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Tg Sette edizione del 20 luglio 2025

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Novità
Trascrizione
00:00Musica
00:00Buona domenica, bentrovati, questo è TGS 7.
00:20Oggi è il 20 luglio, ieri abbiamo ricordato per il 33esimo anno di seguito la morte di Paolo Borsellino e dei 5 agenti di scorta uccisi in una strage di mafia in via D'Amelio a Palermo.
00:34Ma è un anno particolare, è un anno nel quale si sono accavallate alcune novità giudiziarie di non poco conto, delle quali vogliamo parlare con chi ha un'esperienza diretta sul campo, con chi sta curando la memoria di Paolo e Rita Borsellino.
00:53Vi presento dunque in studio per la prima volta con noi il Dottor Vittorio Teresi, magistrato, già procuratore aggiunto a Palermo e pubblico ministero in un importante processo, quello sulla trattativa Stato-mafia.
01:07Intanto lo saluto, bentrovato e benvenuto nei nostri studi.
01:12Com'è stato questo anniversario, Dottore Teresi?
01:14All'insegna dell'incertezza, come gli ultimi 33 e il 33esimo, gli anniversari non saranno mai soddisfacenti finché non si arriverà una verità su quei fatti del 92.
01:36La strage di Via D'Amelio è un punto nero ancora profondo che va sondato, va studiato, va illuminato con la verità e purtroppo se ne intrecciano e se ne sono intrecciate troppo in questi anni e quindi siamo ancora molto preoccupati perché la vediamo ancora distante.
01:57Ne faccio vedere un nostro servizio curato da Donata Calabrese che riassume i termini della vicenda al 19 luglio del 2025. Qual è la situazione dal punto di vista giudiziario? Lo vediamo e lo commentiamo insieme.
02:15La procura di Castanissetta non esclude nessuna pista per far luce sulle stragi del 92 caratterizzata da depistaggi, falsi collaboratori di giustizia, buchi neri, errori giudiziari, misteri e scomode verità.
02:30Emergono nuovi scenari nell'ambito delle indagini che dedono il via alla stagione stragista, indagini complesse e delicate che non si sono mai fermate.
02:38In via D'Amelio persero la vita il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti dell'ascolta, Agostino Catalano, Emanuele Aloi, Vincenzo Limuli, Walter Reddicossina e Claudio Treina.
02:49A Capaci morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morville e gli agenti dell'ascolta Vito Schifani, Rocco Di Cillo e Antonio Montinaro.
02:58Si indaga sul dossier mafia appalti, si cerca l'agenda rossa del giudice Paolo Borsellino, si scava su altri depistaggi, sul ruolo ricoperto della massoneria, sui mandanti esterni e se, in particolare sulla strage di via D'Amelio,
03:12siano entrati in azione personaggi appartenenti alla destra eversiva, mentre su Capaci la pista nera sembra ormai definitivamente tramontata.
03:20Riappaiono vecchi verbali, bobine e brogliacci che sembravano spariti nel nulla.
03:25Spunta un documento risalente a 33 anni fa su una riunione svoltasi a Palermo il 15 giugno del 92 e alla quale partecipò anche Borsellino,
03:34nel corso della quale i magistrati condivissero informazioni sulle dichiarazioni rese da Alberto Rocicero,
03:40in quel momento confidente e in seguito collaboratore di giustizia che parlava della presenza di Stefano Dellechia in Sicilia nei giorni della bomba di Capaci.
03:50Riemergono da vecchi scatoloni impolverati custoditi negli archivi del Tribunale di Palermo,
03:55nastri e trascrizioni di una transce dell'indagine mafia appalti e sulla quale sarebbero state disposte intercettazioni lampo appena 40 giorni.
04:04Per chi all'epoca indagava il contenuto non sarebbe stato rilevante.
04:08Per la procura di Cartanissetta ci sarebbe stato invece il tentativo di insabbiare un'inchiesta che avrebbe svelato pericolosi intrecci tra mafia politica e imprenditoria.
