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  • 24/05/2025
Tra i momenti più emozionanti del Festival di Cannes 2025 c'è stato sicuramente l'arrivo di Jafar Panahi, regista iraniano dissidente, il nono giorno della kermesse. Dopo anni di prigionia e di arresti domiciliari, col divieto di lavorare per 20 anni e di partecipare a eventi all'estero (dove i suoi film, girati di nascosto, giungevano senza di lui) è arrivato per la premiere di Un simple accident. Il film che tre giorni dopo ha vinto, era "inevitabile" sia cinematograficamente che politicamente, la Palma d'Oro.
Ecco la sua storia, raccontata dall'inviata ANSA a Cannes Alessandra Magliaro. ServizioDi Nicola Roumeliotis

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Trascrizione
00:00Ci sono delle occasioni particolari nei festival e certamente tra ieri e oggi ce n'è stata una molto emozionante.
00:10L'arrivo di Jafar Panahi, che è un regista iraniano dissidente, non poteva uscire dal suo paese, è stato perseguitato e incarcerato,
00:23aveva un divieto di viaggiare fuori del suo paese e per la prima volta lo abbiamo visto qui,
00:33ieri sera alla premier mondiale del film in concorso A Simple Accident e oggi nella conferenza stampa.
00:43Lui non poteva partecipare ad un incontro, in un festival da oltre 15 anni,
00:51pur riuscendo in segreto a realizzare dei film che hanno girato i festival e ogni volta c'era una sedia vuota con il suo nome sopra
01:01che ci ricordava l'autore.
01:04Vederlo è stata una grande emozione e anche per lui ovviamente, nonostante abbia mantenuto un self-control,
01:13dietro i suoi occhiali scuri si leggeva, si vedeva, si capiva ieri sera con tutta questa standing ovation che ha avuto,
01:22tra l'altro il film è bellissimo, quindi l'avrebbe avuta comunque, che tipo di occasione è stata.
01:29La vita reale di Jafar Panahi è una vita da 2008, mi sembra 2009, completamente perseguitata
01:36e oggi lui ha raccontato le sue tappe, ha raccontato di essere stato in carcere, bendato,
01:45poteva chiedere di andare in bagno tre volte al giorno, veniva interrogato anche fino a otto ore di seguito
01:53e tutto questo perché? Semplicemente perché era un artista, un artista che parlava con i suoi film
01:59oppure firmava degli appelli e poi con il movimento Donna, Vita e Libertà tutto questo come sappiamo si è accentuato.
02:09Ha dovuto fare anche uno sciopero della fame ultimamente, alla fine l'hanno rimandato a casa.
02:15Pensate aveva un ban, un divieto di girare film per 20 anni e per un regista cosa c'è di peggio di questa cosa?
02:24Ma lui ha perseverato, è un grande esempio di coraggio, si può definire cinema militante certo,
02:33però nelle sue storie c'è il racconto, come ha sottolineato anche oggi, della vita quotidiana del suo paese.
02:41Questo è stato un atto di accusa molto specifico in questo film di oggi, che si è visto oggi in concorso,
02:51perché parla anche proprio di torture che sono state la sua esperienza personale e non solo.
02:58Ma concludiamo con una domanda.
03:00Dopo un film così sovversivo, lo definirei, più forte, più politico degli altri,
03:07tornerà in Iran Panahi?
03:10Ha risposto lui stesso.
03:12Finisco di presentare il film e torno nel mio paese.
03:15Il mio, ha detto, non è un caso unico, è il coraggio che hanno gli iraniani tutti i giorni.
03:21Le donne che escono in strada senza velo e tutti quelli che vogliono fare una vita democratica.

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