- 13/05/2025
https://www.pupia.tv - Roma - Dalle aule alle istituzioni: alleanza educativa e consapevolezza emotiva per il contrasto alla violenza di genere - Conferenza stampa di Stefania Ascari (13.05.25)
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00:00Allora, buongiorno a tutti e grazie per essere qui con noi. Ringrazio in particolare l'onorevole
00:10Stefania Scari che ha voluto fortemente che voi foste qui, ma la ringrazio soprattutto
00:16perché l'onorevole Scari è sempre al mio fianco ed è una donna, posso dire, se mi
00:22posso permettere, una sorella e una compagna di viaggio eccezionale. Grazie a lei in questi
00:29anni si è potuto dar voce a chi non poteva esprimersi. Tante volte l'abbiamo fatto insieme.
00:36Il suo impegno politico, un impegno ragguardevole, l'onorevole è la prima fermataria del Codice
00:42Rosso, è stata capogruppo della Commissione di inchiesta parlamentare antimafia nella precedente
00:47legislatura e ha affrontato casi di forte impatto criminale. Ritorna da poco da una missione
00:54in Kenya, tant'è che ci siamo potute sentire poco, non abbiamo potuto, insomma, concertarci
01:00come facciamo di solito. Ed è anche impegnata intensamente nelle vicende di Gaza. Nonostante
01:06l'elevato livello politico, professionale e culturale, resta per tutti Stefania perché
01:12non dimentica e ama ricordare a tutti che il suo compito è quello di servire i cittadini
01:17e lo Stato. Grazie Stefania.
01:29Allora, innanzitutto buongiorno a tutte e a tutti. La dottoressa Daniele è riuscita a
01:34commuovermi, a farmi piangere. Sono io che ringrazio lei di cuore, per me è una colonna
01:40portante nella mia vita, in questo servizio che presta lo Stato e grazie a lei insomma
01:48abbiamo depositato in Commissione Antimafia una relazione votata all'unanimità sul massacro
01:54di Ponticelli. Questo è doveroso dirlo perché stiamo parlando di violenza sulle donne riguardo
01:58a due bambine di 7 e 10 anni, Nunzia e Barbara, che non ci sono più. Potrebbero avere una vita,
02:07una storia, una carriera dei figli ed è doveroso non smettere mai di pretendere veritÃ
02:13e giustizia. Io vi do il benvenuto, do il benvenuto al Liceo Classico Europeo, il convitto nazionale
02:20Vittorio Emanuele di Napoli, agli studenti e le studentesse. Per me è un privilegio aprire
02:24le porte allo Stato, perché questa è casa vostra e questo va ricordato. Ci tengo a ringraziare
02:31le docenti del Liceo Classico Europeo, la professoressa Stefania Paoli, la professoressa
02:36Mariana Chianese, l'educatore Giuseppe Latela, io con accenti o seri problemi. Ringrazio la
02:48rettrice, la dottoressa Silvana Dovere e veramente un ringraziamento per questa organizzazione
02:55veramente all'amica Luisa Daniello, professoressa e veramente e soprattutto professionista esemplare.
03:03Perché è fondamentale essere qui? Innanzitutto perché nel nostro paese viene uccisa una donna
03:10ogni tre giorni. È un massacro, dal 2000 a oggi sono oltre 3000 le donne che sono state
03:16uccise. Da ultimo le tasse sempre di più abbassata, Giulia Cecchettin. Io voglio ricordare
03:23veramente purtroppo dovrei... l'elenco è infinito, quindi io non riesco veramente a provare un'angoscia
03:31totale, a parlare di un fenomeno criminale strutturato che dovrebbe essere trattato al
03:38pari dei fenomeni criminali di mafia e di terrorismo. Da ultimo purtroppo Giulia Cecchettin e stare
03:44a Campanelle e l'area Sura che erano vostre coetane, ragazze giovanissime, studentesse, nel
03:50fiore veramente della vita e che potrebbero essere vostre amiche, mia figlia. Comunque
03:58non possiamo voltarci dall'altra parte. Siamo qui per un confronto, spero che sia il primo
04:04di tanti altri e soprattutto capire che sono 40 anni che si scrivono leggi in tema di contrasto
04:11alla violenza sulle donne, 40 anni e ancora oggi viene ammazzata una donna ogni tre giorni.
04:18E allora questo deve aprire una profonda riflessione, soprattutto perché parallelamente dal punto
04:24di vista culturale non c'è mai stata una rivoluzione. E ancora oggi contrastiamo un patriarcato,
04:31una misoginia, una disparità di potere, di ruoli che condiziona e semina dei germi dell'intolleranza
04:41che nella peggiore delle ipotesi degenera in violenza e nei casi più gravi del femminicidio.
04:48E allora parliamone perché oggi è depositata una proposta di legge per introdurre in modo sistemico
04:55e continuativo dai primi banchi di scuola l'educazione affettiva e sessuale, fornire un alfabeto gentile
05:02delle emozioni in grado di parlare delle emozioni, riconoscerle e soprattutto contenerle la rabbia,
05:11la gelosia, fanno parte della vita, una relazione che si chiude fa parte della vita, va affrontata
05:18in modo consapevole e maturo. Un no è un no, introdurre il consenso, che cos'è il consenso
05:25e questo ci rende ovviamente degli adulti responsabili. Ed è qui l'importanza della vostra presenza,
05:33di un lavoro che spero sia di rete perché non esiste la legge perfetta, esiste la legge più
05:38condivisa, che nasce veramente da chi ha le mani in pasta, dalle professoresse, dalla scuola,
05:45ma soprattutto in primis dagli studenti e dalle studentesse. Ed è qui da parte mia, come
05:50rappresentante delle istituzioni, una richiesta di aiuto da parte vostra e un vostro contributo.
05:56Quindi grazie di essere qui.
06:04Ringrazio adesso la dottoressa Dovere, rettore del convitto nazionale di Napoli, Vittorio
06:10Emanuele, per averci concesso la possibilità di far partecipare i suoi studenti all'evento
06:15di Erno. La dottoressa Dovere è un esempio di rigore, umanità e competenza e guida il
06:22sostituto in maniera eccellente. Di recente ha anche pubblicato un volume, Alleanza educativa,
06:29testimonianza ulteriore del suo impegno culturale e formativo.
06:33Grazie dottoressa.
