(askanews) - Sadik Selimovic, sopravvissuto del massacro di Srebrenica, racconta il suo impegno all'Istituto bosniaco per i dispersi.
Era il luglio del 1995, trent'anni sono passati dalla strage nella città martire della Bosnia, al culmine della guerra nella ex Jugoslavia. Più di ottomila musulmani, tutti civili, tutti maschi, tutti sfollati, furono massacrati in pochi giorni dai serbo bosniaci di Radovan Karazdic; donne e bambini separati e allontanati, adolescenti e uomini adulti spariti nel nulla nonostante Srebrenica fosse stata decretata zona sicura sotto la protezione dei caschi blu dell’Onu, forze dell’Olanda che non intervennero.
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Ci volle un po’ perché la comunità internazionale potesse credere che davvero erano stati uccisi, a sangue freddo. Da trent’anni la terra restituisce i cadaveri delle fosse comuni, a Srebrenica c’è un memoriale con le tombe, i monumenti in marmo, le pietre tombali coi nomi e i villaggi da cui provenivano, ma un migliaio di persone mancano ancora all’appello.
00:00Sadiq Selimovic, sopravvissuto del massacro di Srebrenica, racconta il suo impegno all'Istituto Bosniaco per i dispersi.
00:08Era il luglio del 1995.
00:10Trent'anni sono passati dalla strage nella città martire della Bosnia, al culmine della guerra nella ex Yugoslavia.
00:16Più di 8.000 musulmani, tutti civili, tutti maschi, tutti sfollati, furono massacrati in pochi giorni dai serbo-bosniaci di Radovan Karadzic.
00:25Donne e bambini separati e allontanati, adolescenti e uomini adulti spariti nel nulla, nonostante Srebrenica fosse stata decretata zona sicura sotto la protezione dei caschi blu dell'ONU, forze dell'Olanda che non intervennero.
00:39Ci vuole un po' perché la comunità internazionale potesse credere che davvero erano stati uccisi a sangue freddo.
00:45Da 30 anni la terra restituisce i cadaveri delle fosse comuni.
00:48A Srebrenica c'è un memoriale con le tombe, i monumenti in marmo, le pietre tombali con i nomi e i villaggi da cui provenivano i morti, ma un migliaio di persone mancano ancora all'appello.
01:00Selimovic si muove fra i siti di due fosse comuni, Glogova 1 e Glogova 2.
01:09Negli ultimi tre anni, dice, abbiamo analizzato 62 località, cercando di ritrovare nuove fosse, ma non abbiamo trovato neanche un corpo.
01:16I serbi della zona sanno tutto, ma non parlano. Come possono vivere sapendo quello che sanno e che c'è gente che cerca i propri cari?
01:28Ma dobbiamo dire che alcuni hanno parlato.
01:31Quello che preoccupa Selimovic è il fiume Drina. È possibile, dice, che sia la fossa più grande di tutte.
01:37E non troveremo mai quelli buttati là dentro.
01:39Ricostruire l'identità di Corpili Srebrenica ha richiesto anni di lavoro dei medici legali.
01:44Dragona Vucetic è una ricercatrice antropologa.
01:49Fino ad oggi, dice, abbiamo identificato oltre 6.800 persone.
01:54Sappiamo che ci sono cinque siti di esecuzione di massa fra Srebrenica, Svornik e Bratunak.
02:00I corpi sono stati sepolti nelle vicinanze, ma pochi mesi dopo le fosse sono state riaperte,
02:04i cadaveri già decomposti sono stati trasferiti anche a 100 chilometri di distanza.
02:09Le forze serbo-bosniache, vedendo avvicinarsi le fine della guerra, volevano cancellare le prove.
02:15Usarono macchine da scavo, bulldozer e camion.
02:18Durante i lavori di esumazione, solo il 10% dei corpi dei massacrati è stato ritrovato intero.