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https://www.pupia.tv - Roma - Autori a confronto - Conferenza stampa di Martina Semenzato (26.06.25)
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NovitàTrascrizione
00:00Buongiorno a tutti, benvenuti a questo incontro di autori a confronto.
00:06Siamo qui nella sala stampa della Camera dei Deputati e questa iniziativa è promossa dall'onorevole Martina Semenzato,
00:15Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere.
00:21Grazie Presidente, oggi siamo qui a presentare due libri, Le tre facce della violenza di Francesco Longobardi e Noemi Longobardi
00:32e La prevenzione dei femminicidi, soggetti che si odiano di Giuseppe D'Amore.
00:39Questo è un incontro che fa parte del taccuino degli appuntamenti contro la violenza di genere
00:45ed è un incontro particolare perché è il primo di una serie di incontri che vedrà degli autori che parlano di violenza di genere.
00:53Chi segue normalmente questi appuntamenti avrà visto che di solito ci sono delle autrici,
00:59però come spesso è stato ripetuto il tema della violenza di genere riguarda sia donne che uomini
01:06e quindi in questo caso sono anche gli uomini che parlano di questo tema.
01:12Prima però di iniziare a entrare all'interno proprio di quanto scritto nei due libri,
01:22lasciare la parola alla Presidente Semenzato per un breve intervento.
01:26Grazie, buon pomeriggio a tutti e a tutte.
01:29Io ringrazio che siete qui in questa giornata fresca ed autunnale
01:33e ringrazio soprattutto i nostri autori, Francesco Longobardi e Noemi Longobardi che oggi è l'infiltrata
01:43e ringrazio Giuseppe D'Amore.
01:47Naturalmente ringrazio Domenico Cavazzino che è il nostro moderatore.
01:52Io sono particolarmente orgogliosa oggi.
01:54Permettetemi però anche di ringraziare Rosa Pestilli,
01:57la Presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Abruzzo
02:01e Antonella Luciani, componente della Commissione Pari Opportunità della Regione Abruzzo
02:05che vengono da un straordinario evento fatto ieri, on the road,
02:10insomma sulla sensibilizzazione della presenza femminile in diversi settori
02:16e quanto la violenza di genere si combatta attraverso l'empowerment,
02:21l'indipendenza e l'autonomia delle donne.
02:22Quindi le ringrazio.
02:23C'era presente ieri la Ministra Roccella,
02:25c'era presente la collega della Commissione Capogruppo Lancellotta,
02:29quindi un impegno robusto a cui avrei voluto partecipare
02:32ma ieri è stata una giornata croccante per me
02:35perché insomma devo dirlo con grandissima soddisfazione
02:38è stata approvata all'unanimità la mia legge per la lotta contro il body shaming
02:42che ci riguarda tutti.
02:44Dicevo grazie, dicevo che oggi sono particolarmente orgogliosa
02:48perché io ho dato vita fin dall'inizio della mia presidenza,
02:53una presidenza di cui ho l'onore di presiedere ma ho anche l'onere,
02:57lo dico sempre perché ha a che fare con il dolore quotidiano delle donne, sempre.
03:03Ma ho l'onore di presiedere e quindi ho voluto portare un po' della mia vita,
03:06del mio lavoro di comunicazione e di marketing,
03:10ho dato vita a questo tacuino che si chiama
03:12Nuovi linguaggi contro la violenza di genere
03:14perché io ritengo che la violenza di genere abbia bisogno di nuovi linguaggi
03:18che parlano senza ombre e dubbio agli adulti
03:20ma che parlano soprattutto ai giovanissimi.
03:23E poi questo tacuino abbiamo dato vita ad una divisione specifica
03:29che riguarda i libri.
03:30Io sono una grande amante dei libri, vengo da un liceo classico,
03:34io sono amante dei libri oggi un po' in maniera anacronistica cartacea,
03:38io devo toccarli, ne devo sentire l'odore,
03:40poi io dico sempre attenzione, i libri a un certo punto
03:43non sono più di chi li scrive, sono di chi li legge,
03:46quindi invito sempre a leggerli.
03:48E questa tacuino ha avuto questa sottosezione
03:53che è autrici a confronto,
03:56perché di violenza di genere se ne occupano quasi sempre le donne.
04:01E io invece dico, la violenza di genere non è una questione femminile,
04:05è una questione maschile e se ne dovrebbero occupare di più gli uomini.
04:09Tanto che poi io ho sempre voluto che la moderazione
04:12fosse affidata ad un giornalista uomo,
04:15e di questo sono grata perché qui ce ne sono due
04:18che ci seguono, sono loro che moderano sempre gli interventi al femminile.
04:23Però oggi iniziamo, prima un capitolo importantissimo
04:26che mi ha fatto capire, scusate il gioco di parole,
04:29quanto importante sia il lavoro che abbiamo fatto fino adesso,
04:32perché in questa commissione arrivano sempre più spesso
04:35libri con gli autori al maschile
04:38e sempre più spesso all'interno dei nostri panel,
04:42dei nostri eventi, ci sono relatori maschi.
04:47E questo fa capire che la strada allora di questa sensibilizzazione continua,
04:51di questa comunicazione continua,
04:53sta finalmente parlando il linguaggio giusto,
04:55che è quello degli uomini sulla violenza di genere.
04:57Dico sempre, io spero che nella prossima legislatura
05:00il presidente della commissione femminicidio e violenza di genere
05:04sia un collega uomo, perché allora lì cominceremo veramente
05:08a scardinare questi che sono i meccanismi tossici degli stereotipi.
05:12Quindi io ringrazio questi autori, ringrazio Francesco Longobardi e Noemi,
05:18le tre facce della violenza, ringrazio Giuseppe D'Amore,
05:22la prevenzione dei femminicidi, soggetti che si odiano,
05:26perché poi, lo dico sempre, il grande problema della violenza di genere
05:30è che ha a che fare con i sentimenti, purtroppo.
05:34Perché la mano dell'uomo maltrattante è la mano che avevi scelto
05:37come compagno, come marito, con cui avevi condiviso la scelta di una casa,
05:43spesse volte i figli, e quindi non è facile.
05:45Per cui io dico sempre, attenzione, no al giudizio,
05:48perché nella vita è anche una questione di fortuna, no?
05:52Perché tutti innamori di una persona e nel proseguo del tempo
05:55emergono delle criticità che forse, obnubilate dal sentimento,
06:00non ci siamo accorti prima, anche se oggi diciamo sempre
06:03attenzione ai segnali, soprattutto alle giovanissime,
06:07attenzione ai segnali, perché quando qualcuno ti chiede
06:09di controllare il telefono, o ti chiede la geolocalizzazione,
06:14ti chiede in maniera insistente cosa fai, dove sei,
06:16o indirizza la tua vita dicendoti questo sì, questo no,
06:19forse dobbiamo cominciare a riconoscere dei segnali di possesso e di controllo.