06:40Intanto ringrazio l'onorevole Ascari, ringrazio la dottoressa Daniello per questa possibilitÃ
06:48che ci hanno offerto. Ringrazio anche le professoresse Paoli Chianese, il nostro educatore
06:55Latela che ci hanno accompagnato e hanno dato ai nostri ragazzi questa splendida opportunitÃ
07:01che è un'opportunità che spero lasci un significato, un segno soprattutto nell'ambito della riflessione
07:09che può scaturire da tutto quanto verrà detto oggi. Io condivido le parole e soprattutto
07:16i contenuti dell'intervento dell'onorevole perché se parliamo di violenza di genere dobbiamo
07:21indignarci ed addolorarci sia nella nostra condizione di donne, sia di madre, di figlie,
07:29di sorelle. Non c'è neanche un'ottica dalla quale noi non possiamo guardare a questo problema
07:35che purtroppo è un problema che sta crescendo in maniera esponenziale. Eppure lo sappiamo
07:40tutti. La stampa, lo vediamo di volta in volta, focalizza sempre di più l'attenzione
07:45degli utenti, dei telespettatori, del pubblico, dei cittadini su quella che è la dimensione
07:52aberrante di questi episodi che invece diventano sempre più estesi e purtroppo l'età sia delle
07:59vittime sia dei carnifici si sta abbassando sempre di più. Questo è un problema oggettivamente
08:08di educazione perché educare non significa soltanto trasmettere delle modalità di relazione
08:16corrette o civili, non significa soltanto dare un codice a dei comportamenti, significa recuperando
08:23il senso più antico, l'etimologia proprio della parola, significa condurre l'altro a
08:30dare alla luce ciò che di meglio ha insito. Chiaramente quello che noi abbiamo dentro di
08:38noi, anche quello va coltivato e va coltivato sin dai primi anni della nostra vita, va coltivato
08:44attraverso l'esempio, va coltivato attraverso la parola, va coltivato attraverso la cultura.
08:50Quindi è un problema di educazione che nella sua realizzazione più ampia e soprattutto
08:57più accurata inevitabilmente ha bisogno di una alleanza. Ecco perché ringrazio per
09:03averlo citato, ecco perché ringrazio la dottoressa Daniello che ha citato appunto l'alleanza
09:08educativa, che è questo evento all'interno del quale noi abbiamo presentato un nostro progetto,
09:16un progetto del convitto che è nato a piccoli passi nell'anno 2019-2020 e che in realtÃ
09:22ha visto già un po' parcellizzata una sua realizzazione. Ma quello che faremo da settembre
09:29è proprio mettere a sistema, rendere strutturali una serie di interventi educativi e formativi
09:35su tutti quanti i nostri alunni, tra il primo e il secondo ciclo. D'altra parte, noi lo ricordiamo,
09:43le scuole sono in autonomia e l'articolo 1,2 del DPR, decreto del Presidente della Repubblica
09:50275 del 99, che è il regolamento delle autonomie scolastiche, sancisce che ogni istituzione
09:58ha obbligo di istruire, educare e formare. Quindi non siamo chiamati soltanto a trasmettere
10:06saperi contenuti, non siamo soltanto chiamati a portare avanti un processo di insegnamento,
10:12apprendimento o di alfabetizzazione culturale. Noi dobbiamo formare le coscienze e dobbiamo
10:19educare le personalità inferi, ovvero sia le personalità che si stanno formando, che proprio
10:25per questo possono e devono essere ricettive dei nostri valori, dei nostri esempi e soprattutto
10:32di quei valori universali, trasversali, che partono e passano attraverso il rispetto
10:38dell'altro e la tolleranza. Oggi, voi lo sapete, i media parlano tutti i giorni di pace, i nostri
10:48politici parlano di pace, i giornali parlano di pace, ma l'esercizio della pace lo si insegna
10:55sin dagli anni più teneri della nostra vita e passa attraverso un esercizio quotidiano
11:01di tolleranza. Come è possibile parlare di pace se a volte all'interno della famiglia
11:06vi sono dissidi, incancreniti, se a volte non si riesce ad andare d'accordo neanche
11:14con il compagno di banco o in un condominio. Quindi è dalla pratica quotidiana che noi dobbiamo
11:20portare mattoni per costruire questo grande muro che deve essere non un muro di divisione,
11:26ma un muro solido, un muro di compattezza nel quale il contributo di ciascuno possa dare
11:31vita veramente a una rete che sia l'alleanza che ci accompagni nella nostra vita. Grazie
11:36per l'attenzione.
11:51Sì, buongiorno, sono Stefania Paoli e sono una docente del Comitato Nazionale di Napoli,
11:56una delle scuole storiche della città . Oggi sono contenta di aver portato i miei alunni,
12:03i nostri alunni, qui in questo importante luogo, per questa importante istituzione del nostro
12:12Paese e hanno avuto il privilegio di esprimere le loro riflessioni, ma anche i loro suggerimenti,
12:19perché molti daranno dei suggerimenti su questo tema importante che è la violenza di genere,
12:25educazione emotiva e sessuale. Per cui do la parola subito a Francesco Di Costanzo, un brillante
12:31nostro allievo del terzo anno del liceo classico europeo del Convitto di Napoli, che ha scelto
12:37come argomento approfondire l'evoluzione normativa matrimonio riparatore, omicidio passionale
12:42dai reati contro la morale pubblica e reati contro la persona. E quindi ecco le sue osservazioni
12:48e le sue proposte. A te Francesco.
12:49Buongiorno a tutti, con grande entusiasmo ma non senza una certa trepidazione che spero
13:01comprenderete, prendo oggi la parola davanti a un così autorevole consesso per affrontare
13:07un tema che non può lasciarci indifferenti, un tema che riguarda il cuore stesso della nostra
13:12democrazia, la parità di genere e in particolare il lungo, faticoso e ancora incompiuto cammino
13:18che l'Italia ha percorso e sta percorrendo sul piano normativo per garantire i diritti
13:23e la dignità delle donne. Non stiamo parlando di un passato remoto, non stiamo evocando
13:28immagini bianco e nero di un'Italia ottocentesca, no. Noi stiamo parlando di un passato prossimo,
13:33di norme che esistivano nei nostri codici fino a ieri, che hanno condizionato la vita e molto
13:38spesso la morte di tante donne e che ancora oggi proiettano la loro ombra sul presente.
