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  • 08/05/2025
https://www.pupia.tv - Roma - Comitato permanente Diritti umani - Indagine conoscitiva promozione e tutela diritti umani - Audizione - Federico Borello, Direttore di Human rights watch
Alle ore 8.30, il Comitato permanente sui diritti umani nel mondo, istituito presso la Commissione Esteri, in merito all'indagine conoscitiva sull’impegno dell’Italia nella Comunità internazionale per la promozione e tutela dei diritti umani e contro le discriminazioni, ha svolto l'audizione audizione di Federico Borello, direttore esecutivo ad interim di Human Rights Watch. (08.05.25)

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Trascrizione
00:00della Camera dei Deputati. Ricordo che la partecipazione da remoto è consentita alle
00:10colleghe e colleghi secondo le modalità stabilite dall'Aggiunta per il Regolamento. L'Ordine
00:18del giorno reca nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'impegno dell'Italia nella
00:23Comunità internazionale per la promozione e tutela dei diritti umani e contro le discriminazioni,
00:28l'audizione di Federico Borello, direttore esecutivo di Human Rights Watch. Anche a nome
00:34dei componenti del Comitato saluto e ringrazio per la disponibilità a prendere parte ai nostri
00:39lavori il dottor Borello che è accompagnato dalla dottoressa Judith Sunderland. Ricordo
00:46che Human Rights Watch è stata fondata nel 1978 come Helsinki Watch con l'obiettivo di
00:54indagare sulle violazioni dei diritti umani nei paesi firmatari degli accordi di Helsinki.
01:00Da allora le sue attività si sono estese a tutto il mondo con indagini su massacri e
01:06genocidi, ma anche sulle violazioni dei media da parte dei governi e sugli arresti infondati
01:14di attivisti e oppositori politici. Allo stesso tempo il raggio di azione si è ampliato
01:20alle violazioni perpetrate a danno dei soggetti più vulnerabili, tra cui donne disabili e persone
01:27LGBTQ+. Pur basandosi in larga parte su interviste di persone, anche i metodi di ricerca sono cambiati
01:35nel tempo e oggi gli operatori di Human Rights Watch utilizzano immagini satellitari e big data
01:41per individuare e portare all'attenzione dell'opinione pubblica i casi di arresti
01:46ingiustificati o le deportazioni ai danni dei migranti. Dunque per garantire la massima
01:54indipendenza, Human Rights Watch rifiuta finanziamenti governativi e valuta attentamente tutte le
02:01donazioni per assicurarsi che siano coerenti con la sua missione e con i suoi valori.
02:06Bene, allora forniti questi elementi, io sono molto lieta di dare la parola al Dottor Borrello
02:13affinché svolga il suo intervento. Prego Dottor Borrello.
02:18Onorevole Presidente Boldrini, onorevoli deputate e deputati, ringrazio per l'opportunità
02:24di intervenire dinanzi a questo comitato in un momento cruciale in cui l'Europa e l'Italia
02:30in modo particolare sono chiamate a dimostrare i propri valori e la propria determinazione.
