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00:00Buonasera, ben trovati ad una nuova edizione del Tg Preview che questa sera dedichiamo al tema della messa alla prova per minori autori di reato, in particolare del progetto innovativo unico in Italia realizzato in Università Cattolica Brescia.
00:24Ne parliamo come sempre con un ospite, quindi do il benvenuto questa sera in studio al professore Giancarlo Tamanza che è coordinatore di questo progetto ed è direttore del servizio Psicologia Clinica e Forense dell'Università Cattolica.
00:38Buonasera, buonasera a lei.
00:39Un progetto molto articolato che ha visto diversi attori collaborare e che ha una duplice valenza da un lato educativa, riabilitativa potremmo dire sui minori e dall'altro anche un valore proprio per la vostra ricerca clinica.
00:58Le domando innanzitutto di inquadrare questo progetto, quando è nato, come è nato e quanto è durato.
01:06Diciamo che le origini sono un po' lontane nel tempo, nascono da precedenti esperienze che abbiamo realizzato con i nostri soci partner, con i tribunali, nell'ambito appunto degli interventi per i ragazzi che compiono reati.
01:19Questo progetto è molto particolare, era un'esperimentazione molto importante e oltre alle due dimensioni che lei ha ricordato, cioè l'intervento direttamente fatto con i ragazzi, il lavoro anche di ricerca, di validazione scientifica di una modalità di lavoro,
01:34aveva un terzo asse molto importante, molto particolare e che era il coinvolgimento di una dimensione comunitaria.
01:40A due livelli, uno nel mettere insieme diverse istituzioni, diverse realtà sociali, che sappiamo è sempre un grande valore, ma è anche un grande lavoro, una grande fatica,
01:50ma anche con un'apertura e coinvolgimento di realtà territoriali.
01:54Attraverso due community conference, una all'inizio e una alla fine, che hanno visto una grande partecipazione di diversi gruppi sociali, professionisti, ma anche genitori, anche ragazzi, anche studenti,
02:06e che ci ha dato un riscontro particolarmente importante, perché attraverso questa apertura, questo coinvolgimento di persone e di cittadini,
02:16sono emersi anche delle disponibilità delle persone che ci hanno dato una mano nella realizzazione delle attività,
02:22proprio con il condividere la logica e l'impegno legato alla considerazione che il fenomeno è molto complesso,
02:30certamente c'è un livello individuale dei ragazzi su cui dobbiamo lavorare in un modo professionale specifico,
02:36ma è una problematica che nasce anche da un contesto, da un contesto sociale, culturale,
02:42e che è proprio il coinvolgimento anche del contesto di vita di questi ragazzi,
02:47che può essere una grande risorsa per sostenirli nel loro percorso di riabilitazione.
02:52La scorsa settimana, proprio in Università, al campus di Via Gazzetta, è stato un po' presentato quello che è un primo bilancio di quello che è stato fatto.
03:01Il progetto può dirsi concluso o si va avanti?
03:05Diciamo che questo progetto è proprio in conclusione, nel senso che la conferenza che abbiamo fatto la scorsa settimana
03:11chiudeva la dimensione istituzionale e comunitaria, proprio in questi giorni,
03:15le nostre psicologhe della scuola di specializzazione che hanno seguito in un percorso di supporto individuale ciascun ragazzo
03:23stanno chiudendo l'assessment psicologico finale, nel senso che questo è uno dei pezzi particolari di questo intervento,
03:32molto importante anche dal punto di vista della nostra Università, perché appunto ci ha permesso anche di coinvolgere attivamente
03:38gli studenti che stanno concludendo la scuola di specializzazione in psicoterapia
03:42attraverso un lavoro specialistico, psicologico, di valutazione iniziale, di accompagnamento durante l'intero percorso
03:49e di valutazione finale. Proprio in questi giorni stanno chiudendo gli ultimi colloqui, per cui questa parte del progetto
03:54effettivamente è in conclusione.
03:56Quindi messa la prova per questi ragazzi, ovviamente nel rispetto alla privacy non entreremo nello specifico,
04:03ma sono ragazzi che avevano età, immagino anche diverse tra loro e come sono stati in qualche modo segnalati
04:10e sulla base di quale criterio si è deciso di far partecipare proprio questi ragazzi al progetto.
