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  • 26/05/2025
https://www.pupia.tv - Roccadaspide (SA) - La presentazione el libro "La nevicata del secolo" (26.05.25)

#pupia
Trascrizione
00:00:00Buonasera, buonasera a tutti. Grazie per essere venuti questa sera alla presentazione del libro
00:00:06La nevicata del secolo. Con noi abbiamo uno degli autori, il professore Pasquale Palmieri
00:00:12della Università degli Studi di Napoli Federico II al quale chiederei un applauso perché siamo
00:00:20veramente felici di averlo qui con noi questa sera. La nevicata del secolo, l'Italia nel
00:00:271985. Questa serata, questa presentazione è stata voluta in particolar modo dalla dottoressa
00:00:34Patrizia Coviello che è stata già tesista con il professore Palmieri. Quindi facciamo una pausa,
00:00:40un applauso anche a Patrizia. Grazie per averci dato questa possibilità e anche dall'associazione
00:00:46Festival dell'Aspide. Vedevo prima tra il pubblico il presidente, l'avvocato Massimo Sabetta. Grazie
00:00:52Massimo. Naturalmente dobbiamo ringraziare il sindaco Gabriele Juliano il quale è sempre vicino
00:01:00a queste iniziative. Ci dà la possibilità di poter usare l'aula ma poi ci è vicino. Parliamo con lui
00:01:09nei giorni precedenti alle presentazioni del libro, delle cose che andremo a dire. Quindi è
00:01:14veramente un sindaco prezioso da questo punto di vista e non solo. La dottoressa Erika Urti,
00:01:21assessora alla cultura del comune di Roccadaspide, la quale in qualche modo ha coadiuvato l'organizzazione
00:01:27di questa serata. Professore, la nevigata del secolo, l'Italia nel 1985. Questo è il primo
00:01:35appuntamento all'interno di una rassegna che noi abbiamo chiamato parole perché questa serata ci
00:01:42porterà poi ad altri appuntamenti e al Festival dell'Aspide che terremo l'otto, il nove e il dieci
00:01:48di agosto. Abbiamo dato una tematica al nostro festival che culminerà con delle serate musicali
00:01:54che è parole. In questo libro abbiamo delle parole chiave. Una è sicuramente riflusso,
00:02:02un'altra parola è sicuramente nostalgia. Parleremo di questo evento che ha coinvolto tutta l'Italia,
00:02:09tutte le città italiane. Forse l'unico grande evento di questo tipo, nevoso, poi altri grandi
00:02:16eventi meteorologici ci sono stati, ma di altra natura, alluvioni e per cui diciamo che questa
00:02:26nevicata un po' rappresenta un'Italia che cambia perché la neve poi va in qualche modo a
00:02:33nascondere, a coprire un certo tipo di Italia che veniva dagli anni settanta, da quelli che abbiamo
00:02:39chiamato gli anni di piombo, ma che erano anche stati però anni di lotta, di impegno sociale,
00:02:45di impegno politico, le lotte sindacali, lo statuto dei lavoratori, per cui c'era un impegno
00:02:51sociale forte e invece si arriva poi negli anni settanta con quella che è stata definita l'epoca
00:02:58del riflusso. Nel libro si cerca di capire chi abbia coniato, chi abbia usato se scalfare, se
00:03:05repubblica, se panorama per la prima volta questo termine per identificare questo periodo di
00:03:10disimpegno politico e di, come dire, di ripiego su se stessi, sull'individualismo, per cui inseriamo
00:03:19questo libro nella tematica del Festival dell'Aspite perché cercheremo di analizzare queste,
00:03:24soprattutto queste due parole, con l'aiuto del professore naturalmente, riflusso e nostalgia. La
00:03:29nostalgia di oggi per quegli anni, per la nevicata dell'85, ma già la nostalgia che c'era negli anni
00:03:35settanta per magari vent'anni prima e quindi come la nostalgia incide sul ricordo degli eventi e
00:03:42come va, in qualche modo, a modificarne forse anche quello che sono stati gli eventi, perché
00:03:49questo evento possiamo dire che è stato anche drammatico per molti aspetti all'epoca, ci sono
00:03:55stati palazzi che sono crollati, qualcuno di voi ricorderà il Vigorelli a Milano, il palazzo
00:04:02dello sport di Milano che crollò sotto il peso della neve e tutte le difficoltà che c'erano nel
00:04:09trasporto delle merci, però poi a distanza di tanti anni quell'evento viene rivissuto soltanto
00:04:16negli aspetti belli, soltanto nei momenti piacevoli, quindi cercheremo di analizzare col
00:04:20professore queste due cose. Io mi devo fermare perché se no parlo troppo, pure l'altra volta
00:04:25l'ho detto, le persone vengono per ascoltare gli autori dei libri, per cui, professore, io mi fermo,
00:04:30mi riservo poi dopo di intervenire con delle domande e se voi siete d'accordo procederei in
00:04:36questo modo, passerei la parola al sindaco e all'assessore in modo che faranno i loro saluti,
00:04:41poi entreremo nella vera e propria presentazione del libro con la dottoressa Goviello, le
00:04:46conclusioni del professore Palmieri e se abbiamo un po' di tempo, professore, se lei non ha troppa
00:04:51fretta proviamo ad imbastire un po' di dibattito alla fine, perché credo che qualcuno voglia fare
00:04:56delle domande. Un'ultima cosa, io devo fare i complimenti al professore, perché questo è un
00:04:59libro, è un saggio storico, è un libro scritto da uno storico, professore di storia, il professore
00:05:04Palmieri, su un periodo storico che sono gli anni Ottanta, gli anni Ottanta che sono stati
00:05:09definiti, professore, un po' il decennio più lungo del Novecento, un decennio che si dice che
00:05:16abbia sconfinato nel nuovo millennio e cercheremo anche di capire quanto degli anni Ottanta è
00:05:21ancora presente nel 2025 e mi sono perso, non ricordo che cosa stavo per concludere come
00:05:30discorso, però passiamo la parola al professore così magari mi viene in mente dopo, passiamo la
00:05:37parola al sindaco Gabriele. Stavo dicendo, chiedo scusa, è un libro storico, scritto da uno
00:05:47storico su un periodo storico preciso, gli anni Ottanta, per cui uno pensa di dover leggere un
00:05:52saggio che sia impegnativo, che sia, quando ci approcciamo alla lettura di un saggio, pensiamo
00:05:58di dover quasi metterci a studiare, invece questo è un libro divertentissimo, mi sono divertito a
00:06:02leggerlo, sarà perché nell'85 avevo 14 anni, quindi ho vissuto negli anni Ottanta, gli anni
00:06:08del liceo, che in qualche modo tutti possiamo dire che sono gli anni più belli e ho rivissuto
00:06:13l'atmosfera di quegli anni, ho rivissuto l'atmosfera dei programmi televisivi, dei partiti
00:06:19politici, dei cantanti degli anni Ottanta, quindi come vedo che l'età, scolvendo le signore
00:06:27naturalmente, è un'età di persone che magari negli anni Ottanta avevano già più di dieci
00:06:33anni, diciamo così, ve lo consiglio, me ne consiglio la lettura perché leggerete qualcosa di
00:06:39interessante su un bel periodo storico, ma anche in maniera divertente e simpatica da leggere,
00:06:44grazie, passo la parola al sindaco. Sì, bene, grazie, complimenti, intanto è un grande piacere
00:06:53avere qui a Rocca d'Aspite ospite il professore Palmieri, lo dico perché con Michele, con
00:07:02l'associazione Festival dell'Aspite, insomma con tanti altri organismi locali, associativi,
00:07:09giovani, insomma spesso ci troviamo in questi momenti così letterari a fare delle riflessioni
00:07:16attraverso la presentazione di un libro piuttosto che di un argomento che insomma è all'ordine
00:07:23del giorno e che anche per la cronaca a volte ci porta a ritrovarci a fare delle riflessioni
00:07:29serenamente con grande pacatezza e capacità insomma di comprendere i fenomeni, le dinamiche
00:07:36e a volte di interpretare anche il trascorrere del tempo. Questo tempo degli anni Ottanti è un
00:07:44tempo particolarmente significativo, lo dico in generale per tutti, ma in particolare per chi
00:07:48parla in questo momento perché quello veramente è stato il periodo in cui abbiamo vissuto la
00:07:55nostra giovinezza e lo ricordiamo con particolare nostalgia. Dicevo al professore prima, naturalmente
00:08:02saluto e ringrazio tutti quanti voi, Massimo, la dottoressa Patrizia Coviello, Erika, l'assessore,
00:08:10perché ci date sempre supporto e mettete in campo queste cose. Dicevo al professore che non
00:08:17ho letto il libro, ho provveduto naturalmente ad acquistarlo prima e lo leggerò con grande
00:08:22piacere alla luce di quelle che sono le cose che ho ascoltato, però ho ascoltato tanto di questa
00:08:28presentazione, di questa narrazione, di questo racconto e di questo saggio storico come veniva
00:08:34riferito dall'avvocato Lettieri e di cose ce ne sarebbero da dover approfondire. Il concetto di
00:08:41nostalgia positiva, questa nostalgia che diventa sempre positiva e bisognerebbe comprenderne le
00:08:48ragioni, forse perché il ricordo è un evento, un fenomeno che poi col passare del tempo ci riporta
00:08:56necessariamente, inevitabilmente, sempre a pensieri positivi, a ricordare le cose belle, a ricordare
00:09:03quelle che sono le cose che nel percorso di vita e a distanza di diversi anni ci lasciano un segno
00:09:11positivo, forse un fatto quasi naturale di difesa, di capacità di mettere da parte le negatività e di
00:09:19ricordare le cose positive, come importante è ad esempio questa capacità di comprendere i fenomeni
00:09:29che vengono qui raccontati in maniera diretta, cioè senza quella mediazione o il filtro. Questi
00:09:37due sono due elementi che a me hanno colpito molto, potrei, come dire, rispetto a questo
00:09:45evento naturale che si è verificato e che ha coinvolto tutti e tutto in quel periodo riportarci
00:09:53al lockdown del 2020 come ulteriore elemento a distanza di tanti anni, percezione immediata,
00:10:00percezione diretta e ciascuno naturalmente fa le sue considerazioni e quindi ci sarebbero e ci
00:10:06sono sicuramente tante cose che ovviamente ascolteremo dal professore su cui ovviamente
00:10:12siamo particolarmente attenti per comprenderne anche proprio, voglio dire, il modo con cui è
00:10:20stato pensato e con cui è stato costruito questo racconto e questa rievocazione storica di quel
00:10:27periodo alla luce di questi elementi che però sono di una grande attualità oggi e che forse,
00:10:34anzi senza il forse, ci inducono anche a fare delle riflessioni sul piano strettamente anche
00:10:38politico, cioè di che cose e come poi quell'evento e quelle dinamiche che si sono sviluppate in quel
00:10:46tempo hanno impaccato sul piano politico dell'epoca ma continuano anche oggi rispetto a un fenomeno,
00:10:54io non voglio dire di decadimento o di degenerativo, ma sicuramente di affiarolimento di valore di
00:11:01principi che erano quelli che ricordava prima Michele Lettiri rispetto ad un impegno sociale,
00:11:07politico, di un interesse partecipato diciamo di una società civile che oggi tenta a riaffermarsi.