04:17Non si fermano le indagini sulla misteriosa sparizione dell'agenda rossa, perquisiti dai ROS tre appartamenti,
04:25in passato nella disponibilità di Giovanni Tinebra, ex procuratore di Cartanissetta morto nel 2017.
04:31C'è anche il sospetto che fosse un massone.
04:33Tra i processi attualmente in corso a Cartanissetta, sul banco degli imputati, siedono due ex generali dei Carabinieri,
04:40Angiolo Pellegrini e Alberto Tersigni, accusati di aver intracciato il PM che stavano cercando riscontri
04:47alle dichiarazioni del pentito Pietro Riggio sulla strage di Capaci.
04:51Sotto accusa anche un ex poliziotto, Giovanni Peluso.
04:54Davanti al tribunale, in un altro processo, quattro poliziotti, Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi, Angelo Tedesco e Maurizio Zerilli,
05:03avrebbero reso false dichiarazioni durante le loro testimonianze nel processo sul depistaggio delle indagini su Via D'Amelio.
05:10E avrebbero depistato le indagini parlando di pista nera sulla strage di Capaci,
05:15che poi si sarebbe rivelata falsa, anche un ex Carabiniere, Walter Giustini, e Maria Romeo, compagna di Locicero,
05:23ad indagare sulle stragi anche la Commissione Nazionale Antimafia.
05:29E allora, dottore Teresi, ci sono anche magistrati indagati, quindi i suoi colleghi, i vostri colleghi,
05:36riguardo alla questione della pista mafia a Palti.
05:40Posso chiederle che idea si è fatto di questo intreccio di ipotesi vere, false, nuovi tentativi di depistaggio?
05:48Possiamo anche definirlo così, quest'ultimo, di cui parlava la collega Calabrese?
05:53Cioè, quello della pista nera?
05:55Sì.
05:56Ma vede, io non credo che la cosiddetta pista nera, che in qualche modo intrecci le cause della strage di Capaci,
06:05sia una falsa pista. Sono stato interrogato dall'autorità di Caltanissetta, dal Pubblico Ministero
06:13e poi in un dibattimento proprio recentemente, e in quell'occasione ho avuto modo di ricordare
06:20le vicende del maggio-giugno del 92, quando il confidente prima, poi divenuto collaboratore, Alberto Locicero,
06:31iniziò a parlare prima molto genericamente dei fatti a sua conoscenza, non ebbe una grande credibilità.
06:40In generale, chi fa il confidente non decide di collaborare e non ha mai un grande accredito
06:48per la veridicità di quello che dice.
06:53Nel senso che ci vuole moltissimo tempo perché possa essere preso sul serio.
06:56Assolutamente sì, e poi è necessario che ci sia una collaborazione formale, cioè che l'individuo decida
07:03di mettere a verbale le cose che dice, assumendosene la responsabilità, fare il confidente è soltanto
07:10fornire spunti di indagini che possono essere valutate.
07:13Bene, alcuni di questi spunti di indagini che venivano a noi riferiti dai carabinieri
07:18sembravano all'inizio poco credibili perché lui diceva di non essere uomo d'onore,
07:25ma al contempo diceva di essere in possesso di informazioni molto delicate, interne all'organizzazione
07:31e quindi le due cose in qualche modo stridevano.
07:36Lo Cicero si è accreditato per la sua attendibilità nel momento in cui è stato il primo a riconoscere,
07:46a individuare in Biondino l'uomo che venne arrestato contro Torriina il 15 gennaio del 1993.
07:53Gli stessi carabinieri lo avevano indicato come tale Biondolillo, del quale non si trovava
08:00una storia criminale significativa, quindi non si spiegava come un uomo sconosciuto,
08:06come tal Biondolillo potesse accompagnare Riina ad essere uomo di sua fiducia.
08:10Invece quando Biondino disse guardate che quello è, scusate, quando lo Cicero disse
08:15guardate che quello è Biondino, ecco che le cose presero una lotta diversa.
08:20Cioè diede un chiarimento importante.
08:21Diede un chiarimento importante che...
