Si allarga il cerchio delle responsabilità nell’omicidio di Ilaria Sula, la giovane uccisa a Roma lo scorso 25 marzo. Mark Antony Samson, 23 anni, studente di architettura e reo confesso, potrebbe non aver agito da solo. Secondo quanto scrive il gip Annalisa Minnuni nell’ordinanza di convalida del fermo, oltre alla madre, ci sarebbero anche due amici coinvolti almeno nella fase del depistaggio. Gli inquirenti stanno vagliando una serie di messaggi inviati dal cellulare della vittima, utilizzato dallo stesso Samson, e in particolare un post su Instagram pubblicato il 31 marzo con scritto “Sto bene. Grazie a tutti”, la cui paternità è ancora avvolta nel mistero.
Le celle telefoniche rivelano movimenti incompatibili con la versione fornita dal ragazzo, che ha raccontato di aver nascosto il corpo in una valigia per poi gettarlo in un dirupo a 40 chilometri da Roma. Fondamentali anche le indicazioni fornite dalle amiche di Ilaria, che avevano geolocalizzato il suo telefono a casa di Mark. Lui aveva negato sostenendo di essere con un’altra ragazza, circostanza poi confermata. Intanto la madre ha confessato di aver aiutato il figlio a ripulire casa dopo il delitto: “Volevo proteggerlo”, ha detto agli inquirenti. Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, proseguono su più fronti.