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  • 20/03/2025
Il rapporto tra uomo e tecnologia è da sempre al centro di numerose discussioni, polemiche e spaccature di pensiero. Con l’introduzione di sistemi sempre più automatizzati, aumenta di pari passo, anche la tendenza a fraintendere la loro funzione integrativa e ad interpretarli di conseguenza, come strumenti sostitutivi alla figura umana.

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Trascrizione
00:00A casa di amici il salotto di Radio Roma. Approfondiremo prevalentemente il rapporto
00:09tra uomo e tecnologia e non solo perché chiaramente tutti i concetti che poi ne
00:14derivano sono moltissimi quindi cercheremo di farlo al meglio possibile. Intanto io
00:20partirei proprio con questa domanda dottore, io percepisco anche una certa differenza tra
00:27quello che è il rapporto del appunto percepito dall'utente comune tra uomo e tecnologia e
00:35anche quella invece reale, effettiva. Quindi lo chiedo a lei, che rapporto c'è tra uomo e
00:43tecnologia? Queste sono domande vastissime, la questione è diciamo che si può riassumere in
00:55questo senso. Come già ci avevano fatto notare come filosofi della scuola di Francoforte quello
01:06che accade è che i media di seconda generazione che quindi non sono più soltanto la radio,
01:11la televisione, i giornali, ma i media di cui disponiamo oggi che in particolare sono i social
01:19media e tutte quelle piattaforme in cui condividiamo sostanzialmente anche della nostra
01:29intimità, il nostro modo di pensare, c'è tutta una bionivocità nel flusso di informazioni. Un
01:38tempo eravamo fruitori di informazione, adesso ci hanno reso produttori, questo sembra un rapporto
01:44più attivo, sembra un qualcosa che ci dia il controllo di tutta questa ambito dell'espressione
01:52umana. In realtà appunto cosa succede? Che non ci accorgiamo, e qui rispondo alla domanda che
01:57differenza c'è tra quello che è il rapporto reale e il rapporto percepito, non ci accorgiamo come
02:03diceva Guy Debord che questa medialità non è più soltanto uno strumento che utilizziamo, ma diventa
02:12un qualcosa che plasma la nostra sfera estetica, cioè plasma la nostra modalità di percepire il
02:20mondo, il nostro regime del desiderio, i nostri gusti. Come diceva Guy Debord non ho più un
02:26percepire che è il mio, ma il percepire di fatto è programmato, è plasmato, è indotto da una
02:33collettivizzazione anche del sentire. Questo è un pericolo potenziale e attuale in realtà e
02:40sostanzialmente questo crea uno scollamento tra la percezione che ha l'utente medio di essere
02:49qualcuno che governa la propria vita, governa i propri strumenti e in realtà quello che accade,
02:54cioè il fatto che ti trovi fagocitato dentro un ingranaggio che come diceva la Shoshana Zuboff,
03:00parafrasandola diceva quando la merce è gratis la merce sei tu, quando lo strumento è gratis lo
03:08strumento sei tu. Infatti quello che adesso è il contenuto desiderato e diciamo così prelevato,
03:18succhiato da questo tipo di strumenti che non sono più solo degli strumenti, è proprio il tuo regime
03:25percettivo, che gusti hai, che idee hai, che cosa per te è importante. Sono tutti strumenti che
03:32servono per trovare i modi per fare leva in realtà in un controllo di massa che esiste e
03:38non è soltanto un qualcosa a fini commerciali in realtà, poi ci sono delle cose come sappiamo che
03:43sono molto più sottili e molto più pervasive. Questo adesso in due parole perché ci sarebbe
03:48da dire così tanto lo capisco benissimo. A questo punto mi viene da chiederle, lei prima parlava
03:55anche di pericolo, mi sono aggrappata a questo termine, a questa parola perché secondo me adesso
04:00è molto importante e a proposito di percezione anche molte persone temono, hanno paura, vedono
04:06la tecnologia alle volte come un pericolo e quindi la domanda è ma l'uomo verrà veramente sostituito
04:12in futuro dalle nuove tecnologie o meglio la tecnologia deve per forza imporsi e quindi
04:19chiederci degli aggiornamenti continui al nostro modo di vivere? Ecco questa è una domanda,
04:25se l'uomo verrà sostituito o meno la questione dipende dallo stato di coscienza che questo uomo
04:32riesce a inverare perché parafrasando Jung non so come dire così come è vero che ogni archetipo non
04:40portato a coscienza diventa un destino, qui mi viene da dire che se io non porto a coscienza
04:47il fatto che questo ambiente mediale non è soltanto uno strumento esterno che io utilizzo,
