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  • 21/05/2025
https://www.pupia.tv - Roma -​ Transizione economica e i passaggi generazionali nei territori italiani - Conferenza stampa di Giulio Centemero (21.05.25)
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Trascrizione
00:00:00Buon pomeriggio. Anzi, come si dice a Roma, buonasera, perché dopo pranzo a Roma si usa
00:00:11dire buonasera. Oggi sono molto felice di aver affittato, tra virgolette, la sala stampa
00:00:21e averla messa a disposizione a dei relatori d'eccezione, perché è giusto concedere gli
00:00:29spazi istituzionali a tutte le cittadine e tutti i cittadini che sono gli azionisti
00:00:36di questo Paese e soprattutto poter ascoltare delle esperienze utili per poi conoscere per
00:00:44deliberare, come diceva qualcuno. Quindi, il tema di oggi è la transizione economica
00:00:50e i passaggi generazionali nei territori italiani, un tema su cui si è lavorato molto, molto
00:00:57spesso però quello che accade a livello parlamentare, a livello anche di governo,
00:01:02è di lavorare solo sul basso, cioè su, come dire, trovare soluzioni a problemi e quindi
00:01:13agli strumenti per andare verso questo passaggio generazionale, come per esempio personalmente
00:01:20ho lavorato molto sugli IPO da questo punto di vista, senza però avere il tempo, le possibilità,
00:01:27a volte la voglia, di andare invece ad analizzare il fenomeno in toto, cioè partendo da come
00:01:34si genera, da quello che accade sui territori e quindi è veramente un piacere ospitare
00:01:41i relatori che poi presenterà il moderatore Pacello, Alessandro Pacello, ed è veramente
00:01:49un piacere soprattutto riportare i dati di un osservatorio. Penso che gli osservatori
00:01:55siano delle miniere di tesori da cui possiamo veramente imparare molto, in particolare
00:02:05in un Paese come l'Italia che ha delle peculiarità dalla dimensione delle imprese al fatto che
00:02:11tante di queste siano familiari e ha una multilevel governance del Paese ancora legato a comuni,
00:02:18province e regioni e camere di commercio che è unica sullo scenario europeo e forse
00:02:25anche internazionale. Grazie.
00:02:27Allora, grazie onorevole, io mi presento, sono Alessandro Pacello, spero che si senta
00:02:35bene, sono founder e partner di AIDA Partners, società di relazioni pubbliche di comunicazione
00:02:41di impresa e istituzionale. In realtà come diceva l'onorevole Centemero abbiamo un tavolo
00:02:47che è un osservatorio, vero e proprio, nel senso che i relatori per diversi background
00:02:53e per diversi punti di osservazione contribuiranno a tirare un po' le somme su questa visione
00:03:01della transizione che stiamo attraversando in questo momento in Italia ma direi in generale
00:03:05nel mondo. Siamo in mezzo a una transizione geopolitica, una transizione economica, una
00:03:11transizione purtroppo anche legata a motivi bellici, non abbiamo ancora capito verso
00:03:17che mondo andiamo e quindi arrivando a quello che è invece il tema che vogliamo affrontare
00:03:22oggi che è quello del territorio italiano, capire l'Italia in questa transizione globale
00:03:28come si sta collocando. Per farlo abbiamo punti di vista diversi, perché abbiamo dei
00:03:33consulenti, dei professori universitari, abbiamo anche due case history molto interessanti
00:03:38secondo me e alla fine ci sarà anche una fondazione che lavora proprio sui temi dell'umanocentrismo,
00:03:44cioè del riportare l'essere umano un po' al centro del dibattito, cosa che forse in
00:03:49gli ultimi tempi ci siamo persi. Io mi limiterò a fare appunto il presentatore, nel senso
00:03:54che abbiamo veramente tempi ristrettissimi e questo devo dire complimenti ai relatori
00:04:00che riusciranno a starci in questi tempi. Io ringrazio chiaramente l'onorevole Centemero
00:04:06per l'ospitalità, ringrazio i relatori che sono tre qui presenti al tavolo, altri tre
00:04:11nella prima fila e ringrazio anche voi che siete venuti, tutti coloro che ci ascolteranno
00:04:16o adesso in diretta o in registrazione streaming. Introduco il primo relatore così passiamo
00:04:22subito ai lavori. Fabio Papa che è professore universitario, secondo me uno dei giovani
00:04:28economisti emergenti soprattutto perché io conosco Fabio da più di una dozzina d'anni
00:04:33e lui ha un'esperienza fortissima nell'economia di territorio, che è un tema che mi è sempre
00:04:40affascinato e questo infatti mi ha portato poi a incontrarlo. Lui gira l'Italia facendo
00:04:46consulenza alle aziende, conosce molto bene la piccola e media imprese italiana e dal
00:04:50suo punto di vista, oltre che poi essere professore universitario, ma dal suo punto di vista io
00:04:55vorrei una prima testimonianza su qual è il polso che si sente girando l'Italia in queste
00:05:01economie, queste microeconomie.
00:05:04Ciao a tutti, io vado subito al punto. Il fenomeno della piccola e media impresa italiana
00:05:13è un fenomeno di rilevanza strategica. Tre numeri importanti che dobbiamo conoscere.
00:05:20Il primo è che abbiamo 4,5 milioni di imprese in Italia oggi attive, 98 aziende su 100 sono
00:05:27di piccola e media dimensione, 83 aziende su 100 in Italia sono a conduzione familiare.
00:05:35Do un ulteriore numero, il 70% della forza lavoro oggi impiegata all'interno del settore
00:05:44privato lavora in una piccola e media impresa. Questi numeri da soli fanno capire che il
00:05:49motore economico della nostra economia è chiaramente basato sull'imprenditorialità
00:05:55familiare, in primis, ma soprattutto su queste direi realtà che hanno del miracoloso e che
00:06:02ogni giorno si adoperano per mandare avanti il Paese.
00:06:06Il sistema oggi è sotto attacco per varie ragioni. Il primo è legato a quello che,
00:06:13se vogliamo discuteremo stasera con gli altri relatori, cioè una transizione generazionale
00:06:19che io chiamerei trasformazione generazionale. Abbiamo vertici aziendali oggi che in Italia
00:06:25in media hanno 61,5 anni e queste persone che stanno facendo grande il Paese da tantissimo
00:06:32tempo oggi hanno bisogno di essere affiancate dai giovani. Giovani che si sentono impreparati
00:06:37in questo momento non solo per temi di competenze ma anche perché, come diceva prima Alessandro,
00:06:44abbiamo una situazione storica non particolarmente favorevole.
00:06:48La certezza però che abbiamo in questo momento così sfidante, anche accitante mi viene da dire,
00:06:54è che l'Italia rappresenta ancora uno dei Paesi a livello imprenditoriale più importanti al mondo,
00:06:59siamo la seconda base manifatturiera d'Europa, abbiamo tantissimo expertise sui territori e
00:07:07in questi territori, e chiudo il mio primo intervento, è proprio nascosto il tesoro della
00:07:15nostra bellissima nazione. E' nei territori che esistono le famiglie imprenditoriali,
00:07:21è nei territori che esistono i talenti, è nei territori che creiamo ogni giorno ricchezza.
00:07:27Ricchezza, e chiudo, che dobbiamo imparare a conoscere andando a visitare queste imprese
00:07:33e raccontando anche ai nostri giovani italiani e non che queste imprese sono pronte ad accoglierli.