06:26Poi voi sapete, e poi mi taccio, perché la parola deve essere lasciata
06:29ai nostri autori, io vengo dal mondo dell'impresa,
06:33sono stata 25 anni nel mondo dell'industria,
06:38come presidente di diverse società, la prima presidente donna di Confindustria
06:42della sezione vetro, e quindi con grande soddisfazione,
06:46per cui ho voluto portare all'interno della mia commissione,
06:49insieme ad altri 15 punti programmatici, di cui uno riguarda anche lo sport,
06:55perché ovviamente ho visto delle prefazioni importanti,
06:59quello della violenza economica, violenza economica, indipendenza economica,
07:04lavoro ed empowering, perché penso che una donna economicamente libera
07:08riesca ad uscire da quelle situazioni di difficoltà molto più in fretta
07:13che una donna che non ha i mezzi. E quindi, oltre che sull'indipendenza economica,
07:17io sono promotrice di una legge per l'istituzione dell'economia di genere
07:21fin dalla materna, è anche fondamentale, e qui me le confermono le signore
07:26che ho citato prima, che le donne sappiano anche quali strumenti
07:30hanno a disposizione economici e finanziari per uscire, perché tantissime volte
07:34non sono a conoscenza del reddito di libertà, del microcredito di libertà,
07:39o le nostre aziende, le nostre virtuosissime aziende, non sanno che possono assumere
07:43le donne con degli sgravi fiscali vittime di violenza, con degli sgravi fiscali
07:47piuttosto che la sospensione del mutuo o il trasferimento in un'altra sede.
07:52Quindi è importante. Oggi, dicevo prima, siamo una giornata completamente
07:56decontestualizzata, siamo il 26 giugno, dal 25 di novembre e dall'8 di marzo,
08:01eppure parliamo di violenza di genere, parliamo di sensibilizzazione.
08:05Ecco, questa è la strada giusta. Parlarne sempre, parlarne in cortessi diversi,
08:10parlarne con strumenti diversi, arrivare a più persone e portare a casa
08:14un pezzetto della nostra lotta quotidiana. Quindi ringrazio tutti voi,
08:17ringrazio questi autori e ringrazio per aver dato la possibilità
08:22alla mia commissione di parlare di voi. Grazie.
08:25Grazie Presidente. Allora adesso entrerei proprio nella presentazione di questi libri
08:37e diciamo che entrambi i libri, sia la prevenzione dei femminicidi che le tre facce della violenza,
08:44sono scritti da autori ma hanno anche qualcosa a che fare con le donne.
08:49in primis proprio nella stesura per le tre facce della violenza, perché Noemi Longobardi è coautrice del libro
08:57e poi per quanto riguarda invece la prevenzione dei femminicidi, perché è stato scritto su
09:02Impulso, diciamo, della figlia di Giuseppe D'Amore, che dopo i precedenti due libri,
09:11che sono soggetti che si incontrano, soggetti che si amano, ha detto però
09:16oggi ci sono tante persone che si odiano, ci vorrebbe un terzo libro, quindi questo terzo libro
09:22soggetti che si odiano, la prevenzione dei femminicidi. Io però vorrei partire con le domande
09:29per i nostri autori un po' dalla fine, diciamo alla fine di questi incontri si parla sempre
09:33che per prevenire la violenza di genere bisogna puntare sull'educazione e sull'educazione dei giovani
09:39e proprio sull'educazione questi due libri si concentrano molto. Quindi chiederei intanto
09:45a Francesco Longobardi, partirei proprio da questo punto, in che modo si possono allontanare
09:51i rischi che una volta adulti questi ragazzi non percorrano la strada della violenza?
09:56Non è semplice, non è mai semplice, nessuno ha la bacchetta magica, però su un punto
10:06possiamo convergere tutti, che la violenza va prevenuta e contrastata all'interno delle
10:13famiglie, perché il primo contenitore educativo alle pari opportunità è la famiglia. Infatti
10:20le tre facce della violenza nasce al fatto che il bambino sin dalle prime ore di vita capisce
10:26in che tipo di famiglia è nato. Se trova una famiglia armoniosa, se trova l'amore in
10:33famiglia, lui crescerà nell'amore e darà amore. Se nasce in una famiglia retigiosa, purtroppo
10:39apprende questo modo e per lui diventa un format e quindi lo porta avanti nell'età adolescenziale
10:48e in età adulta. Quindi la violenza nasce e cresce nello sviluppo del bambino, del ragazzo.
10:55Quindi noi dobbiamo partire dalla base. Infatti si parla spesso di contrastare la violenza.
11:01Si fanno tante cose per contrastarla e per reprimerla, però poco si fa per la prevenzione.
11:10E noi oggi dobbiamo preoccuparci perché la cosa più preoccupante è che la violenza sia
11:16abbassata come fascia di età. Non si può morire a 14 anni, nella maniera più assoluta.
11:20questo deve far riflettere tutti, indipendentemente dall'istituzione, ma deve far riflettere la
11:25prima istituzione che è la famiglia. Quindi noi dobbiamo responsabilizzarsi a educare i nostri
11:32figli alle pari opportunità, quindi alla parità di genere e rispettare sia l'uomo che la
11:40donna. Perché la violenza, stiamo parlando oggi della violenza sulle donne, ma la violenza
11:45non ha sesso. Questo è la cosa che dobbiamo riflettere sulla responsabilità genitoriale.
11:52È molto importante.
11:53Ecco, proprio sulla responsabilità genitoriale, lei nel libro si dice che oggi ci sono genitori
12:03molto più presenti rispetto al passato, ma meno educatori. È un po' un paradosso questo.
12:09Come si può fuggire da questo paradosso?
12:11Sì, perché si è parlato molto della famiglia patriarcale e quindi la nuova generazione
12:21genitoriale ha voluto un po' prendere la distanza dalla parte arricchia o la materia arricchia,
12:29però si è dimenticata quei valori educativi. Oggi purtroppo non siamo più predisposti a
12:39educare i nostri figli. Le nostre lebolezze degli adulti decadono sui figli. E questo è
12:45una cosa che purtroppo fa crescere i giovani, perché la tecnologia non possiamo bloccarla.
12:53Non si può contrastare. La tecnologia deve andare avanti. Il progresso è questo. Però
12:58poi noi dobbiamo assumerci le responsabilità che un figlio non ci ha chiesto di essere messo
13:02al mondo, ma l'abbiamo messo al mondo. Quindi assumerci questa responsabilità.
