- 17/06/2025
https://www.pupia.tv - Roma - Verso la sostenibilità sociale ed ambientale del lavoro - Conferenza stampa di Valentina Barzotti (17.06.25)
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00:00Buongiorno, io sono Fabio Salamida, sono un collega giornalista che si sono qui perché
00:10mi occupo di quello che sono gli avanzamenti tecnologici declinati su quello che è ovviamente
00:17la politica, la pubblica amministrazione e anche i diritti. Oggi parliamo di una proposta
00:24di legge, 388, che si occupa di quello che comunemente chiamiamo smart working. Si parla
00:34del diritto al lavoro da remoto e del diritto alla cosiddetta disconnessione. A introdurre
00:43questa conferenza stampa c'è l'onorevole Valentina Bazzotti che ci dirà più o meno
00:48a grandi linee quello di cui parla la legge e poi continueremo con una serie di interventi
00:52che ci daranno dei focus su una serie di argomenti legati a questa proposta, una ricerca, i contratti
01:01nella pubblica amministrazione e quello che è stato fatto fino ad oggi rispetto a questo
01:08cambiamento che ha attraversato la società. È inutile ricordarlo. La pandemia, il Covid
01:15ha dato un'accelerazione rispetto a questi nuovi sistemi di approccio al lavoro e di gestione
01:22del lavoro che però si sono andati a crescere in maniera esponenziale con una norma che da
01:31un certo punto di vista era un po' vaga, un po' vecchia, che era quella del 2017. Quindi
01:36si cerca anche con questa proposta di normare tutto questo mondo e di dare anche dei diritti
01:42e delle opportunità ai lavoratori che vogliono utilizzare lo smart working invece del lavoro
01:48in presente. Allora lascio la parola a Valentina Barzotti per l'introduzione.
01:53Grazie Fabio, buongiorno a tutti e a tutti. Ringrazio innanzitutto gli ospiti che sono con noi
01:59in questa conferenza stampa molto importante. Il tema è di estrema attualità perché ci troviamo
02:09in un momento molto particolare in cui ci sono spinte sul lavoro da remoto sia da una parte che
02:18dall'altra. Cioè ci sono grandi aziende che stanno chiedendo rientro a lavoro ed altre aziende invece
02:25che stanno spingendo sull'idea appunto di potenziare il lavoro da remoto. Allora abbiamo pensato di fare
02:32un importante tagliando su quello che sta accadendo e ci chiediamo se la normativa a livello italiano
02:40sia adeguata oppure no. Vi ricordo che la normativa che è stata quella del numero 81 del 2017
02:50non può essere considerata una legge forte. Infatti quando fu emanata si parlò di leggina perché
02:58lasciava molto spazio alla libertà individuale quindi di contrattazione tra i tempi, i modi del lavoro
03:05nel lavoratore e nella sua contrattazione individuale con l'azienda. Allora chiaramente noi ci siamo chiesti
03:13ma effettivamente questa forma individuale, questa contrattazione individuale ha senso? Funziona?
03:21È sufficientemente tutelante per i lavoratori? E la risposta che ci siamo dati è no. Perché?
03:28Se da una parte è importante promuovere il lavoro agile e in questa conferenza presenteremo anche
03:36una serie di strumenti che possono andare a incentivare le formule di lavoro da remoto ed è qui con noi
03:43la dottoressa Lucia Cattani che parlerà proprio, non voglio anticiparvi l'intervento, però proprio di forme
03:49di misurazione dell'efficienza energetica del lavoro da remoto e quindi modi anche per andare a incentivarlo,
03:56dall'altra parte dobbiamo fare un focus preciso su il cosiddetto diritto alla disconnessione.
04:02I lavoratori lo esercitano o non lo esercitano questo diritto alla disconnessione? Funziona o non funziona?
04:10Perché effettivamente la legge 81 del 2017 ha, se andate a vedere, un significato più simbolico che operativo
04:19ed efficace perché demanda tutto appunto alla contrattazione individuale e un rimando generico
04:26alla contrattazione collettiva. Ma voi vi rendete conto che il diritto alla disconnessione invece,
04:32ed è quello che cerchiamo di fare anche con questa legge, è una forma di tutela del lavoro
04:40che va nella salute e sicurezza del lavoro, che deve coincidere con il tempo di riposo e che deve essere
04:50un diritto esercitabile ed opponibile sempre al lavoratore nei periodi di riposo. Quindi doppia valenza
04:57di questa legge. Da una parte innovativo è l'espressione, il riconoscimento del diritto di lavorare
05:07da remoto. Perché? Perché attualmente non è un diritto, è una scelta aziendale. Invece noi diciamo
05:15laddove è possibile e le mansioni sono compatibili con la prestazione lavorativa, allora deve esserci
05:23il diritto al lavoro da remoto. Certo, in modo compatibile con le esigenze aziendali, ma dati
05:29le esternalità estremamente positive del lavoro da remoto, anche sull'ambiente di quello che andremo
05:34a parlare con la nostra vicepresidente del gruppo, Ilaria Fontana, non si può pensare
05:42che sia una cosa così da fare quando va in modo discrezionale all'azienda, perché i vantaggi
05:48e l'esternalità appunto sono troppo significative. Dall'altra parte una chiarificazione di che cosa
05:54è la disconnessione e quindi il diritto alla disconnessione, quindi la definizione di diritto
06:00alla disconnessione che attualmente non c'è, e un rafforzamento appunto di questa tutela
06:07all'interno della salute e sicurezza del lavoro. All'interno della legge si parla anche di incentivi
06:13che è quello che vi introducevo prima. Incentivi in che senso? Questo indice che secondo noi
06:18dovrebbe essere emanato dal Ministero del Lavoro, qui abbiamo però fatto uno sforzo diciamo
06:23di studio da parte della dottoressa che ci dice che si può misurare tutte queste esternalità
06:29positive, possono essere misurate e questo nell'impatto politico è fondamentale perché
06:34quell'indice si può tradurre in una misurazione che ci permette di creare anche degli incentivi
06:40fiscali, dei crediti d'imposta che possano essere graduati appunto a seconda dell'efficienza
06:47che viene raggiunta dalle aziende. Io vi invito quindi a leggere la proposta di legge,
06:52non voglio rubare altro tempo, vi dico che per chiudere in questa battaglia tra chi vuole
06:59lavorare da remoto e chi non vuole lavorare da remoto, nel mondo a livello globale il 30%
07:04dei lavoratori più o meno lavorano da remoto e resistono perché laddove si è forzata la
07:10mano in aziende molto grandi, penso a Apple, penso a Amazon, penso a tante aziende che hanno
07:15puntato sul rientro, in realtà ci sono state tantissime dimissioni. Perché? Perché il
07:21lavoro da remoto ha vantaggi sia a livello ambientale che evidentemente a livello di
07:27riappropriarsi del tempo della propria vita e quando non è giustificato dal fatto che la
07:32mansione è incompatibile con lo svolgimento da remoto non è accettabile che non venga garantito
07:38questo diritto. Quindi io ringrazio ancora, qui abbiamo la nostra già ministra Nunzia
07:45Catalpo che ringrazio perché è sempre presente ogni volta che abbiamo un evento in materia
07:51di lavoro, quindi esprime tantissima vicinanza rispetto a tutte le nostre attività. Ringrazio
07:59il moderatore, tutti gli ospiti che ci saranno oggi, c'è anche la nostra consigliera Paola
08:06Pizzighini che viene da Milano. Avremmo dovuto avere con noi anche Marco Carlo Magno di FLP,
08:13in questo momento è stato sequestrato da Trenitalia, ci tengo a dirlo, perché non sta riuscendo
08:17ad arrivare e quindi sicuramente avremmo modo di parlarne comunque di questi temi. Speriamo
08:25che arrivi, se no ci sarà comunque qualcuno che verrà a parlare per FLP. Grazie.