08:24Lo rese più credibile.
08:25Esatto, lo rese assolutamente più credibile.
08:27Però non è un po' poco questo, dottore Teresi, per...
08:31No, no, quando dico che lo rende credibile non dico che noi abbiamo creduto a tutto quello
08:37che lui diceva, ovviamente abbiamo cambiato atteggiamento da un atteggiamento di scetticismo
08:43quasi preconcetto, siamo passati a un atteggiamento di interesse, ma è evidente che tutte le sue
08:50dichiarazioni venivano sottoposse rigorosamente ai riscontri per verificarne l'attendibilità.
08:57Però io le faccio una domanda, proprio perché su questo ci sono... gravano moltissimi dubbi.
09:02L'ipotesi quale dovrebbe essere?
09:04Che lo Cicero consegna come ipotesi fondata che Paolo Borsellino stesse indagando su questa
09:14pista riguardo alla strage di Capaci e che invece non fosse concentrato sul dossier mafia-appalti.
09:23Sbaglio?
09:24Diciamo che non è del tutto esatto.
09:27Io sono convinto che Paolo Borsellino non stava indagando sulla pista nera.
09:31Probabilmente Paolo Borsellino ebbe delle notizie informali e ancora molto grezze, molto generiche
09:40dallo Cicero sulla possibilità dell'esistenza di una pista nera, cosa che, se vera, deve
09:48avere necessariamente attratto la sua attenzione.
09:51Paolo era attentissimo e incuriosito da ogni minimo dettaglio che potesse aiutarlo a capire
09:59il perché e le ragioni vere della strage di Capaci.
10:03Quindi, se lo Cicero gli ha parlato di questa pista nera, sono convinto che lui intendesse
10:10approfondirla.
10:11Ma io adesso le sottopongo quanto ha detto nei giorni scorsi Manfredi Borsellino, il figlio
10:17di Paolo Borsellino, all'inaugurazione di un murale dedicato alla figura del padre proprio
10:23di fronte a Via D'Amelio. È accaduto il 17, quindi due giorni prima di ieri.
10:30Io lo faccio sentire perché personalmente ho percepito che invece i familiari, e mi riferisco
10:36ai figli di Paolo Borsellino, non credono a questa pista, ma prediligono quella mafia
10:42a parte. Io lo faccio sentire.
10:44Perché mio padre la voleva iniziare questa guerra. Gli è stato impedito da tanti, forse
10:56anche da troppe persone vicine a lui, nel suo mondo lavorativo. Poi siamo alla ricerca di
11:03questo amico che l'ha tradito, ma indipendentemente dai nomi, dai nomi che possa avere uno o più
11:09amici che l'hanno tradito. Mio padre, purtroppo, è un momento drammatico della vita, della storia,
11:18della storia, non so, di un padre italiano, siciliano. L'italiano è stato a me lasciato
11:24solo. Mi permette di anche di dire, non già e non solo dall'escursione, mi è stato lasciato
11:31da quel mondo professionale, lavorativo, giudiziario, che lo circonda, forse più di altri
11:40avrebbero l'indaglio, proteggerlo, salvaguardarlo.
11:47E allora, io le chiedo, dottore Teresi, questo tipo di atmosfera che questi tre ormai adulti,
11:52sono genitori, accanto a Manfredi Borsellino abbiamo visto i figli che si chiamano Paolo
11:58e Fiammetta, come la sorella di Manfredi, c'è una terza figlia. Insomma, questi figli di
12:06Borsellino dicono che l'atmosfera era ben più antica, era maturata già da tempo, di inospitalità
12:13a Palazzo di Giustizia e addirittura l'ex maresciallo canale arriva a dire che Paolo Borsellino
12:20aveva le carte in mano per poter chiedere l'arresto di Giammanco, l'allora procuratore
12:26che poi, in seguito ad un'iniziativa che coinvolse un po' tutti quanti, fu indotto a lasciare.
12:33Lei cosa pensa di questo?
