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Francesco Procopio, attore, ospite da "I Perrollas" su Radio Roma
RadioRoma
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05/11/2024
Dalla strana coppia di Radio Roma è intervenuto Francesco Procopio, attore, per invitare gli ascoltatori allo spettacolo teatrale, di cui lui fa parte,"Non ci resta che ridere"
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Trascrizione
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Non siamo tutti strani, non è vero, non siamo tutti strani, siamo tutti innamorati, pazzi
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della cultura, dell'intrattenimento, dello spettacolo, del teatro, perché ci piace farlo
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anche a noi e stamattina abbiamo il piacere di condividere, di avere un amico. Ciao Francesco
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Procopio, buongiorno e grazie. Finalmente ci sono, Federico, ma come stai? E' Valentina,
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ma come stai? Che ha già dicere. Posso dire una cosa, la posso dire come se stessimo a
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telefono fatti i nostri senza che nessuno si ascolti. Federico mi trovo un po' ingrassato.
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E la maglia! E la maglia! Guarda, ti faccio vedere. Valentina, ma come fai? Ma come fa
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a fare? Che cosa arriva? Come si fa? Chi l'è? E' troppo in carne questo. Tu potresti permetterti
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che non so, una donna. Non sto parlando di me perché faccio più schifo di Federico.
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Allora, quella che vedi è una maglia che ha scelto Valentina secondo me per togliermi
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dal mercato. No, per toglierti dall'imbarazzo. Questa è la verità. Mettete questa maglia e
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chiudiamola qua. Allora, possiamo parlare di tutto, di noi giocare e scherzare come ci piace
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fare, ma soprattutto siamo qui per un motivo importante, promuovere una cosa che ieri sera
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in anteprima noi siamo andati a vedere al Sala Umberto. Teatro Sala Umberto, via della Mercede
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a Roma nel pieno centro. Vi consiglio vivamente di tornare a popolare il centro di Roma perché,
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si dice così, può popolarizzare. Non è che ci devono andare a vivere,
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devono andare a passare una serata al centro di Roma, a teatro. Non solo il più brutto d'idee,
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pure il più ignorante. Vabbè, ma noi ce lo portiamo dietro. Andiamo a vedere Francesco
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Procopio in teatro con la regia di Antonio Grosso, scritto anche sempre da Antonio Grosso
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e non ci resta che ridere, vero? Sì, ma principalmente Francesco Procopio,
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che c'entra un posto Antonio Grosso. L'ha anche scritta Antonio Grosso questo testo,
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è un testo principalmente, ed è una farsa moderna a mio parere, un spettacolo scritto
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principalmente per ridere, perciò si chiama Non ci resta che ridere, un spettacolo solare,
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uno spettacolo dove si ride tantissimo, a mio parere, poi dovete dire anche la vostra,
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chiaramente ieri era una prima. Abbiamo riso, abbiamo riso.
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Noi abbiamo riso tanto. Nonostante fosse una prima,
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perché tu lo sai come noi che le prime, in genere, essendo anche piene di addetti ai lavori,
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da colleghi c'è sempre quella risatina un po' stitica.
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Sì, assolutamente. C'è Enzo Casertano, che è un napoletano secondo me molto conosciuto.
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Strepitoso. Poi c'è Maria Bolegnano, che è un'altra
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attrice divertente, comica, un po' come me, che siamo un po' cresciuti un po' più su Napoli,
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e chi meglio di Federico Perrotta e Valentina Olla lo sa, siamo cresciuti più su Napoli che su Roma,
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e ci siamo messi insieme e abbiamo deciso di fare questa cosa molto divertente,
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con lo scopo principalmente di divertirci e divertire.
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Beh, insomma, c'è questa riunione, Renella, questa riunione...
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Renon, va bene, un spettacolo, eh?
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Questo spettacolo che deve essere rimesso in scena da un gruppo storico che poi eravate
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quattro all'inizio, quindi potrebbe essere una premiata ditta, una cosa del genere.
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Sì, una premiata ditta, poi un po' come i ricchi e i poveri. Io so che i ricchi e i poveri
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litigarono, perché uno si era fidanzato con la moglie dell'altro, eccetera, un po' questo
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succede in questo quartetto, e quindi il gruppo nel momento del migliore successo si scioglie.
