
00:12:06del mercato del lavoro si è accompagnata a un aumento delle retribuzioni in termini
00:12:10reali, che ha consentito di recuperare, solo in parte, la perdita di potere di acquisto
00:12:14realizzata dal 2021. Nel primo trimestre dell'anno in corso l'economia italiana è cresciuta
00:12:22dello 0,3% in termini congiunturali, al di sotto della media dell'Unione Europea. La crescita
00:12:28acquisita per il 2025 è dello 0,5%. La dinamica congiunturale è alimentata principalmente
00:12:36dalla domanda interna, con una variazione poco più che positiva dei consumi e un recupero
00:12:41degli investimenti, che tornano a crescere a un ritmo sostenuto già dallo scorcio finale
00:12:48del 2024. Il contributo della domanda estera è risultato marginale, nonostante l'accelerazione
00:12:54delle vendite all'estero. I segnali sugli andamenti congiunturali nel settore manufatturiero
00:13:00delineano un avvio di ripresa tra la fine del 2024 e l'inizio dell'anno in corso, i dati
00:13:06di oggi lo confermano. L'attività delle costruzioni continua a essere vivace, non sembra risentire
00:13:12in misura rilevante del ridimensionamento degli incentivi fiscali sull'edilizia residenziale.
00:13:18Ristagna invece l'attività nel settore dei servizi. Il clima di fiducia resta nel
00:13:28complesso debole, in particolare dal lato delle imprese. L'espansione moderata dell'attività
00:13:34economica, in continuità con la performance degli ultimi due anni, sembra indicare che
00:13:39sia ormai esaurito l'abbrivio della forte ripresa registrata nel biennio successivo alla
00:13:44pandemia. Nelle stime di consenso le potenzialità di crescita dell'economia italiana appaiono
00:13:50modeste, in ragione di andamenti demografici sfavorevoli e di una dinamica contenuta della
00:13:56produttività. Nel periodo post-pandemico la produttività
00:14:00del lavoro ha ristagnato nel contesto di un mercato che ha dimostrato una sorprendente capacità
00:14:06di generare occupazione, recuperando velocemente e poi superando i livelli occupazionali prevalenti
00:14:12prima della crisi. L'erosione dei salari reali a seguito della fiammata inflazionistica
00:14:18ha contribuito a sostenere la domanda di lavoro, sebbene abbia favorito una diminuzione dell'intensità
00:14:24di capitale e una riallocazione dell'occupazione verso settori a limitato valore aggiunto.
00:14:31Il ritorno a dinamiche di crescita moderate non è tuttavia ineluttabile. La progressiva
00:14:38contrazione della forza lavoro, indotta dalla transizione demografica, può essere in parte
00:14:44controbilanciata da un innalzamento dei tassi di partecipazione, in particolare tra le donne
00:14:50e i giovani, per i quali si sono verificati progressi significativi. I flussi migratori
00:14:56possono sopperire alle carenze di mano d'opera che già si registrano in settori quali il turismo
00:15:01e le costruzioni. In prospettiva occorrerà rafforzare la capacità di attrarre i lavoratori
00:15:06qualificati. La distribuzione per titolo di studio del saldo migratorio appare sfavorevole
00:15:12nel confronto internazionale e bassa la quota di immigrati con titolo di studio almeno pari
00:15:18alla laurea, mentre è elevato il numero di laureati italiani che cercano all'estero opportunità
00:15:23di lavoro al passo con le loro aspettative di carriera e crescita professionale.
00:15:28Controbilanciare appieno gli effetti di una democrazia sfavorevole richiederà un cambio
00:15:34di passo, volto ad accrescere in modo persistente la produttività. Un importante fattore di
00:15:41discontinuità con l'esperienza degli ultimi decenni è rappresentato dal Piano Nazionale
00:15:47di Riprese e Resilienza. Il Piano mobilita risorse ingenti al fine di accelerare le transizioni
00:15:53tecnologiche, in particolare verde e digitale, promuovere la coesione territoriale e sociale,
00:16:00sostenere l'istruzione e la ricerca scientifica, potenziare la sanità e mantenerla al passo
00:16:06con l'esigenza di una popolazione che invecchia. Esso può incidere sulle potenzialità di crescita,
00:16:12non tanto in ragione dell'entità della spesa, la quale rileva per lo più ai fini degli
00:16:17andamenti congiunturali, quanto contribuendo a trasformare l'ambiente produttivo e sociale.
00:16:24La chiave di volta sarà la capacità di innovare, promuovendo lo sviluppo e l'adozione su vasta
00:16:30scala delle tecnologie di frontiera, l'adeguamento delle competenze professionali, l'imprenditorialità
00:16:36e la competitività del sistema produttivo. A tal fine rileva dare continuità anche oltre
00:16:44l'orizzonte del piano ai progetti di potenziamento infrastrutturale e agli interventi di riforma
00:16:50dei mercati e delle amministrazioni pubbliche, sostenendo al contempo i processi di accumulazione
00:16:56di capitale fisico e umano. I cambiamenti strutturali richiedono tempo per essere realizzati
00:17:03e tempo per dispiegare appieno i loro effetti. Analisi dell'UPB mostrano che la graduale convergenza
00:17:10verso gli standard europei di partecipazione potrebbe accrescere alla produttività del
00:17:16lavoro in modo persistente, con un impatto significativo sul potenziale di crescita, nell'ordine
00:17:23di un punto percentuale nel lungo termine. La produttività dell'economia risente parimenti
00:17:29dell'efficienza con cui le amministrazioni pubbliche erogano i servizi e le prestazioni
00:17:33sull'intero territorio nazionale gestiscono i processi di spesa e il prelievo fiscale.
00:17:40La fotografia dello stato di attuazione del PNRR presenta luci e ombre. L'avanzamento
00:17:46della spesa è stato di norma inferiore alle previsioni iniziali. Secondo i dati più recenti,
00:17:52la spesa sostenuta monta a 68,3 miliardi, pari a più della metà delle risorse già ricevute
00:17:59e quasi un terzo delle risorse finanziarie complessive. La concentrazione della spesa
00:18:04nella fase finale del piano ne aumenta il contributo alla crescita previsto per il 2026. Stime
00:18:10dell'UPB mostrano che il posticipo di 10 miliardi di spesa al 2027 dimezzerebbe la
00:18:17crescita per il prossimo anno e lo scarto sarebbe recuperato nei due anni successivi.
00:18:22La quasi totalità dei progetti è in fase di esecuzione, anche piuttosto avanzata, sebbene
00:18:28rimanga ancora limitata la quota di progetti nella fase conclusiva. La chiusura dei cantieri
00:18:34entro la metà del 2026 richiederà una decisa accelerazione rispetto ai tempi di norma impiegati
00:18:40per i lavori pubblici. Sarà importante assicurare un pieno riequilibrio territoriale delle strutture
00:18:46dei servizi, soprattutto nell'ambito della sanità e degli asili nido. Potrebbero infatti
00:18:52permanere di vari significativi, nonostante il raggiungimento degli obiettivi del piano.
00:18:58Occorrerà prestare attenzione al completamento delle opere programmate, incluse quelle al
00:19:03di fuori del PNRR e garantire risorse adeguate al loro funzionamento.
00:19:08Gli andamenti della finanza pubblica sono rimasti in linea con gli obiettivi programmatici di
00:19:16graduale consolidamento dei conti pubblici, in un quadro di progressivo peggioramento delle
00:19:21prospettive macroeconomiche. Il 2024 si è chiuso con un risultato dell'indebitamento
00:19:27netto pari al 3,4% del PIL, in netto calo rispetto al 7,2% dell'anno precedente e inferiori
00:19:36alle attese dei documenti programmatici. Il saldo primario è tornato nuovamente positivo
00:19:41dopo 4 anni. Prosegue dunque la tendenza verso un ritorno alla normalità, dopo le emergenze
00:19:48della pandemia e della crisi energetica. Il miglioramento del quadro tendenziale è frutto
00:19:55di una riduzione consistente delle uscite rispetto all'anno precedente, legata in buona
00:19:59parte al ridimensionamento degli effetti del superbonus e all'andamento delle entrate.
