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  • 25/06/2025
https://www.pupia.tv - Roma - Democrazia è partecipazione - Saluti di Ascani (25.06.25)

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Novità
Trascrizione
00:00:00Buonasera, buon pomeriggio a tutte e a tutti, benvenuti alla Camera dei Deputati, per i
00:00:23miei colleghi, direi che benvenuti a casa, due volte casa vostra, questa poi è casa
00:00:28di tutte e tutti. I temi della democrazia e della partecipazione, cuore del confronto
00:00:34odierno, sono di innegabile attualità e ci consentono di spaziare nella riflessione su
00:00:40quanto sta definendo questo salto d'epoca, tornando a esercitare un pensiero critico che
00:00:47non è certo arrischiato definire intorpidito da un po' di tempo a questa parte. A me
00:00:52pare che la cinquantesima edizione delle Settimane Sociali dei Cattolici in Italia, celebrata
00:00:57un anno fa a Trieste, trovi valore anche dentro il convincimento dell'urgenza di scuotere la
00:01:03realtà facendosi laboratorio di democrazia che parte dalle idee e, come notò il Cardinale
00:01:10Zuppi nell'intervento introduttivo, senza accontentarsi di facili lamentele, ma scegliendo di impegnarsi
00:01:18per risposte positive, consapevoli, condivise, possibili. Un anno fa le cinque giornate di
00:01:26Trieste, in cui abbiamo visto mostrarsi il ricco volto della Chiesa italiana, secondo
00:01:32la bella immagine di Monsignor Renna. Oggi una riflessione che credo va oltre il classico
00:01:38repertorio del bilancio, perché come scritto nel documento preparatorio, la cinquantesima
00:01:44settimana non è stata pensata come un evento, ma come un processo e pertanto essa continua
00:01:50a vivere e ad attivare esperienze, riflessioni, azioni nella Chiesa e nella società italiana.
00:01:57Saluto e ringrazio quindi quanti animeranno il dibattito che si annuncia particolarmente
00:02:02densa, Monsignor Luigi Renna, i professori Elena Granata, Sebastiano Nerozzi, Giovanni Grandi,
00:02:08i senatori Graziano Del Rio e Lucio Malan. In pratica, ad eccezione dei colleghi parlamentari,
00:02:14al tavolo siede il vertice del comitato scientifico e organizzatore delle settimane sociali, al
00:02:21quale, tra gli altri, va riconosciuto il merito di aver curato e mandato in libreria,
00:02:26è di qualche giorno fa l'uscita, un agile volume che raccoglie gli interventi principali,
00:02:31a partire dalla vera e propria lexio costituzionale di apertura del Presidente Mattarella e dal discorso
00:02:37conclusivo di Papa Francesco, dove compare l'invito a prendersi cura del cuore infartuato
00:02:43della democrazia, le relazioni, le meditazioni, gli esiti dei laboratori della democrazia che
00:02:49hanno animato le piazze di Trieste, le proposte e le buone pratiche. Insomma, per dirla con avvenire
00:02:56che ha seguito e continua a seguire la settimana con servizi attenti e puntuali, un volume che
00:03:01ha l'ambizione di essere qualcosa in più del tradizionale archivio di atti, ma un ulteriore
00:03:07foglio di lavoro per avanzare sulla strada dell'impegno per il bene comune.
00:03:12E torniamo all'idea pilastro della settimana come processo e non come mero evento, come
00:03:17un camminare insieme che evoca quella sinodalità voluta da Papa Francesco e incoraggiata sin
00:03:24dalle sue prime parole dalla loggia della Basilica di San Pietro da Papa Leone XIV.
00:03:31Consentitemi una breve considerazione prima di cedere la parola ai relatori. La salute della
00:03:36democrazia non si misura unicamente con l'affluenza alle urne. Ciò non di meno l'astensionismo
00:03:43è un indicatore esplicito della patologia che sta investendo non da oggi l'Istituto
00:03:48Democratico. Confesso di avvertire come un salto nel battito cardiaco quando mi capita
00:03:54di rileggere che abbiamo impiegato solo quattro anni a perdere nove punti percentuali di affluenza
00:04:01alle elezioni politiche tra il 2018 e il 2022, quando invece per scendere di dieci punti
00:04:07avevamo impiegato 33 anni tra il 1963 e il 1996. L'attuale maggioranza parlamentare,
00:04:17quindi il Governo che esprime, è ben lontana ai noi da rappresentare la maggioranza degli
00:04:21italiani, ha il consenso, numericamente parlando, di poco più di un quarto del popolo italiano.
00:04:27Guardate, non sto dicendo che la destra non ha il diritto di governare tutt'altro, ovviamente
00:04:31suggerirei un controllo delle parole perché appunto quando si dice che la maggioranza degli
00:04:35italiani sta con noi diciamo cose poco precise, ma nella stessa situazione ci saremmo trovati
00:04:41noi se avessimo vinto presentandoci in coalizione. Alla lunga questa ridotta rappresentatività
00:04:47delle maggioranze parlamentari e degli esecutivi finirà inevitabilmente per incidere sulle
00:04:53strategie e sulle decisioni politiche in un circuito vizioso di ulteriore indebolimento
00:04:58della democrazia. E c'è di più perché guardando ai dati emerge una sorta di astensionismo di
00:05:04classe. L'identikit dell'astensionista contemporaneo, ha osservato Federico Fornaro nel suo ultimo
00:05:11saggio che abbiamo presentato peraltro qualche giorno fa alla sala del refettorio, è caratterizzato
00:05:17da una profonda disillusione unita ad un rancore radicato e profondo. Si tratta di cittadini
00:05:24che si sentono esclusi e abbandonati e non intravedono più nella democrazia e nella politica
00:05:30forme di protezione verso gli eccessi e le storture di un'economia di mercato progressivamente
00:05:36trasformata in una società di mercato. Insomma, la questione democratica esiste e trae
00:05:43nutrimento dall'esistenza di una questione sociale. Si alimentano a vicenda e sono proprio
00:05:49le fratture che attraversano la società a creare disincanto, sfiducia e distacco verso
00:05:55le istituzioni rappresentative. Se vogliamo rimettere in circolo passione e partecipazione
00:06:01per contrastare l'astensionismo non sono ricette di ingegneria istituzionale o soluzioni
00:06:07da uomo o donna sola al comando a venire in aiuto, ma una politica che assuma la questione
00:06:12sociale a perno del suo progetto di cambiamento, per superare cioè quell'inaccettabile sproporzione
00:06:19esistente nelle nostre società tra chi ha tanto e chi ha troppo poco, che proprio l'altro
00:06:25giorno Papa Leone XIV ha indicato nel giubileo dei governanti come missione per chi si dedica
00:06:32al bene comune. Cominciare da qui direi che riassume sia l'impegno della settimana sociale
00:06:38che quello che come politici dobbiamo assumerci ogni giorno. Grazie e buon lavoro.
00:06:55Onorevole Presidente, Onorevole Deputati e voi tutti ospiti questa sera, non nascondo
00:07:05l'emozione mia e di tutto il Comitato per trovarci in questo consesso. Noi in questi mesi,
00:07:13anzi in questi anni, abbiamo lavorato sui territori, nelle nostre diocesi, abbiamo lavorato su quella
00:07:20che possiamo identificare come la base, la base non solo della cittadinanza, ma la base
00:07:28anche del vostro elettorato. Oggi ci troviamo in un luogo istituzionale al quale guardiamo
00:07:35sempre con fiducia e rispetto, sapendo che qui si decidono le sorti di tanti aspetti, quelli
00:07:44più importanti della vita italiana e dell'Europa. Ringraziamo vivamente per l'ospitalità in questo
00:07:51prestigioso luogo. Oggi vogliamo presentare gli atti della settimana sociale non semplicemente
00:07:57come un testo che raccoglie degli auterevoli interventi, ma vogliamo presentare un processo
00:08:06che è iniziato e non semplicemente con il nostro Comitato. Ricordo che la quarantanovesima settimana
00:08:13è stata celebrata a Taranto su un tema molto molto importante, quello dell'ambiente, del cambiamento
00:08:22climatico. Questa presentazione avviene tra due pontificati, da una parte quello di Papa Francesco e
00:08:30quello di Papa Leone XIV. Papa Francesco ha ispirato la settimana sociale di Trieste sulla partecipazione
00:08:39come cuore della democrazia con l'enciclica Fratelli Tutti, la sua ultima enciclica sociale che amplia
00:08:47lo sguardo su tutta l'Europa e su alcuni concetti che vogliono restituire dignità al senso di cosa significa
00:08:55essere popolo e naturalmente un popolo che si riconosce in una democrazia non solo procedurale,
00:09:04ma anche sostanziale. Papa Francesco è stato il primo Papa a prendere parte ad una settimana sociale.
00:09:11La cinquantesima edizione richiedeva questa sua presenza, così come siamo stati molto onorati
00:09:18nell'avere la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che come è stato detto ha tenuto
00:09:26una lezione costituzionale di altissimo livello. Papa Francesco da una parte e dall'altra parte da circa
00:09:36due mesi è stato eletto il Cardinale Papa, il Cardinale Robert Prevost, che ha preso il nome del Papa
00:09:44che ha dato inizio alla dottrina sociale della Chiesa. Leone XIV ha esplicitato le motivazioni di questo nome,
00:09:52ha voluto proprio questo, richiamare il Papa che ha introdotto la Chiesa nella modernità, dopo un periodo
00:09:59di rottura che ha visto anche nascere il nostro Stato come Stato unitario, e ha indicato già i temi
00:10:07con cui la dottrina sociale della Chiesa si deve misurare. Le res nove non sono più quelle del tempo
00:10:14di Leone XIII, della Rerum Novarum. Le res nove sono quelle della pace, sono quelle della crisi ecologica,
00:10:24quella della democrazia, e ritorna costantemente il tema dell'intelligenza artificiale, questione che non
00:10:33può essere relegata all'ambito accademico, ma è una vera e propria res nova sociale.