00:11:15Mi fermo anch'io perché è chiaro ed è giusto che ascoltiamo dal professore un po' di considerazioni
00:11:23più profonde e più importanti rispetto a quelle che ho raccontato io, ma mi consentirete
00:11:31semplicemente di concludere questo intervento perché anch'io mi riservo poi qualche domanda,
00:11:35se ce ne sare al tempo, per complimentarmi davvero col professore perché penso che sia
00:11:41importante far riflettere la gente, insomma tutti noi, quelli più giovani, quelli meno giovani,
00:11:52su quello che è stato un periodo importante della nostra storia e su quello che è la nostra società
00:11:58attuale. Questo libro ci porta a fare riflessioni che abbracciano 40 anni, un'epoca molto molto
00:12:05importante che abbiamo vissuto, che abbiamo quindi metabolizzato tutti attraverso le nostre
00:12:12esperienze e che oggi ovviamente ci porta a fare delle considerazioni rispetto a quella che è la
00:12:17proiezione futura in una chiave chiaramente positiva e di lungevirenza anche sul piano
00:12:23politico che di questo periodo penso che sia una riflessione dovuta e doverosa. Grazie per l'intervento.
00:12:28Buonasera a tutti, allora innanzitutto grazie al professore Palmieri e complimenti per questo
00:12:44libro, grazie alla dottoressa Coviello che vi ha portato qui, quindi ha fatto conoscere questo
00:12:53libro e voi e grazie all'associazione Eventi dell'Aspide che ha accolto la proposta della
00:13:02dottoressa Coviello al volo, ecco l'ha accolta subito e grazie a voi per essere qui questa sera,
00:13:09grazie al pubblico. Allora quello che io volevo dire è che io ho letto il libro e volevo dirle
00:13:18professore che mi ha fatto rivivere gli anni Ottanta anche non avendoli vissuti, quindi mi
00:13:26ha riportato indietro con la mente nei ricordi di quando i miei genitori, mio nonno mi raccontava
00:13:36degli anni Ottanta, cosa succedeva negli anni Ottanta e anche me c'è stato un sentimento di
00:13:46nostalgia, veramente nostalgia per quegli anni e come diceva Michele molti di voi ovviamente
00:13:55hanno vissuto quegli anni quindi consigliava questo libro proprio per questo, io voglio
00:14:00consigliare questo libro proprio anche ai giovani in modo da approcciarsi a quelli che erano gli
00:14:05anni Ottanta e capire perché c'è questa società oggi, come è stato l'inizio di questa società,
00:14:16il cambiamento ecco in tutti gli aspetti, l'aspetto sociale, politico, anche dei media,
00:14:24quindi l'avvento dei computer, delle tv commerciali, dei primi programmi che mi
00:14:34nominava mio nonno, per esempio Carosello, che io prima di leggere questo libro pensavo fosse un
00:14:40programma un pochino più vecchio in realtà, devo dire la verità, invece poi non ho avuto il tempo,
00:14:48infatti ho letto anche delle previsioni del tempo, come erano viste una volta, come sono viste adesso,
00:15:01insomma tutti questi cambiamenti che mi hanno fatto veramente venire nostalgia di quei tempi
00:15:07che non ho vissuto. Io lascio la parola al professore Palmieri che dopo anche io vorrei
00:15:15farle qualche domanda se c'è tempo, anzi lascio la parola alla dottoressa Coviello. Grazie Erika,
00:15:21grazie a voi in primis per aver accolto la mia proposta e soprattutto al professore per averla
00:15:26accettata al volo, proprio come io l'ho proposto subito vengo con piacere, quindi un ringraziamento
00:15:32generale, perché la invito in primis perché ho apprezzato molto il libro e noi ci conosciamo a
00:15:39livello accademico, quindi tutto il percorso che ci ha portato qui oggi, ma soprattutto perché è una
00:15:44tematica che mi ha colpito particolarmente in quanto a fine poi al mio percorso di tesi magistrale
00:15:50che ho sviluppato proprio con lei, quindi proprio il tema che ho sentito molto mio, il mio percorso
00:15:55si interrompeva leggermente prima dell'85 quindi non ho affrontato la nevicata, però il percorso
00:16:01che abbiamo fatto insieme per arrivare poi alla laurea è stato quello che poi a grandi linee ho
00:16:05ritrovato tra quelle pagine, quindi l'ho sentito molto mio a prescindere dal discorso della
00:16:09nostalgia di cui abbiamo parlato finora, ma proprio per una questione di diciamo di progetto
00:16:15vero e proprio, quindi ringrazio ancora tutti voi e partirei proprio allora con parlare di questo
00:16:21libro, seguirei un po' l'ordine proprio del libro vero e proprio che parte da questo periodo diciamo
00:16:27fine 1984, inizio 1985 con questo inverno un po' strano, chiamiamolo strano nel senso che un
00:16:35inverno che parte caldo con temperature sopra la media e poi qualcuno, un colonnello inizia
00:16:42così a captare qualcosa di strano, ok partiamo con questo. Allora io vi ringrazio e ringraziamenti
00:16:51non sono di circostanza, oggi è sempre più difficile leggere, trovare degli spazi di lettura,
00:16:57di incontro, però ecco in questi mesi io e Arnaldo Greco ci siamo resi conto che effettivamente c'è
00:17:05ancora voglia di leggere, quando però si scelgono degli argomenti che effettivamente rispondono ad
00:17:12un bisogno delle persone, un bisogno conoscitivo, c'è sicuramente una domanda di passato, di storia,
00:17:19ma ecco c'è anche un bisogno di trovare delle risposte al perché noi oggi siamo così, perché
00:17:27siamo in questa situazione, effettivamente negli anni 80 c'è stato un momento di svolta, un momento
00:17:35di cambiamento radicale, alcuni studiosi addirittura l'hanno definito, per rispondere
00:17:39anche a Patrizia, una mutazione genetica degli italiani, cioè che hanno proprio cambiato
00:17:47radicalmente nel giro di poco tempo il loro modo di guardare il mondo, però ecco in questi
00:17:53anni 80 ci sono poi degli eventi specifici che noi tendiamo a ricordare più degli altri. Abbiamo
00:18:01provato, io e Arnaldo, quando abbiamo insomma anche progettato questo libro anche a fare delle
00:18:06domande, a chiedere alle persone che avevano vissuto quest'epoca in diverse aree del paese,
00:18:12ma tu cosa ti ricordi effettivamente? Quali sono gli eventi che ti sono rimasti più impressi degli
00:18:18anni 80 per cercare di comprendere come funziona la nostra memoria? E devo dire che al primo posto,
00:18:24incontrastato, c'era un evento che non ha a che fare con la bellezza della nevigata,
00:18:31era un evento molto brutto, un evento traumatico. Sì, sono le ore, ore trascorse davanti al
00:18:40televisore per seguire la tragedia di Alfredino Rampi, caduto in un pozzo artesiano e del tentativo
00:18:49più o meno sgangherato di salvarlo, di tirarlo fuori, tutte quante ecco ore vissute in diretta
00:18:58televisiva, una diretta televisiva infinita, una diretta televisiva che tra l'altro è del tutto
00:19:04irrituale per l'epoca, perché? Perché la tv non punta tanto sulla cronaca, così come oggi
00:19:14siamo abituati a vedere, la tv oggi è soltanto in buona sostanza sulla cronaca, c'è il cosiddetto
00:19:20infotainment, l'intrattenimento fuso con l'informazione. Al secondo posto c'era la Coppa
00:19:27del mondo di calcio del 1982, il trionfo della nazionale, poi dopo di che arrivava la nevigata
00:19:35del secolo, c'è quest'evento che tutti quanti ricordano come la nevigata del secolo, il secondo
00:19:41e il terzo episodio erano due episodi carichi di significati positivi, di ricordi tutti quanti con
00:19:48il segno più, mentre il primo era un ricordo profondamente traumatico, però attenzione, i primi
00:19:54due sono due ricordi televisivi, sono due ricordi legati a come un medium ci ha raccontato la realtà,
00:20:02noi non abbiamo vissuto la Coppa del mondo in prima persona, eravamo davanti alla tv, io forse
00:20:09manco c'ero, nel senso che ero troppo piccolo, non la ricordo direttamente, ma eravamo davanti
00:20:13alla tv a seguire Paolo Rossi, Tardelli, Bearzot che vincevano la Coppa del mondo, eravamo davanti
00:20:21alla tv a seguire la tragedia, il tentativo di salvataggio di Alfredino Rampi, la nevigata del
00:20:27secolo invece non è un ricordo legato alla tv, non è un ricordo tecnicamente mediatizzato, ma è
00:20:35un ricordo che ciascuno lega alla propria esperienza personale, cioè quella nevigata l'abbiamo sentita
00:20:42sulla pelle, l'abbiamo vista con i nostri occhi aprendo le tende, alzando le tapparelle,
00:20:50questa mattina al sud del 6 gennaio 1985, al sud, trovandoci di fronte a uno scenario del tutto
00:20:58surreale, abbiamo sentito quel vento freddo sulla pelle, siamo andati ad aprire i rubinetti e
00:21:04l'acqua non usciva, abbiamo tentato rocambolescamente di tirare fuori la macchina dal garage e non ci
00:21:09riuscivamo, la tragedia di questa nevigata l'abbiamo vissuta in prima persona eppure
00:21:17nonostante gli aspetti evidentemente traumatici, qui in Campania addirittura c'erano ancora intere
00:21:25comunità costrette a vivere nei container dopo il terremoto dell'80 e sono rimaste quelle comunità
00:21:33isolate per settimane, ecco ciò nonostante il ricordo di questa nevigata è bellissimo, è un
00:21:40ricordo ammantato di nostalgia, pensate i social ci dicono molto di come noi viviamo oggi e
00:21:47io e Arnaldo avevamo intercettato alcuni post su Facebook, diciamo lo cielo puro, Facebook oggi è
00:21:54un po' il social dei vecchi, cioè Patrizia già non ci sta più, dei boomer, ecco una raffinata
00:22:03analista dei media oggi che Alice Valerio Olivieri, Olivieri lo definisce boomer book,
00:22:09perché insomma lo riporta alla fruizione delle persone della nostra età prevalentemente, ecco
00:22:18c'erano dei post dedicati alla nevigata del secolo che avevano 110.000 like e 50.000 commenti, di
00:22:26questi 50.000 commenti una buona metà è io c'ero, le persone hanno bisogno di dire di essere state
00:22:34lì in quel momento, perché? Perché questo ricordo ha una sua unicità, non è una cosa che hai visto
00:22:39in televisione, non è una cosa che hai visto in televisione, però attenzione come diceva Patrizia
00:22:44in televisione ti sei accorto del fatto che qualcosa stava arrivando, chi se ne è accorto per
00:22:49primo? Se ne è accorto per primo alcuni di voi sono convinto che lo ricorderanno, il colonnello
00:22:55Andrea Baroni, il colonnello Andrea Baroni era veramente un simbolo del meteo televisivo e aveva
00:23:02raccolto l'eredità del colonnello Bernacca che qualche anno prima era andato in pensione, ecco
00:23:08lui il 31 dicembre capisce che c'è qualcosa che non va nel tempo, c'è qualcosa che non va al punto
00:23:15tale che insomma da poter preventivare l'arrivo di un inverno, usa proprio queste parole,
00:23:22destinato a lasciare il segno, però lui non se la sente fino in fondo di affermare che sta
00:23:30per arrivare una nevicata che sommergerà l'Italia senza precedenti, no, comincia a dire ci sono
00:23:36delle anomalie a nord, molto a nord in Groenlandia la temperatura sta salendo e nel Mediterraneo sta
00:23:43scendendo, quindi tutto quello che avviene lui non riesce nemmeno a spiegarselo fino in fondo,
00:23:49formula delle ipotesi e poi dice beh sta per cambiare qualcosa, quel qualcosa cambia il 6