04:55ma diventa sostanzialmente un ecosistema che riscrive le mie coordinate, che riscrive
05:02addirittura il mio paradigma di implicazione percettiva, allora questa inconsapevolezza
05:14secondo me è la prima pietra per la strada spianata verso la completa fagocitosi e la
05:22completa sostituzione, quindi tanto meno ne siamo consapevoli di questo e quindi tanto meno riusciamo
05:28a essere in una posizione che come diceva Heidegger ci permette anche di fare un passo indietro rispetto
05:34alla tecnica, cosa voglio dire? E qui rispondo alla seconda parte della sua domanda, ma la
05:40tecnica quindi deve sempre arrivare a sostituire tutto quello che è precedente, cosa voleva dire
05:45Heidegger? E' vero che io con la tecnica, il progresso, le nuove possibilità di gestire,
05:52governare processi fisici e quant'altro posso conquistare nuovi spazi d'azione, però qui ci
06:04sono due grossi problemi che si relazionano a questo tema, se io voglio avere una posizione
06:14che sia in qualche modo veramente attiva rispetto alla tecnologia, in qualche modo, così come con
06:24una calcolatrice, così come con un ascensore, io posso anche smettere di fare i conti a mente
06:30e usare solo la calcolatrice, posso smettere di fare le scale e usare solo l'ascensore,
06:34per una sorta di idea anche di comodità o efficienza, che sono due cose che vanno abbastanza
06:41a braccetto, ma è veramente un miglioramento? Cioè nel senso poi io come processo vivente,
06:47come struttura biologica che di fatto esiste proprio se chiamata a soddisfare dei bisogni,
06:58proprio anche a compiere degli sforzi, a mantenere vive le funzionalità che pertengono alla mia
07:03struttura, paradossalmente se io mi faccio totalmente fare tutto quanto dalla tecnica,
07:08io divento un ameba, io divento una sorta di blob che non è poi neanche capace di pensare,
07:14ricordo sempre che un caso simpatico, ma tragicomico che viene trattezzato in merito a questo è nel
07:23film Idiocracy, fa vedere un'ipotetica umanità tale per cui se il trend della cognitivo grazie
07:31anche all'utilizzo di continuo di social media, della tecnologia, della digitalizzazione,
07:36dei bot, degli algoritmi è questo, un domani l'uomo si ritrova ad essere praticamente una
07:43sorta di tonto ambulante che non è in grado di fare proprio cose che oggi sarebbero elementari
07:50e questa è una cosa che anche Giulietto Chiesa aveva messo a fuoco, cioè le generazioni man
07:54mano sono sempre più stupide delle precedenti, parole sue, proprio perché c'è sempre una,
08:00ah beh tanto è comodo e allora facciamo sempre, e quindi man mano atrofizzi le tue funzioni,
08:05un po' come esatto, usi sempre l'ascensore, poi ti chiedo di fare dieci gradini e arrivi su col
08:11fiatone, usi sempre la calcolatrice, faccio esempi banali, in realtà pensiamo che sono
08:17molto più grandi, l'intelligenza artificiale adesso i ragazzini la usano per scriversi le
08:20tesine di maturità, ma quindi domani questa gente che deve votare, valutare come va il mondo,
08:26fare un tipo di considerazione anche d'insieme di quelle che sono le situazioni, di prendere
08:34delle scelte, capiamo che così l'umanità diventa un qualcosa di estremamente limitato a cui affidare
08:42poi delle decisioni, quindi è un po' questo il discorso, e quindi diventa sempre più giustificato
08:50l'essere sostituiti da qualcosa, che poi cos'è questo qualcosa? La chiamano intelligenza
08:55artificiale, è un'intelligenza, è qualcuno, è un sistema vivente che può dirsi tale a cui possiamo
09:04riferire la categoria dell'esperienza, cosa ne sa l'intelligenza artificiale della pioggia,
09:09cosa ne sa l'intelligenza artificiale della sofferenza, cosa ne sa del sacrificio, degli scopi,
09:15dei sentimenti, sono cose che sembrano banali, ma assolutamente il discorso è molto chiaro e questo
09:23è il motivo per il quale anche noi qui in a casa di amici ci siamo impegnati tantissime volte a dire,
09:29a cercare di far capire le persone che i sistemi digitali così come le nuove tecnologie possono
09:34essere un vantaggio ma anche un pericolo, sta a noi saperle utilizzare perché chiaramente se si
09:42sostituisce si crea un danno, se invece si integra, perché tecnicamente insomma ecco è iniziato tutto
09:48così, un sistema di integrazione di supporto non di sostituzione è tutta un'altra cosa, quindi diciamo
09:54che poi si vengono a bilanciare altri due concetti, come lei diceva in precedenza efficienza, sì però
10:00poi si diventa pigri se si arriva alla completa sostituzione, quindi spetta a noi in realtà, no?
