Subito dopo Fuori di Mario Martone, al Festival di Cannes 2025 è sceso in gara anche Le città di pianura di Francesco Sossai. Non in concorso per la Palma d'Oro, ma nell'altra sezione ufficiale competitiva Un certain regard.
Il film è un viaggio malinconico di due amici cinquantenni tra i ricordi di un passato che ha lasciato il segno e la trasformazione del territorio veneto, sopraffatto dal progresso e dal cemento. Nel viaggio si aggiunge uno studente di architettura timido e innamorato, interpretato da Filippo Scotti.
Nel film Sossai fa una fotografia del suo territorio. «Non solo è trasformato, ma è in continua trasformazione. Si trasforma talmente velocemente che è impossibile non trovare un forte senso di spaesamento. Non c'è più nessuno in giro, sono tutti in macchina, i paesi sono vuoti. Ogni tanto vagando per la valle del Po sembra veramente di vivere in una specie di deserto».
I protagonisti di questo road movie nella pianura veneta sono interpretati da Sergio Romano e Pierpaolo Capovilla, orfani di un compagno di avventure fuggito in Argentina interpretato da Andrea Pennacchi. Nel cast, anche Roberto Citran. «A me interessa la terra, gli uomini che la abitano, le donne che la abitano e questo credo che traspaia molto nel film. È un film che non cerca una visione utilitaristica del paesaggio, ma cerca una visione un po' scevra di pregiudizi da quello che vediamo».
Il film è un viaggio malinconico di due amici cinquantenni tra i ricordi di un passato che ha lasciato il segno e la trasformazione del territorio veneto, sopraffatto dal progresso e dal cemento. Nel viaggio si aggiunge uno studente di architettura timido e innamorato, interpretato da Filippo Scotti.
Nel film Sossai fa una fotografia del suo territorio. «Non solo è trasformato, ma è in continua trasformazione. Si trasforma talmente velocemente che è impossibile non trovare un forte senso di spaesamento. Non c'è più nessuno in giro, sono tutti in macchina, i paesi sono vuoti. Ogni tanto vagando per la valle del Po sembra veramente di vivere in una specie di deserto».
I protagonisti di questo road movie nella pianura veneta sono interpretati da Sergio Romano e Pierpaolo Capovilla, orfani di un compagno di avventure fuggito in Argentina interpretato da Andrea Pennacchi. Nel cast, anche Roberto Citran. «A me interessa la terra, gli uomini che la abitano, le donne che la abitano e questo credo che traspaia molto nel film. È un film che non cerca una visione utilitaristica del paesaggio, ma cerca una visione un po' scevra di pregiudizi da quello che vediamo».
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00:00È stato presentato a Cannes le città di pianura di Francesco Sossai in concorso nella sezione Ancertain Regat.
00:09Il film è un viaggio malinconico di due amici cinquantenni tra i ricordi di un passato che ha lasciato il segno
00:16e la trasformazione del territorio veneto sopraffatto dal progresso e dal cemento.
00:21Nel corso del viaggio si aggiunge uno studente di architettura timido e innamorato interpretato da Filippo Scotti.
00:30Nel film Sossai fa una fotografia del suo territorio.
00:34Non solo è trasformato, è in continua trasformazione e si trasforma talmente velocemente
00:40che è impossibile non provare un forte senso di spesamento.
00:44Non c'è più nessuno in giro, sono tutti in macchina, i paesi sono vuoti.
00:51Ogni tanto vagando per la valle del Po sembra veramente di vivere in una specie di deserto.
00:59I protagonisti di questo road movie nella pianura veneta sono interpretati da Sergio Romano e Pierpaolo Capovilla,
01:07orfani di un compagno di avventure fuggito in Argentina, interpretato da Andrea Pennacchi.
01:14A me interessa la terra, gli uomini che la abitano e le donne che la abitano.
01:19E questo penso che traspaia molto nel film, non finché non cerca una visione utilitaristica del paesaggio,
01:27ma cerca una visione un po' scevra da pregiudizi su quello che vediamo.