00:23:55gennaio, tra il 4 e il 6 gennaio nel sud Italia, questo è importante, un'anomalia nell'anomalia,
00:24:01si pensa al freddo, si pensa che il freddo arrivi prima al nord, no invece il freddo arriva al sud,
00:24:06la neve arriva al sud e quell'arrivo della neve dà modo agli italiani di cominciare a riconoscere
00:24:15qualcosa di loro stessi che non erano stati in grado di capire fino a quel momento, perché è
00:24:20importante questa questione del sud? E' importante perché dal nord partono tutta una serie di
00:24:27epiteti, accuse di ogni tipo, allora su quel paese sta cadendo una nevicata anomala, quella nevicata
00:24:35sta bloccando tutto e perché sta bloccando tutto? Dicono dal nord perché siete degli incapaci,
00:24:41siete degli sfaticati, non volete fare nulla, cioè se fosse accaduto a Milano questa cosa,
00:24:47insomma ma mica sarebbe successo quello che sta succedendo, una tragedia, la neve si ferma a Roma,
00:24:53Roma c'è già negli anni 80 lo snodo ferroviario più importante del paese, ecco accuse di Milano
00:25:00verso Roma e perché Milano accusa Roma? Perché Roma è la capitale politica del paese ma Milano
00:25:06già allora pretende di essere la capitale, il motore economico, Milano guarda l'Europa,
00:25:12voi siete delle zecche, voi siete dei parassiti, ecco e lì parte tutto un discorso che veramente
00:25:19comincia a rivelare agli italiani questa divisione tremenda che spacca il paese in due. La neve
00:25:26dal punto di vista strettamente meteorologico non è unica in tutto il Novecento, cioè quella
00:25:33nevicata non è del tutto unica e chi è che ce l'ha fatto capire? Ce l'ha fatto capire Luca
00:25:37Mercalli, Luca Mercalli anche lui più di recente si è occupato di previsioni meteo in tv, ce l'ha
00:25:43fatto capire Paolo Sottocorone, allora hanno avuto la gentilezza mentre stavamo scrivendo questo
00:25:48libro di rispondere alle nostre domande, hanno cominciato a dire beh ma sai nel 56 c'era stata
00:25:54una nevicata simile e anche nel 29 chi di voi è esperto di Sanremo sa benissimo che Mia Martini
00:26:00nel 1990 dedicò una straordinaria canzone alla nevicata del 56, chi è esperto di cinema invece
00:26:07si ricorderà che Federico Fellini definisce il 29 l'anno del nevone, l'anno del nevone in
00:26:13Amarcord, però ecco la nevicata dell'85 ci disse Mercalli quando cominciavamo a scrivere il libro
00:26:19è unica comunque anche se dal punto di vista strettamente climatico a dei precedenti e perché
00:26:25è unica? Perché l'Italia è cambiata nell'85, l'Italia non è più un paese rurale, l'Italia è un
00:26:30paese che corre e ha bisogno di far circolare le merci a velocità vertiginose sia su rotaia che su
00:26:40gomma, l'Italia non può permettersi di farle fermare quelle merci, a quel punto Arnaldo io devo
00:26:47dire che gli devo molto proprio per il racconto che c'è in questo libro, cominciò ad avere quelle
00:26:51idee che poi ritornano all'interno di queste pagine, anche idee che poi si racchiudono in
00:26:56delle formule molto molto riconoscibili, lui cominciò a dire beh la neve, quasi senza rendersene
00:27:03conto, la neve è stato l'ultimo giro di giostra dell'Italia del 900, è stata una messa in pausa
00:27:12forzata dalla corsa verso la modernità di un paese che non si vuole arrestare, è un paese che corre
00:27:20e a un certo punto questo paese viene obbligato a fermarsi. Allora da lì cominciamo a comprendere
00:27:27che cosa? Cominciamo a comprendere che quell'intuizione di Baroni era stata sicuramente importante
00:27:34ma non era stata capita dagli italiani, non era stata capita perché Baroni non era stato
00:27:39abbastanza chiaro o meglio non se l'era sentita di essere così chiaro e abbiamo cominciato
00:27:45a capire che questa neve era un grande manto bianco che però funzionava come uno specchio,
00:27:53allora pensate questo, chi racconta la neve sta raccontando in fondo se stesso, parla
00:28:01di se stesso, questa cosa qui la capimmo fin dall'inizio e c'è stata ribadita per certi
00:28:07versi nei primi mesi seguenti all'uscita del libro, perché? Perché ti chiamava un
00:28:12giornalista, ti chiamava uno della radio e così, e dicevano ma vuole fare un'intervista?
00:28:17Sì, ok, poi ci facevano queste interviste e non dicevamo nulla, ma sapete perché non
00:28:21dicevamo nulla? Perché volevano parlare loro, quelli che ci intervistavano volevano parlare
00:28:27loro, volevano raccontare se stessi durante la nevicata, io stavo a Pordenone a fare il
00:28:33militare, il militare di leva così, avevo vissuto tutti questi sacrifici, ero lontano
00:28:39da casa mia, volevo tornare poi nei giorni della Befana e non ci sono riuscito, un grande
00:28:45intellettuale di cui non faccio il nome mi ha detto a un certo punto, ma io sono rimasto
00:28:50bloccato da Firenze a Milano, ho impiegato 12 ore per fare quel tratto in macchina, allora
00:28:57queste persone hanno bisogno di raccontare se stesse, di raccontare ostinatamente se
00:29:02stesse, perché? Perché effettivamente la neve funziona come uno specchio, ma già allora
00:29:07la neve funziona come uno specchio per l'intero paese, cioè chi raccontava la neve cominciò
00:29:12a raccontare degli aspetti dell'Italia che l'Italia non conosceva di se stessa, la separazione
00:29:19tra il nord e il sud è uno di questi aspetti, è quello più evidente, ma poi ce ne sono
00:29:23altri, ce ne sono altri, ecco da qui a poco e vado a chiudere questa prima risposta, la
00:29:29neve arriva finalmente al nord, arriva intorno al 13 gennaio, passano 7 giorni e quei 7 giorni
00:29:37sono pieni di insulti verso il sud, di insulti atroci nei confronti del sud, ecco ma la neve
00:29:43arriva a Milano, arriva a Milano e a Milano ci si aspetta di essere pronti, ma che sarà
00:29:48mai, noi ce l'abbiamo sentita la neve, la neve negli anni 80 alla fine del 900 era molto
00:29:53molto più frequente anche in pianura padana, io, mia moglie e la mia famiglia abitiamo
00:29:58in pianura padana, la neve non arriva mai, alla fine del 900 arrivava spessissimo, quindi
00:30:04loro si sentivano abituati, si sentivano abituati, facevano un gran freddo da diversi
00:30:08giorni, però non si aspettavano di dover affrontare quello che avrebbero affrontato
00:30:14di lì a poco, pensate, piccola parentesi calcistica, negli anni 80 l'Inter, quello
00:30:19che è stato battuto dal Napoli negli giorni passati, l'Inter aveva già investito un sacco
00:30:27di soldi, aveva investito un sacco di soldi in calciatori costosissimi, più noto di tutti
00:30:34era Rummenigge che aveva affrontato anche l'Italia durante i mondiali, l'Inter non riuscì
00:30:41ad allenarsi all'aperto a San Siro perché faceva troppo freddo, faceva troppo freddo,
00:30:47però avevano una soluzione, loro potevano andare al chiuso perché lì era stato costruito
00:30:52accanto allo studio di San Siro uno dei palasporti più grandi d'Europa e Milano aveva avuto
00:31:01dal Coni i fondi per costruire quel palasporto, perché? Perché era stata risarcita dopo
00:31:07lo smacco subito anni prima perché le Olimpiadi del 60 erano state date a Roma, allora loro
00:31:16non potevano accettare che tutti quei soldi fossero veicolati verso la capitale, ma come
00:31:21siamo noi che facciamo andare avanti il paese? Beh, vi diamo dei fondi per costruire delle
00:31:25grandi strutture sportive, un palasporto mastodontico, 22 mila posti a sedere, una copertura a vela
00:31:32caratteristica che veniva considerata un miracolo dell'architettura moderna, un palasporto che
00:31:37era presentato come il simbolo della Milano che guardava al futuro e all'Europa e che
00:31:42poteva considerare come alle sue spalle un paese che stava sempre aggrappato ai soliti
00:31:48vezzi valori. Beh, l'Inter si allena il pomeriggio del 13 gennaio nel palasporto di San Siro
00:31:54e se non c'è stata una tragedia assoluta è per pura fortuna, perché? Perché la notte
00:32:00stessa tra il 13 e il 14 gennaio il tetto mastodontico del palasporto di San Siro crolla
00:32:06sotto la neve. Da lì a poco cominciano a dire di volerlo riparare, sono molto ottimisti
00:32:14milanesi, dicono vabbè, poniamo subito rimedio, capiscono però che i danni sono enormi, comincia
00:32:21una causa contro l'azienda che aveva costruito il palasporto. L'azienda, guarda che casa
00:32:27era romana, tutti i conti tornano, comincia questa causa e in buona sostanza che cosa
00:32:34accade? Accade che l'azienda romana riesce a vincere la causa perché dimostra che i
00:32:40committenti non avevano previsto in maniera assoluta che potesse cadere un metro di neve
00:32:46sul tetto del palasporto. Quindi abbiamo ragione noi, non ci avete chiesto quello.
00:32:51Grazie professore, penso che l'introduzione sia stata abbastanza chiara un po' per tutti
00:32:58e soprattutto affascinante, almeno per quanto mi riguarda, per quanto conosco già tutto,
00:33:03soprattutto l'argomento, è sempre un piacere risentirlo e risentirla parlare. Metterei
00:33:09adesso quest'85 come punto di chiusura, nel senso che adesso ne abbiamo parlato in quanto
00:33:13tale, come punto di chiusura di un periodo che parte leggermente prima. Io partirei dal
00:33:1878 come visione personale, però mi dica lei da dove vuole partire. 85 come chiusura del
00:33:26famoso riflusso, riflusso nel privato, ne abbiamo parlato tanto, ne ho parlato tanto
00:33:31io, ne abbiamo parlato tanto insieme, quindi lo conosciamo bene. Però un'Italia che cambia
00:33:37e che forse per la prima volta si accorge di essere cambiata, cambia perché? Cosa succede
00:33:43in questi anni? Allora, la parola riflusso oggi non ci dice
00:33:48granché, non ci dice granché la sentite mai? No, sentiamo, anche questo me l'ha suggerito
00:33:53Arnaldo e l'ha scritto poi nel libro, alleggerendo molto lo stile, insomma oggi sentiamo parlare
00:33:59di reflusso gastroesofageo, ma il riflusso è insomma un concetto che è totalmente lontano,
00:34:07dal nostro orizzonte mentale. Al tempo, pensate, quando si apriva un giornale, un quotidiano,
00:34:13un settimanale, questa parola, Patrizia ha fatto una tesi di laurea solo sul riflusso,
00:34:17stava ovunque, si nominava ovunque il riflusso, era una specie di concetto ombrello che serviva
00:34:23a identificare il passaggio, questa mutazione genetica degli italiani. Negli anni 70 si
00:34:31era sognato un mondo nuovo, una rigenerazione collettiva, una maggiore giustizia sociale,
00:34:38battaglie, lotte, che poi erano sfociate anche nella violenza, da lì la definizione anni
00:34:44di piombo, e poi, dopodiché, insomma, tra il 77 e il 79 qualcosa comincia a cambiare,
00:34:51quindi il 78 è una data giusta in buona sostanza, comincia a cambiare, perché? Perché gli italiani
00:34:56si concentrano sempre di più sul proprio universo privato, personale, sulla gestione
00:35:05dei beni familiari, dei beni personali, sulla ricerca del successo che aveva come misura
00:35:11essenziale il denaro, e questo è il punto. Allora, si può veramente cambiare l'intera
00:35:19società? No, la risposta è no. Possiamo però migliorare la nostra vita personale.