00:20:04La dinamica delle entrate è risultata favorevole sia nel confronto con l'anno precedente, sia
00:20:10rispetto alle previsioni effettuate in corso d'anno, sospinta dal buon andamento dell'IRPEF.
00:20:16Le ritenute sui redditi da lavoro hanno scontato la crescita delle retribuzioni registrata nell'intera
00:20:21economia e, in particolare, delle retribuzioni medie dei lavoratori dipendenti. Il buon andamento
00:20:28del mercato del lavoro e il graduale aumento delle retribuzioni prefigurano il persistere
00:20:33di tendenze favorevoli nel medio termine. Il debito pubblico è tornato a crescere in
00:20:39rapporto al PIL dopo tre anni consecutivi di calo, raggiungendo alla fine dell'anno trascorso
00:20:45il 135,3%, un livello di poco inferiore agli attese. L'andamento riflette il deterioramento
00:20:52della componente di aggiustamento a stock flussi legato agli effetti di cassa del superbonus
00:20:57e, in misura minore, il differenziale è divenuto sfavorevole tra il costo medio del debito
00:21:03e la crescita del prodotto nominale. Una gestione attenta delle scadenze delle emissioni continua
00:21:09a mantenere elevata la vita media residua del debito delle amministrazioni pubbliche e
00:21:13dello stock dei titoli di Stato. Un ampio orizzonte di vita consente di pianificare le emissioni
00:21:21di nuovi titoli in modo da approfittare delle condizioni di mercato più vantaggiose, aumentando
00:21:26al contempo la resilienza a fronte di improvvise tensioni che dovessero rendere meno accessibile
00:21:31o più costoso il ricorso al mercato. L'anno in corso vede l'avvio del nuovo ciclo di programmazione
00:21:38quinquennale delineato nel piano strutturale di bilancio. Il piano prevede la progressiva
00:21:44riduzione dell'indebitamento netto, che si collocherebbe al di sotto del 3% nel 2026, consentendo
00:21:52l'uscita dalla procedura per disavanzi eccessivi nel 2027. Il disavanzo si attesterebbe all'1,8%
00:22:01alla fine del periodo. Lo sforzo annuale di aggiustamento, misurato da una riduzione del
00:22:07saldo primario strutturale di circa mezzo punto percentuale di pilli in media, è di poco
00:22:12inferiore a quanto previsto dalla traiettoria di riferimento della Commissione europea, sebbene
00:22:17prevede aggiustamenti più stringenti nei primi anni del piano. Il piano poggia su previsioni
00:22:23macroeconomiche di medio termine che sono state validate dall'UPB. Le stime sul PIL per
00:22:28il 2024, al netto delle revisioni dei dati trimestrali, sono risultati accurate. Il percorso
00:22:36di consolidamento, improntato a una linea di prudenza e responsabilità, è coerente con
00:22:42una discesa plausibile del debito in rapporto al PIL nel medio termine. Dopo il picco, che
00:22:47si raggiungerebbe nel 2026, il debito in rapporto al PIL è previsto in graduale riduzione fino
00:22:53alla fine del piano e per tutto il decennio successivo, attestandosi intorno al 113% nel
00:22:592041. Analisi effettuate dall'UPB in occasione della valutazione del piano mostrano che la discesa
00:23:06sarebbe robusta a un eventuale deterioramento delle condizioni macrofinanziarie in linea
00:23:12con l'esperienza storica, così come a ipotesi meno favorevoli riguardo l'andamento del prodotto
00:23:17potenziale. Alla luce dell'aggiornamento del quadro tendenziale di finanza pubblica
00:23:23dello scorso aprile, il sentiero del debito sarebbe leggermente più favorevole di quello
00:23:29previsto nel piano strutturale fino al 2027 e in linea con l'obiettivo successivamente.
00:23:34Sul sentiero continueranno a incidere sfavorevolmente gli effetti di cassa del superbonus, per contro
00:23:42la realizzazione degli obiettivi delle privatizzazioni e la riduzione delle disponibilità liquide del
00:23:48tesoro dovrebbero contribuire favorevolmente alla dinamica del debito. A parità di altre
00:23:55condizioni la rimodurazione dei profili finanziari all'interno della componente di aggiustamento
00:24:00stock flussi, legata per lo più ai proventi delle privatizzazioni, appare determinante
00:24:06per il ritorno del debito su un sentiero discendente nel 2027.
00:24:10L'impegno di risanamento dei conti pubblici, pur prolungato e significativo, è compatibile
00:24:19con la disponibilità di spazi di bidancio che sono stati utilizzati quasi integralmente
00:24:24nell'ambito della manovra disposta con la legge di bilancio per il 2025.
00:24:30Questa ha reso strutturali diverse disposizioni temporanee delle precedenti manovre, contribuendo
00:24:36in tal modo a fornire linee di dirizzo stabili. Gli interventi principali per entità di risorse
00:24:43coinvolte riguardano la stabilizzazione degli effetti della ricontribuzione per i lavoratori
00:24:48dipendenti e l'accorpamento delle aliquote IRPEF. Il rinnovato assetto del prelievo, con
00:24:54la rimodulazione delle aliquote e l'introduzione di un bonus in aggiunta al trattamento integrativo
00:24:59e l'incremento delle detrazioni da lavoro dipendente, ha un orientamento nettamente redistributivo
00:25:06a vantaggio del lavoro dipendente nelle fasce di reddito medio-basse. La riforma cresce
00:25:12sensibilmente la progressività dell'imposta per questi contribuenti, con un profilo accentuato
00:25:18già a partire da redditi relativamente bassi. Con la progressività è aumentato anche l'effetto
00:25:24di drenaggio fiscale. Secondo stime dell'UPB, con due punti percentuali di inflazione, il
00:25:31prelievo IRPEF è ora più alto di circa 370 milioni rispetto al sistema vigente nel
00:25:362022. L'aumento si concentra prevalentemente sui lavoratori dipendenti, seppure in misura
00:25:43differenziata tra le diverse categorie. Nel confronto con il regime precedente, la struttura
00:25:50dell'imposta è articolata su un maggior numero di aliquote marginali effettive, il cui andamento
00:25:54risulta più irregolare. La manovra ha beneficiato soprattutto le famiglie, in particolare nelle
00:26:02fasce di reddito medio-basse. Gli interventi in riduzione dell'indebitamento hanno interessato
00:26:07per lo più le imprese al lavoro autonomo, sebbene con misure spesso transitorie o che inducono
00:26:13rimodulazioni del prelievo di segno opposto lungo l'orizzonte di programmazione. Appare
00:26:19ancora frammentario in via di definizione il quadro degli incentivi fiscali per le imprese.
00:26:25Diverse misure verranno a scadenza nei prossimi anni. Occorrerà procedere con l'attuazione
00:26:31della legge delega sulla revisione degli incentivi alle imprese per garantire l'organicità
00:26:36del sistema di incentivi e una razionalizzazione degli strumenti. È auspicabile che nel disegnare
00:26:43nuove misure si faccia tesoro dell'esperienza passata e dei risultati delle valutazioni
00:26:48ex post. Occorrerà parimenti intervenire sulla struttura dell'imposta sulle società
00:26:53per favorire gli investimenti e la capitalizzazione delle imprese. In prospettiva, la piena attuazione
00:27:02della riforma fiscale dovrà trovare un equilibrio tra l'esigenza di coperture strutturali e il
00:27:08conseguimento degli obiettivi previsti dalla legge delega nel rispetto dei principi di equità
00:27:13del prelievo. La tenuta dei conti pubblici e la sostenibilità sociale del prelievo richiedono
00:27:19un'azione decisa per la riduzione dell'evasione fiscale. Risultati significativi sono stati
00:27:25raggiunti negli ultimi anni, soprattutto in ambito IVA, attraverso strumenti volti a limitare
00:27:31ex ante le possibilità di evasione. Il livello stimato di evasione resta tuttavia tra i più
00:27:37elevati in Europa. Va rafforzata al contempo la capacità di riscossione, che ha ricadute
00:27:44significative anche sui bilanci degli antiterritoriali, con interventi organici e una valorizzazione
00:27:51del patrimonio informativo a disposizione dell'Agenzia delle Entrate. L'assetto definitivo
00:27:57dell'IRPEF dovrà riflettere una maggiore equità orizzontale. Per rispondere alle esigenze
00:28:02di sostegno da redditi bassi, sarebbe opportuno agire attraverso gli istituti assistenziali,
00:28:08che possono essere meglio calibrati sulla situazione economica complessiva del contribuente
00:28:13e più facilmente modulati al variare della congiuntura economica.
