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https://www.pupia.tv - Roma - Industria pulita - Audizioni - CGIL, CISL, UIL e UGL - Fondazione per lo sviluppo sostenibile e ECCO Climate - COM(2025) 85 final
La Commissione Attività produttive, nell’ambito dell’esame della Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni: sul patto per l’industria pulita, una tabella di marcia comune verso la competitività e la decarbonizzazione:
ore 14 CGIL, CISL, UIL e UGL
ore 14.20 Fondazione per lo sviluppo sostenibile ed ECCO Climate. (25.06.25)

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Trascrizione
00:00A Giorgio Graziani, segretario confederale CISL che è in presenza e poi a quelli in videoconferenza
00:09ricordando però che il tempo complessivo a disposizione per ciascun intervento è di 5 minuti circa
00:15e che pregandoli di voler sintetizzare relazioni non darne lettura perché la lettura siamo diciamo in grado di farla noi
00:28e vi invitiamo anche a inviarci le relazioni.
00:35Ecco, quindi, dottor Giorgio Graziani, segretario confederale CISL, prego.
00:40Grazie per l'invito, infatti manderemo una memoria estesa, io provo a sintetizzare, è chiaro che per quanto riguarda il piano europeo
00:51noi come CISL è da tempo che chiediamo un piano industriale europeo, in verità anche italiano
00:57che ci permetta quindi di mettere insieme politiche industriali, sostenibilità e coesione sociale.
01:06Gli aspetti positivi che noi troviamo nel documento è intanto il riconoscimento del ruolo industriale
01:12come elemento centrale dell'identità europeo perché prevede anche dei sostegni specifici,
01:20c'è un approccio tecnologico equilibrato, la neutralità tecnologica è, tra virgolette, pensata rispetto a tutte le fonti energetiche
01:33compreso il nucleare che noi consideriamo un aspetto pragmatico soprattutto per quanto riguarda gli ASMR e gli AMR di nuova generazione.
01:42sull'economia circolare ci sono elementi, come si dice, positivi e così come sulla dimensione sociale delle competenze
01:53quando si parla assolutamente di formazione dei lavoratori per quanto riguarda in particolare l'Erasmus Plus.
02:02Ci sono anche strumenti settoriali per far dialogare i vari settori delle industrie.
02:10Troviamo qualche criticità, questo piano non è finanziato con risorse adeguate,
02:16allora non ci aspettiamo che ci siano gli 800 miliardi previsti dal piano Draghi
02:20ma neanche i pochi milioni previsti dallo Step e quindi ci aspettiamo che in un modo o nell'altro
02:26si possa attraverso un meccanismo che riassimili una mutualizzazione del debito
02:33come è successo sul Next Generation ci permetta di avere risorse più importanti
02:42così come troviamo che la governance è un po' frammentata, non c'è una strategia comune,
02:51si lascia agli Stati membri la possibilità di fare ognuno un piano di politica industriale
02:59quindi senza un vero coordinamento e questo non permette sicuramente una condizione integrata.
03:06Esistono dei nodi energetici risolti perché è vero che è inserita la centralità del quadro energetico
03:16come un elemento su cui bisogna intervenire ma in verità non c'è neanche una piattaforma europea comune
03:23di acquisto del gas che ci permetterebbe di contenerne i costi.
03:27C'è una debolezza sulla transizione sociale perché il Just Transition Fund non è adeguato
03:34in termini di risorse finanziarie a sostenere la riqualificazione e la qualificazione di tutte le competenze
03:40che mancano per gestire la transizione e c'è anche qualche limite nel dialogo settoriale.
03:46Noi proponiamo che ci siano strumenti finanziari e strutturali come dicevo che ci permetta
03:52tra virgolette di mutualizzare il debito pubblico comune che quindi ci permetta di superare
03:59la logica sperimentale dello step che non garantisce i fondi necessarie
04:04e magari anche un'implementazione dell'IPCEI. Cerchiamo e pensiamo che esistano condizionalità sociali
04:13da integrare non soltanto sulla formazione ma anche sul rispetto dei contratti collettivi,
04:18sulla qualità del lavoro, sulla promozione del modello europeo di sviluppo.
04:23Pensiamo che ci sia da mettere in campo un piano strutturale per le transizioni,
04:29ovvero un grande piano per le politiche attive sul lavoro, anche in questo caso finanziato
04:36attraverso il debito pubblico come nel caso del PNRR e in questo caso pensiamo a riabilitare
04:45un fondo tipo il SIUR. Servirebbe una governance energetica comune, oltre all'istituzione
04:54della piattaforma europea dell'acquisto del gas, anche il disaccoppiamento del prezzo
04:59del gas da quello delle rinnovabili che è un elemento di grande limite anche nazionale
05:06e quindi anche sul piano europeo. Infine di costruire delle politiche commerciali coordinate
05:12per cercare di rafforzare delle misure anti-dumping e anti-sonvenzioni che ci permetta
05:20tra virgolette nei settori chiave o più energivori di trovare partnership internazionali
05:29che ci permetta sui capitoli sociali di non avere dumping. Per cui crediamo che siamo
05:35sulla strada giusta ma ci sono delle proposte da implementare perché al momento riteniamo
05:40che ci siano condizioni.
05:41Perfetto, grazie. Passiamo a Michele Azzola, coordinatore dell'area delle politiche industriali
05:48delle reti CGL. Prego.