04:17La responsabilità della missione al progetto era del Tribunale e dell'Ufficio Sociale del Tribunale per i minorelli,
04:23dell'USMO, in quanto sono loro i referenti dell'iter processuale, perché questa attività rientra all'interno
04:31di un intervento giudiziario. Naturalmente i criteri li vanno un po' condivisi, anche se poi in questi casi
04:38succede sempre che per una contingenza o per un ultimo imprevisto, spesso i ragazzi che effettivamente
04:44poi avvino attività non sono sempre così corrispondenti ai criteri ideali. Abbiamo discusso molto perché
04:50il programma era molto impegnativo, sia per la quantità delle attività che abbiamo proposto, ma anche per
04:56l'intensità del lavoro e quindi l'idea era, la considerazione era che probabilmente questo tipo di intervento
05:03così impegnativo, poteva essere più adeguato per dei ragazzi con delle caratteristiche di funzionamento
05:09anche psicologico e sociale, non troppo compromesso. In realtà il gruppo degli otto ragazzi che abbiamo
05:16seguito erano abbastanza omogeni come fascia di età, tra i 17 e i 20 anni.
05:23Quindi vicini anche all'età di chi poi frequenta l'università.
05:25Esattamente, ma erano coinvolti per reati compiuti quando erano ancora tutti minorenni.
05:32Quattro erano di nazionità italiana, quattro straniera, molto variegate invece le caratteristiche personali
05:38di storia familiare, sociale, di alfabetizzazione e anche rispetto a un panorama criminologico, dei reati commessi
05:48che erano molto variegati e anche molto impegnativi. Quindi diciamo che rispetto al progetto iniziale
05:54abbiamo seguito dei ragazzi molto più impegnativi di quello che avremmo immaginato.
05:58Ecco, incuriosisce il fatto proprio del contesto, il fatto di accogliere minori che hanno avuto
06:04questo background, quindi anche di problemi con la giustizia, all'interno di un contesto,
06:11mi passa il termine, nobile, come quello di un'università. Anche durante l'incontro che avete avuto
06:16appunto la scorsa settimana, si diceva per alcuni ragazzi è stato un bello stacco rispetto magari
06:21al contesto sociale di provenienza. Come è stato vissuto, le chiedo, dai ragazzi ma anche
06:28dal contesto universitario che li ha accolti?
06:31Alla fine molto bene da tutti, però all'inizio questo era effettivamente una preoccupazione
06:37sia da parte dell'università, soprattutto dei nostri responsabili amministrativi, sia da parte
06:43degli stessi giudici, degli stessi operatori, proprio a partire dalla considerazione che i ragazzi
06:48che abbiamo accolto, nella loro vita quotidiana frequentano ambienti molto lontani e anche
06:54idealmente l'università non è per loro un ambiente così significativo, ma questa era
06:59proprio la scommessa. In relazione al fatto che l'intervento di messa alla prova rientra
07:03dentro un percorso giudiziario che ha i suoi criteri, ma ha ovviamente una valenza di supporto
07:10a un processo trasformativo e riabilitativo. E uno dei fattori chiave che abbiamo verificato
07:15anche attraverso la ricerca e che il punto più difficile è che naturalmente questi ragazzi
07:20arrivano al nostro incontro con gli operatori molto difesi, sono costretti a fare questo
07:26lavoro, lo vedono come qualcosa di difficile e quindi il contesto positivo, valorizzante,
07:33anche frequentato, come diceva lei prima, da altri ragazzi più di una stessa età che hanno
07:38partecipato e che li hanno accolti molto bene, è stato un fattore che molto ha sostenuto.
07:43Infatti i ragazzi ci sono venuti sempre molto volentieri e qualcuno ci ha riferito
07:48poi, non l'ha detto noi, ma agli assedi sociali, che anche a casa c'è uno però, mio figlio
07:53va all'università, come segno di riconoscimento, di una valorizzazione.
07:57Abbiamo parlato delle attività in università, ma non solo, tra le iniziative previste dal progetto
08:02ci sono state anche delle uscite, una in particolare sul Garda. Andiamo a vedere allora
08:09la clip, l'intervento di Nicola Maccioni della Cooperativa Area, che ha proprio accompagnato
08:15concretamente questi ragazzi in un'uscita di diversi giorni sul lago di Garda. Ascoltiamo
08:21quindi la sua intervista e poi ne riparliamo in studio.