00:07:38Ma c'è un tema di conoscenza importante e una sfida anche per chi insegna con me in
00:07:44università e nelle business school è trasmettere il verbo. Queste aziende sono a prova di giovani,
00:07:50sono a prova di futuro, ma devono essere in qualche modo sostenute da un'economia
00:07:55della conoscenza che oggi è ancora troppo lontana dalla realtà. Siccome sei stato
00:08:01bravissimo nella sintesi, hai ancora qualche minuto e ne approfitto per chiederti soprattutto
00:08:05il mondo giovanile che è all'interno delle aziende, anche perché così poi passo da questo
00:08:10punto di vista la parla a Marco Olivei di Key Partners. Come vedi i giovani in questo
00:08:15momento approcciare il mondo del lavoro? Con quali aspettative, con quali paure, con quali
00:08:20sai si parla tanto di fuga di cervelli? Come la vedi? La vedo in questo modo, sempre per
00:08:25essere conciso, i giovani italiani, io giro in tutto il mondo, lavoro in tutto il mondo,
00:08:31insegno in tante università straniere, la cosa che mi colpisce sempre è che i nostri
00:08:35giovani hanno un'intelligenza, una creatività e una voglia di fare incredibile. Il problema
00:08:41qual è? Che questi giovani sono tendenzialmente oggi visti come quelli che non si riescono
00:08:48adattare al sistema impresa Italia, è un sistema che ha tanto da dare a questi giovani
00:08:54ma che deve imparare a guidarli. Oggi i giovani sono molto fragili, sappiate che il 75% della
00:09:01forza lavoro oggi a livello mondiale è fatto da millennials e da generazione Z, quindi
00:09:07i cosiddetti giovani. Giovani da una parte disorientati ma desiderosi di essere accolti.
00:09:13Qual è la sfida per gli imprenditori e per i datori di lavoro? E' portarli mano nella
00:09:17mano verso una crescita di natura professionale e direi anche umana, parleremo di umanocentrismo,
00:09:24che deve essere al centro del dibattito. Quindi l'augurio anche stasera è quello di far capire
00:09:29chi ci ascolta e chi ci ascolterà che i giovani sono una risorsa per questo Paese,
00:09:33una risorsa per le imprese, ma vanno accompagnati. Se li accogliamo, li accompagniamo, non li
00:09:39giudichiamo e li formiamo, certamente possono continuare a fare grande l'Italia.
00:09:43Mi viene in mente una ricerca che ha fatto l'ISVI, l'Istituto dei Valori di Impresa,
00:09:49il cui tra l'altro tu fai parte nel Comitato Scientifico e nel Comitato di Comunicazione
00:09:54con la Cattolica di Milano un paio di anni fa, che è una ricerca su come sono gli imprenditori
00:10:00italiani e come vengono vissuti anche all'estero. Una cosa che mi colpì molto è che diversi
00:10:04imprenditori stranieri dicevano la differenza del fare un ordine o comunque fare una richiesta
00:10:09e un'offerta a un'azienda italiana e farla invece a un'azienda per esempio tedesca o
00:10:14francese o del Nord Europa, è che loro sono molto precisi nel Nord Europa, in Germania,
00:10:20nel darti una risposta sulla offerta che tu hai chiesto. In Italia ti chiedono ma perché
00:10:24la vuoi fare così, non ti conviene farla in questo modo e ti danno un valore di creatività
00:10:30dal punto di vista della consulenza che invece all'estero non ti danno perché si limitano
00:10:34a rispondere in maniera molto precisa e puntuale alla richiesta. Questa è una cosa che è
00:10:39molto apprezzata all'estero e che spesso noi invece in Italia sottovalutiamo. Veniva fuori
00:10:43con questa ricerca ISVI fatta con la Cattolica di un paio di anni fa. Adesso a questo punto
00:10:48passo allora la parola sempre nel primo giro di tavolo a Marco Oliveri che è alla mia
00:10:51destra, che è co-founder e partner di Key Partners, che è una società di executive
00:10:56research e che lavora nella consulenza delle risorse umane. È una società fondata nel
00:11:022021 per iniziativa di quattro manager ma la lascio raccontare meglio di me ovviamente
00:11:07a Marco Oliveri e mi interessa sapere anche voi per quello che è il presidio che voi
00:11:13avete sul mondo del lavoro rispetto alle cose che ha detto il professor Papa, Fabio Papa,
00:11:19come la vedete.
00:11:20Grazie, buonasera a tutti e a tutte. È un piacere ovviamente essere qui. Key Partners
00:11:27è un appunto, come citava Alessandro, una società di ricerca e selezione del personale
00:11:33settata su un posizionamento legato alla parte di appunto C-Level e anche una società di
00:11:39advisory per cui noi seguiamo anche tutta una serie di tematiche che sono legate alla
00:11:43parte di people development, quindi allo sviluppo delle persone, alla parte di organizzazione,
00:11:47alla parte di diversity inclusion e così via. Quindi diciamo che abbiamo un'anima non
00:11:52solo di ricerca ma anche appunto di consulenza. Abbiamo scelto qualche anno fa di lasciare
00:11:57le multinazionali in cui lavoravamo per cercare di essere molto più vicine alle aziende del
00:12:03territorio e alle persone del territorio, dando l'opportunità di lavorare insieme a
00:12:11quattro mani o a più mani in maniera un po' più customizzata rispetto ai contesti da
00:12:15cui provenivamo. E questo effettivamente ci ha dato ragione e abbiamo lavorato con
00:12:23una serie di compagnie con cui oggi ancora stiamo collaborando. Volevo regarmi al tema
00:12:30appunto di Fabio Papa, dando anche io qualche numero. Dal punto di vista della transizione
00:12:39abbiamo circa il 30% di aziende che sopravvive al passaggio generazionale, quindi alla seconda
00:12:47generazione, e circa il 13% arriva alla terza generazione. Quindi questo è un tema, secondo
00:12:54me, e sono dei numeri che fanno riflettere. Noi tra le attività di cui ci occupiamo ci
00:13:01occupiamo anche di succession planning, quindi aiutiamo le aziende a prepararsi al passaggio
00:13:08generazionale, che non è ovviamente esclusivamente legato agli imprenditori, ma riguarda anche
00:13:14e in alcuni casi soprattutto i manager che sono all'interno delle aziende. Quindi siamo
00:13:20ben felici ovviamente di svolgere questa attività. Non è purtroppo ancora un'attività particolarmente
00:13:27diffusa, perché il tessuto delle nostre imprese è di piccole e medie imprese, che per fare
00:13:37questo tipo di transizione devono avere da una parte visione e dall'altra anche gli strumenti
00:13:41per poterlo fare, disponibilità. A volte ci sono, a volte no, per cui noi in entrambi
00:13:48casi siamo a disposizione ovviamente al loro fianco, ma si potrebbe sicuramente fare molto
00:13:53di più.
00:13:54Faccio una domanda. Tu assisti e testimoni questa fuga di cervelli, quindi di giovani
00:14:01che vanno verso altri livi, o assisti anche a qualcosa di diverso, magari a un ritorno
00:14:08dal punto di vista dei manager? Visto che credo di aver capito quello che dici, c'è
00:14:12comunque una carenza di passaggio dal punto di vista del passaggio generazionale dai vecchi
00:14:16manager che comunque sono dal mercato, fatevi riferirne dei nuovi.
00:14:22Sì, molte persone, soprattutto negli anni passati, ma anche in questi anni, si muovono
00:14:31verso l'estero per una serie di ragioni, che non sono solo di matrice economica, perché
00:14:36insomma quello che si sente un po' raccontare in giro è che andiamo all'estero perché
00:14:39ci pagano di più. È uno dei motivi, ma diciamo che all'estero trovano l'opportunità di avere
00:14:45maggiore investimento nella loro professione o nei loro percorsi di carriera. Vedo altressimo
00:14:52seppur ritorno, seppur limitato rispetto agli anni prima, un po' grazie agli incentivi
00:14:57che ci sono che permettono di riequiparare i livelli retributivi che le persone oggi
00:15:04hanno, che sono sicuramente più elevate rispetto a quelle in Italia, rispetto all'Italia stessa,
00:15:08e quindi permettono una transizione un po' più morbida verso l'Italia. Noi come Key
00:15:16Partners, e io in particolare, diciamo che una delle prime attività che svolgo quando
00:15:21ricerco dei manager è quello di verificare se ci sono degli italiani all'estero per cercare
00:15:27di quanto più possibile offrirgli l'opportunità di rientro in Italia. Alcuni di loro accettano
00:15:33di buon grado perché comunque sono molto legati al paese d'Italia, al paese dove sono
00:15:38nati, altri invece preferiscono per ragioni alcune volte familiari piuttosto che altre
00:15:44di rimanere all'estero. Per cui sì, diciamo che è un punto su cui noi ci battiamo molto
00:15:49perché la nostra ricerca non è focalizzata esclusivamente sul territorio di riferimento
00:15:53ma è ovviamente allargata al territorio internazionale.
