Sorrisi, passi di danza, palloni tra le mani. In quel video, cancellato in fretta, c’era un frammento di libertà: le giocatrici della nazionale femminile di basket iraniana che ballano. Un gesto semplice, ma non per la Repubblica Islamica, che ne ha imposto la rimozione alle piattaforme social dell’Asia Cup e alla FIBA, Federazione Internazionale di Basket. La motivazione ufficiale dell'Iran è stata chiara: «Danza non in linea con la religione». Il filmato è rimasto online solo poche ore, ma il suo eco continua, diventando simbolo di una resistenza femminile che non può essere silenziata con un clic.
[idgallery id="2535518" title="Iran, la fotografa Forough Alaei dichiara guerra agli stereotipi di genere"] Il video delle cestiste censurato su richiesta del governo iraniano Le immagini mostravano un gruppo di giovani atlete che si divertono in un video di presentazione con movimenti ritmati e gioiosi, in quello che, in qualsiasi altra parte del mondo, sarebbe sembrato un momento di allegria condivisa. Ma non in Iran. La federazione locale ha subito chiesto la rimozione del contenuto, e la FIBA ha accettato. La motivazione fornita dalle autorità parla di «sensibilità religiosa». Dietro questa formula vaga, si nasconde il controllo costante sul corpo e sull’espressione delle donne in uno degli stati più repressivi sul piano dei diritti femminili.
[idarticle id="2584298,2322079,2252428" title="L'urlo della resistenza civile iraniana: «Basta guerra, basta uranio, basta dittatura»,Narges Mohammadi agli iraniani: «Protestate, la guerra contro le donne va fermata»,Le madri iraniane ora sono accanto alle figlie"] La denuncia dell’attivista: «È complicità, non rispetto» A intervenire sulla vicenda è stata Masih Alinejad, giornalista e attivista iraniana naturalizzata statunitense, da anni voce delle donne che in Iran subiscono violenze e restrizioni. Il suo messaggio, pubblicato su X, è diretto: «La censura non è rispetto per la cultura. È complicità». Alinejad sottolinea una verità spesso ignorata dalla diplomazia internazionale: il rispetto per le culture non può giustificare la negazione dei diritti fondamentali. Il suo post ha rilanciato il caso, riportando al centro la questione della libertà femminile in Iran.
[idgallery id="1171205" title="Iran, le donne tra passato e futuro"] In Iran la danza femminile è ancora un tabù In Iran, le donne non possono ballare in pubblico, né cantare né esprimere la propria gioia liberamente. Le regole imposte dal regime plasmano ogni aspetto della vita quotidiana. Anche un gesto come ballare con un pallone da basket viene considerato trasgressivo. Le giocatrici, con la loro danza spontanea, hanno infranto un tabù senza volerlo. Eppure, quel gesto è stato sufficiente per attivare la macchina della censura.
[idarticle id="2131095" title="Masih Alinejad: «Le donne iraniane stanno facendo la loro parte a costo della propria vita»"]
Ciò che altrove sarebbe stato un siparietto divertente, in Iran si trasforma in un affronto all’ordine costituito. Per questo, il video è stato rimosso. Tuttavia, l’impatto mediatico non si è fermato. La scena è stata condivisa, commentata, analizzata. Anche se cancellata, ha parlato al mondo di cosa significhi essere donna oggi in Iran: vivere sotto sorveglianza costante, in un contesto dove anche la felicità può diventare un pericolo.
[idarticle id="2312438,2579145" title="Caitlin Clark, a 22 anni, infiamma gli stadi con la sua ''perfezione nella pallacanestro'',Perché l'Iran vieta di portare a spasso i cani (e perché, invece, nel Paese sono sempre di più)"] Le cestiste dell'Iran in Coppa d’Asia Nel frattempo, la nazionale femminile iraniana continua a vincere sul campo. È in testa al Gruppo B della Divisione B della Coppa d’Asia. Un risultato sportivo importante, che tuttavia resta in secondo piano rispetto al peso simbolico delle immagini oscurate. Le giocatrici, senza volerlo, sono diventate simbolo di una battaglia che supera il basket. Hanno mostrato che anche un passo di danza, se compiuto al momento giusto, può diventare un atto rivoluzionario.