- 09/07/2025
Un viaggio nel cuore di Clara tra scelte dolorose, relazioni intrecciate e desideri nascosti. Un racconto intenso di passione e lotta interiore.
Categoria
😹
DivertentiTrascrizione
00:00Mi chiamo Clara. Ho 36 anni, vivo a Firenze e sono sposata da dieci con Andrea. Un uomo
00:15silenzioso, riflessivo, sempre immerso nei suoi pensieri. La nostra vita, vista da fuori,
00:22è quella che molti definirebbero perfetta. Un bel appartamento in centro, cene tranquille,
00:27nessuna lite plateale. Eppure, da tempo, io e lui non ci guardiamo più davvero negli occhi.
00:34Parliamo poco. Facciamo ancora l'amore. Ogni tanto. Ma è un gesto che ha perso calore,
00:40quasi un'abitudine gentile. Un giorno, ho scoperto che Andrea aveva scritto un annuncio su un sito
00:47per incontri discreti. Lì cercava donne sole, affini nel pensiero, affamate di emozioni. Non
00:55ho detto nulla. Ma da quel giorno, qualcosa in me è cambiato.
01:03Andrea, architetto affermato, lavora nel suo studio come se nulla al mondo potesse distrarlo. Ogni
01:09giorno torna a casa con la stessa puntualità, posa le chiavi nella stessa ciotola di vetro,
01:15si toglie le scarpe e saluta Clara con un bacio sfiorato. Lei, insegnante di lettere,
01:21vive tra le parole e i silenzi. Legge molto, scrive poco. Osserva tanto. Negli ultimi mesi,
01:28Clara ha iniziato a percepire il matrimonio come una coreografia, fatta di passi ripetuti,
01:34ma senza musica. Una sera, mentre Andrea è sotto la doccia, Clara apre il suo computer,
01:41trova l'annuncio. Uomo riflessivo, discreto, cerca dialogo sincero con donna sensibile.
01:47No complicazioni, solo verità. Non si arrabbia, non piange, si limita a leggere e a immaginare
01:55cosa stia cercando davvero suo marito. Andrea riceve diverse risposte all'annuncio. La maggior
02:01parte sono goffe, anonime, alcune troppo esplicite. Una lo colpisce. Si firma Arianna,
02:09scrive in modo elegante, malinconico. Parlano via mail per giorni, poi si incontrano in un
02:15caffè discreto. Arianna è gentile, ha lo sguardo curioso, ma c'è qualcosa che non scatta.
02:22Andrea torna a casa con la sensazione di aver cercato qualcosa che non esiste più o che forse
02:27non ha mai davvero conosciuto. Clara, intanto, inizia una piccola vendetta silenziosa. Si iscrive
02:34allo stesso sito, crea un profilo anonimo e inizia a conversare con alcuni uomini. Ma più che
02:39flirtare, ascolta. Un giorno riceve un messaggio da Luca, medico quarantenne, separato da poco. I due
02:48iniziano a scriversi ogni sera. Lui le racconta dei suoi figli, dei suoi dubbi, del senso di vuoto
02:54che prova nel silenzio serale. Clara lo capisce. Forse troppo bene. Andrea continua i suoi incontri.
03:03Una gallerista, una bibliotecaria, persino una madre single. Ma ogni volta finisce nello stesso
03:08modo. Una conversazione educata, una cena, forse un bacio rubato. Ma poi il gelo. Inizia
03:17a sospettare che il problema non siano le donne che incontra, ma lui stesso. Clara invece si
03:23lascia andare. Dopo settimane di messaggi decide di incontrare Luca in una libreria del centro.
03:29Si riconoscono subito, si sorridono, passano ore a parlare tra i volumi, poi camminano lungo
03:34l'arno. Non succede nulla di fisico quella sera, ma dentro, Clara, qualcosa si è acceso.