00:10:40A quel pensiero sociale della dottrina della Chiesa dal 1907, i cattolici in Italia hanno ispirato
00:10:49pensiero ed azione, con una presenza volta sempre ad edificare non un proprio ruolo circoscritto,
00:10:59non ad identificare una loro città nella città degli uomini, ma a essere lievito, a essere sale,
00:11:09ad edificare la vita del Paese. E direbbe uno dei padri costituenti, Giuseppe Lazzati, ad edificare
00:11:19la città dell'uomo a misura d'uomo. Oggi Giuseppe Lazzati molto probabilmente ampierebbe questa visione
00:11:27e parlerebbe non solo della città dell'uomo, ma dell'Europa, ma del mondo intero, a misura
00:11:34dell'uomo. E quando noi diciamo uomo ci riferiamo ad una antropologia di cui Papa Paolo VI nella
00:11:42Populorium Progresso diceva, è di tutto l'uomo, ma anche di tutti gli uomini, perché ha una visione
00:11:50inclusiva. La settimana sociale dalla Conferenza Episcopale italiana, da quando con un documento
00:11:58sul suo ripristino nel 1988 è divenuto un appuntamento che viene celebrato circa ogni
00:12:06tre anni, si è dato quattro finalità, che sono caratterizzate dal verbo dare, non ricevere.
00:12:13Non vogliamo ricevere nulla, vogliamo dare, così come sempre i cattolici hanno fatto nella
00:12:19vita di questo Paese. Dare senso all'impegno di tutti per la trasformazione della società.
00:12:27Dare attenzione alla gente che rimane fuori dai processi economici vincenti. Dare sostegno
00:12:34al ritorno di un'etica sollecita del bene comune. Dare significato allo sviluppo del Paese.
00:12:41A Trieste questo quatrupice compito del dare ha preso corpo dopo una lunga gestazione. Ed oggi
00:12:50vuole continuare a mettere in atto un processo che rigeneri territori nell'impegno a partecipare.
00:12:58E sotto gli occhi di tutti la crisi della partecipazione è stata già ricordata. I suoi esiti fatti di
00:13:05conflittualità, di indifferenza, che forse è peggiore della conflittualità e la prepara
00:13:11in qualche modo, dei populismi. Noi abbiamo voluto raccontare una storia diversa. Nel documento
00:13:18preparatorio abbiamo detto che non vogliamo raccontare l'Italia dei senza, ma l'Italia invece
00:13:24che ha una presenza, che ha una vivacità. E siamo andati a cercarla non solo in luoghi
00:13:30nobili come questo, dove si agisce, si pensa e si decide, ma sui territori, dai quali penso
00:13:38che tutti quanti attingiamo la vitalità del nostro Paese, con una narrazione fatta di
00:13:44pensiero e di buone prassi. Il pensiero delle settimane sociali non è tucur un'applicazione
00:13:50secondo un metodo deduttivo della dottina sociale della Chiesa. Si intende, quando si parla
00:13:57di riferimento alla dottina sociale della Chiesa, non intendiamo di voler applicare
00:14:04un metodo che abbia questa natura. È un metodo piuttosto induttivo, che guarda i problemi,
00:14:12che riflette alla luce di determinati principi e che ha presente delle buone prassi, che rivelano
00:14:18la possibilità che ha molte forme di incarnare la centralità della persona, una visione di bene
00:14:25comune che non esclude, una solidarietà che si coniuga sempre con la sussidiarietà. Sono
00:14:31i quattro principi. Papa Francesco, nel suo discorso ai partecipanti a Trieste, ha citato
00:14:37la definizione di democrazia data dal fondatore delle settimane sociali, il beato Giuseppe
00:14:43Toniolo. È un linguaggio d'altri tempi, ma contiene in nuce già tutto. La democrazia per
00:14:50Toniolo, in un tempo in cui non c'era ancora la Repubblica, è l'ordinamento civile nel
00:14:58quale tutte le forze sociali, giuridiche ed economiche, nella pienezza del loro sviluppo
00:15:05gerarchico, cooperano proporzionalmente al bene comune, rifluendo nell'ultimo risultato
00:15:13a prevalente vantaggio delle classi inferiori. Noi oggi non useremmo lo stesso linguaggio,
00:15:21ma avremmo le stesse preoccupazioni, anzi abbiamo le stesse preoccupazioni. La definizione
00:15:27accademica è frutto di una visione democratica che vediamo ribadita nel discorso di Papa
00:15:33Francesco, dove ha affermato che il cuore della democrazia è malato per due motivi, non solo
00:15:40perché c'è disaffezione al voto, ma perché produce scarti. Questo è il grave problema di
00:15:47una democrazia che rischia di non dare il meglio di sé, quando essa produce scarti. Si tratta
00:15:56allora di operare per guarire questo cuore e le terapie della democrazia sono risveglio
00:16:03della partecipazione a vari livelli sui territori. Sentiamo che questa visione è pienamente attinente
00:16:11alla finalità costituzionale. In uno degli interventi del Professor Pizzolato vediamo
00:16:19un chiaro riferimento alla Costituzione quando dice che sul rapporto tra rappresentanza politica
00:16:25e partecipazione ci sarebbe da dire questo. Questa è spesso presentata come un ingrediente
00:16:32eventuale e riempitivo di una democrazia essenzialmente rappresentativa. Nella Costituzione l'ordine
00:16:41va invece invertito. La partecipazione è il fine della Costituzione. Articolo terzo capo
00:16:502 è insieme il terreno in cui si invera il fine primario personalistico del pieno sviluppo
00:16:58della persona umana. Ritorna questo concetto, persona umana, ritorna un linguaggio inclusivo
00:17:07e la finalità costituzionale della partecipazione vuole essere anche il fine al quale la settimana
00:17:16sociale ha voluto dare il suo contributo. Non abbiamo, ripeto, voluto una settimana che
00:17:23fosse la replica di un convegno ecclesiale, seppur utile. Abbiamo voluto invece un fermento
00:17:31nella società. Questo è il luogo della rappresentanza politica. Il nostro apporto vuole essere non diverso
00:17:39da chi ha a cuore il bene comune dell'Italia e dell'Europa per una democrazia non solo formale
00:17:45ma sostanziale, che abbia un'anima, come ci ha ripetuto il Presidente della Repubblica,
00:17:53e cioè non escluda alcuno rispetto a una visione che tuteli tutti i diritti della persona, che
00:17:59risponda ad una visione di legge naturale alla quale Papa Leone ha fatto riferimento qualche
00:18:04giorno fa, ma una legge naturale che naturalmente, scusate la ripetizione, tiene conto degli grandi
00:18:12sviluppi della filosofia, della teologia e del diritto, perché, ecco, rendiamoci conto che oggi
00:18:19abbiamo una carta che Papa Leone ha citato, che è quella dei diritti umani universali. È una ricchezza
00:18:28dello sviluppo di che cosa è proprio della natura umana. Ecco, sta a cuore a noi tutto l'uomo,
00:18:36ma anche tutti gli uomini. Per fare questo è necessario, sul piano istituzionale, tenere insieme
00:18:42democrazia e libertà individuali. Perché faccio riferimento a questo concetto? Perché è stato
00:18:49il leitmotiv dell'intervento del Presidente della Repubblica. Più volte è ritornato sull'equilibrio
00:18:57fra una democrazia e le libertà individuali. Anzi, in queste ha, possiamo dire, posto la cifra
00:19:05di una autentica democrazia sostanziale e non procedurale. E in una maniera molto semplice
00:19:13ci ha ricordato che partecipare non è parteggiare. Avere una democrazia che funziona dal punto di
00:19:20vista procedurale potrebbe, senza la libertà individuale, ci porterebbe ad avere, poter avere
00:19:27anche un grande leviatano nel quale il soggetto viene stemperato e dimenticato. Ecco, la settimana
00:19:36sociale ha avuto le sue relazioni, i suoi momenti di riflessione. È sorprendente come la parola di Dio
00:19:43spezzata ogni giorno abbia tanti riferimenti alla partecipazione, al senso del potere. È un pensiero
00:19:50che è stato esposto in una maniera compiuta, ma c'è stato anche il momento dell'ascolto, della
00:19:59partecipazione e mille delegati hanno portato le loro istanze e le loro esperienze. Il metodo è stato
00:20:09importantissimo, perché non c'è stato semplicemente il feedback ad una relazione, c'è stato il confronto
00:20:17fra esperienze molto ricche e noi sentiamo di dire che la ricchezza più grande insieme agli autorevoli
00:20:24interventi è proprio questo senso di partecipazione che abbiamo toccato con mano, anche con la presenza
00:20:31di giovani e di donne che tante volte rimangono un po' escluse da determinati consessi notevole.
00:20:39E questo ci incoraggia a dire che la strada da seguire è quella. Ascoltare, far dialogare.
00:20:46Concludo. Gli altri miei compagni di strada interverranno su altri aspetti. Io voglio
00:20:55semplicemente ricordare che è nato qualcosa di imprevisto durante la settimana sociale. È nato
00:21:02un gruppo di cattolici che, impegnati in politica, in diversi schieramenti, si sono autoconvocati e
00:21:11hanno invitato me, in qualità di Presidente del Comitato, la Vicepresidente e il Comitato stesso.
00:21:17Siamo stati lì ad ascoltare e abbiamo notato una grande voglia di dialogare. Forse ai cattolici,
00:21:25che sono presenti in tutti gli schieramenti politici, in tantissimi comitati civici, con
00:21:32diversità di vedute che sono frutto anche di una diversa interpretazione delle questioni
00:21:39sociali, c'è una grande voglia di dialogare. Ma il dialogo per noi ha un nome, un nome che
00:21:46già negli anni 90 Giovanni Paolo II ripeteva spesso, ha il nome di discernimento, discernimento
00:21:56comunitario, porre delle questioni importanti e discernere su di esse, guardando anche a una
00:22:05pluralità di vedute, ma confrontandosi prima di affrontarsi, forse è un metodo che potrebbe
00:22:15aprire una pagina nuova, non solo per il cattolicesimo italiano impegnato nella politica, ma anche per
00:22:24il nostro Paese che ha tanto bisogno di dialogo. Grazie.