08:32Allora, grazie Valentina, mi hai spolerato tutti gli ospiti però possiamo procedere lo
08:41stesso. Infatti, FLP sarà con noi Roberto Cefalo che è il segretario generale aggiunto
08:51che tra l'altro ci farà un focus molto interessante su quello che sono i contratti per lo smart working
08:57nella pubblica amministrazione, in alcuni campi della pubblica amministrazione. L'area
09:03Fontana, ovviamente lo smart working è una cosa che per molte categorie di lavoratori,
09:10la mia per esempio, io sono giornalista parlamentare, era già la norma prima dell'esplosione della
09:17pratica su larga scala. Non era mai stata oggettivamente normata più di tanto, proprio perché
09:25era una scelta delle varie aziende far lavorare o meno le persone in smart working, oggi invece
09:31si apre l'esigenza di normarla e di dare anche delle regole certe sui diritti dei lavoratori
09:39che vanno in smart working. Allora ti lascerei la parola per illustrare un po' tutto questo.
09:44Grazie, grazie Fabio. Io ringrazio Valentina, la mia collega e amica, posso dire, perché ci
09:53ha coinvolto in questo interessante convegno, conferenza stampa, che mette comunque in relazione
10:00il grande tema della transizione ecologica. Perché questo? Perché tante volte noi cerchiamo
10:08di spiegare a transizione ecologica, anche quando ero sottosegretaria del Ministero della Transizione,
10:12cercavo tante definizioni per spiegarla, perché è un percorso in realtà e ha bisogno
10:18di tanti tasselli affinché si faccia questo percorso, quindi una transizione sociale, economica,
10:24ambientale, lo diciamo sempre. Però è proprio questo e già il titolo di questa conferenza
10:31stampa, Verso la sostenibilità sociale ed ambientale del lavoro, anche il lavoro rientra
10:37a pieno diritto e al 100% nel percorso di transizione ecologica. Noi viviamo in un'epoca
10:43in cui il cambiamento climatico non ci sarà, ma è adesso, e si parla di mitigazione al cambiamento
10:49climatico e quindi di fare e di avere delle misure che vanno a contrastare, no, a mitigare
10:55in realtà, perché contrastare purtroppo è già troppo tardi, possiamo dire, quindi si
11:00vanno a mitigare delle misure e il lavoro, anche in questo tassello, no, ha bisogno
11:09del nuovo paradigma, quindi c'è bisogno di una nuova cultura del lavoro e del consumo,
11:15proprio al 100% quindi nel perimetro grande, nella cornice della transizione ecologica.
11:21Noi dobbiamo chiederci come cittadini quanto va a incidere la scelta che noi facciamo nella
11:28nostra vita sul clima e ancora, per poi fare quindi delle, cercare anche di dare delle
11:36risposte dai legislatori, quanto possiamo risparmiare cambiando stile di vita, ma è
11:41un risparmio che va, come lo diceva benissimo Valentina, ad incidere sulla nostra qualità
11:45della vita, quindi anche sull'efficientamento energetico, sulla quantità di emissioni che
11:51poi si vanno, diciamo, a creare. E quanto più, ecco perché è importante l'indice, quanto
11:58più, e questo è fondamentale per noi legislatori, no, riusciamo a quantificare l'efficienza
12:06energetica, più riusciamo da legislatori a fare delle misure efficaci ed efficienti per
12:12le imprese, per i cittadini e le cittadine. Quindi l'approccio deve essere integrale,
12:17anche sul lavoro. E noi parliamo spesso, sono dieci anni che si parla di proprio di
12:24ecologia integrale, ma questo approccio integrale ci permette di essere più concreti e pragmatici
12:30possibili anche per far diventare lo smart working un pilastro della transizione ecologica.
12:36Quindi dobbiamo tornare al punto che dicevo prima di partenza, no, alle nostre scelte, perché
12:41ogni scelta poi va a incidere nella nostra vita, ma anche nel cercare di salvare il pianeta,
12:52no, che poi dovrebbe essere l'obiettivo di tutti e di tutte. Ma abbiamo bisogno però
12:58da legislatori di accompagnare questa transizione ecologica, di aiutare imprese e cittadini e cittadine.
13:04E in che modo? Il Movimento 5 Stelle non è mai rimasto a guardare su questo tema. Abbiamo
13:09creduto e abbiamo creato, abbiamo costruito delle misure che poi sono state importantissime
13:16proprio per questo connubio di cui stiamo parlando. Penso al Superbonus, alle comunità
13:21energetiche e adesso l'Europa che parla della direttiva Case Green. Quindi lo smart working
13:29deve entrare a pieno titolo però, proprio per tutte queste cose che ci stiamo dicendo,
13:36in una strategia nazionale di mitigazione al cambiamento climatico. Ed è qui che si va
13:42verso una vera sostenibilità sociale e ambientale del lavoro in una nuova cultura e deve essere
13:48accompagnato sicuramente da politiche di efficienza energetica più efficaci, da incentivi e serve
13:56un piano nazionale ovviamente di residenza, quindi di ristrutturazione residenziale per
14:03molti motivi. Perché se si parla di efficienza energetica e quando si parla soprattutto di
14:07smart working non è automatico che sia ambientalmente sostenibile, ma bisogna creare delle condizioni.