12:37E allora, io non lo so se Paolo avesse in mano le carte per arrestare Giammanco e sinceramente
12:43ne dubito fortemente. Il clima che si respirava in ufficio in quei 52 giorni dalla strage di Capazzo
12:50a quelle di Via D'Amelio era un clima assolutamente respirabile. Ed è assolutamente vero che Paolo
12:58si trovava fortemente a disagio in quell'ufficio perché l'ostruzionismo che Giammanco in qualche
13:08modo aveva manifestato nei confronti di Giovanni Falcone e delle sue inchieste, della sua direzione,
13:15della neonata direzione distrettuale antimafia, la percepiva anche nei suoi confronti. Basti
13:23ricordare il fatto che Paolo, che era uno dei massimi esperti del contrasto alla mafia
13:30nella provincia di Palermo, non aveva avuto la delega per indagare sui fatti di Palermo.
13:36E proprio questo comportò in qualche modo una sorta di ritardo nell'informativa che Paolo
13:45ebbe delle notizie che forniva all'Ocicero. Perché quando l'Ocicero veniva nella mia stanza
13:52a parlare e ai carabinieri a riferirmi quanto l'Ocicero diceva nella sua veste di confidente,
13:59io avevo un interlocutore istituzionale che era il procuratore aggiunto Vittorio Alicuo che
14:04aveva la delega per Palermo. Se io avessi avuto in quei giorni notizie di quella pista nera
14:13ne avrei certamente parlato con Paolo, ma io non ne ebbi, se non dopo.
14:17Sul suo tavolo non arrivò?
14:19Sul mio tavolo non arrivò assolutamente nulla. Arrivarono queste notizie successivamente,
14:24ma già c'era l'autorità giudiziaria di Caltanissetta che era competente a indagare
14:29su tutto quanto riguardava le stragi. Io feci una relazione di servizio e poi ci fu quella
14:35riunione di cui si è parlato nella introduzione di questo programma di coordinamento tra Palermo
14:42e Caltanissetta sulle prime notizie che l'Ocicero aveva fornito e che potevano essere di un qualche
14:49interesse e lì si stabilì dovevano essere le priorità qualora l'Ocicero si fosse deciso
14:55a collaborare pienamente.
14:59Come si intrecciano però le cose, questi due fronti di inchiesta? Cioè il contributo
15:04che poteva dare l'Ocicero con la pista mafia a palti sulla quale sicuramente Paolo Borsellino
15:11stava lavorando. Sono due cose che possono essere compatibili?
15:15Non credo che lo siano, però credo che Paolo fosse incuriosito dalle vicende della questione
15:26del rapporto mafia a palti, ma che lo stato di quelle indagini e soprattutto quello che
15:34noi scoprimmo successivamente, cioè l'attività dei carabinieri che parte di quel rapporto mafia
15:40a palti avevano mandato da noi, parte a Catania, però i due rapporti mancavano di parti reciprocamente
15:50e quindi ci fu tutto un pasticcio che rendevano quelle indagini assolutamente poco sostanziose,
15:58tant'è che ne scaturì soltanto un'operazione con pochi arresti e mai di personaggi rilevanti.
16:05Quindi io dubito fortemente, ma è una mia presa di posizione, una mia idea.
16:11Però io le chiedo su che cosa matura l'inimicizia fortissima con Gian Manco?
16:17Ci deve essere un nodo della contesa? Non può essere soltanto antipatia, invidia, fastidio
16:23per l'iperattività di questi magistrati?
16:26Gian Manco evidentemente non condivideva l'idea di un'antimafia globalizzata che potesse
16:33ricomprendere la competenza sui fatti più rilevanti, sui fatti criminali più rilevanti
16:40delle province occidentali della Sicilia, cosa alla quale Giovanni e Paolo credevano moltissimo.
16:49tant'è che l'idea di procura nazionale antimafia, di direzione distretto dell'antimafia
16:55nasce proprio per centralizzare tutte le indagini per un'unica competenza.
17:01Scusi, volevo aggiungere che l'inimicizia ha due momenti importanti che sono più un campanello
17:09di allarme, ma che evidentemente nascondevano fatti pregressi.