13:44Nel nostro Paese, fino al 1981, era in vigore il cosiddetto matrimonio riparatore. L'articolo
13:52544 del Codice Penale, noto come Codice Rocco, recitava «Per i delitti preveduti dal capo
14:01primo e dall'articolo 530, il matrimonio che l'autore del reato contragga con la persona
14:06offesa estingue il reato, anche riguardo a coloro che sono concorsi nel reato medesimo
14:11e se vi è stata condanna necessitano l'esecuzione di effetti penali». La parola chiave qui è
14:17che il reato era estinto. Lo Stato considerava il matrimonio come una riparazione sufficiente
14:22al reato di stupro, subordinando la libertà e la dignità della vittima a una concezione
14:27arcaica dell'onore familiare. E a questa distorsione del diritto si accompagnava un'altra norma
14:33abberrante, l'omicidio d'onore, previsto dall'articolo 587, che attenuava le pene per
14:40chi uccideva una donna della propria famiglia colta in una relazione extraconiugale o ritenuta
14:46disonorevole. L'onore del maschio giustificava il sangue, la legge lo comprendeva, la legge
14:52lo legittimava. Tre o sette anni massimo di reclusione per aver ucciso la moglie, la figlia
14:59o la sorella. Articolo 587. Omicidio e lesione personale
15:05a causa di onore. Chiunque cagiona la morte del conge, della figlia o della sorella, nell'atto
15:11in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato di ira determinato dall'offesa
15:15recata d'onore suo o della famiglia, è punito con la reclusione da tre a sette anni. Alla
15:22stessa pena, soggiace chi nelle dette circostanze, cagiona la morte della persona, che sia in illegittima
15:27relazione carnale col conge, con la figlia o con la sorella. Se il colpevole cagiona,
15:32nelle stesse circostanze alle dette persone, una lesione personale, le pene stabilite negli
15:37articoli 582 e 583 sono ridotte a un terzo. Se dalla lesione personale non deriva la morte,
15:45la pena è della reclusione da due a cinque anni. Qui spicca l'uso del termine illegittima
15:51relazione carnale e la riduzione della pena da un minimo di tre a un massimo di sette anni,
15:56in nome dell'onore e di uno stato di ira, che si ritiene lo possa giustificare. Era
16:02una legittimazione giuridica della vendetta patriarcale. L'articolo 544 e l'articolo
16:08587 sono stati abrogati il 5 agosto del 1991 dalla legge numero 442, solo nel 1981. Una
16:19riforma tardiva, vero, ma fondamentale. Tuttavia vorrei che ci fermassimo un attimo
16:25a riflettere. Solo 44 anni fa lo Stato italiano considerava lecita, se non giusta, una forma
16:31di riparazione matrimoniale dello stupro. Solo 44 anni fa una donna poteva essere responsabile
16:38della propria morte per aver disonorato un uomo. La domanda è, possiamo davvero considerarci
16:45distanti da tutto questo? Possiamo davvero parlare di un'Italia migliore, di un'Italia
16:49diversa, se ancora oggi leggiamo di donne uccise dai loro partner? E i titoli di giornali
16:56parlano di tragedia della gelosia, di delitti passionali, minimizzando la violenza e implicitamente
17:02assolvendo il carnefice. Anche su questo punto il linguaggio è fondamentale, le parole plasmano
17:07alla realtà , la influenzano, la modellano. Parlare di troppo amore, di dramma della coppia
17:13vuol dire ancora una volta spostare lo sguardo benevolo dalla vittima all'autore del reato,
17:19vuol dire ancora una volta giustificare, e noi non possiamo permetterlo.
17:24L'evoluzione normativa ha compiuto passi importanti sotto la spinta della società civile.
17:29Pensiamo alla legge del 15 febbraio 1996, numero 66, che ha finalmente riconosciuto la violenza
17:36sessuale come reato contro la persona, e non più come un'offesa alla morale pubblica o al pudore.
17:42Articolo 609 bis, violenza sessuale. Chiunque con violenza, o minaccia, o mediante abuso di
17:48autorità , costringe taluno a compiere o subire atti sessuali, è punito con la reclusione, da 6 a 12 anni.
17:55Alla stessa pena soggiace chi induce taluno a compiere o subire atti sessuali, abusando delle
18:01condizioni di inferiorità fisica o psichica della persona offesa al momento del fatto, traendo in
18:06inganno la persona offesa per essersi colpevole sostituita da altra persona. Nei casi di minore
18:11gravità la pena è diminuita in misura non eccedente due terzi. Le condotte prese in
18:16considerazione sono essenzialmente due. Da un lato la violenza sessuale per costrinzione,
18:22realizzata per mezzo di violenza, minaccia o abuso di autorità . Dall'altro lato la violenza
18:29per induzione, mediante abuso delle condizioni di inferiorità fisica o psichica della persona
18:34offesa o mediante inganno, per essersi colpevole sostituito da altra persona. Un cambiamento
18:41epocale che ha richiesto vent'anni di dibattiti, manifestazioni, lotte. Il diritto ha finalmente
18:48fatto ciò che avrebbe dovuto fare molto prima, ha riconosciuto il corpo, la libertà della donna.
18:55Purtroppo però evidentemente la legge non basta ancora. Lo vediamo ogni giorno, lo vediamo
19:00nei numeri. Una donna uccisa ogni tre giorni, troppo spesso per mano di chi diceva di amarla.
19:06Lo vediamo nelle denunce che non portano a protezione, nei segnali ignorati, nelle vittime
19:11lasciate sole. E non possiamo non fare un confronto con quanto avviene nel resto d'Europa.
19:16In Spagna il femminicidio è una categoria giuridica autonoma dal 2004. Esiste un sistema
19:24specializzato di tribunali, di formazione del pressionale, di prevenzione e protezione.
19:29In Francia esistono corsie preferenziali per le vittime di violenza sessuale nei commissariati.
19:35In Germania l'educazione alla parità e al rispetto è parte del curriculum scolastico
19:40fin da elementari, come anche proposto dall'onorevole Ascari il 27 novembre del 2023.
19:46In Italia ci stiamo muovendo, sì, ma con passo troppo timido e troppo spesso condizionato
19:52da visioni ideologiche. Non possiamo permetterci di affrontare questi temi con leggerezza.
19:57Non possiamo trasformare la parità di genere in una battaglia di bandiera da sollevare a
20:02convenienza e poi dimenticare nei momenti cruciali. È qui che con grande rispetto e spirito costruttivo
20:09sento il dovere di esprimere una copreoccupazione, sentita ma sincera, sottile ma sincera per la
20:15direzione che stiamo prendendo. Non possiamo trattare queste tematiche come marginali o secondarie.
20:22Non possiamo nemmeno per un attimo affrontare la violenza di genere solo in termini emergenziali
20:26o, peggio, ideologici. Un importante passo avanti è stato fatto il 7 marzo scorso, quando
20:33il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge che introduce il reato specifico di
20:38femminicidio nel codice penale. La violenza di genere non è un'emergenza, è un fenomeno
20:44strutturale che affonda le proprie radici in stereotipi antichi, in disuguaglianze che
20:51si riproducono ogni giorno nei ruoli di lavoro, nei media, nelle famiglie, nei banchi di scuola.
20:58È lì che si deve agire, è lì che si deve intervenire. E dobbiamo farlo tutti insieme,
21:03senza divisione di parte, senza bandiere di partito. Perché la tutela della dignità delle
21:09donne è un indicatore della civiltà di un paese e ad oggi dobbiamo dircelo, l'Italia
21:13è ancora troppo indietro. Concludo con un invito che è anche un appello.
