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Come ascoltare il messaggio segreto dei sogni e portare l'immaginazione notturna nella veglia quotidiana. Nel cuore della notte, quando le difese dell’Io si assottigliano e le porte dell’anima si spalancano, i sogni ci parlano. Non sono soltanto giochi della mente, residui della giornata o ombre dell’inconscio ma, per chi sa ascoltare, oracoli sottili, messaggeri del sacro, mappe simboliche del nostro cammino interiore.

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Ascoltare i messaggi dei sogni
Ogni sogno è reale nel suo piano di realtà. Non va interpretato, va incontrato. Non si deve chiedere: «Cosa vuol dire?» ma piuttosto: «Chi sei tu? Cosa vuoi da me?». Il sogno è una figura vivente dell’anima che si offre per guidarci nel quotidiano, se sappiamo portarne l’immaginazione oltre la soglia del risveglio. Il sogno, in effetti, è un laboratorio sacro dove l’energia prende forma, dove il Sé danza con le sue ombre per generare visioni. Esso è parte del sentiero del risveglio. 

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Lo yoga del sogno
Lo “yoga del sogno” è uno yoga sciamanico-tantrico annoverato tra i cosiddetti yoga himalayani. La sua pratica è finalizzata a scoprire che anche la veglia è un sogno più denso, perché ogni figura, ogni evento, ogni relazione che possiamo incontrare durante l’arco del giorno è un riflesso della nostra mente. Il praticante impara a risvegliarsi nel sogno per poi risvegliarsi nella vita.

[caption id="attachment_2516060" align="aligncenter" width="640"] Selene Calloni Williams ci parla del messaggio segreto dei sogni[/caption]
Il messaggio dei sogni: come portarli nella veglia
Ecco una pratica semplice e poetica, da compiere ogni mattina per capire il messaggio dei sogni:

Appena sveglia, resta nel silenzio. Non accendere il telefono, non alzarti di scatto. Siediti nel letto, occhi socchiusi, e lascia riemergere le immagini del sogno.

Scegli un'immagine simbolica. Non tutta la trama: solo un volto, un oggetto, una scena. Quella che ti ha colpito, anche se non ne comprendi il senso.

Respira con quell'immagine nel cuore. Portala con te durante la giornata come una guida. Può diventare una domanda, un’intenzione, un mantra vivente.

Onorala nel corpo. Indossa un colore che richiama l’atmosfera del sogno. Cammina con quella sensazione addosso. Danza, scrivi, cucina come se fossi ancora dentro al sogno.

Scrivi una lettera all’immagine. Alla sera, ringraziala. Chiedile se ha un messaggio per te. Poi dormi con quella domanda sotto il cuscino.

In questo modo, il sogno non resta rinchiuso nella notte. Si riversa nella giornata come un’acqua sacra che irriga le radici invisibili del nostro destino.

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Il sogno è un ponte
Tra visibile e invisibile, tra io e Sé, tra ciò che crediamo di essere e ciò che siamo davvero. Portare il sogno nella veglia è un atto magico e femminile, un gesto di alchimia interiore che ci ricorda che la realtà non è mai solo ciò che appare.

Il sogno non è finzione. È verità sottile. E ogni donna che sa onorarlo, può diventare la sacerdotessa del proprio oracolo interiore.

Ricordo una notte, da ragazza, nella giungla dello Sri Lanka. Dormivamo su stuoie di foglie intrecciate, avvolti dal respiro profondo della foresta. Accanto a me, nel silenzio sacro del romitaggio, c’erano il mio maestro, il venerabile Gata Thera, e il mio compagno di meditazione, il Reverendo Pannala Sumanaloka Thero.

Quella notte sognai un leopardo che usciva dal cuore di un albero. Non mi attaccava, non fuggiva: semplicemente mi guardava. I suoi occhi erano come specchi. Al risveglio, confusa e scossa, raccontai il sogno al mio maestro, sperando in una spiegazione.

Gatha Thera mi sorrise appena e mi disse: «Non cercare di capire con la mente ciò che va ascoltato con il cuore. Il leopardo è venuto perché è tempo che tu lo diventi!».

Quel sogno fu un oracolo. Mi mostrò il coraggio che stava crescendo in me, la forza silenziosa dell’intuizione femminile che stava sbocciando. È stato il mio primo oracolo. Da allora, ho imparato a chiedermi: Chi sta venendo a parlarmi stanotte? Come posso ascoltarlo?

Che tu possa camminare tra i sogni come tra gli alberi di una foresta sacra. E riconoscerli: non come illusioni, ma come visioni del tuo Sé più profondo!

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Trascrizione
00:00Quante volte ci svegliamo con un sogno vivido, misterioso, e lo lasciamo svanire nel rumore del giorno?
00:08E se invece quel sogno fosse un messaggio? Un oracolo, un invito dell'anima?
00:15I sogni non sono illusioni, sono realtà sottili, luoghi sacri, spazi in cui l'invisibile ci parla.
00:24Ogni sogno è un essere vivente, non va spiegato, va incontrato, va ascoltato con il cuore.
00:37Portare un sogno nella veglia è come portare una lampada accesa nel giorno.
00:46È un gesto semplice, ma è profondamente trasformativo.
00:53Ricordo una notte da ragazza nella giungla, nella giungla dello Sri Lanka.
01:01Sognai un leopardo che usciva dal cuore di un albero.
01:05Mi guardava immobile, silenzioso.
01:10Il mio maestro, il venerabile Gatatera, mi disse
01:14Il leopardo è venuto perché è tempo che tu lo diventi.
01:20Quel sogno fu un oracolo.
01:24Mi mostrò il coraggio che stava crescendo in me,
01:28la forza silenziosa dell'intuizione femminile che stava sbocciando.
01:35È stato il mio primo oracolo.
01:37Da allora ho imparato a chiedermi
01:40Chi sta venendo a parlarmi?
01:44Chi sta venendo a parlarmi nel sogno?
01:48Come posso ascoltarlo?
01:50E ora medita con me.
01:52Chiudi gli occhi.
01:54Respira lentamente.
01:57Lascia che un sogno recente emerga nella tua memoria.
02:00Non serve ricordarlo tutto.
02:04Basta un dettaglio, un volto, un luogo, una sensazione.
02:10Osserva quell'immagine.
02:16Domandale dolcemente.
02:18Chi sei?
02:21Cosa vuoi mostrarmi?
02:22Non aspettare una risposta chiara.
02:28Resta in ascolto.
02:32Respira.
02:39Poi apri gli occhi
02:40e porta con te quella visione durante il giorno.
02:45Come una guida.
02:47Un seme che ti parla.
02:48Così il sogno si riverserà
02:52nella tua giornata
02:54come un'acqua sacra
02:55che irriga la vita.
02:59Che tu possa camminare tra i sogni
03:02come tra gli alberi di una foresta sacra
03:05e riconoscerli
03:07non come illusioni
03:10ma come visioni
03:12del tuo sé
03:13più profondo.
03:18Un seme che ti parla.
03:20C'è un ascolto.
03:22C'è un ascolto.

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