03:41Andrea inizia a notare il cambiamento nella moglie. Lei è più viva, più attenta a come
03:46si veste, più silenziosa, ma anche più presente. Una sera la osserva mentre prepara la cena,
03:54le mani leggere sul tagliere, gli occhi persi, e capisce, anche lei sta cercando qualcosa
03:59altrove. La casa era immersa tra le colline, lontano dal rumore della città. Una vecchia
04:07costruzione in pietra, circondata da cipressi e ulivi, con le finestre spalancate su un tramonto
04:13rosa-arancio, che sembrava volersi trattenere un po' più a lungo. Andrea aveva insistito per
04:19quel weekend. Per noi, aveva detto. Per ricominciare. Clara lo aveva seguito in silenzio, con la valigia
04:27leggera e il cuore ancora più vuoto. L'aria profumava di erba secca e terra, di fiori selvatici
04:33e legna umida. Il cielo si era tinto d'ambra e poi di un blu profondo, mentre la notte scendeva
04:40piano sopra i colli. Dentro la casa il camino ardeva piano, e il vino sul tavolo, un rosso
04:46corposo, aveva lasciato due mezzi bicchieri dimenticati a metà. Avevano cenato senza dire
04:53molto. Andrea aveva provato a sorridere, a sfiorarle la mano, a raccontare qualcosa del
04:59passato, ma le parole si erano spente nella penombra. Nel letto, quella notte, i loro corpi
05:05si erano cercati, o almeno lui aveva tentato. Le mani di Andrea tremavano appena, timide e
05:12incerte, come se avesse paura di sbagliare. Il suo respiro era trattenuto, più per ansia
05:17che per desiderio. Clara si era lasciata toccare, senza slancio. I suoi occhi aperti guardavano
05:23il soffitto di travi antiche, mentre dentro di lei si muoveva una malinconia silenziosa.
05:30Lui si era fermato. Si era voltato piano, il viso nascosto nel cuscino. Non aveva detto
05:35nulla, ma il suo corpo parlava di frustrazione, di impotenza, di un'illusione che stava svanendo.
05:41Clara lo aveva guardato a lungo, accarezzandolo solo con lo sguardo. Non aveva la forza di
05:47mentire, e neppure il coraggio di dire la verità. Dormirono separati nel silenzio, a pochi
05:53centimetri di distanza, ma con mondi ormai troppo lontani. Il mattino seguente, un vento
06:01fresco muoveva le tende leggere della cucina. Clara uscì da sola, respirando l'odore pungente
06:07del muschio bagnato e della corteccia. Camminò tra i filari di viti senza meta, lasciando
06:13che i pensieri la raggiungessero. Quando rientrò, Andrea la stava aspettando sull'uscio, con
06:19le chiavi in mano e lo sguardo basso.
06:21«È ora di tornare», disse soltanto.
06:24Durante il viaggio verso la città, la radio restò spenta. I vetri appannati lasciavano
06:29intravedere campi e colline che scorrevano ai lati della strada come in un sogno lontano.
06:34Non si parlarono, solo il rumore delle ruote sull'asfalto e qualche respiro trattenuto
06:39riempivano il silenzio. Qualche settimana dopo il ritorno dalla casa
06:45tra le colline, Clara sentiva che qualcosa si era spezzato in modo irreversibile. Andrea
06:51invece sembrava aggrapparsi con più forza a un'idea di salvezza, e lo fece con un'ultima
06:56carta, la più audace. Una sera, dopo cena, mentre la luce della cucina diventava ambra
07:03e le stoviglie ancora tiepide attendevano nel lavello, Andrea si fece avanti.
07:09«Non voglio perderti», disse fissando il tavolo. «E se esplorassimo qualcosa di nuovo?