13:06Posso fare un inciso? Io sono perfettamente d'accordo con Francesco sul fatto che si è
13:14perso il ruolo genitoriale. Io parlo spesso di patto di corresponsabilità e metto al primo
13:19posto la famiglia. Famiglia, scuola, società civile e politica. E la politica la metto
13:24scientemente all'ultimo posto, non per uno sgravio di responsabilità, ma perché io penso
13:28che debba necessariamente funzionare tutta la filiera. Oggi abbiamo perso il valore del
13:33no. E quindi all'interno delle nostre famiglie il no non esiste più. E cerchiamo di demandare
13:39gli aspetti educativi a terzi. Devono essere le istituzioni, deve essere la scuola. Però
13:44per converso delegitimiamo di autorevolezza la scuola, ad esempio la figura dei docenti
13:51e dei professori. Io faccio sempre questo caso, che peraltro è successo in Veneto a Rovigo,
13:56di questo ragazzo che ha sparato dodici pallini in faccia alla propria insegnante a scuola.
14:02Adesso io non so di voi quanti hanno i figli e se insieme alla merendina mettono anche una
14:06pistola a scacciacani, insomma quello che è stato tutti i giorni. E questo ragazzo è stato
14:15bocciato. Ovviamente che mi sembra il minimo, perché ravvisiamo senza ombra di luce un reato.
14:22La famiglia ha fatto ricorso al TAR, perché dice non c'era correlazione tra l'atto violento e il
14:28rendimento scolastico, perché questo ragazzo a scuola andava bene, la famiglia ha vinto il
14:32ricorso. Ora, quale indirizzo possiamo dare a quella professoressa che si ritrova un ragazzo
14:40che ha commesso un atto terribile e è rimasto impunito, addirittura reintegrato nella scuola.
14:46Allora io penso che il processo di riappropriazione genitoriale sia fondamentale. Anche quello di
14:53insegnare innanzitutto ai figli il pensiero critico, di far capire che esistono delle regole per
15:01l'utilizzo dei telefonini e soprattutto dei social e quindi i primi che devono dire no sono i genitori
15:08e a stare al mondo te li insegna la famiglia. Dopodiché tutto il resto deve funzionare, però
15:14la scuola deve essere un amplificatore di valori, devi essere sentinella del malessere e del benessere
15:20dei nostri ragazzi, ma non posso pensare che debba essere un professore, cioè un soggetto terzo
15:26a dover insegnare il rispetto a mio figlio. Io sono il primo agente educativo e mi devo prendere
15:35anche la responsabilità. Dopo certo là dove non arriva la famiglia per qualsiasi motivo
15:40anche di difficoltà ambientale, sociale, ovvio deve arrivare tutto il resto, ma nella maggior
15:46parte dei casi le famiglie devono indirizzare. Quindi su questo sono perfettamente d'accordo
15:53perché poi le pene non riusciranno a risolvere il femminicidio che è l'epilogo più drammatico
16:01e la violenza di genere. Anche se le pene sono fondamentali, devono essere puntuali,
16:07certe e per quanto mi riguarda senza sconti. Però dobbiamo lavorare sul grande tema della
16:11prevenzione. La prevenzione nasce in famiglia, quindi dottor Longobardi, io su questo sono
16:16perfettamente d'accordo e anche sono una grande sostenutrice di non demandare a terzi.
16:21Anche quello di essere genitori più vigili e più attenti. Di che cosa succede alle nostre
16:28ragazze e di che cosa succede ai nostri ragazzi.
16:36Rimanendo su questo tema, sempre dell'educazione, del rapporto di cosa spiegare ai ragazzi, nel
16:46libro di Giuseppe D'Amore, La prevenzione dei femminicidi, c'è una parte che è dedicata
16:52proprio ai femminicidi e al patriarcato. In cui si dice, si parla sempre appunto di educare
17:00i giovani, ma questa educazione da chi dovrebbe essere fatta? Normalmente dagli adulti. Adulti
17:06che però vivono in questa società dove interisa dal problema dei femminicidi. Questo che cosa
17:14comporta? Comporterebbe la creazione di una sorta di circolo vizioso. A volte può capitare
17:21che adulti violenti vadano a insegnare a dei giovani che diventeranno così dei giovani
17:27violenti e il circolo si ripete. Quindi come si può uscire da questo?
17:35Innanzitutto volevo ringraziare tutta la Commissione e la Presidente di questa occasione per l'invito
17:41a poter parlare dei contenuti di questo libro. Quindi grazie di cuore. Questa domanda
17:47è molto importante per me, perché la possiamo riallacciare alle cose che diceva Francesco
17:52e la Presidente, perché nel libro io cito una studiosa, Pincola Estelles si chiama, che
17:59fornisce per me una definizione di cosa sia la cultura o la società molto importante,
18:06perché lei dice che la cultura dove noi viviamo è la famiglia della famiglia. Quindi
18:12se i bambini, come dice Francesco, vengono educati dalla famiglia nucleare, quindi pensiamo
18:17ai genitori, ai fratelli, ai nonni, quelli che stanno là, poi questa famiglia viene educata
18:22dalla società che sarebbe la famiglia della famiglia. Quindi io nel libro, in questo senso
18:29ci sarebbe una circolarità, come lei mette bene in evidenza. Per rompere questa circolarità
18:35per me, che vengo da una cultura psicoanalitica, io mi occupo sostanzialmente di psicoterapia
18:41di coppie, l'azione da fare, preventiva, sarebbe sviluppare un'autoconsapevolezza della
18:49soggettività umana, quindi aiutare tutti a partire dalle scuole, ovviamente questo lo
18:53dopo è scontato, a sviluppare una cosa che noi psicoanalisti chiamiamo autocoscienza
18:58o coscienza di se stessi, che è quella attività che ci permette di riconoscersi soggetti attivi
19:05e proprietari dei nostri comportamenti. Per essere ancora più preciso, io faccio questa
19:10metafora, per me questa è una metafora, e dico se noi diventiamo soggetti, cioè proprietari
19:18delle nostre iniziative comportamentali, allora possiamo decidere in qualsiasi istante se
19:23nei confronti dell'altro possiamo emettere una carezza o agire con uno schiavo. Quindi
19:30per me rompere il cerchio si può se attiviamo dei percorsi come questo, formativi in generale,
19:38di prevenzione, che aiutano le persone a sviluppare questa consapevolezza della propria soggettività.
19:45Diciamo ad aiutare questa consapevolezza molto spesso ci possono essere anche degli
20:01aiuti esterni che possono essere dati da altri mondi, vuoi lo sport che è ben rappresentato
20:09all'interno del libro Le tre facce della violenza, quale sia il ruolo dello sport nell'educazione
20:15e anche il ruolo di associazioni che possano aiutare e supportare. Per esempio, Le tre facce
20:24della violenza presenta il ruolo dell'associazione Medea, creata da appunto Francesco e Noemi
20:30Longobardi e vorrei appunto chiedervi di questa associazione di cosa si occupa e poi anche la parte
20:37riguardante lo sport. Quindi cosa può fare lo sport per aiutare a prevenire la violenza di genere?
20:45Allora, io rappresento l'organizzazione Medea, sono il presidente nazionale, gestiamo sportelli
20:56istituzionali di ascolto psicologico, sia per quanto riguarda gli adulti, sia per quanto riguarda
21:03le scuole e i ragazzi. Medea è un ente non governativo della Camera dei Deputati, infatti
21:08siamo spesso qui a organizzare eventi sia per i parlamentari ma per la società civile.
