Come ascoltare il messaggio segreto dei sogni e portare l'immaginazione notturna nella veglia quotidiana. Nel cuore della notte, quando le difese dell’Io si assottigliano e le porte dell’anima si spalancano, i sogni ci parlano. Non sono soltanto giochi della mente, residui della giornata o ombre dell’inconscio ma, per chi sa ascoltare, oracoli sottili, messaggeri del sacro, mappe simboliche del nostro cammino interiore.
[idarticle id="2482760, 2544111" title="Frasi sui sogni, le più belle a cui ispirarsi"] Ascoltare i messaggi dei sogni Ogni sogno è reale nel suo piano di realtà. Non va interpretato, va incontrato. Non si deve chiedere: «Cosa vuol dire?» ma piuttosto: «Chi sei tu? Cosa vuoi da me?». Il sogno è una figura vivente dell’anima che si offre per guidarci nel quotidiano, se sappiamo portarne l’immaginazione oltre la soglia del risveglio. Il sogno, in effetti, è un laboratorio sacro dove l’energia prende forma, dove il Sé danza con le sue ombre per generare visioni. Esso è parte del sentiero del risveglio.
[idarticle id="2525695, 2535761" title="L'Agorà di Selene Calloni Williams: «Ecco perché non mangio animali»"] Lo yoga del sogno Lo “yoga del sogno” è uno yoga sciamanico-tantrico annoverato tra i cosiddetti yoga himalayani. La sua pratica è finalizzata a scoprire che anche la veglia è un sogno più denso, perché ogni figura, ogni evento, ogni relazione che possiamo incontrare durante l’arco del giorno è un riflesso della nostra mente. Il praticante impara a risvegliarsi nel sogno per poi risvegliarsi nella vita.
[caption id="attachment_2516060" align="aligncenter" width="640"] Selene Calloni Williams ci parla del messaggio segreto dei sogni[/caption] Il messaggio dei sogni: come portarli nella veglia Ecco una pratica semplice e poetica, da compiere ogni mattina per capire il messaggio dei sogni:
Appena sveglia, resta nel silenzio. Non accendere il telefono, non alzarti di scatto. Siediti nel letto, occhi socchiusi, e lascia riemergere le immagini del sogno.
Scegli un'immagine simbolica. Non tutta la trama: solo un volto, un oggetto, una scena. Quella che ti ha colpito, anche se non ne comprendi il senso.
Respira con quell'immagine nel cuore. Portala con te durante la giornata come una guida. Può diventare una domanda, un’intenzione, un mantra vivente.
Onorala nel corpo. Indossa un colore che richiama l’atmosfera del sogno. Cammina con quella sensazione addosso. Danza, scrivi, cucina come se fossi ancora dentro al sogno.
Scrivi una lettera all’immagine. Alla sera, ringraziala. Chiedile se ha un messaggio per te. Poi dormi con quella domanda sotto il cuscino.
In questo modo, il sogno non resta rinchiuso nella notte. Si riversa nella giornata come un’acqua sacra che irriga le radici invisibili del nostro destino.
[idgallery id="2316892" title="Sogni premonitori, magia o realtà?"] Il sogno è un ponte Tra visibile e invisibile, tra io e Sé, tra ciò che crediamo di essere e ciò che siamo davvero. Portare il sogno nella veglia è un atto magico e femminile, un gesto di alchimia interiore che ci ricorda che la realtà non è mai solo ciò che appare.
Il sogno non è finzione. È verità sottile. E ogni donna che sa onorarlo, può diventare la sacerdotessa del proprio oracolo interiore.
Ricordo una notte, da ragazza, nella giungla dello Sri Lanka. Dormivamo su stuoie di foglie intrecciate, avvolti dal respiro profondo della foresta. Accanto a me, nel silenzio sacro del romitaggio, c’erano il mio maestro, il venerabile Gata Thera, e il mio compagno di meditazione, il Reverendo Pannala Sumanaloka Thero.
Quella notte sognai un leopardo che usciva dal cuore di un albero. Non mi attaccava, non fuggiva: semplicemente mi guardava. I suoi occhi erano come specchi. Al risveglio, confusa e scossa, raccontai il sogno al mio maestro, sperando in una spiegazione.
Gatha Thera mi sorrise appena e mi disse: «Non cercare di capire con la mente ciò che va ascoltato con il cuore. Il leopardo è venuto perché è tempo che tu lo diventi!».
Quel sogno fu un oracolo. Mi mostrò il coraggio che stava crescendo in me, la forza silenziosa dell’intuizione femminile che stava sbocciando. È stato il mio primo oracolo. Da allora, ho imparato a chiedermi: Chi sta venendo a parlarmi stanotte? Come posso ascoltarlo?
Che tu possa camminare tra i sogni come tra gli alberi di una foresta sacra. E riconoscerli: non come illusioni, ma come visioni del tuo Sé più profondo!