00:22:29È quasi un anno che con la Vice Presidente della Camera Anna Scani ci siamo promessi questo
00:22:43appuntamento, ce lo siamo promessi con un dovere di restituzione. Ci sembrava che avevamo fatto
00:22:51un esperimento, un esperimento inedito, di concordia, di condivisione fra vescovi, donne,
00:22:59giovani, uomini, lavoratori di ogni natura e sorta, in un esercizio di democrazia, di partecipazione,
00:23:08questi mille convenuti a Trieste che non solo sono rimasti seduti ad ascoltare delle bellissime
00:23:15relazioni, ma hanno fatto un esercizio di democrazia. È passato un anno e sembra passato
00:23:24un secolo, perché in questo mondo è cambiato quasi tutto, nel rispetto delle regole, nell'idea
00:23:31che abbiamo delle istituzioni, nel rovesciamento della realtà anche rispetto a quello che conoscevamo
00:23:37e quindi è un tempo nel quale arriviamo qui, ma anche carichi di tutto quello che è cambiato
00:23:44e allora di quello che abbiamo messo insieme, di quello sforzo generoso ma anche debole,
00:23:50come sono tutti i processi che partono dal basso, di mettersi insieme che cosa rimane di
00:23:57quei giorni e che cosa è rimasto della ricchezza, del fermento, perché è lì che ci dobbiamo
00:24:02interrogare, senza farci sconti, senza gloriarci di qualcosa che è stato solo un inizio, ma cercando
00:24:08di discernere insieme, non solo tra cattolici ovviamente, ma con le altre componenti cristiane,
00:24:15con gli uomini di buona volontà, con tutte le persone che oggi hanno davvero a cuore il
00:24:22destino di questo mondo. E allora è Sebastiano Nerozzi che ci racconta come siamo arrivati
00:24:29fin qua. Che cosa ha voluto dire per noi attivare processi e non occupare spazi, che è il mandato
00:24:36di Papa Francesco? Che cosa ha significato e come si è trasformato in un metodo, un metodo
00:24:42che abbiamo imparato cammin facendo?
00:24:45Grazie alla Vice Presidente Elena Granato e grazie a tutti voi, a chi ci ha invitato
00:24:51oggi. Per noi è un po' l'obiettivo quello di arrivare anche ad un momento di confronto
00:24:58come questo, in cui un percorso iniziato più di due anni fa può trovare un riflesso anche
00:25:05per chi l'ha seguito, per chi la politica la vive direttamente, la vive tutti i giorni.
00:25:11e quando come Comitato abbiamo scelto un po', abbiamo proposto alla Conferenza Episcopale
00:25:16Italiana il tema della democrazia, avevamo qualche titubanzio su un tema che non era tradizionale
00:25:24nella storia delle settimane sociali, nella lunga storia delle settimane sociali e che poi
00:25:29invece alla luce di tanti fenomeni che abbiamo visto, anche di tante indagini che abbiamo visto
00:25:33e che in parte abbiamo condotto noi stessi, certamente era un tema di stringente attualità
00:25:40e lo è ancora oggi. E quello che io vorrei fare stasera in pochi minuti è quello di
00:25:45offrirvi una serie di cartoline da Trieste, farvi vedere un po' non solo le parole che
00:25:52potete leggere nel volume agile, tutto sommato degli atti pubblicato dal mulino, ma non solo
00:25:59le parole da ascoltare, da rileggere, ma anche l'esperienza che abbiamo vissuto.
00:26:03Qui vedo, abbiamo con noi buona parte del comitato, del comitato scientifico organizzatore
00:26:10con il quale abbiamo progettato la settimana sociale e anche qualche delegato che ha partecipato
00:26:16alla settimana sociale di Trieste. Naturalmente la prima cartolina è dedicata a chi per la
00:26:21prima volta nella storia delle settimane sociali ha aperto la settimana sociale, era la prima
00:26:26volta che un Presidente della Repubblica presenziava questo evento il numero era importante, 50 e
00:26:35naturalmente anche il tema probabilmente ci ha consentito di avere anzitutto un maestro.
00:26:45Il Presidente della Repubblica è venuto tra noi non con un saluto istituzionale ma come già
00:26:51è stato accennato con una vera e propria lezione, una lezione in cui ci ha invitato a riscoprire
00:26:57i fondamenti della democrazia a non darla per scontata, dicendoci che ogni generazione
00:27:05ha bisogno di rialfabetizzarsi alla democrazia e questo concetto dell'alfabetizzazione per noi
00:27:12è stata una parola molto importante. È una sfida, ogni generazione deve farla propria anche
00:27:20perché in ogni momento ci sono dei fenomeni corrosivi della democrazia che non dovrebbero
00:27:25preoccupare solo una parte politica o l'altra, dovrebbero essere preoccupazioni di tutti e
00:27:30in molti casi lo sono. Per questo ci ha sicuramente aiutato a ricentrare alcuni concetti fondamentali
00:27:38di che cosa democrazia è e di che cosa democrazia non è. Certamente non è solo il governo della
00:27:44maggioranza, è rispetto delle prerogative della minoranza, è tutela dei diritti fondamentali
00:27:51delle persone. Noi oggi vediamo quanto nel mondo oggi la democrazia è associata invece
00:27:56ad azioni politiche che quei diritti vanno a ledere in nome della volontà di una maggioranza.
00:28:04Ma è anche rispetto dei diritti delle comunità, delle formazioni sociali, tanto cari al percorso
00:28:11storico, la riflessione culturale delle settimane sociali dei cattolici in questo Paese. Ma non
00:28:18è solo, ci diceva il Presidente Mattarella, non è solo il rispetto delle procedure, ci
00:28:24ha indicato chiaramente la via di una democrazia sostanziale che è quella della nostra Costituzione,
00:28:30richiamando in particolare la lezione di Giuseppe Dossetti, il quale indicava la democrazia
00:28:37sostanziale la descriveva come il vero accesso del popolo e di tutto il popolo al potere e
00:28:43a tutto il potere, non solo quello politico, ma anche quello economico e sociale. E' in
00:28:50questa linea che ci siamo mossi, anche le relazioni successive ci hanno aiutato ad approfondire
00:28:55questo concetto e a mettere i laboratori dei delegati nella condizione di intercettare
00:29:03le loro esperienze e farle dialogare con questo principio fondamentale della nostra
00:29:08Costituzione. Ci ha richiamato il Presidente della Repubblica
00:29:13la necessità di rimuovere gli ostacoli alla piena partecipazione di tutti i cittadini
00:29:19alla vita della Repubblica. Oggi noi questa è una dimensione che abbiamo toccato con mano
00:29:24anche nel percorso di preparazione alla settimana sociale che ha visto coinvolte decine di gruppi
00:29:30in tutta Italia, di riflessione sulla qualità dei processi democratici. Uno dei messaggi
00:29:36che ci è stato consegnato è sicuramente legato ai meccanismi elettorali che non facilitano
00:29:41in un contesto sociale in cui molti di noi lavorano, vivono, studiano in un contesto diverso
00:29:49da quello di residenza, per tanti motivi diversi. Oggi è un fenomeno che tocca una fetta
00:29:54molto significativa della popolazione, non solo giovanile. E poi sicuramente la questione
00:30:01della democrazia interna ai partiti, la possibilità che i partiti siano luoghi in cui la classe
00:30:08dirigente del partito viene selezionata attraverso un dialogo, attraverso l'espressione di una
00:30:13preferenza anche da parte della base. Tutto questo ci sembra che possa aiutare ad aumentare
00:30:20la partecipazione, ma naturalmente la partecipazione, come è stato detto, non è solo partecipazione
00:30:26politica, ma tocca tante sfere, a partire dalla sfera del lavoro per esempio, a partire dalla
00:30:32sfera dell'associazionismo, del territorio, che sono esattamente le prospettive che a Trieste
00:30:39sono state maggiormente sviluppate. E qui vi mostro due altre cartoline per noi altrettanto
00:30:47importanti, le assemblee, abbiamo avuto poche relazioni rispetto a quello che era la tradizione
00:30:53di questo evento, ma molto centrate sui processi, come i processi di partecipazione si sviluppano
00:31:02nei gruppi, nelle associazioni, nei territori, come possono essere aiutate, qual è il rapporto
00:31:09tra leadership e followership, quindi come si sta da leader all'interno di un'organizzazione,
00:31:15ma anche come si sta da, perdonatemi il termine, da gregari, da partecipanti, da attivisti,
00:31:22quindi che tipo di dialettica ci può essere. E anche una relazione, quella di Annalisa Caputo,
00:31:30molto profonda, molto evocativa, in cui ci aiutava a livello emotivo a comprendere che cosa
00:31:36noi mettiamo in gioco quando parliamo di partecipazione e cosa mettiamo in gioco quando partecipiamo.
00:31:42C'è una sfera emotiva che spesso noi sottovalutiamo e che invece è molto importante, è una sfera
00:31:48relazionale e ci ha invitato a considerare l'importanza di curare le osi della partecipazione, in cui
00:31:56ognuno di noi, in modo quasi spontaneo, naturale, quotidiano, vive dimensioni partecipative spesso
00:32:03senza saperlo. Ma sono quelle che nutrono quella fiducia nella coesione sociale, nelle relazioni
00:32:09con gli altri che poi ci spingono anche a fare qualcosa, non solo per noi ma anche per
00:32:14il bene comune. E poi sono stati evocati i laboratori della partecipazione, assemblee che
00:32:20nutrivano dei lavori laboratoriali che non erano occasionali, ma erano il cuore, il centro
00:32:28delle giornate, qui vedete anche le date che abbiamo vissuto a Trieste, i laboratori in cui
00:32:34ognuno aveva un tempo per poter parlare e un tempo per poter ascoltare, in cui le parole
00:32:40proposte non erano necessariamente associate ad una singola persona, ma diventavano poi
00:32:46il patrimonio di un gruppo che le riallaborava. E attraverso questo vedremo, sarà Giovanni Grandi
00:32:53a guidarvi in questo, qual è stato il frutto di questo processo. E poi non si vive solo
00:33:01per soffrire, ci siamo concessi delle belle serate, musica, spettacolo, teatro, abbiamo
00:33:07cercato di mobilitare tutti i linguaggi possibili della partecipazione della comunità, ricordandoci
00:33:14l'insegnamento di Papa Francesco che più volte ci ha ripetuto che la partecipazione deve essere
00:33:21qualcosa non di elitario ma di popolare, in cui sono i linguaggi del popolo che parlano
00:33:26al popolo ed è una storia, anche la storia musicale che abbiamo ripercorso in questa bellissima
00:33:31serata in Piazza dell'Unità che ci ha riportato alla mente tante battaglie, tante vicende, tante
00:33:40fasi della storia del nostro paese in cui la musica anche ha giocato un ruolo importante.