07:16Non un tradimento, non proprio, solo conoscere altre coppie, gente come noi. Magari ci fa
07:21bene, magari rompe l'abitudine». Clara si voltò lentamente verso di lui. Il cucchiaino
07:27le tremava leggermente tra le dita. Lo guardò a lungo come se cercasse di capire se stesse
07:32scherzando, ma Andrea era serio, persino speranzoso. Una parte di lei si sentì stanca, ma un'altra,
07:40più nascosta, più curiosa, si risvegliò come un animale assopito. Dopo giorni d'attesa,
07:47senza una risposta chiara, Clara disse solo. «Fa tu, ma non aspettarti nulla da me!» Andrea
07:54scrisse l'annuncio con il tono elegante e garbato che aveva usato mille volte nei suoi
08:00rapporti di lavoro. Coppia sensibile e colta, in cerca di esperienze autentiche e connessioni
08:06profonde. Pochi giorni dopo rispose una coppia, Irene e Matteo, da Bologna. Lei insegnava arte,
08:13lui lavorava nel design. Una casa in pietra tra i boschi dell'Appennino li attendeva per il
08:18weekend. Il sentiero che conduceva alla casa era immerso nel silenzio dei boschi. Le foglie,
08:27bagnate da una pioggia notturna, brillavano come vetro opaco sotto la luce filtrata tra i rami.
08:34L'aria odorava di terra viva, resina e promesse dimenticate. Clara respirò a fondo, quasi volesse
08:41trattenere quel momento tra i polmoni. Un passo dopo l'altro, la casa apparve, in pietra, solida e
08:48isolata, con persiane scure e una veranda che sembrava custodire segreti. Irene li accolse sulla
08:54soglia con un sorriso pieno e occhi che scintillavano come se sapessero qualcosa in più. I suoi capelli
09:00biondi, sciolti sulle spalle, ondeggiavano con leggerezza. Indossava un maglione morbido e un paio
09:06di jeans scoloriti che su di lei sembravano eleganti. Matteo rimase più in disparte, ma il
09:13suo sguardo era calmo e penetrante. Alto, le mani forti e curate, si muoveva con quella sicurezza
09:19silenziosa di chi è abituato a osservare prima di agire. Dopo un tè caldo davanti al cammino,
09:26uscirono a camminare. I boschi sembravano avvolgerli con i loro profumi umidi e suoni ovattati. Le due
09:33coppie si divisero quasi naturalmente. Clara si trovò accanto a Matteo, mentre Andrea
09:38chiacchierava con Irene poco più indietro. La conversazione era lieve, fatta di risate
09:44sottili, ma sotto quel velo di normalità qualcosa pulsava. Un desiderio sordo, un'attesa che cresceva
09:52come una corrente invisibile. Quando si fermarono accanto a un ruscello, Matteo si avvicinò troppo.
09:58La sua mano, come per caso, sfiorò il fianco di Clara nel passare. Un tocco leggero, ma chiaramente
10:05voluto. Clara si irrigidì, poi si voltò lentamente verso di lui, mantenendo il tono calmo ma deciso.
10:12Non mi piace giocare così. Matteo abbassò lo sguardo con un cenno appena visibile.
10:19Hai ragione, disse. Nel frattempo Andrea scherzava. Rideva un po' troppo, faceva battute
10:25e sussurrate all'orecchio di Irene, sfiorandole la schiena con una mano leggera. Ma quando lei
10:31gli restituiva lo sguardo, lui si ritraeva. Come se la sua fosse solo una maschera, un gioco
10:37da cui era il primo a voler fuggire. Quella sera, nella cucina in legno scaldata dal forno
10:43acceso e dal profumo di spezie, Clara e Irene preparavano la cena insieme. Una zuppa densa
10:49borbottava sul fuoco. La luce calda tremava sulle pareti e il vino versato nei calici iniziava
10:56a sciogliere le parole. Irene parlava di arte, di corpi nudi nei quadri del Seicento, di sguardi
11:02che non mentono mai. Le sue mani si muovevano con grazia tra cipolle e coltelli. A un certo
11:09punto sfiorò con naturalezza le dita di Clara. Poi le accarezzò il viso con la stessa morbidezza
11:15con cui si sfiora una tela antica. Clara trattenne il respiro. Il cuore le martellava
11:21nel petto. Si voltò lentamente, gli occhi nei suoi. Le labbra si dischiusero appena,
11:27come per dire qualcosa, ma rimasero sospese. «Sei bella, sai?» sussurrò Irene. La voce
11:33è un filo di seta. Clara sorrise, un sorriso enigmatico, quasi colpevole. «Lo so», rispose
11:41con un filo di ironia. Ma poi, più piano, come se stesse parlando a se stessa. «Ma
11:47non è il momento!» Irene la guardò con uno sguardo che mescolava desiderio e pazienza.
