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  • 15/06/2025
Venezia, 15 giu. (askanews) - "Ammetto che ho sempre fatto fatica a prendere troppo sul serio il valore dei premi, a volte persino quando ero io stessa a riceverli. Allora perché oggi è diverso? Forse il valore di una cosa si coglie davvero soltanto quando quella cosa è minacciata". Si è aperto così il discorso di ringraziamento dell'attrice svizzera Ursina Lardi, premiata alla Biennale Teatro di Venezia con io Leone d'argento. Un discorso fortemente politico e appassionato. "Questa minaccia non riguarda me stessa - ha aggiunto - ma ciò che questo premio rappresenta: il rispetto e la stima per l'arte. Soprattutto in tempi come questi, con le destre estreme e libertarie ma anche con forze conservatrici più moderate che continuano a smantellare e annientare non solo i finanziamenti e le infrastrutture, ma le condizioni stesse che rendono possibile l'arte, fare teatro è diventato, di per sé, un atto politico. Il teatro, nel solo fatto di esistere, ci rivela come possiamo essere liberi. Ci impedisce di dimenticare ciò che l'uomo sa dell'uomo"."La classe politica - ha aggiunto Lardi - entra in scena a gambe larghe, brutale, virile fino al grottesco, quasi primordiale, disumana. L'impatto è enorme. Paura, terrore, ogni giorno, e quel tintinnio di sciabole che risuona dappertutto. E dappertutto risposte semplici a domande complesse. In un clima come questo, ogni pensiero sfumato, ogni volto sensibile, ogni gesto di tenerezza, ogni tono lieve e sottile si impone come una presenza dirompente. Disturba. E agisce come mezzo di contrasto".

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00:00Ammetto che ho sempre fatto fatica a prendere troppo sul serio il valore dei premi.
00:08A volte persino quando ero io stessa a riceverli.
00:14Allora perché oggi è diverso?
00:18Forse il valore di una cosa si coglie davvero soltanto quando una cosa è minacciata.
00:24Questa minaccia non riguarda me stessa, ma ciò che questo premio rappresenta, il rispetto e la stima per l'arte.
00:40Soprattutto in tempi come questi, con le destre estreme e libertarie, ma anche con forze conservatrici più moderate
00:49che continuano a smantellare e annientare non solo i finanziamenti e le infrastrutture,
00:57ma le condizioni stesse che rendono possibile l'arte.
01:01In tempi come questi, fare teatro è diventato di per sé un atto politico.
01:07Il teatro, nel solo fatto di esistere, ci rivela come possiamo essere liberi.
01:18Ci impedisce di dimenticare ciò che l'uomo sa dell'uomo.
01:23La classe politica entra in scena a gambe larghe, brutale, virile fino al grottesco,
01:29quasi primordiale a volte, disumana.
01:32L'impatto è enorme, paura, terrore ogni giorno.
01:38E' quel tintigno di sciabbole che risuona dappertutto.
01:42E dappertutto risposte semplici a domande complesse.
01:48In un clima come questo, ogni pensiero sfumato,
01:53ogni volto sensibile, ogni gesto di tenerezza,
01:56ogni tono lieve e sottile si impone come una presenza irrompente,
02:04disturba e agisce come mezzo di contrasto.
02:10E quindi, sì, ha una sua logica che oggi è politicamente in voga
02:15banalizzarci e tentare di prosciugarci.
02:19Ora, più che mai, noi, protagonisti dell'arte e della cultura,
02:25dobbiamo unirci, stringerci in solidarietà
02:29e opporci ai tentativi di metterci gli uni contro gli altri
02:32nelle imminenti lotte per la distribuzione delle risorse.
02:37Grazie.

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