21:18Non dimentichiamo da dove veniamo, non sottovalutiamo quanto vicino sia stato quel momento in cui
21:23la legge giustificava la violenza e veniva cancellata la voce delle donne. È l'unico
21:29modo per evitare il ritorno e conoscere la storia di queste norme, per riconoscere le nuove
21:35forme che può assumere la stessa cultura patriarcale. Facciamo in modo che oggi più
21:41che mai questa Camera sia la Casa dei Diritti, in cui nessuna voce venga ignorata e il luogo
21:49dove la giustizia abbia da bere il volto dell'uguaglianza. Dal passato dobbiamo costruire sicuramente
21:56un futuro migliore. Grazie per l'attenzione.
22:05Caro Francesco, grazie per queste tue riflessioni. Per le quali con piacere ho visto che hai
22:18adoperato degli strumenti che hai imparato a scuola, hai analizzato il testo, hai individuato
22:24le parole chiave, hai capito bene qual è il significato di ogni singolo termine e hai
22:32anche cosa che serve proprio per conoscere sì, paragonato la nostra situazione con quella
22:38degli altri Stati e delle altre nazioni. Quindi ti ringrazio molto anche per aver individuato
22:44nella scuola il luogo adatto per crescere bene, per educare la nuova generazione, il nostro
22:53futuro e il nostro mondo. Quindi grazie di questo tuo intervento.
22:57Sono insegnante di lettere classiche presso il Liceo Classico Europeo, il Convitto Nazionale
23:16di Napoli. L'intervento successivo sarà quello di un alunno un po' più grande, Mario Modestia,
23:21che frequenta la quinta B del Liceo Scientifico, che è sempre presente all'interno del nostro
23:27convitto, e quello di Mario è un intervento più tecnico, che tratta dell'evoluzione della
23:33questione femminile nel corso del tempo, a partire dal periodo classico, attraverso la
23:38sua sedimentazione nel Medioevo, l'età moderna, sino a giungere la contemporaneità , con un occhio
23:45di riguardo anche al contesto europeo. Però al di là del tecnicismo dell'intervento,
23:50nell'ordito, trasuda tutta la passione con cui anche Mario ha affrontato la questione,
23:58in maniera impegnata ed impegnativa. Il titolo dell'intervento è Memorie e Futuro, la condizione
24:06femminile tra invisibilità e resistenza. Mario Modestia.
24:10Buongiorno a tutti e grazie per questa grande possibilità . Oggi ho l'onore e la responsabilitÃ
24:20di condividere con voi una riflessione su quella che è stata la condizione della donna nella
24:25storia, in particolar modo il processo che ha portato alla sua emancipazione, un processo
24:30che è un percorso che sappiamo che è stato tortuoso e difficile, però che ha comunque visto
24:35diverse donne protagoniste tenaci, ma per ogni donna il cui nome è stato scritto nella
24:41storia ci sono migliaia e milioni che abbiamo dimenticato, che hanno lottato in maniera silenziosa.
24:46Quindi iniziamo questo percorso direi dal mondo classico, dall'antica Roma, nel secondo
24:50secolo a.C., in epoca repubblicana. È qui che una figura di spicco è proprio quella
24:56di Cornelia. Cornelia, madre di due dei più grandi riformatori della Roma antica, Tiberio
25:01e Gaio Gracco. Ciò che ricordiamo di Cornelia forse è un aneddoto. Quando le fu chiesto
25:05di presentare i propri gioielli, pronunciò le seguenti parole, ec mea ornamenta sunt,
25:10questi sono i miei gioielli, proprio per indicare che per lei non tanto la ricchezza e il potere
25:16fossero i valori su cui fondare una persona, ma anche un'istituzione, ma più che altro
25:22la cultura e l'educazione. Dunque da ciò capiamo che in un periodo storico in cui le donne
25:29non avevano un ruolo fondamentale all'interno della società ed erano escluse anche dalla
25:33sfera pubblica e non solo, abbiano anche lottato in maniera silenziosa. Andiamo avanti nei
25:39secoli, giungiamo ad esempio nel Medioevo, Medioevo che sappiamo, conosciamo come tabuia
25:43ed è qui che molte donne accusate di stregoneria vennero bruciate e vive sul rogo, ma è anche
25:49in questo contesto storico, culturale e sociale che ricordiamo ad esempio una figura molto
25:54importante a mio giudizio, il De Garda di Bingen, una monaca benedettina, musicista,
25:59filosofa, scienziata, che fu la prima donna a parlare dell'organo genitale femminile, delle
26:05mestruazioni e anche della menopausa, sangue mestruale che allora era considerato come un
26:11qualcosa di benefico e di malefico. La situazione della donna inizia pian piano a migliorare,
26:17però comunque rimane complessa. Giungiamo quindi nel 400, in pieno umanesimo, una letterata
26:22il cui nome vi propongo è Cristine de Pisan, un'italiana naturalizzata francese che possiamo
26:30definire come una femminista antelitteram, fu la prima donna a fare del proprio lavoro una
26:37fonte di guadagno in quanto era venuto a mancare il padre, il marito e doveva prendersi cura
26:43dei propri tre figli e scrive un romanzo molto importante, La città delle dame, utopisticamente
26:49per l'epoca, direi, idealizza questa città governata da donne sapienti e quindi ciò colpisce
26:58come già nel 400 ci fosse l'idea di una donna che fosse in grado di affrontare studi e di
27:04amministrare una città . La situazione rimane alquanto invariata nel corso del 500 e anche
27:09nel 600, giungiamo nel 700, l'illuminismo, secolo di rivoluzioni, riforme, proprio alla
27:15fine del secolo ci fu in Francia nel 1789 la rivoluzione francese che parlava di ideali
27:23quali libertà , galità , fraternità che però riguardavano i soli uomini ed è in questa
27:28situazione che una donna, Olympe de Gouges nel 1791 pubblica quella che è la dichiarazione
27:35dei diritti della donna e della cittadina, è proprio per questo motivo che venne giustiziata.