11:54Non ancora allora. Poi si voltò e riprese a tagliare le verdure, come se nulla fosse.
12:00Quella notte non accadde nulla, o almeno nulla di visibile, ma sotto la superficie, dentro
12:06ognuno di loro, qualcosa si era mosso. Ogni gesto non compiuto, ogni parola non detta,
12:12pesava più di mille carezze. Eppure, ogni incontro finiva sempre allo stesso modo, frammenti
12:18di tentazione, un sorriso ambiguo, una porta socchiusa che nessuno aveva il coraggio di spingere
12:24oltre. Andrea provava a giocare, a provocare, ma si fermava sempre un passo prima, come un
12:30attore stanco che recita un copione senza crederci più. Clara rifiutava con gentilezza,
12:36ma c'erano momenti in cui il suo sguardo indugiava più a lungo del necessario. Quando
12:41Irene rideva, o quando Matteo le passava accanto con una birra fresca in mano, piccoli
12:46dettagli, dettagli che ferivano Andrea più di quanto volesse ammettere. Le notti passavano
12:52lente, tra calici svuotati, caminetti che crepitavano e corpi vicini ma non abbastanza.
12:59Andrea iniziava a sentire che stava perdendo Clara davvero, ma non aveva ancora capito
13:05come. Passarono settimane confuse, settimane in cui le serate sembravano tutte uguali, avvolte
13:12in un'ovatta di profumi intensi, chiacchiere levigate e sorrisi stirati. Clara e Andrea visitarono
13:19altre case, altre coppie, altri mondi in cui ogni gesto sembrava calcolato, ogni parola
13:25posata come un'orchidea su un tavolo di marmo. Ville moderne con vetrate e affacciate sul
13:31nulla, loft arredati in stile minimal dove anche i bicchieri sembravano troppo sottili
13:37per contenere vino, musiche di sottofondo mai scelte a caso, jazz sofisticato, elettronica
13:43rarefatta, a volte vecchie canzoni italiane reinterpretate da voci femminili suadenti, ovunque
13:50profumi troppo dolci, risate leggere, discussioni sull'estetica, il tantra, la libertà del corpo
13:57e della mente. Erano inviti sussurrati, mai espliciti, cene lente, sguardi che si allungavano
14:04da un capo all'altro del tavolo, piedi nudi sotto le tovaglie. La sensualità aleggiava
14:10come una nebbia sottile, mai volgare, sempre trattenuta, raffinata come una setta che sfiora
14:16la pelle senza lasciar traccia. A volte tornavano a casa frustrati, altre volte quasi divertiti.
14:23«Quella coppia di Milano, te li ricordi?» rideva Clara, mentre si sfilava gli orecchini
14:29davanti allo specchio. «Lei sembrava appena uscita da un set di Antonioni, ma quando mi
14:35ha preso la mano, tremava.» Andrea rideva anche lui, ma con una nota stonata nella voce.
14:41Ogni volta che Clara si spogliava, ogni volta che si chinava a togliersi i tacchi, lui la
14:46guardava con un misto di desiderio e paura. Aveva la sensazione che stesse diventando ogni
14:52giorno più bella, più piena, più distante, perché qualcosa stava cambiando. All'inizio
14:58era impercettibile, un gesto, uno sguardo, un modo diverso di accarezzarsi i capelli, ma
15:04poi arrivarono i silenzi. Non quelli tesi, carichi di non detti, ma silenzi morbidi, quasi sereni.
