- 15/05/2025
https://www.pupia.tv - Roma - Accesso gruppi sportivi Forze armate soggetti affetti da diabete mellito tipo 1 - Audizione - Associazione nazionale italiana atleti diabetici (ANIAD) - Risoluzione 7-00266
Alle ore 8.30, la Commissione Difesa svolge l’audizione dell’Associazione nazionale italiana atleti diabetici (Aniad) nell’ambito della discussione della risoluzione in materia di accesso nei gruppi sportivi delle Forze armate di soggetti affetti da diabete mellito di tipo 1 che siano idonei all'esercizio delle attività sportive agonistiche. (15.05.25)
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Alle ore 8.30, la Commissione Difesa svolge l’audizione dell’Associazione nazionale italiana atleti diabetici (Aniad) nell’ambito della discussione della risoluzione in materia di accesso nei gruppi sportivi delle Forze armate di soggetti affetti da diabete mellito di tipo 1 che siano idonei all'esercizio delle attività sportive agonistiche. (15.05.25)
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NovitàTrascrizione
00:00Saluto e do il benvenuto alla dottoressa Brunelli, che ringrazio per la sua presenza.
00:06Dopo l'intervento della nostra ospite darò la parola ai colleghi che intendano porre domande
00:10o svolgere osservazioni cui la professoressa potrà replicare.
00:15A tal proposito chiedo ai colleghi di far venire al Banco della Presidenza la propria iscrizione a parlare.
00:21Do adesso la parola alla professoressa Brunelli per il suo intervento. Prego.
00:25Grazie mille, buongiorno a tutti. Innanzitutto grazie perché noi ormai è da tanti anni che sentiamo parlare di noi
00:35ma adesso oggi abbiamo la possibilità di parlare direttamente e questo è un grande valore, sicuramente un valore aggiunto avere la testimonianza diretta.
00:46Immaginiamoci adesso di tornare al 1932 e immaginiamoci di avere un medico, diabetologo, in visita con il proprio paziente
00:57a somministrare quella che per il momento era la terapia farmacologica, era l'unico approccio che veniva fatto.
01:05La storia della diabetologia ci racconta della grande difficoltà nel gestire un paziente del genere
01:11che era considerato sempre in pericolo di vita. Sappiamoci, possiamo immaginare il grande gap culturale, comunicativo e relazionale
01:22che c'era tra i due. Una persona, un professionista detentore della scienza e del sapere
01:28ed un paziente più o meno inconsapevole che accettava la terapia che veniva fornita.
01:33In questo contesto il reggio decreto si cala perfettamente. Perché? Perché è espressione di quel tempo,
01:44è espressione anche della tutela della conoscenza scientifica che c'era a quel tempo
01:49e anche della protezione anche in un certo senso di quel genere di pazienti.
01:58è negli anni 90 un cambio completo di paradigma. Nella gestione del diabete di tipo 1,
02:07io adesso parlerò della parola diabete ogni volta per non star dire, comunque parliamo del diabete
02:12di tipo 1, diabete giovanile. Questo cambio di paradigma fondamentale è stato introdotto
02:22da spot singoli di medici illuminati che hanno considerato non solo la figura della persona
02:31che avevano davanti come un paziente da curare ma come effettivamente una persona
02:35che aveva appunto questa patologia. Da quel tempo in avanti nasce un approccio globale,
02:42sinergico, multiprofessionale, interdisciplinare attraverso la costituzione di quattro elementi
02:52che viaggiano insieme contemporaneamente, che passano dall'essere degli scopi ad essere dei mezzi.
03:02Cosa significa? Lo scopo era la terapia farmacologica. No, la terapia farmacologica diventa un mezzo
03:09per poter curare una persona e poterla far vivere nel migliore dei modi.
03:14Così l'alimentazione, così la conoscenza della patologia e così l'inserimento dell'attività sportiva.