02:36Consentitemi di iniziare dal fronte che oggi ci tocca più da vicino, l'Ucraina. Con l'inizio
02:42del quarto anno di guerra su vasta scala, la popolazione ucraina continua a subire gravi
02:46sofferenze a causa delle azioni delle forze russe, responsabili anche di crimini di guerra
02:52e crimini contro l'umanità. Tra gennaio e marzo di quest'anno le vittime civili sono
02:57aumentate di oltre il 40% rispetto allo stesso periodo del 2024. La Russia continua a detenere
03:06migliaia di civili ucraini in violazione del diritto internazionale. Molti sono stati
03:10torturati, trasferiti con la forza o sono scomparsi. Migliaia di bambini sono stati deportati
03:16in Russia o Bielorussia. I prigionieri di guerra ucraina sono sistematicamente maltrattati
03:22e torturati in quello che la Commissione d'inchiesta delle Nazioni Unite ha dichiarato essere un crimine
03:27contro l'umanità e la Russia ha imprigionato centinaia di propri cittadini per essersi
03:33espressi contro la guerra. Grazie alla sua crescente influenza come intermediario tra l'Unione
03:39Europea e gli Stati Uniti, l'Italia si trova oggi in una posizione privilegiata e allo stesso
03:44tempo investita di una crescente responsabilità per la promozione della giustizia e della tutela
03:50dei civili come pilastri essenziali della politica europea per la costruzione di una pace
03:55duratura, anche nel quadro di eventuali negoziati per un cessato il fuoco. Questo impegno si traduce
04:02innanzitutto nel garantire il rilascio dei civili ucraini detenuti illegalmente, compresi
04:08coloro che sono stati trasferiti in Russia. Inoltre questo impegno si traduce nell'esclusione
04:14dell'amnistia per i crimini più gravi. I tavoli di nevo aziato non devono mai trasformarsi
04:21in scorciatoie per l'impunità. Coloro che si sono resi colpevoli di atrocità contro
04:25i civili, prigionieri di guerra o minori deportati devono essere chiamati a rispondere delle proprie
04:31azioni davanti alla giustizia. In questa direzione l'Italia ha il dovere di sostenere apertamente
04:37i meccanismi internazionali di accertamento delle responsabilità, inclusi i procedimenti
04:42giudiziari nazionali, l'applicazione della giurisdizione universale e il lavoro della Corte
04:47Penale internazionale. Perché la giustizia non è una scelta politica, è un imperativo
04:52giuridico ed è soprattutto la via più solida e credibile verso una pace autentica e duratura
04:58in Ucraina come altrove. Ma l'impegno per la giustizia non termina in Ucraina. Affinché
05:06la Corte Penale internazionale possa operare efficacemente nel contesto ucraino, è essenziale
05:12che i governi si impegnino a tutelarne l'indipendenza e le legittimità, a prescindere da dove si è
05:17avvengono i crimini, anche quando ciò comporta scelte politicamente scomode.
05:23Questo principio trova oggi una delle prove più difficili nel contesto delle ostilità
05:27tra Israele e Palestina. Il drammatico bilancio delle vittime civili a Gaza, così come le sofferenze
05:34persistenti dei civili sia a Gaza che nel sud Israele, dimostrano le conseguenze devastanti
05:40di un'applicazione selettiva o del tutto assente del diritto internazionale da parte dei governi
05:46e di gruppi armati. Interi quartieri della striscia di Gaza sono stati completamente distrutti.
05:53La quasi totalità della popolazione, oltre 2 milioni di persone, è stata sfollata, molti
05:59di loro più e più volte. Servizi essenziali come sanità, acqua ed elettricità sono stati
06:05deliberatamente compromessi o negati. E tuttavia, come molte dichiarazioni ufficiali dell'Unione
06:12Europea descrivono la crisi umanitaria a Gaza come se fosse frutto di un disastro naturale,
06:17piuttosto che una crisi creata dalle decisioni e dalle politiche di un governo. Ciò avviene
06:22nonostante siano state emesse tre decisioni giuridicamente vincolanti della Corte Internazionale
06:27di Giustizia, ignorate da Israele che continua a usare la fame come arma di guerra. Ciò avviene
06:34nonostante il primo ministro israeliano sia ricercato per crimini di guerra e contro l'umanità
06:38dalla Corte Penale Internazionale. E anche in Cisgiordania la situazione sta
06:44rapidamente peggiorando. Lo scorso anno la Corte Internazionale di Giustizia ha emesso
06:50un parere storico, affermando l'illegalità dell'occupazione israeliana e denunciandone
06:55la natura oppressiva, contrassegnata da gravi violazioni dei diritti umani, incluso il crimine
07:01di apartheid. La Corte ha chiaramente indicato che gli insediamenti devono essere smantellati,
07:06che gli Stati non devono riconoscere né sostenere l'occupazione, anche attraverso attività
07:11commerciali e che ai palestinesi spetta un risarcimento. Eppure tutto ciò che accade in Cisgiordania
07:18racconta un'altra storia. L'Unione Europea continua a rilasciare dichiarazioni, ma al di
07:24là di qualche sanzione isolata contro una manciata di coloni, resta inerte, mentre le autorità
07:30israeliane continuano a uccidere, sfollare e assediare i palestinesi. Alcuni governi
07:35dell'Unione Europea parlano di voler riconoscere la Palestina, ma nei fatti continuano a intrattenere
07:41rapporti economici con gli insediamenti e a fornire armi e sostegno militare al governo
07:46israeliano. Non è dunque soltanto ipocrisia, si tratta di complicità in queste violazioni
07:53dei diritti umani. È tempo che l'Unione Europea prenda sul serio il diritto internazionale
08:00e passi dalle parole ai fatti. Questo significa vietare il commercio con gli insediamenti, fermare
08:06la vendita di armi, applicare sanzioni mirate contro i funzionari implicati in violazioni e
08:11abusi e valutare seriamente la sospensione dell'accordo di associazione con Israele.
