ROMANZIERE, SAGGISTA, POETA. La pittura è un'altra dimensione artistica per Tahar Ben Jelloun. L'autore marocchino di Creatura di sabbia, Notte fatale e Il razzismo spiegato a mia figlia espone con una nuova mostra a Rabat, capitale del Marocco. Quadri per scrivere coi colori, quadri dove spesso c'è una porta che si apre verso il futuro. Tahar Ben Jelloun scrive in francese. È uno degli autori francofoni più tradotti al mondo. Nell'inquietudine dei nostri tempi, giunto a 80 anni, ha alle spalle una lunghissima carriera di sforzi per unire il Nord Africa e l'Europa. Come accade per i suoi libri, anche i suoi quadri sono strumenti per la comprensione reciproca. Come dice lui stesso, della sua pittura non vuole fare un manifesto. Dice: «Si dipinge per far piacere agli altri, per per dar loro voglia di serenità, di star bene. Non faccio pittura metallica, come la musica metal. Io sono un uomo di pace e di serenità». La mostra a Rabat presenta su fondo blu elettrico una quarantina di tele in colori acrilici. È aperta fino al 30 giugno, al museo Mohammed VI di arte moderna e contemporanea. Ben Jelloun espone da una quindicina d'anni, ma questa è la sua prima mostra negli ambienti che hanno accolto retrospettive di Picasso, Van Gogh e Monet. «Non c'è un messaggio. Come diceva Georges Simenon, se ho un messaggio mando un telegramma. Forse l'unico messaggio che posso dare è "state bene". State bene con i colori, fate in modo che questi colori vi diano serenità e voglia di ballare e cantare».