15:10Clara sembrava trovarvi rifugio, una calma nuova, una leggerezza pericolosa. Parlava
15:17meno, o forse pensava di più. E quando parlava, diceva cose che ad Andrea sembravano provenire
15:23da un luogo che non conosceva. «Lo senti anche tu? Questo bisogno di togliere
15:29tutto, di restare solo con l'essenziale.» Andrea annuiva, ma non capiva. Non fino in fondo,
15:36Clara stava fiorendo altrove. Nei suoi occhi c'era un'ombra diversa, non malinconia, ma
15:43consapevolezza. Come se avesse trovato uno specchio nuovo altrove, forse dentro se stessa,
15:49forse in un'altra voce che l'aveva toccata senza bisogno di mani. Un giorno, tornando da
15:54un pomeriggio passato in una villa sul lago, mentre Andrea guidava e il tramonto si rifletteva
16:00sul parabrezza, Clara sussurrò «C'è una parte di me che non voglio più ignorare.» Andrea
16:06non rispose subito. Prese tempo, come si fa quando si spera che il tempo risolva da solo
16:12le frasi pericolose. Ma quella frase restò lì, come un anello dimenticato sul comodino,
16:19visibile, silenzioso, inquieto. Continuarono a frequentare altre coppie, con nomi esotici,
16:24professioni creative, corpi scolpiti o abbandonati con eleganza, altri incontri, altre maschere,
16:31eppure nulla lasciava un segno, nulla di concreto almeno. Ma qualcosa si muoveva sotto la superficie,
16:38come l'acqua sotto il ghiaccio. Andrea non sapeva più se stava cercando di tenere Clara con sé
16:43o di trattenerla dentro una versione di lei che non esisteva più, perché Clara era cambiata. E lui
16:50lo sapeva, lo sentiva nel modo in cui lei si vestiva, scegliendo tessuti più morbidi,
16:55scollature appena accennate, colori più intensi. Lo vedeva nei suoi occhi quando si truccava in
17:01silenzio e sembrava ascoltare un ritmo che solo lei poteva sentire. E la verità, quella scomoda,
17:08quella che Andrea non voleva ancora pronunciare, era che lei stava cominciando a vivere davvero. Ma
17:15senza di lui. Poi arrivò la coppia perfetta. Fu in una serata, nella villa con giardino e piscina,
17:22che accadde davvero. Giulio e Silvia, eleganti, misurati, dallo sguardo curioso ma discreto,
17:29una coppia che sembrava danzare anche quando restava immobile. Clara fu attratta da Giulio come
17:35da un profumo antico, persistente, difficile da definire. Erano nella grande sala con i divani in
17:41pelle color avorio e un cammino acceso che crepitava lento. Alle pareti, quadri moderni e
17:47piccoli monili d'epoca raccontavano il gusto preciso dei padroni di casa. Giulio parlava di
17:53arte e desiderio, con quella voce bassa e morbida che entrava sotto pelle. Clara lo ascoltava,
18:00sorrideva. Andrea li osservava da poco lontano, in silenzio, il bicchiere di vino in mano, lo sguardo
18:06che si spostava tra loro e la fiamma nel camino. Ogni gesto di Clara verso Giulio era una piccola
18:12fitta nel petto, ma sorrideva, sorrideva ancora. Più tardi, Silvia e Andrea si alzarono insieme.
18:20Lei posò la mano sul suo braccio e lui non si ritrasse. Lasciarono la sala in silenzio,
18:26attraversando corridoi rischierati dalla luce soffusa delle candele. La camera da letto profumava
18:32di lavanda. Silvia si spogliò lentamente, con movimenti morbidi, quasi cerimoniali. Andrea si
18:38avvicinò, le sfiorò la schiena. Si baciarono. Un bacio lento ma senza fuoco. Il suo corpo era lì,
18:46ma la mente altrove. Clara. Un pensiero improvviso, violento. Si staccò da Silvia con una scusa incerta.