27:39Dopo meno di dieci anni a Napoli la rivoluzione partenopea e figure chiave di questa rivoluzione
27:45furono Luisa San Felice e Leonora Fonseca di Pimentel, anche loro giustiziate. Giungiamo
27:50quindi nell'800, 800 che è il secolo di svolta in quanto le donne si uniscono, combattono
27:57contro quelle che sono le istituzioni e diciamo in Italia in particolare nel risorgimento le
28:02donne ebbero un ruolo attivo ma è con l'unificazione d'Italia che vengono nuovamente
28:07relegate ai margini, anche in zone come ad esempio nel Gran Ducato di Toscana, nel Lombardo
28:12Veneto in cui godevano già ormai di diritti, però nel 1875 le università vengono aperte
28:18anche alle donne ma le professioni a cui potevano mirare erano ancora ben limitate. Giungiamo
28:23quindi nel 900, il 900 lo possiamo definire come il secolo chiave, l'anno di svolta, in
28:29quanto già qui nel 1902 l'Australia sarà uno dei primi paesi ad allargare il diritto
28:34di voto alle donne già precedentemente alla Nuova Zelanda alla fine dell'800, in Inghilterra
28:40Evelyn Pankhurst organizzerà i primi movimenti femministi, organizzando un gruppo di donne
28:46chiamate con il termine a quanto spregiativo di suffragette che richiedevano dunque il diritto
28:53al voto. Una data importante per la svolta della condizione della donna nel 900 sono proprio
29:02le date che riguardano la prima guerra mondiale, perché gli uomini abbandonano le proprie comunità ,
29:08le proprie famiglie per andare a combattere sul fronte lasciando intere nazioni nelle
29:12mani di donne, donne che quindi si trovano da sole a dover gestire famiglie, comunitÃ
29:18e nazioni per l'appunto. E quindi qui si inizia a capire quale fosse il vero ruolo
29:23della donna all'interno della società e un traguardo molto importante lo si raggiunge
29:27in Italia nel 1919, il 17 luglio con la legge Sacchi, legge Sacchi che va ad abolire quella
29:34che era l'autorizzazione maritale che era stata istituita alla fine dell'Ottocento, autorizzazione
29:38maritale secondo la quale la donna non poteva gestire, non era in grado di gestire quello
29:44che era il patrimonio familiare neanche i propri beni personali. Ed è così che si giunge
29:50al ventennio fascista, parliamo sempre del contesto italiano, ed è così che la donna
29:54viene nuovamente canonizzata entro quei limiti di angio del focolare, quindi come sola moglie
30:00e come sola madre. Ed è in questo contesto che una letterata italiana a parte europea
30:04napoletana, Matilde Serau, si opporrà a quello che è il regime e ne pagherà le conseguenze
30:10non ricevendo il premio Nobel della letteratura. Giungiamo quindi alla seconda guerra mondiale
30:16che come anche la prima funge da catapulta per quello che è il ruolo della donna nella storia
30:23e nel 1946, finalmente, ricordiamo che ciò avviene meno di 80 anni fa, la donna in Italia
30:29riceve il diritto di voto. Ma anche in questo contesto le disparità non sono terminate, infatti
30:36viene introdotta quella che è il licenziamento per matrimonio e donne quali Lina Merlin,
30:42Nilde Jotti combatteranno affinché questo venga abolito e infatti ciò avverrà nel 1863.
30:47e nuovamente Nilde Jotti che è stata la prima presidente della Camera, terza carica dello
30:52Stato e anche Tina Anselmi che è prima ministra della Repubblica hanno fatto capire che la
30:59politica non era un qualcosa che riguardasse i soli uomini ma anche le donne. E quindi
31:04siamo giunti all'epoca moderna, ai giorni d'oggi. Molti parlano di un'emancipazione ormai
31:09completa ma ciò non è vero, ci sono ancora moltissime disparità . Le donne non si sentono
31:15tutelate e forse per questo motivo che negli ultimi anni parliamo di record negativi di
31:20denatalità , forse proprio per questa mancanza di tutele, servizi e prospettive che nel 2024
31:25si sono contati solamente 340.000 nascite. Inoltre continuo dicendo che le disparitÃ
31:33non sono finite. Ad esempio anche tra i sessi, tra i generi, solamente il 61% delle donne,
31:40secondo il report 2025 di Save the Children, solamente il 61% delle donne lavora a differenza
31:45del 92% dei padri. Oppure una madre su tre di bambini con disabilità abbandona il proprio
31:52lavoro. Oppure dopo 15 anni dalla nascita del primo figlio lo stipendio di una madre aumenta
31:58del 57% in meno rispetto a donne che non hanno figli. E dunque questo ci deve far ragionare.
32:05Dobbiamo dunque noi, popolo dell'Italia, combattere per creare una società che garantisca
32:12una eguaglianza tra i generi e che porti in alto la figura delle donne e che in particolar modo
32:17rafforzi quelli che sono, a parer mio, rafforzi i congedi, che renda accessibili e gratuiti
32:24gli asili nido e che in certo qual modo promuova quella che la genitorialità condivisa. È solo
32:30in questo modo che possiamo creare una società che non penalizzi le donne per il fatto di
32:34essere madri, ma che ne riconosca il loro contributo. Grazie.
32:39Ringrazio Mario per questo bellissimo contributo che ci ha fatto comprendere quanto la scuola
32:56sia importante a che i nostri alunni comprendano la sedimentazione di questo percorso, l'articolazione
33:04e ne giungano soprattutto a consapevolezza, perché questo è il prerequisito fondamentale
33:09per qualsiasi tipo di confronto e di battaglia. La consapevolezza dell'agito dal punto di
33:14vista storico e dal punto di vista geografico. Ancora grazie e lascio la parola alla collega
33:19Paoli che introdurrà il prossimo intervento.
33:21Ascoltiamo ora cosa ha da dirci Lucia Renna, una bravissima studentessa del quarto anno
33:36del liceo classico europeo del Comitato di Napoli, una studentessa impegnata, una studentessa
33:41attenta alle dinamiche sociali del mondo che la circonda e che ci circonda. Lucia ha scelto
33:47di occuparsi della tematica riguardante l'educazione affettiva e sessuale, una tematica dedicata
33:53per gli adolescenti. Non solo dunque educazione è la profilassi nei rapporti sessuali, ma educazione
34:00è acquisire un sereno rapporto con la propria emotività . Saranno gli argomenti su cui Lucia
34:05esporrà brevemente le proprie riflessioni. Ti ascoltiamo Lucia.
34:08Buongiorno a tutti, grazie per questa opportunità . In Italia l'educazione sessuale e quella affettiva
34:20sono ancora oggi argomenti controversi. Le motivazioni sono molte e affondano le loro radici nella
34:27mentalità conservatrice che ad oggi purtroppo perme ancora il nostro Paese. L'idea che impedisce
34:33la realizzazione di programmi che promuovono questo tipo di educazione a scuola è infatti
34:38che possano incentivare comportamenti promiscui o che neghi il diritto ai genitori di educare
34:46i propri figli. L'educazione sessoaffettiva è tuttavia riconosciuta dall'OMS e dall'UNESCO
34:52come un diritto fondamentale dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze.
34:58Secondo queste organizzazioni, infatti, l'educazione sessuale comprensiva è un processo di insegnamento
35:05e apprendimento basato su un programma di studi sugli aspetti cognitivi, emotivi, fisici
35:11e sociali della sessualità . Questo tipo di educazione dovrebbe essere fornito nelle scuole
35:16sin dal primo ciclo per formare generazioni di uomini e donne informate e consapevoli.
35:23L'educazione sessuale e quella affettiva rappresentano due facce della stessa medaglia.