00:16:19Ringrazio tutti la seconda volta. Assolutamente sì, mi trovo anche un po' in difficoltà
00:16:37nel senso che oggi è forse la prima volta che rappresento la mia azienda. Ho lavorato
00:16:42per tanti anni in Confindustria, cioè lavorato, rappresentavo gli imprenditori di Confindustria
00:16:46come Presidente dei Giovani prima e poi come vicepresidente di Alsa Lombarda. Sono un imprenditore
00:16:50e dall'altra parte mi trovo invece con la mia azienda dove rappresento quasi un milione
00:16:54di studenti. Che cos'è University Boxing? Tre pillole. È un marketplace che aiuta le
00:17:00famiglie e gli studenti a risparmiare. Oggi la spesa sugli studenti è attorno ai 17 miliardi,
00:17:05quindi quello è il mercato dove noi andiamo a posizionarci. Ma è anche un mercato di
00:17:09un milione di persone che a breve ed è molto fluido arriverà nel mondo del lavoro. Quindi
00:17:14abbiamo visto prima i Millennials, adesso la Generazione Z, tra un po' arriverà l'Alfa,
00:17:18quindi stiamo parlando oggi di Generazione Z, quando in realtà dovremmo già cominciare
00:17:22a ragionare sulla prossima generazione. Io sto cominciando la transizione all'interno
00:17:31della mia azienda perché ho un nuovo partner che ha 25 anni ed è un ragazzo in gambissima
00:17:36che ho preso in università. Quindi non è vero che non ci sono ragazzi in gamba, ci
00:17:41sono tanti ragazzi in gamba che hanno voglia di fare e soprattutto ci sono ragazzi che
00:17:47hanno le idee molto chiare. Però non credono nel sistema paese, almeno i dati che noi abbiamo
00:17:56che due su tre di questi prendono in considerazione l'idea di andare all'estero. Io non credo
00:18:00che il problema del ritorno dei cervelli o dei cervelli che migrano sia un problema,
00:18:05perché se vogliamo parlare di Europa l'importante è quanto noi siamo capaci di trattenere
00:18:09i cervelli che arrivano dall'estero. Io e i ragazzi bielorussi che sono venuti a fare
00:18:13i data scientist da me sono rimasti due mesi, tre mesi e poi mi hanno detto Emiliano vada
00:18:17in Polonia perché costa di vita molto più basso e stipendi più alti, possibilità di
00:18:24carriera più veloci. Un altro ragazzo che ha lavorato con me adesso per un anno da
00:18:28una business school, quindi lavorava da me da remoto prima da Parigi poi da Londra, adesso
00:18:34ha accettato un'offerta in Portogallo. Perché? Perché il Portogallo dopo gli incentivi che
00:18:40ha fatto per gli anziani adesso fanno gli incentivi per i neoassunti. Quindi se tu sei
00:18:43uno studente neolaureato e rimani in Portogallo hai un'esenzione fiscale quasi totale e lui
00:18:49lavora per un'azienda UK. Quindi un'azienda UK ha delocalizzato in Portogallo e questo
00:18:55ragazzo si ritrova con delle incredibili possibilità di carriera in Portogallo sia
00:19:00in termini economici sia anche in termini di ecosistema, di cultura, di venire a contatto
00:19:07con tanti ragazzi di tante nazioni diverse. Quindi secondo me quello che dobbiamo fare,
00:19:11ed è questa l'opportunità che colgo oggi al volo, è quello di poter integrare e integrarci
00:19:17come osservatorio con la politica per fare in modo di trovare gli strumenti giusti per
00:19:22fare in modo che non andiamo ancora a raccontarci adesso il ritorno dei cervelli, l'ingresso,
00:19:28ma se siamo Europa tutti i cervelli d'Europa dovrebbero venire qua. Abbiamo le università
00:19:34migliori, abbiamo le aziende più belle, abbiamo il paese più bello del mondo e quindi non
00:19:39vedo perché dobbiamo andare all'estero. Lato territorio, mi chiudo subito, sono i
00:19:44tempi. Adesso abbiamo aperto, da una parte siamo Marketplace, dall'altra parte siamo
00:19:49una piccola LinkedIn nel mondo degli studenti. Lo studente non trova in LinkedIn uno strumento
00:19:53per trovare un contatto diretto con le aziende. University Box, che è la mia azienda, oggi
00:19:58abbiamo circa un milione di studenti, tra studenti delle high school, docenti e studenti
00:20:03universitari. Abbiamo lanciato questo progetto, si chiama Meet Your Future, siamo partiti
00:20:07da Como, quindi stiamo facendo tutte le territoriali lombarde con i giovani imprenditori di confindustria,
00:20:13perché l'obiettivo è quello di rimettere al centro lo studente, rimettere al centro
00:20:17la PMI del territorio, per fare in modo che il talento rimanga sul territorio, e non voglio
00:20:23contraddirmi rispetto a quello che ho detto prima, vada, faccia le sue esperienze, ma
00:20:27poi, come consapevolezza, possa tornare sul suo territorio e possa crescere come manager
00:20:33e perché no, puoi andare a affiancare l'imprenditore, divenendone anche partner. Su questo lancio
00:20:39anche magari un'ultima provocazione. Le start-up innovative, le PMI innovative hanno tutta
00:20:44una serie di logiche, di equity sharing, di possibilità di ingresso molto facile dei
00:20:50manager all'interno dell'azienda, che le PMI normali e tradizionali non hanno. Però
00:20:55se vogliamo riportare al centro la PMI nella transizione, dobbiamo non solo facilitare
00:20:59la PMI innovativa e la start-up innovativa, ma quello che è il vero tessuto, la vera
00:21:04forza, che sono le PMI grandi, piuttosto che dare spazio a gruppi che vengano a comprarsene,
00:21:10potremmo dare spazio ai giovani manager e quindi far capire a questi studenti che c'è
00:21:14una possibilità di crescita incredibile, non neanche in Italia, ma addirittura a dieci
00:21:20chilometri magari da casa e nell'azienda di cui magari non conosceva fino all'altro giorno
00:21:24realmente il potenziale.
00:21:26Mi sentite? Sì, ok. Chiedo il cambio, scusate, facciamo come al gioco dei quattro cantoni,
00:21:39i tre relatori che sostituiscono i tre che sono presenti al tavolo in questo momento.
00:21:45Allora, intanto introduco Iris Verga, di Saccosystem, che è una società che poi lascerò descrivere
00:21:57a lei in maniera specifica di che cosa si occupa, ma quello che io trovo praticamente
00:22:02interessante nell'intervento di Iris è una, se non un'azienda, anche questa familiare
00:22:08di territorio e vorrei che lei ci segnalasse qual è, secondo lei, il valore aggiunto che
00:22:13è stato, diciamo, fondamentale per fare in modo che una realtà piccola all'inizio
00:22:18di territorio diventasse un'importante realtà adesso a livello internazionale e su questo
00:22:23ti lascio la parola.