08:28Abbiamo deciso di utilizzare uno strumento che ormai è parecchi anni che utilizziamo insieme
08:34all'università cattolica, che è la trekking toll therapy, cioè l'esperienza di cammino
08:38con dei ragazzi autori di reato. Anche questa volta abbiamo pensato che la location ottimale
08:44potesse essere il lago di Garda. Abbiamo fatto circa 100 chilometri a piedi e in sei giorni
08:50abbiamo percorso da Toscolano Maderno e siamo tornati a Toscolano Maderno e quindi abbiamo
08:54fatto tutta la parte nord del lago di Garda. Sono state le tappe, alcune molto lunghe e impegnative,
09:01altre più corte e questo aiuta i ragazzi, utilizzando il corpo, a entrare in contatto
09:07con le proprie emozioni perché poi potranno anche provare a rielaborare il tema del reato
09:13che è uno dei temi importanti per loro. Quindi stare a piedi, fare fatica insieme agli educatori
09:20e agli psicologi li aiuta anche a riflettere su di sé e quindi sulla propria traiettoria.
09:26È stato anche molto faticoso, però i ragazzi di solito dopo il secondo giorno, dopo che hanno
09:31sperimentato un po' di fatica, un po' di cose che non sono abituati a fare perché questi ragazzi
09:37sono abituati a stare dal parchetto a casa, da casa al parchetto e poco altro. Stare in un ambiente
09:43molto bello, a fare fatica insieme agli adulti che comunque non li giudicano, che hanno voglia
09:47di stare con loro, per loro è una cosa molto preziosa. Dopo il secondo giorno di solito inizia a diventare
09:52anche un percorso divertente, bello, piacevole e quindi scoprire di sé che anche si possono fare
09:57delle cose faticose, impegnative, ma che possono essere anche piacevoli.
10:02Per ognuno di questi ragazzi è stato stilato proprio un piano personalizzato. In che cosa consiste?
10:09Dunque, avevano due attività in comune, una questa che abbiamo sentito da Tech in Therapy
10:14e un'altra attività di gruppo che era offerta in un modo generalizzato a tutti i ragazzi,
10:19proprio per la dimensione gruppale. E poi avevano i percorsi individualizzati che riguardavano
10:27ognuno di loro appunto era seguito da una delle nostre psicologhe e delle attività fatte
10:32all'interno dell'università di carattere, diciamo, tra virgolette formativo, a volte dimensionate
10:39su un contenuto anche di base in relazione alle competenze già acquisite. Qualcuno ha seguito
10:45un corso di lingua inglese o spagnola, qualcuno ha seguito un'alfabetizzazione informatica,
10:52quindi l'apprendimento, diciamo, del pacchetto base. Un'altra persona ha seguito invece
10:57con una collega che insegna all'Accademia di Belle Arti, la LABA, una fotografa, un laboratorio
11:04di fotografia dove non solo ha preso, diciamo, e sperimentato l'uso della tecnica fotografica
11:10ma ha anche fatto un lavoro, siccome la collega è anche un'art therapist, anche che avesse comunque
11:15una valenza rispetto alla sua storia che, se possiamo dirlo per inciso, aveva a che fare
11:21con la fotografia, la sua storia familiare. Quindi aspetti anche molto interessanti che
11:25sono stati individuati insieme ai ragazzi nella fase iniziale di assessment per trovare
11:30un punto di appiglio che fosse anche qui un'attività che potesse stimolare la loro partecipazione
11:36e non un obbligo imposto senza tener conto dei loro interessi.
11:40Ecco, rispetto poi a quanto emerso da queste attività, anche da quella di cui ci ha parlato
11:46Maccioni poco fa, io direi che possiamo andare a sentire Ilaria Marchetti che è dell'Istituto
11:50di Mediazione Familiare e Sociale che ha proprio fatto il punto dell'intervista su quello che
11:56è stato poi il lavoro anche di rielaborazione di gruppo. Quindi andiamo a sentire che cosa ci ha detto.