03:21Quindi la sinergia di questi approcci coordinati fa sì che la persona possa aver migliorata
03:32la propria qualità della vita e possa vivere con una maggior sicurezza.
03:36Questo sistema integrato fa sì anche che il paziente di una volta diventi un soggetto attivo
03:44nella gestione della propria patologia. È anche una grande risorsa, perché noi ci mettiamo
03:49a disposizione della scienza per essere anche oggetto di studio e per diventare la popolazione
03:56di studi scientifici. Quindi tutti quei casi isolati che venivano fuori per buona volontà,
04:04per capacità, eccetera, vengono riuniti in quest'unico paradigma in cui questi quattro elementi salgono insieme
04:12appunto per trovare questo strumento unico come strumento terapeutico.
04:19è di questo periodo il cambio anche di considerazione dell'atleta con diabete rispetto all'attività
04:29agonistica. Noi non avevamo in quel tempo l'autorizzazione, l'idoneità a svolgere l'attività
04:38agonistica agonistica a livello professionistico, perché era considerato rischioso, ma l'adeguamento,
04:47il supporto della letteratura scientifica fa superare anche questo. Per cui siamo a pieno titolo
04:54da allora titolari appunto di certificato di attività fisica agonistica, perdonate.
05:09È tutto rosse e fiori? No. Ci sono ancora medici che non sono allineati, ma non sono allineati
05:16perché non hanno una conoscenza specifica, perché non sono arrivati a questa considerazione,
05:24perché sono ancora allegati di bias e di conferma per cui continuano a fare quello che hanno
05:30sempre fatto. Però da piccoli casi isolati, non avere l'idoneità di una volta, adesso abbiamo
05:36veramente dei piccolissimi casi isolati in cui ancora stiamo lottando per avere questa idoneità
05:42all'attività fisica agonistica. In questo periodo, negli anni appunto 90, nasce l'Aniad.
05:49Nasce l'Aniad ad opera di un medico illuminato, il dottor Corigliano, e negli anni, con il presidente
05:55che mi ha preceduto, negli ultimi 15 anni, Marcello Grussu, sono nate tutta una serie di attività
06:01agonistiche a livello nazionale ed internazionale, ma noi ci siamo misurati sulle distanze delle
06:08mezze maratone, delle maratone, dell'Ironman, di attività in alta quota, di attività anche
06:17di ciclismo, eccetera. Non abbiamo solo organizzato eventi sportivi, c'è sempre un substrato culturale,
06:31di informazione, di formazione, di miglioramento della consapevolezza, perché questo fa sì
06:38che cresca una base consapevole di persone informate. È chiaro che, avendo la possibilità
06:46di incontrarci, di vederci, di condividere le esperienze, di condividere le conoscenze,
06:52poi ognuno di noi ha cercato i propri spazi, c'è chi si è specializzato nella costituzione
07:01di algoritmi di gestione tra la terapia insulinica e lo sport, c'è chi si è interessato di
07:07diffondere nei social quello che stava facendo, c'è chi si è interessato come me di comunicazione,
07:12relazione, consapevolezza e motivazione. Ognuno di noi ha tirato avanti, sempre in quel circolo
07:19virtuoso, in cui tutti noi stiamo facendo qualcosa insieme, e questa è la grande novità,
07:27insieme con il supporto e la collaborazione del mondo diabetologico, del mondo medico,
07:32del mondo scientifico. Quindi ecco che al pari di come uno getta un sasso in uno stagno,
07:40c'è stata proprio una moltiplicazione, una moltiplicazione di tutte queste suggestioni
07:47in modo che ognuno ha potuto dare il meglio di sé. È chiaro che l'impatto sociale che ne è derivato
07:53è stato molto importante, perché non ci siamo più trovati ad essere isolati e chiederci il perché
08:01e il per come se stavamo facendo una cosa soprattutto per la nostra sicurezza e in nostra sicurezza,
08:08ma ci siamo trovati a condividere appunto queste esperienze e abbiamo pensato di poter avere anche
08:14dei progetti e dei sogni. In Italia non abbiamo soltanto molte persone che hanno il diabete di tipo 1
08:22appunto che fanno sport, siamo proprio un popolo di persone, siamo tantissimi.