00:33:45E poi le piazze. Abbiamo pensato di non fare un convegno dove ci fossero solo i delegati
00:33:56ma abitare la città di Trieste, bellissima, accogliente in molti modi, portare lì i nostri
00:34:03temi, portare lì i temi che sono dei cittadini e confrontarci con tutti. Quindi eravamo tanti
00:34:09delegati ma tantissimi visitatori, alcune migliaia di visitatori che oltre alle piazze
00:34:16in cui si dibattevano alcuni temi, vi farò vedere tra breve un piccolo elenco delle piazze
00:34:22della democrazia, era possibile incontrare esperienze, le buone pratiche di partecipazione
00:34:30selezionate per alcuni mesi da tutta Italia in vari ambiti, dall'impegno ambientale, quello
00:34:38sociale, le imprese, le cooperative, dove però la dimensione della partecipazione era calata
00:34:44esattamente come dicevo prima, partecipazione politica ma non solo, all'interno delle esperienze,
00:34:50delle attività di queste buone pratiche che con i loro territori, con i loro volontari, con
00:34:56i loro soci ma anche con le persone che poi beneficiano dei loro servizi, instaurano
00:35:03dei percorsi di attivazione delle risorse, quindi non di assistenzialismo ma di partecipazione.
00:35:13Questo è un elenco delle piazze, 17 piazze che abbiamo vissuto, l'ultima allora eravamo
00:35:20all'indomani delle elezioni europee dedicate al tema dell'Europa, un tema che ci stava
00:35:26molto a cuore ma che allora era un po' difficile capire come avremmo potuto trattare, oggi forse
00:35:32ci siamo fatti qualche idea in più e allora abbiamo proposto però una riflessione, partendo
00:35:37dall'idea che l'Europa non è tanto nostra ma è l'Europa delle nuove generazioni, dobbiamo
00:35:44guardare a loro perché è quella che noi a loro consegneremo. E poi i dialoghi delle buone
00:35:51pratiche, abbiamo detto abbiamo portato buone pratiche di partecipazione ma non ci siamo
00:35:56accontentati di creare una vetrina per loro, abbiamo chiesto loro di dialogare, di fare
00:36:03dei dialoghi in cui realtà simili provenienti da diversi territori potessero ricercare nel
00:36:10dialogo tra di loro delle possibili sinergie, delle possibili collaborazioni, dei punti d'incontro
00:36:17perché se non si fa questa saldatura il rischio è che ogni realtà anche molto bella, anche
00:36:22intensa, anche partecipata però rimanga chiusa nel proprio particolare, non veda la rilevanza
00:36:31partecipativa che la loro attività e quindi questi dialoghi sono stati sicuramente un momento
00:36:38di scoperta di qualcosa di nuovo, non si tornava a casa solo con la gioia di aver raccontato
00:36:45se stessi ma si imparava anche qualcosa dal racconto degli altri.
00:36:526 luglio, giornata per noi molto intensa, per noi del comitato, la giornata della raccolta,
00:36:58delle sintesi, i laboratori che dovevano chiudere, le loro proposte, dopo le vedremo, le loro raccomandazioni
00:37:04e il comitato che ha proposto una prima molto generale sintesi che poi è stata rielaborata
00:37:13nei mesi successivi. Vedete questa bella immagine di persone che entrano al conference center
00:37:19di Trieste ma anche una tovaglia che i bambini delle scuole di Trieste hanno realizzato nelle
00:37:26settimane precedenti alla settimana sociale, una tovaglia che voi qui vedete solo un piccolo
00:37:31pezzo ma che in realtà copriva tutto il lato lungo del conference center, quindi un'opera
00:37:38d'arte fatta in modo semplice ma estremamente d'impatto e che è stato un regalo bellissimo
00:37:44che abbiamo ricevuto dai ragazzi delle scuole di Trieste. E poi ecco il gran finale, il finale
00:37:51bellissimo, emozionante che abbiamo vissuto come comitato e tutti i delegati, l'incontro di
00:37:57Papa Francesco, anche qui la prima volta che un pontefice chiudeva, presenziava ad una
00:38:03settimana sociale e l'ha messa poi con lui in Piazza dell'Unità, un momento in cui Papa
00:38:10Francesco ci ha consegnato messaggi importanti anche riprendendo parti importanti della Fratelli
00:38:16tutti, i suoi discorsi naturalmente sono pubblicati negli atti che potrete trovare, un impegno a
00:38:25superare da parte di Francesco questa barriera un po' artificiale che noi abbiamo creato tra
00:38:31il sociale e il politico, a vedere la valenza politica delle azioni che noi facciamo, ognuno
00:38:37con il suo ruolo, ma provando a connettere i puntini, provando a cogliere la valenza generale
00:38:44di ciò che è dei nostri impegni, ma anche una consegna di coinvolgere le persone generando
00:38:55speranza, perché se come operatori sociali, professori universitari, politici impegnati
00:39:03come voi siete, non siamo in grado di generare speranza, di coinvolgere in questa speranza
00:39:09le persone con cui ci raffrontiamo. Papa Francesco ci dice saremo amministratori, equilibristi
00:39:19del presente, non profeti e costruttori del futuro. E questa consegna che ci ha dato e che poi
00:39:27ha declinato in molti modi, come settimana sociale l'abbiamo sentita come responsabilità
00:39:33di un processo, non potevamo chiudere la settimana sociale semplicemente con un bel
00:39:38documento, ma avevamo bisogno di lasciare delle consegne. Che cosa abbiamo fatto? Abbiamo
00:39:44realizzato delle schede per i territori, dove territori significa le diocesi sicuramente,
00:39:51ma significa anche le amministrazioni, significa coloro che si occupano di politiche territoriali,
00:39:57su delle attività possibili per alimentare la partecipazione, per far sì che da una serie
00:40:05di attività, da una serie di risorse che ci sono sui territori si possa stimolare una
00:40:11partecipazione più alta. Alcune sono quelle che abbiamo sperimentato a Trieste, i dialoghi
00:40:16delle buone pratiche, già menzionati, le piazze della democrazia. Non facciamo dentro ciò
00:40:22che possiamo fare fuori, se volessimo trovare un motto. Andiamo incontro ai cittadini, cerchiamo
00:40:28di coinvolgerli là dove i cittadini sono. I villaggi delle buone pratiche, valorizziamo
00:40:33le buone pratiche che ci sono, non prendiamone una lasciando le altre, proviamo a farle dialogare.
00:40:42Gli incontri di condivisioni fra amministratori, come quello che è stato appena raccontato, in
00:40:46modo spontaneo, ma che può diventare una risorsa in tanti territori. Amministratori che si incontrano
00:40:52e condividono un po' le loro esperienze, che in fondo, anche quando si milita in partiti
00:40:56diversi, ha tanti aspetti similari. I patti di collaborazione fra cittadini e pubblica
00:41:02amministrazione, soprattutto sulla gestione dei beni comuni, ci sono tante esperienze preziose
00:41:06che possono essere valorizzate e conosciute. I consigli comunali dei ragazzi e delle ragazze
00:41:14è un'esperienza che va avanti da molti anni, ci siamo sentiti di riproporla. Le comunità
00:41:19energetiche sono il principale risultato della settimana sociale di Taranto, in cui il tema
00:41:24dell'ecologia integrale e della conversione energetica era al centro. E poi l'invito
00:41:30del Presidente Mattarella, alfabetizzatevi. E qui abbiamo bisogno per alfabetizzarci non
00:41:38solo di parole, ma di esperienze. Quindi l'alfabeto della partecipazione che cos'è? È una proposta
00:41:43di percorsi nelle scuole, soprattutto nelle scuole superiori, partendo però non solo da
00:41:50alcune parole, da alcune testimonianze, ma soprattutto valorizzando quelle che sono le
00:41:56esperienze dei giovani e le esperienze disponibili sul territorio dove loro studiano e vivono.
00:42:02Grazie, io cedo la parola ai miei colleghi del Comissario.
00:42:12Molto rapidamente per star nei tempi, Giovanni Grandi, abbiamo usato un metodo, ci siamo
00:42:17dati un metodo sperimentale, anche molto severo, alle volte togliere la parola a un vescovo
00:42:25per darla a un giovane perché non stava nei tempi. Insomma, tutte cose che sono molto
00:42:30fruttuose perché fanno capire che siamo arrugginiti e che la partecipazione è qualcosa che dobbiamo
00:42:37continuamente riconquistarci. Nei mesi successivi abbiamo raccolto questo materiale che è venuto
00:42:44fuori dalle discussioni, che adesso verrà presentato e che dà un po' l'idea, non è un campione
00:42:50rappresentativo, sono quei mille che hanno lavorato intorno ai temi, ma ha fatto emergere
00:42:54potremmo dire le fatiche e il piacere della partecipazione, ma anche le fatiche. Perché?
00:43:02Perché partecipare è stanca, perché è difficile, perché siamo diversi, perché non siamo abituati,
00:43:09perché quello che sta in alto pensa di avere più potere di quello che sta in basso.
00:43:13Questo è stato il gioco e quindi come è andata, che cosa ne abbiamo tirato fuori in termini
00:43:18anche di policy, di indicazioni su come si potrebbe imparare a fare.
00:43:23Ti lascio il posto perché così sei più vicino.
00:43:33Bene, grazie. Allora, la Presidente mi ha detto che io alle 16 devo fermarmi, perché
00:43:38se no non c'è posto per le altre persone e quindi riprendo il mio ruolo ingrato della
00:43:43settimana sociale, che era quello dei custodi dei tempi. Questo è l'orologio del bianconiglio
00:43:48che ha accompagnato i lavori, quindi va bene. Quindi avrete pazienza. Mi aiuta il fatto
00:43:52che il documento di cui vi parlo è disponibile da scaricare online. In questo senso il mio
00:43:56compito è molto facilitato e quindi vi porto soltanto su alcune sottolineature e su alcune
00:44:02modalità per leggere questo documento, anche perché è talmente piccolo che non riuscirete
00:44:06a vederlo, almeno dagli schermi. Questi sono i numeri. 1174 delegati, 390 donne, 328
00:44:15under 35, 44 i laboratori, 19 le raccomandazioni che sono emesse dai laboratori e 230 le proposte.