17:13E appunto la mancata delega, se non fino alla mattina del 19 luglio per le questioni
17:20palermitane e il mancato avviso a Paolo Borsellino del fatto che vi erano notizie che era arrivato
17:28l'esplosivo per lui. Immagini che tutto questo è sintomo di un grave malanimo del procuratore
17:35nei confronti del dottore Borsellino.
17:38Suoi colleghi di lungo corso, gente con cui lei ha lavorato, ma anche lei una vita,
17:44si ritrovano indagati con accuse molto pesanti. Ci sono stati lunghi interrogatori.
17:52Si percepisce anche la drammaticità di questo confronto fra magistrati come i suoi colleghi
18:01di fronte anche a giovani magistrati di Caltanissetta, questa procura chiamata a indagare su fatti
18:07giganteschi. Cosa pensa di questo?
18:11Cosa penso? Naturalmente non lo dirò mai, perché conosco troppo poco gli atti di quel procedimento
18:19nei confronti di questi colleghi. Credo che sia un lavoro complesso, un lavoro difficile,
18:29come tutti i processi che devono andare a scavare fatti avvenuti 30-35 anni fa. Davvero
18:35una cosa estremamente complicata, però credo che la procura di Caltanissetta abbia imboccato
18:41una strada importante per arrivare a trovare un altro pezzetto di verità.
18:51La strada è giusta? La strada è giusta secondo lei?
18:57La strada sì, può essere una strada giusta, anche se ci sono anche altre strade da percorrere.
19:03Io sono convinto che tutto ciò che abbiamo scoperto durante la celebrazione del processo
19:10sulla trattativa sia ancora da rileggere, da rivedere e da rinnovare, perché lì ci sono
19:21momenti importanti per arrivare ad altri pezzi di verità.
19:24Ma non vale il principio del nebis in idem nel caso della trattativa?
19:28Io non ho detto che bisogna rindagare alle stesse persone, io ho detto che bisogna ripercorrere
19:33dei fatti che abbiamo scoperto durante il processo. Vedi, i fatti per fortuna sono
19:40cociuti, sono là, sono stati indicati in sentenza e ci vorrebbe un'autorità giudiziario
19:47che li rilegga anche in chiave differente da quella che abbiamo utilizzato noi nel processo
19:53sulla trattativa.
19:54Le faccio sentire Fabio Trizzino che nel 2022, cioè nel trentennale della strage di Via D'Amelio,
20:03mette in chiaro qual è la questione dietro la strage, almeno dal punto di vista dei
20:11legali dei tre figli di Paolo Borsellino. Io lo faccio sentire.
20:16Borsellino non fa mistero di volere rivitalizzare il dossier mafia Palti e di questo voi avete
20:24una perfetta percezione solleggendo i verbali del CSM del luglio 1992 che stranamente non
20:36vengono resi pubblici, in cui a seguito della lettera dei ribelli, già manco verrà costretto
20:43alle dimissioni.
20:43Quindi verosimilmente lei dice che lo scenario è quello del dossier mafia Palti che viene
20:49archiviato.
20:50Viene archiviato e io tendo a mettere insieme l'accelerazione dell'archiviazione con l'accelerazione
21:00dell'esecuzione della strage. La teoria più volte sbandierata della doppia informativa
21:06non esiste, è stata smentita giudiziariamente e chi la sostiene lo fa per cercare sostanzialmente
21:14di coprire un aspetto devastante e che spiega perfettamente il clima all'interno del quale
21:22il procuratore ha aggiunto Borsellino ha agito in quei 57 giorni e anche nel periodo precedente
21:29perché l'arrivo di Borsellino era temuto.
