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Proviene dalla Federazione Mineracqua (Federazione italiana delle industrie delle acque minerali naturai e delle acque di sorgente) il cartone animato, rilanciato via social, sul «viaggio culinario di Dante Alighieri nelle città italiane». Un viaggio volto a provare le specialità della cucina locale, ed ecco che a Roma «Dante e Bea» si recano alla trattoria «Agrippina» per degustare la mitica carbonara, ma al momento dell’ordine dell'acqua arriva la sorpresa: la ristoratrice porta una bottiglia con «acqua di Roma potabilissima» eppure «filtrata al costo di 2 euro». La polemica esplode con Dante e Bea che spiegano la differenza sulle acque naturali e oligominerali. Il Cartone fa parte della serie «La buona ristorazione comincia dall’acqua minerale» la campagna che la Federazione Mineracqua sta diffondendo per la consapevolezza del consumatore che in alcuni ristoranti forniscono acque trattate, senza specificare come sono trattate e quali sono le componenti e le caratteristiche contenute. Spiega Ettore Fortuna, vice presidente di Mineracqua: «Questa campagna fatta “col sorriso” vuole informare il consumatore sulla pratica che si sta diffondendo nei ristoranti, esclusivamente per interesse economico di servire acqua del rubinetto trattata. L’acqua potabile trattata è somministrata regolata da un decreto ministeriale con delle Linee Guida chiare e dettagliate ma, purtroppo, dall’entrata in vigore del decreto, non risultano essere stati fatti controlli. I rischi per il consumatore sono di bere un’acqua che, se il trattamento di filtrazione è strong, è deprivata dei sali minerali presenti anche nell’acqua potabile in dosi minori rispetto all’acqua minerale e, soprattutto, variabili a seconda della provenienza, fino a renderla distillata: l’acqua distillata non è indicata per il consumo umano. Infine, queste acque trattate vengono fatte pagare come le acque minerali».

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