Mille metri cubi di rifiuti sepolti da oltre cinquant’anni sottoterra, in mezzo al bosco dell’Alto Mugello. Tonnellate di plastiche affossate nella terra. Siamo a pochi chilometri dal comune di Palazzuolo sul Senio, in provincia di Firenze. La frana dello scorso 16 marzo ha fatto crollare un pezzo di strada e ha aperto uno squarcio nel terreno, scoperchiando montagne di sporcizia.Dopo una ricerca storica, si è scoperto che quella sporcizia era stata sversata nel 1971. Era l’anno in cui Firenze fu investita da un’emergenza rifiuti, tanto che si arrivò ad un accordo tra il comune di Palazzuolo e l’Asnu (la società che gestiva i rifiuti) per buttare nel bosco alcuni camion pieni di plastiche, al fine di alleggerire il carico sul capoluogo toscano. In cambio di uno spazio in cui depositare i rifiuti, Asnu versò 4 milioni nelle casse del Comune e promise di versare ulteriori 2 milioni di lire al mese per la durata dell’uso della discarica. Lo scarico dei rifiuti potrebbe essere andato avanti per almeno un mese. Un atto che di fatto non era illegale, a quei tempi, ma contro cui protestarono tantissimi abitanti della zona, fino ad arrivare ad occupare il Comune di Palazzuolo. A raccontare gli eventi è Giancarlo Grifoni, allora operaio e attivista per l’ambiente: «Ricordo questi camion che sversavano chili di rifiuti in mezzo al bosco, insieme ad altri operai andai ad occupare le stanze del Comune, ci fecero entrare senza alcuna difficoltà, poi finalmente i camion si fermarono». Ma si fermarono dopo che diversi quintali di rifiuti erano già stati sversati. Poi vennero ricoperti, ma adesso la frana li ha riportati alla luce. E quindi, nei giorni scorsi, è cominciata la rimozione. Ci vorranno almeno due mesi per pulire tutto. Ma c’è il rischio di altre discariche simili nei paraggi. I carabinieri forestali stanno perlustrando il territorio. I residenti della zona hanno paura di potenziali rischi sanitari, ma Arpat, l’agenzia toscana per la protezione dell’ambiente, ha rassicurato tutti giudicando buono lo stato di salute delle acque del torrente Rovigo e dei fiumi attorno. «Il rischio – ha detto il sindaco di Palazzuolo sul Senio Marco Bottino – è semmai per l’ecosistema circostante, ci saranno studi approfonditi su questo sempre da parte di Arpat». Nei giorni scorsi, nel tratto di bosco interessato c’è stato un sopralluogo della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. Erano presenti il presidente della Commissione, deputato Jacopo Morrone (Lega), e la senatrice Simona Petrucci (Fratelli d’Italia). «Abbiamo chiesto agli enti preposti l’analisi delle acqua del rio Rovigo e dei fiumi attorno per capire le conseguenze sulle acque dello sversamento dei rifiuti - ha detto Morrone - Potrebbero esserci altri siti con rifiuti coperti, ad oggi non è stato rivelato nulla, ma dobbiamo capire se lo sversamento negli anni Settanta è stata una pratica una tantum oppure una pratica usuale».