12:03L'Istituto di Mediazione si è occupato di seguire i ragazzi nel percorso che definiamo
12:09percorso di gruppo di parola. Che cosa significa? Significa che dopo il percorso di tracking
12:16questi ragazzi si sono ritrovati attorno ad un cerchio coordinati da noi mediatori e
12:21hanno provato a riflettere sulla loro esperienza di tracking e in modo particolare sul tema del
12:27reato e delle emozioni che hanno provato nel momento in cui hanno messo in campo questo
12:32comportamento. Questi quattro incontri, questi ragazzi come nelle esperienze precedenti, sono
12:38riusciti a mettere a fuoco quello che le loro vittime possono aver sofferto, pensato
12:42di loro e sono riuscite anche a pensare ad una idea riparativa di quello che hanno commesso,
12:49di quello che è stato il danno e non soltanto l'offesa. Ci siamo chiesti quali potevano essere
12:56le parole importanti rappresentative del loro percorso. Ne abbiamo individuate quattro. Innanzitutto
13:02giustizia, di cui hanno estremo bisogno. Inclusione, hanno un grande desiderio di non
13:08essere percepiti, di non essere sentiti come dei mostri e come dei delinquenti. Queste sono
13:14le due parole che loro hanno utilizzato come parole che li etichettano e che in qualche
13:20modo cristallizzano in questi ruoli. Sostenibilità e quindi tutto il tema della natura, dell'ambiente,
13:28di quanto si sta bene. I gruppi li abbiamo anche messi in campo in giardino in questo campus
13:33meraviglioso. E il tema della riparazione, cioè della possibilità di riparare al danno
13:39e all'offesa che loro hanno messo in campo.
13:43Ecco, quattro parole che davvero, in un certo senso, cristallizzano quello che poi è il
13:48valore di tutto il progetto. Ecco, dal punto di vista psicologico, l'esperienza di un reato
13:54commesso comunque in età da minori, come può segnare poi anche il percorso di crescita
14:03dei ragazzi?
14:05Molto variabile, nel senso che la biografia personale, le condizioni di contesto in cui
14:12incontrano gli operatori possono incidere in modo molto diverso. Quando, come in esperienze
14:20come queste, questa è un po' particolare, ma da tanti anni si lavora con i ragazzi autori
14:26di reato, quando trovano dei contesti favorevoli, spesso, paradossalmente, l'incontro anche
14:36duro, anche traumatico con la giustizia, persino con il carcere nelle fasi iniziali, può rappresentare
14:42paradossalmente la realtà che gli aiuta a rendersi conto di dove sono e di quanto sia necessario
14:52per loro cambiare strada. L'esperienza è sempre molto forte, ha sempre una caratterizzazione
14:58traumatica e quindi quando non trovano il contesto che poi raccoglie questa sofferenza,
15:04comprende e offre degli spazi, a volte succede che anziché riuscire a rimettersi in movimento
15:11e riprendere il percorso evolutivo recuperando le loro risorse, le loro potenzialità, qualcuno
15:17non ce la fa e finisce invece per inserirsi in una posizione marginale e tante volte poi
15:25ad aprirsi una carriera tra virgolette criminale. Però la gran parte dei ragazzi, va detto, attraverso
15:34questi dispositivi con livelli anche diversi e tempi molto diversi di rielaborazione, trovano
15:42sicuramente un'occasione importante. A volte i ragazzi riescono a riconoscere come la persona
15:46che ha partecipato alla conferenza l'altra settimana, l'utilità di questa esperienza che mentre
15:52vissuta è molto dura, è sentita come molto ingiusta, suscita molto rabbia, molto opposizione, ma a distanza
16:00di tempo, a percorso avviato, quasi concluso, anche con la maturazione fisiologica, riescono a comprendere
16:08come dicono diversi ragazzi, mi hanno detto, per fortuna che mi hanno preso, per fortuna che mi hanno messo
16:15in carcere, per fortuna che mi hanno messo in comunità, anche se è stato molto dura, altrimenti
16:19non mi sarei mai fermato.
16:20È come se scattasse un certo senso un bisogno di una consapevolezza che arriva dopo, che va
16:27accompagnata.
16:28Sì, noi dal punto di vista psicologico tendiamo a leggere il comportamento reato, osservando
16:35nella differenza delle situazioni, ma le modalità in cui avvengono, anche come un comportamento
16:41che ha una grande valenza sintomatica e una implicita inconsapevole, in qualche modo richiesta
16:47di aiuto.
16:49Perché se si analizza dal punto di vista criminologico questi comportamenti, e tante volte ne parliamo
16:54con i ragazzi, per aiutarli a comprendere il senso del loro comportamento, è evidente che
17:00se fossero, come dire, di natura delinquenziale, certi comportamenti che finiscono poi per essere
17:08assolutamente scoperti, non verrebbero messi in atto.
17:11Se fosse, come dire, l'intelligenza delinquenziale, uno non fa certi errori per farsi beccare, come
17:17dicono loro.
17:18Mentre invece moltissime di queste situazioni sono l'esito dell'essere coinvolti in percorsi
17:24un po' alla deriva che fatalmente finiscono appunto poi per imbattere in questo riscontro
17:31che però per loro ha anche un valore formativo.