00:28:19Lo scorso mese di aprile, nel nuovo documento di finanza pubblica, il Governo ha presentato
00:28:24un aggiornamento del quadro tendenziale macroeconomico e di finanza pubblica per il triennio 2025-27,
00:28:30insieme a indicazioni per il 2028. Il documento, in attesa di recepire il nuovo quadro di regole
00:28:37europee nella legislazione nazionale, ha assunto un approccio intermedio tra quanto richiesto
00:28:42dalla nuova governance europea e il documento di economia e finanza, previsto dalla legislazione
00:28:47vigente. I contenuti informativi sono superiori allo standard minimo europeo, mentre costituiscono
00:28:53una parte di quanto presentato solmente nel DEF. Il documento si è concentrato sul monitoraggio
00:28:59e l'attuazione del piano strutturale lungo l'orizzonte della legge di bilancio. In prospettiva
00:29:04sarebbe auspicabile adeguare l'orizzonte di previsione a quello del piano strutturale,
00:29:09al fine di rafforzare l'orientamento di medio termine della politica di bilancio.
00:29:15La prudenza della politica di bilancio ha contribuito a rafforzare la credibilità del
00:29:20percorso di risanamento, con evidenti vantaggi in termini di una più favorevole valutazione
00:29:26del merito di credito sovrano nei mercati finanziari. Circa un terzo dello stock di
00:29:32debito pubblico è detenuto da investitori esteri e poco più del 14% è nei portafogli
00:29:38delle famiglie e delle imprese non finanziarie residenti. Ogni anno il Tesoro colloca sul
00:29:46mercato nuove emissioni di titoli di Stato per importi considerevoli. Per l'anno in corso
00:29:52l'UPB stima che le emissioni nette, al netto dei programmi dell'eurosistema, ammontino
00:29:57a 177 miliardi. Oscillazioni anche moderate dei tassi di rendimento all'emissione hanno
00:30:05un impatto significativo sulla spesa per interessi. In base a stime interne, una diminuzione permanente
00:30:12del tasso medio all'emissione pari a 100 punti base indurrebbe un risparmio per il servizio
00:30:18del debito pari a circa 21 miliardi complessivi nell'arco di tre anni. Un impegno di risanamento
00:30:24credibile consente dunque di accelerare il rientro del disavanzo e la discesa del debito, liberando
00:30:31in prospettiva risorse che potrebbero trovare impieghi produttivi e socialmente desiderabili.
00:30:38Mantenere la linea di prudenza e responsabilità è tanto più importante a fronte della cresciuta
00:30:43incertezza che caratterizza lo scenario macroeconomico e dei rischi a cui è esposta
00:30:49la finanza pubblica. Un andamento dell'attività economica significativamente diverso da quanto
00:30:55previsto negli scenari programmatici potrebbe infatti allontanare i saldi nominali di bilancio
00:31:01e la dinamica del debito dal percorso auspicato, richiedere interventi correttivi o far emergere
00:31:08nuove priorità di bilancio. Indicare per tempo le linee di indirizzo che si intendono
00:31:13seguire aiuterebbe ad ancorare le aspettative e mantenere elevata la fiducia nell'impegno
00:31:19di risanamento. Le previsioni di crescita aggiornate nel documento di finanza pubblica,
00:31:26pur scontando il peggioramento del quadro macroeconomico, non hanno richiesto una revisione
00:31:31degli obiettivi programmatici del piano strutturale, anche grazie al contributo delle entrate più
00:31:36favorevole del previsto. Nel medio termine, tuttavia, i rischi rimangono orientati a ribasso,
00:31:42prevalentemente a ribasso. Pesa la fragilità del contesto internazionale. Sul piano interno
00:31:49è cruciale accelerare la transizione verso un sistema produttivo più resiliente, competitivo
00:31:54e sostenibile. L'attuazione tempestiva del PNRR e la continuazione dell'azione di riforma
00:32:01e di sostegno agli investimenti delineata nel piano strutturale costituiscono preziosi
00:32:06opportunità. Si rafforzano anche le pressioni sulla spesa per la sicurezza e la difesa,
00:32:13anche alla luce degli obblighi assunti in sede internazionale. Il ricorso all'indebitamento
00:32:19in una fase di transizione per accomodare un aumento permanente della spesa per difesa
00:32:24in rapporto al prodotto potrebbe avere conseguenze rilevanti per il percorso di riduzione del debito.
00:32:29Un utilizzo moderato dello spazio concesso dalla clausola di salvaguardia nazionale che
00:32:36porta ad aumentare le spese per la difesa dello 0,5% del prodotto rallenterebbe il percorso
00:32:43di consolidamento delineato nel piano strutturale. L'indebitamento si collocherebbe al di sotto
00:32:48della soglia del 3% con un anno di ritardo rispetto al piano, mentre il debito inizierebbe
00:32:54a ridursi solo a partire dal 2028. Nel lungo periodo l'aumento di spesa sarebbe comunque
00:33:00compatibile con il mantenimento del debito su un sentiero discendente, nell'ipotesi che
00:33:06continui l'aggiustamento delineato nel piano. Per contro, l'utilizzo progressivo ma integrale
00:33:14dei margini di flessibilità consentiti dalla clausola di salvaguardia, quantificabile in un
00:33:19aumento a regime delle spese per la difesa di 37 miliardi frenerebbe il percorso di consolidamento
00:33:26al punto tale da renderlo incoerente con la riduzione del debito in rapporto al PIL. Riportare
00:33:32il debito su un sentiero discendente richiederebbe in tal caso un ulteriore sforzo di consolidamento
00:33:38nel successivo piano strutturale, ponendo difficili scelte di riallocazione della spesa o aumento
00:33:45della pressione fiscale. Il ricepimento nell'ordinamento nazionale delle nuove regole di bilancio rappresenta
00:33:52l'occasione per un riordino della legislazione interna volto a coniugare le esigenze di flessibilità
00:33:59nel quadro di una programmazione di medio termine con la stabilità della finanza pubblica e la
00:34:05trasparenza della politica di bilancio. Occorrerà rafforzare il raccordo tra il ciclo annuale di
00:34:11bilancio e gli obiettivi programmatici delineati nel piano strutturale. Ciò richiede meccanismi
00:34:18efficaci per il monitoraggio dello stato di attuazione, il regolare aggiornamento delle
00:34:23tendenze macroeconomiche e di finanza pubblica lungo l'intero orizzonte del piano e la pronta
00:34:28indicazione delle linee di indirizzo della manovra. È importante che vi sia un efficace raccordo
00:34:35con la programmazione pluriennale dei fabbisogni di risorse degli enti territoriali, in modo da consentire
00:34:41agli enti di svolgere la propria attività, garantendo i livelli essenziali delle prestazioni
00:34:46e lo svolgimento delle funzioni fondamentali nel rispetto dell'equilibrio dei bilanci.
00:34:53E mi avvio a concludere. L'anno trascorso ha consegnato un quadro della finanza pubblica
00:35:00coerente con un percorso di graduale consolidamento dei conti pubblici. È proseguita la riduzione
00:35:06dell'indebitamento netto e sono stati confermati gli obiettivi programmatici delineati nel piano
00:35:12strutturale. Continua dunque la linea di prudenza e responsabilità della politica di bilancio.
00:35:20Migliora in parallelo il merito del credito per i titoli di Stato.
00:35:25Gli andamenti favorevoli della finanza pubblica sono apprezzabili anche alla luce del deterioramento
00:35:30delle prospettive macroeconomiche. Il difficile contesto internazionale, esposto a forti tensioni
00:35:37geopolitiche e a cresciuta incertezza, ha visto drasticamente ridimensionate le attese sul commercio
00:35:43mondiale e le previsioni di crescita, per l'economia globale come per l'Italia.
