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NEW YORK (ITALPRESS) - C’era una volta… il presidente dei dazi. Minacciava, sbraitava, alzava le tariffe al cielo e poi, quando arrivava il momento, si ritirava. Come nella favola del “lupo al lupo”. Peccato che il lupo, a forza di non arrivare mai, potrebbe presentarsi proprio ora, mentre Wall Street dorme. Donald Trump continua a usare i dazi non come vera politica economica, ma come strumento di pressione, di intimidazione, di negoziato. Una leva che funziona fino a quando i mercati non ci credono più. Infatti, ogni volta che Trump minaccia una nuova ondata di tariffe, gli investitori reagiscono con un’alzata di spalle: “Tanto non lo farà”. Ma se stavolta lo facesse? Il caso Brasile è emblematico. Trump ha minacciato un dazio del 50% sulle esportazioni brasiliane se Lula non “riabilita” Jair Bolsonaro. Altro che commercio: è politica estera travestita da protezionismo. E lo schema si ripete: sanzioni a chi indaga Netanyahu, alla rapporteur dell’ONU Francesca Albanese, e minacce perfino alla Spagna se osa ridiscutere i suoi impegni NATO.

x09/sat/gsl

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00:00C'era una volta il presidente dei Dazi. Minacciava, sbraitava, alzava le tariffe al cielo e poi
00:14quando arrivava il momento si ritirava come nella favola del lupo al lupo. Peccato che
00:20il lupo, a forza di non arrivare mai, potrebbe presentarsi proprio ora mentre Wall Street
00:26dorme. Donald Trump continua a sare i Dazi non come vera politica economica ma come strumento
00:35di pressione, di intimidazione, di negoziato, una leva che funziona fino a quando i mercati
00:41non ci credono più. Infatti ogni volta che Trump minaccia una nuova ondata di tariffe gli
00:48investitori reagiscono con un'alzata di spalle. Tanto non lo farà. Ma se stavolta lo facesse
00:56il caso Brasile è emblematico. Trump ha minacciato un Dazio del 50% sulle esportazioni
01:04brasiliane se Lula non riabilita Jair Bolsonaro. Altro che commercio è politica estera travestita
01:11da protezionismo. È un ricatto e lo schema si ripete. Sanzioni a chi indaga Netanyahu,
01:18sanzioni alla rapporteur dell'ONU francesca albanese e minacce perfino alla Spagna se osa
01:24ridiscutere i suoi impegni in Ato. Il problema è che la legge non è chiara su quanto potere
01:30abbia davvero il presidente in materia di Dazi. Il congresso dovrebbe avere l'ultima parola
01:36ma Trump sfrutta una legge d'emergenza del 1977 per far valere la sua volontà. Una Corte
01:44federale ha già bocciato questa interpretazione ma il caso è in appello e probabilmente finirà
01:51alla Corte Suprema. Fino ad allora Trump continuerà a negoziare con la clava. Eppure nel silenzio
01:59delle grandi banche e delle aziende c'è un segnale che non può essere ignorato. Se Trump
02:05decidesse davvero di alzare le tariffe al 50% e magari contro l'Europa i mercati che oggi
02:13si scommettono sulla sua ritirata potrebbero precipitare. Il modello Brasile potrebbe replicarsi
02:21persino con l'Italia di Meloni? È il metodo di Trump usare il commercio per imporre la
02:28sua visione geopolitica. O ti allini o paghi d'azio. Ma ci sono limiti che anche il presidente
02:35degli Stati Uniti non può ignorare. Questa settimana un giudice federale del New Hampshire
02:42ha bloccato l'ordine esecutivo che intendeva negare la cittadinanza ai figli di migranti nati
02:49negli Stati Uniti. Una decisione storica. Dopo che la Corte Suprema aveva limitato il
02:55potere dei giudici di emettere ingiunzioni nazionali, la sola via rimasta era certificare
03:01un'azione collettiva e così ha fatto il giudice la planta. Ha detto chiaramente questa non è
03:08una decisione difficile. Il diritto alla cittadinanza è sancito dal quattordicesimo emendamento
03:14ed è il privilegio più grande che esista. Un colpo durissimo alla crociata anti-immigrati
03:21di Trump. Ma sarà questa affermarlo? Forse no. Forse neanche i dazi o i giudici o la Corte
03:29Suprema. Ma c'è un altro fronte che dovrebbe preoccuparlo. Jeffrey Epstein. Sì, proprio lui,
03:37il miliardario pedofilo trovato morto in un carcere federale di Manatta nel 2019, quando
03:44la Casa Bianca c'era tra. Dopo anni di promesse, di trasparenza e giustizia, l'amministrazione
03:51con la ministra Pambondi ha annunciato la chiusura definitiva del caso. Nessuna lista clienti,
04:00nessun complotto, nessuna rete di pedofili, solo un suicidio. Fine della storia. Peccato
04:06che la base MAGA non ci stia. Tucker Carlson, Steve Bannon e di nuovo lui, Elon Musk. Tutti
04:13accusano Trump di insabbiamento nel caso Epstein. Musk lo ha fatto nella stessa settimana del
04:19suo annuncio di voler lanciare un nuovo partito politico, The American Party. Stavolta non si
04:27tratta solo di complottismo marginale. L'irritazione attraverso il cuore della base MAGA, quella che
04:34credeva che proprio Trump avrebbe smascherato le elite compromesse con il pelofilo miliardario.
04:41Il fatto che, al contrario, la sua amministrazione abbia chiuso il caso senza rivelare alcuna lista
04:48di nomi e bollando tutto come una perdita di tempo, è per molti un segnale inquietante.
04:55Trump sta leggendo male la sua base, ha scritto l'opinionista conservatrice Liz Wheeler.
05:03Per una volta, le contraddizioni del presidente non stanno scivolando addosso, come sempre.
05:10Perché tanta fretta di chiudere un caso che avrebbe dovuto smascherare i cosiddetti poteri
05:16oscuri? Il sospetto è che Trump stia usando lo stesso metodo che ha applicato ai dazi.
05:23Minacciare, promettere, poi tirarsi indietro. Ma stavolta non funziona. Stavolta anche la
05:29sua base vuole sapere. E se c'è una cosa che Trump non può permettersi è perdere la fiducia
05:37di chi, fino ad oggi, gli ha perdonato tutto.

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