14:13Ecco perché sono curiosissima di ascoltare poi dall'ingegnera Cattani proprio quello che
14:19noi possiamo poi trasformare in leggi e i cittadini possono trasformare poi nelle proprie
14:24abitazioni. Però ci vuole una governance trasparente e intersettoriale soprattutto.
14:30Se si inserisce lo smart working in una cornice di obiettivi climatici ed equità, allora possiamo
14:37dire che lo smart working diventa una politica pubblica di sostenibilità ambientale e sociale.
14:44Ed è questo il cambio di passo necessario affinché la transizione ecologica diventi equa e soprattutto
14:52per tutti e per tutte. Io lo voglio dire chiaramente anche in questa sede. Chi oggi blocca le riforme
14:58ambientali, chi oggi rema contro le direttive delle case green e chi smantella gli incentivi
15:04uno a uno sicuramente sta sabotando. Non chi ha voluto costruirle quelle misure, ma il futuro
15:12delle prossime generazioni, anche boicottando tra virgolette l'articolo 9 della Costituzione
15:17che c'è scritto nero su bianco per le future generazioni. Quindi noi continueremo sulla
15:23strada che è quella che noi riteniamo più giusta perché, e ritorno al tema delle scelte,
15:29sono le scelte che cambieranno il mondo. Io ringrazio ancora Valentina, le relatrici e Fabio
15:36per questa possibilità. Grazie.
15:40Grazie a te, grazie a lei. Siamo del tu, tanto qui siamo. Allora, si introduceva il tema
15:49della sostenibilità ambientale, chiaramente. Una delle obiezioni che viene fatta quando
15:55si parla di smart working è, sì è vero, vengono risparmiati spostamenti in mezzi di
16:02di trasporto, per portare le persone da un punto all'altro, però anche lo smart working
16:07ha una sua incidenza sull'ambiente, perché comunque si consume energia, perché comunque
16:12questa energia va prodotta, eccetera, eccetera. A questo proposito però introduco l'ingegnera
16:21Lucia Cattani. Perché? Perché lei ha prodotto uno studio, che non è, anzi sarà più che
16:29uno studio, uno strumento, uno strumento di misurazione, che è l'indice smart, che ci
16:34spiega proprio quanto, in qualche modo, lo smart working, il lavoro in remoto, incide
16:42su tutto il consumo energetico, sia per quello che concerne le aziende, quindi su larga scala,
16:50che per quello che concerne proprio il singolo. E quindi lascio la parola all'ingegnera Cattani,
16:55che adesso ci farà magari un punto su questa questione.
17:00Allora, buongiorno a tutti. Io, in collaborazione con la professoressa Anna Magrini e la professoressa
17:06Anna Chiari, abbiamo fatto uno studio proprio sullo smart working, perché è un tema che
17:11piace molto anche a me. Io mi occupo da sempre di risparmio energetico, sono l'esperta nazionale
17:16di acqua dall'aria, però ho un pallino da sempre, lavoro da sempre, su questo tema. Ho sentito
17:23parlare di battaglia, non deve essere una battaglia, perché noi cerchiamo soluzioni
17:27win, win, win, cioè win per l'azienda, win per il lavoratore, win per l'ambiente. E quindi
17:35nascono questi indici per cercare, in qualche modo, di misurare se questo win, win, win
17:41c'è. Allora, premesso che l'impatto zero non esiste dal punto di vista fisico, è un
17:46ossimoro. L'unica energia che non ha impatto è l'energia che non usiamo. Quindi il risparmio
17:53energetico, che significa fare le cose meglio, quindi non rinunciare, ma ottenere gli stessi
18:00effetti consumando meno, è uno delle soluzioni considerate principe per riuscire a ottenere
18:07la transizione ecologica e la transizione energetica. Ma torniamo allo smart working.
18:13Perché smart working? Beh, perché noi vorremmo sia avere un sistema lavorativo più comodo
18:20per i lavoratori, che renda comunque le aziende e che abbia un impatto ambientale positivo.
18:25Da qua nascono i quattro indici che vanno nella direzione di quello che studio io, cioè
18:29l'efficienza energetica. Dunque, come sono stati studiati? È vero che si dice che lo
18:37smart working faccia risparmiare, ma è così vero? È vero sempre? In qualsiasi condizione?
18:43Allora, il primo indice, che si chiama suite tra l'altro, è stato chiamato così, va a vedere
18:50proprio a livello globale se, data l'azienda X, quell'azienda applicando lo smart working
18:56a tot e lavoratori per tot work, quindi ricordiamoci che lo smart working è un lavoro ibrido, non
19:02è che recludiamo le persone in casa, è che ci sono tot giorni che possono lavorare da remoto,
19:09che non vuol dire da casa, potrebbe essere in un spazio condiviso, potrebbe essere in una biblioteca,
19:17potrebbe essere dove, ovviamente con tutte le sicurezze del caso, può lavorare, ma non
19:22necessariamente in ufficio. Poi con i momenti in cui ci si incontra, perché è necessario
19:27anche l'incontro di persone. Aperta e chiusa parentesi, cosa fa questo indice? Va a misurare
19:32quello che era il prima, cioè lo stato di fatto, e tipicamente le aziende hanno uno studio
19:39di quello che è il consumo energetico e va a vedere anche quello che è il consumo energetico
19:44dei lavoratori, con le loro abitazioni, quello che fanno senza smart working, quindi il consumo
19:50per spostarsi sul luogo di lavoro e attenzione che bastano 10 chilometri di distanza per cui
19:58viene già positivo, il fatto di poter lavorare da remoto, aperta e chiusa parentesi, comunque
20:04si mettono sul piatto tutti quelli che possono essere consumi, prima e dopo, perché dopo
20:11io lavoro da casa, avrei magari bisogno di climatizzare di più casa mia, avrei magari
20:16bisogno di utilizzare energia elettrica per far andare il computer, quell'energia che però
20:19non uso in ufficio, quella climatizzazione che però non c'è in ufficio. Quindi prima di tutto
20:25faccio un bilancio generale, cioè all'azienda tale applicato lo smart working, è positiva
20:30la questione? Vado a vedere il prima e il dopo, lo misuro rispetto al prima, quindi faccio
20:35una percentuale, un calcolo percentuale, ho un vantaggio di tot per cento? Bene, positivo.