35:28La prima, infatti, affronta i temi delle relazioni e della sessualità che fanno parte della vita
35:33di ogni ragazzo. Permette di approfondire vari aspetti della sessualità , trattando in maniera
35:38olistica tanto la parte biologica legata alle relazioni che portano a gravidanze indesiderate
35:44oppure alle infezioni sessualmente trasmissibili, quanto la parte più personale legata all'identitÃ
35:50di genere, all'orientamento sessuale e alla relazione con l'altro. La seconda, invece, dà agli studenti
35:57gli strumenti per imparare a difendere ed esprimere le proprie emozioni, attraverso
36:02l'autoconsapevolezza emotiva. L'educazione affettiva insegna inoltre a comprendere le
36:07emozioni altrui e a rispettarle, promuovendo il benessere e permettendo di sviluppare capacitÃ
36:12riflessive sui propri stati affettivi. Attualmente in Italia, come ben noto, non esiste un programma
36:18strutturato di educazione sesso-affettiva nelle scuole. Da un'indagine di Ipsos risulta, infatti,
36:23che meno di uno studente su due ha seguito un programma di questo genere nelle scuole.
36:28La percentuale cala al 37% nelle regioni meridionali. I programmi e i progetti presentati fino ad oggi
36:35sono infatti stati sempre facoltativi e mai obbligatori. L'ultima iniziativa proposta,
36:42il progetto Educare alle relazioni, promosso dal Ministero dell'Istruzione e del Merito nel
36:462023, prevede infatti percorsi educativi extracurricolari di 30 ore l'anno, basati su metodologia
36:53laboratoriali e pluridisciplinari. L'adesione a quel programma era tuttavia
36:58facoltativa e subordinata all'approvazione dei genitori.
37:02L'Italia è inoltre uno dei pochi stati europei a non avere un programma di educazione
37:08sessuale sistemico. 20 stati membri hanno infatti già inserito da molti anni l'educazione
37:14sessuale nei loro programmi scolastici. Un esempio positivo è quello dell'Austria,
37:18il cui programma è stato valutato dall'OMS come completo e unistico. L'educazione sessuale
37:25è infatti un elemento curricolare per tutti gli studenti delle scuole secondarie del
37:29Paese già dal 1970 e copre una vasta gamma di argomenti, dalla sessualità alle relazioni
37:36interpersonali. È doveroso inoltre sottolineare lo stretto legame che esiste tra educazione
37:42sessuale e affettiva. L'educazione al consenso, ad esempio, coniuga la sfera socio-relazionale
37:47con quella sessuale e risulta oggi più che mai fondamentale. Secondo l'OMS, infatti,
37:54un'educazione sessuale e affettiva di qualità aiuta la prevenzione nella violenza di genere
37:58fin dall'età adolescenziale. Le nuove generazioni, figlie di internet, basano inevitabilmente
38:04le loro conoscenze su ciò che riescono a leggere sul web e questo può essere più
38:08che mai dannoso. Basti pensare infatti alla sempre più diffusa cultura degli incel, nata
38:12sul web e caratterizzata dalla tendenza al risentimento, alla misoginia e all'oggettificazione
38:17sessuale. Fattori che favoriscono il supporto della violenza di genere e la cultura dello
38:23stupro e del possesso che risultano tristemente radicate nelle nostre società . La cultura
38:28del possesso, ad oggi, rappresenta uno dei principali moventi dei femminicidi. Vorrei
38:34infatti ricordare Giulia Cerchettin che l'11 novembre del 2023 è stata uccisa dall'ex
38:38fidanzato che non aveva accettato la loro separazione. Osara Campanella, uccisa a Catania
38:43lo scorso 31 marzo, da uno sconosciuto, collega di università che la stalkerava da tempo.
38:49Ho ancora Elisa Stefania Feru, prima vittima di femminicidio di quest'anno, uccisa il 5
38:53gennaio dal marito che non accettava la crisi del loro rapporto. Se non amerà me, non amerÃ
38:59nessun altro. La cultura del possesso e l'atteggiamento con il quale si vedono le relazioni come diritto
39:04di possesso, di controllo su un'altra persona. Ed è frutto di decenni di ignoranza e di mancata
39:09educazione specialistica. Sono state nel 2023 113 le vittime di femminicidio, 113 vite
39:16strappate e non da polli ma da uomini nel pieno delle loro capacità cognitive che erano cresciuti
39:21nella convinzione di poter far ciò che volevano nel corpo di una donna, della sua vita. Ed
39:26è per questo che l'educazione sessuale può cambiare il futuro di questo Paese, il futuro
39:30di questa società . Perché solo attraverso l'educazione, la comprensione e il dialogo si riusciranno
39:36ad avere dei risultati effettivi, duraturi, che permetteranno di porre le basi per una
39:40società nella quale la violenza non sarà più mascherata d'amore. La scuola non deve
39:45soltanto estruire, ma deve anche e soprattutto educare. Ed è per questo che l'educazione
39:49sessoaffettiva risulta necessaria nei programmi scolastici. Dovrebbe infatti formare generazioni
39:54migliori, in quanto seppur la colpa di questi tragici avvenimenti non sia di tutti, la responsabilitÃ
40:00lo è. Michela Murgia scriveva, la responsabilità è un carico etico collettivo che ci riguarda
40:05tutti e tutte, perché le regole che seguiamo ogni giorno reggono le disuguaglianze che viviamo.
40:11E' dunque responsabilità di tutti e di tutte mobilitarsi affinché le nuove generazioni
40:16possano vivere una vita un po' più serena di quella che viviamo noi oggi, affinché
40:20le ragazze non debbano temere di camminare per strada da sole, affinché i ragazzi possano
40:25esprimere le proprie emozioni serenamente. L'educazione è quindi il primo e fondamentale
40:29passo per permettere un cambiamento futuro.
40:31Grazie.
40:33E quindi, cara Lucia, come benissimo dicevi tu, non solo profilassi, non solo educazione
40:55sessuale, ma educazione all'emotività . Ancora una volta, con grande piacere, io vedo che
41:01vi aspettate dalla scuola un aiuto, vi aspettate dalla scuola che oltre a istruire educhi anche
41:07e noi promettiamo di fare il nostro meglio da parte nostra e di accogliere il vostro appello.
41:15Grazie per queste belle osservazioni.
41:27Concludiamo questi lavori con l'intervento di Aurea Usiello, che è un'analisi del ciclo
41:33della violenza ed è un'analisi vibrante, passionale e appassionata come Aurea nei confronti
41:40delle tematiche scottanti dal punto di vista sociale. La parola ad Aurea.
41:44Buongiorno a tutti. E cosa significa davvero casa? È solo un luogo fisico, quattro mure
41:59ed un tetto? Oppure forse è il simbolo più intimo di appartenenza, di libertà e di pace?
