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I volgari italici
Riccardo Pasqualin
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06/09/2024
Quinta breve lezione di letteratura italiana per le scuole serali.
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Apprendimento
Trascrizione
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Salve a tutti ragazze e ragazzi, bentornati al nostro corso di letteratura italiana e mi auguro
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che dalle nostre prime lezioni sia venuto fuori un quadro di base abbastanza chiaro per iniziare a
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capire qual è stata la situazione linguistica nella penisola italica dopo il 476. L'ultimo
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imperatore d'Occidente Romolo Augusto lo viene deposto da Odoacre re degli Eruli e con il
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crollo dell'impero romano d'Occidente per banalizzarla per farla semplice emergono delle
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entità statali indipendenti tra loro che sono quello che noi convenzionalmente definiamo i
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regni romano barbarici. In realtà già prima della caduta dell'impero romano d'Occidente una serie di
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popolazioni esterne si erano stanziate entro i confini dell'impero portando con sé il loro carico
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di cultura e di lingua e andando ad abitare dei territori dell'impero romano si erano trovati
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davanti delle popolazioni che potevano essere o completamente latinizzate, cioè che avevano come
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lingua di comunicazione primaria il latino, o parzialmente latinizzate o addirittura per niente
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latinizzate, cioè delle popolazioni a cui il latino era arrivato poco o per niente, quindi popoli che
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nonostante fossero stati sconfitti e soggettati dai romani non utilizzavano il latino come lingua
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di comunicazione primaria. Per cui questo nuovo mescolamento portato dai barbari nelle diverse
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zone dell'impero, dell'ex impero, quando l'impero cade, ha degli esiti differenti. Se noi prendiamo
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una mappa linguistica dell'Europa occidentale ci rendiamo conto di come in Portogallo si parlano
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delle lingue neolatine, in Spagna si parlano delle lingue neolatine, eccezion fatta per i Baschi,
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in Francia si parlano principalmente delle lingue neolatine ed altrettanto si può dire dell'Italia.
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Però ci sono anche delle regioni che i romani avevano conquistato in cui il latino non rimane,
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per esempio i romani avevano conquistato un pezzo di Germania, lì non sono rimaste lingue
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neolatine. Lo stesso vale per gli attuali Inghilterra e Galles. Nella penisola italica
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i barbari non arrivano in una quantità tale da determinare un cambiamento linguistico profondo,
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per cui noi oggi in Italia abbiamo l'italiano che è una lingua neolatina. I barbari non sono
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riusciti a sconvolgere quella che era la realtà comunicativa. Possiamo dire che linguisticamente
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in Italia vengono portati avanti due binari. Da una parte c'è il latino che viene portato
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avanti dalla Chiesa Cattolica, dall'amministrazione e dalla cultura. I uomini di cultura quando devono
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scrivere delle opere di storia, delle opere di letteratura, dei trattati di medicina, di filosofia,
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di scienza, lo fanno in latino, continuano a farlo in latino e continueranno a fare così per diverso
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tempo. Dall'altra parte l'altro binario è quello delle lingue popolari, delle parlate del popolo
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che cambiano da una città all'altra. Perché cambiano da una città all'altra? Primo aspetto
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da considerare. Prima che arrivassero i romani in queste città si parlavano delle lingue differenti,
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per cui restano delle differenze, non vengono cancellate dall'arrivo del latino. Sono le lingue
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di sostrato o di substrato. Poi c'è da considerare che dopo la caduta dell'impero romano d'occidente,
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dopo il 476, la penisola italica, per farla breve, è stata travolta da una serie di catastrofi che
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hanno come risultato, tra gli altri, quello di rendere più difficoltosi i collegamenti tra una
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città e un'altra, per esempio. E questo comporta il fatto che dal punto di vista linguistico si
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rafforzano i particolarismi, crescono le separazioni, per cui a livello popolare di
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lingua parlata dal popolo, anche con il crollo dell'istruzione, si parlano e si sviluppano delle
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lingue differenti, dei latini popolari diversi. Questi latini popolari con il passare del tempo
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si evolvono sempre di più, tanto che da un certo punto in poi dobbiamo cercare di capire se si può
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ancora parlare di latino oppure no. Sono dei latini che si sono evoluti talmente tanto da
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diventare dell'altro. Che cosa sono diventati? Sono diventati i cosiddetti volgari italici,
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le lingue parlate dal volgo, parlate dal popolo, che diciamo che non le possiamo più considerare
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latino. La questione è che, come vi dicevo poco fa, non si è iniziato subito a utilizzare queste
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parlate popolari nuove per scrivere. I volgari non sono stati utilizzati sin da subito per
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scrivere, va bene? Per scrivere, per diverso tempo, si è continuata ad utilizzare il latino.
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Il latino veniva usato per l'amministrazione o veniva utilizzato per le opere letterarie o
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scientifiche. In realtà, se andiamo a guardare per esempio i documenti amministrativi in latino
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nel medioevo, ci rendiamo conto di come iniziano a saltare fuori degli errori, delle modifiche,
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dei cambiamenti, per cui il latino medievale comunque non è più il latino di Cicerone.
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Però è importante per noi capire che da una parte c'è il latino, dall'altra ci sono i volgari. Nel
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momento in cui i volgari non sono più soltanto delle lingue orali ma qualcuno inizia ad utilizzarli
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per scrivere, nel momento in cui abbiamo delle prime tracce scritte, delle prime testimonianze
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scritte di volgari italici, qui troviamo i primi mattoncini da cui si è iniziato a costruire una
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letteratura italiana. Quindi, per iniziare a studiare la letteratura italiana, dobbiamo partire
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dalle prime testimonianze scritte che abbiamo in lingua volgare. Ne parliamo nella prossima lezione.
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Vi saluto e vi ringrazio come sempre!
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