20:42Andiamo a vedere che ci guadagna. Prima vado a vedere cosa succede all'azienda, quindi
20:46analogamente, cosa spendevo prima, cosa spenderò dopo, diviso a cosa spendevo prima e vedo
20:52l'incremento di efficienza energetica. Sposto l'attenzione sui lavoratori, cosa spendevano
20:58prima, cosa spendono dopo, diviso al prima, hanno un incremento positivo, bene, andiamo
21:03avanti, vediamo lavoratore per lavoratore. C'è qualcuno, come è successo a mio amico
21:08che me lo dice sempre, insomma Lucia pianta la costo smart working, io abito di fronte
21:12a dove devo andare a lavorare, faccio due passi e sono lì. Ok, andiamo a vedere se qualcuno
21:17si trova in una situazione svantaggiata rispetto agli altri, c'è chi ci guadagna tantissimo
21:23e magari ci guadagna meno. Allora mettiamo in atto delle politiche di compensazione, oppure
21:29riduciamo lo smart working, facciamo una cosa agile, vediamo cosa conviene fare e per chi.
21:36Questi indici, come vi ho raccontato adesso, ci servono proprio per capire numericamente
21:41se abbiamo un impatto positivo, chi ha l'impatto positivo, se c'è qualcuno disbilanciato
21:48ed eventualmente andiamo a ribilanciare.
21:55Tutto molto chiaro, quindi insomma lo smart working è uno strumento utile, è uno strumento
22:02che può farci risparmiare, può fare bene l'ambiente, però bisogna vedere caso per caso
22:06perché appunto se uno poi abita di fronte all'ufficio dove lavora forse non conviene
22:10usare lo smart working. Lo strumento ovviamente è stato molto utilizzato, soprattutto ricordo
22:18nel momento in cui c'è stata l'esigenza di limitare in tutti i modi gli spostamenti, quindi
22:27durante la pandemia, in tutti gli uffici, compresi gli uffici pubblici. E quindi si è dovuto
22:34in qualche modo trovare il modo di contrattualizzare anche questo sistema, questo nuovo modo di
22:40lavorare. Ne parliamo con Roberto Cefalo, che è segretario generale aggiunto della Federazione
22:47dei Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche, che ci farà un focus proprio su queste nuove
22:52forme di contratti che si sono dovute stipulare tra il lavoratore e la pubblica amministrazione
22:58e su come in qualche modo, a che punto siamo da questo punto di vista, anche sulla diffusione
23:05dello smart working nel pubblico impiego.
23:12Sì, innanzitutto grazie al gruppo del Movimento 5 Stelle e a Valentina Barzotti.
23:18Noi come organizzazione sindacale in questi anni abbiamo spesso trovato nel Movimento 5 Stelle
23:27un interlocutore molto attento sulle tematiche dell'innovazione nel lavoro, nel lavoro pubblico
23:31e nel lavoro privato. Immagino che sul lavoro agile, come tutti ricorderete, il dramma del
23:38Covid portò nei primi anni del 2020, portò alla necessità del lavoro agile come momento di necessità,
23:48di urgenza per prevenire il contagio, ma già in quella fase, e al Ministero della Pubblica
23:54Amministrazione c'era una Ministra del Movimento, già in quella fase si cercò di lavorare per un
24:00protocollo d'intesa e per accordi che andassero anche oltre l'emergenza e che fossero in grado
24:07di coniugare e di applicare questa nuova modalità di svolgimento della prestazione lavorativa.
24:14Noi come organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa nel lavoro pubblico siamo assolutamente
24:21convinti che a fronte del lavoro che cambia, il lavoro agile è una delle modalità di svolgimento
24:27della prestazione lavorativa ormai ineludibile, che non si potrà affermare, perché guardate
24:32che il lavoro agile non è solamente venire incontro alle esigenze dei lavoratori, di alcune
24:39particolari categorie di lavoratori come conciliazione vita-lavoro, come si immaginava qualche anno fa,
24:45non è solo uno straordinario momento anche di gestione delle nostre città, dei mezzi pubblici
24:54che spesso lavorano male. Non è anche uno straordinario momento quindi di maggiore
24:59vivibilità e di maggiore organizzazione tra vita e lavoro, ma è anche un fenomeno di
25:04modernizzazione del lavoro. Nella pubblica amministrazione, questo è ineludibile, perché
25:08le pubbliche amministrazioni sono ancora indietro di anni nell'informatizzazione e nella digitalizzazione.