21:31E le posso assicurare che valorizzando le carte del dossier mafia Palti anziché archiviarlo
21:42si arrivava al cuore dell'istituzione. In poche parole Totorina tramite Buscemi Antonino
21:48era socio di Gardini. Gardini in quel momento chi è? È un imprenditore che si sta prestando
21:55a creare il colosso mondiale della chimica. Allora, la Tangentopoli che scoppierà successivamente,
22:03questo lo dice anche Di Pietro, sarebbe partita in termini molto più importanti da sud e con
22:10una morsa che avrebbe stretto l'Italia da sud e da nord, avrebbe sconquassato, io credo,
22:16il vecchio sistema politico-istituzionale fondato anche sulla corruzione e questo a mio giudizio
22:22costituisce il vero motivo per un'accelerazione di quel tipo. È sfuggita questa visione d'insieme
22:29per cui il dossier mafia Palti è stato trattato come una comune di Tangentopoli e non invece
22:34come il vero motivo acceleratore della strage di D'Amelio.
22:43Tre anni da quell'intervista sono successe tante cose, magistrati sotto interrogatorio,
22:48Gioacchino Natoli, dieci ore davanti ai magistrati, sono fatti enormi, anche visti da chi come noi
22:57assiste da 33 anni a vicende incredibili. Lei cosa pensa?
23:05Che trovi una contraddizione di fondo nella impostazione che ho sentito adesso dall'intervista
23:14di Fabio Trizzino. L'accelerazione dell'archiviazione in qualche modo avrebbe messo al sicuro tutti
23:23coloro che avevano qualcosa da temere dal dossier mafia Palti, quindi in qualche modo non avrebbe
23:29giustificato l'accelerazione della strage. Probabilmente invece è vero che l'accelerazione della strage
23:37si è avuta perché Paolo Borsellino in quei giorni dal metà giugno in avanti era venuto
23:44a conoscenza di qualcosa di assolutamente straordinario, di gran lunga più grave dello stesso contenuto
23:54del dossier mafia Palti che poi era un dossier che parlava di fatti corruttivi, gravissimi,
24:00per quanto si voglia, ma di fatti corruttivi, che coinvolgevano la grande imprenditoria nazionale
24:08con riverberi internazionali, ma che di per sé non aveva la forza per intimorire la mafia
24:19da un lato e le istituzioni deviate dall'altro che hanno collaborato per lo serminio e per
24:26la strage, per organizzare la strage di Via D'Amelio in tempi così brevi. Io credo
24:31che ciò che Paolo Borsellino seppe in quei giorni e che voleva spasmodicamente riferire
24:39a Caltanissetta e non parlarne con nessuno dei suoi collaboratori fosse qualcosa di molto
24:46più sconvolgente. Si riferisce al tradimento cui alludono anche i figli?
24:52Sì, penso di sì. Anche, non soltanto, ma anche.
24:57Secondo lei la verità emergerà?
25:03Ma vede, io l'ho espresso qualche tempo fa in una intervista, il processo penale non è
25:12l'unico luogo deputato ad accertare verità.
25:17L'ho detto anche a me, tempo fa, lo ha detto anche a me.
25:20Dobbiamo trovare altre fonti e altri modi per cercare questa verità. Il giornalismo di
25:28inchiesta, la letteratura specializzata possono, attingendo agli atti giudiziari, possono ricostruire
25:38con maggiore libertà i fatti, metterli insieme con maggiore tranquillità, soprattutto non ostacolati
25:46dai paletti sacrosanti che sono tipici del processo penale, che devono tenere conto dei diritti
25:54fondamentali degli imputati.
25:55C'è la prescrizione?
25:58La prescrizione, no, ma parlo del diritto di difesa, parlo dei limiti istituzionali, delle
26:04fonti di prove, delle prove giudiziarie. Tutto questo rende il processo penale non sempre
26:11il luogo più adatto a cercare la verità.
26:14Fa impressione, detto da un magistrato, lo sa? Fa un po' di impressione.
26:18Però è vero.
26:20Beh, sa, io ho fatto il magistrato per 40 anni e quindi so bene fino a che punto si può
26:27e si deve spingere la magistratura e quanto invece la magistratura deve necessariamente
26:32sottostare e stare dentro i paletti della Costituzione nel processo penale. Fuori dal processo
26:40penale c'è molta più libertà di espressione.
