- 10/10/2024
Integrazione a un corso di letteratura italiana per le scuole serali: le figure retoriche.
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ApprendimentoTrascrizione
00:00Allora ragazzi e ragazze, abbiamo iniziato ad avventurarci nell'analisi di testi in prosa e in poesia.
00:11Adesso nella vostra cassetta degli attrezzi avete bisogno di una conoscenza fondamentale,
00:18che è quella di saper riconoscere le figure retoriche.
00:22Che cosa sono le figure retoriche?
00:25Allora, sin da quando è nata l'arte della parola, quindi sin da quando l'uomo ha avuto la necessità di comunicare con gruppi di suoi simili, quindi da sempre,
00:37sono esistiti degli artifici retorici.
00:40Gli artifici retorici sono delle tecniche comunicative,
00:45sono delle strategie per fare in modo che chi ci ascolta riceva il messaggio in un determinato modo, con una determinata forza, con una determinata intensità, va bene?
00:57Le figure retoriche di per sé non sono altro che questo.
01:02Nel senso che queste tecniche comunicative, che sono le figure retoriche, noi non le troviamo solo in poesia.
01:09Le troviamo anche in prosa, le possiamo trovare nei discorsi di una persona, adesso vedremo degli esempi, e le possiamo trovare anche in dei trattati, anche in dei saggi.
01:22Cioè, anche un giornalista scrivendo un articolo, quindi non è un testo di letteratura, può essere una cronaca, può usare le figure retoriche.
01:30Anche noi, parlando al bar, parlando al fruttivendolo, potremmo utilizzare delle figure retoriche senza rendercene conto, va bene?
01:37Sono proprio delle strategie comunicative che naturalmente l'uomo ha sviluppato.
01:41A noi basta riconoscerle, va bene? Vedrete che sarà più facile imparare a riconoscerle che non spiegarle in teoria facendo un lungo discorso.
01:51C'è stato un filosofo, Hume, che diceva che naturalmente quando si esprime l'uomo ha bisogno di compiere per esempio delle semplificazioni, va bene?
02:01Perché sennò diventa impossibile comunicare.
02:04Le figure retoriche sono nate anche per delle necessità, va bene?
02:08Adesso vediamo quali sono le più importanti.
02:11Allora, innanzitutto le dividiamo in tre gruppi principali, va bene? È una schematizzazione.
02:18Abbiamo prima di tutto le figure retoriche di significato, che sono quelle che consentono di suscitare delle emozioni, di creare delle immagini,
02:29attribuendo alle parole dei significati non comuni, particolari, va bene? Possiamo chiamarle di significato oppure di senso.
02:41Il secondo gruppo sono le figure retoriche di suono, molto particolari.
02:46Sono quelle che consentono di creare degli effetti o delle suggestioni sonore attraverso l'uso delle consonanti o delle vocali, va bene?
02:56Sono molto particolari. Maestri delle figure retoriche di suono in Italia sono stati i futuristi.
03:03Adesso ci arriviamo.
03:07Infine abbiamo le figure retoriche dell'ordine o di posizione, le possiamo chiamare,
03:13che sono quelle che consentono di dare risalto ed espressività alle parole,
03:18ripetendole o disponendole in un certo modo all'interno della frase, dei versi, dipende dal contesto che abbiamo davanti, va bene?
03:30Partiamo dalle figure retoriche di significato.
03:34Forse, tra le figure retoriche, quella con cui avete più familiarità, quella il cui nome vi risulta più familiare, è la metafora.
03:44Che cos'è la metafora? Allora, è più facile capirlo che non spiegarlo, però proviamoci.
03:50La metafora è il trasferimento di un significato da un termine a un altro appartenente a un diverso campo semantico, sulla base del rapporto di somiglianza.
04:01Quindi si sostituisce una parola con un'altra che in qualche modo ne richiama il significato.
04:07Facciamo un esempio molto banale. È un leone. Cosa significa? Significa che è una persona coraggiosa e intrepida.
04:16Noi diciamo che è un leone. Non è che materialmente il signor Luigi è un leone, però è coraggioso come un leone. È una metafora, va bene?