25:15Ora si parla di intelligenza artificiale, immaginiamo che noi dobbiamo contestualmente mettere
25:19in campo uno straordinario processo di digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni. Non parlo degli
25:25enti locali e delle funzioni locali dove ci sono problemi enormi, ma parlo anche di grandi
25:29amministrazioni. Quindi, primo punto, il lavoro agile è anche un momento importante di miglioramento
25:34dell'efficienza e dell'efficacia, di rendere la pubblica amministrazione una casa di vetro,
25:39più vicina ai cittadini, capace di offrire a cittadini e imprese prestazioni in tempi più
25:46congrui e di rispondere ai bisogni sempre dei cittadini. In questo noi, e velocemente
25:53vado al tema proprio, noi come sindacato, perché ovviamente le norme servono, le leggi
25:58servono, ma noi immaginiamo anche che la contrattazione sia uno strumento fondamentale per regolare
26:04questa fattispecie. E guardate, non la contrattazione individuale, perché spesso su questa partita
26:11le aziende e le amministrazioni giocano sui contratti individuali, che spesso però sono
26:17pericolosi perché trovano il lavoratore singolo di fronte alle pretese o all'impostazione
26:23dell'amministrazione. Quindi noi ci siamo battuti per mettere nei contratti collettivi
26:28nazionali di lavoro la regolamentazione del lavoro agile, anche nei contratti, perché
26:33in questo Paese noi nel lavoro pubblico dobbiamo superare un primo moloch enorme che non è ancora
26:38superato. Quello che il Ministro Brunetta si inventò qualche anno fa, quando ha legiferato
26:44che nel pubblico impiego c'è la prevalenza per legge del lavoro in presenza, in buona
26:50sostanza, tu pure sei di fronte ad attività assolutamente smattabili, ad attività che possono
26:56essere svolte anche coniugando post-casa e momenti di aggregazione, perché il lavoro agile
27:04non è solo del lavoro, anzi non è particolarmente del lavoro, ebbene noi abbiamo una norma in
27:09questo Paese che ancora esiste, norma prima secondaria, lo fece con un DM e poi primaria,
27:15per cui le amministrazioni sono obbligate comunque a prevedere la maggioranza del lavoro
27:19in presenza, per la vecchia concezione che se non timbri il cartellino tu non riesci a
27:25essere produttivo. Quindi questa è una battaglia anche culturale e dal punto di vista normativo
27:30dobbiamo togliere questo vincolo e dobbiamo lasciare alla contrattazione la piena possibilità
27:35di dispiegare i propri effetti. Poi ci possono essere amministrazioni in cui questo è meno
27:39semplice, amministrazioni in cui questo è più semplice e quindi mentre lavoriamo per
27:45fare questo e per rendere tutte le amministrazioni e tutti i processi lavorativi digitali, immaginate
27:50che il Ministero della Giustizia, su cui sono stati spesi risorse incredibili anche dal PNRR
27:56per la digitalizzazione dei processi e l'eliminazione dell'arretrato, è un'amministrazione che
28:02non applica il lavoro agile, lo applica pochissimo perché si dice che tutte le lavorazioni lì
28:07devono essere fatte unicamente in presenza. Mentre si lavora a processo digitale, civile
28:13e parzialmente penale, lì non c'è il lavoro agile. Quindi lo strumento normativo è fondamentale.
28:20Noi nei contratti abbiamo fatto due cose, abbiamo cercato di fare. La prima, superare
28:26il principio di prevalenza non è semplice, estendendo ad alcune particolari tipologie di
28:33lavoratori, ma non solo la possibilità di svolgere il lavoro agile e il lavoro da remoto
28:38anche oltre il principio della prevalenza. Guardate, è una cosa sottile, l'abbiamo messo
28:45per le particolari categorie, cargiver, assistenza ai figli minori, ma nei contratti prevediamo
28:51la possibilità di estendere anche alle situazioni di neoassunti per evitare spostamenti immediati,
28:58casa, lavoro che ti impediscono di correre i posti e rendere più appetibile la pubblica
29:02amministrazione. Però abbiamo bisogno di un chiarimento normativo su questo. Due, abbiamo
29:07cercato di lavorare sul diritto alla disconnessione e le fasce di contattabilità. Allora, il diritto
29:12alla disconnessione regolato per legge, attualmente, prevede che per le ore notturne sostanzialmente
29:18non puoi essere contattato, ma voi sapete che, fermo restando che non sempre viene esercitato,
29:24ma c'è anche la questione della contattabilità, che non è disconnessione. Cioè la contattabilità
29:29è quella fascia oraria per cui noi ci siamo battuti, per cui tu all'interno dell'orario
29:32di lavoro, siccome tu devi raggiungere gli obiettivi e non è che sei vincolato unicamente
29:37alla presenza di tipo orario, tu hai una fascia di contattabilità per cui comunque
29:43deve essere in contatto con l'ufficio. Fascia di contattabilità che ovviamente noi cerchiamo
29:47di ridurre, non perché pensiamo che le lavoratrici e i lavoratori vadano in giro per il Paese
29:52a farsi i loro affari, ma perché riteniamo che questo concili anche la possibilità di
29:56lavorare bene per quanto riguarda gli obiettivi. Perché qua si tratta anche di passare da amministrazioni
30:01per adempimenti, per pratiche, per atti formali e ad amministrazioni che lavorano per obiettivi.
30:07E questa è un'altra grande sfida che è collegata al lavoro agile come modalità di svolgimento
30:13della prestazione. Finisco. L'altro grande punto su cui il sindacato si batte, il nostro
30:20sindacato si batte, guardate, non voglio, vabbè, diciamo, si batte all'interno di un quadro
30:24sindacale anche spesso molto arretrato su questo, non pronto ad affrontare le sfide del cambiamento,
30:31in cui abbiamo garantito che il lavoro agile non deve essere penalizzato in alcun modo
30:38ai fini dei percorsi di carriera e ai fini dei trattamenti economici. Perché fino ad
30:43oggi, in molte amministrazioni pubbliche, sul privato sono, diciamo, in questo momento
30:47meno avvezzo, in molte amministrazioni pubbliche chi faceva lavoro agile veniva penalizzato sul
30:53salario di produttività, su tutta una serie di indennità che venivano corrisposte. La battaglia
30:57quindi per rendere il lavoro agile pari dignità anche a livello economico, ad esempio con
31:03questo contratto abbiamo previsto l'erogazione del buono pasto, anche perché è il lavoro
31:07agile, che si diceva che siccome il buono pasto è collegato alla presenza, alla mancanza
31:12della mensa, non veniva erogato. Finisco dicendo che ovviamente questa è una questione
31:18ancora aperta. Sollesito soltanto la massima attenzione, so che il movimento ce l'ha su questa
31:24partita, perché siamo in una fase di arretramento su questa partita. Cioè in questo momento
31:30questo governo, rispetto alle tematiche del lavoro agile e della valorizzazione, diciamo,
31:36delle nuove modalità di svolgimento della prestazione lavorativa, sta arretrando. O comunque i segnali
31:42che arrivano alle diverse amministrazioni non sono segnali di incoraggiamento, ma spesso
31:48sono segnali di arretramento. Quindi il rischio è che non solo non riusciamo dal punto di vista
31:54normativo ad andare avanti, ma rischiamo di andare indietro rispetto ad una serie di
31:59questioni che già erano state applicate, diciamo, in questi anni. Quindi è una partita
32:08fondamentale, importante su questo. Noi come organizzazione sindacale pensiamo di stare
32:13appena all'inizio, perché c'è da lavorare ancora molto, ma noi insomma continueremo a farlo
32:19perché pensiamo che questa sia una battaglia per il Paese, per la modernizzazione del Paese,
32:23per allargare gli spazi di democrazia in questo Paese e per allargare la partecipazione
32:28dei cittadini a tutta la vita della nostra pubblica amministrazione. Grazie.