00:44:23Cosa significa? Significa che tutta questa assemblea è stata organizzata e si è organizzata
00:44:28in una serie di circle, questi laboratori, mediamente popolati da 20-25 persone, che
00:44:36hanno lavorato insieme, a partire dalle tematiche che avete visto, con lo scopo di dare parola
00:44:41a tutte le persone che erano presenti. Questa era la sfida grande che abbiamo un po' provato
00:44:46ad affrontare. 1174 persone che non assistevano semplicemente a una serie di relazioni, ma persone
00:44:52che avevano un'idea da portare, un'idea che maturava naturalmente da una prima fase di ascolto
00:44:57delle relazioni. Poi si sviluppava in un tempo personale di studio, breve tempo che però
00:45:03serviva proprio per ascoltarsi anche interiormente, metter a fuoco qualche cosa e non fare le cose
00:45:07in assoluta velocità. E poi trovare una modalità per condividere e soprattutto, la cosa più
00:45:12particolare che un po' ci aveva stimolato, trovare una modalità per far sì che da queste
00:45:1824 persone emergessero di volta in volta poche indicazioni convergenti, secondo una metodologia
00:45:24che puntasse non tanto al prevalere, in senso dialettico, ma al convalidare quello che
00:45:29poteva emergere da tutto il gruppo. Non vi illustro tutta la metodologia che abbiamo
00:45:34utilizzato, ma l'esito della metodologia è che in queste 19 raccomandazioni di cui adesso
00:45:40vi parlo si sono ritrovate tutte le persone partecipanti. Quindi è un esercizio democratico,
00:45:45sì, è il potere del popolo che in qualche modo si raccoglie e dà alcune indicazioni
00:45:51convergenti, non passa in questo caso specifico, metodologico, attraverso un voto di maggioranza
00:45:56e minoranza. Questa era un po' la particolarità che abbiamo attivato, ci sembrava interessante
00:46:00proprio come macroesperimento, per dire come in poco tempo, stiamo parlando di giornate di
00:46:07otto ore di lavoro, che non sono poche naturalmente, però come si riesce ad ascoltare, ad ascoltarsi,
00:46:12a convergere, a studiare quello che è emerso, fino a dire in 1174 abbiamo messo a fuoco 19
00:46:19raccomandazioni, frutto del lessico e della semantica di tutti quelli che hanno partecipato,
00:46:25senza intelligenza artificiale, questo lo sottolineiamo perché solo intelligenza umana.
00:46:32Queste sono le raccomandazioni, le abbiamo articolate in due grandi serie, sono le raccomandazioni
00:46:36di ambito politico e ambito sociale. Vi dico subito che in questa platea è molto difficile
00:46:41differenziare il sociale dal politico. Emergono sostanzialmente gli stessi grandi temi, un po'
00:46:48frutto del fatto che sono molto interacciati tra loro, un po' anche frutto del fatto che
00:46:53il mondo cattolico è sicuramente più sbilanciato sul sociale in questo momento, cioè i grandi
00:46:57numeri sono ovviamente, per motivi logici, nelle comunità, nei gruppi di lavoro, nei territori
00:47:05e soprattutto a contatto con le situazioni di povertà e di formazione. Che cosa emerge?
00:47:10Vedete soltanto, vi evidenzio le prime tre cose, vedete che la formazione sociopolitica
00:47:15è fondamentale, è una grandissima richiesta che torna e si conferma da parte della platea.
00:47:21Vedete l'importanza che ha il coinvolgimento dei giovani, in questo senso non soltanto coinvolgerli
00:47:26passivamente ma capire come possono diventare parte attiva dei processi e vedete ancora la
00:47:32promozione di pratiche di ascolto, coprogettare, coprogrammare e intensificare il dialogo tra
00:47:37politiche e parti sociali. Non le vediamo tutte perché il tempo corre ma solo per dirvi
00:47:42che già da queste prime parole capite quanto il tema dell'ascolto, del confronto è stato
00:47:47centrale in questa dinamica. Se ci spostiamo sull'ambito sociale vedete che le cose non cambiano
00:47:53moltissimo, c'è un'indicazione molto astratta ma indicativa della sensibilità, passare
00:47:58dall'io al noi inclusivo, quindi il tema dell'inclusione di tutte le parti di una comunità
00:48:02è stato fortissimo e la raccomandazione che emerge in maniera potente dai laboratori ma
00:48:08poi di nuovo investire nella formazione esperienziale e ascoltare i più giovani, poi accogliere i
00:48:13conflitti e come diceva anche Monsignor Renna formare il discernimento, cioè imparare a leggere
00:48:18la realtà insieme, a leggerla con maggiore profondità. Questi sono invece gli spaccati
00:48:25che emergono dall'analisi, non delle raccomandazioni che sono emerse, che ripeto erano 19 in tutto
00:48:30quindi molto poche, questi invece sono gli spaccati che emergono lavorando sulle proposte
00:48:35che sono 230, sono molte di più, ma vedete che i temi ritornano, torna il tema della formazione,
00:48:40il tema dei giovani, ci sono altre tematiche che in questo spaccato emergono un po' di più,
00:48:45il tema del lavoro che appunto non è molto presente nel tema delle raccomandazioni ma
00:48:51anche il tema della comunità. Ecco poi l'analisi che è proposta nel documento che può aiutare
00:48:55a scendere più nei dettagli. Che cosa abbiamo fatto poi? Abbiamo provato a intersecare le
00:49:01diverse dimensioni, questo è il lavoro un po' più scientifico che abbiamo fatto, cioè abbiamo
00:49:04provato a vedere all'interno delle proposte che hanno fatto i gruppi di lavoro quanto avessero
00:49:10effettivamente a loro volta utilizzato quelle raccomandazioni che hanno elaborato nei giorni
00:49:14precedenti. Come dire, abbiamo elaborato una bussola, adesso vediamo se questa bussola
00:49:18la si ritrova anche dentro le proposte concrete che vengono fatte. Allora vedete che nell'ambito
00:49:26politico ci sono almeno due cose che segnalo. La prima, c'è molto allineamento sul tema
00:49:31della formazione, un mondo cattolico molto spostato sulle esigenze di formare una dimensione
00:49:38sociopolitica e anche capace di riprendere proposte in questo senso. Vedete invece due
00:49:43discostamenti interessanti, molto alta la necessità rilevata di sensibilizzare e coinvolgere i
00:49:50giovani, però quando scendiamo al livello delle proposte vediamo che qui abbiamo meno
00:49:55capacità di dire come si può fare. La stessa cosa per quanto riguarda la promozione di pratiche
00:50:00di ascolto, un'esigenza sentitissima, ma se dopo dobbiamo trasformarla in proposte concrete
00:50:05facciamo più fatica. Questo è uno specchio in qualche modo di un mondo che è molto
00:50:10impegnato, quindi probabilmente ci dice qualcosa anche del sistema paese da questo punto di
00:50:14vista. Tanta attesa di ascolto ma non sappiamo bene come fare e forse questa è una chiave
00:50:19anche per capire tanto allontanamento anche nel momento elettorale. Un altro elemento interessante
00:50:25invece dall'ambito sociale è questo, vedete che c'è un discostamento da quel passare
00:50:30dall'io al no inclusivo che è una grande indicazione di orizzonte ma poi è rimasta
00:50:36troppo astratta in questo senso. Quindi quasi a dire che quello che accade anche nei convegni
00:50:41che sono pensati nel modo più partecipativo è che ci ribadiamo alcune cose che stanno
00:50:45molto molto in alto ma poi quando dobbiamo dire come le traduciamo in pratica c'è uno
00:50:49scarto veramente significativo. Invece vedete che chi lavora più in ambito sociale allinea di
00:50:56più alcuni altri elementi, allinea di più l'elemento della formazione e anche sul tema
00:51:00dell'ascolto dei giovani per quanto sia visibile uno scarto è minore. Vuol dire che dal punto
00:51:08di vista sociale abbiamo più capacità di coinvolgimento che non dal punto di vista
00:51:11politico, certo che lo sappiamo, non ci diciamo una cosa nuova, però in questo caso emerge
00:51:16molto dai dati che abbiamo raccolto ed è appunto una mappatura ricordiamoci di tutto
00:51:20il Paese. In questa corsa del Bianconiglio io adesso vi mostro soltanto alcune delle evidenze
00:51:29che sono emerse. Prendetele poi naturalmente la spiegazione, un po' il commento più espanso,
00:51:35lo trovate nel documento, però sicuramente i nodi sono questi. La difficoltà nel coinvolgere
00:51:39i più giovani è nell'avvicinarli alla partecipazione e soprattutto agli impegni della vita democratica.
00:51:45In questo senso tutto quello che è dedizione anche alle istituzioni, anche alle istituzioni
00:51:52locali e anche alle istituzioni associative è qualche cosa che fa fatica nel nostro Paese.
00:51:58È molto più alta la propensione a spendersi front line davanti alle situazioni anche che
00:52:04interpellano, situazioni di povertà, di necessità, ma se si tratta di tenere viva un'associazione
00:52:10o degli organismi di partecipazione, che come molti di voi qui sanno bene, catalizzano
00:52:14tanta ingratitudine e tanto lavoro allo stesso tempo, lì si fa molta più fatica. Specchio
00:52:20del nostro tempo. È molto più gratificante fare qualche cosa di concreto di cui vediamo
00:52:25il risultato che non tenere viva un'istituzione e questa è un'altra cosa che deve un po' farci
00:52:30pensare. Sicuramente bisogna riformulare la formazione sociopolitica, c'è una grandissima
00:52:36tradizione di scuole di formazione sociopolitica molto molto ricca, ma il collegamento con
00:52:41l'impegno diretto poi a livello locale, amministrativo e politico è un collegamento
00:52:45che fa fatica ad essere riattivato. È come se ci fossero molte persone che si formano,
00:52:51ma poi il passaggio, permettetemi l'espressione, alle stanze dei bottoni, anche come esercizio
00:52:56non c'è. Quindi questo è un elemento che dice un certo discostamento anche su questo
00:53:01fronte. Un oiato tra impegno personale e organizzazione della speranza, questo ai noi
00:53:07nel mondo cattolico cominciamo a registrare il fatto che c'è tanto impegno, come dicevo
00:53:12prima in prima persona, ma minore consapevolezza dell'importanza dell'organizzazione, cioè
00:53:18di riuscire a leggere insieme la realtà e a capire come si può agire unendo le forze.