04:27Un'altra metafora può essere la neve presentata come un mantello bianco.
04:34Allora, la neve non è che sia il mantello del vecchio inverno. È vero per le favole. Nella realtà non lo è.
04:42Che cos'è la neve come mantello bianco? È una figura retorica, è una metafora, va bene? Il mantello bianco come metafora per la neve.
04:51Passiamo a un'altra tipologia di figura retorica che è la similitudine, altra figura retorica di significato.
05:00La similitudine è il confronto di un elemento con un altro in base a una somiglianza o a caratteri comuni.
05:06Però attenzione, i due termini del confronto sono legati linguisticamente.
05:10In che modo sono legati? Con forme come? Allo stesso modo? Come? Così? Come? Simile?
05:19Per esempio, cosa la distingue dalla metafora? Facciamo un esempio. Puro come l'acqua.
05:28È diverso dalla metafora perché, appunto, c'è il come. Cattivo come una bestia.
05:38Similitudine, tanto quanto, va bene? Vi sarete resi conto che le similitudini le usiamo ogni giorno nel nostro linguaggio quotidiano,
05:47per cui non sono realtà astruse, lontane da noi. Semplicemente dobbiamo imparare a riconoscerle.
05:55Altra figura retorica di significato? L'analogia. Anche qui attenzione perché ci sono delle sottigliezze.
06:02L'analogia è simile alla metafora, ma il rapporto tra le immagini accostate non è immediato. Questo è l'aspetto fondamentale.
06:11È un accostamento di elementi o di immagini che non hanno alcuna evidente relazione logica tra loro e non sono legati da nessi linguistico-grammaticali.
06:21Facciamo un esempio, il più famoso. Occhi di ghiaccio. Cosa significa? Significa che o è una persona con gli occhi azzurri o grigi,
06:30o significa che è una persona che ha uno sguardo, diciamo, profondamente serio. Uno sguardo che sembra impassibile.
06:43Occhi di ghiaccio. È forse l'esempio più noto di analogia, quello che ci può venire in mente più facilmente.
06:52Oppure, non so se l'avete mai sentita, mani di stracchino, mani di polenta. Ci sono diverse forme anche a seconda delle regioni.
07:06Gli casca tutto praticamente, non è capace di fare niente, di tenere sugli oggetti. Diciamo che anche questa è un'analogia, molto banalmente.
07:15Altra tipologia di figura retorica di significato è la sinestesia. La sinestesia è un accostamento di termini che rimandano a sfere sensoriali diverse.
07:28Visive, uditive, tattili. Va bene? Teniamo in considerazione sensi diversi accostati tra loro.
07:38Questo crea una simultaneità di percezione e un ampliamento del significato.
07:43Per esempio, possiamo citare l'esempio di Guido Gozzano. Odore di passato. Lui utilizza questa espressione, odore di passato.
07:53La questione è che il passato non ha odore, va bene? È una questione legata al tempo.
08:00Oppure potremmo dire, adesso dico una stupidaggine assoluta, un ruvido silenzio. Me la sono inventata io.
08:12Silenzio può essere ruvido, no? Perché il silenzio è legato alla sfera dell'udito, ruvido è legato alla sfera del tatto.
08:19Però se magari è, me la sono inventata in questo momento, un silenzio in cui noi siamo da soli,
08:26con persone che ci guardano male, stanno tutti zitti, quasi con un fare accusatorio,
08:32magari è un silenzio ruvido, un silenzio che ci fa sentire a disagio. Per carità, me la sono inventata io.
08:37Andiamo avanti. Un'altra figura retorica di questo gruppo è lo simoro.
08:44Lo simoro si ha quando si accostano parole che esprimono dei concetti contrari, parole con significati opposti tra di loro.
08:51Esempio di ossimoro, dolce tormento. Tormento non può essere dolce, piacevole, sennò non sarebbe un tormento.
08:59Però i due termini accostati insieme hanno effettivamente un significato che ci resta in testa, ha una funzione.
09:07Dolce tormento, caspita, è una cosa potente. A questo servono le figure retoriche.
