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Andrea Loreni, l’unico funambolo italiano specializzato in traversate a grandi altezze, si racconta. A dire il vero, lo chiamano il funambolo. Ma lui si definisce un artigiano del disequilibrio. Non un domatore della paura. Uno che con la paura... ci prende il caffè ogni mattina.

«Ho sviluppato la capacità di stare nel disequilibrio, nel vivere la situazione critica»  dice Andrea Loreni. «Sicuramente con un po' di paura perché la situazione critica, la trasformazione, il cambiamento fanno paura, perché ti portano via da una situazione stabile e ben conosciuta. Quindi affrontare una situazione ignota e vuota con questi spazi molto grandi, che sono tipici delle mie traversate, spaventa perché richiede la capacità di trasformarsi, cioè di assumere ogni momento una nuova forma, la forma richiesta dal disequilibrio, dalla domanda che viene posta dal contesto nuovo. Ogni passo è una nuova domanda che richiede una nuova risposta, cioè una nuova forma. E quindi lasciare andare quello che c'è dietro per accogliere quello che c'è davanti è un po' la mia l'abilità che ho che ho sviluppato". E aggiunge: "Sì, ho paura, sì, sono spaventato, sì, sono anche un essere fragile. Ma in questa paura, nella capacità di fare una cosa, nonostante la paura, c'è anche la possibilità di guadagnare la propria libertà, cioè di realizzare tutto il nostro potenziale".

Andrea Loreni è un filosofo che ha smesso di pensare. E ha cominciato a camminare. Anche se sopra l'abisso. Uno che ogni passo lo fa per il passo. Non per arrivare da qualche parte. E solo questo in un tempo ossessionato dagli obiettivi già basta per spiazzare. Ma anche per attrarre. Per farci desiderare, almeno una volta, di camminare senza sapere dove si va... e stare bene lo stesso.

«Devo dire che dopo le traversate ho dei feedback in cui le persone si identificano molto con quello che faccio... » prosegue Loreni. «Chi ci vede il coraggio di camminare la propria strada, a chi ci vede la capacità di stare e andare avanti nonostante la paura e chi ci vede invece ovviamente per esempio la difficoltà dovuta a equilibrio e disequilibrio che c'è nella vita di tutti noi. Infatti molti mi dicono 'Anch'io sono un funambolo nella vita di tutti i giorni' ed effettivamente devo dire che stare nella vita di tutti i giorni è molto più complicato che stare su un cavo...».
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«Molti funamboli»  osserva poi Loreni «cadono negli ultimi metri perché pensano di essere arrivati e dimenticano di essere dove sono, pensano al finale. Invece io cammino perché devo camminare, ogni passo è il passo, non perché devo arrivare dall'altra parte, ma perché la possibilità che ho di arrivare dall'altra parte passa dall'essere presente a quello che faccio e godermi il valore di quello che sto facendo. Non trasferire il valore di quello che faccio in quello che sarà, ma in quello che è".

Guardarlo lassù è come vedere la versione più nuda di noi. Quella che non ha più bisogno di alibi. Solo di un passo. Poi un altro. E un altro ancora.

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Trascrizione
00:00C'è un uomo che cammina sull'aria, non è una metafora, cammina davvero, sopra le città,
00:05sopra le vallate, sopra di noi, mentre qui noi, sotto, facciamo fatica a stare in equilibrio,
00:11anche con i piedi ben piantati a terra. Lui no, lui si muove sul filo come se fosse a
00:16casa sua, e forse lo è davvero, perché quello spazio sospeso, dove tutto vacilla, è anche
00:21lo spazio in cui tutto è possibile. Andrea Loreni lo chiamano il funambolo, ma lui si
00:26definisce un artigiano del disequilibrio, non un domatore della paura, uno che con la paura
00:32ci prende il caffè ogni mattina. Ho sviluppato la capacità di stare nel disequilibrio, nel
00:37vivere la situazione critica, sicuramente con un po' di paura, perché la situazione critica,
00:42la trasformazione, il cambiamento fanno paura, perché ti portano via da una situazione stabile
00:47e ben conosciuta, e quindi affrontare una situazione ignota, vuota, con questi spazi molto grandi
00:52che sono tipici delle mie attraversate spaventa, perché richiede la capacità di trasformarsi,
00:57cioè di assumere ogni momento una nuova forma, non la forma richiesta dal disequilibrio, dalla
01:02domanda che viene posta dal contesto nuovo, ogni passo è una nuova domanda che richiede
01:06una nuova risposta, cioè una nuova forma. E quindi lasciare andare quello che c'è dietro
01:10per accogliere quello che c'è davanti è un po' l'abilità che ho sviluppato. Sì ho paura,
01:15sì sono spaventato, sì sono anche un essere fragile, ma in questa paura, nella capacità
01:19di fare una cosa nonostante la paura c'è anche la possibilità di guadagnare la propria
01:23libertà, cioè di realizzare tutto il nostro potenziale.
01:27È un filosofo che ha smesso di pensare e ha cominciato a camminare, anche se sopra l'abisso.
01:33Uno che ogni passo lo fa per il passo, non per arrivare da qualche parte. E solo questo,
01:38in un tempo ossessionato dagli obiettivi, già basta per spiazzare, ma anche per attrarre,
01:43per farci desiderare almeno una volta di camminare senza sapere dove si va, e stare bene
01:48lo stesso. Devo dire che dopo le attraversate ho dei feedback in cui le persone si identificano
01:53molto con quello che faccio. Secondo me perché è un gesto in un certo senso molto semplice,
01:58si tratta di camminare da un punto all'altro ed è molto umano perché sono una persona umana,
02:03sono un uomo, sono umanità. E quindi è facile identificarsi con quello che faccio,
02:08da chi ci vede il coraggio di camminare la propria strada, da chi ci vede la capacità
02:12di stare e andare avanti nonostante la paura, e chi ci vede invece ovviamente per esempio
02:17la difficoltà dovuta a equilibrio e disequilibrio che c'è nella vita di tutti noi.
02:22Infatti molti mi dicono, anch'io sono un funambolo nella vita di tutti i giorni.
02:26Ed effettivamente devo dire che stare nella vita di tutti i giorni è molto più complicato
02:31che stare su un cavo. Sono assolutamente dell'idea che il gesto inutile abbia un senso,
02:36soprattutto perché l'utilità come metro di valore di ciò che facciamo è decisamente
02:40sopravvalutata e probabilmente molto sbagliata, secondo me. Perché se tu fai una cosa
02:45perché è utile a qualcos'altro, stai trascurando il valore di quella cosa.
02:49Mentre io faccio ogni passo semplicemente per il passo che sto facendo.
02:52E se avessi in mente il finale o l'obiettivo, sarei portato via dal passo attuale.
02:57Molti funamboli cadono negli ultimi metri perché pensano di essere arrivati
03:01e dimenticano di essere dove sono e pensano al finale.
03:05Io cammino perché devo camminare. Ogni passo è il passo, non perché devo arrivare
03:09dall'altra parte. La possibilità che ho di arrivare dall'altra parte passa dall'essere presente
03:13a quello che faccio e godermi il valore di quello che sto facendo.
03:16Non trasferire il valore di quello che faccio in quello che sarà, ma in quello che è.
03:20Guardarlo lassù è come vedere la versione più nuda di noi.
03:23Quella che non ha più bisogno di alibi. Solo di un passo.
03:27E poi un altro. E un altro ancora.

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