00:35:25Ma che è questo riflusso in realtà? Il riflusso potrebbe essere anche un qualcosa di guidato
00:35:32un po' dall'alto, dal potere politico, se vogliamo, ma anche dall'industria mediatico-culturale,
00:35:37che potrebbe avere offerto ad un certo punto delle nuove priorità agli italiani, ma non
00:35:44avere offerto ad un certo punto delle nuove priorità agli italiani, e il riflusso però,
00:35:50anche se nella sua onda lunga, fa vedere proprio la sua importanza, il suo peso, anche quando
00:35:59cade la neve sul paese, perché? Perché molti di questi cronisti che raccontano questa nevicata,
00:36:06in realtà parlano di come reagiscono le singole persone alla nevicata, di come reagiscono
00:36:12le comunità alla nevicata, di come reagiscono le famiglie alla nevicata. Lì c'è un incidente
00:36:18proprio forte che si crea tra la memoria personale e il tentativo dei media di dare un ricordo
00:36:25che possa essere significativo per tutti. Qual è il messaggio forte che emerge da queste
00:36:32rappresentazioni del tempo date alla neve? Il messaggio forte è che le istituzioni non
00:36:39sono affidabili. I partiti? Meno che mai. Possiamo veramente contare su qualcuno che
00:36:47reagisca e che ci organizzi la vita sociale in modo da farci affrontare un'emergenza di
00:36:53questo tipo? No. Però che cosa emerge con forza? Emerge con forza la capacità degli
00:36:59italiani di essere loro individualmente capaci, cioè in grado di organizzare una risposta
00:37:07e soprattutto di aiutarsi a vicenda, di essere l'uno vicino all'altro, di essere solidali.
00:37:14Qui nasce, proprio in virtù di questa coda forte del riflusso, l'idea che la società
00:37:22civile sia meglio di chi la governa. È come se il sindaco non fosse stato eletto da voi.
00:37:29È così. C'è questa idea qui, fortissima. È come se l'assessore non fosse stata in
00:37:37qualche misura scelta dagli elettori e allora quando dicono no, ma il sindaco non è capace
00:37:42di… ma scusate, ma voi chi siete? L'idea che i cittadini siano sempre e comunque migliori
00:37:49di chi li governa e non portino mai alcuna responsabilità della scelta che hanno fatto
00:37:55nel momento in cui sono stati chiamati a intervenire alle urne o a partecipare. Allora
00:38:00questa idea qui nelle rappresentazioni della nevicata viene fuori fortissima e viene fuori
00:38:06grazie a dei giornalisti che al tempo erano molto, molto noti. Uno su tutti si chiamava
00:38:12Luca Goldoni. Oggi il suo nome non ci dice niente perché noi gli ricordiamo scalfari,
00:38:18ricordiamo insobbiaggi, ricordiamo dei personaggi abbastanza rappresentativi del mondo dei media
00:38:23che poi per decenni e decenni hanno avuto una fortuna enorme, ma Luca Goldoni nel 1985
00:38:29era una firma di spicco iper autorevole del Corriere della Sera, un giornale che vendeva
00:38:37mezzo milione di copie e arrivava a 3-4 milioni di lettori. Pensate, oggi il Corriere della
00:38:44Sera non vende nemmeno 100.000 copie in tutto il paese. Allora ne vendeva mezzo milione
00:38:51e moltissimi scrivevano al Corriere della Sera semplicemente per avere una risposta
00:38:57da Luca Goldoni. Luca Goldoni era proprio il baricentro del sistema mediatico del gruppo
00:39:03Rizzoli che controllava il Corriere della Sera e pensate, questo signore aveva esordito
00:39:08tra gli anni 60 e gli anni 70 come inviato di guerra, poi dopo di che si trasforma in
00:39:13una sorta di esperto di costume, di società, di gossip, di pettegolezze e quant'altro e
00:39:20nel 1978, nell'anno in cui in Italia un po' di cose succedono, viene rapito Moro, muore
00:39:28Moro, muoiono due papi, tragedie su tragedie, esplosioni di violenza su esplosioni di violenza,
00:39:34che cosa accade? Accade che il Corriere della Sera, la testata nella quale lavorava Luca
00:39:39Goldoni, in pieno autunno sbatte in prima pagina, che cosa? Una lettera d'amore. Una
00:39:46lettera d'amore scritta da chi? Scritta da un uomo che dice di volersi suicidare perché
00:39:51si è innamorato di una donna di 20 anni più giovane ma non ha il coraggio di lasciare
00:39:56la moglie e per non condannare due famiglie in buona sostanza all'infelicità, lui che
00:40:03cosa vuole fare? Vuole truffare l'assicurazione, cioè quindi vuole mettere in scena il suo
00:40:08suicidio per fare in modo che poi almeno la sua famiglia venga risarcita per questa
00:40:14perdita, per questa perdita e uno dice ma perché il Corriere della Sera ha fatto una
00:40:19cosa del genere? Il Corriere della Sera si occupava di politica internazionale, di economia
00:40:23e così. Luca Goldoni risponde a questa lettera che poi dopo qualche anno si scoprirà essere
00:40:29stata in buona sostanza scritta da uno della redazione sotto sollecitazione bene o male
00:40:37del direttore che era Di Bella, il papà del Di Bella che conosciamo oggi. Luca Goldoni
00:40:43risponde e risponde con entusiasmo e dice ma voi vedete per un'epoca intera noi abbiamo
00:40:48parlato di battaglie civili, di divorzio, di aborto, di cambiamento, di redenzione della
00:40:54collettività e ci siamo dimenticati? I poveri cristi, le persone comuni, ecco queste storie
00:41:01sono quelle che meritano tutta la nostra attenzione e lì si vede proprio il senso
00:41:07del riflusso, del passaggio dal pubblico al privato, anche se poi in realtà la vera
00:41:13canonizzazione del riflusso come Patrizia Bensala fa il settimanale Panorama nel gennaio
00:41:19del 1979 con una copertina dedicata esplicitamente al riflusso dove ci sono persone che ballano,
00:41:28persone che mangiano, persone che fanno bisbocce, donne seminude e c'è scritto riflusso,
00:41:33la nuova filosofia degli italiani, ecco il riflusso si vede anche nel momento in cui
00:41:39gli italiani raccontano la neve perché questo racconto della neve è una celebrazione assoluta
00:41:45del divertimento, del disimpegno, ci sono tutte queste tragedie, tutti questi blocchi
00:41:50ma nessuno sembra accorgersene perché tutti quanti parlano di come sia bello rimanere
00:41:55chiusi in casa, parlava giustamente prima il sindaco del lockdown che ci ha riportato,
00:42:01come sia bello aiutarsi a vicenda, come sia bello stare intorno al camino e giocare a
00:42:05carte, come sia bello invitare gli amici e suonare insieme la chitarra.
00:42:10Grazie professore, farei un passaggio proprio sulla lettera perché premettendo come ha
00:42:16detto giustamente lei che si è rilevata poi un falso tra virgolette quindi un'invenzione
00:42:21proprio della testata, però una testata che risponde non a una persona fisica quindi
00:42:27non c'è un autore della lettera ma risponde ad un'esigenza dei lettori di creare questa
00:42:32lettera altrimenti probabilmente non l'avrebbe fatto, esigenza che si rivela fondata proprio
00:42:37per il successo che ha avuto questa lettera, arrivano un sacco di lettere poi al corriere
00:42:43di gente che vuole rispondere a questo cinquantenne innamorato, che dà consigli, chi dice di
00:42:49lasciare la moglie, chi di non farlo, comunque mezza Italia si ostina a dire la sua in mezzo
00:42:55a questa questione, parliamo del 78 quindi un anno tragico, l'anno di moro, i papi,
00:43:02gli anni di piombo, veramente possiamo fare mille esempi però agli italiani non gli interessa
00:43:11niente ormai più di questa cosa, gli interessa parlare del cinquantenne innamorato e della
00:43:16sua vita sentimentale, probabilmente sono stanchi, sono stanchi di un decennio che è
00:43:21stato pesante, anni di piombo, attentati, morti, sangue, così all'improvviso questo
00:43:27riflusso che per quanto un fenomeno sicuramente mediatico come abbiamo detto, quindi inventato,
00:43:33risponde a un'esigenza e la risposta poi del pubblico gli dà ragione fondamentalmente.
00:43:40Sì, uno potrebbe dire sì, è il bisogno degli italiani quello, però è anche un po'
00:43:44il risultato dell'esigenza di imporre una nuova agenda agli italiani, ogni giornale
00:43:52risponde a un gruppo editoriale, il Corriere rispondeva al gruppo editoriale Rizzoli,
00:43:57il gruppo editoriale Rizzoli alla fine degli anni 70 è chiaramente contaminato dalla
00:44:04loggia massonica P2, la loggia massonica P2 ha un programma che ha a che fare con lo
00:44:12spostamento dell'attenzione degli italiani sull'universo del privato, però tutto questo
00:44:18non ci deve portare ad essere deterministi, tanto ci dà tanto, no, attenzione, sta di
00:44:24fatto che nel gruppo Rizzoli circolino delle direttive importanti che hanno a che fare
00:44:29con tutte le testate del gruppo Rizzoli, settimanali, giornali locali, tv locali, che
00:44:36invitano tutti gli operatori di queste testate a dire smettetela di parlare di violenza,
00:44:43di terrorismo, di morte, smettetela di parlare di queste cose, perché? Perché da un lato
00:44:49potrebbero aver stancato gli italiani, dall'altro se non si sono stancati loro siamo noi a
00:44:55suggerirgli che si devono stancare e l'idea appunto di dover affrontare continuamente
00:45:02da parte del potere politico, da parte dell'establishment mediatico questa contestazione è un'idea
00:45:08ormai un po' stanca, è un po' stanca, pensate, no, una delle battaglie più significative
00:45:14era stata quella per il divorzio e questo dibattito intorno all'aspirante suicida per
00:45:20amore dà modo a Luca Goldoni e ai suoi colleghi di dire, ma sentite cari italiani, ma il divorzio,
00:45:26ma chi se lo può permettere? Il divorzio è una roba da ricchi, se le persone sono
00:45:33infelici, ma molti rimangono infelici in casa e stanno zitti e da lì cominciano ad arrivare
00:45:39lettere di donne che si ribellano alla lavatrice, al dominio della lavatrice e che cominciano
00:45:45a dire, beh ma io in realtà tengo l'amante, l'amante e le feste comandate e allora c'è
00:45:50tutto l'equilibrio precario che si cerca tra le feste comandate e tutti gli altri giorni,
00:45:55le feste comandate devo stare con la famiglia, gli altri giorni posso stare con l'amante
00:45:59e si comincia a dibattere di queste cose qui, però ecco, attenzione, da un lato ci può
00:46:06essere veramente un bisogno profondo della società italiana, dall'altro lato c'è anche
00:46:11l'esigenza dall'alto, diciamolo proprio dall'alto, di dire basta, basta, non possiamo più gestire
00:46:18quest'ondata di violenza e di contestazione continua, questo desiderio continuo di cambiamento
00:46:24e c'è una generazione che comincia a invecchiare, la generazione che ha fatto quelle battaglie,
00:46:30che ha sostenuto quelle battaglie che sono partite dal 68 e sono un po' terminate nel
00:46:3677 e quella generazione dice, ma sentite, ma voi bene o male potete godervi quello
00:46:43che abbiamo conquistato per voi, ora non c'è altro da fare che raccogliere i frutti,
00:46:51raccogliere i frutti, quello che è stato è stato, scordammi c'ho passato, insomma
00:46:56volemose bene, e si apre quest'epoca che è un'epoca poi effettivamente negli anni
00:47:0280 di grande, straordinario, surreale ottimismo i rapporti del census dicono questa cosa qui,
00:47:08che gli italiani bene o male, anche se non sperano più in un cambiamento collettivo,
00:47:13sperano che si potrà finalmente migliorare la propria condizione personale, ecco la nostra
00:47:21condizione personale migliorerà.