18:55Lei lo guardò con un sorriso appena accennato, quasi divertita. Come se sapesse. Non sarebbe andato
19:02fino in fondo. Andrea uscì dalla stanza. I suoi passi rimbombavano nel silenzio. Cercava
19:07Clara. Apriva porte, sbirciava in salotti vuoti, salotti colmi d'eco. Passò accanto a specchi
19:13anneriti, tavoli in disordine, candele ormai consumate. Nulla. La cucina, vuota. Il patio. Solo
19:21il vento. La biblioteca. Silenzio. Nel frattempo, Clara e Giulio camminavano lentamente nel prato
19:30del giardino. Le siepi creavano corridoi misteriosi. Le statue di pietra brillavano
19:36sotto la luna. Camminavano fianco a fianco, senza urgenza. Come se sapessero dove stavano
19:41andando. Arrivarono davanti a una dépendance nascosta tra le piante. Giulio aprì la porta.
19:47La stanza era piccola, raccolta. Una lampada bassa diffondeva una luce ambrata. C'era odore
19:53di legno, di tempo fermo. Si sedettero su un vecchio divano in velluto consumato. Clara
19:59parlava a bassa voce. Raccontava di sé. Delle crepe invisibili. Dei silenzi. Giulio
20:06la ascoltava. Non faceva domande. Solo presenza. Mentre i pensieri si facevano più cupi, Andrea
20:14continuava la sua ricerca, temendo di scoprire una verità dolorosa. Il salone era deserto.
20:19Le scale lo riportarono al piano terra. Il vino della sera prima era rimasto nei bicchieri,
20:25ormai amaro d'aria. La notte pareva aver risucchiato tutto. Clara non c'era. Stremato
20:31si lasciò cadere sul divano. Il corpo cedeva, ma la mente correva. Lo sguardo perso nel buio.
20:38Il camino era ormai spento. Fuori solo il silenzio della notte. Nella dépendance le parole
20:46di Clara si spegnevano in silenzi lunghi. Giulio le prese la mano. Lei non la ritrasse.
20:52Quando lui le accarezzò la guancia e poi le labbra, Clara chiuse gli occhi. Il bacio fu lento,
20:58profondo. Come chi cerca una chiave. Lui le slacciò la camicetta con delicatezza. Le sue
21:04labbra la cercavano piano, sul collo, sul petto. Le mani si intrecciarono. Il respiro cambiò ritmo.
21:11Lei tremava un poco, non per paura, ma per ciò che stava per accadere. Fecero l'amore come chi
21:18si riconosce. Senza affanno, senza maschere. Il corpo di Clara si si apriva come un racconto
21:24tenuto dentro troppo a lungo. Ogni curva una verità. Ogni sussurro una scelta. Ogni respiro una
21:32resa. Andrea restava sveglio, nel salotto vuoto. Non sapeva se fosse notte fonda o già mattino. Aveva
21:41il cuore pieno e le mani vuote. La notte passava, lenta, nella Dependance. Fatta di pelle,
21:49di respiri intrecciati, di verità che non si potevano più cancellare. Giulio la sollevava
21:54con le mani forti e Clara si lasciava guidare. Lo abbracciava con le gambe, cavalcando il ritmo
21:59come una danza ancestrale. Le sue dita graffiavano appena alle spalle di lui, mentre il piacere
22:06le strappava gemiti sempre più profondi, sempre più veri. Era sudore, respiro, carne
22:12viva, ma soprattutto era anima. Clara si sentì sciogliere come neve al sole e quando il piacere
22:18esplose non fu solo fisico. Fu una frattura, un punto di non ritorno. Andrea si alzò e si
22:27versò un ultimo bicchiere. Lo guardò un attimo prima di berlo tutto d'un fiato. Il vetro
22:33tremava leggermente nella sua mano. Fu in quel momento che capì. Non era andato in bianco
22:38solo con Silvia. Aveva perso Clara e forse pensò non l'aveva mai davvero avuta. All'alba
22:46Andrea era ancora lì, seduto, le gambe piegate, gli occhi aperti, il cammino spento, le candele
22:54consumate, le prime luci filtravano tra le tende. La villa respirava piano. Clara entrò
23:00in silenzio. Scalza, i capelli spettinati, il viso rilassato. Vicino ai bicchieri vuoti
23:06della sera prima, le sue scarpe eleganti. Si chinò. Le indossò con grazia. Non disse
23:13nulla, neppure lui. Il tempo sembrava trattenere il fiato. Due vite si erano divise nella stessa
23:19notte. Ora restava solo il silenzio. Salutarono presto Giulio e Silvia, con sorrisi cortesi
23:26e abbracci lievi. Poi si misero in viaggio verso casa. Il silenzio nell'auto era denso,
23:32sospeso. Solo il rumore costante della strada passa a riempire l'aria. Fu Andrea a parlare
23:38per primo, la voce bassa, tesa. Non è successo niente, vero?