00:22:24Sì, buongiorno a tutti, grazie a Alessandra e grazie all'onorevole Centemura. La nostra
00:22:35azienda è un'azienda familiare, un'azienda industriale e produciamo e coltiviamo microrganismi
00:22:45per il mondo del food, per il mondo farmaceutico e nutraceutico. Di fatto produciamo batteri
00:22:53buoni, lieviti, muffe ed enzimi per le varie applicazioni. Quindi molti di chi siamo alla
00:23:02quinta generazione. Quindi se il dottore Oliveri prima diceva che alla terza arrivano
00:23:09il 13 per cento, ok, noi siamo arrivati alla quinta. E sicuramente siamo arrivati alla
00:23:15quinta per il grande talento e l'intuito della quarta generazione, che per noi è stata
00:23:23veramente la svolta, perché in un momento di crisi, quando è uscito un prodotto sostitutivo
00:23:30della concorrenza, mio padre e i miei zii hanno deciso di diversificare, quindi acquisire
00:23:38poi un'altra società e poi siamo cresciuti per un processo di acquisizione. Quindi sicuramente
00:23:43l'intuito, perché i grandi imprenditori lo sentivano nella pancia, le grandi decisioni
00:23:48vengono prese dalla pancia. Ecco, mio padre era una persona del genere e la velocità
00:23:55di reazione, di risposta davanti a una crisi, e poi indubbiamente la qualità e serietà
00:24:06delle persone che hanno scelto di lavorare per noi. Perché siamo diventati oggi un'azienda
00:24:14media, fatturiamo circa 170 milioni, abbiamo 550 collaboratori in tutto il mondo, è grazie
00:24:23alle persone che lavorano con noi, che sono persone di grande talento, lavorare con loro
00:24:30è un piacere, perché ti insegnano, sono persone incredibili e è nato un team veramente motivato
00:24:38e che raggiunge gli obiettivi che sfidandoci ci poniamo. Per quanto riguarda la famiglia,
00:24:50siamo la quinta generazione e non c'è stato imposto di entrare in azienda, ma è stata una scelta,
00:24:59una scelta guidata dalla passione. Siamo tre sorelle adesso in rappresentanza della quinta
00:25:05generazione e abbiamo tantissima passione per quello che facciamo, amiamo quello che facciamo,
00:25:12ci poniamo veramente grandi obiettivi e la passione ha un po' un duplice aspetto. Da una
00:25:19parte appunto a questi pro, quindi di tantissima voglia di fare, poi ci sono dei contro, perché
00:25:26quando c'è passione c'è amore, c'è emozione e ci sono gli animi che si scaldano, quindi nelle
00:25:34nostre family meeting, che sono ogni settimana, gli animi si scaldano e questo perché c'è passione,
00:25:42ma si scaldano con un'unica direzione, che è il bene dell'azienda, far crescere l'azienda,
00:25:52quindi avendo tutti quanti lo stesso fine, poi dopo riusciamo a trovare un pil rouge. Ed è bellissimo
00:25:58questo, soprattutto perché abbiamo un grandissimo senso di dovere nei confronti di tutte le famiglie
00:26:07che lavorano con noi, di tutte le nostre persone e delle loro famiglie. E avendo questo grande
00:26:14senso di dovere vogliamo sempre mantenere l'azienda ricca in modo tale che possiamo
00:26:24sempre investire, essere pronti a innovarci continuamente ogni giorno. Mi viene in mente una
00:26:34cosa che io dico sempre in agenzia, nella mia struttura, dico che quando due manager o tre
00:26:40manager sono sempre d'accordo tra di loro, sono dei stipendi superflui e basta uno. Quindi nella
00:26:46contraddizione, nella critica, credo che sia questi meeting, che tra l'altro il professor Papa
00:26:52conosce bene perché partecipa spesso a questi consigli di amministrazione delle aziende di
00:26:56famiglia, dove c'è questo cuore, questa passione, però questo di solito è costruttivo, anche se
00:27:02per lì può sembrare indistruttivo, ma in realtà è della critica che ci si evolve. Tu mi avevi detto
00:27:06una volta che il passaggio generazionale, mi ricollego a quello che ha detto Marco Oliveri,
00:27:11voi lo state affrontando anche dal punto di vista proprio dei passaggi, non solamente della famiglia,
00:27:16ma di quelli che sono la vostra classe manageriale. Quindi come i giovani possano entrare in azienda e
00:27:22pian piano prendere il posto dei manager più anziani che pian piano invece escono.
00:27:29La bellezza di un'azienda di famiglia è che poi dopo si lavora in famiglia, e quindi tante le
00:27:41persone che magari hanno lavorato con noi, poi dopo ci hanno lasciato i loro figli, e non c'è
00:27:48veramente onore più bello di questo, perché il figlio è chiaramente diverso da papà, chiaramente
00:27:56avrà dei ruoli diversi, ed è bello valorizzarlo perché ciascuno di noi ha un proprio talento,
00:28:03come la nostra generazione, la mia e delle mie sorelle, la quinta, noi siamo diversi dalla
00:28:09quarta e non possiamo assolutamente essere uguali, perché ognuno di noi abbiamo ciascuno il nostro
00:28:16talento, ed è bello valorizzarlo e tirarlo fuori. Quindi sicuramente sì, il passaggio generazionale
00:28:21è ovviamente tra le famiglie al vertice, ma anche è bello dare continuità a tutte le famiglie che
00:28:29lavorano con noi. Noi una parte di passaggio generazionale l'abbiamo fatto in maniera piuttosto
00:28:34brusca, perché stavamo iniziando a studiare un passaggio generazionale, quindi come un processo,
00:28:40piano piano, magari con dei consulenti che ci aiutassero, e poi dopo in un mese e mezzo è
00:28:46mancato nostro padre e quindi noi ci siamo trovati non più in un processo, ma come una
00:28:54saffetta. Ecco il testimone, vai dopo un mese e mezzo. Noi non eravamo pronte, io e le mie
00:29:00sorelle, assolutamente no. E l'aspetto più complicato è sicuramente stato quello della
00:29:07leadership, perché la leadership non si insegna, la leadership non passa, la leadership devi
00:29:12coltivarla piano piano ogni giorno e che tutti gli stakeholder aziendali, non soltanto i collaboratori,
00:29:20ma fornitori e clienti, ti percepiscono. Quindi all'inizio è stato molto duro per quello. Adesso
00:29:26invece c'è una coesistenza tra la quarta generazione e la quinta generazione in azienda, ed è molto
00:29:34completo, perché ovviamente la quarta generazione è la storia e la cultura aziendale, è l'emblema
00:29:46dei processi aziendali che fino ad oggi sono andati bene. E poi ci siamo noi quinta, tre
00:29:50donne tra l'altro, finalmente un po' di quote rosa, che abbiamo grande visioni, grandi idee,
00:29:57e quindi ecco che stiamo cercando di fare un ponte tra questa quarta e quinta generazione,
00:30:03è divertente, è caotico, sì, è una sfida, sì, ma siamo prontissime e vogliamo solo che far bene.
00:30:11Bene, si sente questa tua passione proprio dalle tue parole. Adesso c'è un'altra coesistorie che mi sta molto a cuore
00:30:18e vi spiego perché. È il gruppo Sogegross, Ercole e Gattiglia, che qua a mia destra è il Presidente del Consiglio
00:30:27dell'Amministrazione. Io ho cominciato nel 1990 a fare consulenza di comunicazione per
00:30:32il mondo del retail e ho sempre sostenuto che il mondo del retail, soprattutto quando
00:30:37appunto qui leggo 260 punti vendita, circa 3000 addetti, ogni volta che deve aprire un
00:30:44punto vendita deve fare degli studi su quelli che sono i territori, si fanno degli studi
00:30:48di geomarketing, ma poi soprattutto bisogna mantenerli attivi. E per mantenerli attivi
00:30:52bisogna avere un'interlocuzione col territorio circostante, quindi con le persone che sono
00:30:56lì residenti, che deve essere continuativo. Quindi sono dei punti di osservazione fantastici,
00:31:02che ovviamente non sono un punto vendita, sono tanti punti vendita su territori diversi
00:31:06e anche dal confronto fra questi territori vengono fuori delle considerazioni su come
00:31:12i territori italiani, perché l'Italia è molto lunga da questo punto di vista e quindi
00:31:17noi sappiamo che questo è il bello, ma anche il difficile poi di gestire i territori, che
00:31:21siamo così differenti di 30 chilometri in 30 chilometri, per quelle che sono le tradizioni.
00:31:26Quindi la domanda che voglio farti è proprio questa, cioè il punto di osservazione di
00:31:31chi da tanto tempo lavora nel mondo del retail con questa poi diversificazione sui territori,
00:31:38che polso ne risenti dal punto di vista dell'evoluzione e soprattutto che cosa, questa è una domanda
00:31:43un po' difficile, potresti prevedere che succeda in un momento di transizione così
00:31:47forte. Quali sono le variabili più importanti con le quali vi dovete confrontare in questo
00:31:51momento?
