Scene, anatomia di un crimine Pt. 9

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Transcript

00:00Chiara Petrolini può uccidere ancora. Sulla base di queste parole i giudici del riesame hanno stabilito che la misura cautelare

00:07corretta è quella del carcere. Il rischio è troppo alto, i domiciliari non bastano. Chiara Petrolini deve tornare dietro le sbarre.

00:16Queste sono state le rasioni che hanno spinto i giudici del riesame nelle motivazioni

00:21depositate lo scorso martedì. Io sono Anna Vagli e questa è Scena. Anatomia di un crimine.

00:30Ma chi è davvero Chiara Petrolini? Una giovane ragazza

00:35incapace di fronteggiare ai problemi e alle difficoltà della vita? Oppure una donna senza scrupoli

00:42disposta a tutto pur di vivere la sua vita serenamente? La sua personalità appare come

00:49spiccatamente

00:50narcisistica, in grado di manipolare chiunque le sia intorno, la famiglia ed il fidanzato.

00:56Un'identità narcisistica, ma anche ad elevato funzionamento sociale.

01:01Chiara Petrolini è stata in grado di costruirsi due vite parallele,

01:07manipolando e ingannando chiunque l'era intorno.

01:12Nonostante le due gravidanze

01:15consumate a poco più di un anno di distanza l'una dall'altra, Chiara Petrolini non ha mai

01:22mostrato un segno di cittadinanza.

01:24Non ha mai mostrato un segno di cedimento nelle sue attività quotidiane.

01:29Eccellente all'università,

01:31considerata ancora una brava babysitter e persino una fidanzata perfetta,

01:37prima, durante e dopo aver sepolto i suoi figli nel giardino di casa.

01:43Lucida e cattiva, ha agito però in modo premeditato e sfrontato.

01:55Intanto il 2 dicembre è stata dissequestrata la villetta di Traversetelo, ormai nota come la villetta degli orrori.

02:03Il cerchio quindi si sta chiudendo.

02:05Chiara Petrolini è un'analfabeta emotiva, cioè una persona incapace di provare empatia e

02:13compassione per entrambi i figli che ha sepolto come se fossero rifiuti nel giardino di casa sua. Per queste ragioni i giudici del riesame

02:21hanno deciso che per lei debbano riaprirsi le porte del carcere.