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Uno dei quattro, uno dei quattro, c'è un grandissimo successo e poi c'è un guastafeste,
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ma non diciamo altro perché poi lo dovete vedere a teatro. Quello che vi possiamo garantire è un
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divertimento assoluto in scena, e poi succedono quelle cose che a noi piacciono tantissimo,
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vero Francesco? Quelle cose assurde, tipo ieri sera che sbalanzando tutto a un certo punto sei
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arrivato in prima fila, no? Sì, dovevo fare una scena in cui mi arrabbiavo, buttavo delle cose,
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mi sono talmente arrabbiato che ho buttato le cose in prima fila. E Enzo Cadenza le avete
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buttate appena giù, come se fosse caduto dal balcone. Meravigliosi. Allora Francesco,
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mi avete creato il link per, non posso non citare, un aneddoto che ci vede coinvolti tutti
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ricordi gli scherzi che ti facevamo io e Federico nella commedia di Biagio Izzo quando dovevi chiudere
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lo spettacolo in maniera drammatica? Io vi voglio un bene esagerato, ve lo dico così pubblicamente
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perché veramente sono stati periodi fantastici, mi sono divertito, Federico è un pazzo, è semplicemente
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un pazzo. Federico ha fatto delle cose assurde, non erano scherzi che possiamo raccontare,
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perché erano sopra le righe, perché Federico dietro le quinte va sopra le righe e tante volte si rischiava di
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vedere scena, ma non li posso raccontare. Però possiamo raccontare il mio, tu ti ricordi quando
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ti affacciasti dietro le quinte, tu dovevi appunto far finta di uscire e poi rientrare,
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ti sei affacciato quindi il pubblico non vedeva ma tu vedevi benissimo me, io mi sono presentata
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con dei peli pubblici lunghissimi. Ma quello è il minimo, perché una volta entravo e trovavo Federico
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seduto sulla tazza che stava dicendo è occupato, come se io fossi entrato in un gabinetto,
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e quindi io rientravo in scena avendo visto a uno seduto su una tazza e facevo chiudi, occupato!
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Pure sconciato, pure sconciato. Sì, l'altra volta trovavo Valentina con questi peli che poi era una
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parrucca. Una parrucca, una cosa orribile. Ma poi abbiamo cominciato a coinvolgere anche gli altri attori. Teresa del Vecchio,
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tanto precisa, grande, prestigiosa. È stata una cosa meravigliosa. Noi con l'occasione salutiamo
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Biaggio, la compagnia dell'epoca. Ieri è stato il compleanno di Valentina Varone che faceva parte
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del corpo di ballo, gli abbiamo fatto gli auguri, quindi sono stati degli anni straordinari che
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poi ci hanno portato, Francesco, qua con te, ma qua a fianco perché tutto è nato lì. Lo so
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benissimo. Arriva questa donna bellissima in compagnia, la prima volta vado a prenderla io,
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era per le prove, Valentina sicuramente se lo ricorda, e Valentina teneva una faccia tanta. Mi
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guarda e fa, io comunque non so così, guarda io sono una figa pazzesca, tu adesso mi dici così
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perché io sto male. Scusa ma da che estremo? Perché tu mi guardi come se io fossi una brutta,
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ma io non sono brutta. L'incontro tra me e Valentina Varone. Mamma mia che meraviglia,
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Francesco che cosa mi hai ricordato? Un momento di estrema leggerezza. Una dermatite da contatto.
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Molto più carina quella dermatite. Senti, ascolta, voi siete in scena fino a domenica giusto al
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Salomberto? Sì, solo tre giorni, eravamo partiti da due settimane, poi alla fine siamo stati una
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settimana, da martedì a domenica, poi mercoledì, giovedì, alla fine faremo venerdì, sabato e
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domenica, ieri la prima, sabato e domenica solamente, ovviamente per i motivi che tutti
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conosciamo perfettamente. In questo periodo si naviga a vista, a seconda di quello che succede,
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ci andiamo e non ci andiamo. Non si naviga a vista rispetto alla certezza, cioè andate a
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teatro e vi divertite tantissimo, c'è una storia bella, entrate dentro casa di qualcun altro,
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questa è la forza del teatro, che non ci sarà piattaforma che vi potrà mai dare questa cosa.