23:43Clara continuò a guardare fuori dal finestrino, come se cercasse una fuga nel paesaggio che
23:47correva via. Le sue mani si strinsero lievemente in grembo. Poi, con voce calma ma ferma, rispose
23:54senza voltarsi. Tu hai dormito sul divano? Andrea esitò. Colto alla sprovvista da quella
24:01deviazione, sospirò, come chi cerca di convincere più se stesso che l'altro. Non ho dormito. Il
24:08suo sguardo rimase fisso sulla strada, le mani strette sul volante. Tu? Chiese più piano.
24:15Clara abbassò leggermente il mento, come se la domanda l'avesse sfiorata e lasciata andare,
24:20ma non rispose. Un lungo momento passò, poi, più deciso... Non è successo niente,
24:27vero? Clara lo fissò, seria, senza rabbia, solo stanca. Qualcosa sì. Andrea abbozzò una risata
24:35breve e nervosa. Dai, smettila. So che non faresti mai una cosa del genere. Lei restò in silenzio per
24:42qualche istante, poi con voce ferma. Neanch'io lo credevo. Non parlarono più fino a metà viaggio,
24:50pochi chilometri da casa. Clara ruppe il silenzio. La voce era bassa, ma decisa. Stanotte non
24:57dormirò con te. Quando arriviamo, portami in un albergo. Andrea strinse le mani sul volante.
25:04Finiscila di recitare, tanto non è successo niente tra te e lui. Lei non rispose. Guardava
25:10dritto davanti a sé, immobile. È vero che non è successo niente, vero? Il tono ora era più tagliente,
25:17quasi rabbioso. Clara chiuse gli occhi per un istante, poi sospirò lentamente. Se ti fa dormire
25:27meglio, allora sì. Non è successo nulla. Andrea rallentò appena. Si voltò verso di lei,
25:34lo sguardo in cerca di un appiglio. Falla finita, guardami negli occhi e dimmi che non è successo
25:39nulla. Clara si girò, lo fissò dritto senza tremare e mentì. Non è successo nulla. Andrea
25:46tirò un sospiro. Quasi sollevato. Quasi. Quando arrivarono davanti casa, Clara scese con un piccolo
25:54bagaglio. Andrea rimase al volante, confuso ma deciso, a non lasciar crollare tutto. Faccio un
26:01salto in ufficio, disse, cercando una normalità finta, fragile. Stasera che mi prepari per cena?