08:28E siamo tantissimi e abbiamo nei risultati sportivi gli stessi valori, gli stessi elementi,
08:37le stesse performance che hanno gli atleti che il diabete non ce l'hanno.
08:43Questo perché? Perché il diabete non è una discriminante nella pratica dell'attività sportiva
08:49e dell'attività agonistica.
08:52Le eccellenze che noi vediamo, che possiamo conoscere, che vediamo in televisione,
08:58che ci vengono proposte, che ogni tanto vengono proposte come punto di diamante,
09:02non sono dei casi isolati, sono la punta di un iceberg, che però ha nella base persone
09:09che nel tempo si sono formate, che hanno una profonda conoscenza, consapevolezza
09:15e sanno come gestire la propria patologia.
09:20In realtà gli atleti, le eccellenze che noi conosciamo, sono ormai veramente come delle macchine
09:26di Formula 1, quindi è tutto testato fino all'ultimo secondo.
09:33Per spiegare, diciamo, cos'è a questo punto un atleta con diabete che fa sport ad alti livelli,
09:40perché è anche questo di cui ci stiamo interessando, ve lo faccio tramite una metafora,
09:46quella della formula del coaching, che è la prestazione uguale al potenziale meno le interferenze.
09:54Che cosa significa? Significa che finalmente noi possiamo parlare di questo in maniera generale
10:04senza pregiudizi, senza pensieri limitanti.
10:08Ogni atleta quindi nella propria performance espone quello che è il proprio potenziale.
10:13Cosa significa esporre il potenziale? Significa esporre se stesso, quelle che sono le sue attitudini,
10:18quelli che sono i propri talenti e chiaramente più il potenziale viene espresso alla massima potenza,
10:24più il risultato della performance è maggiore.
10:28È adesso così, non è stato sempre così, perché abbiamo dovuto vincere quelli che erano
10:35le limitazioni, i pregiudizi e il marchio di una patologia che aveva il fondamento nell'ignoranza
10:43e appunto nel pregiudizio.
10:47Il diabete a livello sportivo e nella visione delle persone che non lo conoscono
10:53è considerato attraverso tutta una serie di bias, come per esempio il bias di conferma.
11:00Io so che è il diabete, io penso che abbia una limitazione, penso che riesca di meno
11:05e penso che valga di meno, questo sia a livello sociale che a livello psicologico.
11:13Anche ci troviamo di fronte ad avere delle aspettative che non sono reali nei confronti di queste persone,
11:23perché abbiamo già un pregiudizio nell'aspettativa in quanto diabetico
11:27e quindi questo pregiudizio ce lo caliamo nella sua pratica sportiva.
11:32Un secondo elemento è quello delle interferenze.
11:37Ogni atleta nella sua manifestazione, nella sua gara, nel suo torneo
11:43deve andare a combattere quelle che sono le interferenze interne e esterne.
11:48Noi conosciamo l'atleta interiore che è la parte di quell'atleta,
11:52è la parte di sé con cui lotta l'atleta mentre sta in campo
11:55e l'avversario che è dentro di sé è sempre molto più potente di quello che sta dall'altra parte della rete.
12:00Un esempio, ieri sera Zverev non ha perso perché era diabetico,
12:04ha perso perché non è riuscito come il suo avversario a contrastare le interferenze esterne
12:12che potevano essere il campo, le palline, si è lamentato di questo.
12:16Quindi non ha perso perché è diabetico, ha perso perché non ha saputo accogliere
12:22le interferenze esterne che invece l'altro ha saputo gestire nel modo migliore.