00:35:49La complessità del quadro internazionale rende essenziale rafforzare il ruolo economico
00:35:55e politico dell'Europa. Come per l'Italia, anche per l'Europa la chiave di volta è la
00:36:01capacità di innovare, per colmare il divario tecnologico con i principali partner commerciali
00:36:07e accelerare la trasformazione del suo modello produttivo. L'agenda è chiara, scandita dalla
00:36:13bussola per la competitività, dai piani europei ispirati dai recenti rapporti. Sarebbe auspicabile
00:36:20procedere lungo la strada aperta da Next Generation EU, per favorire più efficaci soluzioni condivise
00:36:27ai problemi comuni. Azioni coordinate, insieme a strumenti e risorse comuni, sono essenziali
00:36:34per la produzione dei beni pubblici europei, ma sono essenziali anche per potenziare il mercato
00:36:40unico, cruciale punto di forza dell'Europa. È urgente rimuovere le barriere nazionali
00:36:46e comuni che ancora frammentano i mercati europei e sviluppare appieno le enormi potenzialità
00:36:53dell'Unione dei risparmi e degli investimenti. Procedere nell'attuazione dei principi del
00:36:58pilastro europeo dei diritti sociali potrà garantire che i benefici siano diffusi tra tutti
00:37:04i Paesi e le fasce della popolazione. La complessità del quadro internazionale rende essenziale
00:37:12e mantenere la linea di prudenza e responsabilità. La politica di bilancio nazionale dovrà trovare
00:37:19il giusto equilibrio tra la necessità di dare risposte a vecchie e nuove priorità e assicurare
00:37:25finanze pubbliche solide. Occorrono capacità di visione e trasparenza.
00:37:33Gli obiettivi del piano strutturale di bilancio e del PNRR disegnano un percorso chiaro per il
00:37:39consolidamento della finanza pubblica e per accompagnare le trasformazioni dell'economia
00:37:44e della società necessarie a sbloccarne il potenziale. Occorre dare continuità alle azioni
00:37:51di riforma previste nei piani, favorendo al contempo i processi di accumulazione e adeguamento
00:37:56del capitale fisico e umano. La ritrovata normalità della finanza pubblica dopo le crisi pandemiche
00:38:04ed energetica richiede di superare interventi emergenziali e misure provvisorie a favore
00:38:10di un disegno organico, eco e sostenibile nelle diverse sfere dell'intervento pubblico.
00:38:17Si apre una stagione di scelte impegnative che richiama alla politica la responsabilità
00:38:23di individuare le priorità su cui orientare le risorse. La sostenibilità e l'efficacia dei
00:38:30principali istituti dello Stato sociale dipendono dalla capacità di predisporre misure adeguate
00:38:36a rispondere alle evoluzioni dei bisogni. Una programmazione di bilancio trasparente
00:38:42aiuta ad ancorare le aspettative dei mercati, delle imprese e degli individui, creando condizioni
00:38:50favorevoli a interventi di ampio respiro e scelte lungimiranti. Disporre per tempo di un
00:38:57quadro completo delle prospettive dell'economia e della finanza pubblica nel medio termine
00:39:02e garanzia di trasparenza dell'azione pubblica e presupposto per il pieno di spiegarsi del
00:39:08confronto democratico sulle scelte di bilancio. Certamente la solidità della finanza pubblica
00:39:15si alimenta di una gestione responsabile e prudente dei conti pubblici. Si alimenta altresì
00:39:20di linee di indirizzo chiare, capaci di indicare la rotta a fronte di sviluppi imprevisti e imprevedibili.
00:39:27Ciò è tanto più importante in un contesto di elevata incertezza, nel quale la politica
00:39:33di bilancio può e deve costituire un ancora di stabilità.
00:39:38Grazie.
00:39:39Grazie. Seguono gli interventi dei consiglieri in ordine, quindi Giampaolo Arachi e Valeria
00:39:59De Bonis, che presentano degli approfondimenti rispettivamente sulla valutazione degli incentivi
00:40:05alle imprese, valutazione ex post e sul mercato del lavoro dopo la pandemia.
00:40:09Grazie. Come ricordato dalla Presidente nella relazione, il percorso di consolidamento
00:40:25del debito con cui l'Italia si è impegnata nel piano strutturale di bilancio richiederà
00:40:32grande attenzione nell'utilizzo delle risorse nei prossimi anni. Come è stato ricordato,
00:40:37gli spazi di bilancio che sono emersi dalla differenza tra la programmazione e gli andamenti
00:40:46tendenziali sono stati già utilizzati nella legge di bilancio del 2025. Quindi nuove misure
00:40:53in prospettiva dovranno essere coperte con interventi strutturali dal lato delle entrate
00:40:59o dal lato delle spese. In questo quadro diventa particolarmente rilevante la valutazione
00:41:07ex post degli interventi che sono stati realizzati in passato. Questo per due motivi, perché in
00:41:15questo modo si possono orientare le risorse verso quegli interventi che si sono dimostrati
00:41:20più efficaci e perché l'esperienza passata può dare degli utili insegnamenti per disegnare
00:41:28le nuove misure. Nel rapporto presentiamo una valutazione ex post di una serie di interventi
00:41:38che hanno riguardato incentivi per investimenti ad alto contenuto tecnologico e per la trasformazione
00:41:46dell'industria 4.0. Il tema degli incentivi agli investimenti è un tema cruciale, è stato
00:41:54ricordato dalla relazione della Presidente ma viene ribadito più volte nel rapporto perché
00:42:00abbiamo in prospettiva la necessità di sostenere gli investimenti per fronte alle sfide di trasformazione
00:42:08tecnologica, ambientale e anche il tema è rilevante perché la quasi totalità di questi
00:42:18incentivi verranno a scadenza a fine anno e quindi si pone il tema del se rinnovarli e
00:42:25in quale forma. Infine la questione degli incentivi si interseca con il tema della definizione
00:42:33della struttura, della tassazione delle società dell'IRES al regime.
00:42:39Ora la valutazione degli incentivi, in particolare degli incentivi relativi a transizione 4.0 è
00:42:47prevista all'interno del PNRR e a tal fine è stato costituito un comitato tecnico scientifico
00:42:57che nel novembre scorso ha già presentato un rapporto intermedio. Rispetto a questa
00:43:04valutazione ciò che viene presentato nel rapporto estende il campo di indagine a tutti gli incentivi
00:43:14che hanno riguardato le stesse categorie di investimenti a partire dal 2017. Questa estensione
00:43:22dell'arco temporale consente da un lato di avere maggiori dati, maggiori informazioni
00:43:28per valutare la misura, ma consente anche di valutare la modalità con cui gli incentivi
00:43:35sono stati erogati. Perché in quest'arco temporale c'è stata una graduale transizione
00:43:41da incentivi che venivano erogati attraverso maggiorazione delle quote di ammortamento ad incentivi
00:43:47che venivano invece erogati attraverso dei crediti d'imposta. Questo passaggio da maggiorazione
00:43:55a crediti è particolarmente rilevante sia per le imprese che dal punto di vista del bilancio
00:44:01dello Stato. Perché? Perché i crediti sono sicuramente un meccanismo che aumenta la fruibilità
00:44:08dell'incentivo. Il credito può essere compensato con quasi tutti i tributi e quindi aumenta dalla
00:44:16certezza all'impresa di riuscire ad utilizzare pienamente l'incentivo. Dal punto di vista
00:44:24dello Stato però il credito in assenza di tetti di spesa pone dei rischi perché le previsioni
00:44:34sull'utilizzo di questi crediti sono molto complesse perché dipendono dalla risposta
00:44:40delle imprese. Quindi c'è il rischio di errori rilevanti e in assenza di tetti di spesa
00:44:46questo potrebbe portare a degli sforamenti. Nell'analisi contenuta nel rapporto cerca di
00:44:56rispondere a alcune domande fondamentali. In primo luogo a chi sono andati questi incentivi,
00:45:02quali imprese ne hanno beneficiato, quali effetti hanno avuto questi investimenti, chiamiamoli
00:45:10in industria 4.0 sulle imprese e infine c'è una differenza, si osserva una differenza sostanziale
00:45:20tra la maggiorazione degli ammortamenti e il credito. Ora rispetto a queste domande,
00:45:28allora sulla prima domanda chi sono andati? Questi incentivi sono stati molto concentrati
00:45:38sia dal punto settoriale che dal punto di vista dimensionale. La gran parte degli incentivi
00:45:45è stata assorbita dalla manifattura. In questa tabella trovate i dati relativi al risparmio
00:45:55d'imposta che è stato goduto dalle imprese e in questa tabella i risparmi d'imposta vengono
00:46:04presentati per diverse cohorti dove le diverse cohorti rappresentano la legislazione che è
00:46:12stata utilizzata per quegli incentivi, quindi ogni coorte fondamentalmente rappresenta l'anno
