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  • l’altro ieri
🗺🇹 Paese del sale e del mate

🚩 A seicento metri d’altitudine, Lungro si adagia tra le verdi onde del Parco del Pollino. Un punto d’osservazione privilegiato su storia, cultura e paesaggio.

Passeggiare nel centro storico è come percorrere un racconto di pietra. Tra i vicoli si percepisce qualcosa di unico: la gjitonia.
Non è solo “quartiere”. È comunità. Un modo d’abitare che è anche un modo d’essere.

Visitare Lungro significa vivere un viaggio nel tempo e nello spazio, scoprendo un borgo che parla una lingua antica e canta un inno eterno alla vita…

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Categoria

🏖
Viaggi
Trascrizione
00:00A 600 metri d'altitudine, Lungro si adagia tra le verdi onde del Parco del Pollino,
00:24un punto d'osservazione privilegiato su storia, cultura e paesaggio.
00:31Lungro è un paese di minoranza linguistica, un paese albresci.
00:35Si trova al parte nord della Calabria, ma non molto distante da Sibari il Mariodio.
00:41Le origini di Lungro affondano nel passato più remoto.
00:45I primi insediamenti risalgono al Neolitico ed erano probabilmente già legati all'attività della miniera di Salgemma,
00:53vero motore della storia del territorio.
00:57Molto prima degli uomini era la terra a parlare e a Lungro parlava di sale.
01:03Fino al 1976 la miniera di Salgemma ha nutrito famiglie, sogni e lavoro.
01:11La miniera di Salgemma di Lungro è stata un punto di riferimento importante dal punto di vista culturale e geologico per secoli.
01:19È stato anche teatro di battaglie storiche, sociali, sindacali nel tempo e risorgimentali.
01:29Oggi il Museo Storico della Salina racconta, tra strumenti e storie di vita,
01:35il fascino di un'epopea industriale che ha scolpito il volto del paese.
01:40Il Museo della Miniera di Salgemma nasce proprio per preservare la memoria della Salina.
01:47È nato per volontà del professore Giovanni Battista Rennis, all'epoca assessore alla cultura del Comune di Lungro,
01:56che coadiuvato da un piccolo gruppo di validissimi collaboratori,
02:01riuscì a reperire tutti i documenti proprio presenti in Salina.
02:06Successivamente il Museo espose anche una serie di donazioni da parte dei cittadini,
02:15da parte dei familiari degli ex lavoratori in Salina.
02:19Quindi grazie allo sforzo del professor Rennis, a cui è intitolato il Museo,
02:25e grazie alle donazioni dei cittadini si è riusciti a ricostruire un po'
02:30quelli che sono i passaggi fondamentali della storia,
02:33quelle che sono le cose che vedete qui, qui esposte,
02:36ciascuna di esse con un proprio significato e ciascuna di esse meritevole di una storia a sé.
02:41Un passaggio storico importante ha lasciato un'impronta profonda nella storia del borgo.
02:49Sul finire del Quattrocento si insediarono qui 17 famiglie albanesi,
02:54guidate dal condottiero Giorgio Castriota Scanderbeg.
02:58Fu un evento che diede origine a una nuova comunità, viva e orgogliosa.
03:03L'insediamento degli arbreci, delle famiglie albanesi, è attestabile intorno al 1486.
03:12Un gruppo di 17 fuochi, di 17 famiglie provenienti dall'Albania,
03:17si insediò qui all'Ungro in un casale che era popolato già da popolazione autoctona,
03:27una popolazione che dipendeva dai monaci basiliani di Santa Maria delle Fonti.
03:33L'identità arbreci pervade ogni angolo di L'Ungro.
03:37Qui si parla ancora la lingua degli avi e si custodiscono i riti bizantini
03:41in un mosaico di tradizioni che resistono al tempo.
03:45Oggi L'Ungro è una comunità che mantiene ancora le tradizioni,
03:49parla ancora la sua lingua dai bambini alle persone anziane.
03:53La prima lingua che il bambino parla è la lingua arbreci,
03:57perché viene parlato a casa e poi a scuola impara l'italiano.
04:01Passeggiare nel centro storico è come percorrere un racconto di pietra.
04:07Tra i vicoli si percepisce qualcosa di unico, la ghiitonia.
04:12Non è solo quartiere, è comunità, un modo d'abitare che è anche un modo di essere.
04:17La ghiitonia è una sorta di struttura sociale e anche architettonica,
04:26deriva da questi gruppi di famiglie che si sono insediate nei secoli,
04:33tanti secoli fa a L'Ungro, e che ancora conservano questi vincoli
04:38e tramandano questi vincoli sociali, culturali, che ne caratterizzano appunto l'esistenza.