21:17Cerchiamo di diffondere quanto più possibile la cultura non violenza. Da due anni a tre anni
21:25a questa parte abbiamo spostato l'attenzione, oltre al fatto di continuare a dare sempre
21:30un supporto psicologico e un'assistenza legale a tutte le vittime, ma abbiamo spostato proprio
21:36la nostra attenzione sulla prevenzione. Quindi siamo impegnati in prima linea proprio sulla
21:46responsabilità genitoriale e i ragazzi. Io qualche settimana fa ero al carcere Fornelli
21:51di Bari, in carcere minorile. Pobre, ho avuto un incontro con il direttore perché la cosa
21:56importante è perché c'è stato anche un omicidio, poco a Pescara, di un ragazzo, Christopher
22:04Thomas, ucciso da un suo coetanio a 17 anni, un omicidio che se ne è parlato tanto e quindi
22:10volevo anche capire all'interno delle carceri quali sono i progetti di recupero dei minori
22:15per l'inserimento sociale quando si finisce la detenzione. Perché anche di questo ci
22:22dobbiamo preoccupare. Ma soprattutto siamo impegnati anche sui territori per cercare di
22:29concrezzare. Abbiamo fatto un evento proprio a Bari, nel Consiglio Comunale di Bari, proprio
22:35sulla devianza giovanile delle baby gang, che è un fenomeno che non è più un fenomeno,
22:40adesso è una realtà, che è stata annagliando tutte le amministrazioni comunali e tutti i
22:44territori. E quindi ci domandiamo e cerchiamo di coinvolgere sempre più i genitori perché
22:53si devono assumere le proprie responsabilità, perché non è possibile che un ragazzo di 12
22:56anni, 13 anni, giri con un cortello o comunque in stato di umbriaghezza. Qualche settimana
23:03fa proprio il responsabile del pronto soccorso di Napoli chiedeva aiuto perché la fascia
23:10di età di ragazzi che arrivano al pronto soccorso in condizione di alcol etilico si abbassava.
23:19Quindi è una cosa molto preoccupante. E se noi non interveniamo oggi sui nostri giovani,
23:25purtroppo non potremmo parlare un domani di contrastare, cioè di depennare il problema
23:31della violenza. Questo è l'impegno che Medea, mettendo a disposizione i propri psicologi,
23:38avvocati, psichiatrici, ma in Medea fanno anche parte diversi magistrati, ma anche parlamentari
23:45onorevoli, perché comunque è un contenitore bianco dove tutti possono dare il loro contributo
23:51per poter bloccare questa piega sociale.
23:57Poi invece per quanto riguarda la parte relativa allo sport, non so se Noemi Longobardi voleva
24:05parlarci di questo, cioè l'importanza che può avere lo sport per aiutare sia a recuperare
24:15determinati soggetti che invece a coinvolgere ed evitare che altri soggetti si perdano.
24:21Sì, io mi ricollegherei a quello che ha detto precedentemente mio padre. Io spero che si riconoscano
24:28questi incontri proprio come una presa di coscienza. Spero che questi incontri, le associazioni, i libri
24:36e queste parole, le parole di oggi, possono essere un veicolo di consapevolezza. Spero che
24:43tutti noi ci riusciamo ad assumere un valore di responsabilità, perché questi non sono
24:51temi di altri, sono temi nostri. La violenza è una delle più grandi problematiche della società
24:57odierna, è passata, è sicuramente futura. Quindi associazioni, incontri di questo genere,
25:06e anche iniziative sociali, io spero ci possano sempre essere, perché come precedentemente
25:11accennava l'onorevole, l'importante è parlarne. Quindi io spero si possa sempre mettere luce
25:19e far riemergere il sommerso. Noi cerchiamo a livello sociale di intervenire sul territorio
25:26e di intervenire sui giovani. Come ripetiamo sempre, dobbiamo avere un punto di partenza e sono
25:34i giovani. Tramite degli incontri volti a cercare di sensibilizzare i più giovani, gli
25:46adulti, tramite lo sport, tramite anche semplicemente parlandone. Io non voglio dover necessariamente
25:56parlare di grandi eventi, di parlare di grandi incontri, anche semplicemente parlarne a tavola,
26:05anche semplicemente parlarne al bar, parlarne, parlare di attualità, di parlare di attualità
26:10con i vostri figli. Io adesso potrei essere una loro coetanea, quindi non mi metto in mezzo,
26:16però io spero che voi cerchiate di parlare ai vostri figli, cerchiate di comunicare cos'è
26:24veramente il dovere, ma soprattutto anche il piacere, perché sono sicura che voi prima
26:31di far uscire i vostri figli di casa vi raccomandiate di farli stare attenti, di comportarsi bene,
26:39però sicuramente si parla delle cose brutte che ci sono nel mondo, io spero che si parli
26:44anche del bene, perché il primo modo per apprendere è un apprendimento per paragone,
26:56io spero che i vostri figli possano anche vedere dai genitori gli esempi, un apprendimento per esempio,
27:02quindi oltre a parlare delle problematiche, e ce ne sono tantissime, prima parlavamo dell'alcol,
27:09ecco c'è un fenomeno che già da tempo si sta diffondendo tra i giovani, che noi cerchiamo
27:15attraverso poi gli incontri legati allo sport, legati alla salute, di contrastare per esempio
27:21il beach drinking, ovvero un bruttissimo fenomeno, ovvero quello di sballarsi il sabato,
27:28sballarsi il fine settimana, il bere volto a ubriacarsi, a sentirsi invincibili, ecco io mi chiederai
27:38il perché i giovani hanno questa necessità adesso, quella di sentirsi necessariamente forti,
27:44anche rispetto agli adulti, lo vediamo anche con gli atteggiamenti, io credo che soprattutto
27:50con l'avvento della tecnologia i giovani siano sempre più soli, come parlavamo prima,
27:55i genitori sono più attenti ai loro figli, ma è veramente un'attenzione giusta?
28:01quanti di voi a tavola prendono il telefono? Sì magari si fanno cene, si fanno pranzi,
28:09ma quanto veramente si riesce a parlare con i propri figli? Ecco lo sport per esempio è un modo
28:15per allontanare la tecnologia che non deve essere ovviamente demonizzata, io riconosco che la tecnologia
28:21ha un valore positivo, un'accezione positiva, ma anche negativa, è un nuovo mezzo e come tutti i mezzi
28:28devono essere veicolati, devono essere controllati, senza parlare poi di come lo sport può aiutare
28:36anche a livello della socialità, come dicevo prima la tecnologia ha portato i giovani a essere sempre
28:41a contatto tra di loro, ma in realtà ad essere soli, ad essere soli con i loro dispositivi, ecco questa
28:48è qualcosa su cui io vorrei porre l'attenzione, senza parlare poi del bullismo, del cyberbullismo
28:57che è diventato cyber con la tecnologia, ecco lo sport, le iniziative sociali come queste,
29:04anzi mi piacerebbe sempre vedere molti giovani a questi incontri, perché è giusto assumersi
29:12un certo tipo di consapevolezza, quindi grazie a questo.