00:31:53Due parole sulla mia azienda, in aggiunta a quello che hai detto tu, noi operiamo in
00:32:02cinque regioni, prevalentemente nel nord ovest, abbiamo l'Headquarters a Genova e quindi
00:32:09siamo fortemente sbilanciati sulla Liguria, ma anche Piemonte, Lombardia, Toscana, Emilia
00:32:15Romagna. Abbiamo circa 3.000 dipendenti, collaboratori, è una vecchia parola che non
00:32:20bisognerebbe mai più usare, facciamo circa un miliardo e duecento milioni di fatturato,
00:32:30quindi da un certo punto di vista non so se possiamo considerarci piccola o media impresa,
00:32:36non so come sono, però mi sembra già delle dimensioni abbastanza, se retail è un po'
00:32:41un mondo a parte, per le dimensioni, per le concentrazioni. Noi abbiamo 50.000 prodotti,
00:32:49una migliaia di fornitori, quindi è un mondo molto eterogeneo, molto diversificato. Dal
00:32:56punto di vista dei territori, noi ci confluiamo con i territori, siamo ovviamente un'attività
00:33:02che ha qualche invasività nel territorio, perché abbiamo implicazioni urbanistiche,
00:33:08implicazioni viabilistiche, quindi certamente ogni punto vendita che si apre ha un impatto,
00:33:15sia sul commercio esistente, sia sulle offerte di servizi che viene data alla cittadinanza,
00:33:22quindi sicuramente abbiamo da un lato una relazione con il territorio in termini di
00:33:30clientela e quindi ogni mercato in Italia è un mercato diverso, possiamo anche dire
00:33:36che in ogni provincia ci sono abitudini alimentari diverse e quindi noi ci dobbiamo adattare
00:33:43con i nostri assortimenti, con la nostra offerta a quello che è la caratteristica
00:33:50del territorio. Da un altro lato abbiamo anche le interazioni con le amministrazioni
00:33:56territoriali che sono numerose e chiaramente in Italia non sempre monolittiche, nel senso
00:34:06che ci sono molte interpretazioni, molte diversificazioni anche all'interno della
00:34:12stessa provincia dove l'asl1 dice una cosa e l'asl2 ne dice un'altra, quindi abbiamo
00:34:20certamente una certa dispersione di risorse per gestire questa diversità che è quello
00:34:28che troviamo ed è quello che dobbiamo fare, ma sicuramente rende il lavoro abbastanza
00:34:33faticoso. Io non penso che siano cambiate molte cose, certamente anche la digitalizzazione
00:34:52nell'ambito della pubblica amministrazione favorisce una documentazione migliore, un
00:34:59accesso più facile, chiamiamolo un processo di modernizzazione che comunque con tutte
00:35:07le critiche che si possono fare è in corso anche nella pubblica amministrazione e ha
00:35:11i suoi riscontri. Noi operiamo in una regione, in tante regioni, ma essendo locati in Liguria
00:35:21siamo un po' in una regione di retroguardia, soprattutto dal punto di vista anagrafico
00:35:26perché è una regione molto anziana e questo indubbiamente ci fa fare delle riflessioni
00:35:31sul mondo giovanile, eccetera, che recepiamo in modo diverso da regioni più dinamiche.
00:35:37Un progetto che si chiama NextGen, è un progetto che guarda, noi abbiamo il 30% di collaboratori
00:35:46sotto i 35 anni, quindi siamo un'azienda obsoleta dal punto di vista delle risorse
00:35:54umane. Questo progetto NextGen vuole guardare sia ai giovani come mercato, come potenziali
00:36:02clienti, ma anche ai giovani come potenziali collaboratori. Quindi stiamo dedicando uno
00:36:11sforzo particolare alle risorse umane che, devo dire, nella mia azienda era un po' trascurato
00:36:17nel passato e invece ci siamo resi conto anche attraverso i colloqui di lavoro che
00:36:23l'atteggiamento dei giovani nel confronto delle aziende e del lavoro sta cambiando,
00:36:28è cambiato e quindi anche noi dobbiamo adeguarci in termini di attrattività. Certamente viviamo
00:36:37un po' meno i problemi perché, essendo la Liguria un'area dove c'è poco lavoro, poca
00:36:46offerta, facciamo meno fatica i nostri colleghi, per esempio in Lombardia o in Emilia, a trovare
00:36:52persone che vogliano lavorare nel retail, che è un lavoro comunque intensivo, è un
00:37:00lavoro che siamo aperti sempre tutti i sabati, tutte le domeniche e tutte le volte che vai
00:37:05in colloquio di lavoro e incontri un ragazzo e gli dici guarda che si deve lavorare il
00:37:09sabato, si deve lavorare la domenica, con i turni, con i riposi, con tutto quello che
00:37:14le normative prevedono, non sei proprio la prima scelta, quindi attrarre persone, attrarre
00:37:20talenti è difficile. Chiudiamo il primo giro di tavolo con Oscar Di Montigny che è
00:37:32fondatore e presidente di una fondazione, la Grateful Foundation, mi fa piacere che lui
00:37:38faccia un po' la chiosa del primo giro di tavolo perché trasversalmente la fondazione
00:37:45coinvolge un po' tutti i temi che sono stati toccati dai relatori precedenti. Quindi Oscar,
00:37:50tu parli con la Grateful Foundation fondamentalmente di un concetto economico innovativo che a
00:37:55me intriga tantissimo che è l'economia sferica. Se riesci, io lo so, in pochi minuti a raccontarcelo.
00:38:00Buonasera, grazie all'onorevole che in questo momento si è assentato per un istante ma
00:38:08ci tenevo a ringraziarlo pubblicamente. Io parlo da presidente di Grateful Foundation
00:38:13tenendo conto che arrivo da 35 anni di attività in grossi gruppi imprenditoriali del paese
00:38:17quindi la mia esperienza si fonda come manager, si level ed executive su un'esperienza imprenditoriale
00:38:24molto molto importante per quello che riguarda la misura dell'azienda. Negli ultimi 25 anni
00:38:30ero in una banca di sistema e quindi l'osservatorio è stato obiettivamente molto nutriente. Io
00:38:37credo che incontri come questo siano fondamentali perché il paradigma economico in questo momento
00:38:41è fortemente sotto pressione. Noi siamo l'ultima generazione di manager imprenditori
00:38:47che ereditano un'idea di un'economia che ha dovuto affrontare l'insostenibilità di
00:38:54un'economia che aveva un modello economico per l'appunto che scommetteva su una crescita
00:39:00infinita lineare nel tempo con un approccio estrattivo alle risorse del pianeta tra cui
00:39:06inserisco se me lo concedete senza frentendimenti anche le risorse umane intese come persone
00:39:11impiegate a vario titolo all'interno delle organizzazioni. Questa scommessa è una scommessa
00:39:16persa perché purtroppo un approccio estrattivo non garantisce crescita all'infinito ancora
00:39:21più lineare e ci è venuta in salvo qualche tempo fa molto recente un modello economico
00:39:27complementare che era quello della circolarità che ad un certo punto ha invitato il sistema
00:39:31economico a farsi delle domande e ha proposto come soluzione il ridurre, riciclare, recuperare,
00:39:38rigenerare, riqualificare, che si trattasse di materiali, aree urbane, risorse. Sono un
00:39:44sostenitore ma la fondazione nasce perché riconosce in questo modello economico per
00:39:49quanto una necessità, per quanto in urgenza ma non la soluzione finale perché tutto questo
00:39:55esclude nuovamente la cosa più centrale di tutte che è l'essere umano che in qualche
00:40:02modo non va considerato centrale in quanto all'apice di una piramide anche perché non
00:40:07stiamo dando grande prova di apicalità a mio parere, socialmente parlando, ma è una
00:40:12centralità data dalla forza d'urto che l'umanità ha sul sistema, ciascuno di noi con piccoli
00:40:18gesti quotidiani su scala individuale senza essere imprenditori, fondatori incide quotidianamente
00:40:25con decisioni, atti, sentimenti, pensieri e questa è una responsabilità che non possiamo
00:40:31più delegare ai sistemi. Quindi se siamo al centro, questo centro significa diritti,
00:40:36significa doveri, significa responsabilità ma quando si parla di responsabilità non
00:40:41si può più fare affidamento solo alle norme vigenti, alle regole che a volte magari sono
00:40:45sbagliate anche quelle o semplicemente superate dall'evolversi del sistema sociale ed economico
00:40:50stesso e quindi la sfida a mio parere va portata su un altro piano, va difeso tutto ciò che
00:40:57di buono abbiamo fatto, è inutile fare l'ennesima rivoluzione distruttrice dei modelli antecedenti,
00:41:03ma bisogna evolvere. L'evoluzione è sferica perché alla circolarità aggiungendo la centralità
00:41:09dell'individuo in termini di consapevolezza di questa centralità, responsabilità che
00:41:14deriva da questa consapevolezza, scelte volontarie di coscienza sull'agire, il cerchio si trasforma
00:41:21geometricamente in una sfera, una sfera che riafferma la dignità dell'essere umano, quindi
00:41:29pur in scia con tutto il paradigma virtuoso della circolarità, l'economia sferica ci
00:41:34invita a una riumanizzazione dell'economia, riportare l'umano, a una rivitalizzazione
00:41:42dell'economia, riportare la vita nell'economia, a una rispiritualizzazione dell'economia perché
00:41:50non si può più trascendere anche dal considerare lo spirito, lo spirito non è per forza una
00:41:56dimensione religiosa, sono delle discipline che sono appropriate del poter gestire la
00:42:02dimensione spirituale, la dimensione spirituale è semplicemente la dimensione che ci contiene
00:42:06tutti, più grande di noi, in qualche cosa che forse c'era prima, che forse ci sarà
00:42:10dopo, io ci credo, sfido chiunque di noi ad essere contrario perché mi avrebbe da chiedere
00:42:16quindi cosa c'era prima, niente, cosa ci sarà dopo, niente e quindi riumanizzare, rivitalizzare
00:42:24e riportare l'anima nell'economia. Credo che se ci suggestionassimo questa possibilità
00:42:33adottando modelli pratici di sfericità che prevedono la convergenza di innovazione, sostenibilità
00:42:42e umanesimo, quindi progresso, impatto e attenzione all'umano, facendo convergere queste dirittrici
00:42:49che già tutte stiamo perseguendo e armonizzandole fra di loro, senza inventarci cose che poi
00:42:56producono un impatto devastante e si dimenticano dell'umano per poi fare una riflessione dopo.
