Ruoppolo Teleacras - Falcone 20 anni dopo

  • 12 anni fa
Il servizio di Angelo Ruoppolo ( https://www.facebook.com/pages/Angelo-Ruoppolo/40129859538 ) Teleacras Agrigento del 23 maggio 2012.
La strage di Capaci, 20 anni dopo l' attentato a Falcone, la moglie, Francesca Morvillo, e i poliziotti di scorta. Il magistrato e l'esempio storico.
Ecco il testo :
Sapete perchè Giovanni Brusca, sulla faccia, il giorno dell' arresto, è a tratti sanguinante. Tanti pensano che sia stato picchiato dai poliziotti che lo hanno appena arrestato ad Agrigento, nella villetta, a Cannatello. E invece no. Quando Brusca fu in una stanza della Questura di Palermo, per il riconoscimento ufficiale dopo la cattura, entrò un familiare di uno dei tre poliziotti di scorta vittime della strage di Capaci. Afferrò da un muro un quadro con la foto di Giovanni Falcone, e lo spaccò sulla faccia di Giovanni Brusca. Poi, quando si è pentito, Brusca ha commentato : "capisco l'emotività e il dolore, ma in certe occasioni non bisognerebbe consentire questo tipo di incontri". Sì, Giovanni Brusca, 20 anni addietro, il pomeriggio del 23 maggio 1992, è stato qui, appostato sulla collinetta che domina sul bivio di Capaci, lungo l'autostrada Palermo -- Trapani. Lui lavorò per nascondere il tritolo sotto l'asfalto, e poi premette il pulsante del telecomando che uccise Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, e i poliziotti Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani. Falcone rientra da Roma, dal ministero della Giustizia, dove si è trasferito per disintossicarsi dal veleno di Palermo, da ciò che fu ribattezzato "Il Palazzo dei veleni". Congiure e tradimenti, gli stessi che anche Paolo Borsellino avrebbe confidato alla moglie prima di morire 57 giorni dopo Falcone. Dopo l' omicidio Lima, 12 marzo 92, Giovanni Falcone commentò : "adesso tutto può succedere". Forse un presagio. E infatti, prima della partenza alla volta di Roma, Giovanni Falcone rispose così : "paura di morire ? Ma io sono un siciliano, un siciliano vero. Per me la vita vale quanto il bottone di questa giacca". Oggi, le navi degli studenti che approdano a Palermo, capitanate dal Procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso. L' intervento del presidente della Repubblica, Napolitano, e del Consiglio, Monti. Le iniziative di commemorazione, il ricordo, le riflessioni. Poi, le indagini. Le rivelazioni di Gaspare Spatuzza sul rifornimento dell'esplosivo, determinanti, tanto che il Capo della Procura di Caltanissetta, Sergio Lari, ha dichiarato : "non aggiungo nulla di più, perchè altrimenti tanti si renderebbero latitanti". A monte di tutto ciò riecheggiano le parole di Falcone, quasi testamentarie, come un anatema contro Cosa nostra e la sua sopravvivenza...La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio, e avrà anche una fine ....