12:28Noi abbiamo un'interferenza costante nella nostra pratica sportiva
12:33che è quella della gestione del diabete, ma se si arriva a quei livelli
12:39perché già si parte con una conoscenza alla base di questo
12:43è talmente tanta la conoscenza della patologia, la conoscenza del funzionamento
12:48la conoscenza di tutti i possibili correttivi che possono essere fatti,
12:53la conoscenza del funzionamento del proprio corpo attimo dopo attimo
12:58durante i vari momenti della pratica sportiva.
13:02E quindi più è alto il livello della prestazione, più è alto di conseguenza il livello della sicurezza.
13:09Volendo fare così un riassunto di quella che è stata la nostra storia
13:16noi possiamo dire che sicuramente da persone con diabete
13:21dobbiamo ringraziare moltissimo il contributo della scienza
13:26che ci ha permesso di essere dei soggetti attivi in questo
13:30e di conoscere anche, di permetterci di avere anche delle potenzialità da esprimere.
13:40Questo non è stata una cosa scontata nel tempo.
13:43Quando mi riferivo ai bias di conferma anche noi abbiamo sempre creduto
13:48fino ad un certo punto, quando appunto non siamo entrati in questo circolo virtuoso
13:53di cura e di considerazione di tanti elementi in contemporanea
13:59anche noi qualche volta abbiamo pensato di non avere il diritto di essere come gli altri
14:05e questo è una cosa in cui noi diciamo che siamo venuti
14:11io ormai sono diabetica da 30 anni quindi queste cose le ho vissute in prima persona
14:16noi abbiamo aperto la porta ai nostri giovani
14:19e i nostri giovani sanno che possono con la conoscenza, con la consapevolezza
14:26di avere la loro patologia perché non ce lo dimentichiamo nessuno
14:29avere la libertà di scegliere, la possibilità di scegliersi la vita appunto che vogliono fare.
14:34noi insegniamo, diamo esempi, siamo testimonianza, ma lo sono tutte le persone con diabete
14:45dai piccoli ai grandi, di avere le stesse possibilità, le stesse opportunità
14:50di poter sceglierci la nostra vita come gli altri.
14:53ognuno di noi da piccola ha sognato di poter fare il carabinieri, i bambini parlano dei pompieri
14:59con i vigili del fuoco e quindi noi ce li abbiamo portati a questo livello
15:05e abbiamo aperto queste porte e questo vi portiamo e il resto aspetta a voi.
15:13Grazie mille.
15:14Grazie a lei.
15:16Chiedo ai colleghi se intendano intervenire o porre domande.
15:20Prego, onorevole Saccani.
15:24Grazie per questo suo intervento, molto chiaro, molto toccante.
15:28e volevo una precisazione e basta, cioè il fatto che un diabetico svolga un'attività sportiva
15:35può o può compromettere l'attività lavorativa?
15:43Grazie della domanda che mi permette di rispondere che è una domanda che non ha senso
15:48perché la conoscenza non è settoriale.
15:53quando noi abbiamo detto che siamo già da piccoli, ogni volta che c'è un campus, ogni volta che c'è una riunione
16:03ma questo si estende alle loro famiglie, si estende ai ragazzi, alle persone anche più grandi
16:08noi comunque passiamo sempre da momenti di informazione, formazione, presa di consapevolezza, esercitazione
16:19ma se uno è in grado di gestire attimo per attimo tutte le variabili che sono all'interno di un'attività fisica agonistica
16:31non c'è nessun motivo per cui non possa poi trasferire questo nella sua vita normale
16:37è un non senso, quindi uno non è non diabetico in un momento, è diabetico nell'altro
16:45è un diabetico perfettamente compensato che conosce la propria patologia
16:50conosce il funzionamento del proprio organismo in ogni momento della sua giornata
16:54Grazie a lei
16:56Grazie
16:58Se non ci sono altre richieste di intervento ringrazio ancora la dottoressa Brunelli
17:04per il suo intervento e i colleghi intervenuti e dichiaro conclusa l'audizione
17:09Grazie a tutti
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