00:53:23Sul lato individuale si è forti, ma sul dato associato cominciamo a sentire delle difficoltà.
00:53:29e c'è un grande vuoto nel luogo intermedio dei partiti. Si è tanto detto anche nella
00:53:34fase preparatoria, avviene questo grido d'allarme anche dei territori, la necessità di riattivare
00:53:39i corpi intermedi, quindi tutte quelle realtà che ci permettono di collegare le esperienze
00:53:44personali con le esperienze comunitarie dentro dimensioni umanamente vivibili, però allo
00:53:50stesso tempo capiamo che qui c'è un elemento di vuoto. Vi dico soltanto che la parola partiti
00:53:55in tutte le 230 proposte ricorre due volte, una auspicando la riforma dei partiti, ma poi
00:54:01sono i grandissimi assenti. Ecco, in questo senso ci dice uno specchio del percepito che
00:54:05c'è a livello di popolazione, naturalmente qui non ci stiamo dicendo che i partiti non
00:54:09servono, tutt'altro. Ecco, ma questo è il polso del Paese che registriamo anche in
00:54:14questo in questa rilettura. Non vi sto dando buonissime notizie, me ne rendo conto, però
00:54:19va bene, abbiate pazienza. Che cosa emerge nei bisogni? Intanto sviluppare un pensiero
00:54:26corale sulle realtà sociale e politica che sia fondato su reali processi di ascolto, per
00:54:31questo la metodologia era fondamentale e rimane un impegno fondamentale anche dopo la settimana
00:54:35sociale. Guardate i numeri, 37 gruppi, parliamo sempre di gruppi da 25 persone, richiamano il bisogno
00:54:42di ascolto, 28 di confronto, di dialogo, altri sono richiami al discernimento. Attivare
00:54:48luoghi e processi, non usiamo più la parola partiti ma usiamo la parola tavoli. Capite
00:54:55che abbiamo sostanzialmente cassato un'espressione ma stiamo ridicendo che abbiamo bisogno esattamente
00:55:00di quella dimensione anche territoriale in cui ritrovarci, discutere in maniera appunto
00:55:05molto pacata ma molto coordinata proprio per poter organizzare qualche cosa insieme con
00:55:11la consultazione di tutte le persone. Le domande che emergono, allora come favorire
00:55:16lo sviluppo di pratica di lettura delle situazioni sociopolitiche, questa è una domanda più
00:55:20ecclesiale ma anche alla luce del Vangelo e dell'insegnamento sociale della Chiesa, c'è
00:55:25un patrimonio teorico fortissimo, c'è una tradizione di pensiero antichissima ma la stiamo un po'
00:55:32perdendo. Allora perdere quel patrimonio lì significa anche avere meno idee, meno capacità
00:55:37di lettura, quindi questa è una domanda molto intra ecclesiale se volete ma è sempre
00:55:41in l'ottica di quello che diceva Monsignor Renna del servizio che possiamo fare al Paese.
00:55:46E in che modo, altra grande domanda, mettere a sistema tutte le generosità che ci sono a
00:55:50livello locale perché diventino risorse per il sistema Paese. È come se ci fosse un
00:55:55soffitto, decidete voi di quale materiale, ma tra il livello locale e il livello nazionale.
00:56:00Qui le persone sentono che fanno fatica a varcare questa soglia e questo è un tema
00:56:06di comunicazione che ovviamente dobbiamo avere anche davanti agli occhi.
00:56:10In filigrana quelle che sono le indicazioni politiche che sono emerse, naturalmente sono
00:56:15indicazioni in senso molto ampio, Elena ci sto quasi nei dieci minuti che mi hai dato
00:56:19ma non cerco di farcela, sono queste, sono una sintesi, ma guardate, oltre al fare il
00:56:26pensare. Allora è vero che bisogna cambiare e trasformare la realtà, ma se queste trasformazioni
00:56:32non avvengono con il pensiero, alla fine non sappiamo dove stiamo andando. E questa è
00:56:37una cosa che emerge tantissimo anche da questi gruppi di lavoro. L'esigenza di fermarsi e
00:56:41di rallentare per capire qual è la direzione, perché solo in questo modo si riesce anche
00:56:45a semplificare qualche cosa, a capire che cosa non è più una priorità e a concentrare
00:56:50le forze. Senza questo tipo di esercizio non andiamo avanti, questa è la cosa che è emersa
00:56:56in maniera molto forte. Prima di organizzare e condividere, ma vedete che anche questa
00:57:00è una funzione del tempo, perché pensiamo poco? Perché abbiamo poco tempo, abbiamo
00:57:06troppe cose. E allo stesso modo perché condividiamo poco prima di partire con un processo? Perché
00:57:11è tutto incalzante. Allora questo tema di come viviamo il tempo nella nostra società
00:57:16emerge in maniera fortissima, un po' in filigranda da tutti i lavori e anche dai lavori preparatori.
00:57:23Perché è fondamentale questo? Perché l'altro elemento che emerge
00:57:26come grande fragilità è la coesione sociale. Senza queste due risorse che apparentemente
00:57:30ci fanno perdere tempo, viene meno la coesione sociale. Le persone maturano meno fiducia
00:57:36reciproca, meno disponibilità a fidarsi e a lavorare insieme, più richieste di controllo,
00:57:43più richieste di regole, più richieste di criteri e di commissioni che studino queste
00:57:47cose. Ve lo dico lavorando in università perché viviamo la stessa identica dinamica. Ma questo
00:57:52è l'esivo della coesione sociale. Andiamo verso una frammentazione che poi non consente
00:57:57di avere le risorse che servono quando occorre veramente unire le forze. Perché in quel momento
00:58:01ci accorgiamo che non abbiamo più quello che serviva, cioè una comunità per quanto
00:58:06ovviamente una comunità ampia come può essere quella nazionale. Non polarizzare ma
00:58:10riunire, anche qui vedete che il filo rosso che emerge è sempre costante, quindi tendere
00:58:15all'inclusione. Per questo la metodologia per noi significava passare dalla logica del
00:58:20prevalere a quella del convalidare, in cui la radice del valore c'è sempre ma cambia
00:58:25completamente la modalità, e ancora dal competere al cooperare. Quindi questa idea che occorre
00:58:30maturare stili di vita diversi, forse più accoglienti in termini di tempo, con meno cose,
00:58:36ma con più senso e con più condivisione di quello che facciamo. Questo è qualcosa
00:58:40che emerge molto da questo mondo, che chiaramente è un mondo molto attivo, molto impegnato,
00:58:45che sente anche il senso della corsa. Però che forse oggi ci sta dicendo che in questa
00:58:50corsa rischiamo di perdere qualcosa di fondamentale, che è proprio il nostro stare insieme e il nostro
00:58:55senso della vita democratica. Quindi ecco, indicazioni diversificate, le potrete ripeto
00:59:00scaricare e vedere, ma che ci portano a fissare in questo le politiche di cui abbiamo
00:59:05bisogno anche nei prossimi anni e a cui sicuramente desideriamo contribuire.
00:59:15Grazie. Mentre chiamo al tavolo i senatori Malan e Del Rio, che hanno accettato di discutere
00:59:22con noi questi primi risultati delle nostre ricerche, chioso quello che è già stato detto,
00:59:30è emerso dal processo partecipato, un grande desiderio di esserci, di partecipare, ma siamo
00:59:37sguarniti... grazie.
00:59:41No, so che voi dovete fare l'intervento dal pulpito, quindi... esatto, e che non sappiamo
00:59:49come fare, che ci mancano gli strumenti e quindi c'è un desiderio, un voler poter essere
00:59:54presenti, ma un'incapacità di... un desiderio di essere connessi con la politica, ma avere
01:00:01smarrito la strada per farlo... un desiderio di essere legati alle nuove generazioni, ma
01:00:07sentire che qualcosa si è rotto nel patto sociale. Penso che siano queste le grandi questioni
01:00:12che rimettiamo alla politica, perché davvero nei prossimi mesi potrebbero essere un terreno
01:00:17di confronto, di scambio. Grazie. Vi lascio...
01:00:24Allora, sulla scaletta sono dieci minuti, però fate voi, noi siamo ospite, quindi ce la
01:00:31diamo... dieci minuti a testa... dieci minuti a testa...
01:00:39Allora, il capogruppo della maggioranza dice che posso partire io, quindi sono autorizzato,
01:00:46io sono minoranza, quindi questo è un segno, già è uno dei miracoli della rete di Trieste,
01:00:51delle giornate di Trieste. Allora, no, grazie, io sono molto onorato dell'invito
01:00:57della professoressa Granatini e del signor Ren a partecipare a questo, a commentare questo
01:01:02bellissimo resoconto, questo bellissimo libro che ci sono nelle redazioni e che è veramente
01:01:09consiglio a tanti, perché è veramente ricchissimo di spunti per noi politici, insomma, io credo
01:01:16che le settimane sociali mai come questa volta siano state un evento di ricchezza per il Paese.