00:47:24Grazie professore, per quanto riguarda l'ultimo passaggio appunto il privato diventa pubblico
00:47:29ormai, questo è il cambiamento epocale e si vede poi soprattutto oltre che in questioni
00:47:35come questa del 50 anni innamorato eccetera, anche dal punto di vista dei media che hanno
00:47:39un ruolo importantissimo in questo argomento, sia per quanto riguarda la costruzione del
00:47:43fenomeno di cui abbiamo parlato, ma anche per quanto riguarda un cambiamento proprio
00:47:47intrinseco, un decennio proprio fondamentale per il cambiamento delle radio, delle televisioni,
00:47:54delle pubblicità e tutto questo diciamo che gira intorno al mondo dei media.
00:48:00Allora, le nostre memorie degli anni Ottanta sono memorie appunto legate alla fruizione
00:48:06del prodotto televisivo, la tv però è cambiata, il sindaco faceva giustamente riferimento
00:48:12a Carosello, Carosello è l'ultima coda di un modo di fare pubblicità e che poi insomma
00:48:18lascia spazio alla pubblicità di Fininvest, alla pubblicità che è al centro proprio
00:48:24del meccanismo televisivo e che cambia proprio la fisionomia di un meccanismo televisivo
00:48:30che deve privilegiare l'intrattenimento, la parola intrattenimento dice proprio questo,
00:48:35che tu le persone le devi prendere e le devi tenere dentro, facendo in modo che non si
00:48:40possano allontanare quando arriva il momento cruciale, cioè quello del messaggio pubblicitario.
00:48:46Carosello è invece un contenitore a parte, si parte dal presupposto che tu davanti alla
00:48:52televisione ci stai e lì insomma ti puoi godere la pubblicità che è anche un modo
00:48:59bello per vedere all'opera degli attori molto molto bravi, invece no, invece negli anni
00:49:04Ottanta si arriva all'Amaro Ramazzotti che viene pubblicizzato in uno spot straordinario
00:49:11secondo me da rivedere anche se è surreale oggi, quello della Milano da bere, allora
00:49:17quella cosa lì ti arriva durante il programma televisivo, ti arriva durante Dallas, ti
00:49:22arriva durante Happy Days, ti arriva durante Telemike, allora quelle cose lì interrompono
00:49:27il flusso ed è importante che tu nell'interruzione del flusso sia dentro, però attenzione,
00:49:32attenzione, c'è una cosa fondamentale che oggi ci sembra totalmente surreale ma allora
00:49:37valeva e come? La tv di Berlusconi negli anni Ottanta nasce come network di diverse
00:49:44tv locali, Berlusconi aggira la legge inizialmente, non può trasmettere a livello nazionale,
00:49:51si può trasmettere soltanto a livello locale e lui che cosa escogita? Escogita un sistema
00:49:55per il quale tutte le tv locali devono trasmettere la stessa cosa alla stessa ora in modo da
00:50:01poter mandare lo stesso messaggio pubblicitario alla stessa ora e in modo di dargli l'opportunità
00:50:06di vendere la pubblicità agli inserzionisti, cioè la Publitalia era fondata su questa
00:50:12cosa qui, però lui a che cosa punta ancora di più? Punta alla sincronia, è importante
00:50:18che ci sia la sincronia, che è una cosa che noi oggi abbiamo completamente perso, ovvero
00:50:23il fatto che ad un certo punto si stia tutti alla stessa ora a vedere la stessa cosa perché
00:50:28per poterni discutere il giorno dopo, per poter parlare di quello che si è visto, perché
00:50:32è quello che crea la popolarità del prodotto televisivo. Io devo dirti che ieri sera ero
00:50:38connesso su Canale 5 e stavo guardando Dallas Dynasty, devo dirtelo perché così sarai
00:50:44indotto a farlo anche tu. Questa cosa qui si interrompe, sapete quando? Si interrompe
00:50:50nell'autunno dell'84, quando in tre regioni italiane ci sono delle sentenze del TAR che
00:50:56impediscono alla rete di Berlusconi di continuare a trasmettere e impediscono perché hanno
00:51:02capito che c'è l'imbroglio, che c'è un inghippo in buona sostanza, però in quel
00:51:08momento Fininvest è diventata così forte da poter addirittura convincere gli italiani
00:51:13a ribellarsi per avere di nuovo Canale 5. Perché gli italiani si ribellano? Perché
00:51:20Canale 5 è entrata nelle loro vite e ha rivoluzionato il modo di percepire il tempo e il palinsesto.
00:51:28Il palinsesto, attenzione. Alcuni di voi ricorderanno che le 8 di sera negli anni 80 erano un'ora
00:51:39sacra, assolutamente sacra, prima degli anni 80, perché erano l'ora in cui si trasmetteva
00:51:45il telegiornale. Ecco, il telegiornale allora non era trasmesso da Canale 5, da Rete 4 e
00:51:51da Italia 1. Che cosa mandavano a quell'ora Canale 5, Rete 4 e Italia 1? Mandavano i puffi.
00:51:57Mandavano i puffi e questa cosa qui ha un successo enorme e devastante perché consente
00:52:02a tantissime mamme che stanno cucinando di tenere i figli davanti alla televisione senza
00:52:07che rompano le scatole. E ad un certo punto i giornali cominciano a parlare di che cosa?
00:52:13Cominciano a parlare della necessità di riaccendere i ripetitori di Canale 5 che sono
00:52:20stati bloccati dal TAR per non provocare la rivolta dei puffi. Questo è l'85, per non
00:52:28provocare la rivolta dei puffi. Ci sarebbe la rivolta dei puffi. Le persone addirittura
00:52:32minacciano di scendere in strada perché dicono, cioè voi volete spegnere questo?
00:52:37Arroppi i creatori che venite a tenere voi mentre io sto cucinando. È un'esigenza
00:52:42forte. Quindi c'è un cambiamento radicale di tutto, un cambiamento che mette al centro
00:52:48la televisione e mette al centro una televisione che viaggia su due velocità, cioè le tv
00:52:53locali possono trasmettere e occuparsi di informazione, la RAI continua ad occuparsi
00:52:59di informazioni e trasmette in diretta, invece le tv di Fininvest sono tv che si occupano
00:53:06essenzialmente di intrattenimento, cioè di tenere le persone dentro il flusso. Questo
00:53:12è importantissimo. Bene, che dire, molto esaustiva come spiegazione, potremmo citare
00:53:20poi mille programmi televisivi proprio, non so. Io volevo, se mi è consentito, mi riaggancio
00:53:29a quest'ultima parte e quindi faccio la mia domanda, immagino che ce ne saranno tante
00:53:33perché davvero veramente complimenti ancora, ci dà veramente tante possibilità di interazione
00:53:41su tante cose, però una cosa che mi ha molto colpito e che mi interesserebbe che lei potesse
00:53:48un attimino un po' spiegare ulteriormente, l'ho accennato molto bene, cioè in questa
00:53:54fase di riflusso di quell'epoca caratterizzante un periodo in maniera proprio impregnante,
00:54:01lei ha detto che c'è stata sostanzialmente, o forse si è ipotizzata anche una vera e
00:54:07propria volontà politica, cioè una sorta di imposizione che è venuta un po' dall'alto,
00:54:13dal sistema delle sovrastrutture di potere politico, economico, culturale, di imporre
00:54:19un nuovo modo di pensare, un nuovo modo di guardare al pubblico, quindi di dire un po'
00:54:25anche alla società collettiva, cioè di sostanzialmente rivolgersi agli italiani dicendo
00:54:32beh insomma pensate un po' a voi stessi, godetevi di questa condizione che avete conquistato,
00:54:38le vostre cose, la vostra vita, la questione della famosa, della vacanza, insomma un modo
00:54:48per dire cercate di essere un po' la banalizzo, più frivoli, meno impegnati nel guardare
00:54:57il circostante al mondo politico, all'impegno politico, alla vita pubblica, perché quello
00:55:05creerebbe disagio, creerebbe tormento in certezza, la domanda è a questa struttura di potere,
00:55:13questa volontà politica, chiamiamola di imposizione culturale, è frutto, figlia di una condizione
00:55:26del tempo che ha imposto realmente questo e perché? Qual era la finalità?
00:55:33Credo che, insomma questa domanda è abbastanza cruciale e la risposta va a puntare sull'economia,
00:55:41sull'economia, gli italiani diventano consumatori, consumatori, questa è un'altra questione
00:55:48rivelatrice, la neve è uno specchio e uno specchio perché? Perché se si seguono i racconti
00:55:53della neve, man mano che questi giornali parlano, questo giorno è successo questo, le persone
00:55:59stanno facendo questo, sapete che cosa succede? Succede che, insomma, chi di voi fa l'insegnante?
00:56:06Qualcuno c'è? L'insegnante, poliziotto, il carabiniere? C'è qualcuno, qualcuno che fa il vigile urbano,
00:56:13qualcuno che fa il medico? Benissimo, scompaiono i mestieri, scompare l'identità fondata sul mestiere
00:56:23e comincia ad apparire nelle cronache della neve l'identità fondata sul consumo.
00:56:29Le persone che fanno determinate cose sulla neve non sono più insegnanti, vigili urbani, poliziotti,
00:56:35sono quelli che indossano un certo tipo di jeans, che indossano un certo tipo di scarpa,
00:56:40che mettono il giubbotto della Moncler, che mettono il colbacco in testa, che hanno un certo tipo di camicia,
00:56:47i paninari che mangiano quindi certe cose, che bevono certe cose, che guidano una certa macchina,
00:56:54che vanno in vacanza in un certo luogo, cioè quindi puntare tutta l'attenzione su quello che consumiamo.
00:57:04Questo è importante perché la vera realizzazione personale sta nel fatto di poter consumare quelle cose.
00:57:11E questa è una mutazione decisiva, importante, che ci dà proprio il senso del cambiamento di un'epoca.
00:57:18Tu non ti identifichi più con il lavoro che fai. Io non sono più il sindaco, sono quello che mette quelle scarpe.
00:57:24Pazzesco, i Monbut. Io non sapevo nemmeno cosa fossero i Monbut, prima di aver fatto una ricerca su questa questione.