29:16Faccio un intervento su quanto ha detto Noemi, perché come vi dicevo prima, questa commissione
29:27si è posta a 15 punti di inchiesta. Un primo punto noi l'abbiamo già evaso nuovamente
29:33all'unanimità, perché poi io ho dato un indirizzo molto chiaro a questa commissione
29:37che non sia strumentalizzata o politicizzata, perché la lotta alla violenza di genere non ha
29:42colore politico, non è sempre facile, non è sempre la regola, ma all'interno della
29:46commissione devo dire che ci confrontiamo, ci scontriamo anche, però poi la voce viene
29:52fuori unica e univoca. E la prima inchiesta riguardava il diritto, perché poi purtroppo
30:00la violenza di genere è nell'epilogo più drammatico, ha anche a fare col diritto, con
30:04la giustizia, poi con i tanti gradi della giustizia, le sedi giudiziarie, e quindi era fondamentale
30:11e abbiamo fatto una ricognizione normativa delle tantissime norme che ci sono in Italia
30:16sul tema della violenza di genere. Io continuo a dirlo e lo dico anche dopo che sono tornata
30:21questa settimana da una missione in Spagna, a Madrid, che l'Italia rimane paese virtuoso
30:26nella lotta alla violenza di genere, soprattutto dal punto di vista normativo. Poi possiamo discutere
30:31sull'applicazione, la tempestività, la reattività, la vittimizzazione secondaria nelle sedi di giudizio,
30:36quindi però le norme ci sono, ce ne sono tante, forse le conosciamo anche poco, le conoscono
30:42anche poco gli addetti, gli addetti del diritto, avvocati, magistrati, ma anche gli operatori
30:47sociosanitari e le forze dell'ordine. Quindi insomma questa ricognizione che abbiamo fatto
30:52proprio da autica alla redazione di un testo unico, ha avuto l'ambizione di provare a capire
30:56se riusciamo a fare ordine. L'Italia ha tanti testi unici, in tantissime materie virtuose,
31:01anche la violenza di genere dovrebbe avere il suo testo unico. Ma uno dei 15 punti di inchiesta,
31:05assieme alla violenza economica che vi dicevo prima, e l'ho voluto fortemente, è quello
31:10della violenza e sport. Con un primo aspetto fondamentale, che penso sia quello che voi
31:15avete letto nella prefazione di Giovanni Malagò, che è quello che lo sport è innanzitutto
31:21integrazione, è sensibilizzazione, è confronto, è capire che cadi e ti puoi rialzare, è anche
31:28inclusione. Ma dall'altra parte noi dobbiamo ancora lavorare sul tema del gender pay gap nel
31:34mondo dello sport, di alcune moleste che avvengono nel mondo dello sport e quindi anche il tema
31:40delle grandi manifestazioni internazionali e nazionali che possono essere veicolo fondamentali
31:46della lotta al bullismo, al cyberbullismo, alla violenza di genere e quindi sfruttare questi
31:51palcoscenici perché diventino veicolo di buoni valori. E io devo dire che io ho avuto tantissima
31:59reattività dal mondo dello sport e quindi bisognerebbe anche raccontare chi in maniera
32:03virtuosa lotta alla violenza di genere. Io ho fatto un progetto ad hoc per il mondo dello
32:08sport e per i campi da calcio, soprattutto perché sono soprattutto i campi da calcio
32:12al maschile. E questo progetto si chiama Noi ci mettiamo la faccia, non le mani. E quindi
32:18abbiamo questi striscioni, io ho iniziato dal mio Veneto, e in questi campi da calcio della
32:23serie D, ci sono questi striscioni con questo mega scritto e se voi vedete la reattività
32:30di questi ragazzi, di questi sportivi ogni domenica a tirare fuori questo striscione e
32:35a rinnovare la lotta alla violenza di genere, si fa capire che ovviamente si può e si può
32:40fare bene. Io sono d'accordo con Noemi, probabilmente bisognerebbe anche raccontare i tanti esempi
32:46rivituosi dei ragazzi e delle ragazze che si impegnano, che si impegnano contro il bullismo,
32:50che si impegnano contro la violenza di genere, che si impegnano oggi contro il cyberbullismo.
32:56E quindi è fondamentale un altro aspetto che ha detto Noemi, che è quello dell'ascolto.
33:02Io ho tutte le patenti, perché sono un po' competitiva con l'universo maschile, per cui
33:07la patente della macchina, la patente della moto, la patente della barca, sono una snowboardista,
33:12sono una subacquea, per cui l'altro giorno ovviamente non potevo che far parte dell'intergruppo
33:17di calcio. Quindi ho messo le scarpette con i tacchetti e sono andata a fare la partita
33:21di calcio del mio intergruppo, che è quello dei parlamentari, contro la Lazio femminile.
33:26Ci hanno battostato, abbiamo perso 6 a 1. Questo la Lazio ovviamente militava nella massima serie
33:33e quindi secondo me siamo stati anche graziati, perché da come andava potevamo perdere 22 a 1.
33:39Insomma, d'iniziosamente ci siamo confrontati, ma ovviamente la partita era sulla sensibilizzazione
33:45e la violenza di genere. Devo dire che la componente maschile, insomma, poi vedendo questa grande
33:51reattività è stata contenta e di questo devo dar merito ai miei colleghi, che hanno lettato in maniera
33:56seria e mi hanno perso. Quindi questo ho detto fatevene una ragione, perché per quanto vi siate impegnati
34:01comunque avete perso. Questo per dire che bisogna sempre, lo dico sempre, avere il coraggio di fare delle cose
34:09e questo riguarda noi donne che ci fanno paura. Ecco, noi dobbiamo avere il coraggio di fare delle cose
34:13che ci fanno paura, che è il grande tema delle materie STEM, su cui noi ci confrontiamo poco.
34:18Perché è vero, io dico sempre, la violenza di genere riguarda l'educazione e il rispetto
34:24soprattutto maschile, ma riguarda anche la consapevolezza del femminile, che dobbiamo essere coraggiosi
34:30ad affrontare settori dove magari noi non ci confrontiamo. Il grande tema dell'educazione finanziaria,
34:37noi donne un po' demandiamo sempre gli uomini, il range di te, il mutuo, il conto corrente,
34:41l'assicurazione, le password, tutte quelle cose. Io dico, non importa, mettetevi voi,
34:47da oggi in poi mettetevi voi, che è il grande tema di dire, sì è vero, va bene un conto corrente,
34:53ci vogliamo bene, due cuori e una capanna, però forse è meglio che ognuno di noi abbia il suo.