08:17Non si tratta di prendere posizione a favore di una parte o dell'altra, ma di difendere i principi
08:23fondamentali che tutelano i civili e che impongono responsabilità ogni qualvolta tali principi
08:29vengano infranti. Per questo l'Unione Europea, con l'Italia in prima linea, deve sostenere
08:36in modo fermo e coerente i meccanismi della giustizia internazionale, inclusa la Corte
08:41Penale internazionale, senza eccezioni né ambiguità.
08:47Sfortunatamente la Corte Penale si trova oggi sotto forti pressioni. A febbraio gli Stati
08:51Uniti hanno introdotto sanzioni contro il Procuratore, in base a un ordine esecutivo
08:56concepito per ostacolare nel lavoro, incluse le indagini contestate dall'amministrazione
09:01di Donald Trump come quella sulla Palestina. Si prevedono ulteriori misure in tal senso
09:07da parte del Governo americano. Queste sanzioni non solo mettono a rischio l'indipendenza e
09:12l'operatività della Corte, ma hanno un effetto dissuasivo su chi collabora con essa, vittime,
09:19testimoni e organizzazioni della società civile. L'Italia dovrebbe far valere la propria
09:24influenza diplomatica a Washington per difendere l'autonomia della Corte e l'Unione Europea
09:30dovrebbe agire senza indugio per includere queste sanzioni nello statuto di blocco. La cooperazione
09:37e il sostegno dell'Unione alla Corte Penale internazionale non possono essere subordinate
09:42alla politica interna degli Stati Uniti. Tuttavia difendere la Corte non significa soltanto fare
09:49da contrappeso a Washington. Si tratta anche di un'azione di principio da parte di Roma
09:55dove è stato adottato il trattato istitutivo della Corte. All'inizio di quest'anno Osama
10:02al-Masri, oggetto di un mandato da un resto della Corte Penale per crimini di guerra e contro
10:07l'umanità commessa in Libia, anche a danno di migranti, è stato arrestato a Torino. Tuttavia
10:13due giorni dopo le autorità italiane lo hanno rimpatriato in Libia su un volo di Stato.
10:19Mentre la magistratura italiana ha avviato un'indagine sulla vicenda e la Corte Penale
10:23sta valutando il mancato rispetto della richiesta di consegna, il segnale lanciato è stato chiaro,
10:29la convenienza politica ha prevalso sull'obbligo giuridico. Un messaggio analogo è stato trasmesso
10:37quando il Ministro Tajani ha affermato che l'Italia non avrebbe eseguito il mandato di
10:40arresto della Corte nei confronti del Primo Ministro israeliano Netanyahu, sostenendo la
10:46sua immunità in quanto capo di governo. Nonostante siano chiare le sentenze della Corte che affermano
10:52che tale immunità non esiste ai sensi dello Statuto di Roma e che Paesi membri della Corte,
10:58come l'Italia, hanno l'obbligo di arrestare anche un capo di governo in carica. Nel frattempo il
11:05Ministro Tajani e altri esponenti europei hanno incontrato Netanyahu in più occasione
11:09dopo l'impassione del mandato, in evidente contraddizione con l'opposizione ufficiale
11:14dell'Unione Europea sui contatti con individui incriminati dalla Corte. In netto contrasto,
11:21molti governi e l'Unione Europea hanno accolto con favore il mandato d'arresto contro Vladimir
11:26Putin, anche egli capo di Stato in carica. L'Italia non può permettersi di applicare in modo
11:33selettivo i mandati della Corte. Una simile incoerenza mina la credibilità non solo del
11:38nostro Paese, ma dell'intera Unione Europea nel promuovere e difendere lo Stato di diritto.