00:57:31I Moncler. Ma i Moncler per me poteva essere anche una marca di un formaggio francese.
00:57:35Ma invece poi ho scoperto che è un giubbino che si indossa, insomma. Questa è importantissima.
00:57:41E poi, ecco, l'altra questione importante. Comincia ad avanzare la convinzione nelle persone che il meglio sia già passato
00:57:53e che quindi non resti che godersi il presente perché poi tutto sommato, insomma.
00:58:00E allora avanza che cosa? L'idea, che oggi è totalmente dominante all'interno della nostra società, della nostalgia.
00:58:08Ecco, la parola chiave, no? La parola chiave è la nostalgia.
00:58:12Oggi noi viviamo completamente dentro scatole nostalgiche, indipendentemente dall'età che abbiamo.
00:58:20Possiamo avere vent'anni, siamo già nostalgici.
00:58:23Io facevo, mentre Patrizia frequentava il corso dei sondaggi, no, tra gli studenti e cominciavano a uscire.
00:58:29Ah, ma vabbè, ma io ascolto quel cantante là, vedo quel film là. Ragazzi giovanissimi, ragazzi giovanissimi.
00:58:36Ma perché mai, spiegatemi voi. Io questa cosa, insomma, continuo a attormentarmi.
00:58:41Perché mai, ancora oggi, tra poco arrivano gli esami di maturità.
00:58:44Ma che canzone canteranno i ragazzi prima dell'esame?
00:58:49Quella di Vendini.
00:58:51Cantano una canzone di 40 anni fa. Una canzone di 40 anni fa che, tra l'altro, è legata a un'immagine totalmente idilliaca della famiglia
00:58:59quando, in realtà, pochi anni prima degli anni Ottanta, un giovane, di regola, parlava male della famiglia.
00:59:08Il genitore è il nemico. Invece, negli anni Ottanta, il genitore diventa non soltanto l'amico,
00:59:13ma diventa colui che addirittura invidi perché vuoi vivere come lui.
00:59:17Ti vuoi vestire come lui, vuoi guidare la macchina che guida lui, vuoi essere come lui.
00:59:21Gli chiedi il diritto di avere parola.
00:59:24Questa è una cosa incredibile, no?
00:59:26E gli anni Ottanta sono l'epoca che ha inventato il nostro modo di vivere la nostalgia.
00:59:33Quando io dico, beh, quali programmi oggi in televisione contano davvero?
00:59:37Insomma, bene o male, bene o male, i programmi che contano davvero sono programmi nostalgici.
00:59:42Sono programmi che ci ripropongono cose già avvenute.
00:59:45Arnaldo fa l'autore televisivo, ma quando noi dobbiamo fare l'intervista ad un personaggio,
00:59:51non riusciamo mai a portare a termine un'intervista semplicemente con il dialogo tra intervistatore e intervistato,
00:59:57perché durante l'intervista, per non far annoiare il pubblico,
01:00:00devi mandare delle vecchie clip di quando quello ha avuto successo con quella canzone,
01:00:05di quando ha fatto quella cosa importante.
01:00:07È un continuo meccanismo di rievocazione.
01:00:10E negli anni Ottanta questa cosa qui diventa, ecco, una pratica quotidiana.
01:00:15La nostalgia diventa pane quotidiano.
01:00:17Uno direbbe, ma non c'è sempre stata la nostalgia?
01:00:20Le persone non sono state sempre nostalgiche di quando erano più giovani?
01:00:23È vero, ma soltanto in parte. Perché?
01:00:25Perché il modo di vivere la nostalgia degli anni Ottanta ha a che fare con il modo in cui noi usiamo i media.
01:00:32Cioè negli anni Ottanta, per la prima volta in assoluto, diventa adulta una generazione
01:00:39che è nata e che è cresciuta con la televisione.
01:00:42E all'interno del sistema dei media si capisce, bene o male,
01:00:46che i singoli mezzi di comunicazione danno un'enorme importanza a se stessi
01:00:53e quindi rievocano se stessi.
01:00:55Arnaldo che ci lavora in televisione ripete sempre, anche in questo caso,
01:00:59sono le frasi rivelatrici.
01:01:01La televisione, in fondo, ha nostalgia di se stessa.
01:01:05Cioè la televisione non fa altro che riproporti se stessa.
01:01:09Il programma televisivo più importante dei giorni nostri, sapete qual è?
01:01:13Al di là del Festival di Sanremo che va da sé, insomma, è di per sé una grande macchina nostalgica,
01:01:18è Te Che Te Che Te.
01:01:20Cioè, in quel programma lì, voi vedete, no?
01:01:23Prima ce lo proponemano solo d'estate, ora è arrivato anche d'inverno a invadere i palinzesti.
01:01:27Ogni volta che la RAI ha un segmento, che cosa fa?
01:01:30Riusa il suo archivio, parla di se stessa, cioè ti riporta ad un passato idealizzato
01:01:36e all'inizio degli anni Ottanta questa cosa qui fu una specie di diluvio,
01:01:40una valanga proprio di cose nostalgiche.
01:01:43Lì fu inventato questo modo di fare la televisione.
01:01:46Nell'Ottanta e nell'Ottantuno il Festival di Sanremo fu presentato da Claudio Cecchetto
01:01:51e l'apertura delle serate si apriva con la riproposizione di vecchi successi di Sanremo.
01:01:58Addirittura nell'Ottantuno Claudio Cecchetto si affiancò a Nilla Pizzi
01:02:02che aveva vinto la prima edizione del Festival di Sanremo
01:02:05e da lì in poi sarebbe stato tutto un incontrollabile diluvio di nostalgia.
01:02:11Renzo Arbore, ancora oggi ne parliamo tantissimo, tagli, ritagli e frattaglie nei primi anni Ottanta.
01:02:19Che cosa faceva? Riproponeva i vecchi sketch comici.
01:02:22Nei primi anni Ottanta lui li riproponeva.
01:02:25Da lì a poco sarebbe nato Blitz di Gianni Minà.
01:02:29Blitz di Gianni Minà non faceva altro che parlare degli anni Sessanta.
01:02:33Cioè la tv rievocava se stessa.
01:02:35A un certo punto va ospite Troisi da Minà e dice
01:02:39ma senti una cosa, tu perché chiedi a tutti quanti ma che facevi negli anni Sessanta?
01:02:45Non si capisce perché tu non inviti mai i creature qua.
01:02:47Perché non gli puoi chiedere allora tu che facevi negli anni Sessanta.
01:02:51Anche questa questione ritorna sempre, è tutto un diluvio di nostalgia,
01:02:57è tutto un ritorno ostinato al passato.
01:03:01Lo stesso Renzo Arbore nel 1985 apre questo grande esperimento televisivo
01:03:06che ha appena compiuto 40 anni, Quelli della Notte,
01:03:09e anche lì c'è una continua riproposizione di cose del passato, Elvis, i Platters e quant'altro.
01:03:14E lui ci scherza anche intorno a questa questione.
01:03:17Ecco, quella società è una società che comincia a vivere nel passato.
01:03:21Il prodotto televisivo, Erika diceva, abbiamo nostalgia di cose che non abbiamo vissuto.
01:03:26Il prodotto televisivo più famoso degli anni Ottanta,
01:03:29anche se in realtà risaliva al decennio precedente ma in Italia arriva negli anni Ottanta,
01:03:33è Happy Days.
01:03:34Happy Days, questo telefilm ambientato dove?
01:03:37Nella Milwaukee degli anni Cinquanta.
01:03:40Ancora una volta, si può avere nostalgia di un mondo passato che non abbiamo mai vissuto?
01:03:44Evidentemente sì. Perché? Perché quel mondo lì è rassicurante,
01:03:48è un mondo che ci aiuta a orientarci in un presente nel quale non troviamo una bussola
01:03:54e ci aiuta soprattutto a vaccinarci da che cosa?
01:03:56A vaccinarci dalla paura del futuro.
01:04:00Grazie professore.
01:04:01Però la mia domanda è quanto incide poi questo però sulle nuove generazioni?
01:04:05Parlo di me, ho letto il libro e la nostalgia era forte anche se non l'ho vissuto,
01:04:11non c'ero e quindi è un passato su cui rifugiarmi è difficile perché non l'ho vissuto.
01:04:16Quindi ho solo dei racconti che magari analizzati con senso critico mi fanno pensare
01:04:21ok è bello per come me l'hanno raccontato ma probabilmente non era così.
01:04:25Però chi l'ha vissuto invece tende a cancellare forse un meccanismo della memoria,
01:04:30tutto il negativo per portare avanti e quindi poi anche alle generazioni successive come può essere la mia
01:04:37come un decennio, un periodo dove era tutto bello, tutto edilliaco e tutto magnifico.
01:04:42Io credo che questo abbia a che fare con i rapporti che ci sono oggi tra le generazioni
01:04:46e molte delle risposte che ci siamo dati io e Arnaldo hanno a che fare proprio con
01:04:51come abbiamo vissuto nelle nostre case, con le nostre famiglie.
01:04:56Allora molto spesso insomma i figli vengono catapultati all'interno del vortice dei ricordi
01:05:04dei genitori in un meccanismo continuamente rievocativo.
01:05:07Io per esempio io e Anna notiamo sempre una cosa che quando noi da Bologna,
01:05:11la città dove abitiamo, torniamo a Caserta cioè la nostra città d'origine
01:05:15uno dei gesti che quasi istintivamente tendiamo a fare è, l'abbiamo fatto anche l'altra sera,
01:05:20prendiamo le vecchie fotografie.
01:05:23Cioè tornare a casa significa riprendere le vecchie fotografie però lì partono i racconti
01:05:29e c'è una questione sulla quale ci siamo interrogati molto.
01:05:34Ecco allora sapete che un bambino, allora io nel 1985 avevo sei anni bene o male,
01:05:41non sono nato nel dicembre del 78.
01:05:43Un bambino tende a ricordare pochissimo della sua infanzia e quando ha dei ricordi,
01:05:49di quei ricordi sono estremamente frammentari, sono caotici.
01:05:52Tu non sai nemmeno collocare un determinato evento della tua infanzia in un anno preciso
01:05:58perché dici vabbè questa cosa sarà avvenuta quando avevo 4-5 anni, forse 6.
01:06:03Allora la nevicata del secolo rappresenta per me, per la mia memoria personale, un'eccezione.
01:06:10Perché? Perché io di quella mattina del 6 gennaio del 1985 penso di ricordare tutto.
01:06:18Ogni momento, ogni singolo momento, minuto dopo minuto, quello che è successo,
01:06:22come hanno reagito mamma, papà, mia sorella, i parenti, il vicinato,
01:06:27che cosa si sono detti al telefono, cosa hanno tentato di fare e non sono riusciti a fare,
01:06:32il senso di panico, penso di ricordare tutto.
01:06:34Però attenzione, a un certo punto mi sono dovuto anche fare un esame di coscienza.
01:06:38Penso di ricordare tutto.
01:06:40E perché penso di ricordare tutto?
01:06:42Perché da allora in poi, in questi 40 anni, per decine e decine di volte,
01:06:48quella mattinata me la sono sentita riraccontare e mi sono autoconvinto
01:06:54che gli eventi si siano svolti in un certo modo.
01:06:59Anche se magari poi i racconti non erano esattamente gli stessi,
01:07:02quando a parlare la mamma, quando a parlare il papà, quando a parlare lo zio.
01:07:07Cioè tu non ti rendi veramente conto,
01:07:09c'è una macchina della rievocazione nella quale noi siamo inseriti.