42:05Dovrebbe esserlo e probabilmente per molti di noi qui lo è. Eppure per milioni di donne
42:13la propria dimora è il teatro di una sistematica negazione dei diritti fondamentali, un luogo
42:20dove la violenza prende parola e corpo. In quelle mura si vive e si dorme accanto al pericolo
42:27ed una porta chiusa non protegge, ma imprigiona, confina. Nell'immaginario collettivo la violenza
42:35è azione manifesta, i suoi effetti visibili e tangibili. Ma quando si tratta la violenza
42:42sulle donne non è sempre così. Non inizia con un livido, non inizia con un grido, non
42:48inizia con un colpo. Si insinua lentamente. È un processo di manipolazione ed erosione
42:55identitaria, con una sua grammatica. Parole pungenti, allusioni, imperativi coercitivi,
43:03isolamento relazionale ed economico. Non uscire stasera, lascia il lavoro, guarda come sei vestita.
43:13Dietro questa apparente premura si cela un preciso obiettivo, la disintegrazione dell'autonomia.
43:20Perché la violenza è silenziosa, ti sveglia al mattino, si è da tavola, vive al tuo fianco,
43:28ti costruisce intorno una pseudorealtà , una gabbia di solitudine e dipendenza di cui rischi
43:34di non vedere più le sbarre, poiché assomigliano sempre di più alla normalità .
43:39Ha inizio così il circuito della violenza, descritto dalla psicologa Lenore Walker nel
43:441979. Una spirale composta da quattro fasi ricorrenti che si rafforzano a vicenda. Tensione,
43:52esplosione, pentimento e luna di miele. Un sistema di controllo che opera nell'intimitÃ
43:59e prolifera nel silenzio. La prima fase è la tensione. Nell'uomo cresce un sentimento
44:06velenoso. Rabbia, nervosismo, causati da motivi del tutto alieni al partner, che però diventa
44:14il capo espiatorio per allentare la pressione dovuta al controllo. Allora la vittima avverte
44:20la tensione e tenta di evitare l'escalation placando l'uomo, di spegnere la miccia senza
44:26però poter disiniescare l'ordigno. In questo tentativo vive una realtà impregnata di ostilitÃ
44:33latente, ipercontrollo e minacce non sempre esplicite. Cammina su un campo minato, misura
44:42le parole, pondera ogni gesto, si muove in punta di piedi nella sua stessa casa, cercando
44:48disperatamente di evitare un'esplosione che però è imminente. È una tensione che consuma
44:54in silenzio, che spegne il sorriso e stringe la voce in gola fino a farla sparire. Ogni azione
45:01diventa una trattativa. Ogni parola potrebbe innescare la bomba. Così la vittima vive alla
45:08mercè di un presente minaccioso e spaventoso e con la prospettiva di un futuro approssimativo
45:13ed incerto, in una forma di prigionia psicologica. In maniera inevitabile questa tensione si concretizza
45:21sempre nell'atto aggressivo. Questo può essere fisico, ed è quello più evidente, ma può essere
45:28anche psicologico, sessuale e patrimoniale. Si traduce quindi in percosse, ma anche in
45:35umilazioni reiterate, privazione economica, che spesso si assommano e si livellano in modo
45:41graduale, fino a stabilire l'egemonia. Il corpo in questa fase diviene protagonista. In ogni
45:48momento posso infierire sulla tua carne e posso utilizzarti in un contatto primitivo e abusante,
45:53che spezza ogni intesa affettiva e sentimentale. Non ti lascio frite visibili, ma divento il
46:00padrone della tua psiche. Poi il pentimento. L'autore della violenza assume atteggiamenti
46:07edulcorati. Invoca la fragilità emotiva, promettendo un cambiamento. L'uomo si pente non
46:14perché provi reale rimorso, ma perché teme di perdere ciò che controlla, o che il controllo
46:19non sia perfetto e possa portare ad una fuga dalla cattività , o ancora ad una denuncia.
46:27Il pentimento non è una rottura del ciclo, ma una sua componente funzionale. Serve a
46:32ricominciare ed a rafforzare il dominio ancora di più in profondità . È qui che si inserisce
46:38il meccanismo più suddolo, la speranza. La speranza che il partner possa davvero cambiare,
46:44che la violenza sia stato un evento eccezionale. È speranza che trattiene, ma gradualmente
46:51asfissia. Un cappio invisibile che diventa necessario per non abbandonarsi alla totale
46:57angoscia di un'esistenza svuotata. È così giustifica, perdona e rimane.
47:03La vittima è la rana bollita. Entra nell'acqua tipida, non c'è ragione per fuggire. Gradualmente
47:14l'acqua si riscalda, sottraendole ogni energia necessaria alla fuga, e così rimane bloccata.
47:21La strategia della gradualità è l'elemento necessario per fiaccare ogni difesa e rafforzare
47:27l'azione violenta. Si produce nella vittima una condizione di apatia e passività derivata,
47:34secondo la teoria dell'impotenza appresa dall'impossibilità di reagire alle coercizioni
47:39fisiche e psicologiche. Infine, la riconciliazione apparente. La cosiddetta luna di miele, in cui
47:48l'aggressore si mostra premuroso ed affettuoso, e la vittima abbassa le difese. Ma questa calma
47:55è solo il preludio di un nuovo ciclo, destinato a essere più brutale, più rapido e definitivo.
48:02Ciclo dopo ciclo, ed il taglio è sempre più profondo.
48:07Ora chiediamoci quali le cause della violenza? Molteplici nel comune sentire, e tutte nutrite
48:14dalla cultura monolitica della gerarchia patriarcale. Come disse Michela Murgia, la violenza domestica
48:21è violenza politica. È una questione di potere, non di raptus. La spirale della violenza
48:27esercitata dall'aggressore è infatti il prodotto di un'idea antica e distorta, che si possa
48:33possedere un'altra persona e che l'amore legittimi il dominio. Non è un atto casuale
48:39o fortuito, ma una forma sistematica di controllo che attecchisce in un terreno fertile come quello
48:44di una società birocentrica. La vera causa della rabbia dell'aggressore non è la gelosia,
48:51non è respingere l'autonomia della donna o la frustrazione di desideri di paternitÃ
48:55negati, maschere di superficie. È piuttosto un costrutto culturale e politico, basato
49:02sull'idea di inefficienza sociale delle donne. È da qui la loro gestione, è da qui, nei
49:08casi più tragici, la loro eliminazione. La streno opposizione a questi cliché è generativa
49:15di una convinta e trasversale responsabilità sociale e democratica che si misura sul rispetto
49:20della persona e che misura la civiltà che vogliamo costruire oggi e per chi verrà dopo
49:25di noi. Per le nostre figlie, le nostre madri, le nostre sorelle, per le loro vite interrotte
49:32e i loro progetti infranti. Per te, Giulia, Sara, Ilaria, Teresa, Lucia, Chiara, Denise,
49:41Sabrina, Ioanna e tutte le altre. Per voi che avete provato ad amare, ma siete state cancellate
49:47da chi vi era più vicino. Per voi non c'è stato un dopo, ma c'è stato un prima, in cui
49:53si poteva e si doveva intervenire. Secondo i dati dell'UNODC, ogni 11 minuti nel mondo
50:00una donna viene uccisa dal partner o da un familiare. In Italia circa 100 le vittime
50:05nello scorso anno. Ma se capovolgessimo i dati ed invertissimo le parti? Se ogni tre
50:11giorni in Italia fosse un uomo a morire per mano della propria compagna? Se a denunciare,
50:16a fuggire e a chiedere aiuto fossero padri, fratelli e mariti? Se nei titoli dei telegiornali
50:22si leggessero ogni settimana i nomi di uomini uccisi in quanto uomini? Cosa diremmo? Che si
50:29tratta di casi isolati, che forse avevano provocato o che forse avrebbero dovuto andarsene
50:34prima? È una visione paradossale che tuttavia ci rivela una verità . Oggi il dolore delle
50:40donne è ancora troppo spesso percepito come sopportabile. Ci appare atroce, ma non inverosimile.