32:38So che l'onorevole Barzotti voleva aggiungere qualcosa.
32:42No, solo intanto ringraziamento a Roberto Cefalo per il suo intervento, ma volevo infatti dirgli
32:49che il Movimento 5 Stelle è attento proprio a questo tema, tant'è vero che nella proposta
32:54di legge che stiamo appunto presentando abbiamo inserito anche una parte dedicata proprio all'equiparazione
33:03netta dei rapporti di lavoro da remoto e in presenza. Perché? Proprio per quello che raccontava
33:10Roberto, cioè ci sono stati dei grossissimi problemi con la legge attuale, perché con l'81-2017
33:16per un certo periodo nel lavoro pubblico hanno dovuto fare delle battaglie pazzesche
33:20per fare riconoscere i buoni pasto alle persone che lavoravano da remoto, che è un non senso.
33:27E quindi siamo andati a correggere nella proposta anche con questi passaggi.
33:32Ok, è chiaro che siamo di fronte a un passaggio di quelli, se vogliamo, anche epocali tra un mondo
33:41vecchio, un antico e un mondo nuovo, dove cambia anche il rapporto tra imprese e lavoratori,
33:50tra il sistema di lavoro, fa cambiare anche lo stile di vita delle persone. Per esempio,
33:55prima sentivo parlare della questione del cartellino come sistema che viene utilizzato
34:01per decidere quanto è produttivo un lavoratore. Da anni ormai anche nel privato viene usata
34:08la timbratura elettronica e quindi si può fare anche a distanza, però anche lì il lavoratore
34:15che lavora in remoto, quando riesce a ottenere lo smart working, cosa non semplice, viene in qualche
34:20modo considerato quasi un assente giustificato e quindi c'è questo problema che va risolto
34:26anche a livello soprattutto di mentalità anche degli imprenditori e anche di chi gestisce
34:31le imprese. In Italia ci sono delle realtà, come ad esempio la città di Milano e in generale
34:40la Lombardia, dove sono state fatte delle innovazioni dal punto di vista anche normativo
34:46e si è cercato di regolamentare lo smart working in maniera razionale. Abbiamo qui a parlarcene
34:52Paola Pizzighini, che è una consigliera regionale del Movimento 5 Stelle della Lombardia, che
34:57insomma ci racconterà un po' la loro esperienza.
34:59Grazie, grazie a Valentina Barzotti per questa occasione, per parlare di questo tema così
35:05importante. Voglio proprio portare la testimonianza sia di quello che si sta facendo in Lombardia
35:12e in particolare a Milano. Ecco, Lombardia, parliamo di una regione dove, secondo l'Istat,
35:19nel 2023 ci sono più di 945 mila aziende con più di 4 milioni di addetti. A questi si aggiungono
35:3160 mila dipendenti pubblici e quasi un milione di lavoratori autonomi, quindi una grande massa
35:39di lavoratori che fra l'altro tutti i giorni si spostano. Quindi sicuramente uno dei problemi
35:46esatto dell'organizzazione del lavoro senza smart working è quello degli spostamenti e in particolare
35:58anche degli incidenti sul lavoro. Regione Lombardia purtroppo detiene tutti gli anni il primato
36:06per gli incidenti sul lavoro. Abbiamo detto, questo è proporzionato naturalmente al numero
36:12di aziende che esistono appunto sul territorio, ma naturalmente il problema rimane. Nel 2023
36:20sono stati più di 96 mila gli infortuni in itinere, proprio gli infortuni che avvengono
36:28nel tragitto casa-lavoro e viceversa. E di questi purtroppo 51 sono stati incidenti mortali,
36:37quindi il 19%. L'importanza appunto di questa situazione ha fatto sì che Regione Lombardia
36:45abbia creato un'apposita commissione di inchiesta sulla salute e sicurezza sul lavoro, di cui io
36:52faccio parte, che dopo tutta una serie di audizioni, naturalmente dall'istituzione
36:58alle organizzazioni sindacali, dovrà proporre proprio degli strumenti per intervenire su questa
37:06situazione, invertire la rotta e uno degli strumenti che proporremo sarà proprio quello
37:10dell'implementazione dello smart working. L'altro tema naturalmente legato a questo movimento
37:21dei lavoratori sul territorio è quello naturalmente ambientale, quindi anche qua
37:30purtroppo Regione Lombardia è sempre nella top ten delle regioni più inquinate e quindi
37:40con dei grossi problemi per quanto riguarda la qualità dell'aria. E spesso appunto i valori
37:45di PM10 e PM2,5 sono oltre i limiti indicati dall'Europa e quindi la Lombardia è una delle
37:54aree geografiche più inquinate di tutta Europa. Naturalmente appunto il problema della qualità
38:02dell'aria dipende, anche se non è l'unica, dal problema del trasporto su gomma. Purtroppo
38:10fra l'altro in Regione Lombardia il centrodestra tende a sottovalutare questo problema criticando
38:20anche i nuovi limiti che saranno introdotti nel 2030 dall'Europa invece di considerarli
38:30uno stimolo a essere più efficienti e efficaci da questo punto di vista. Quindi invece l'innovazione
38:36tecnologica da una parte e l'efficienza dell'organizzazione produttiva dovrebbe portare
38:42invece ad una diminuzione di queste esigenze di mobilità su gomma. Naturalmente questo va
38:51accompagnato con altre politiche come il potenziamento del trasporto su ferro, il prolungamento delle
38:57linee metropolitane, la promozione dell'intermobilità e della mobilità dolce. Insomma c'è da creare
39:05appunto un circolo virtuoso anche utilizzando lo smart working sia per migliorare la qualità
39:12della vita sia per migliorare appunto l'ambiente e la salute e sicurezza sul lavoro. Per quanto
39:17riguarda in particolare Regione Lombardia in ogni caso già nel piano regionale di sviluppo
39:242018-2023 lo smart working è stato indicato come uno strumento strategico per migliorare
39:31la qualità della vita e la competitività delle imprese. Regione Lombardia promuove ogni
39:37anno dei band di smart working rivolti soprattutto alle piccole e medie imprese per supportare
39:43appunto l'adozione di modelli organizzativi innovativi, l'acquisto di strumenti tecnologici
39:48e la formazione dei lavoratori. E ci sono sempre Regione Lombardia promuove appunto modelli
39:56di smart working diffuso proprio da incertivale sul territorio. Tra l'altro Regione Lombardia
40:05anche come istituzione ha strutturato anche dopo il Covid un piano organizzativo per garantire
40:11i servizi al cittadino prevedendo anche lo smart working dei propri dipendenti in particolare
40:17per quanto riguarda lavoratori fragili, disabili, caregiver e donne con figli minori di 14 anni.