00:46:17in cui è stato pianificato l'incentivo a partire dal 2017 per arrivare al 2022. Si vede una forte
00:46:26concentrazione nella manifattura, però è interessante, la prima osservazione interessante è vedere come
00:46:32nel passaggio da maggiorazione degli ammortamenti a credito d'imposta il beneficio si è maggiormente
00:46:39diffuso, è calata la concentrazione sulla manifattura ed è aumentato l'utilizzo da parte del settore
00:46:47delle costruzioni, nel commercio e anche in altri servizi. Un analogo andamento si osserva
00:46:55per quanto riguarda il punto di vista dimensionale, anche qui la misura è particolarmente concentrata
00:47:01e andata su imprese medio-grandi, però vedete che nel passaggio dalla maggiorazione al credito
00:47:08d'imposta è aumentata la quota di questi incentivi che hanno beneficiato anche imprese
00:47:17medio-piccole. Quindi questa prima analisi descrittiva fa vedere che già evidenza una differenza
00:47:25tra maggiorazione e credito ed evidenza la maggiore fruibilità del credito. Le imprese
00:47:31che hanno goduto di questi incentivi sono imprese più dinamiche e più redditizie, erano più
00:47:37dinamiche e più redditizie prima di ricevere l'incentivo, quindi anche questi incentivi hanno
00:47:44beneficiato imprese dinamiche e redditizie. Quali effetti hanno avuto? Qui l'analisi presentata
00:47:53nel rapporto è più sofisticata perché valutare gli effetti è particolarmente complesso, l'indagine
00:48:04è stata condotta confrontando imprese con caratteristiche simili, imprese che non hanno usato l'incentivo
00:48:13e imprese che lo hanno usato e da questa analisi, da questo confronto in cui vengono riportati
00:48:19qui graficamente i risultati, emerge che gli incentivi hanno sicuramente aumentato, hanno avuto
00:48:32effetti positivi sia sull'investimento, che viene illustrato in questa tabella, in cui si può vedere
00:48:39come gli investimenti complessivi, non sono gli investimenti 4.0, ma gli investimenti complessivi
00:48:46delle imprese sono aumentate sia nell'anno in cui è effettuato l'investimento, sia negli
00:48:52anni successivi, quindi c'è stato un effetto di moltiplicatore di questi incentivi anche
00:48:58negli anni successivi e l'altro elemento che è graficamente molto immediato è che questo
00:49:06impatto è molto più elevato con il credito che non con la maggiorazione dell'investimento.
00:49:14Un analogo risultato si vede dal punto di vista degli effetti sull'incremento di dipendenti,
00:49:23le imprese che hanno investito in 4.0 ricevendo gli incentivi hanno aumentato anche il numero
00:49:34di dipendenti sia nell'anno dell'investimento sia negli anni successivi. Quindi in conclusione
00:49:42le indicazioni che vengono da questa analisi quali sono? Innanzitutto che questi incentivi
00:49:50hanno avuto effetti, sembrano aver avuto effetti positivi sia sugli investimenti sia
00:49:57sull'occupazione, che effettivamente il credito di imposta è uno strumento apparentemente più
00:50:03efficace che non la maggiorazione degli investimenti. In prospettiva, nel disegno futuro, occorrerà
00:50:13trovare un equilibrio tra garantire la fruibilità che come abbiamo visto ha avuto effetti positivi
00:50:20e garantire anche il controllo dei conti pubblici. Questo vuol dire che eventuali nuove misure
00:50:30dovranno disegnare anche dei meccanismi di monitoraggio e di controllo della spesa che però non vadano
00:50:41a ridurre la facilità e la fruibilità del credito. Un ultimo punto è che bisognerebbe anche nel disegno
00:50:53delle nuove misure introdurre degli elementi che consentano poi successivamente di valutare
00:51:01ex post la misura. Lo studio che abbiamo effettuato nel rapporto è stato uno studio molto complesso
00:51:12perché molti dei dati che sarebbero stati necessari non erano disponibili. Grazie.
00:51:31Buongiorno. Come illustrato dalla Presidente nella sua relazione, negli ultimi anni il mercato
00:51:46del lavoro ha generato in misura inaspettata una grande quantità di occupazione. All'entrata
00:51:58della pandemia e all'uscita della stessa infatti, sia la produzione sia le ore lavorate avevano
00:52:06subito prima un crollo e poi un forte rimbalzo. L'occupazione invece, come vedete dall'andamento
00:52:14della linea tratteggiata azzurra, era variata in misura modesta, soprattutto grazie agli interventi
00:52:23a favore dell'occupazione, in particolare i meccanismi di integrazione salariale.
00:52:31Negli ultimi anni invece si è assistito a una forte accelerazione dell'occupazione.
00:52:37Nel 2022 i nuovi occupati hanno rappresentato circa l'8,5% del totale, il 7% nel 2023 e il
00:52:466% nel 2024. Questo ha portato alla fine del 2024 il tasso di disoccupazione a un livello
00:52:54del 6,1% che è il minimo dal 2007 e complessivamente dal 2014 alla fine del 2024 l'occupazione è
00:53:05aumentata di circa 2 milioni e mezzo di unità. L'aumento dell'occupazione si collega a due
00:53:13fattori. Il primo è la rilevante diminuzione del numero di inattivi. Durante la pandemia
00:53:22il numero di inattivi era salito bruscamente, ma dalla fine del 2019 a oggi è diminuito
00:53:29di circa 2 milioni di persone. Questo ha portato, come veniva illustrato prima dalla Presidente,
00:53:37il tasso di partecipazione al mercato del lavoro al record storico del 67,1%. Il secondo
00:53:46fattore è il divario fra gli andamenti della produttività e gli andamenti delle remunerazioni
00:53:54del fattore lavoro. Infatti dopo la pandemia, in particolare nel contesto di elevata inflazione
00:54:02del 2022-2023, le retribuzioni pro capite reali sono diminuite di oltre il 3% e questo
00:54:11ha reso il fattore lavoro più conveniente rispetto all'impiego di altri input, in particolare
00:54:17rispetto all'acquisizione di capitale fisico o all'investimento in ricerca e sviluppo e questo
00:54:25ha comportato una diminuzione dell'intensità di capitale, quindi della quantità di capitale
00:54:32disponibile per ciascun lavoratore in media nell'economia, con un effetto negativo sulla
00:54:38produttività del lavoro che vedete per il periodo 2020-2024 nell'ultima barra. Per analizzare
00:54:48questi fenomeni nel rapporto si è guardato innanzitutto alle caratteristiche della nuova
00:54:55occupazione che, come dicevo prima, proviene per la maggior parte da individui in una precedente
00:55:03condizione di inattività. I due terzi della nuova occupazione, in particolare tra la fine
00:55:10del 2020-2024, proviene da individui precedentemente inattivi, soltanto un terzo da individui che
00:55:18precedentemente erano disoccupati, quindi individui che generalmente hanno maggiori esperienze
00:55:24lavorative. Questa nuova occupazione, per quanto riguarda coloro che provenivano da una precedente
00:55:32condizione di inattività, sono prevalentemente donne, giovani e laureati e nel complesso la
00:55:39nuova occupazione si è rivolta verso il lavoro dipendente, impieghi a tempo determinato e un
00:55:46orario di lavoro a tempo parziale. Guardando alle caratteristiche dei nuovi occupati rispetto
00:55:54ai già occupati, aumenta la frazione delle donne, quella dei giovani, non quella dei laureati,
00:56:02anche se è elevata, come ho detto prima, il numero di nuovi occupati e laureati e quindi
00:56:08parallelamente aumenta la quota rispetto ai vecchi occupati di individui con un diploma
00:56:16secondario superiore. Per quanto riguarda la ripartizione geografica, lo ricordava prima
00:56:23la Presidente, la nuova occupazione, la quota di nuovi occupati aumenta rispetto ai già occupati
00:56:29notevolmente nel mezzogiorno e per quanto riguarda la distribuzione fra settori si rivolge
00:56:36prevalentemente al terziario, in particolare ai servizi di alloggio e ristorazione, ai servizi
00:56:42di trasporto ma anche al settore pubblico. In particolare nel commercio e nei servizi legati
00:56:50al turismo aumenta rispetto ai già occupati l'incidenza del lavoro a tempo determinato
00:56:57e a tempo parziale. Questi risultati indicano quindi un spostamento verso il settore del terziario
00:57:06e in particolare verso settori a più bassa intensità di capitale, più bassa produttività
00:57:13e più bassa remunerazione. Ma per guardare al rapporto fra produttività e evoluzione
00:57:20del mercato del lavoro non si può guardare solo alla nuova occupazione ma anche alla riallocazione
00:57:27complessiva del fattore lavoro dopo la pandemia e per far questo abbiamo utilizzato il tasso
00:57:33di riallocazione che è un indice sintetico della creazione e distruzione di posti di lavoro.
