A Roma, una casa famiglia nata nel 2016 continua a rappresentare un rifugio fondamentale per giovani Lgbt+ che subiscono violenze o vengono allontanati dalle loro famiglie a causa della propria identità di genere. La struttura può ospitare fino a otto persone, ma in questi anni ha già accolto oltre 140 giovani, offrendo loro una nuova possibilità. Nei giorni scorsi ha ricevuto anche la visita del sindaco Roberto Gualtieri, che ha ribadito l’importanza di luoghi del genere. Qui non ci sono tempi fissi di permanenza: il soggiorno minimo è di sei mesi, ma l’obiettivo è costruire percorsi educativi personalizzati, come spiega la coordinatrice Marina Marini. I giovani, dai 21 ai 24 anni, trovano un ambiente protetto e solidale, dove iniziare un cammino di rinascita. Il sindaco ha sottolineato come gli episodi di violenza e discriminazione siano ancora troppi e che è dovere delle istituzioni contrastarli con politiche attive, coinvolgendo associazioni e comunità. Una risposta concreta a chi chiede dignità, ascolto e rispetto.