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Parigi ha trovato una nuova musa: Miley Cyrus. La cantante, in tour promozionale per il suo ultimo album Something Beautiful, ha illuminato la capitale francese con look spettacolari che uniscono vintage, street couture e omaggi alle icone dell’alta moda. L'artista americana ha incantato fan e fotografi usando Parigi come passerella di prova per la sua consacrazione a icona del fashion. Cyrus e il suo stylist Bradley Kenneth si sono divertiti usando creatività e provocazione.

Lo stilista è riuscito ad unire lo stile personale della cantante a look d’altri tempi con alcuni dettagli tipici della moda francese. Dalle piume di pavone e i guanti in pelle a un top nero senza spalline con un fiocco in pelle sul petto. Teatralità, sensualità ed eleganza hanno trovato modo di esprimersi in paillettes stile Moulin Rouge, omaggio a Thierry Mugler, e in completi Saint Laurent.

[idgallery id="1609810" title="Lo stile di Miley Cyrus"]
Il vedo-non-vedo di Miley, per i fan nella sua "Censori era"
Tra gli outfit più discussi di Miley Cyrus a Parigi c'è un’abito in chiffon grigio-azzurro totalmente trasparente. Un vedo-non-vedo che, in realtà, lascia molto spazio all’immaginazione. Cyrus sembra una ninfa guerriera dai capelli vaporosi in stile anni ’80. I ricami floreali piumati e metallici, simili a piume di pavone, si aprono sul petto come uno scudo naturale. Il bustier è un’opera scultorea, non serve il reggiseno.

L’unica cosa che indossa sotto il vestito è un micro slip nero. Sui social è bastato un attimo: “Miley is in her Censori era,” ha scritto un utente su X. “Solo lei può essere così nuda e comunque così elegante,” continua un altro. Il confronto con Bianca Censori, nota per i suoi body trasparenti, è stato forse inevitabile. Ma parlare di “Cersori era”, appare è un pò forzato. Cyrus porta con sé una lunga e solida storia di trasformazioni stilistiche, performance provocatorie e grande capacità di narrazione. Il suo intento non è solo quello di stupire. La sua scelta audace è consapevole e per nulla forzata. 

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L'omaggio ai maestri della moda
Durante il suo soggiorno parigino Miley Cyrus ha reso omaggio ad alcune delle firme più iconiche dell’haute couture. Tra gli outfit più acclamati spicca un abito d’archivio nero tempestato di strass con motivo Torre Eiffel, firmato Patrick Kelly. Il primo designer afroamericano che è riuscito ad infrangere le barriere nella rigida industria della moda europea ed essere ammesso nella Chambre Syndicale du Prêt-à-Porter francese nel 1988.

Non sono mancati tributi a Valentino, con un mini-abito in maglia tigrato sui toni del grigio e nero. E un secondo look più sensuale per una performance al Billions Club: un abito lungo con paillettes effetto serpente, e scollatura profonda Per il palco, Cyrus ha infine scelto Mugler. La cantante ha sfoggiando un mini-abito blu paillettato in stile Moulin Rouge con bustier tempestato di cristalli .

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Something Beautiful non è solo un album, ma una dichiarazione di stile
Miley Cyrus ha usato il proprio corpo come tela per raccontarsi. Con la creatività visionaria del suo stilista, ha trasformato la moda in un linguaggio autobiografico. In una recente intervista con Monica Lewinsky, ha parlato apertamente dei traumi vissuti in adolescenza e dei suoi «dieci anni bui», da cui è uscita con forza e determinazione. «Ho messo ordine da sola, senza terapia. Ho ricostruito i rapporti familiari partendo dalle cose leggere», ha rivelato la cantante. Il corpo nudo non è solo provocazione, ma simbolo di riconciliazione, di libertà conquistata, di guarigione. Parigi la celebra non solo come pop star, ma come icona fashion capace di accendere le discussioni.

«Questa epoca ha una ricchezza e una profondità che sembrano moderne e senza tempo», ha dichiarato lo stilista Bradley Kenneth a Vogue. «Per me si tratta di tradurre la musica nello styling, in qualcosa di visivo ed elevato». Ed è proprio quello che Miley Cyrus ha fatto a Parigi: raccontare la sua evoluzione attraverso la moda, fondendo corpo, visione e musica in un linguaggio unico.  Something Beautiful non è solo un album, ma una dichiarazione di stile.

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