00:57:39In particolare il tasso di riallocazione eccedente indica la creazione e distruzione
00:57:46dei posti di lavoro ulteriore rispetto a quella richiesta dalla variazione dei livelli occupazionali.
00:57:54Questo tasso ha un andamento ciclico, in particolare ci sono dei picchi in corrispondenza di fenomeni
00:58:01di crisi, come vedete in figura la recente pandemia, in quanto in questo periodo aumentano
00:58:09gli spostamenti dei lavoratori da unità meno produttive o che sono uscite dal mercato
00:58:15verso unità più dinamiche. Vediamo però che negli ultimi anni questo indice, questo tasso
00:58:22è diminuito per l'intera economia segnalando una diminuzione del dinamismo. Questo dopo
00:58:31la pandemia può ricollegarsi, come dicevo prima, agli interventi di tutela dell'occupazione
00:58:38naturalmente necessari per mantenere il tessuto produttivo dell'economia ed evitare che molti
00:58:44lavoratori abbandonassero definitivamente il mercato del lavoro ma che può avere rallentato
00:58:50poi la riallocazione verso i settori a più elevata produttività. Abbiamo anche svolto
00:58:57un'analisi particolare per la manifattura che viene presentata nel rapporto che mette
00:59:03in relazione negli ultimi vent'anni le variazioni, gli shock all'indice di riallocazione dopo
00:59:10le crisi economiche con il numero di posti vacanti, le remunerazioni e la produttività.
00:59:17riassumendo, i risultati mostrano che dopo una crisi inizialmente la produttività del
00:59:24lavoro diminuisce, probabilmente ragionevolmente per le difficoltà di incontro fra la domanda
00:59:31e l'offerta di lavoro, ma poi nel medio termine la produttività a livello aggregato recupera
00:59:38e supera normalmente i livelli pre-crisi. Per quanto riguarda però la trasmissione ai salari
00:59:49reali, questa non è automatica. Ad esempio in occasione dell'ultima pandemia non si è
00:59:57verificata come dicevamo prima e questo può essere indice di una riallocazione soltanto
01:00:03parziale del fattore lavoro verso i settori più produttivi. Un elemento che può aver determinato
01:00:12questo, ad esempio nella manifattura, è il fenomeno del labor hoarding, ossia la tendenza
01:00:18a trattenere mano d'opera anche in presenza di crisi, anche in livelli superiori a quelli
01:00:25necessari a livelli di produzione corrente per non perdere i lavoratori qualificati.
01:00:34Questa analisi comunque, come dicevo, punta verso il risultato di una riallocazione della
01:00:41produzione verso settori meno produttivi che è confermata anche da un'analisi svolta per
01:00:47l'intera economia, in particolare per 20 settori a teco, la quale mostra che nel periodo 2020-2024
01:00:56la riallocazione tra settori ha dato un contributo negativo alla produttività, mentre quella
01:01:03settoriale l'ha incentivata. Questi risultati suggeriscono l'importanza di politiche attive
01:01:11nel mercato del lavoro, ma anche di un coordinamento fra politiche industriali e politiche del lavoro.
01:01:19Per accrescere la produttività poi le analisi condotte nel rapporto mostrano che molto importante
01:01:26è anche l'investimento in capitale umano. Infatti negli ultimi dieci anni la maggiore determinante
01:01:34di aumento di produttività è stata l'istruzione, in particolare l'aumento della quota di lavoratori
01:01:41con un titolo di istruzione elevata. Quindi in conclusione il mercato del lavoro ha negli ultimi anni
01:01:49ottenuto grandi progressi sul fronte dell'occupazione e sul fronte della partecipazione, ma non ha
01:01:57ancora risolto le sfide strutturali legate alla produttività, che anzi forse si sono ancora ampliate.
01:02:06In particolare questo è ricollegabile alla forte diminuzione dei salari reali che si è avuta
01:02:15dopo la pandemia, che quindi ha reso possibile una sostituzione del fattore capitale con il
01:02:22fattore lavoro, diminuendo la produttività del lavoro e nel contempo accompagnandosi a spostamenti
01:02:28verso settori meno produttivi. Quindi è necessario intervenire sia con politiche di sostegno all'occupazione,
01:02:38ma anche con politiche che promuovano la riallocazione del fattore lavoro, l'efficienza nel processo
01:02:44riallocativo e investimenti in capitale fisico, tecnologico e umano che permettano anche di colmare
01:02:53il divario strutturale fra andamento della produttività e andamento delle remunerazioni.
01:02:59Grazie.
01:02:59Signori e signore, è un onore per me poter intervenire anche quest'anno in occasione
01:03:22della presentazione del rapporto UPB 2025 sulla politica di bilancio e con questo rapporto
01:03:30l'ufficio parlamentare di bilancio conferma ancora una volta la qualità e la rilevanza
01:03:36delle sue analisi, nonché il suo importante contributo al dibattito sulle politiche pubbliche
01:03:42e più in generale in materia economica. Il rapporto rivendica il contributo fornito
01:03:47all'ufficio nel corso degli oltre dieci anni trascorsi dalla sua istituzione al miglioramento
01:03:53della affidabilità delle previsioni governative, segno evidente del fatto che il dialogo sulle
01:03:59previsioni macroeconomiche tra UPB e Dipartimento del Tesoro si è rivelato utile e proficuo per
01:04:05entrambe le istituzioni. Ciò rileva maggior ragione se si tiene conto del fatto che il periodo
01:04:11di riferimento dell'analisi inclusa nel rapporto presentato oggi, e cioè il quinquennio
01:04:162020-2024 è stato caratterizzato da eventi inattesi e imprevedibili e che hanno messo
01:04:23a dura prova gli esercizi di previsione economica, incrementando in maniera significativa l'incertezza
01:04:29delle stime. Come ho ricordato più volte, è mia convenzione ed è convenzione dell'intero
01:04:36governo, che previsioni macroeconomiche prudenti e realistiche siano la base di una gestione
01:04:41cauta e lungimirante delle finanze pubbliche, in particolar modo per un Paese come l'Italia
01:04:47che si porta dietro il pesante fardello di un elevato debito pubblico.
01:04:52Purtroppo, anche l'attuale contesto appare estremamente problematico. Come noto, le recenti
01:04:58politiche commerciali statunitensi hanno drasticamente aggravato uno scenario internazionale
01:05:02già caratterizzato da profonda incertezza, generando forti tensioni sui mercati finanziari
01:05:08globali, oltre a un peggioramento degli indicatori di sentiment economico e alle revisioni a ribasso
01:05:14delle aspettative di crescita economica mondiale. Il deterioramento del contesto internazionale
01:05:20ha portato a ridimensionare le prospettive di crescita italiana almeno nel breve periodo.