01:01:26Cioè, io l'ho sentito, ma adesso non lo dico, cioè, farei fatica a dire il contrario perché
01:01:31sono vostro ospite, ma insomma, lo direi comunque, nel senso che si è visto questa grande
01:01:39forza, questa grande afflato, questo desiderio del bene comune, no? Si è visto, cioè, quello
01:01:45che è il senso, Annaren diceva, il senso della politica è la felicità, è tutelare la vita
01:01:51e la felicità, no? E quindi il fine della politica è questo qua, insomma, no? E quindi
01:01:57si è visto un grande desiderio di tutelare la felicità per tutti, non per alcuni, e con
01:02:03quella gratuità di impegno che è un patrimonio della politica in generale, diciamo. Ecco,
01:02:08io non credo che tutto sia politica, lo dico perché ho letto qui anche nel libro tutto
01:02:12è politica, no. Io credo, appunto, perché sono, diciamo, legato a una certa impostazione,
01:02:19credo che sia politica quando si prende parola nello spazio pubblico. Cioè, politica è
01:02:24prendere parola, perché è chiaro che anche mia moglie fa politica nel momento in cui
01:02:30accudisce un bambino, no? Diceva Simone Weil che i diritti non esistono, esiste solo il
01:02:37dovere, cioè il dovere di una madre, la madre si sente in dovere di accudire il bambino,
01:02:42in quel momento il diritto di quel bambino a vivere si invera, diventa reale, giusto? Se
01:02:47non c'è questo senso del dovere verso l'altra persona, il diritto è una parola vuota, perché
01:02:54i diritti vanno riconosciuti, altrimenti non... Ecco, però io non credo che tutto sia
01:02:57politica, è politica quando si prende parola nello spazio pubblico, in piena libertà, per
01:03:03un discorso di franchezza, cioè non condizionato da interessi personali, e appunto per migliorare
01:03:10la propria comunità. E quindi è stata una grande occasione di parresia, di contributo
01:03:16al bene del Paese, cioè avete fatto politica in questo caso, si è fatto politica in questo
01:03:21caso, questa è la prima cosa per cui... E siccome noi che facciamo politica di professione
01:03:29non siamo bastanti a noi stessi, questo è stato un evento importante per noi, cioè ci
01:03:34aiuta, ci aiuta, ci aiuta a vedere questa energia, ci aiuta a vedere questa gratuità, ci aiuta
01:03:39a vedere questo atto politico di prendere parola, e questo è un punto fondamentale. Io tra poche
01:03:47ore, tra due ore, vado a presentare un altro libro su Pio XII e l'influenza di Pio XII,
01:03:52i rapporti con l'ADC, eccetera, e insomma la libertà era un po' minore, diciamo, però
01:04:00ecco, quindi in piena libertà lo avete fatto, e quindi veramente avete dato, credo, un contributo
01:04:07a credere a questa cosa. Ecco, io credo che il patrimonio, la questione che per noi che
01:04:14viviamo la politica, che viene fuori in maniera più forte anche dal vostro messaggio e che
01:04:20vorrei brevemente commentare è questo, cioè la politica può ritrovare i partiti anche,
01:04:28questo per aiutare il nostro dialogo, possono ritrovare fiducia ad alcune condizioni. La prima
01:04:34cosa è che i partiti devono, come è stato per Trieste, dare un senso di connessione emotiva
01:04:40ai propri, ai cittadini, cioè i cittadini devono sentirsi connessi emotivamente, devono sapere
01:04:45che ci sono dei grandi fini, cioè dei fini importanti, non solo, che non stiamo discutendo
01:04:51solo di come, ma che stiamo discutendo di cosa, di cosa. L'impero romano non era grande solo
01:04:57per la sua potenza, io ovviamente non faccio, ieri sono stato gentilissimo con la Meloni, mi hanno
01:05:02detto troppo gentile, con la Presidente del Consiglio, ma io non faccio polemica con
01:05:06la Presidente del Consiglio, però io non credo che la pace si prepara appunto con, si dispace
01:05:13parabellum, credo che la pace si prepara con la pace. L'impero romano conservava la sua forza
01:05:19con la forza, certamente, ma anche perché era un grande sogno, un grande sogno, cioè avere
01:05:28una cosa più grande rispetto a, vi organizzo la raccolta del pattume, io sono molto utento
01:05:35di aver organizzato il pattume, ho fatto il sindaco, quindi, però era un grande sogno,
01:05:40quindi abbiamo bisogno che la politica riprenda a dare questi grandi sogni e la costruzione
01:05:45della comunità europea dimostra che la pace si costruisce con istituzioni di pace, tu dai
01:05:51un grande sogno di un'istituzione di pace dove si copere, non si compete, dove si sente,
01:05:56si dà un senso di appartenenza, i nostri figli si sentono appartenenti alla comunità
01:06:00europea, secondo me, e quindi questo è un elemento molto importante. Il secondo elemento
01:06:04fondamentale è che noi abbiamo bisogno di far sentire i cittadini influenti, cioè che
01:06:10loro contano, perché l'impressione che diamo noi sono strutture gerarchiche impermeabili,
01:06:18io non sto parlando del PD, e chiunque mi ascolti non sto parlando del PD, però io so di partiti
01:06:24dove i dirigenti di quel partito scoraggiano dei giovani ad iscriversi al partito, perché
01:06:30hanno paura che questi giovani poi pensino con le loro teste e facciano cose con la loro...
01:06:35Casualmente, o qui davanti al Vescovo di Catania, questa esperienza l'ho avuta proprio
01:06:38in Sicilia a Catania, diciamo, no? Ecco, quindi, figuratevi come uno si sente influente, se l'altro
01:06:44lo scoraggia, no? Perché poi c'è qualche giovane che vai via, no? Ecco, l'altro elemento
01:06:51molto importante è che noi dobbiamo dire con insistenza, io credo, noi politici, poi
01:06:55tu mi fermi perché tu sei cattiva, quindi quando vado troppo, come tempo intendo, l'altro
01:07:01elemento è che noi dobbiamo continuare a dire, e la Chiesa lo sta dicendo con grande forza,
01:07:05che il modo migliore, perché i cittadini poi vogliono avere soddisfatti i loro bisogni,
01:07:11no? Di lavoro, di pan, di felicità, di spazi pubblici, no? Quindi io quando ero sindaco
01:07:18facevo le piazze, dicevo, le piazze servono a connettere le persone, cioè a farle conoscere,
01:07:23a farle stare insieme e anche a celebrare delle cose, dei riti civili, no? Il mercato
01:07:27è un grande rito civile, non me ne voglia, Monsignor, il concerto nella piazza, in una
01:07:33piazza italiana, è un grande rito civile, quindi abbiamo bisogno di queste cose, ma soprattutto
01:07:38noi dobbiamo convincere i cittadini che i loro bisogni, che sono bisogni giusti, elementari,
01:07:44normali, si soddisfano più facilmente se si mettono insieme, e questo è il grande
01:07:50inganno di questo periodo storico, cioè il pensiero che ognuno di noi è come l'eroe
01:07:56solitario, non come Mosè che dice, no signore non mi separare dal mio popolo, non mi salvo,
01:08:01non mi voglio salvare da solo, voglio stare con questo popolo anche se, no? No così, l'altro
01:08:06è l'eroe greco, l'eroe che fa tutto lui, è invincibile, e quindi quando un giovane
01:08:11dice devo fare, sì bello, devo fare tutto io, beh un senso di ebrezza, di libertà,
01:08:15poi comincia la depressione, perché come cacchio fai a fare tutto tu? Cioè è impossibile,
01:08:19hai bisogno, abbiamo bisogno gli uni degli altri, cavolo è un'esperienza che sperimentiamo
01:08:24da quando siamo nati in poi, che i nostri bisogni vengono soddisfatti meglio se ci mettiamo
01:08:28insieme, e quindi il senso di connessione emotiva, il senso di farli sentire importanti,
01:08:33il senso di ribadire che si può risolvere i tuoi problemi, non sto parlando di quelli degli
01:08:38altri, questo noi generico mi piace poco, il tuo problema, il tuo problema si risolve
01:08:44meglio se siamo insieme, e non, finisco su questo punto Elena, la questione per me fondamentale
01:08:53è anche questa, noi stiamo in una politica polarizzata, perché siamo figli di una politica
01:09:01che dice che è egheliana, come concetto, mi menano i miei compagni che vengono dalla
01:09:09tradizione comunista, ma veniamo dalla tradizione egheliana, ora c'è un'alternativa al fatto
01:09:15che la sintesi comporti l'annullamento dell'altro, no? Ed è l'alternativa che indicava Romano
01:09:23Guardini, no? Dell'opposizione polare, cioè mentre tra il bene e il male c'è una contraddizione
01:09:30insanabile, tu devi scegliere tra bene e male, ma nel caso delle altre cose c'è un'opposizione
01:09:38polare, cioè noi possiamo rimanere noi stessi e influenzarci a vicenda, e non è che nella
01:09:46sintesi lui è diverso da me, ma la nostra influenza reciproca riesce a produrre una cosa
01:09:52diversa, no? E quindi l'opposizione polare significa che si rimane se stessi, si è uniti
01:09:58nella diversità, ma si è uniti nella diversità, perché la legge dell'umanità è la pluralità,
01:10:04come diceva sempre Ann Arendt, cioè la legge del mondo è la pluralità, e quindi la pluralità
01:10:10è una ricchezza straordinaria, io non posso pretendere che lui diventi come me, quindi quando
01:10:14si parla di dialogo, no, ma è il dialogo di chi si rispetta e di chi riconosce la diversità,
01:10:19ma che si fa anche in un qualche modo attrarre, perché rimane disponibile a farsi attrarre,
01:10:24questa è una... e la polarizzazione invece allontana, allontana, perché siamo tutti ibridi,
01:10:30tutti noi siamo ibridi. Io sono stato in Israele recentemente, la società israeliana che è polarizzata
01:10:35fortissimamente tra destra e non destra, tra destra estrema religiosa eccetera, però è una
01:10:41società ibrida, il 70% dei suoi cittadini non vuole questa polarizzazione, nessuno è
01:10:44sondaggi. Ecco, quindi noi abbiamo bisogno, questa roba di Trieste secondo me anche è stata
01:10:51molto importante perché ha denudato i limiti della polarizzazione e ha detto guardate che
01:10:56la pluralità delle persone diventa il modo con cui salveremo la democrazia, perché la
01:11:02democrazia non è un compito che deve salvare uno di sinistra e uno di destra, la dobbiamo
01:11:05salvare insieme, perché che sia in pericolo su questo non c'è nessun dubbio. Quindi davvero
01:11:11grazie del contributo e come dire, proveremo tutti a fare la nostra parte, sarebbe tanto
01:11:16altro da dire ma insomma credo di avere sforato. Grazie.