26:43E allora, ci fermiamo un attimo perché poi le voglio fare vedere un'intervista a Luciano
26:48Traina, fratello di Claudio Traina, uno degli agenti morti nella strage di Via D'Amelio.
26:55Ci fermiamo un istante così poi chiudiamo insieme questa puntata di TGS7.
26:59Vogliamo ricordare tutte le vittime di Via D'Amelio. Paolo Borsellino, Agostino Catalano,
27:20Emanuela Loi, la prima donna a far parte di una scorta e anche prima donna a cadere in
27:26servizio.
27:27Vincenzo Limuli, Balter, Eddie Cosina e Claudio Traina.
27:31Claudio Traina era palermitano, fratello di un poliziotto della squadra mobile, Luciano
27:36Traina.
27:37Traina siamo stati al cimitero di Santa Maria di Gesù, dove riposano due agenti e
27:44lo stesso Paolo Borsellino. Ecco il reportaggio che vi propongo in chiusura e che commenteremo
27:49con il dottore Vittorio Teresi.
27:52Si sta lavorando alla cappella dei Borsellino. Paolo Borsellino è sepolto qui, assieme alla
27:59sorella Rita e ad altri familiari, al cimitero di Santa Maria di Gesù, un cimitero monumentale
28:05dove in tanti vengono a rendergli omaggio. Altri due agenti di scorta sono sepolti proprio
28:13in questo Camposanto. Sono Claudio Traina e Vincenzo Limuli. Sono qui, tra i viali di questo
28:19cimitero pacifico della periferia di Palermo.
28:30Ma che storia era quella di Claudio, questo ragazzo che entrò in polizia? Tu non eri
28:37neanche così d'accordo perché venivi da un'esperienza dura?
28:40Non ero in polizia perché vedeva in me un idolo per quello che allora a Palermo si faceva
28:47spesso e volentieri giornali. Ero in prima pagina, essendo la squadra mobile, arresti eccellenti
28:58e quant'altro. Quindi lui voleva seguire le mie ordine.
29:04Quando hai saputo che era stato assegnato alla scorta di Paolo Borsellino, cosa pensasti?
29:10Pensavo, io infatti ho fatto di tutto per farlo togliere, lo volevo portare con me alla
29:21squadra mobile. Però lui mi ha detto, dice sai, qui ormai mi sono un po' abituato, con
29:29le personalità c'era tipo un feeling anche ai colleghi. Si era legato molto ad Antonio
29:37Vullo, che questo legame adesso è passato con me, perché io con Antonio ci sentiamo
29:44quasi tutti i giorni, ci vediamo spesso.
29:47È l'unico superstite della strage.
29:49È l'unico superstite della strage, in cui lui mi ha raccontato quando ero in macchia
29:59fino all'ultimo momento che sono stati assieme. Appunto ho perso un fratello e ne ho recuperato
30:08un altro con Antonio. È un po' dura.
30:14Luciano Traina viene qui al cimitero tutte le settimane. È un legame che non si è mai
30:20affievolito, 33 anni. Sono trascorsi come?