04:46La ghiitonia custodisce in pratica anche quella che è l'essenza della civiltà arbrece,
04:53basata sulla fratellanza, sulla vicinanza, sul mutuo soccorso, sulla parola data
04:59e anche e soprattutto sull'accoglienza.
05:02Cuore religioso del borgo è la cattedrale di San Nicola di Mira, simbolo dell'eparchia di L'Ungro.
05:09La cattedrale di San Nicola di Mira è il tempio più importante dal cattolicesimo arbrece.
05:18È stata eretta a cattedrale nel 1919, cioè l'anno della fondazione dell'eparchia.
05:24È una chiesa a croce latina con un'abside centrale che ritrae il mosaico del Cristo Pantocrator,
05:36che è opera del maestro Dobronico.
05:38Ciò che balza agli occhi e che rende prezioso questo tempio, questa chiesa,
05:46è l'iconostasi realizzata da Giovanni Battista Conti nel 1921,
05:51nonché il mosaico della Platitera, della Madonna Platitera,
05:56che è stata eseguita dal maestro italiano Ranocchi.
06:01Un'altra opera interessante della cattedrale di L'Ungro sono le porte,
06:06che sono state realizzate da Giovanni Talarico, uno scultore calabrese,
06:11e testimoniano una delle prime opere in alto rilievo, a carattere bizantino.
06:18Inoltre, il vicino museo diocesano racconta il cammino secolare della comunità.
06:26Quest'anno festeggiamo i primi dieci anni del museo diocesano,
06:31che è ubicato appunto nel palazzo dell'eparchia in corso Skanderbeg.
06:35Il museo è stato fortemente voluto dal vescovo Ercole Lupinacci,
06:43ed è ancora oggi implementato dall'attuale vescovo Donato Liverio,
06:50che ne ha fatto un vero e proprio sito di interesse nazionale,
06:56raccogliendo delle opere pregevoli provenienti da diverse parti dell'eparchia,
07:02da diversi paesi, da diverse parrocchie,
07:05per custodire all'interno di questo museo
07:08le testimonianze dell'arte religiosa degli arbresci.
07:14Un patrimonio materiale che va di pari passo
07:17con una ricchissima tradizione immateriale, laica e profana.
07:23Sul primo versante opera l'Accademia del Mate,
07:26che celebra una tradizione unica.
07:28La preparazione del Mate, antica eredità degli scambi culturali,
07:33con l'America Latina.
07:35In tutte le gitonie, i vicinati della nostra comunità,
07:39si beve il Mate, ma sin dai tempi antichi,
07:41sin da quando gli ugresi che andarono in Argentina
07:44hanno portato, quando sono rientrati qui da noi,
07:47questa cultura del Mate.
07:48Il Mate è segno di unità, è segno di vicinanza tra le nostre gitonie.
07:52Il calendario liturgico trova nella Santa Pasqua
07:56il suo momento più solenne,
07:58tra incensi, icone, canti e processioni.
08:02Oriente e Occidente si intrecciano in un'unica, intensa armonia.
08:10Qui il tempo si ferma e il sacro si fa quotidiano.
08:14Le celebrazioni pasquali nella nostra comunità
08:21sono veramente particolari,
08:23anche perché come chiesa bizantina
08:25siamo un ponte tra Occidente e Oriente.
08:28Le ufficiature durante la Settimana Santa
08:30sono ufficiature veramente sentite nella nostra comunità.
08:34Sono ufficiature antiche,
08:35dove manteniamo il rito bizantino,
08:38quello che veniva ufficiato dai tempi di Costantinopoli.
08:41Abbiamo assistito nel venerdì santo con l'epitafio strinos,
08:45le lamentazioni funebri,
08:47i celebrati davanti al Cristo morto,
08:49intonano le lamentazioni.
08:52Anche il sabato santo per noi è già preannuncio di festa.
08:55Dopo il canto della Nasta Ofeos,
08:57dopo la lettura dell'epistola,
08:59sorgi Dio,
09:00vengono sparsi fiori in cattedrale,
09:03c'è già il preannuncio della resurrezione di Cristo.
09:06Visitare l'Ungro significa vivere un viaggio nel tempo e nello spazio,
09:10scoprendo un borgo che parla una lingua antica
09:13e canta un inno eterno alla vita.
09:17L'Ungro è completa di tutto come comunità.
09:19Mantiene gli usi, mantiene i costumi,
09:22mantiene le tradizioni.
09:24Siamo a 8 chilometri dal Parco del Pollino,
09:27siamo a 20 chilometri dal Mar Ionio.
09:30Quindi invito tutti quanti a venire a visitare la nostra comunità.
09:34Io presto mi beccare,
09:36mi sono avvenuti Unghi.
09:38Vi aspettiamo con gioia.
09:40Benvenuti all'Ungro.
09:41Benvenuti all'Ungro.
09:44Benvenuti all'Ungro.
09:44Benvenuti all'Ungro.
09:45Grazie a tutti.

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