17:33Mi ha un po' colpito quando diceva prima Ilaria Marchetti, diceva, hanno questa sensazione
17:39forte di essere etichettati, quasi che si faccia fatica a togliersi questa etichetta di dosso.
17:46Sì.
17:47Oh, tranquillo, può succedere.
17:49Sì, diciamo anche che però in una fase iniziale in cui si introducono al comportamento
17:58deviante ha anche per loro una valenza identitaria, poter essere percepiti prima di finire nel
18:06percorso giudiziario come dei più o meno delinquenti a una valenza positiva che va a coprire
18:12una profonda carenza personale.
18:14Dopodiché naturalmente quando si passa dall'altra parte cambia tutto sotto questo profilo.
18:19Cambia la prospettiva.
18:20Ed è vero che in molti casi questo poi è una rappresentazione sociale diffusa che a
18:25volte può portare ad impatti anche molto dolorosi.
18:29Ed ecco, della forza trasformativa anche per questi ragazzi del progetto abbiamo parlato
18:34con Giuliana Tondina, procuratrice capo presso il Tribunale per i minorenni di Brescia.
18:40Andiamo a sentire anche la sua intervista.
18:43Un progetto sperimentale molto complesso perché prevedeva non soltanto la presa in carico
18:51del singolo ragazzo, l'inserimento nell'ambiente universitario, il sostegno al ragazzo attraverso
18:58un sostegno psicologico personale e personalizzato per lui, ma anche un rapporto con la famiglia
19:05e un rapporto attraverso i contatti delle istituzioni.
19:09Quindi una cosa molto complessa da mettere in piedi.
19:13E una riflessione scientifica da parte dell'università che si è fatta promotrice di questo percorso
19:21su che cosa funziona e su che cosa non funziona per mobilitare le risorse dei ragazzi.
19:27Perché questo è il punto che ci interessa.
19:30Se noi pensiamo all'intervento giudiziario sul minorenne, autore di reato,
19:36come lo strumento che mette in campo, che mette in atto una forza trasformativa,
19:42dobbiamo cercare di capire quali sono i passaggi più efficaci per incontrare quel ragazzo
19:51in quel contesto e tirarne fuori il meglio.
19:55È quello che noi sperimentiamo quotidianamente nei processi penali.
19:59Tutti i nostri ragazzi, se riusciamo a trovare il punto di ingaggio,
20:05sono capaci di stupirci con le loro risorse, la loro volontà di trasformazione.
20:12Non tutti riescono a fare percorsi sempre funzionanti e sempre perfetti,
20:20ma quasi tutti riescono a tirare fuori delle risorse inaspettate
20:23e interesse inaspettato a un percorso di cambiamento.
20:28Quindi da questo punto di vista un risultato positivo sicuramente.
20:34Però dobbiamo proseguire in questa linea.
20:37Quindi c'è tanta strada da fare, c'è ancora tanto lavoro da fare.
20:42Un bel messaggio in conclusione che dà valore ad avere un progetto
20:48che merita di essere esportato.
20:52Questo è l'auspice.
20:52Meriterebbe che tanti altri ragazzi potessero partecipare,
20:55anche se ne abbiamo parlato anche con Tondina.
20:57Non è semplice perché anche la burocrazia è importante.
21:02A questo proposito abbiamo avuto un rapporto anche di sostegno importante
21:06da parte della direzione del Ministero che vediamo poi in che modo potrebbe aiutare
21:13a far conoscere e quindi a replicare anche con i dovuti aggiustamenti questo tipo di iniziativa.
21:20Insomma un bel modello che Brescia anche grazie a voi si apprezza ad esportare.
21:24Tra l'altro come dicevo uno degli obiettivi è poi fare un'analisi sistematica di tutti i dati
21:29che abbiamo raccolto nelle valutazioni individuali, nei percorsi individualizzati,
21:33nel lavoro di gruppo proprio per, come diceva poco fa la procuratrice,
21:36identificare quali sono i fattori che possono incidere in un modo più significativo
21:42nel sostenere questo processo di cambiamento.
21:45Bene professor Tamanza, grazie mille di essere stato con noi, di averci illustrato il progetto.
21:49Grazie a lei, un grande piacere.
21:52E io vi do appuntamento tra pochissimo alle 19.30 puntuali per una nuova edizione del TG.
21:56Vi aspetto.
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