11:45Se il principio dello Stato di diritto deve avere un significato concreto, esso deve valere
11:49per tutti, senza eccezioni. In un momento in cui il mandato della Corte penale è oggetto
11:55di attacchi aperti e pericolosi da parte di potenze come gli Stati Uniti e la Russia, un impegno
12:00coerente per la giustizia internazionale da parte dell'Italia è più necessario che
12:04mai.
12:07Presidente, onorevoli deputate e deputati, questo ci conduce a riflettere più ampiamente
12:12sulla politica estera dell'Italia, in particolare sul suo ruolo nel Mediterraneo e nel Nord Africa.
12:19Storicamente l'Italia ha avuto un'influenza significativa nel definire l'approccio dell'Unione
12:23Europea verso questa Regione. Oggi però tale ruolo sembra essere sempre più ridotto a un'unica
12:29priorità, il controllo dei flussi miglatori. Questa visione ristretta ha condotto alla conclusione
12:36di accordi che mettono a rischio la vita e i diritti dei migranti, contribuendo al tempo
12:41stesso a silenziare legittime preoccupazioni sul deterioramento della situazione dei diritti
12:46umani nella Regione. In Tunisia stiamo assistendo a un crollo delle libertà civili e politiche.
12:53Lo spazio per il distenso si restringe rapidamente, con decine di oppositori politici, giornalisti e
12:59avvocati arrestati arbitrariamente. I procedimenti giudiziari sono spesso sommari e le condanne
13:06sproporzionate arrivando, come in un caso recente, di una 66 anni di carcere. I migranti, i richiedenti
13:15asilo e i rifugiati sono sottoposti a detenzioni arbitrarie, espulsioni collettive illegali e
13:22di portazioni forzate verso le zone di confine con la Libia e l'Algeria. Anche chi presta
13:28loro assistenza è diventato bersaglio di arresti, intimidazioni e indagini sui finanziamenti,
13:33con l'intento di ostacolarne le attività. Nonostante tutto questo, l'Italia e l'Unione
13:40europea proseguono nel rafforzare i legami economici con il governo tunisino, un governo sempre più
13:45autoritario, trascurando completamente le implicazioni in termini di diritti umani. L'Italia, forte
13:52della sua relazione privilegiata con la Tunisia, dovrebbe invece esercitare la propria influenza
13:57per riportare i diritti umani al centro della cooperazione privata e pubblica con le autorità
14:02tunisine e vincolare la futura cooperazione al rispetto di autentici parametri di riferimento
14:08per i diritti umani. In Libia la società civile è sotto attacco, i gruppi armati agiscono
14:16con totale impunità. Le autorità, sia a Tripoli che nell'est del Paese, continuano ad affidarsi
14:22a milizie non soggette a alcuna responsabilità. Molti attivisti sono stati costretti al silenzio
14:28o all'esilio. Le prove di abusi contro i migranti in Libia sono ormai schiaccianti, detenzione
14:34arbitraria, torture, violenze sessuali, lavori forzati. Le Nazioni Unite hanno documentato
14:42la collusione tra la Guardia Costiera Libica e reti di traffico e contrabbando, arrivando
14:48alla conclusione che forze di sicurezza statali e milizie armate hanno commesso crimini contro
14:53l'umanità nei confronti dei migranti. Di fronte a questo quadro, l'Italia dovrebbe utilizzare
15:00il proprio peso diplomatico per chiedere il rispetto delle libertà fondamentali e promuovere
15:05riforme legislative in linea con il diritto internazionale. Dovrebbe inoltre sospendere
15:11ogni forma di cooperazione in materia migratoria con la Libia, fino a quando non saranno versati,
15:17osservati progressi concreti nella tutela dei diritti dei migranti. Anche in Egitto la situazione