01:11:19Allora, innanzitutto grazie per l'invito, sono estremamente onorato di avere ricevuto
01:11:30questo invito e di condividere alcune riflessioni. Ho apprezzato molto tutte le relazioni che ho
01:11:38ascoltato, anche perché avevano il difficilissimo compito di riassumere in una mezz'ora, 40 minuti,
01:11:46una settimana di lavori intensissimi, ci avete anche dato dei numeri impressionanti. La partecipazione
01:11:55alla vita sociale e politica per un credente io credo che sia uno degli obblighi morali
01:12:02che ci derivano dal fatto di essere credenti. La parabola dei talenti ci dice che quando uno
01:12:08ha delle opportunità, perché non ci sono solo i talenti come vengono spesso, non sono
01:12:13quelli originali che erano proprio soldi, ma i talenti nel senso di capacità, c'è anche
01:12:19l'opportunità. Chi vive in una democrazia ha un'opportunità che chi vive in altri contesti
01:12:25o viveva in altri contesti evidentemente non ha quello di influenzare in modo significativo,
01:12:30naturalmente però che conta la singola persona, ma può contare anche molto di più, dialogando,
01:12:35partecipando, cercando di influenzare gli altri, ha la responsabilità di usare bene
01:12:41questa opportunità e deve usarla bene chi ha i cinque talenti della parabola e anche
01:12:47chi ne ha uno solo. E succede a volte che chi ne ha uno solo, come ci raccontava, sarei
01:12:52curioso di sapere qual era questa formazione a cui faceva riferimento il caro collega Graziano
01:12:59del Rio, ma succede a volte che si dice, no lascia stare il solo talento, infatti da parte
01:13:03io ne ho cinque, penso di averne cinquantamila, poi magari ne ho cinque, magari ne ho due, faccio
01:13:10tutto io, cosa appunto molto sbagliata, per cui credo che sia davvero un dovere e mi viene
01:13:15in mente una battuta di un film molto curioso che adesso mi sono ripromesso di ritrovare,
01:13:21che ho visto per caso, un film molto curioso dove facevano un'intervista a un credente,
01:13:28un credente cattolico che voleva fare un, era interessato a fare un'indagine su certi
01:13:33eventi miracolosi e colui che intervistava questo giornalista gli chiedeva qual è il
01:13:38tuo rapporto con la tua chiesa e noi potremmo dire anche la stessa cosa, il tuo rapporto con
01:13:42la società, con la tua nazione, il tuo contesto politico, però lui faceva riferimento alla chiesa
01:13:49e lui dice lo stesso rapporto che ho con la mia squadra del cuore, allora lui dice ma
01:13:53in che senso, una cosa curiosa, beh sì, io sono contento quando vince, faccio il tifo,
01:13:59magari in casa da qualche parte ho la maglia di quel colore, però non scendo mai in campo
01:14:03a giocare e la partecipazione, ora squadra di calcio è difficile perché avere le qualità
01:14:09per essere tra quegli 11 o 15 è difficile, mentre invece partecipare come in questa settimana
01:14:15è più facile, però costa fatica, c'è molto spesso una grande richiesta di partecipazione
01:14:22ma i partiti politici dovrebbero aprirsi e sappiamo molto bene che molto spesso succede
01:14:28non tanto a livello di vertice, perché di solito il vertice dei partiti è contento che
01:14:32ci sia più gente, ma quelli un po' sotto dicono ma ti vuoi iscrivere proprio nel mio
01:14:36comune per cui c'è il rischio che poi mi faccia le scarpe, tu magari hai più legami,
01:14:40hai più capacità o temo che tu abbia più capacità per cui non ti preoccupare, ci pensiamo
01:14:45noi, però è anche necessario l'impegno, pensare che venga a casa il leader politico
01:14:54a dirti cosa vuoi fare, che aspirazione avresti, è un po' inverosimile, ma a volte le persone
01:15:01sono incoraggiate a far quello oppure dire visto che questo non succede, lascia stare,
01:15:06votare è inutile e io dico l'aumento della non partecipazione alle elezioni di cui ha
01:15:14parlato il Presidente Ascani è preoccupante non soltanto dal punto di vista numerico che
01:15:20indubbiamente c'è stato, ma anche dal punto di vista qualitativo. Un tempo, non tantissimo
01:15:25tempo fa, per l'appunto quando il percentuale di voto era un 80-90%, chi non partecipava accanto
01:15:30a quelli impossibilitati per ragioni fisiche, perché abitano in realtà lontani, che non possono
01:15:36partecipare, erano persone come dire un po' magari auto emarginate dalla società, prevalentemente
01:15:45erano persone come dire un po' i margini della società, magari perché lo volevano loro o
01:15:50comunque oggi invece sappiamo e poi quanti ne conosciamo sappiamo di intellettuali, di giornalisti,
01:15:57di persone celebri che hanno tutti gli strumenti culturali di conoscenza per poter partecipare
01:16:04e invece non partecipano e se ne fanno una sorta di vanto e si ritengono una sorta di
01:16:09aristocrazia perché io non mi mescolo con quelli che vanno. Allora, poi ci sono quelli
01:16:14io credo che c'è un interesse anche ad avere una minore partecipazione, perché la minore
01:16:19partecipazione alla vita politica e sociale non vuol dire che automaticamente, magicamente
01:16:24ti arriva più potere in tasca al singolo, no. Tutti coloro che hanno influenza sulle decisioni
01:16:30di una società, che non si avvalgono del consenso popolare, possono avere più influenza
01:16:37i grandi gruppi di interesse, anche potenze esterne, per cui magari c'è anche un certo
01:16:42interesse a dire, state alla larga, no, votare, tutto sommato non è che sia cosa importante,
01:16:48cioè non è importante per voi ma magari è importante per chi sollecita gli altri a non
01:16:52farlo. Certamente bisogna appunto, da parte di tutti ci vuole l'impegno, ci vuole l'impegno
01:16:56da parte di chi ha la possibilità di far partecipare gli altri, di coinvolgere gli
01:17:01altri, però c'è anche la necessità di entrare in questo dialogo da parte di chi vorrebbe
01:17:06farlo, per cui magari la fatica di andare, partecipare a delle riunioni, partecipare
01:17:12e sapendo che non è che appena arrivi ti dicono benissimo, noi siamo qui da vent'anni
01:17:16e tu sei appena arrivato, ti facciamo subito presidente di qualcosa, magari può anche
01:17:20succedere, però non succede, però c'è a volte un approccio di questo tipo e c'è
01:17:26anche il fatto di uscire, e questo lo diceva poco fa Graziano Del Rio, di uscire dall'isolamento
01:17:35personale, il fatto di avere radunato 1174 persone che parlano, che spendono una settimana
01:17:43e spendere in senso che va costato anche loro sotto ogni punto di vista, è cosa particolarmente
01:17:49significativa tenendo presente che molto spesso oggi quando ci si incontra tra amici o addirittura
01:17:55in famiglia, l'incontro consiste nel fatto che ciascuno sta lì a smanettare sul suo
01:17:58telefonino, e per cui figuriamoci mettere insieme 1100 persone che in gran parte non si
01:18:04conoscono oppure si sono conosciute in quella circostanza, e questo è particolarmente difficile
01:18:11oggi, perché una serie di cose, tu puoi avere una serie di informazioni senza dover partecipare
01:18:16fisicamente, oggi la televisione ha i leader politici che ti vengono in casa perché dovrei
01:18:22andare a incontrare il segretario della sezione del mio piccolo comune, però poi se non partecipo
01:18:29poi decidono gli altri, decidono gli altri per me, il che è un problema dal punto di vista
01:18:34per far valere le mie richieste, ma anche è un problema della mia responsabilità, perché
01:18:39poi appunto se io ho, e io ritengo che ciascuno abbia una responsabilità di usare bene i
01:18:44suoi talenti, le sue opportunità, se ci rinuncia perché pensa per tutti i vari meccanismi e
01:18:51anche altri di cui ho parlato, poi vieni meno alle tue responsabilità, sei meno soddisfatto
01:19:00e sei più portato a isolarti, a isolarti sempre di più, bisogna cercare di superare
01:19:05questo circolo vizioso e andare invece verso una maggiore disponibilità, sapendo che costa
01:19:12fatica, costa sconfitte o delusioni, ma che è la strada più opportuna da raggiungere
01:19:21che implica la nostra personale responsabilità, sia come cittadini sia come credenti, perché
01:19:30non possiamo far finta che sia come un tempo, tra l'altro un tempo non soltanto il singolo
01:19:36non aveva influenza sulle decisioni del suo monarca assoluto, ma lo Stato stesso aveva
01:19:42meno peso nella vita sociale, oggi tantissime cose le deleghiamo allo Stato, l'educazione,
01:19:47la sanità, l'assistenza e un tempo era tutto molto più vicino al singolo, dunque
01:19:53non possiamo non far valere la nostra voce nel modo migliore in senso sociale, ricordando
01:20:02che c'è una frase che mi ha molto colpito e che è molto cara a Giorgia Meloni che è
01:20:07la città sempre, di Papa Voitigua quando disse che la libertà non è essere liberi
01:20:12di fare ciò che si vuole, ma essere liberi di fare ciò che si ritiene giusto e questa
01:20:17è forse anche un modo di sintetizzare l'impegno sociale.
01:20:20Grazie.
01:20:24Grazie.
01:20:24Grazie a tutti a ritmi sincopati, ma solo per ringraziare di questo appuntamento, occupare
01:20:32spazi no, avviare processi sì, ma anche avviare processi e poi non dare gambe a quei processi
01:20:39non possiamo permettercelo e allora penso che sia proprio una rivederci. Il tema ci riguarda
01:20:45la costruzione della democrazia, ci riguarda tutti i partiti di ogni schieramento, non conta
01:20:51l'opzione politica o religiosa men che meno, ma davvero siamo responsabili di non perdere
01:20:57quel senso di bellezza della partecipazione della democrazia che almeno nel nostro Paese,
01:21:03perché vediamo persa in tanti altri Paesi, dovremmo avere davvero il cuore di coltivare.
01:21:08Grazie, una rivederci a tutti.

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