00:43:01Io arrivo dalla finanza, da pochissimo si parla di finanza etica, finanza sostenibile,
00:43:07come se l'accezione sostenibile ed etico in quanto aggettivi possano determinare la finanza,
00:43:15la finanza o è etica o è sostenibile o non è finanza. Io posso dare un aggettivo
00:43:20a un colore perché devo dire che questa giacca è marrone non blu, ma questa resta una giacca,
00:43:26quindi ci sono degli aggettivi usati in maniera molto impropria ultimamente, per cui servono
00:43:31storie di successo, estante che il nostro paese è un paese di piccole e medie imprese,
00:43:37quindi il successo deve essere lì e lì dobbiamo dimostrare di essere nuovamente la culla di
00:43:44una nuova nascita di un modello economico, perché questo di poter essere culla la storia
00:43:49ci insegna e non ce lo può togliere nessuno. Quindi mentre la gente si bisticcia se il
00:43:53modello più interessante è quello di poco a tante persone, purché è tutto uguale,
00:43:58o quello di tanto a pochi, qua si tratta di riportare al centro un'altra riflessione.
00:44:05La fondazione si è data l'incarico di poter parlare anche con le istituzioni, vi sono
00:44:11permesso di ringraziarla in sua assenza, di questa riflessione, il modello c'è, il paradigma
00:44:17economico c'è, il modello è possibile, un sistema di misurazione della sua efficacia
00:44:22lo si sta verificando a livello internazionale con comunità scientifiche, credo che il tempo
00:44:27sia maturo, maturo perché proprio la vita ci sta facendo domande importanti sul senso,
00:44:34e credo e concludo che le imprese, prima ancora delle istituzioni, prima ancora del singolo
00:44:41cittadino, essendo un agglomerato, un'aggregazione di esseri umani che non sono soggetti alle
00:44:47difficoltà, lo dico con rispetto della politica che deve rispondere a tante istanze, e non
00:44:53hanno la forza ridotta dell'individuo, siano la possibile soluzione non solo per il nostro
00:44:59Paese ma per l'intero pianeta. È una provocazione, suona molto coraggiosa, spero non anche presuntuosa
00:45:07e arrogante, ma cosa c'è di più bello di riportare nella quotidianità del nostro fare
00:45:13operoso, spirito, anima, vita e umanità, credo niente di più bello.
00:45:22Vengo, invece a questo punto riparto però da te perché vorrei una battuta da parte
00:45:28di tutti i relatori, sul tema che a me personalmente sta molto a cuore, dicevo all'inizio che la
00:45:34transizione che stiamo attraversando è anche una transizione legata alle tecnologie, noi
00:45:39stiamo vivendo la cosiddetta digitalizzazione, l'avvento dell'intelligenza artificiale, tutto
00:45:44questo a mio parere qualcosa sottrae all'aspetto umano, nel senso che comunque la coperta è
00:45:49sempre troppo corta, più cose fa l'intelligenza artificiale, meno ne faccio io che sono un
00:45:53essere umano. Come affrontate voi tutti i relatori a seconda delle rispettive competenze
00:46:00presidi, questa transizione e soprattutto, visto che tu dicevi prima provocazione, la
00:46:04mia provocazione è questa, andiamo come molti parlano a una società distopica un po' orwelliana
00:46:10in cui in futuro avremo tutti un reddito minimo garantito, ce ne staremo a casa a fare quello
00:46:16che ci viene detto che dobbiamo fare, magari in smart city o cose di questo genere, perché
00:46:21il resto lo fa l'intelligenza artificiale, quindi non lo fanno più gli esseri umani
00:46:25con i loro valori, con la loro etica e soprattutto tutto questo in un'economia come la nostra,
00:46:30che è un'economia di territorio, un'economia basata sul saper fare, mi richiamo appunto
00:46:34l'esempio della ricerca ISVIC, un'università cattolica che facevo prima, quanto questo
00:46:39veramente sia un danno per un'economia e una società come quella italiana, quindi
00:46:44riparto da te Oscar, come la vivi questa transizione, però me lo devi dire in due minuti, perché
00:46:48dobbiamo farlo dire a tutti.
00:46:50Secondo me non si tratta più di saper fare, si tratta di saper essere, se continuiamo
00:46:54a cercare di saper fare, sarà una sfida sempre tra chi sa fare di più e meglio, probabilmente
00:46:59anche in maniera più efficace ed efficiente, in azienda si direbbe abbattendo i costi,
00:47:05aumentando i margini di profitto, è come la scuola, la scuola ti deve soprattutto insegnare
00:47:10prima che affare ad essere, in impresa Olivetti avrebbe potuto dare lezioni, si trattava di
00:47:18educare anche l'operaio alla catena di montaggio, alla sensibilità della musica, dell'arte,
00:47:22della cultura, quello è cibo per l'anima, che renderà quell'essere umano più produttivo.
00:47:27È una sfida culturale, ma è un tema che afferisce le coscienze, dopodiché io non
00:47:34mi preoccupo della tecnologia, perché sono consapevole che la tecnologia è una macchina
00:47:38che dà risposte, mentre gli esseri umani si fanno delle domande, se noi abdichiamo al
00:47:43farci domande perché deleghiamo alla macchina la domanda, a quel punto avremo perso per
00:47:47sempre e non mi stupirei, siccome crede il movimento transumanista, le macchine potessero
00:47:52sviluppare una forma qualunque di stato di coscienza. Se continuiamo a mantenere le macchine
00:47:59nel loro ruolo strumentale, funzionale a un progresso, bene educate a limitarsi al loro
00:48:06perimetro, allora semplicemente staremo accelerando il nostro percorso evolutivo di umani, non
00:48:13di macchine, come rischiamo di diventare anche noi.
00:48:16Grazie Oscar, e faccio la domanda, la faccio all'economista a questo punto, cioè l'intelligenza
00:48:22artificiale come variabile competitiva che va a sostituire così l'essere umano giusto
00:48:26per fare più profitti, perché probabilmente costa meno degli esseri umani, quindi andiamo
00:48:31verso questa direzione?
