Addio a Sly Stone, genio ribelle del funk che ha rivoluzionato la musica americana

Sly Stone, nato Sylvester Stewart a Denton, Texas, si è spento dopo una lunga malattia. Classe 1943, è stato una forza creativa che ha scosso le fondamenta della musica americana. Fondatore e frontman degli Sly and the Family Stone, fu tra i primi a mescolare funk, soul, psichedelia e rock in un linguaggio universale e innovativo. La band si distinse per la sua composizione multietnica e mista per genere, un riflesso del fermento sociale degli anni ’60. Canzoni come Dance to the Music, Everyday People e Thank You (Falettinme Be Mice Elf Agin) sono diventate inni della rivoluzione culturale. La musica di Sly parlava di unità, libertà e lotta, spesso con toni giocosi ma profondamente politici.
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Una vita vissuta tra genio, abusi e leggenda
Dietro la creatività, però, si celava una vita complicata. Dopo un’ascesa fulminea, la parabola di Sly fu segnata da problemi personali, abuso di sostanze e scelte autodistruttive. Negli anni ’70, mentre la band si dissolveva, l’artista sprofondava in un isolamento che ne minò la carriera. L’album There’s a Riot Goin’ On del 1971 è una testimonianza oscura e potente di quel periodo. Nonostante i suoi eccessi, la musica non lo abbandonò mai del tutto. Nel 1993 entrò nella Rock & Roll Hall of Fame, e nel 2006 ricevette un Grammy Award alla carriera. Nel 2024 aveva pubblicato un memoir, e aveva appena completato la sceneggiatura della sua biografia.
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L’eredità di Sly Stone ha plasmato intere generazioni
La portata dell’influenza di Sly Stone è incalcolabile. Da Miles Davis a Michael Jackson, da Herbie Hancock ai Beastie Boys, la sua musica è stata fonte d’ispirazione e spesso anche di campionamento. I Parliament-Funkadelic, Prince, Rick James, fino ai più recenti Black Eyed Peas e Dr. Dre, devono qualcosa alla sua visione. Il tributo del 2005 con artisti come Maroon 5 e John Legend ha suggellato l’ampiezza del suo impatto. Oggi, mentre la sua famiglia lo saluta con parole commosse, il mondo ricorda non solo un innovatore musicale, ma anche un uomo che ha saputo incarnare, nel bene e nel male, lo spirito ribelle e visionario di un’epoca.