01:07:14E quindi anche quando noi ricordiamo tanti altri grandi eventi del passato,
01:07:19ma dove eravamo quando Maradona ha fatto quel gol con la mano contro l'Inghilterra?
01:07:25Ma quante volte poi ce lo siamo sentiti raccontare e riraccontare?
01:07:29Ecco, la confusione che invade le nostre menti, le nostre coscienze, secondo me è grande,
01:07:38e ha a che fare bene o male con la necessità che hanno le vecchie generazioni
01:07:44di trovare delle sicurezze di fronte all'assoluta incapacità di sapere affrontare il presente e il futuro.
01:07:51E purtroppo all'interno di questo vortice viene coinvolta anche la generazione più giovane.
01:07:58La generazione più giovane dovrebbe avere una maggiore fiducia nel presente e nel futuro,
01:08:03però evidentemente viene catturata dalla nostalgia, perché?
01:08:08Perché la nostalgia ha a che fare con un passato fermo, con un passato fermo che non puoi cambiare.
01:08:14Questo è che ti rassicura.
01:08:20Grazie professore.
01:08:21Sempre in merito alla nostalgia, un piccolo passaggio, una domanda forse,
01:08:25per quanto riguarda le nuove generazioni.
01:08:28Un altro autore diceva che di solito la nostalgia prende intorno ai 40 anni dei propri 20 anni,
01:08:35cioè della generazione immediatamente adulta, della loro giovinezza.
01:08:41Però è un periodo temporale che più si va avanti nel tempo e più si stringe.
01:08:45Lo vedo anch'io con la mia generazione che già inizia questa sorta di amarcord,
01:08:49tanto sicuramente incide anche un po' il cerimoniale dei vari eventi,
01:08:54quindi la riproposizione di film, canzoni, programmi, il decennale, il quinquennale,
01:08:59quindi c'è questo bombardamento mediatico continuo.
01:09:02Però si va a stringere proprio questo arco temporale nostalgico,
01:09:06magari io sono la prima e conosco tanti della mia generazione,
01:09:09già nostalgici di un qualcosa che è avvenuto 10 anni fa, 15 anni fa.
01:09:13Quindi questo passaggio dei famosi 40 rispetto alla gioventù,
01:09:19più si va avanti e più si accorcia.
01:09:21Ma può essere secondo lei legato a queste famose paure di cui abbiamo parlato,
01:09:25quindi un passato, non so, migliore, fermo?
01:09:28È legato a questo, ma è legato anche ancora una volta alla questione del consumo.
01:09:32Pensate, noi stiamo dentro bolle e stiamo dentro algoritmi.
01:09:37Quando apriamo questo oggettino malefico che teniamo nelle tasche,
01:09:41quello che ci arriva sotto gli occhi non è un qualcosa di casuale,
01:09:46ma è quello di cui l'algoritmo pensa che noi abbiamo bisogno.
01:09:50E il nodo qual è?
01:09:52Il nodo è a quale età diventiamo dei potenziali consumatori del nostro passato.
01:09:58Allora, dici giustamente tu,
01:10:01ebbè io divento nostalgico di cose che sono successe 10 anni fa,
01:10:05sono giovane, com'è possibile mai questa cosa qui?
01:10:07È possibile perché effettivamente il passato non è soltanto passato,
01:10:14è un prodotto che qualcuno ti sta vendendo.
01:10:16Voi non so se ci fate caso,
01:10:18ma quando vi viene riproposto un determinato tipo di gelato,
01:10:22un determinato tipo di merendina,
01:10:24ecco, ha sempre a che fare con qualcosa che hai consumato quando eri più piccolo.
01:10:30E ti viene riproposto l'abbigliamento, no?
01:10:34Io di abbigliamento non capisco niente,
01:10:36ma ogni tanto si dice, e tornate questa cosa qua.
01:10:39Ma com'è possibile?
01:10:41Insomma, sono tornate queste scarpe, sono tornati questi pantaloni.
01:10:44Quindi esiste sì una regola dei vent'anni, no?
01:10:47Dicono gli esperti di sociologia, per il mercato dei ricordi.
01:10:52I ricordi sono un mercato.
01:10:54I ricordi sono un mercato.
01:10:56Però questa regola dei vent'anni ha a che fare forse ormai con diverse generazioni.
01:11:01Perché? Perché quando tu acquisisci un minimo di disponibilità economica
01:11:05per poter diventare un potenziale acquirente del mercato dei ricordi,
01:11:09a quel punto sei dentro il flusso.
01:11:13Sei completamente dentro il flusso.
01:11:15E quindi arriva la serie televisiva che ti riporta negli anni Ottanta,
01:11:19la serie televisiva che ti riporta negli anni Novanta.
01:11:21Ultimamente c'è stata quella degli 883, che molti hanno seguito,
01:11:25che era fatta proprio da un salernitano, tra le altre cose,
01:11:28da una della provincia di Salerno.
01:11:30E poi arriva, insomma, i primi anni 2000, gli anni Zero, i cosiddetti anni Zero.
01:11:36C'è la nostalgia degli anni Zero? Certo!
01:11:38C'è addirittura un podcast dedicato alla nostalgia degli anni Zero.
01:11:41E questa cosa qui ha a che fare con il nostro modo di comprare il passato.
01:11:47Perché non abbiamo più quella tendenza a diventare degli studiosi o dei curiosi.
01:11:52No, no. Noi non ci rendiamo conto, ma lo compriamo, il passato.
01:11:55YouTube è una macchina malefica, proprio, di rievocazione continua.
01:12:01Ma man mano che tu cerchi determinati tipi di prodotti,
01:12:04poi ti arriva lo spottino pubblicitario che ti rimanda a qualcosa
01:12:08che tu puoi comprare di quell'epoca lì di cui hai cercato il video.
01:12:12Allora, noi abbiamo molto spesso l'impressione che il telefono ci ascolti, no?
01:12:17Dice, ma come? Mi moggio parlare di questa crema,
01:12:19ma un bel e buono mi è arrivato lo spot di questa crema.
01:12:21In realtà, ecco, i meccanismi, i meccanismi hanno a che fare
01:12:25anche con quello che noi diciamo e condividiamo del passato.
01:12:29Se diciamo su WhatsApp a qualcuno,
01:12:31ah, ma come se stessi buono negli anni 90,
01:12:34un bel e buono ti arriva subito, insomma, l'advertising, no?
01:12:38Cioè, di un prodotto che ti riporta agli anni 90 e capisci
01:12:42quasi quasi è meglio che mi è buono a Netflix, così questa cosa la posso vedere.
01:12:48Bene, volete aggiungere?
01:12:52Qualcuno ha qualche domanda, più che altro per fare un po' di dibattito,
01:12:55qualche spunto di riflessione, ecco, qualche curiosità, non so.
01:12:58Fatevi avanti, non siate timidi.
01:13:02Vada bene.
01:13:06Michele, mi fanno...
01:13:09No, devo dire che le domande che avrei voluto fare sono già state soddisfatte
01:13:12da quello che ha detto il professore, perché è proprio sulla merce, sul consumo
01:13:17avrei voluto chiedere qualcosa a questo punto, però vorrei chiedere alle professore
01:13:20fin dove sono arrivati questi anni 80?
01:13:22Cioè, oggi noi subiamo ancora il riflusso degli anni 80
01:13:28e un'altra cosa, c'era però una generazione negli anni 80
01:13:32che non ha vissuto il riflusso, che ostinatamente continuava a dire
01:13:37io devo difendere i diritti civili, devo difendere lo statuto dei lavoratori,
01:13:41il divorzio, l'aborto, devo comprare il manifesto, devo portare avanti
01:13:46un certo tipo di discorso e di impegno politico.
01:13:49Che mezzi ha avuto quella generazione per difendersi dall'onda del riflusso
01:13:54che ha coinvolto tutti?
01:13:56Un'altra parola, scorretto forse dirlo, ma all'epoca si parlava di craxismo
01:14:02per indicare forse da un punto di vista politico quello che abbiamo detto
01:14:07da un punto di vista invece economico e del consumo, la Milano da bere
01:14:13per cui c'era però, io ricordo che c'era una generazione di giovani
01:14:19che continuava ad avere un impegno politico e con che armi ha combattuto
01:14:22questa guerra impari evidentemente.
01:14:25Quindi le domande sono due.
01:14:28Quanto c'è ancora degli anni Ottanta e noi e come si sono difesi quelli che c'erano?
01:14:34Allora, gli anni Ottanta credo che stiano cominciando a finire
01:14:39ma è difficile che chi fa lo storico si possa trasformare in un profeta
01:14:45ma stanno cominciando a finire da poco.
01:14:47Perché stanno cominciando a finire da poco?
01:14:49Perché è finita l'illusione forse che davvero con l'impegno personale,
01:14:57con lo sforzo e cose di questo tipo si possano raggiungere delle grandissime mete
01:15:02nella vita e ci si possa arricchire.
01:15:05Perché questa è un'idea che ci ha accompagnato per tantissimo tempo
01:15:11e credo che nella generazione dei più giovani, io lo vedo molto all'università
01:15:15ma credo anche dalle notizie che mi arrivano sugli ambienti di lavoro
01:15:19ci sia un radicale cambiamento di atteggiamento.
01:15:23Il fatto di non aggrapparsi più a determinate questioni,
01:15:27di non aggrapparsi più a determinate cose.
01:15:30È vero, noi abbiamo scritto nel libro che nel 2011
01:15:33quando ci furono le elezioni a Milano e vinse Episapia
01:15:36e si interrompe quel lungo periodo di dominio del partito di Berlusconi,
01:15:42Michele Serra su un giornale e Massimo Gramellini su un altro giornale
01:15:46nello stesso giorno dissero finalmente sono finiti gli anni 80.
01:15:50Nel 2011 lo dissero, quindi questi anni 80 sono durati 30 anni.
01:15:55Ma in realtà non erano finiti, magari era un loro auspicio che stessero finendo
01:16:02ma in realtà non erano finiti.
01:16:04Credo che alcuni paradigmi abbiano a che fare con il nostro modo di vivere
01:16:08in questo mondo e con l'atteggiamento che hanno i giovani nei confronti
01:16:12dello studio e del lavoro.
01:16:14Allora io penso una cosa fondamentale, diciamo sempre,
01:16:16lo tendiamo sempre a dire, no?
01:16:18Ah ma a scuola una volta era più seria, si imparava di più,
01:16:21era più severa, ti mettevano con le ginocchia sui ceci
01:16:24e tutte queste cose qua, dove fai l'insegnante, no?
01:16:26Ma è una cosa legata insomma alla volontà di una certa generazione
01:16:31di aggrapparsi a delle certezze che non esistono.
01:16:34Io non ho mai visto studentesse e studenti che sanno la quantità di cose
01:16:41che ti pongono i problemi complessi di quelli di oggi.
01:16:45A me mi viene un'ansia prima di entrare in aula, tremenda.
01:16:49Cioè perché? Perché ti sembra sempre che tutti sappiano già tutto.
01:16:54Tutti sappiano già tutto e che la quantità di informazioni
01:16:59che si riesce a gestire è veramente altissima, è veramente straripante.
01:17:05Quindi gli anni Ottanta probabilmente stanno soltanto cominciando a finire da poco.
01:17:10Credo che un'idea talmente forte nella testa degli italiani,
01:17:14difficilissima da scalfire, come i giovani,
01:17:17questo è importantissimo, come i giovani degli anni Ottanta
01:17:20e successivamente poi hanno affrontato questo tipo di mondo.