40:23In ogni caso ha esteso anche lo smart working a tutti i dipendenti permettendo l'utilizzo
40:28dello smart working per otto giorni al mese. Venendo poi a un esempio particolarmente vittuoso
40:36che è quello del Comune di Milano. Il Comune di Milano già in fase pre-Covid aveva promosso
40:43le iniziative delle giornate dello smart working che poi sono diventate le settimane
40:49dello smart working accompagnandola poi all'organizzazione di eventi di cui potessero beneficiare
40:56le nuove imprese soprattutto piccole e medie promosse invece dalle aziende che lo smart working
41:02lo utilizzavano in maniera positiva. E naturalmente il trend, quindi la bontà di questo progetto
41:12è dato anche dal trend positivo dei numeri. Infatti sono state 53 mila le aziende che l'hanno utilizzato
41:21già nel 2019 rispetto alle 23 mila del 2018 con 446 aziende rispetto alle 408 del 2018.
41:32Quindi le ricerche svolte da AMAT, cioè l'Agenzia Comunale di Mobilità e da Bocconi hanno effettivamente
41:40sottolineato e confermato che l'utilizzo dello smart working porta a guadagnare appunto tempo
41:48della propria vita privata e contemporaneamente accresce l'efficienza, la motivazione e la produttività
41:54dei lavoratori. Ecco, il Comune di Milano quindi aveva iniziato già con, dicevo, nel 2019
42:04e a questo appunto progetto sullo smart working aveva affiancato anche grossi investimenti
42:13in dotazioni tecnologiche e formazione digitale del personale dipendente.
42:18Cosicché quando appunto siamo entrati in fase di covid, in brevissimo tempo l'amministrazione
42:27comunale è riuscita a mettere 7 mila lavoratori comunali in smart working e farli appunto lavorare
42:36efficientemente dal appunto da remoto. A proposito di quello che si diceva appunto della possibilità
42:45dei lavoratori di muoversi e di scegliere lo smart working, ma magari hanno il lavoro davanti
42:53a casa, l'Enea però diceva che già nel fase pre-covid su una ricerca su 5.500 dipendenti
43:01pubblici, rivelava che il tempo medio di spostamento era un'ora e mezza, esatto, e la distanza media
43:10più di 50 chilometri al giorno, quindi insomma è molto importante di intervenire. Quindi concludendo
43:19sicuramente lo strumento dello smart working è molto importante, già il sindacato diceva
43:26che ci sono però ampi margini di miglioramento, sicuramente incentivare gli accordi collettivi,
43:32sicuramente garantire il diritto alla disconnessione è una limitazione del potere, del controllo
43:37del datore di lavoro, investire in formazione digitale e equiparazione tecnologica per evitare
43:44appunto che lo smart working sia un privilegio di pochi, garantire la parità di accesso allo
43:50smart working, soprattutto per le fasce più deboli, le donne, le zone poco digitalizzate
43:57e un investimento sicuramente nella banda larga. Insomma lo smart working non è quindi solo
44:04un tema di produttività ma è una sfida culturale. Grazie.
44:08Grazie a Paola Pizzichini. Nunzia Catalfo, ex ministra del lavoro e delle politiche sociali
44:17del governo Conte II, voi avete affrontato la questione dello smart working in un momento
44:24emergenziale, in un momento in cui bisognava regolamentare lo strumento, malgrado appunto
44:31come abbiamo detto in precedenza, la norma non fosse adeguata al momento ma neanche a
44:39quello che sarebbe accaduto dopo. Voi siete intervenuti a un certo punto con un DPCM, avete
44:44dato una serie di regole, avete imposto una serie di regole. Ecco, da allora quali sono
44:52stati i cambiamenti, i passi avanti che sono stati fatti e cosa c'è da fare? Lascio quindi
44:58le conclusioni. Grazie, buongiorno a tutte e a tutti. Il tema di oggi è quanto mai attuale,
45:11è attuale per l'ambiente, è attuale per i lavoratori, è attuale per le aziende.
45:19come era la situazione nel 2019, quindi pre-pandemia. Lo smart working era lavoro da remoto, era poco
45:35utilizzato, bassissima percentuale, ce lo dicevano gli accordi depositati presso il Ministero del
45:43lavoro, sia in ambito privato che in ambito pubblico. Nella prospettiva di dover intervenire
45:54e aiutare comunque aziende, lavoratori a poter portare avanti i propri obiettivi all'interno della
46:06pandemia, in un momento di emergenza così importante, appunto con i DPCM abbiamo semplificato
46:17in quel momento la possibilità di utilizzo e provato ad agevolare lo smart working, il lavoro
46:26da remoto. Gli effetti sono stati più che positivi, quindi siamo passati da percentuali
46:33bassissime a percentuali altissime, oltre al 40% dei lavoratori è andato in smart working.
46:43E da lì comunque si sono visti quali potevano essere i benefici, che tipo qual era e quale
46:51poteva essere l'impatto sia su imprese, sia su lavoratori che su pubblica amministrazione.
46:57Un racconto lo voglio fare rispetto alla pubblica amministrazione, non è vero che non può
47:02lavorare o non raggiunge gli obiettivi il lavoratore pubblico che lavora da remoto e diciamo
47:11noi la siamo la prova costante che invece questo si può fare. Ricordo che in piena pandemia
47:19al Ministero del Lavoro tutti i lavoratori, quasi tutti, andarono in smart working, in quel
47:27caso lavoro da casa, però era necessario così a causa dei contagi e lavoravano e vi assicuro
47:36che hanno portato avanti tanti obiettivi anche abbastanza complessi e difficili. Quindi è
47:43sicuramente una modalità che non toglie responsabilità al lavoratore. Anzi, spesso, come abbiamo detto
47:54prima, bisogna stare attenti a non sovraccaricarlo di responsabilità e di non causare altri tipi
48:06di problemi come lo stress lavoro correlato. Quindi bene se in un momento in cui la prospettiva
48:17generale, tra l'altro diciamo che i lavoratori giovani arrivano prima di noi, prima delle norme,
48:23a quello che poi sarà il futuro. E la richiesta in generale di chi si approccia, di chi si sta
48:29inserendo nel mondo del lavoro, sicuramente è quella di richiedere una parte del lavoro
48:36in modalità remota, flessibile. E quindi è bene organizzarsi in tal senso. Cosa c'è da fare?