50:48Dobbiamo invece dirci che è inverosimile, che non è più sopportabile e che pesa come un
50:53macigno sulla fattezza di democrazie che si dicono compiute. Perché una donna libera
50:58non può essere un'eccezione, deve essere una promessa immantenuta. E il nostro compito
51:03è far sì che quella promessa non venga spezzata dalla paura, dall'indifferenza e dal silenzio.
51:08Perché una società che prende atto della negazione dei diritti all'autonomia e alla
51:13vita è una società che ha scelto di non avere più paura di guardarsi dentro e di migliorare.
51:18È una società che ha scelto la civiltà , la dignità e la giustizia. Ogni donna che
51:26riesce a spezzare il ciclo della violenza compie ad oggi un atto di resistenza. Resistiamo
51:32insieme.
51:34Grazie.
51:48Possiamo concludere questo intervento con due parole. Consapevolezza e speranza. Consapevolezza
51:56di quanto la scuola sia già facendo e la speranza di quanto possa ancora fare. Perché soltanto
52:04così possiamo dare alla società dei ragazzi consapevoli e preparati che veramente possano
52:11scardinare la questione della violenza di genere e contribuire con un apporto positivo
52:17e costruttivo a questa stessa questione. E penso che questi ragazzi ce ne abbiano dato
52:24una testimonianza reale.
52:25Io mi aggancio un po' al tuo discorso perché questo fenomeno è spesso legato a tanti pregiudizi.
52:46Uno di questi è un pregiudizio molto importante, cioè pensare che gli uomini che esercitano
52:54violenza nei confronti delle donne abbiano dei seri problemi psichiatrici. Non è così.
53:00Sovente, per ragioni di difesa, vengono predisposte delle perizie psichiatriche che danno sempre
53:09o quasi sempre un evito negativo. Perché? Perché escludono assolutamente il fatto che
53:18l'uomo abbia un vizio totale o parziale di mente. Ogni crimine proietta la personalitÃ
53:24dell'individuo e dunque il comportamento di questi soggetti è conseguenza del loro funzionamento
53:31mentale. Però non abolisce un lucido esame di realtà . La parte dell'io che osserva, pianifica,
53:39progetta e mette a confronto le valutazioni etiche e sociali rimane integra e quindi non riduce
53:47nemmeno in minima parte la loro responsabilità . Lo stile personologico degli uomini abusanti
53:53è caratterizzato infatti da forti insicurezze, creazioni di legami affettivi simbiotici, difficoltÃ
54:00a gestire le emozioni, soprattutto quelle negative. Sono angosce collegate a un senso di solitudine
54:06profondo, a una forte rabbia covata nel tempo e a mancanze affettive rilevanti. Questo assetto
54:14è chiaramente sintomo di una grande fragilità e produce generalmente, come dicevi tu, per
54:19l'appunto l'ipercontrollo sulla partner, sulla quale si vuole esercitare un forte potere
54:26psicologico. Quindi violenza psicologica, violenza fisica, isolamento dagli affetti, un solo obiettivo
54:34annullare, annientare l'identità della donna. Nella maggior parte delle storie giudiziarie
54:41si assiste a un tragico copione, purtroppo. L'uomo violento, quando viene abbandonato o
54:47denunciato, sviluppa sentimenti di umiliazione inaccettabile e una profonda ostilità che esitano
54:54in ulteriori e più gravi azioni violente, che li spingono, verosimilmente però, a riparare
55:01l'imperdonabile offesa subita attraverso l'attuazione del fatto criminale, il femminicidio,
55:07uomini umiliati e offesi nelle loro esigenze, nei loro bisogni affettivi primari, infantili,
55:13traditi e feriti nelle loro istanze narcisistiche, con un eccessivo senso di frustrazione, rancore,
55:21recriminazione e un profondo senso di vergogna rispetto all'ideale dell'io, ma non di colpa
55:27ed un disperato bisogno di un giusto risarcimento. Questo tragico scenario ci descrive una cosa
55:33molto, molto importante. Quanto un percorso di alleanza educativa tra scuola e famiglia
55:40sia importante e quanto l'aiuto di esperti che possano effettuare percorsi di educazione
55:47affettiva e sessuale affinché le nuove generazioni possano operare, in primi su un cambio culturale,
55:53e poi accrescere il rispetto per se stessi e per gli altri attraverso la consapevolezza emotiva.
55:59L'amore e il rispetto e libertà e reciprocità non permettetemi a nessuno di farvi sentire sbagliati.
56:07Grazie.
56:07Siamo arrivati alla fine. Io vi voglio ringraziare di cuore. Io dico sempre che il primo che deve
56:23studiare è il legislatore, chi riveste ruoli istituzionali, chi presta un servizio allo Stato
56:32e oggi da rappresentante servitorice temporanea dello Stato sento di dirvi grazie. Io oggi
56:41ho studiato, ho appreso tantissimo. Spero che sia l'inizio, lo ripeto, di un percorso
56:48di rete, di lavoro di squadra per poter veramente dare vita a una legge che rispecchi le esigenze
56:57e soprattutto dei giovani e che non sia subita, ma che voi siate parte attive con il legislatore.
57:08Quindi io vi ringrazio davvero di cuore e spero di rivedervi qui presto e di continuare questo
57:16lavoro insieme. Grazie davvero.
57:27Vorrei esprimere un ultimo ringraziamento innanzitutto all'onorevole che ci ha accolto
57:34così amabilmente, alla dottoressa Daniello che ha dato tra l'altro anche un contributo
57:39molto partecipato, molto sentito, ma volevo fare i complimenti non solo ai relatori, ai nostri
57:45studentessi relatrici, ma anche alle professoresse che hanno veramente avuto la grande capacità ,
57:53la sapienza di trasmettere loro i valori fondamentali che sono alla base di qualsiasi riflessione
58:00sentita, propedeutiche ad una crescita sana. Grazie a tutti.
58:05Grazie.
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