01:17:24La cultura giovanile è difficile da andare a fotografare.
01:17:29Uno potrebbe dire che esistono ancora dei movimenti,
01:17:32esistono delle persone che si impegnano in delle lotte,
01:17:34è verissimo, ci sono negli anni Ottanta, ma attenzione,
01:17:37le lotte sociali dei giovani degli anni Ottanta sono delle lotte fortemente atomizzate.
01:17:43Significa questo che se nel corso degli anni settanta si puntava alla rivoluzione,
01:17:49cioè a rovesciare il tavolo,
01:17:52nel corso degli anni Ottanta, anche in maniera molto realistica e pragmatica,
01:17:55i movimenti giovanili si concentrano su singoli obiettivi.
01:17:58C'è l'antimafia, ci sono i diritti degli omosessuali,
01:18:01ci sono i diritti delle donne, ci sono le lotte ambientali,
01:18:05ma cambiamenti complessivi del corpo sociale nessuno li progetta, nessuno li chiede più.
01:18:11E poi c'è anche una questione importante.
01:18:14Dove si esprime la cultura giovanile?
01:18:17Si esprime sicuramente in alcune sottoculture
01:18:19che sono capaci di diventare mainstream, come quella dei paninari.
01:18:23Ma questi paninari, perdonatemi,
01:18:25questi paninari dicevano delle cose terribili.
01:18:27Nel corso degli anni Ottanta avevano un'immagine della donna terribile,
01:18:32e poi soprattutto sembravano cinicamente proiettati
01:18:36verso il successo, il denaro, il vestire in un certo modo e quant'altro.
01:18:40Però attenzione, non sono loro la cultura giovanile vera.
01:18:43Nel 1985, proprio nell'anno della neve,
01:18:47a pochi giorni dall'esaurirsi ormai di questa nevicata
01:18:51che travolge l'Italia per tre settimane,
01:18:53parte il Festival di Sanremo.
01:18:55Negli anni Settanta il Festival di Sanremo era in crisi nera,
01:18:58negli anni Ottanta è ripreso a bomba,
01:19:01cioè è tornato in auge.
01:19:03Ma l'edizione del 1985 è segnata dal successo di un ragazzino messicano di 15 anni
01:19:10che si chiama Luis Miguel.
01:19:13Luis Miguel canta una canzone dedicata ai ragazzi di oggi
01:19:17e parla ai giovani dell'epoca dicendo che cosa?
01:19:21Dicendo che noi vogliamo avere diritto di parola in quanto giovani,
01:19:25non in quanto diversi dagli adulti,
01:19:27non in quanto portatori di valori diversi dagli adulti,
01:19:29ma in quanto giovani.
01:19:31Fateci parlare e vedrete che noi coloreremo la città,
01:19:34faremo tante cose belle e vi renderemo tutti quanti più allegri.
01:19:38Ma la cosa impressionante, sapete qual è?
01:19:40La canzone la scrivono due quarantenni.
01:19:43Due quarantenni sono Totò Cotugno e Cristiano Minellono.
01:19:48Cioè sono due quarantenni che mettono in bocca a un quindicenne
01:19:51le parole che dovrebbero rappresentare la nuova generazione.
01:19:55L'anno successivo ci siamo interrogati io e Arnaldo
01:19:58su quale fosse la canzone del decennio, no?
01:20:01Ecco, Vasco Rossi era un candidato sicuramente,
01:20:04aveva cantato Vita Spericolata, aveva cantato Siamo Solo Noi.
01:20:08In Vita Spericolata ci potrebbe essere addirittura un manifesto del riflusso,
01:20:12ognuno in fondo perso dentro i fatti suoi.
01:20:15Però, ecco, la canzone del decennio la canta un altro ragazzo,
01:20:19più giovane di Vasco Rossi nel 1986, Rossi Ramacciotti.
01:20:24E questo ragazzo, ecco, tutti quanti siamo abituati a pensarlo come un cantautore,
01:20:29ma lui, nel 1986, che suonava sulla chitarra e intonava delle melodie,
01:20:34ecco, le parole non è che le mettesse in fila così tanto.
01:20:37Anche lui si affida a degli adulti, sono degli adulti che gli mettono in bocca le parole di Adesso Tu.
01:20:44Lui gli racconta semplicemente la storia che vorrebbe portare all'attenzione degli italiani.
01:20:50Sono nato in un quartiere romano e sono riuscito ad avere successo nonostante non avessi nessuna chance.
01:20:56Terra Promessa, professore.
01:20:58Adesso Tu, dopo Terra Promessa, perché Terra Promessa era quasi contemporanea
01:21:03ai ragazzi di oggi, di Luis Miguel, Adesso Tu, nato ai bordi di periferia.
01:21:08Ma attenzione, nessuno ricorda chi l'ha scritta questa canzone.
01:21:13Chi l'ha scritta questa canzone?
01:21:14Questa canzone l'ha scritta Adelio Cogliati, che aveva avuto già alla fine degli anni settanta un certo successo,
01:21:20con delle canzoni pop, mainstream, e l'ha scritta Piero Cassano.
01:21:25Il nome di Piero Cassano oggi non ci dice nulla,
01:21:28ma Piero Cassano era un re duce della stagione trionfale dei Matia Bazzar.
01:21:33I Matia Bazzar erano per eccellenza già un gruppo nostalgico.
01:21:38Nell'ottantatré avevano portato a Sanremo Vacanze Romane, la canzone vintage per eccellenza.
01:21:44La voce di Antonella Ludovica era una voce nostalgica.
01:21:47Loro non facevano altro che celebrare un passato idealizzato
01:21:51e sono loro che costruiscono concettualmente Adesso Tu,
01:21:56che è una canzone che effettivamente depone, definitivamente,
01:22:01è un'idea terribile se ci pensiamo,
01:22:03il sogno di un cambiamento collettivo, di una redenzione collettiva della società.
01:22:08Noi non possiamo cambiare tutti quanti, non possiamo migliorare tutti quanti.
01:22:12Che cosa può migliorare?
01:22:13Può migliorare la vita di una singola persona che si aggrappa disperatamente al suo talento.
01:22:20Uno su mille si salva.
01:22:22Anche Morandi poi avrebbe ripetuto un concetto simile.
01:22:26Uno su mille si salva, non ci salviamo tutti quanti.
01:22:29Si salva soltanto chi ha talento, la talentocrazia.
01:22:33La talentocrazia.
01:22:36Però, attenzione, attenzione,
01:22:38chi ha talento poi guarda avanti e si scorda di tutto e di tutti cinicamente.
01:22:43No, non fa questo.
01:22:45Chi ha talento ha un'ultima opportunità da poter sfruttare.
01:22:49Si guarda indietro, si guarda indietro
01:22:52e capisce che gli rimane soltanto la solidarietà verso le persone che sono rimaste indietro.
01:22:58Che cosa dice in un momento decisivo della canzone?
01:23:00Che cosa dicono Cogliati e Cassano?
01:23:03Dicono ma non dimentico tutti gli amici miei che sono ancora là.
01:23:07Sono rimasti in quella periferia romana
01:23:10da dove io sono riuscito a scappare.
01:23:14Grazie.
01:23:18Bene, professore, non so se ci sono altre domande, magari da parte vostra.
01:23:22Penso che il libro è stato sviscerato abbondantemente.
01:23:25Lasciamo giusto quel pizzico di curiosità per farlo acquistare
01:23:28perché se diciamo tutto voi non c'è sfizio.
01:23:32Grazie mille, davvero.
01:23:34C'è qualcuno che vuole...
01:23:37Nessuno vuole dare qualche domanda al professore?
01:23:40Ho una riflessione sicuramente.
01:23:42Poi il microfono è inserito.
01:23:45Quando lei è arrivata a questo punto,
01:23:48avete molte, alcune parti di questo mio libro
01:23:52e alcune parti di quest'altro.
01:23:54Quali sono le vostre domande?
01:23:56Io, pensando all'epoca, non capivo nessuno.
01:23:58Questa volta qualcuno mi ha chiesto.
01:23:59Mi chiedi all'epoca che cosa ti ricordo?
01:24:01Niente.
01:24:02Stasera sentendo è stimolato la mia mente.
01:24:06E mi ha dato un fiume in piedi.
01:24:07Adesso mi muovo tutto e devi arrivare.
01:24:10E' quello che ci raccontano, sì.
01:24:15Un piccolo...
01:24:16Insomma, abbiamo chiesto ai milanesi.
01:24:18I milanesi.
01:24:19Milano è stata travolta dalla nevicata del secolo.
01:24:21Ma voi che cosa vi ricordate della nevicata del secolo?
01:24:24Che cosa vi ricordate?
01:24:25Sapete che tutti, tutti ci hanno risposto
01:24:28di essere scesi in strada a spingere il tram.
01:24:33Ma ditemi voi, ma perché mai
01:24:35una persona dovrebbe spingere il tram in strada?
01:24:38Vedete quanto sono alterati i ricordi delle persone.
01:24:41Se tutti quelli che hanno detto che sono scesi in strada
01:24:44a spingere il tram lo avessero fatto sul serio,
01:24:46a quel punto si vedrebbero soltanto foto
01:24:48o immagini di persone, di milanesi che spingono il tram.
01:24:51Invece, insomma, evidentemente quella memoria
01:24:54anche lì è indotta dal racconto.
01:24:56Quindi uno racconta e l'altro ricorda.
01:24:58E' proprio quello che succede.
01:25:01Assolutamente.
01:25:03Assolutamente.
01:25:04La foto in copertina è una foto abbastanza rappresentativa.
01:25:09In realtà è un ritaglio di una foto più ampia
01:25:11e punta l'attenzione su Milano.
01:25:13Punta l'attenzione però su una Milano
01:25:15che in parte c'è ancora, il Duomo c'è ancora,
01:25:18in parte non c'è più.
01:25:19Perché?
01:25:20Perché ci sono delle cabine telefoniche.
01:25:22Anche in questo caso, no?
01:25:23L'idea è quella della nostalgia
01:25:26che ti solletica, che ti suscita, che ti stimola.
01:25:30La semplice cosa che si può fare
01:25:33la semplice immagine di una cabina telefonica
01:25:35perché la cabina telefonica è il luogo dove dovevi andare
01:25:38per metterti in contatto con qualcun altro.
01:25:40Una cosa che oggi puoi fare tranquillamente
01:25:43senza nessun problema, ecco.
01:25:45Però l'idea che si debba entrare in una cabina
01:25:48per cercare l'altro, per trovare l'altro,
01:25:51per trovarlo in casa, perché se non è in casa
01:25:53non puoi parlare con lui, ecco.
01:25:55Anche questa questione purtroppo è legata
01:25:58all'immagine che abbiamo di un passato
01:26:01nel quale proprio le relazioni sociali
01:26:03erano strutturate in maniera radicalmente diversa.
01:26:15Va bene, grazie professore.
01:26:16Veramente è stato un piacere.
01:26:18Siamo felicissimi di averla avuta con noi.
01:26:21Speriamo di rivederci per un'altra occasione.
01:26:23Magari ci facciamo una ghiacchierata sul cagliostro.
01:26:25Assolutamente.
01:26:27Grazie, grazie e buonasera a tutti.
01:26:29Chi vuole può trovare il libro del professore al banchetto.
01:26:32Qui c'è la signora della libreria.
01:26:35Grazie, buonasera a tutti.

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