10:06Sì, mi aggaccio a quello che ha detto nella frase precedente che è molto importante, ha detto bene,
10:13uno strumento resta tale, quindi uno strumento come lei in cucina ha un coltello, la forchetta,
10:21un tagliere, se anche appunto come ci ha insegnato Orwell utilizziamo la lingua in modo intelligente
10:30perché già chiamarla intelligenza artificiale è qualcosa che ovviamente sposta un pochino il regime
10:39di pertinenza di questo strumento, che se invece vogliamo essere molto asciutti e andare a vedere
10:43cos'è, si tratta semplicemente di potenti, potentissimi algoritmi che dispongono di una
10:49miriade di dati, ma voglio dire non è niente di diverso di quello che anche faceva comunque fino
10:56che la chiamassimo così, voglio dire era semplicemente, Emilio del Giudice diceva che
10:59un computer è un cretino veloce, che è la cosa giusta, cioè è uno che non è che capisce niente,
11:05è un oggetto che non capisce ma fa delle procedure. Ma soprattutto è stato poi impostato
11:09dall'uomo. Bravissima, è lì che volevo anche arrivare, cioè nessuno si chiede questa
11:15intelligenza artificiale, in partito io la deprecherei, io riprenderei una nomea che ha
11:21dato uno psicologo spagnolo dove IA sarebbe l'acronimo di invasione algoritmica. Allora
11:27diciamo questi algoritmi fanno cose, sono potenti sì perché per due motivi, abbiamo aumentato la
11:34capacità di integrazione circuitare nelle macchine e perché poi abbiamo una grandissima quantità di
11:41dati, quindi questi algoritmi possono dare un po' un'idea di essere apprendenti, di comprendere
11:48delle cose perché hanno una quantità di dati immensa su cui fare mediazioni statistiche eccetera,
11:53quindi se tu gli chiedi anche per dire ma secondo te come si fa la torta allo yogurt,
11:58loro scansionano una quantità enorme di roba e ti dicono guarda potresti avere questa ricetta,
12:03ma non perché abbia un'esperienza di questo. Allora arrivo alla cosa, scusate se a volte mi
12:07divago, ma il discorso è chiamare le cose con il loro nome, primo, perché altrimenti qui sta
12:15venendo fatta passare l'idea che ah ma sai, l'uomo non riuscirà mai, se tu senti parlare
12:22Raymond Kurzweil, uno dei transumanisti di punta, il discorso è no ma l'intelligenza biologica
12:30dell'essere umano sarà obsoleta, tanto non potrà mai competere con quella dell'intelligenza
12:34artificiale. Che definizione di intelligenza stiamo dando? Perché questo è il problema,
12:39il discorso è efficienza, appunto allora io domani posso inventare una tecnologia che mi
12:49cuoce un cavolfiore in 0,8 secondi, va bene, dobbiamo vivere la vita soltanto nell'efficienza
12:57assoluta o forse riusciamo anche a ricordarci che la vita è fatta di oh che bello, ho fatto
13:03una ricetta con la padella di coccio, ho cotto il mio cavolfiore come faceva la noccia, lo so che
13:10fa ridere, io sto facendo gli esempi terra a terra, per far capire a tutti certo, e possa
13:16capire, cosa vogliamo fare, se noi andiamo in mano all'efficienza come principio totalitario,
13:21tra l'altro come lei correttamente ha detto, abbraccetto con il tema della pigrizia, ma dai,
13:29sai oggi chi è che ha più voglia di mettersi lì e fare uno stufato, una cosa a caso, che ci vuole
13:34un'ora e mezza, sì ho capito, però effettivamente sappiamo tutti la differenza di cosa significa
13:40fare per esempio un cibo precotto, un cibo che riscaldi 3 minuti, oppure una cosa che ti sei
13:45andato a raccogliere nell'orto e te la fai, la domanda è che cosa vogliamo dalla vita? Ed è
13:51qui il discorso del fare un passo dietro la tecnica, io a un certo punto dico ma a me non
13:54me ne frega niente, se io mi cuocio un cavolfiore in 0,8 secondi, perché è arrivata una tecnologia
14:00che me lo fa fare, posso tenermela come carta da giocare, va bene, però la vita è fatta anche di
14:06la condivisione, che cosa serve ridere, cosa serve dare una carezza a un bambino, cosa serve fare,
14:12ne so, farsi una passeggiata in montagna, tanto vai in palestra, ti do tutte le macchine che ti
14:19fanno fare con più efficienza il movimento di quel muscolo, quell'altro, quell'altra roba,
14:23ma capiamo che qui, esatto, cosa sta succedendo? Dentro la pigrizia del tipo appunto non ho più
14:29voglia di fare le cose e dentro l'efficienza, che è quella del tanto tutto il resto è una
14:35perita di tempo, dobbiamo arrivare sempre al punto, all'obiettivo eccetera, questa corsa del no,
14:39e non si sa poi dove si deve arrivare, perché dove dobbiamo andare, tanto cosa c'è? Questa
14:45scienza che deve comunque per forza, non si è mai soddisfatti, anche questo è profondamente
14:50narcisistico, io dico, forse dobbiamo ricordarci che quello che poi ci portiamo a casa, dentro,
14:57nella nostra vita, e che possiamo passare agli altri, che forse diventano veramente il contenuto
15:01che porta a miglioramento, che porta a crescita di coscienza, sono questo tipo di esperienze,
15:06la capacità della calma, la capacità del assaporarsi le cose, del vederle fare con una
15:14modalità che è quella, che ci rapporta a quella vera ecosistema, che non è quello digitale,
15:19che non è quello monetario, che non è quello giuridico, a cui apparteniamo e dal quale la
15:25nostra vita dipende, che è l'ecosistema del BIOS, della rete della vita. A casa di amici,
15:33il salotto di Radio Roma.

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