00:48:32La mia risposta è no, non andiamo in questa direzione, andiamo in una direzione in realtà
00:48:37che andrà, dicono i numeri, aumentando quella che è l'importanza dell'essere umano. Vi
00:48:43do un paio di evidenze scientifiche. Se voi prendete i paesi più competitivi al mondo,
00:48:50il primo è la Svizzera in questo momento, Singapore e tanti altri, sono paesi che fanno
00:48:55largo uso di tecnologia e anche di intelligenza artificiale. Questi paesi, secondo la narrativa
00:49:02in questo momento vigente nel mondo, dovrebbero in teoria avere dei tassi di disoccupazione
00:49:09incredibili, visto che sono permeati dalla tecnologia. Ebbene, i dati dicono esattamente
00:49:14il contrario. La tecnologia non cancella posti di lavoro, semmai i dati dicono che ne crea
00:49:21di nuovi, ma costringe l'essere umano, e qui mi rivolgo anche a tutti gli imprenditori
00:49:27della piccola e media impresa e a coloro che lavorano in Italia e altrove, costringono
00:49:31l'essere umano a fare una cosa che non piace a nessuno, cioè uscire dalla zona di comfort,
00:49:36alzare il livello e ovviamente, come diceva prima Oscar, evolvere e soprattutto scappare
00:49:43da, mi viene da dire, fuggire finalmente da quell'economia subumana che si sta creando
00:49:48all'interno delle imprese oggi. Quindi, per rispondere alla provocazione, io dico che,
00:49:53se voi guardate i dati, i dati dicono esattamente il contrario e, aggiungo, i dati dicono un'altra
00:49:58verità molto scomoda, e cioè che queste economie che sono altamente tecnologiche
00:50:06e permeate anche dall'artificial intelligence, hanno dei livelli di istruzione estremamente
00:50:12elevati all'interno di quello che è la popolazione. Quindi, di che cosa stiamo parlando? Stiamo
00:50:17parlando da una parte di tecnologia che potrebbe distruggerci, cosa che chiaramente non è
00:50:24vera, dall'altra stiamo parlando di esseri umani che devono evolvere, alzare il livello,
00:50:29ma la domanda è vogliamo farlo oppure no? Chiudo con una provocazione, stasera abbiamo
00:50:35parlato di territori, di imprese a conduzione familiare, piccole e medie imprese e di imprese
00:50:41dove la famiglia, anche il caso di Iris straordinario, è fondamentale, è importante. La mia provocazione
00:50:48è questa, la famiglia oggi in Italia viene vista come un problema quasi, nelle imprese
00:50:54a conduzione familiare vengono viste quasi come un problema, io invece dico, nella magia
00:50:58delle famiglie imprenditoriali che vedo ogni giorno, che è nella famiglia che ci sarà
00:51:03davvero la nuova rievoluzione del paese, e che queste famiglie, non solo imprenditoriali,
00:51:10tutte, anche grazie a quello che sarà l'evoluzione del paese sotto fronte culturale, sociale,
00:51:19e anche degli studi che dovremo andare a fare per forza di cose, altrimenti davvero diventeremo
00:51:23una commodity, sarà il vero volano di sviluppo e di crescita. Noi qui dentro, in questo paese
00:51:29abbiamo nel taschino diversi giolli, la magia che ci ha raccontato Iris nella sua impresa
00:51:33è nata dall'amore della famiglia e noi dobbiamo puntare su questo, prima recuperiamo il senso
00:51:39della direzione rispetto a questo tema e smettiamo di pensare che sia la tecnologia il problema,
00:51:46torneremo a essere nuovamente la culla di un nuovo rinascimento, dove l'essere umano
00:51:51avrà certamente tantissimo ancora da dire.
00:51:54Grazie Fabio, chiedo a Dilis a questo punto, se vuoi aggiungere qualcosa rispetto a quello
00:52:01che hai già detto, in questo rapporto fra tecnologia, fra soprattutto digitalizzazione,
00:52:07intelligenza artificiale e managerialità, come cercate di portarlo avanti, anche questo
00:52:11in una battuta per favore.
00:52:12Parlare dopo il professor Pappa è complicato, concordo totalmente col professore, nel senso
00:52:22che l'intelligenza artificiale crea opportunità, crea posti di lavoro, pensiamo ad esempio
00:52:30alle varie rivoluzioni industriali, hanno creato sempre posti di lavoro, adesso si parla
00:52:36che questa è la quinta professore, non sembra la quinta, bene, la stessa identica cosa,
00:52:42i ruoli delle persone all'interno delle aziende cambieranno e noi dobbiamo essere bravi a
00:52:51imparare a utilizzare questo strumento al meglio, le persone avranno sicuramente molto
00:52:58più tempo, perché diciamocelo tutto, con la digitalizzazione tantissimi lavori manuali
00:53:06finora verranno fatti dalle macchine, bene, ottimo, il tempo della persona che oggi impiega
00:53:12per fare magari X manualità, X dati, tirare fuori X dati, verrà risolto, benissimo, hai
00:53:19detto prima, la forza dell'italiano è la creatività, nello studio della cattolica,
00:53:26bene, ottimo, la piccola media impresa deve sfruttare questa grande forza, la nostra creatività
00:53:33italiana avremo molto più tempo da dedicare alle nostre imprese, qualunque ovviamente
00:53:39persona all'interno della nostra azienda, per sviluppare questo, la nostra creatività,
00:53:45il nostro talento e battere quindi il mercato e battere quei paesi che invece vivranno grazie
00:53:51alla tecnologia e proprio cambiare il modello, come diceva lei, mettere di nuovo al centro
00:54:00la persona, riportare l'anima, l'economia, bene, noi italiani possiamo farcela e come,
00:54:04perché, ripeto, il nostro talento dobbiamo tirarlo fuori e la digitalizzazione, l'intelligenza
00:54:10artificiale ci aiuterà in questo progresso.
00:54:12Grazie Iris, allora la stessa domanda la faccio a Dottor Gattiglia, ma nel senso che vedo
00:54:19che già le casse automatiche stanno più o meno sostituendo le casse con le cassiere,
00:54:25questo processo continuerà, non sto parlando del tuo gruppo in particolare, sto parlando
00:54:31da consumatore che va nei supermercati, ma dovremmo pensare anche che fra 3, 4, 5 anni
00:54:35ci saranno i robot al banco di gastronomia a consigliarci il prosciutto più buono da
00:54:39comprare e ce lo fetteranno?
00:54:41Bella domanda, ma io non credo questo, nel senso che la nostra è un'attività di servizio,
00:54:50è un'attività di relazioni, il rapporto umano è sempre importante anche nel supermercato
00:54:56e se la funzione della cassa è parzialmente sostituita anche da degli automatismi, la
00:55:03relazione con il personale, con il venditore, con chi ti può suggerire, non credo che sia
00:55:10facilmente sostituibile con un video a cui tu poni la domanda che pezzo di carne voglio
00:55:17comprare per cucinare questo, secondo me questa prospettiva futura non la vedo così
00:55:24diciamo estrema, certamente noi gestiamo terabyte di dati, questi terabyte di dati contengono
00:55:33informazioni per fare il nostro lavoro meglio e abbiamo bisogno di tecnologia per analizzarli
00:55:38e più la tecnologia è evoluta più ci può aiutare, però poi le decisioni le prendono
00:55:45persone, le prendono dei team, generalmente quasi sempre multipersonali e quindi io sono
00:55:54abbastanza fiducioso che almeno il nostro settore rimarrà una componente umana forte.
00:56:01Questo lo trovo consolante, io che appunto come dicevo mi occupo tanto tempo di consulenza
00:56:06nel retail, mi ricordo che ci fu un periodo 35-40 anni fa che improvvisamente scomparvero
00:56:10tutti i banchi di gastronomia nei supermercati e c'era solamente il libero servizio, per
00:56:15un po' la cosa riuscì a reggere ma dopo di che la gente tornava nel negozio di prossimità
00:56:20a farsi consigliare il formaggio appena arrivato, il prosciutto più buono o il detersivo che
00:56:24lavava meglio e quindi i supermercati videro fermarsi, arrestarsi quella crescita del libero
00:56:29servizio su grandi metrature e tornarono a mettere i banchi con appunto il banco del
00:56:36pesce, il banco dei salumi, il banco del pane e così via, cioè crearono un ibrido
00:56:40tra una situazione di relazioni e di rapporti umani e il libero servizio.