09:13Passiamo a un'altra figura retorica, la metonimia.
09:20La metonimia è un trasferimento di significato da un termine ad un altro che appartiene al medesimo campo semantico
09:28sulla base di una relazione di significato, come ad esempio la materia per l'oggetto.
09:38Questo è molto famoso se pensiamo ai racconti epici.
09:44I legni dei persiani si apprestarono a lambire le coste greche.
09:51Non è che i persiani andavano avanti sopra dei legnetti nel Mediterraneo.
09:56I persiani avevano delle grandi navi in legno, i greci ce le avevano più piccoline, infatti li fregavano sulla velocità.
10:02Si parte da questo materiale, il legno, di cui è fatta la nave, per indicare la nave intera.
10:12Senza dire le navi dei persiani, si crea un effetto particolare dicendo i legni dei persiani.
10:17Oppure, quando in qualche film di mafia o in qualche racconto pulp trovate un tizio che dice a un altro
10:28tira fuori il ferro, che cos'è? Non è che tira fuori un pezzo di ferro,
10:34ma un oggetto pericoloso fatto di metallo, che è la pistola.
10:39Quando invece che alle armi da fuoco si ricorreva più che altro alle armi bianche,
10:46il ferro poteva essere usato al posto della spada.
10:49Estrasse il ferro, in quel caso era un riferimento alla spada, se parliamo di carvalieri medievali,
10:55magari non alle prime armi da fuoco, che sono arrivate un po' dopo.
11:01Oppure, la causa per l'effetto, oppure viceversa.
11:06Dire che una persona è una buona penna, non significa che è un pennone gigantesco,
11:15è una persona che è brava a scrivere.
11:18Oppure, è una buona forchetta, non è che è un forchettone umano,
11:23è una persona che ha affinato le sue capacità per riconoscere le diverse qualità dei cibi, va bene.
11:33Oppure, il contenente al posto del contenuto.
11:40Qui abbiamo un esempio poetico,
11:43ribollir dei tini è il mosto che ribolle e non i tini.
11:47Che cosa intendiamo, ribollir dei tini?
11:50Allora, è come se dicessimo, per esempio, la pentola ribollì.
11:57La pentola è fatta di metallo, non può bollire, è l'acqua al suo interno.
12:02Però, noi diciamo, la pentola borbottò.
12:06La pentola non può borbottare, va bene.
12:08A parte che in realtà far borbottare la pentola, in realtà è una personificazione, ci arriviamo dopo.
12:14Però se diciamo che la pentola ribolle, materialmente è impossibile,
12:19perché la pentola non è in grado di farla, è solida.
12:23A meno che non la buttiamo in una fornace e fondiamo il metallo,
12:26forse possiamo portare anche il ferro, l'acciaio a ebollizione, non lo so.
12:32Ribolle perché ha l'acqua dentro, per cui è l'acqua che bolle, non la pentola.
12:37Il contenente al posto del contenuto.
12:40Oppure un'altra tipologia, l'astratto al posto del concreto o viceversa.
12:46Per esempio, la gioventù del posto per indicare i giovani.
12:50Per indicare i giovani di una zona.
12:53Allora, la gioventù è un concetto astratto, però ci richiama subito alla mente delle immagini,
12:59per cui la possiamo utilizzare per indicare una categoria intera.
13:04Invece di dire tutti i giovani di un paese, diciamo la gioventù del luogo, collettivamente.
13:11Oppure l'autore al posto dell'opera.
13:13Questo lo si fa spessissimo, lo si fa anche nei saggi.
13:17Leggo Dante, per esempio.
13:21Qualsiasi saggista, uno storico della letteratura, può scrivere leggendo la Divina Commedia,
13:27oppure può scrivere leggendo Dante.
13:30Allora, se scrive leggendo Dante, non significa che Dante ha dei tatuaggi addosso e gli andava a leggere.
13:35Significa che sta facendo riferimento all'opera di Dante.
13:38Però sostituisce l'autore all'opera.
13:43Invece di dire leggendo la Divina Commedia, dice leggendo Dante.
13:48Materialmente leggere Dante è impossibile.
