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TG_BIKENEWS 22 MAGGIO
Bike Channel
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22/05/2025
Categoria
🥇
Sport
Trascrizione
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Sarà un finale di Tour de France decisamente diverso quello a cui assisteremo quest'anno
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a luglio. Dopo aver traslocato a causa Olimpia di Anizza l'anno scorso, la Gran Bucle riabbraccerÃ
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Parigi ma lo farà stravolgendo quello che dal 1975 è il suo consueto copione. Aso ha infatti
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annunciato che il finale della ventunesima tappa vedrà sì il traguardo dello storico
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circuito sui campi elisi ma anche tre tornate da 16,8 km ciascuna con all'interno la Cote
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Bout de Montmartre, una salita di 1,1 km al 5,9% che è stata tenuta a battesimo dai pro
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proprio l'anno scorso in occasione dei giochi olimpici nella Villumière. Le reazioni dei
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corridori a questa significativa variazione della passarella conclusiva non sono tardate
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ad arrivare e, nella maggior parte dei casi, non sono state particolarmente raggianti. È
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un peccato vedere il percorso modificato proprio prima del mio primo Tour de France. La giunta
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di Montmartre renderà le dinamiche di corsa diverse ma questo non significa che non possa
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esserci volata, tutto dipenderà da come la corsa verrà affrontata e anche dalla situazione
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di classifica, le parole all'equipe di Jonathan Milan a cui hanno fatto eco quelle di un altro
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sprinter di grido come Jasper Philipsen. Da velocista è un peccato vedere questa tappa
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cambiare e io onestamente non riesco a capire le ragioni per modificare una tappa che era diventata
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una tradizione magnifica. Il nuovo percorso farà sì che più corridori potranno vincere
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ma questo non significa che non possa comunque trionfare un velocista, tutto dipenderà dalla
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classifica. Molto più negativo invece il riscontro di Wout van Aert che non pare aver proprio
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preso bene l'inasprimento del tracciato. Non sono contento di questa modifica, credo che
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sia una scelta pericolosa, ha affermato l'alfiere del team Wismalisa Bike. Durante le Olimpiadi
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abbiamo affrontato quelle strade in 50 corridori, mentre questa volta ci sarà tutto il gruppo
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del Tour de France. Comprendo che l'organizzazione voglia approfittare di questo nuovo circuito,
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però in questi anni si parla sempre più di sicurezza e credo che questa scelta non ne
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tenga conto.
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Con l'undicesima tappa che ha portato la carovana da Via Reggio a Castelnuovo-Nemonti,
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il Giro d'Italia 2025 è arrivato al Giro di Boa. Sono infatti 10 le giornate di gara
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che mancano al termine della prima grande corsa tappe della stagione, un evento i cui esiti
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sono ancora totalmente incerti e dove in tanti nutrono legittimamente ancora sogni
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di gloria. Fra costoro viene indubbiamente anche Tom Pitcock che, come dimostrano le
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tre top 5 fin cui conquistate, ha sfiorato ma non raggiunto un successo di tappa.
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«Siamo solo a metà giro, c'è ancora molto da correre», ha dichiarato il britannico
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a Cycling News. «Nella frazione delle strade bianche mi sentivo davvero bene, avevo davvero
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grandi aspettative. Purtroppo non ho avuto la buona sorte della mia parte, ma non posso
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lamentarmi del mio Giro finora. A parte quel momento, infatti, ho avuto un sacco di fortuna
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nei giorni in cui ne avevo bisogno», ha detto Pitcock, quarto a Castelnuovo nei Monti, davanti
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a un corridore e gambernal che, come lui, ha assaggiato l'asfalto nelle ultime ore.
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«C'è ancora molto da fare al Giro e non vedo l'ora di continuare a lottare, di dare
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spettacolo», ha affermato il colombiano dopo l'arrivo dell'undicesima tappa. «Il futuro
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dipende molto da come vanno le mie gambe. Sono un po' amareggiato, ma vedremo. Ci sono
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ancora tappe difficili e sarei felice di non perdere tempo dai migliori. Migliori che dovranno
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verosimilmente vedersela con chi approcerà la seconda metà di Giro in maglia rosa, ovvero
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un sempre più sorprendente Isaac del Toro, il quale, proprio secondo Bernal, ha tutto
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per puntare al successo finale. Ringrazio Egan per ciò che ha detto, lui è uno dei miei
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più grandi idoli. Io però penso solo a migliorare, a recuperare più velocemente e ad imparare
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il più possibile dai miei compagni di squadra, in modo tale da crescere ogni giorno», ha dichiarato
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il messicano che ancora non si è reso bene conto di non star vivendo un sogno. «Non
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riesco a credere di essere su questa bici e di avere questi colori indosso, la maglia
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rosa, il casco. È pazzesco. Non si vede, ma a volte sorrido tra me e me, perché non
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riesco a crederci», ha chiusato con la semplicità che lo contraddistingue, il 21enne dell'UAE
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Team Emirates XRG.
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Entusiasmante novità per gli appassionati del gravel, come accaduto infatti per The Track a
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360 in Spagna qualche settimana fa, anche l'Unbound 200, una delle manifestazioni più
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rinomate e prestigiose della disciplina, sarà visibile per la prima volta attraverso una
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diretta streaming. In programma il prossimo 31 maggio, la gara statunitense, già rivattezzata
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il Super Bowl del gravel, sarà coperta da un totale di 7 ore di trasmissione, comprendenti
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un live show prima del via, le immagini delle prove maschili e femminili, le premiazioni e le
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interviste dopo il traguardo. Con una narrazione dell'evento in tempo reale, i commenti di alcuni
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esperti e un pubblico globale sempre più disposto a sintonizzarsi, ci impegniamo a rendere
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questa gara iconica ancora più accessibile e coinvolgente, ha dichiarato Kimo Seymour,
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il responsabile media della società organizzatrice della corsa Lifetime. La notizia, chiaramente,
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è una manna per la diffusione e la popolarità sempre maggiori del gravel e per i suoi praticanti
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in tutto il mondo, i quali, da casa, tra dieci giorni, potranno gustarsi le geste di alcuni
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dei maggiori interpreti della specialità . Fra questi però non vi sarà il vincitore dell'edizione
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2024 di Unbound 200, la Clan Morton, visto che il portacolori dell'AF ha optato per una
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questione di motivazioni, sulla prova più lunga e impegnativa fra quelle del programma
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di Unbound, ovvero la XL. Ho già vinto Unbound 200 e non c'è niente che possa fare per vivere
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una giornata più bella di quella con la vittoria dell'anno scorso e per questo ha senso lanciarmi
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nella XL, ha detto a Cycling Weekly, l'australiano, il quale, dunque, si misurerà su un tracciato
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di 563 chilometri e più di 5000 metri di slivello attorno alle Flint Hills di Kansas.
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