15:24resta profondamente preoccupante. Le forze di sicurezza commettono abusi nella più totale
15:29impunità. L'assassinio di Giulio Regeni rimane un caso irrisolto, così come lo sono
15:35le sistematiche violazioni contro migliaia di cittadini egiziani. Nonostante ciò, l'Italia
15:41e la Unione Europea continuano a aumentare la vendita di armi e il sostegno macrofinanziario,
15:46senza vincolarlo a precisi impegni in materia di diritti umani. L'Italia e le UE devono sospendere
15:53la vendita di armamenti all'Egitto, fino a quando non sarà posta fine all'impunità
15:57per questi gravi abusi. È ora di mettere i diritti e non solo la gestione della migrazione
16:04al centro della politica europea per il Nord Africa. Infine vorrei richiamare l'attenzione
16:10anche su una grave crisi dei diritti umani che si sta consumando alle porte dell'Europa,
16:16il Sudan. In Sudan la guerra è entrata nel suo terzo anno. Le forze di supporto rapido
16:22e le forze armate sudanesi sono responsabili di gravi atrocità, inclusi attacchi indiscriminati
16:30contro i civili a Khartoum, Ghazira e nel Darfur settentrionale. Intere comunità sono state
16:37annientate, mentre donne e ragazze sono vittime di violenze sessuali, inclusi stupri di gruppo
16:43e schiavitù sessuale. Gli sfollamenti continuano ad aumentare, mentre il sistema di aiuti umanitari
16:49si avvicina al punto di rottura. Nell'ultimo mese le forze di supporto rapido hanno distrutto
16:56un campo di sfollati interni che ospitava circa mezzo milione di persone e dove era stata
17:01accertata una carestia in corso dall'estate scorsa. Nonostante la gravità della crisi
17:08e le sue implicazioni regionali e internazionali, la risposta dell'Unione Europea è stata finora
17:13insufficiente. Le sanzioni contro i principali responsabili
17:17tardano ad arrivare. Nessuno strumento serio ed efficace di protezione internazionale è
17:22stato attivato. Regna l'impunità.
17:26In questo contesto l'Italia può e deve assumere un ruolo di primo piano. Deve spingere per
17:32un forte impegno dell'Unione Europea a sanzionare i vertici militari coinvolti in gravi crimini
17:37e a sostenere le indagini in corso, comprese quelle della Corte Penale Internazionale,
17:42e prendere posizione pubblicamente a favore della protezione dei civili e della giustizia.
17:49Presidente, onorevoli deputate e deputati, in tutte le crisi che ho richiamato, dall'Ucrania
17:55a Gaza, dalla Libia al Sudan, emergono due elementi comuni. La sofferenza delle persone
18:02colpite è la necessità di giustizia e di accountability. La parola inglese serve meglio
18:08di qualsiasi parola italiana a rendere il concetto. Rispondere a questa necessità richiede
18:13coraggio politico. Significa prendere posizione non solo quando è facile o conveniente, ma
18:19soprattutto quando è difficile e impopolare. Significa difendere il diritto internazionale
18:24non solo quando coincide con gli interessi dei nostri alleati, ma anche quando implica chiamarli
18:29a rispondere delle proprie azioni. E significa mettere al centro della politica estera la
18:34giustizia per le vittime, non come ripensamento alla diplomazia, ma come pilastro imprescindibile.
18:40La voce dell'Europa ha un peso. La voce dell'Italia ha un peso. In un momento così
18:46critico, il silenzio e l'ambiguità non aiutano nessuno, soprattutto non aiutano coloro
18:52le cui vite dipendono dalla determinazione dell'Unione Europea e dell'Italia nel difendere
18:57la giustizia e i diritti umani.