13:51Ha sostituito però l'autore alla sua opera.
13:54Capiamo subito che cosa lui vuol dire.
13:56Si riferisce all'opera di Dante.
13:58Leggo Dante, non è che leggo Dante, leggo le sue opere.
14:02Passiamo a un'altra figura retorica che però si collega a quelle che abbiamo appena citato.
14:08Stiamo parlando dell'assinedoche.
14:11L'assinedoche è una forma di metonimia.
14:17Va bene? È una forma di metonimia, è un caso particolare.
14:21L'assinedoche è una forma di metonimia che consiste nella sostituzione di una parte con il tutto o viceversa.
14:27Molto famosa, va bene?
14:31I tetti al posto delle case.
14:34Avere un tetto sulla testa.
14:36Parte per il tutto.
14:38Va bene?
14:40Non è che una persona ha soltanto il tetto sulla testa,
14:43a meno che non sia una fermata dell'autobus che ha solo la tettoia, non lo so.
14:47Si riferiamo alla casa, va bene?
14:49Parte per il tutto. Una parte della casa per indicare il tutto.
14:54Oppure, un'altra molto famosa di assinedoche.
15:02100 teste differenti.
15:05100 teste.
15:07Allora, non stiamo parlando di testi umane appoggiate da qualche parte, di crani umani.
15:11Stiamo parlando di 100 persone.
15:13La testa è usata come parte del tutto.
15:16Parte per il tutto, va bene?
15:18Pagheremo 5 euro a cranio.
15:21Non è che parliamo di crani scollegati dal resto del corpo.
15:255 euro a testa.
15:27Magari lo si può usare così, familiarmente, facendo un conto con gli amici.
15:33Un'altra figura retorica di questo gruppo è l'iperbole.
15:38Esagerazione di un concetto o di un pensiero per esprimere, appunto, un significato forte.
15:45Per esempio, abbiamo il caso di Montale.
15:47Ho sceso dandoti il braccio almeno un milione di scale.
15:50Va bene?
15:52Allora, un milione è un'esagerazione.
15:55Però rende un significato forte.
15:58L'iperbole noi la usiamo anche frequentemente nel linguaggio parlato.
16:05Va bene?
16:06Sono stato lì tre ore.
16:08Non è vero che sei stato lì tre ore.
16:10Magari sei stato lì un quarto d'ora, però ti ha scocciato che, invece di essere servito in un quarto d'ora, sei servito in mezz'ora.
16:21Magari non sei stato lì tre ore, sei stato lì soltanto qualche minuto, però ti dà fastidio.
16:26Va bene?
16:27Un esempio.
16:32L'ho letto migliaia di volte.
16:34Magari quel libro non l'hai letto migliaia di volte.
16:36Magari l'hai letto una decina di volte.
16:38Va bene?
16:39Però, per rafforzare il concetto, dici migliaia di volte.
16:43Ci siamo?
16:44È un iperbole.
16:46Passiamo alle figure retoriche di suono, molto particolari.
16:50Che le incontreremo affrontando i futuristi, per esempio.
16:54Va bene?
16:55Ma non soltanto.
16:57Allora.
16:58L'alliterazione.
17:00Gli stessi suoni vocalici o consonantici sono ripetuti all'inizio o all'interno di parole vicine.
17:06Quindi, praticamente, all'interno, per esempio in una poesia, di uno stesso verso, ci sono delle lettere che si ripetono creando un suono particolare.
17:15Gli stessi suoni possono ripetersi anche in un verso, in un gruppo diversi.
17:21Un esempio famosissimo dell'alliterazione.
17:24Trentatré e Trentini entrarono a Trento.
17:27L'alliterazione della lettera T, chiaramente.
17:29Si crea questo suono particolare che è anche difficile un po' da pronunciare.
17:32C'è questo giochino di parole.
17:35Altra figura retorica di suono.
17:36L'onomatopea.
17:38Questa è proprio la figura retorica tipica dei futuristi che abbiamo citato sin dall'inizio.
17:42L'onomatopea si ha quando una parola riproduce un suono, un rumore naturale.