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Il fatto di entrare e il fatto che ogni replica, e ve lo possiamo garantire, ve l'abbiamo detto
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anche giocando, è diversa dall'altra, non c'è mai una cosa identica, c'è gente che ha visto
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uno spettacolo anche 15-20 volte dicendo non è mai uguale. A quelli poi vanno in istituto a
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curarsi seriamente. Perciò per me il teatro non potrà mai farsi in televisione o sulle piattaforme
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a volte ci tentano, io non ci credo. Il teatro è vivo e basta.
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Esatto, assolutamente. Francesco, però ti becchiamo così, senza avertelo preannunciato,
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vogliamo sapere cosa ne pensi di due prodotti che parlano di Napoli e del teatro napoletano.
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Allora, voglio sapere se hai visto I De Filippo e Rubini e se hai visto Qui rido io.
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Qui rido io non l'ho visto. Ok, abbassa un pochino la testa perché stai uscendo
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dall'inquadratura. Qui rido io non l'ho visto. A verità Qui rido io mi hanno raccontato che
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parla principalmente della causa di Scarpetta. Sì, di Plagio.
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Eh, non lo so, preferisco aspettare poi di vederlo così in televisione. Secondo me di
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Scarpetta si può dire tanto di più, ma non questa causa di Plagio. È realtà,
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perché comunque a volte si vuole intellettualizzare, a mio parere,
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troppo qualcosa che poi non è. Questo è il caso. I Fratelli de Filippo invece mi è piaciuto
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tantissimo, ma proprio tanto. Secondo me è strepitosa Susi del Giudice, la mamma di
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Edoardo De Filippo. E poi mi è piaciuto tantissimo anche Biagio, ma noi lo sappiamo
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che Biagio è un grandissimo attore, anche drammatico. Gli hanno fatto dei complimenti
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veramente esaltanti, quindi siamo tutti contenti di questo passaggio perché è un amico, un capocomico,
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una persona alla quale teniamo particolarità. Giornando al teatro, che ti vede coinvolto in
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prima persona proprio questi giorni, ti ho visto piacevolmente, amabilmente scherzare con il pubblico
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a fine replica, riuscendo anche a fare qualche battuta per sdrammatizzare il momento. Secondo
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te che momento è per il pubblico che è coraggioso e arriva a teatro?
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Ma veramente coraggioso. Io devo dire che vado poco al cinema perché tutti abbiamo paura e tante
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volte sono portato a rimanere a casa a guardare, a vedermelo in televisione, il film. Quindi chi
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invece ha la forza di venire comunque a teatro va premiato in qualche modo perché ci vuole un
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grande coraggio di questi tempi. Non è facile, mi rendo conto che per noi del teatro principalmente
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è veramente difficile questo momento. Continuiamo ad andare avanti e speriamo che va presa sicuramente
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con leggerezza. Dobbiamo cominciare ad alleggerirci rispetto a questa cosa, anche perché forse i mass
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media stanno cominciando a terrorizzarci anche oltre il dovuto con tutti questi numeri dei
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contagi eccetera. Per carità i morti ci sono, però forse se tu... Io sono vaccino, quindi secondo
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me bisogna farlo proprio per andare avanti poi tranquillizzarci e stare più sereni su questa
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possibilità che possa diventare piano piano un virus e un'influenza. Non credo che finirà mai,
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però magari potrà diventare quasi come un'influenza. Allora quello che ho apprezzato
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e appunto vi invito tutti ad andare a vedere Francesco e comunque a frequentare la Sala
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Umberto è la leggerezza alla fine con cui abbiamo tirato un sospiro di sollievo ieri
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sera anche potendo scherzare e ironizzare in maniera gentile come hai fatto tu su quello
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che stiamo vivendo in questo momento e questo lo possono fare solo gli artisti. Grazie Francesco
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per essere stato con noi. Ti voglio benissimo, non bene. Ci vediamo, ci acchiappiamo presto.
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Ci vediamo presto, un bacio da tutti noi qui di Radio Roma. Un bacio Francesco, ciao.
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Grazie a tutti, dagli!
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