48:46Sicuramente il diritto alla disconnessione, ne abbiamo parlato, è da rivedere. C'è da regolamentarlo
49:00a livello di contrattazione collettiva, probabilmente. Sono d'accordo con l'ingegnere Cattani quando
49:13dice che questa è una modalità lavorativa di cui non bisogna avere paura. Ed è win-win-win.
49:22Quindi vinciamo tutti, vincono le aziende, anche in termini di produttività, oltre che di
49:29sostenibilità ambientale e sociale, vincono i lavoratori e vince l'ambiente. Io ci aggiungerei
49:36vince anche il sociale. Quindi noi parliamo di sostenibilità. Adesso un po' si sta rivedendo,
49:42però spero che si possa sempre più andare verso la sostenibilità ambientale e sociale.
49:48E questa modalità lavorativa va incontro proprio ad ambedue la sostenibilità. Quindi va incontro
50:00a quella ambientale, in quanto diminuiscono probabilmente anche le emissioni, diminuiscono
50:08l'utilizzo anche dei consumi energetici all'interno delle aziende. Va incontro alla sostenibilità
50:17sociale perché va incontro anche alla migliore qualità della vita e del lavoro del lavoratore.
50:25va incontro alla sostenibilità sociale in quanto può, potrebbe influire su una maggiore
50:32sicurezza e salute per i lavoratori. Ricordiamo, e l'avete ricordato voi stessi, gli incidenti,
50:40i tanti incidenti in itinere, tanti dei quali mortali. Siamo a circa 280, se non ricordo male,
50:48nel 2024 e quindi migliore qualità del lavoro, migliore qualità della vita, maggiore sicurezza
50:57nei luoghi di lavoro e quindi maggiore sostenibilità sociale. Ci può aiutare anche a ripopolare
51:07i comuni che sono stati, via via vengono abbandonati e quindi anche quello riguarda la sostenibilità
51:17ambientale e anche la dedizione anche al territorio e al non abbandono del territorio. Può anche
51:28far nascere, perché ricordiamo sempre che non è, non parliamo di lavoro da casa, non è
51:33home working, ma è lavoro da remoto, per cui possono anche nascere o essere riutilizzati
51:42spazi che normalmente non venivano utilizzati più, come abbiamo detto, biblioteche piuttosto
51:48che spazi di co-working e altro. Io spero che appunto si vada sempre più verso una diversa
51:58modalità organizzativa del lavoro, meno sono d'accordo verso solo la visione che serva solo
52:06come modo per conciliare i tempi di vita e di lavoro. Io ho un po' paura di questo e
52:11che si rivolga soprattutto a donne che hanno i carichi di cura e che poi magari fanno diventare
52:20lo smart working, il lavoro, da casa e nel frattempo di cura. E quindi quello sarebbe
52:25un carico sulle spalle in più sulle donne. Ottimo, ottimo, e io credo che le aziende
52:37potrebbero, al di là delle norme che ovviamente sono necessarie, però ottimo, l'indicatore,
52:45cioè gli indici che l'ingegnere insieme alle colleghe ha studiato e che ha individuato,
52:55perché quelli potrebbero anche essere utilizzati dalle aziende. Quindi sfatiamo questo mito
53:01che mandare i lavoratori in smart working può far calare la produttività o altro. Questi
53:10sono gli indici che le aziende potrebbero utilizzare per capire se realmente poi c'è un beneficio
53:17come di fatto c'è oppure no. Io penso che, quindi avevo preso degli appunti su una cosa
53:31che volevo dire ma non ricordo più, in ogni caso io credo che appunto i lavoratori, i cittadini
53:41vanno più avanti di noi. Il fatto che lasciano andare via una possibilità di lavoro pur avendo vinto
53:52un concorso per un pubblico impiego, questo ci deve far capire, ce la dice lunga, su che cosa è
53:59l'intenzione, qual è l'intenzione dei nostri giovani. Sicuramente va più verso la qualità della vita
54:07e quindi adattarci prima e capire le dinamiche e l'evoluzione del mondo del lavoro, del mercato del lavoro,
54:16coglierlo come possibilità, quindi governarlo, piuttosto che subire un processo che già è in itinere,
54:24perché camion si dimettono, l'ha detto anche Valentina, si dimettono e vanno in un altro posto di lavoro
54:30che gli offre maggiori possibilità, maggiore flessibilità e maggiore qualità della vita.
54:38Quindi è bene nell'ottica di win-win-win, cioè vince l'azienda, vince il lavoratore, vince l'ambiente,
54:46andare a mettersi ed inserirsi in una prospettiva di evoluzione sia dal punto di vista normativo
54:53sia dal punto di vista organizzativo e anche in modo tecnico perché possiamo anche misurare
55:00quali sono i benefici. Quindi i cambiamenti, appunto, io purtroppo poi ne ho avuto uno che ci ha portato,
55:10ho gestito, ho dovuto governare un cambiamento che ha davvero rivoluzionato tanto anche nel mondo del lavoro
55:17e soprattutto in quel momento difficile anche da gestire, però non bisogna aver paura,
55:22vanno governati e anche guardati con una prospettiva di fiducia e non di sfiducia.
55:30Quindi non è minore produttività ma è maggiore produttività.
55:33Cogliamola al volo perché se no subiamo l'evoluzione piuttosto che governarla.
55:39Grazie, annuncia Catarfo. Abbiamo tempo per delle velocissime domande, abbiamo circa 3-4 minuti,
55:50andando a sforare un po' con i tempi, se volete qualche collega ha qualche domanda da fare,
55:57se no possiamo chiuderla qui.
55:58Siamo stati puntualissimi.
56:07Doveva intervenire l'ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ma ha avuto degli impegni evidentemente
56:12quindi non ha potuto collegarsi, quindi gli interventi finiscono qui
56:17e se volete fare qualche domanda avete due minuti e mezzo per farla,
56:21però non mi sembra che siate interessati.
56:23e quindi vi ringrazio per essere intervenuti e vi salutiamo.
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