26:09Clara lo guardò per un momento, poi abbozzò un sorriso stanco, disilluso. Qualcosa cucinerò. E
26:16senza voltarsi si avviò verso l'ingresso. Andrea tornò in ufficio, ma non riusciva a concentrarsi. Le
26:23mail scorrevano sullo schermo come acqua torbida, parole vuote, prive di peso. Tutto gli sembrava
26:29stonato. Fuori, la città viveva. Dentro, lui no. Clara restò in casa. Sorseggiò un caffè lentamente,
26:38in silenzio con le luci basse e la tv accesa in sottofondo. Poi prese il telefono, scrollò tra
26:44le chat, ne aprì una. Luca, il medico incontrato mesi prima, lasciato in sospeso tra prudenza e
26:52tentazione. Scrisse, domani pomeriggio, voglio rivederti. Un messaggio breve, nessuna spiegazione,
27:00solo un indirizzo e un numero di stanza. Prese fiato, premette invio e sorrise. Ma non con leggerezza,
27:08con lucidità, Luca non rispose, ma lei sapeva che sarebbe venuto. L'albergo era anonimo,
27:15vicino alla stazione. Il tipo di posto dove si passa, non dove si resta. Ma Clara aveva scelto
27:22quel luogo proprio per la sua essenzialità. Niente ricordi, niente tracce, solo presente. La camera
27:29era piccola ma pulita, lenzuola bianche appena stirate, una finestra socchiusa su un cortile
27:34interno da cui arrivava il rumore dei treni in lontananza. Odore di cera per mobili e aria
27:41condizionata? Clara si era tolta le scarpe, aveva aperto la camicia e si era seduta sul letto,
27:48a piedi nudi, lo sguardo fisso sulla porta. Quando Luca entrò non ci fu bisogno di parole,
27:53lo sguardo di lui era già pieno di tutte le domande e tutte le risposte. Lei si alzò lentamente,
27:59si avvicinò, le mani tremavano, ma era vita, non paura. Erano mesi che aspettava quel momento.
28:06Lo baciò, un bacio lento, profondo, pieno di tutto ciò che non aveva potuto dire. Non c'erano
28:12frasi da recitare né promesse da fare, solo un desiderio rimasto a lungo nascosto che ora prendeva
28:19spazio senza più scuse. Luca la prese tra le braccia con rispetto ma anche con urgenza. I loro
28:25corpi si muovevano come se si conoscessero da sempre ma si fossero attesi per troppo tempo. Ogni
28:31gesto era consapevole, ogni carezza un'affermazione. Non era solo passione, era un bisogno di verità,
28:37di pelle, di anima. La luce filtrava dalla finestra in un taglio dorato. Il suono ovattato
28:43dei treni accompagnava le loro ombre sulla parete. Il tempo, per una volta, sembrava essersi fermato.
28:50Dopo restarono distesi senza parlare. Clara sentiva ancora il profumo della pelle di Luca,
28:55il battito del suo cuore che le martellava contro la schiena. Si sentiva viva, presente,
29:01colma di qualcosa che non aveva nome ma che assomigliava alla libertà. Ma certi vuoti non
29:06si colmano con la volontà. A volte ci si sveglia troppo tardi. Ma la vita non aspetta chi si perde
29:13nei rimpianti e nemmeno chi ha creduto di potersi salvare amando troppo.
29:17Non è stato per vendetta, né per amore. È stato per sentirmi viva, per sapere che
29:25da qualche parte c'era ancora qualcuno capace di toccarmi l'anima e il corpo. E in quel tocco
29:33mi sono ritrovata. Non tutte le verità hanno bisogno di essere dette. Ci sono desideri che
29:40non chiedono permesso. Io non volevo distruggere il mio matrimonio. Volevo solo salvarmi e a volte
29:47salvarsi vuol dire perdersi, almeno per un po'. I fatti e i personaggi raccontati in questa storia
29:57sono frutto di fantasia. Qualsiasi somiglianza con persone reali, vive o defunte è puramente
30:03casuale. Hai ascoltato una storia di tradimenti e desideri, di passioni taciute e scelte coraggiose.
30:12Una storia di chi ha avuto il coraggio di perdersi per potersi finalmente ritrovare. Se anche tu hai
30:18vissuto momenti di smarrimento, silenzi, rinascite, sai quanto può fare male e quanto
30:24può liberare. Lascia un like, condividi questa emozione e seguici per altri racconti intensi,
30:31sensuali e veri. Ogni storia che raccontiamo potrebbe essere la tua.
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