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Le minacce, il rapimento, e ora il rimpatrio. Greta Thunberg si trovava a bordo dello nave Madleen insieme ad altri 11 attivisti, tra cui l’eurodeputata franco-palestinese Rima Hassan e l’ambientalista brasiliano Thiago Ávila, quando le forze israeliana hanno abbordato la loro imbarcazione e hanno sequestrato l'equipaggio. Ora, l'attivista si trova in salvo, dopo essere stat rimpatriata nella giornata di martedì 10 giugno. La nave, parte della Freedom Flotilla, stava cercando di portare aiuti umanitari a Gaza, rompendo simbolicamente il blocco navale imposto da Israele. L’intervento militare, avvenuto in acque internazionali, è stato definito "illegale" dagli attivisti, che parlano apertamente di sequestro. Dopo l’abbordaggio, l’equipaggio è stato portato al porto di Ashdod, per poi essere trasferito in un centro di detenzione presso l’aeroporto Ben-Gurion.
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Il paradosso del rimpatrio: Greta Thunberg su un volo di linea
Il Ministero degli Esteri israeliano ha annunciato l'espulsione di quattro attivisti, tra cui la giovane svedese. Le immagini di Greta Thunberg sull’aereo, seduta vicino ai bagni e con lo sguardo assorto, sono diventate immediatamente virali. Per una figura simbolo della lotta contro le emissioni eccessive, viaggiare in aereo rappresenta un compromesso forzato. Dal 2019, quando attraversò l’Atlantico in barca a vela per partecipare alla conferenza sul clima a New York, Thunberg ha fatto del rifiuto del trasporto aereo un gesto politico. Ma questa volta, la coerenza si è interrotta a causa di una decisione esterna, imposta dalle autorità israeliane.
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Espulsione e polemiche: il fronte diplomatico si accende
Mentre Greta ha accettato di essere rimpatriata, altri otto attivisti a bordo della Madleen hanno rifiutato l’espulsione e saranno detenuti nella prigione di Givon, in attesa di una decisione giudiziaria. Il centro legale Adalah, che rappresenta legalmente i manifestanti, denuncia l’illegittimità dell’intervento israeliano e rivendica il diritto alla protesta pacifica in acque internazionali. La vicenda, oltre a sollevare questioni legali sul diritto internazionale, getta nuova luce sulla gestione israeliana del blocco su Gaza e sulle conseguenze diplomatiche legate alla libertà di manifestazione. Per Greta Thunberg, invece, questa esperienza rappresenta un punto di svolta: non solo ha dovuto affrontare un sequestro, ma è anche stata obbligata a infrangere una delle sue convinzioni più pubbliche.

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