Un’indagine della Procura di Roma svela un presunto giro di mazzette e favori all’interno della ex Asl Roma E. Due funzionari, Massimo Borri e Cinzia Nencini, sono accusati di aver proposto contratti con la società Sma Servizi – riconducibile al figlio di Borri – in cambio dell’archiviazione di irregolarità emerse nei controlli sanitari. Le accuse vanno dall’associazione a delinquere alla concussione. Le tangenti richieste variavano da 100 a 488 euro. Un caso emblematico risale al 2011, quando Borri promise di non multare un ristoratore a patto che sottoscrivesse un contratto da 244 euro con la ditta del figlio. Altri sette imprenditori sono imputati solo per corruzione. La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti i coinvolti. Un nuovo scandalo che mette in discussione la trasparenza del servizio pubblico e la fiducia dei cittadini nei controlli sanitari.