01:05:26Nel documento di finanza pubblica dello scorso aprile il Governo ha ridotto prudenzialmente
01:05:31le stime di crescita allo 0,6% nel 2025 e allo 0,8% per il 2026, rispetto all'1,2 e
01:05:39all'1,1% indicate nel piano strutturale di bilancio di medio termine di settembre del
01:05:442024. Le più recenti proiezioni dei principali
01:05:49previsori internazionali confermano sostanzialmente queste indicazioni e su tutte le stime grava
01:05:55l'elevato costo dell'incertezza. A tale proposito ribadisco ancora una volta la necessità
01:06:01di pervenire quanto prima a un accordo che stabilisca in maniera chiara e univoca il livello
01:06:05dei dati da applicare. Il mio auspicio, l'auspicio di tutto il Governo, è che si arrivi a un
01:06:10accordo 0 per 0, ma in ogni caso un accordo di compromesso appare di gran lunga preferibile
01:06:17a persistere di questa situazione di annunci frequenti e a volte contraddittori che produce
01:06:22un effetto destabilizzante sugli operatori economici. Ciò premesso non posso non esprimere
01:06:29soddisfazione per il fatto che l'UPB riconosca la prudenza che ha caratterizzato le stime
01:06:34macroeconomiche contenute nel documento di finanza pubblica, nelle quali l'impatto della crescita
01:06:39dell'economia italiana del peggioramento dell'etogeni internazionali è pienamente considerato.
01:06:44E sono fiducioso che con l'attenuarsi delle condizioni di incertezza e in assenza di un
01:06:49esperimento delle tensioni internazionali le prospettive per l'economia italiana possono
01:06:54migliorare. Nel primo trimestre 2025 il PIL ha segnato una crescita dello 0,3% rispetto
01:07:01al trimestre precedente, mentre la variazione tendenziale si è attestata allo 0,7%, dopo
01:07:07una revisione a rialzo di un decimo di punto rispetto alla stima preliminare di aprile.
01:07:12La variazione acquisita per l'intero 2025 ammonta ora allo 0,5% in crescita dello 0,1% rispetto
01:07:21alle precedenti proiezioni, il che rende la stima di crescita per l'intero 2025 fissata
01:07:28nel documento, cioè lo 0,6%, pienamente realizzabile e auspicabilmente superabile. Anche dal punto
01:07:38di vista della finanza pubblica credo di poter affermare che nel rapporto emerga un
01:07:42quadro incoraggiante. Il risultato in termini di deficit del 2024, inferiore rispetto alle
01:07:48stime del piano strutturale di bilancio nonostante il quadro macroeconomico indebolito e l'aumento
01:07:53della spesa per interessi, è stato estremamente favorevole. In questo contesto il saldo primario
01:07:59è migliorato rispetto al 2023, tornando per la prima volta in surplus, 0,4% del PIL, dal
01:08:07scoppio della pandemia. Vorrei anche sottolineare che la straordinaria riduzione del deficit
01:08:11registrato nel 2024 rispetto all'anno precedente, 3,8 punti percentuali, rappresenta una sorta
01:08:17di massimo storico per la finanza pubblica italiana, una riduzione superiore anche a quella
01:08:22registrata nel 1997 alla vigilia dell'ingresso dell'Italia nella moneta unica. Un risultato
01:08:28raggiunto anche grazie alle scelte coraggiose di questo Governo, volte a porre fine a misure
01:08:35di spesa dispendiosa e inefficace e a indirizzare le scarse risorse disponibili al prioritario
01:08:40sostegno degli investimenti e del reddito delle famiglie. Inoltre, come riconosciuto
01:08:46dalla Commissione europea la scorsa settimana, l'Italia ha pienamente rispettato gli impegni
01:08:51in termini di spesa netta indicati nel piano strutturale di bilancio, il nuovo indicatore
01:08:56di riferimento della governance economica. Per quanto riguarda il rapporto debito-PIL e l'aumento
01:09:03registrato nel 2024, peraltro ampiamente scontato nei precedenti documenti di programmazione,
01:09:11è ascrivibile principalmente agli effetti di cassa dei generosi incentivi concessi negli
01:09:17anni precedenti. Il livello del debito è comunque al di sotto di quello previsto nel piano e di
01:09:23più di due punti inferiore alle previsioni dell'ultimo DEF.
01:09:27Tornando al rapporto, ho trovato molto interessante l'analisi di confronto con il 2019, l'ultimo
01:09:34anno normale per la finanza pubblica, dalla quale emerge che il deficit più elevato registrato
01:09:40nel 2024 è stato determinato esclusivamente da maggiori spese in conto capitale. Questo
01:09:45non fa che confermare l'idea di una sempre maggiore attenzione verso la qualità della spesa
01:09:51pubblica e verso le componenti con un maggior impatto sulla crescita economica di lungo periodo
01:09:56del Paese. Quest'ultimo è uno degli elementi prioritari su cui far leva, considerato che
01:10:01l'insoddisfacente crescita potenziale costituisce uno dei principali nodi strutturali dell'Italia
01:10:07ormai da due decenni. Nei prossimi anni, grazie all'impegno a mantenere gli investimenti pubblici
01:10:14su livelli in linea con quelli osservati nel periodo di vigenza del PNRR, una delle condizioni
01:10:20alla base della richiesta di estensione del periodo di aggiustamento o di bilancio, questa
01:10:25tendenza sarà certamente confermata. Vorrei adesso soffermarmi sul tema delle spese per
01:10:31la difesa, al quale il rapporto dedica un intero capitolo vista la rilevanza nel dibattito
01:10:36attuale e anche in considerazione della possibilità di attivare la clausola di salvaguardia nazionale
01:10:41e o richiedere l'attivazione del nuovo strumento europeo safe. Su tale tema, riservandomi di
01:10:51fare in futuro osservazioni su aspetti più specifici di tale estima, non posso intanto
01:10:56che ribadire quanto già osservato in diverse sedi, a partire dallo stesso documento di finanza
01:11:01pubblica, ovvero che in primo luogo l'obiettivo del 2% del PIL in spese militari secondo i criteri
01:11:08di contabilità della Nato dovrebbe essere già raggiunto quest'anno e che, inoltre, prima
01:11:14di programmare ulteriori aumenti della spesa in difesa, il Governo ha deciso di attendere
01:11:19le decisioni assunte in coordinamento con i partner dell'alleanza atlantica e nell'ambito
01:11:24della politica di sicurezza e difesa comune europea. In ogni caso, qualsiasi sia l'obiettivo
01:11:33che ci daremo, data la notevole identità degli investimenti da realizzare e la loro natura
01:11:37di bene pubblico è auspicabile e fare leva innanzitutto sul bilancio dell'Unione e l'attivazione
01:11:43della clausola nazionale richiede una operazione di raccordo con la nuova governance economica
01:11:49che si poggi su base realistiche in termini di tempistica e di aggregati di spesa ammissibili.
01:11:58Nel settore della difesa, come in altri settori strategici, sarà inoltre necessario mobilitare
01:12:01i capitali privati. Sotto questo profilo, come sapete, l'Italia si è fatta promotrice
01:12:06di una proposta volta a introdurre nel comportamento nazionale di InvestEU una struttura di garanzia
01:12:13multitrash che combina con una chiara segmentazione dei rischi, una componente vincolata a livello
01:12:18degli Stati membri con una componente a livello dell'Unione europea, al fine di mobilitare
01:12:22investimenti privati nei settori strategici, limitando l'assorbimento di risorse pubbliche
01:12:28e evitando al contempo di esarceberare i rischi di frammentazione lungo i confini nazionali.
01:12:34Per quanto riguarda invece la quota che graverà necessariamente sulle finanze pubbliche nazionali,
01:12:40il Governo ha segnalato due priorità che guideranno le scelte in materia di spese per la difesa
01:12:44nel prossimo futuro. In primo luogo, la salvaguardia della disciplina di bilancio, che significa anche
01:12:51uscire quanto prima dalla procedura per disavanzo eccessivo e continuare nel processo di gestione
01:12:57prudente della finanza pubblica, che ha permesso di più che dimezzare lo spread rispetto al
01:13:03momento in cui il Governo si è insedato. A questo proposito, fondamentale sarà l'approccio
01:13:09della Commissione europea in sede di linee guida del Codice di condotta, che auspichiamo
01:13:15non risulti asimmetrico. In secondo luogo, il Governo è consapevole che l'aumento della
01:13:22spesa per la difesa dovrà avvenire in modo da massimizzare l'impatto sul sistema economico
01:13:28nazionale e non penalizzare le voci di spesa più orientate alla crescita e al benessere
01:13:34economico e sociale degli italiani, come il sostegno alle famiglie e ai servizi sociali.
