https://www.pupia.tv - Roma - COOPERAZIONE. MONITO CARITAS: AFFRONTARE L'EMERGENZA DEL DEBITO Roma, 29 mag. - C'è un'emergenza debito, con circa tre miliardi e 300 milioni di persone che vivono in Paesi che spendono più risorse per ripagare i creditori che non per garantire servizi essenziali, come la sanità: la denuncia giunge a un mese dalla Conferenza internazionale sul finanziamento dello sviluppo, prevista a Siviglia, in Spagna. In un'intervista con l'agenzia Dire, a evidenziare criticità e indicare scelte sostenibili su un piano sociale è Massimo Pallottino, coordinatore dell'unità studi e advocacy di Caritas italiana, una delle organizzazioni aderenti alla campagna "Cambiare la rotta". Un'iniziativa a più voci, questa, che anche attraverso una serie di confronti pubblici sta svolgendo un lavoro di sensibilizzazione in vista della Conferenza, la quarta del suo genere, in programma dal 30 giugno al 3 luglio, in una cornice Onu. "Sarà un'occasione molto importante, la prima in anni di lavoro sulla giustizia economica e finanziaria e sullo sviluppo" premette Pallottino. "La situazione è sempre più difficile perché oggi più della metà dei Paesi del Sud globale rischiano una crisi debitoria, e ben tre miliardi e 300 milioni di persone pagano per il servizio del debito più di quanto investano in servizi di base, a partire dalla sanità". Secondo l'esperto di Caritas Italiana, "per questa ragione le richieste agli Stati, alle istituzioni finanziarie internazionali e alla comunità globale devono essere molto chiare". La ricetta si basa su un'analisi dei cambiamenti degli ultimi anni: "Occorre cancellare e ridurre questo peso, che è legato soprattutto a creditori privati, banche, grandi fondi di investimento e realtà finanziarie transnazionali". Stando ai dati delle Nazioni Unite, oggi il divario di investimenti nei Paesi in via di sviluppo ha raggiunto quota 4.000 miliardi di dollari, a fronte dei circa 2.500 miliardi stimati prima della pandemia di covid-19. Il contesto politico è segnato da nuovi nazionalismi, a partire dagli Stati Uniti, storicamente "donatore" chiave in più continenti. L'amministrazione del presidente Donald Trump, in carica da gennaio, ha già annunciato il ritiro di Washington dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e ha ridotto in modo significativo i finanziamenti fino a pochi mesi fa erogati dall'agenzia governativa Usaid. Guardando alla Conferenza di Siviglia, Álvaro Díaz Duque, vicedirettore generale per le Politiche di sviluppo sostenibile della Spagna, il Paese ospitante, ha definito l'appuntamento "un passaggio cruciale per un mondo più equo". Il governo di Madrid ha inoltre ribadito la propria volontà di portare le risorse per l'Aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) allo 0,70 per cento del Prodotto Interno Lordo, in linea con gli impegni assunti in sede Onu più di 50 anni fa e tuttora non rispettati. Un altro aspetto di rilievo, secondo Pallottino, riguarda la prevenzione: "È necessario mettere in piedi un sistema