Un’indagine avviata dal sovrintendente Luciano Diamario ha smascherato un gruppo di tunisini che sfruttava i bonus statali attraverso autocertificazioni false. Gli indagati, formalmente residenti in Italia, rientravano sporadicamente nel Paese solo per incassare i benefici economici, tra cui voucher per le famiglie, bonus scuola e maternità. Le indagini, coordinate dalla Procura di Civitavecchia, hanno portato alla revoca dei permessi di soggiorno e all’annullamento delle iscrizioni scolastiche dei minori coinvolti. Tra i nove indagati, alcuni avevano impieghi regolari, mentre altri risultavano assunti in aziende solo formalmente. Le autorità stanno ora cercando di identificare eventuali complici italiani che potrebbero aver favorito il sistema fraudolento. I fondi sottratti, per un totale di 300 mila euro, saranno recuperati attraverso trattenute sugli stipendi. Lo scandalo solleva preoccupazioni anche a livello internazionale, richiamando episodi simili avvenuti in altri Paesi europei.