34:57Questo fin dall'inizio. E se già questo ti dice, no, facciamo uno solo, fatti una domanda
35:02e datti una risposta, nel senso che la mia autonomia. Poi sono io che decido se voglio stare
35:07a casa dal lavoro, ma non è qualcun altro che mi dice stai a casa dal lavoro perché
35:12ti puoi dedicare più tempo, eccetera, eccetera. Non è quella persona che ti deve dare il budget
35:16e poi ti deve controllare. E attenzione, anche quando si presta gratuitamente il lavoro
35:22in un'azienda di famiglia, poi non è solo nel caso di una violenza, anche nel caso di
35:27una semplice separazione, poi tu lavori una vita in un'azienda di famiglia, non vieni retribuita,
35:31non hai il conto corrente, non hai tutta la tutela previdenziale per avere una pensione,
35:36poi succede che ci si separa e non hai niente. Questo non vuol dire ridurre l'amore ad una
35:44questione economica, però è come dire, costruire un percorso di autonomia personale che ci rende
35:50anche mentalmente e psicologicamente liberi, lasciando stare anche i casi più drammatici
35:54e queste sono tutte cose che io vedo leggendo le pieghe degli atti dei tribunali, quello di fare
36:00da prestanome a delle società che poi sono fallimentari. Ecco, le donne tutto questo
36:04spessissime volte non lo sanno e non sanno neanche riconoscere la violenza economica che
36:08è di solito il primo avvio della violenza, perché non si riconosce e questo è il lavoro.
36:14Ci sono solo tre sentenze che hanno giudicato la violenza economica, eppure nell'articolo 3
36:19della Convenzione di Istanbul c'è insieme alle altre violenze psicologica, fisica, sessuale
36:26ed economica. Eppure se ne parla poco e donne stesse che iniziano purtroppo questo percorso
36:35drammatico di violenza non riconoscono che il primo step è proprio quello di arginarti
36:41economicamente e quindi di isolarti. Lo sport io ritengo che sia un elemento fondamentale
36:47per i giovani ma anche per i meno giovani, perché un po' ci aiuta a sfogarci, ma ci aiuta
36:52anche a capire che la competizione può essere una competizione sana, anche come ho detto
36:56prima, si può ricevere un no, si può cadere, ci si può rialzare. Per cui un altro tema è
37:02dove io mi ci ritrovo, perché bisogna esplorare anche il fenomeno della violenza di genere da
37:09diversi aspetti, perché essendo oggi un fenomeno talmente strutturale da essere radicato nel
37:14nostro quotidiano, per destrutturarlo abbiamo bisogno di visioni e strumenti diversi. Ecco,
37:20questo so che è molto ambizioso, ma io non voglio parlare delle donne come vittime, voglio
37:26parlare delle donne come cittadine e protagoniste di una cittadinanza attiva.
37:31A pagina 14, prendiamo tutto il libro.
37:42Mi permetta, io credo di essere qua perché quando arrivo a casa la sera mi metto su YouTube
37:49e ho ascoltato alcuni suoi interventi pubblici e mi sono trovato molto in linea con la cosa
37:55che lei ha appena detto, però prima di conoscerla ho scritto questa cosa qua. Definendo la
38:01violenza di genere un evento relazionale complesso nel quale intervengono molte variabili,
38:07quindi la neurologia, la storia, la geografia, l'etimologia, però ho messo in cima e in maniera
38:13piramidale l'affetto e l'effetto dell'economia su questo tema della violenza.
38:18Dottor D'Amore, so che lei si stupirà, ma io i libri li leggo e quindi questo schemetto
38:22l'avevo già visto. Non mi ricordavo che fosse a pagina 14, questo no, però siccome io
38:29non invito, io non conosco, non faccio come dire conferenze stampa amicali, di solito
38:39la maggior parte non conosco ma leggo e mi confronto prima e ad alcuni dico di no perché
38:46non lo ritengo ovviamente in linea con il percorso, ma dove io trovo come dire terreno fertile e
38:54di condivisione, ma soprattutto di arricchimento personale, qui ci sono le colleghe dell'ufficio
39:01e sanno che io prima leggo i libri e dopo invito le persone. Quindi questo schemino l'avevo
39:07visto, non ricordavo la pagina.
39:09Volevo solo condividerlo e dare manporta al suo pensiero.
39:12Prendete nota, pagina 14 dopo tutti.
39:15Dato che abbiamo parlato appunto di questi quattro tipi di violenza che sono presenti
39:23nella Convenzione di Istanbul, quindi violenza fisica, sessuale, psicologica e economica,
39:28all'interno del libro di Giuseppe D'Amore però si parla di altri due tipi di violenza,
39:33violenza culturale e violenza simbolica. Ci può spiegare che cosa ci riferiamo e che cosa
39:42significa? Io ringrazio di nuovo per la domanda, è molto importante perché appunto io studiando
39:50questo tema perché per me è stata una scoperta, poi dovete sapere che io sono uno psicanalista,
39:58questo vuol dire che mi sono laureato in psicologia qui a Roma alla Sapienza, dopo ho fatto due anni
40:03di specializzazione in psicologia, vi racconto questa cosa non per il narcisismo ma per dirvi
40:08la gravità della cosa. Dopodiché ho fatto quattro anni di specializzazione in una scuola
40:14di psicanalisi privata, quindi ho fatto un lungo training come paziente per poter diventare
40:19psicoanalista individuale e dopo ho fatto un master per diventare psicanalista di coppia,
40:25sempre all'interno di questa società di cui non faccio il nome per privacy. Ebbene, voi dovete sapere
40:30che io in tutto questo scursus formativo non ho mai sentito parlare di violenza di genere.