30:27Voglio precisare una cosa. Dopo la strage, dopo 20 minuti circa ero in Via D'Amelio e so
30:37quello che non c'era. C'erano soltanto brandelli di mio fratello, di Emanuele Alloi, di Agostino,
30:49del dottor Paolo Borsellino, di tutti i ragazzi. Poi la sera sono andato alla medicina legale
31:02e grazie al dottor Mulone che fece parte della medicina legale, che mi conosceva molto bene
31:11perché con il mio lavoro capitava spesso di andare alla medicina legale per riverbalizzare
31:19chi veniva effettuato all'ottopissia. Mi ha preso per un braccio e mi ha detto
31:28ma tu veramente vuoi? Dici guarda non c'è niente da vedere. Ma io capabilmente ho detto
31:36voglio vedere. Sono entrato, c'erano come dicevo pezzi di brandelli di carne tutti bruciacchiati
31:48e si riconosceva qualche altro. Le uniche due persone che un po' si riconoscevano era
31:56il dottor Paolo Borsellino, si può dire mezza testa, si riconosceva dal paffetto, però
32:05tutto annerito, tutto pieno di fulicine e sia Agostino catalano. Per il resto non c'era
32:13nulla da riconoscere. C'era preoccupazione nelle settimane che hanno preceduto la strage
32:22dopo la strage di Capaci? Eravamo tutti consapevoli. Il primo è il dottor Paolo Borsellino, io con
32:35Claudio, quel periodo dopo la strage di Capaci ci siamo visti ben poco, ben poco perché
32:45praticamente dopo la strage appunto del dottor Falcone e i colleghi si erano rafforzate a
32:57Palermo le scorte. Quindi Claudio da quel periodo del 23 maggio sino al giorno non aveva avuto
33:08più un giorno di riposo. Infatti c'eravamo ripromessi che il primo giorno libero che avesse
33:15avuto saremmo andati a mare a pescare, come era di solito fare.
33:22Volevo precisare una cosa, infatti ritornando indietro, infatti io quando vengo al cimitero
33:30le pongo un fiore ovunque perché in quella tomba non c'è solo Claudio, c'è parte di tutti
33:40loro, come del resto nella tomba di Borsellino, di Agostino catalano e Manuela Loi. Perché
33:49in due giorni non si può fare il DNA e riunire tutto, quindi sono consapevole di questo, però
33:58nello stesso tempo sono contento perché uniti in terra e uniti in morte.
34:07Luciano Traina, volevo chiederti, ci sono tante novità riguardo alle indagini sulla strage di
34:15Via D'Amelio, anche magistrati indagati, da poliziotto, da cittadino e da fratello di
34:22una delle vittime della strage di Via D'Amelio. Che idea ti sei fatto di quello che sta accadendo
34:28sul piano giudiziario?
34:30L'idea che mi sono fatto dopo 33 anni ormai non credo più in niente e più in nessuno.
34:36Io credo che la verità non si saprà mai. A noi ci fanno vedere la borsa di Borsellino
34:46che è stata ritrovata e tutto quanto, ma la verità sta nell'agenda e noi non si vedrà
34:56mai. Forse questa agenda è in mano a chi vuole ricattare, forse questa agenda è in
35:06mano di qualcuno perché esalterebbe parte esterna alla mafia, perché diciamocela tutta.
35:16Secondo me la mafia è stata ed è la manovalanza, ma chi è veramente la mente sta altro.
35:26Questo è quello che pensa il fratello di una delle vittime, assomiglia molto a quello
35:33che pensa anche lei alla fine, dottore Teresi.
35:37Beh, vede, questo è un paese che ha un altissimo tasso di democraticità, è un paese democratico,
35:44però è un paese che cura poco i diritti delle persone offese. C'è stata, nella evoluzione
35:52giudiziaria del nostro paese c'è stata una grande progressione nella difesa dei diritti
35:58degli imputati e direi progressivamente una diminuzione dei diritti delle persone che sono
36:05rimasti offese dal reato. È come se fossero dimenticate le celebrazioni ogni anno di questi
36:12fatti servono a dar voci a queste persone che però vedono negati i propri diritti e soprattutto
36:19vedono negato il diritto fondamentale che è quello del diritto alla verità.
36:26E molte persone che sono state ai vertici istituzionali del nostro paese dovrebbero ripensare a questo
36:37e fare un esame di coscienza e parlare di quello che è successo 30 anni fa.
36:44La ringrazio molto di essere stato nostro ospite, davvero la ringrazio molto e buon lavoro
36:50anche al Centro Studi Paolo e Rita Borsellino che davvero fa un'opera enorme con studenti,
36:55insomma chiamando e raccogliendo da tutta Italia chi vuole ancora studiare e coltivare questa memoria.
37:01Grazie, grazie a voi, buon lavoro.
37:03Ci fermiamo per questa puntata, grazie di averci seguito, alla prossima settimana.
37:07Grazie a tutti.

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