Da oggi al 29 giugno all’Holiday Inn - Eur Parco Dei Medici si tiene il congresso internazionale “CDKL5 All InVolved”. Si tratta di un evento che permette a famiglie e ricercatori di confrontarsi, con l’obiettivo comune di trovare una cura per la patologia genetica rara del disordine da deficit di CDKL5. Tra i relatori c’è la ricercatrice e professoressa dell’Università Federico II di Napoli, Maria Luisa Tutino, che ha una figlia con questa patologia e che studia un batterio in Antartide per trovare una cura.
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[caption id="attachment_2591808" align="aligncenter" width="1024"] Disegno della fumettista Simona Binni per il congresso internazionale CDKL5 All InVolved[/caption]
A Roma, grazie all’associazione CDKL5 - Insieme verso la cura, si farà il punto su questa malattia, in un evento che unisce circa 300 partecipanti tra famiglie, 41 bambini con disordine da deficit di CDKL5, ricercatori, clinici e rappresentanti dell'industria farmaceutica. Gli approcci terapeutici allo studio vanno dalla terapia genica al genome editing, spiega la professoressa Maria Luisa Tutino, ricercatrice dell'università di Napoli Federico II e mamma di una bimba Cdkl5, Elettra Yvonne, 15enne.
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La professoressa Tutino, insieme ad altri colleghi, sta effettuando studi sulla terapia proteica sostitutiva, attraverso la produzione della proteina umana in batteri isolati dall'acqua di mare in Antartide. Il batterio su cui si sta concentrando la ricerca è lo Pseudoalteromonas haloplanktis TAC125, batterio marino antartico, unico ospite nel quale la proteina CDKL5 si produce in maniera ricombinante. «Sono convinta che nei prossimi 5 anni avremo una svolta», ha dichiarato. «Non è detto che saremo noi, ma in questa “gara scientifica” con la vittoria di uno vince tutta la comunità».