Una storia di degrado e abbandono emerge da Roma, dove un bambino di soli due anni è stato costretto dai genitori a cercare cibo nei cassonetti. Il piccolo, oggi dieci anni, soffre di un ritardo cognitivo e ha vissuto per anni in condizioni disumane.
Secondo la Procura, i genitori rom lo obbligavano a rovistare tra i rifiuti per trovare da mangiare. Quando scoprivano un cassonetto, si fermavano e lo costringevano a frugare tra l’immondizia. Un’infanzia segnata dalla malnutrizione, dall’emarginazione e da gravi carenze igieniche.
Quando hanno scoperto il suo ritardo cognitivo, i genitori lo hanno abbandonato davanti ai servizi sociali. Ora il tribunale li ha condannati per maltrattamenti, anche se la difesa nega ogni accusa. Il caso richiama alla memoria altre vicende simili, come quella della bimba morta nel campo rom di via Candoni lo scorso novembre. Il dramma dell’infanzia negata torna a scuotere la Capitale.