Enna, truffa e falso su contributi UE: 13 arresti e sequestri per oltre 3 milioni (21.09.22)
  • 2 anni fa
https://www.pupia.tv - https://www.pupia.tv - (21.09.22) E' di tredici arresti e il sequestro di beni per un valore di oltre 3 milioni di euro il bilancio di una operazione condotta dalla Guardia di finanza di Enna nell'ambito di una inchiesta per interposizione fittizia, truffa, falso, reimpiego di capitali illeciti e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

All’alba d oggi oltre cento militari della Guardia di Finanza hanno dato esecuzione alle ordinanze di custodia cautelari, emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Caltanissetta, Graziella Luparello, nell’ambito dell’operazione “Carta bianca” nel territorio di Centuripe, Regalbuto, Troina, Adrano, Catania e Randazzo. Sequestrate somme di denaro, società e aziende per oltre 3 milioni di euro. I reati contestati sono vari: interposizione fittizia, truffa, falso, reimpiego di capitali illeciti.

Tra i soggetti destinatari della custodia cautelare anche un avvocato del Foro di Catania e l’ex direttore dell’Azienda Speciale Silvo Pastorale del Comune di Troina. Altri sei sono stati invece sottoposti alla misura degli arresti domiciliari.

«Le indagini della Guardia di Finanza di Nicosia e della Dda di Caltanissetta, con a capo il procuratore Salvatore De Luca e coordinate dai sostituti Pasquale Pacifico e Dario Bonanno, hanno consentito di acclarare come il metodo fosse sempre quello da tempo denunciato da Antoci, cioè le sistematiche infiltrazioni nel settore dei contributi europei per l’agricoltura», si legge in una nota.

«Questa volta a cadere sotto la scure del ''Protocollo Antoci” e della Giustizia è una famiglia criminale che utilizzava prestanomi visto che i suoi componenti erano impossibilitati a conseguire i contributi comunitari in quanto destinataria di interdittiva antimafia ai sensi del Protocollo Antoci oggi legge dello Stato. Inoltre, per poi rientrare dalle somme erogate ai prestanomi, effettuavano emissione di fatture false per operazioni inesistenti».

Gli indagati avevano messo le mani anche sui pascoli demaniali sempre utilizzando tutta una serie di imprese a loro collegate tentando di aggirare fraudolentemente le regole previste dal cosiddetto “Protocollo Antoci” e del conseguente “nuovo codice antimafia” che lo ha in toto recepito nel 2017. Circa 1200 ettari di pascoli demaniali, hanno permesso agli indagati di percepire illecitamente elevati contributi comunitari.

Dall’attività di indagine, inoltre, «è emerso che gli indagati risultano anche legati da rapporti di parentela o affinità con soggetti già condannati in via definitiva per associazione di stampo mafioso in quanto esponenti di rilievo di famiglie di cosa nostra operanti nel territorio». (21.09.22)
Consigliato