17:48Va bene?
17:51Per esempio, anche la parola borbottare è onomatopeica perché ci ricorda...
17:58Anche la parola barbari è nata come onomatopeica.
18:02Gente che balbetta.
18:05Un esempio di onomatopea sono quelle paroline che trovate nei fumetti.
18:09Boom boom bang bang.
18:10Va bene?
18:12I futuristi le onomatopee le usavano tantissimo.
18:15Onomatopee sparpagliate sulle pagine o addirittura spalmate su una pagina intera,
18:19magari anche con una grafica particolare a forma di cuneo, a forma, non lo so, di rettangolo.
18:25Lo vedremo più avanti quando andremo a studiare questa corrente artistica nello specifico.
18:31Altra figura retorica di suono è l'assonanza o consonanza.
18:36Va bene?
18:37L'assonanza o la consonanza è l'assomiglianza di un suono tra due parole
18:42in cui sono uguali le vocali o le consonanti a partire dall'ultima sillaba tonica.
18:48La facciamo molto semplice, è la rima imperfetta.
18:51Va bene?
18:52Per esempio, avete presente le canzoni dei Trapper che magari non riescono a chiudere le rime,
18:56però ci mettono una parola che ci assomiglia?
18:58Non è una rima perfetta.
19:01Pane fare.
19:03Non fa rima, però c'è un'assonanza.
19:06Gelo, vero, non fa rima.
19:10Gelo, velo, fa rima.
19:12Ma gelo, vero, no.
19:14È un'assonanza, una rima imperfetta.
19:16Va bene?
19:17È molto più facile da capire che non da spiegare.
19:20Passiamo all'ultimo gruppo, che sono le figure retoriche dell'ordine
19:24o di posizione, come le vogliamo chiamare.
19:26Partiamo dalla prima, l'anafora.
19:29L'anafora è una ripetizione, praticamente,
19:33ripetizione di una parola o di un gruppo di parole all'inizio e diversi successivi.
19:37Così bella, così lontana, così raggiungibile.
19:46Bene.
19:47C'è anche un disco dei Megadeth, che è una band trash metal.
19:50So far, so good, so what.
19:53Così lontano, così buono, così cosa.
19:57Bene. Così, così, così.
19:59Bene.
20:00Altra figura retorica, il chiasmo.
20:03Il chiasmo è l'inversione simmetrica dell'ordine sintattico delle parole
20:08di uno o due versi.
20:09Facciamola molto semplice.
20:11Il chiasmo non lo troviamo soltanto in poesia.
20:14Il chiasmo lo troviamo anche in scultura, lo possiamo trovare anche in pittura.
20:19Va bene?
20:20Un esempio di chiasmo in pittura.
20:21Adesso io dico una stupidaggine.
20:23Abbiamo un dipinto in cui in alto a sinistra abbiamo un punto di luce
20:32e poi ne abbiamo un altro in basso a destra.
20:36Quindi abbiamo una situazione tipo scacchiera, luce, ombra, ombra, luce.
20:42Si crea un incrocio.
20:43Questo è un chiasmo in pittura.
20:45Va bene?
20:46Un effetto chiastico.
20:47Oppure un chiasmo lo possiamo avere in scultura.
20:50Se abbiamo la scultura di un atleta,
20:53possiamo trovare il chiasmo anche nell'arte della scultura della Grecia Antica.
20:59In storia dell'arte si può trovare il chiasmo.
21:02Se abbiamo la scultura di un uomo, dicevamo,
21:05che ha praticamente, immaginiamo,
21:10il braccio destro e la gamba sinistra contratte
21:14e la gamba destra e il braccio sinistro rilassati,
21:19vediamo una X, praticamente,
21:21nella posa di questo ipotetico atleta.
21:24È un chiasmo.
21:26L'effetto è quello.
21:27Adesso vediamo come questo effetto lo possiamo trovare in poesia.
21:30Per esempio, citiamo un esempio famosissimo,
21:34l'Incipit dell'Orlando Furioso.
21:41Le donne, i cavalieri, l'arme, gli amori.