40:38E vi assicuro che la società e la Facoltà di Psicologia di Roma è quotata a livello internazionale
40:44e tutt'oggi dovete sapere che il sottoscritto ha scritto agli organi competenti di queste scuole
40:51sulla possibilità di istituire all'interno del curriculum formativo una materia che trattasse
41:01la violenza di genere. Ebbene, la risposta è stata molto negativa, lo devo dire e lo devo
41:08qua testimoniare e quindi chiedere aiuto alla Commissione parlamentare di inchiesta affinché
41:13nelle varie professionalità che si occupano di violenza e che sono a contatto con la violenza
41:20e quindi non possiamo qui nascondersi quali sono. Sono i medici, sono gli psicologi, sono
41:25gli assistenti sociali, gli avvocati, i magistrati, eccetera. Al momento attuale non mi risulta
41:33che tutti questi professionisti abbiano nel loro curriculum formativo una materia che tratti
41:39la violenza di genere. Questo per me è una cosa grave e quindi approfitto di questo contesto
41:44pubblico e della presenza del Presidente per porre la questione, non in senso polemico
41:50perché trattando di violenza ho compreso che non si può ottenere niente se uno maltratta
41:55qualcuno e lo rimprovera, però porre la questione credo che questo è il contesto giusto. Quindi
42:01chiedo una collaborazione, non so come poter intervenire su questa cosa. Per quanto riguarda invece
42:08ritorniamo alla domanda specifica, mi viene in mente perché è la stessa questione. La
42:14violenza culturale è appunto per me quella tipo di cultura che nega l'esistenza della
42:20violenza stessa. Basta voi apriate qualsiasi talk show televisivo senza accusare nessuno e
42:27senza rimproverare nessuno, però vi rendete conto che nei dibattiti succede che ci sono due
42:32schieramenti, uno schieramento che di solito è a favore del riconoscimento della violenza
42:39di genere che è in tutti i tipi di relazione, quella economica è molto facile vederla, e
42:45l'altro schieramento che cerca di negare l'evidenza, quindi arrampicandosi sugli specchi, però
42:50questo è un problema culturale. Per fare un esempio storico, se ho tempo per dirlo, che
42:56cosa è la violenza culturale? Voi sapete, sicuramente la Presidenta è a conoscenza, che fino
43:02al 1981 in Italia esisteva un codice della procedura penale, che è la 587, che era volgarmente
43:13conosciuto come il codice del delitto d'onore. Che cosa diceva questo articolo? Diceva che
43:20un padre, un fratello, poteva uccidere la relativa moglie o la figlia se veniva trovata questa
43:28donna in flagrante ad urterio con un uomo che non era relativo marito. Questa cosa era
43:33una legge, un articolo, fino al 1981 quando è stato abbrocrato, e l'omicida era condannato
43:40a una pena tra i due e i cinque anni di reclusione. Ma la storia legislativa ci insegnava che facendo
43:49buona condotta e avendo dei buoni avvocati, con un paio di mesi te ne andava a casa. Quindi
43:53quando io vado in giro per i comuni italiani, perché ormai mi sono dato questa missione,
43:58a parlare della violenza di genere e le persone mi chiedono ma come può saltare in mente a
44:04un uomo di uccidere una donna se questa donna lo vuole lasciare? Io non rispondo da psicanalista,
44:09rispondo da normale cittadino che ha studiato un minimo di storia della legislazione italiana.
44:15Dico sapete chi gliel'ha messo in testa che può uccidere sua moglie? La legge dello Stato
44:21italiano. Questo per me è un esempio di violenza culturale invisibile. Perché è
44:26invisibile? Perché è inserita, mimetizzata dentro le strutture politiche e sociali della
44:31nazione. Non so se ho risposto.
44:34Mi permetto di dire una cosa?
44:36Prego.
44:38Sull'aspetto culturale insito in quello che sono gli stereotipi vecchi a cui si affiancano
44:47stereotipi nuovi perché quando parliamo di tecnologia è ovvio che penso solo a revenge
44:53porn. Devo dire una cosa però molto importante. Per me il diritto, la legge e le norme sono
45:01fondamentali e rappresentano anche un percorso di libertà delle donne dal 1946 quando abbiamo
45:06avuto il diritto di voto alla grande riforma del diritto di famiglia del 1975 che poi ha portato
45:12l'abolizione del diritto d'onore, alla legge del 96 dove lo stupro non è più reatto contro
45:18la morale ma contro la persona, ma penso anche alla legge sullo stalking del 2011, ma penso
45:26poi al codice rosso, la legge 69 del 2019, fino agli interventi dell'ultimo, la legge
45:351668, la cosiddetta legge roccella che ha inrobistuto dall'ammonimento del questore
45:40alla fragranza di ferita. Quindi è vero che noi veniamo probabilmente da percorsi legislativi
45:45in cui lo stereotipo era evidente, basta pensare alla figura del pater familias che è completamente
45:53scardinata oggi, devo dire. È scardinata e quindi oggi l'aspetto culturale all'interno
46:00della norma invece secondo me è stato destrutturato, altrimenti io non sarei qui e è cambiato anche
46:08il ruolo della donna fortunatamente all'interno della società e oggi le leggi per quanto migliorabili
46:14rappresentano uno stato di autonomia della donna. Io penso che la violenza culturale sia
46:21a quegli stereotipi vecchi che resistono in alcune sacche, ma che sono anche affrancati
46:31da stereotipi nuovi dove noi dobbiamo intervenire. Per fortuna oggi gli interventi normativi,
46:37lo dico sempre, che sono perfezionabili, hanno fatto sì che però la nostra indipendenza,
46:43la nostra autonomia come donne anche all'interno della famiglia, al fatto stesso che io possa
46:48dare il cognome a mio figlio ci permetta di, poi possiamo discutere sul gender pay gap,
46:53ma oggi io parlo sempre delle aziende anche in maniera virtuosa perché tantissime aziende
46:57lavorano sui welfare aziendali, per cui devo dire che per fortuna, e dobbiamo anche dirlo
47:04perché se no rimaniamo lì immobili come dei gatti in tangenziale, per fortuna il sistema
47:08normativo è profondamente cambiato e su quello dobbiamo continuare a lavorare, cioè per far sì
47:14che ci siano norme tutelanti per il genere e che siano meritocratiche, che siano
47:19egualitarie, che siano legate agli stessi percorsi, ma io proprio perché forse ho fatto
47:27questa ricognizione normativa importante dal 46 in avanti dico che per fortuna
47:32l'ordinamento italiano è fortemente con leggi di destra e di sinistra, attenzione, è fortemente
47:38intervenuto per scardinare quelli che erano effettivamente degli stereotipi, chiamiamoli
47:43con il loro nome, anche patriarcale. Ecco, era per fare un inciso perché è vero questo
47:47aspetto culturale del matrimonio d'onore, il matrimonio riparatore, anche il matrimonio
47:52riparatore, nel senso che se una ragazza veniva stuprata poteva riparare al danno sposandosi.
47:59Sì, questa è una, come dire, una, esatto, che voi vi ricordate insomma da dove poi è nato
48:08il fatto che questa cosa sia stata scardinata completamente con un atto grandissimo di libertà.
48:16Ecco, questo per dire che è vero però dal punto di vista normativo, per fortuna oggi abbiamo
48:21delle leggi molto robuste dove io personalmente mi riconosco per la mia tutela.
48:27Abbiamo, sì, abbondanti dieci minuti. Allora, chiuderei con l'ultima parte, l'ultima domanda,
48:39allora per Giuseppe D'Amore, dato che il libro si chiama La prevenzione dei femminicidi, c'è
48:45un punto in cui si parla sia di come si può allontanare la violenza, cioè un termine
48:54di mettersi fuori gittata, e poi ci sono due schemi, dato che la violenza spesse volte
49:00avviene soprattutto all'interno della coppia, per evitare, diciamo, i conflitti all'interno
49:08della coppia. Nel libro sono identificati con due schemi, sia per l'uomo che per la donna,
49:16in modo ironico però per far capire, diciamo, come evitare, diciamo, i conflitti e risolvere
49:24i problemi.