19:02Grazie, Dottor Borrello, per la sua esposizione. Devo dire che lascia poco spazio a un qualche
19:12ottimismo, perché evidentemente quello che sta accadendo in molte parti del mondo ci induce
19:18a considerazioni di grande preoccupazione. Quindi io penso che bisognerebbe capire come
19:28invertire la rotta, bisognerebbe concentrarsi sull'invertire la rotta e chiedo a lei come
19:36lei ritiene in questo quadro di sfaldamento del sistema multilaterale e dunque anche dell'importanza
19:43della centralità del rispetto dei diritti, del diritto internazionale. Come si può fare
19:49ad arrestare questa tendenza, a fermarla? Volevo anche chiederle, come voi vedete, lo
20:00svilupparsi anche dell'intelligenza artificiale applicata ai conflitti, alle guerre, perché
20:07vede quello che abbiamo visto a Gaza è anche un utilizzo molto, diciamo, in qualche modo
20:17completamente sconsiderato dell'intelligenza artificiale, che non distingue, abbiamo visto
20:24questo sistema lavande che viene usato per colpire degli obiettivi e che nel frattempo
20:30nel colpire degli obiettivi metti in conto anche di colpire civili, infrastrutture civili,
20:39quindi l'utilizzo anche dei killer robot. Voi so che avete fatto un approfondimento, quindi
20:48vorrei anche sapere come questa nuova dimensione della guerra può portare a una totale mancanza,
21:00di regole, eppure noi sappiamo che anche nei conflitti ci sono le regole, ci sono le
21:06convenzioni da rispettare, cosa che appunto abbiamo visto in questo caso a Gaza non vengono
21:14assolutamente rispettate, Gaza dove è difficile parlare di guerra, perché a Gaza non c'è
21:20una guerra, a Gaza c'è un tentativo di sterminio, c'è a questo punto uno Stato che bombarda
21:28sui civili indiscriminatamente e cerca di affamarli e di farli morire di stenti e di privazioni,
21:39quindi è talmente asimmetrica la situazione che è anche difficile in un contesto così
21:44parlare di guerra. Penso che le parole debbano sempre poi essere calate nelle realtà, se l'azione
21:57del governo israeliano è contro Hamas non si capisce perché appunto vengano uccisi indiscriminatamente
22:05i civili e perché vengano fatte oggetto di bombardamenti, scuole, strade, scuole, ospedali,
22:16strutture delle Nazioni Unite, questo dimostra appunto un altro intento, quindi se poteva darmi
22:25qualche delucidazione su questo, sull'utilizzo dell'intelligenza artificiale e dei killer robot,
22:31casi magari specifici che voi state osservando e anche come interrompere questa china devastante
22:43dal punto di vista dei diritti, del rispetto del diritto internazionale, cosa si può fare
22:50per non precipitare nel baratro, perché a me sembra che il passo ulteriore è quello
22:58del baratro e dell'abisso. Grazie.
23:02Sì, grazie Presidente. Allora, la sua prima domanda, cosa fare per contrarrestare questa
23:08tendenza generale? La risposta per me è avere il coraggio e la visione di capire che il nostro
23:21interesse, parliamo come Italia, non è transazionale in ogni specifica situazione in cui vogliamo
23:30ottenere qualche vantaggio, ma è veramente, il nostro Paese ha prosperato dopo secoli e secoli
23:35di guerre in pace grazie a un sistema internazionale di pace e sicurezza che è stato messo, è stato
23:43creato dopo la Seconda Guerra Mondiale. Se noi contribuiamo attivamente a smantellare
23:48questo sistema, qual è l'alternativa? Per il momento l'alternativa è l'uso della forza
23:55come strumento per ottenere vantaggi politici, se noi pensiamo che l'Italia possa prosperare
24:02in questo mondo, secondo me ci sbagliamo e quindi vuole dire prendere decisioni difficili,
24:10vuole dire a volte essere in disaccordo con i propri alleati per mantenere il concetto di giustizia,
24:19quello che, insomma, molti di noi sono cresciuti dopo la guerra in Jugoslavia e noi abbiamo
24:27visto lì una determinazione dell'Europea e degli Stati Uniti per 15-20 anni a portare
24:33a giudizio tutti i responsabili delle crimini di quel conflitto e tutti quelli che sono stati
24:40poi condannati dal Tribunale Internazionale per l'ex Jugoslavia sono stati portati a giudizio
24:47e quindi questo dovrebbe essere il nostro parametro, purtroppo non lo è e credo che sia
24:57una miopia che noi e i nostri figli pagheremo caro in futuro.
25:03Per quanto riguarda l'intelligenza artificiale, la mia riflessione è in generale sul ruolo
25:10tra tecnologia e guerra, perché io in realtà vent'anni fa ho visto quando venivano i droni
25:19per la prima volta sul campo di battaglia, gli entusiasti che dicevano questi droni finiranno
25:27le vittime civili perché sono così precisi che questa tecnologia è chirurgica.