21:44Allora, le donne si collega agli amori,
21:49i cavalieri si legano alle armi, va bene?
21:57Un chiasmo, un incrocio.
22:01Altra figura retorica legata all'ordine è l'iperbato.
22:08Due termini che dovrebbero trovarsi vicini
22:10sono separati dall'interposizione di un'altra parola.
22:13Questo è molto comune, va bene?
22:16Non ce ne rendiamo neanche conto.
22:19Quando, per esempio, in un discorso troviamo
22:21il di lei marito, invece che dire suo marito,
22:24ripeterlo sempre, magari può essere utile,
22:27diciamo, per l'economia di una frase,
22:29per far suonare meglio una frase,
22:31invece che ripetere, scrivere il di lei marito.
22:34Va bene? È corretto.
22:36Però c'è una separazione in mezzo, va bene?
22:40In questo caso è un iperbato.
22:43Molto banale, però lo è di fatto.
22:46Poi abbiamo il climax.
22:49Il climax si ha quando le parole sono disposte
22:52in ordine di intensità crescente o decrescente.
22:56Avete presente lo slogan dei Pampers, no?
22:59Nasce, cresce, corre.
23:01Nasce, cresce, corre.
23:04Potenza crescente, va bene?
23:06L'inizio è piccolino.
23:08Cresce, corre, ormai ha raggiunto il massimo della potenza.
23:11È una potenza crescente.
23:13Questo è un climax, un climax ascendente.
23:18Un climax ascendente.
23:20Altra figura retorica dell'ordine,
23:23l'alitote, è un'espressione,
23:27l'espressione di un'idea attraverso la negazione del suo contrario.
23:30Per esempio, non è cattivo, va bene?
23:34Oppure, non è propriamente un cuor di leone.
23:41Spieghiamo un concetto attraverso la sua negazione.
23:48Può essere una tecnica comunicativa molto efficace.
23:52Altra figura retorica, la perifrasi,
23:55che è l'utilizzo di un giro di parole o di una frase
24:00al posto di una sola parola per indicare qualcosa o qualcuno, va bene?
24:05Dante, la divina commedia, l'amor che muove il sole e le altre stelle.
24:12Oppure, facciamo un esempio molto più banale,
24:15alla portata di tutti.
24:17Harry Potter, colui che non deve essere nominato,
24:20e Voldemort.
24:21Invece di dire Voldemort, loro ricorrono a una perifrasi, va bene?
24:27L'ultima, la personificazione.
24:32La personificazione, spieghiamo la definizione,
24:35poi lo capiamo meglio con un esempio.
24:38La rappresentazione sotto forma di persone o di oggetti inanimati o astratti.
24:48La personificazione noi la possiamo trovare anche, per esempio, in arte,
24:53con l'allegoria, va bene?
24:56Quando abbiamo un dipinto di una donna bendata con una bilancia in mano,
25:03è la giustizia, va bene?
25:06Ma la giustizia è un concetto astratto
25:09che, venendo rappresentata così, viene personificata.
25:14Ci siamo?
25:16La personificazione,
25:18l'attribuzione di azioni umane a degli oggetti inanimati o astratti.
25:24Per esempio, Baudelaire ha scritto
25:26La tristezza della luna è una poesia.
25:29La luna non può piangere, non può essere triste,
25:32è un satellite della Terra.
25:34Però, creando un'immagine poetica, profondamente poetica,
25:40abbiamo la tristezza della luna,
25:42la luna immaginata dal poeta come una donna,
25:45annoiata, triste, che addirittura lacrima,
25:50è una cosa che, insomma, ha il suo effetto, va bene?
25:55Quindi, vedete che tutte queste figure retoriche
25:58in realtà ve le trovate anche nella vita di tutti i giorni,
26:01solo che non le sapete riconoscere, va bene?
26:05Adesso, tramite lo schema che vi ho dato
26:08e questo riassunto e lavoro,
26:11imparerete un po' alla volta a tenerle a mente
26:14e a saperle individuare.
26:16Benissimo, vi ringrazio per la vostra attenzione.
26:20Alla prossima lezione, un saluto a tutti!
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