00:56:44Secondo me sono sempre corsi ricorsi storici, cioè si spinge tutto da una parte e poi si
00:56:49torna dall'altra, ma questa è la mia visione un po' più da sociologo comunicatore.
00:56:54Chiedo a Marco a questo punto, anche tu se vuoi dare una risposta da questo punto di
00:56:59vista.
00:57:01Tra l'altro è il compleanno di Marco Oliveri, quindi oggi ci tengo a dirlo, auguri.
00:57:05Grazie molto, allora io concordo con tutti i presenti su quello che avete raccontato,
00:57:13credo che l'intelligenza artificiale o la digitalizzazione debba essere pensata come
00:57:20un'opportunità e bisogna ovviamente ripensare, la sfida è ripensare ai modelli organizzativi,
00:57:27per cui mettendo al centro le persone e soprattutto usando la tecnologia per potenziare le persone
00:57:34e le attività e non sostituire le persone stesse, per cui secondo me la digitalizzazione
00:57:40è un punto di non ritorno, è inarrestabile sicuramente, ma ovviamente non è assolutamente
00:57:48neutra da questo punto di vista, dipende ovviamente come va guidata, per cui credo che se c'è
00:57:55visione c'è sicuramente più tempo libero, c'è una migliore efficienza e c'è molto
00:58:03più benessere.
00:58:04Per cui è sicuramente un'opportunità, io non credo personalmente che l'intelligenza
00:58:10artificiale in generale diminuirà i posti di lavoro, sostituirà le persone, ma credo
00:58:16che ci saranno nuovi ruoli, nuove attività, per cui ci saranno sempre nuove opportunità,
00:58:24già oggi vediamo dei ruoli che fino a qualche anno fa non esistevano e a volte non ci sono
00:58:28nemmeno le persone per ricoprire esattamente quel ruolo, per cui le persone si devono formare
00:58:36e si devono ovviamente sviluppare.
00:58:38Da qui si apre ovviamente un tema a me molto caro, che riguarda ovviamente lo sviluppo
00:58:44delle persone, che è un tema focale, perché insomma si parla di transizione, si parla
00:58:48di succession planning, però di base si parte ovviamente dallo sviluppo delle persone.
00:58:54L'esempio che citava Iris secondo me è molto bello, quindi congratulazioni, complimenti
00:59:01per essere arrivati appunto alla quinta generazione, siete stati dal mio punto di vista anche fortunati
00:59:07nel reggere questa transizione in maniera così veloce e repentina, senza magari avere
00:59:12gli strumenti adeguati di preparazione, perché gran parte di questo processo avviene molto
00:59:18tempo prima, diciamo che ci sono tre modelli chiave, cioè bisogna guardare nell'immediato
00:59:25presente, bisogna guardare nel medio periodo, quindi da 0 a 3 anni e poi in un tempo molto
00:59:32più ovviamente lontano, quindi lo si fa sia con le persone interne che con le persone
00:59:36ovviamente esterne, per cui bisogna essere sempre pronti.
00:59:39Io credo che non ci sia più tempo da questo punto di vista, bisogna sicuramente agire,
00:59:44e uno dei motivi per cui ho scelto di fare questo mestiere è proprio per essere a fianco,
00:59:48perché insomma lo faccio con passione, per cui sono felice di continuarlo a fare.
00:59:53Grazie Marco, una battuta finale proprio veloce veloce, Emiliano, poi mi piacerebbe che magari
00:59:58se qualcuno di voi avesse una domanda da fare ai relatori, ci mandano via, niente, come
01:00:04non detto, non l'avevo visto.
01:00:06Allora una battuta finale, posso farla, sì ok, vai Emiliano.
01:00:10Era velocissimo, volevo darvi, perché proprio in questi giorni abbiamo raccolto un sacco
01:00:15di dati sui giovani e cosa ne pensano, quindi quattro giorni fa abbiamo lanciato uno risposto
01:00:20in 800 in quattro giorni sulla piattaforma e sono molto interessanti, allora non sono
01:00:26assolutamente preoccupati, sono consapevoli di quello che sta succedendo, sanno già quali
01:00:31sono le competenze che sono più a rischio, quindi ci dicono tutta la parte legata alle
01:00:39competenze manuali ripetitive, le competenze creative, quindi loro sanno già quelle che
01:00:44sono le facoltà anche a rischio, quindi se dovessi scommettere queste facoltà l'anno
01:00:50prossimo avranno un crollo degli iscritti, quindi questa cosa già impatterà in modo
01:00:54importante anche sulle università e molte università che sono già nostre partner ce
01:00:58lo stanno dicendo.
01:00:59Gli abbiamo chiesto quali sono invece le capacità umane che bisogna sviluppare, ci hanno risposto
01:01:07empatia, ci hanno risposto pensiero critico, ci hanno risposto intelligenza emotiva, quindi
01:01:13sanno anche esattamente quali sono i punti dove devono andare a lavorare, hanno chiesto
01:01:18aiuto all'università, quindi dicono che l'università ci deve aiutare a capire come
01:01:22vivere questa transizione, qui oggi si parla di transizione ma qui c'è una transizione
01:01:26digitale che è importante, quindi hanno bisogno di trovare all'università un punto di riferimento
01:01:31che gli faccia capire come cambiano i loro percorsi di studi, come cambiano le loro possibilità
01:01:35di lavoro nel futuro, che è molto importante.
01:01:38C'è anche il reddito minimo, gli abbiamo fatto una domanda, gli ho detto cosa pensi
01:01:41del reddito minimo che aveva lanciato Elon Musk, solo il 20% dice che vuole il reddito
01:01:46minimo e probabilmente fa parte di un pensiero diverso, gli altri dicono sì se è transizione,
01:01:53fino a quando non capiamo come gestire questa cosa, se il passaggio ritiene necessario dover
01:01:58dare una cosa del genere è giusto che ci sia un sussidio.
01:02:00Oggi noi stiamo lavorando con molte multinazionali che hanno scelto gli studenti come punto da
01:02:06cui lanciare le IAI, quindi entro qualche mese vedrete libri di testo che diventano
01:02:12podcast in un minuto, persone che interagiscono con questi podcast, gli parlano, quindi tu
01:02:18parlerai con il Trimarchi, con una persona, tutti probabilmente conosciamo cos'è il
01:02:22Trimarchi, il Trimarchi in un minuto viene digitalizzato, viene trasformato in un podcast
01:02:26fra due persone e tu potrai parlare con chi fondamentalmente ti sta raccontando il Trimarchi
01:02:33e lo potrai fare correndo, correndo sulla spiaggia, facendo sport, quindi quello che
01:02:38ha detto Iris è la cosa più importante che poi è stato ripetuto anche da Marco, il tempo,
01:02:43noi da quando siamo nati, io per primo mi lamento, non ho tempo, non ho tempo per la
01:02:48famiglia, per il fratello, per il papà, per la mamma, per tutti, bisogna vedere quanto,
01:02:53e qui parliamo di umano al centro, quanto abbiamo coraggio noi di uscire dall'area
01:02:57di comfort che dicevamo prima, adesso sto parlando personalmente, se abbiamo coraggio
01:03:02di essere umani, di essere umani, ma non di essere umani e tornare a fare quello che,
01:03:08cioè noi non possiamo pensare che questa ennesima transizione porti l'ennesimo aumento
01:03:14di produttività, darà del tempo libero, questo tempo libero dovremo capire come impegnarlo
01:03:19e se vogliamo tornare ad essere realmente umani.
01:03:22Allora io non mi rimane che ringraziarvi tutti per essere venuti, ringraziare i relatori,
01:03:28ringraziare ovviamente l'onorevole Centemero che ci ha ospitato, io spero di poterne fare
01:03:32ogni tanto di questi incontri perché mi sembra comunque che nella brevità di tempo abbiamo
01:03:37tirato fuori degli argomenti che andrebbero anche sviluppati, quindi vi invito già per
01:03:42la prossima volta che grazie all'onorevole Centemero magari approfondiremo questi argomenti,
01:03:47grazie ancora a tutti, grazie, arrivederci.

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