01:13:41L'attenzione che intendiamo porre sul lato dell'offerta sarà almeno pari all'enfasi
01:13:47che essi in cui è stata posta sulla domanda finanziata dal bilancio pubblico. Il rapporto
01:13:53presenta una serie di interessanti approfondimenti tematici. Mi soffermerò su un paio di essi.
01:14:00Gli effetti macroeconomici del super bonus e del suo venir meno e il productivity puzzle,
01:14:05ossia la coesistenza di un aumento dell'occupazione e di un andamento della produttività persistentemente
01:14:10poco dinamico. Con riguardo a super bonus, le nuove stime sugli impatti sul tasso di investimento
01:14:18aiutano a gettare nuova luce sugli effetti macroeconomici di tale misura. Le nostre valutazioni
01:14:23modellistiche seguono un approccio comparabile a quello utilizzato dall'UPB e forniscono risultati
01:14:29nel complesso simili. Le stime presentate sono molto importanti anche per valutare gli effetti
01:14:35del venir meno della misura nel corso del 2024 e negli anni successivi. Infatti, in ogni
01:14:41caso, i dati di contabilità nazionale per il 2024 segnalano una contrazione degli investimenti
01:14:48in abitazioni molto inferiore a quella che molti previsori paventavano. Inoltre, i dati
01:14:54relativi al primo trimestre dell'anno corrente mostrano una dinamica espansiva non solo per
01:14:59gli investimenti non residenziali, che sono trainati dal PNRR, ma anche per quelli del
01:15:05comparto abitazioni. In definitiva, possiamo sostenere che il super bonus, nonostante l'obiettivo
01:15:11meritorio, abbia costituito un errore di policy, dal quale dobbiamo trarre le dovute lezioni
01:15:16per imparare a disegnare in futuro misure più efficaci e meno costose per le finanze pubbliche.
01:15:22Per quanto riguarda il productivity puzzle, mi ha particolarmente colpito la spiegazione
01:15:28legata all'analisi dei fusi del mercato del lavoro, in particolare all'ingresso diretto
01:15:34degli inattivi nel mercato del lavoro senza transitare nella forza lavoro e da quanto emerge
01:15:40chi transita direttamente dalla inattività al mercato del lavoro presenta in media una
01:15:47produttività inferiore per mancanza di esperienza professionale e progressa. Tale evidenza sembra
01:15:54fornire segnali incoraggianti per il futuro, in quanto trattandosi di ingrappare di giovani
01:16:00e donne con elevato grado di istruzione è ragionevole aspettarsi che con la graduale
01:16:04maturazione di esperienza la produttività possa migliorare in modo significativo nel
01:16:09periodo. Questi dati testimoniano inoltre i primi risultati delle politiche del Governo
01:16:15volte a promuovere la partecipazione al mercato del lavoro di soggetti che non ne hanno mai
01:16:20fatto parte o ne sono usciti da lungo tempo con un particolare riferimento a giovani, donne
01:16:26e soggetti vulnerabili. Permettetemi infine qualche battuta conclusiva sul tema della modifica
01:16:33della normativa nazionale di contabilità pubblica richiamato anche dalla Presidente Cavallari.
01:16:40Innanzitutto da un punto di vista procedurale non posso che ribadire il mio auspicio a che la
01:16:48proficua e aperta collaborazione del gruppo di lavoro positivamente istituito presso le
01:16:52Camere porti in tempi ragionevoli alla presentazione di un disegno di legge in materia e il Melf
01:16:59sta fornendo e continuerà a fornire il supporto necessario a questo fine. Entrando poi nel
01:17:04merito dei contenuti, pur comprendendo le ragioni di chi invoca la necessità di non
01:17:10perdere la ricchezza informativa di cui si è disposta finora e pur convenendo che non
01:17:15ci si potrà limitare al riceplimento della normativa europea. Vorrei però in questa
01:17:19sede sottolineare i rischi di mantenere in modo indiscriminato una serie di elementi solo
01:17:24perché richiesti dal recente passato. L'esercizio di riflessione sulla nuova legge di contabilità
01:17:30pubblica non dovrà infatti esaurirsi in una mera addizione di elementi a rilevanza nazionale
01:17:35o unionale. Al contrario, sarà necessario porre la dovuta attenzione alla coerenza complessiva
01:17:42dei documenti e del ciclo di programmazione economico-finanziaria, facendo tesoro del cambio
01:17:47di paradigma introdotto con la nuova governance. In particolare, la scelta sugli elementi obbligatori
01:17:53da includere nei diversi documenti di bilancio, comprese le questioni relative all'orizzonte
01:17:58temporale e la tipologia di scenario previsivo a legislazione vigente, a politiche invariate
01:18:04e programmatico, dovrà essere fatta tenendo a mente la principio e funzione assegnata a
01:18:08uno di essi dalla nuova governance europea. Il fatto che la relazione annuale su progressi
01:18:13compiuti, ad esempio, sia un documento retrospettivo che analizza per l'anno precedente il rispetto
01:18:20degli impegni assunti attraverso il piano, lungi dall'essere un vulnus, deve essere considerato
01:18:25invece un grande passo in avanti perché fa sì che il piano strutturale non sia più
01:18:29un libro dei sogni, come accadeva spesso ai precedenti documenti di programmazione economica,
01:18:34che aggiornavano in continuazione, in continuazione, in continuazione, gli obiettivi di finanza
01:18:40pubblica. A riguardo, pochissima attenzione, a torto
01:18:45a mio parere, è stata rivolta la scrupolosa analisi e rendicontazione effettuata nel documento
01:18:50presentato ad aprile circa l'attuazione da parte della pubblica amministrazione degli impegni
01:18:55di investimento e di riforma presi dall'Italia all'interno del contesto europeo.
01:19:00Quanto alla cosiddetta dimensione programmatica del documento di aprile, si possono configurare
01:19:07alcuni casi in cui un aggiornamento del quadro programmatico potrebbe essere opportuno, ad
01:19:11esempio, laddove si renda necessaria una immediata rimodulazione delle diverse componenti di spesa
01:19:17a parità di sentiero di spesa netta per rispondere a un mutato e ben definito contesto o a sopraggiunte
01:19:23priorità. Nel caso in cui il cambiamento del contesto macroeconomico rende il sentiero
01:19:27di spesa concordato non più idoneo a garantire la sostenibilità del debito nel medio periodo
01:19:33o ancora laddove si accerchi uno scostamento da sentiero di spesa netta che risulta rilevante
01:19:39e tale da richiedere immediate azioni correttive. Nessuna di queste circostanze si è verificata
01:19:45in occasione del documento presentato lo scorso aprile. Infatti, con riferimento alle vicende
01:19:52tariffarie e alla questione della spesa per la difesa non esistevano e continuano a non
01:19:57esistere, sufficienti informazioni necessarie per disegnare nell'immediato alcun cambiamento
01:20:03della politica di bilancio. Inoltre, il documento presenta un aggiornamento dell'analisi di sostenibilità
01:20:09del debito pubblico sulla base dei più recenti dati disponibili, da cui emerge che il sentiero
01:20:16di spesa del piano strutturale di bilancio, confermato nelle previsioni tendenziali, continua
01:20:21ad assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche di medio periodo.
01:20:26Alla luce di tali considerazioni, appare naturale che, in coerenza con la nuova governance economica
01:20:32europea, le istanze programmatiche siano considerate nel corso del ciclo di bilancio autunnale.
01:20:38Ritengo quindi opportuno prevedere questo tipo di scenario nel documento di primavera
01:20:42solo quando strettamente necessario, anche lo scopo di non snaturare il documento e non distrarre
01:20:48l'attenzione dei suoi elementi essenziali. Auspico, infine, qui in Senato, che le forze
01:20:55politiche di maggioranza e di opposizione possano trovare un accordo per approvare assieme una
01:21:01nuova legge di contabilità che, nel recepire le novità introdotte dalla riforma della governance
01:21:06economica europea, rafforzi i presidi per una sana conduzione della finanza pubblica e introduca
01:21:13meccanismi efficaci di revisione della spesa, così come l'Italia si è impegnata a fare
01:21:19nel piano strutturale di bilancio. Grazie per la vostra attenzione.
01:21:23Grazie a tutti, abbiamo finito.
01:21:53Grazie a tutti.