25:35Il risultato l'abbiamo visto, in realtà non è stato così, perché ogni tecnologia viene
25:42utilizzata da esseri umani a certi fini e quindi in realtà noi abbiamo visto che è stata
25:51in certi conflitti devastante. L'intelligenza artificiale è estremamente preoccupante perché
25:59portata agli estremi, come ha menzionato i killer robots, si tratta di dare la responsabilità
26:06di decidere vita o morte a un algoritmo. Una volta che queste macchine di intelligenza
26:17artificiale, questi killer robots, sono mandati sul campo di battaglia, decidono loro chi
26:25uccidere e chi non uccidere, sulla base di esperienza precedente e spesso fondata su
26:31discriminazioni e su problematiche, ma poi soprattutto distrugge il concetto di responsabilità.
26:40Se vengono uccisi dai civili, chi è responsabile? Colui che ha mandato il killer robot sul campo
26:47di battaglia, colui che ha creato il software? Chi è? E quindi andiamo verso un mondo in cui
26:54non c'è responsabilità né morale né giuridica più per nessuno. E quindi noi siamo parte
27:01della campagna Stop Killer Robots proprio perché pensiamo che nonostante la tecnologia, non siamo
27:07assolutamente contro l'uso della tecnologia in tutti gli aspetti della vita che ci possono
27:12aiutare, ma ci deve essere un limite, un limite etico e giuridico e purtroppo il nostro,
27:18il sistema internazionale giuridico da sempre fa fatica a tenere il passo della tecnologia
27:26e quindi adesso ci sarà un incontro a New York il 12 e il 13 maggio e noi abbiamo rilasciato
27:31un rapporto settimana scorsa sui killer robots proprio perché chiediamo che ci sia lo sviluppo
27:40di uno strumento internazionale che possa regolarli e proibirli. Infine qualche parola su
27:46Gaza, noi siamo d'accordo con lei Presidente, abbiamo pubblicato tantissimi rapporti sull'utilizzo
27:55della fame come arma di guerra, sullo sfollamento forzato della popolazione palestinese e questi
28:03rapporti hanno dimostrato che le vittime civili non sono un effetto collaterale della guerra,
28:11ma ci sono purtroppo degli atti deliberati di attaccare i civili, così come noi abbiamo
28:16pubblicato un rapporto sulle violazioni del 7 di ottobre che chiaramente dimostrava che
28:21i crimini commessi dai miliziani di Hamas erano anche quelli crimini contro l'umanità,
28:28i crimini di guerra diretti verso la popolazione civile e quindi bisogna fermare questa violenza,
28:35questo sterminio, questo desiderio di pulizia etnica che sembra essere il fine di questa
28:43campagna. Bisogna smettere di vendere armi, bisogna implementare, eseguire, aiutare la Corte
28:50Penale con i propri mandati e bisogna isolare coloro che sono accusati di crimini contro l'umanità
28:57da una parte e dall'altra.
29:01Bene, io la ringrazio Dottor Borello anche per queste risposte, auguro a lei a Human Rights
29:09Watch buon lavoro, c'è molto bisogno oggi di questo vostro osservatorio per poter dare
29:18tutti gli strumenti anche ai decisori politici perché non si possa dire che non si sapeva,
29:24invece si sa e la politica non può non prendere atto e anche correre ai ripari perché come
29:34dico secondo me questa china è veramente quella che va verso contrario rispetto a quello
29:42che è accaduto finora, noi abbiamo vissuto decenni di pace e di benessere, almeno come Italia,
29:49come Europa perché parte di un sistema multilaterale, di un sistema in cui si cercava comunque di
29:56addivenire al rispetto del diritto umano e alla soluzione pacifica dei conflitti, se salta
30:04tutto questo la legge del più forte, la legge della giungla non garantisce sicurezza a nessuno,
30:10quindi accettiamo e accogliamo con favore la sua esortazione e cercheremo anche attraverso
30:15gli atti parlamentari di portare avanti questa necessità di fermarsi e di cercare di riprendere
30:26in mano un sistema che invece va preservato e se possibile rafforzato in questi momenti
30:33molto difficili. Grazie, dichiaro chiusa l'audizione.

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