49:27Sì, sì, ok, grazie. Dico, visto che abbiamo decimi minuti scarsi, cercherò di essere molto
49:35schematico. Dai miei studi, anche studiando gli atti della Commissione parlamentare di
49:41inchiesta, diciamo, la violenza di genere, detto in maniera molto sinteticamente, può
49:47essere concepita come una discriminazione di valore da parte di un genere verso un altro,
49:54quindi in pratica da parte del genere maschile verso il genere femminile. Quindi se noi, diciamo,
50:00diamo per verificato questo assunto, io lo do per verificato, no? Cioè che la violenza
50:06di genere si basa su una discriminazione di valore. La parte economica è quella più evidente,
50:10ma qui parliamo anche di valore umano, di valore interpersonale. Io facendo lo psicanalista
50:17di coppia mi rendo conto molto facilmente. Perché? Perché vedo che se io non intervengo
50:22nella terapia di coppia a interrompere un'interazione che io chiamo ping pong, quello che succede
50:29è che i due presenti, quindi stiamo parlando di un uomo e di una donna, perché le coppie
50:33che vengono da me purtroppo sono tradizionaliste, succede che quello che si vede è che l'uno
50:40cerca di distruggere e abbassare il valore dell'altro. Il valore ovviamente che non è economico,
50:46quindi è un valore, per esempio, di tipo umano, tu non sei capace di capirmi, tu non
50:52mi accompagni a fare la spesa, tu eccetera eccetera. Questo ping pong è assolutamente
50:56reciproco, quindi vi chiedo di fidarvi o di venire come ospiti in terapia con me. I due
51:02possono passare l'intera seduta a distruggere il valore l'uno dell'altro, quindi per me
51:07il metodo che ho proposto alla fine, credo che lei si riferisca a questo, è stato denominato
51:13un metodo della collaborazione convincente. Che cosa significano queste due parole? Significano
51:18che i due partecipanti a una relazione invece di fare la cosa che vi dicevo prima, distruggere
51:24il valore, possono crearlo e poi scambiarlo e condividerlo con l'altro. Io quello che faccio
51:30nella terapia di coppia è assolutamente questo e quando ci riusciamo le cose vanno bene, quindi
51:36un metodo per me per prevenire la violenza è quello di educare, perché questa è la parola
51:42a formare le persone a immaginare che l'altro non è un nemico da distruggere, ma è uno come
51:51te, uno come noi, che può produrre valore e scambiarlo. Se entrambi facciamo questa cosa,
51:56io nella coppia lo verifico costantemente, i conflitti si risolvono e si crea una possibilità
52:03di avere una pari opportunità, visto che abbiamo delle rappresentanti di questa istituzione.
52:10per me le pari opportunità si creano quando non c'è più un pregiudizio o una discriminazione
52:15di valore tra i due genere. Quindi le parole finali di questo libro sono che attraverso
52:20questa operazione si può creare una società dove c'è un'assenza della violenza.
52:25bene, non so se dal pubblico c'è qualcuno che vuole fare qualche domanda. Prego, può
52:39accendere il microfono? Io coraggiosamente faccio questo intervento perché sono sicuro che mi
52:47espongo alla violenza di genere, ma al contrario perché l'onorevole è una femminista, insomma
52:53sento che lei difende molto le donne, io farò un intervento molto misurato cercando di dire
52:58qualcosa. Prima di tutto sono, se poi andate a guardare le statistiche, la violenza di genere
53:05è inversamente proporzionale ai femminicidi. Più c'è violenza di genere meno ci sono femminicidi.
53:10A conferma di questo basta guardare le statistiche. Nel nord Europa, dove c'è molta più parità
53:15di diritti e c'è meno patriarcato, ci sono più femminicidi che nel nord Africa, dove c'è
53:20violenza di genere. Ci si domanda per quale motivo? Perché nella violenza di genere la donna
53:27è più sottomessa e quindi l'uomo si prende il diritto di picchiare alla donna. Al nord
53:32che c'è parità di diritti, questa cosa non funziona perché entrambi combattono, come
53:37stava dicendo giustamente Giuseppe, ad armi pari e uno, per la logica del Colosseo, uno
53:43dei due deve vincere, cioè deve scoffigerare l'altro, deve ammazzare l'altro, ma nell'ammazzare
53:48l'altro non fai conti con il proprio problema che l'altro gli fa venire fuori. Tutto questo
53:53perché nasce? Perché oggi qualcuno stava portando l'esempio di quel ragazzino che ha
53:58sparato i pallini in faccia alla professoressa e è stato assolto, se ho capito bene, e quindi
54:04è stato rintegrato. Perché? Perché noi viviamo in una cultura oggi dell'insicurezza.
54:08Oggi i genitori non educano, non sanno ascoltare ed educano soltanto alla performance, a dominare,
54:15a vincere. Pertanto se il ragazzino è capace a scuola e quindi è un dominante, va bene così,
54:24è molto ben integrato. Quindi questa cosa passa in secondo piano, perché oggi purtroppo
54:28i giovani vivono un futuro di minaccia piuttosto che un futuro di promessa e c'è un'insicurezza
54:34tremenda. E i genitori, si utilizzano la parola educare, anche questa andrebbe un po' chiarita,
54:39perché che vuol dire educare? Io credo che invece, mai come oggi, i genitori educano,
54:45ma educano a difendersi, educano a dominare, non ascoltano, che è un'altra cosa, perché
54:50loro stessi non sono capaci di ascoltare se stessi.
54:53Bene, io ringrazio, anche se di fatto non sono previsti interventi dal pubblico, perché
54:59giusto per capire come funzionano le conferenze stampa, no, apprezziamo assolutamente l'intervento,
55:06ma la conferenza stampa è dedicata poi agli autori, ma ho contratto questa cosa perché
55:13abbiamo finito il tempo e qui sono leggissimi e magari ci dedichiamo due minuti al confronto.
55:20Quindi io ringrazio i nostri ospiti, ringrazio naturalmente Giuseppe d'amore, ringrazio Francesco
55:28Noemi Longobardi, ringrazio il nostro moderatore, come sempre, perché ha condotto in maniera egregia
55:33e come avrete capito anche i nostri moderatori, i libri se li leggono tutti, Domenico è una
55:37risorsa apprezzosissima. Questa commissione rimane a disposizione per raccogliere, ascoltare
55:44e promuovere tutte le voci. In tema di femminicidio non ci sono colori, non ci sono zone geografiche,
55:54non c'è status sociale, non ci sono paesi dove il welfare funziona di più e ci sono
56:00più femminicidi o meno femminicidi. Purtroppo i dati sconfortanti ci dicono che la statistica
56:06è difficile da indagare sul tema dei femminicidi e questo ci fa anche capire che il lavoro deve
56:13essere molto trasversale. Questa è la mia riflessione personale. Quindi ringrazio tutti
56:18voi e grazie ancora per aver messo a disposizione le vostre competenze. Grazie, adesso ci facciamo
56:23una volta.
Consigliato
1:01:50
18:25