05:54Buongiorno Presidente, buongiorno onorevoli deputati, grazie dell'opportunità. Come CGL
06:01valutiamo con attenzione il patto europeo per l'industria pulita che tenta di coniugare
06:06la competitività del sistema industriale e la transizione ecologica, ma se non sarà
06:12rafforzato sul piano sociale, energetico e industriale rischia di aggravare le diseguaglianze
06:19tra stati e territori. L'Italia parte da una posizione di fragilità, prezzi dell'energia
06:26tra i più alti d'Europa, ritardi nella transizione verde, un tessuto produttivo energivoro e composto
06:33da piccole e medie imprese, un sistema fiscale limitato nella capacità di attivare investimenti.
06:39In questo scenario il rischio di perdere industrie e occupazione è concreto ed è già in atto.
06:46Dal prossimo mese l'Italia sarà il primo paese europeo a non produrre più etilene e
06:53chimica di base. Il patto ammette peraltro che i prezzi alti dell'energia danneggiano
06:59la competitività europea come danneggiano quella italiana, ma non basta riconoscere
07:05il problema, servono soluzioni concrete e immediate e più volte noi abbiamo ripetuto
07:12che sarebbe necessario intervenire su una riduzione degli oneri di sistema che consentirebbe
07:18una riduzione del 20% delle bollette energetiche per le imprese. Per la CGL servirebbe un sistema
07:26che punti al 100% rinnovabili, interconnesso e resiliente, una freno all'ideologia sulla
07:33neutralità tecnologica che oggi giustifica il sostegno al nucleare, AMRE, SMR, fusione
07:41di cui nessuno conosce i tempi di esecuzione e che diventa solo un alibi per non intervenire
07:48immediatamente. Investimenti pubblici di reti in efficienza, reti intelligenti, accumuli
07:54e rinnovabili, riforme strutturali del sistema tarifario e pieno sviluppo dei contratti a lungo
08:00termine. Una pianificazione per il phase out del combustibile fossile oggi totalmente assente
08:06nel nostro Paese. Noi siamo in ritardo, l'Italia è in ritardo, siamo il PNIE che è sotto i target
08:13della UE, il PNRR è stato depotenziato su efficienza e infrastrutture verdi, le rinnovabili
08:20sono freddate da scelte politiche contraddittorie e da una sovrapposizione legislativa tra regioni,
08:27comuni e Stato, non esiste nessuna strategia per l'uscita dal fossile. E mentre si discute
08:34di competitività, il Governo ha tagliato i progetti verdi, ha rallentato le elettrificazioni
08:40e non ha aperto un tavolo sulla giusta transizione. Sul piano finanziario consideriamo gravemente
08:48insufficiente la strategia proposta. Il PAN lo stima il fabbisogno in 480 miliardi l'anno,
08:55ma si affida agli strumenti esistenti. Tra gli strumenti esistenti ci saranno gli aiuti
09:01di Stato che favoriranno chi ha più spazio fiscale, come la Germania, e rischiano di amplificare
09:07i divari nell'Unione. Serve un nuovo strumento europeo su base comune,
09:11simile alla Next Generation UE, e serve dire chiaramente che bisogna fare debito comune
09:18e politiche industriali comuni. Ma soprattutto manca un pilastro sociale vincolante.
09:25Per la CGL è necessario che l'UE adotti una direttiva sulla giusta transizione che preveda
09:30condizionalità sociali chiare su un investimento pubblico, contratto, buona occupazione, sicurezza
09:39e salute, partecipazione sindacale obbligatoria. Obbligo a evitare delocalizzazioni ingiustificate,
09:46governance trasparente e partecipata di tutti i fondi pubblici e strumenti finanziari, un ruolo
09:52attivo dello Stato nella creazione diretta di occupazione di qualità. Senza queste garanzie
09:57la transizione rischia di essere guidata dal mercato con effetti distruttivi sul lavoro,
10:03sull'ambiente e sulla coesione sociale.
10:07In conclusione il fatto europeo può essere una grande occasione, ma per l'Italia non lo
10:11sarà se non vengono riequilibrati gli strumenti di finanziamento, non si radiscono i costi energetici
10:17in modo strutturale, non si riconosce ai sindacati un ruolo vincolante nella transizione e nella tutela
10:24occupazionale e se non si mette al centro il lavoro, la giustizia sociale e la qualità dello sviluppo.
10:30La CGL chiede al Parlamento e al Governo assumano una posizione chiara e determinata in Europa,
10:36perché la transizione non sia un nuovo terreno di diseguaglianza, ma una vera occasione di conversione
10:42produttiva, ambientale e democratica. Grazie.
10:50Bene, passiamo da Antonio Ciglia, funzionario UIL. Prego.
10:56Sì, grazie Presidente per questa opportunità, anche noi invieremo nelle prossime ore una nostra memoria.
11:05Molto rapidamente, si tratta di un documento che per, diciamo così, ampezia di obiettivi
11:13segna sicuramente un passaggio decisivo nella politica industriale europea del prossimo decennio,
11:19con l'ambizione quindi di tenere insieme sia la decarbonizzazione, l'innovazione tecnologica
11:24e anche il rilancio della competitività. Quindi pur in qualche modo riconoscendo il valore
11:29di tale obiettivo e la sua necessità ormai improrogabile di affrontare anche gli obiettivi
11:35climatici che come Europa ci siamo dati al 2030 e al 2050, come UIL riteniamo però necessario
11:42sollevare alcune preoccupazioni fondate soprattutto su tutto quello che riguardano le ricadute
11:50occupazionali e sociali che potrebbero derivare da una sua implementazione disancorata e non
11:57con la realtà del mondo del lavoro nel nostro paese. Infatti il piano fa un'ottima fotografia
12:02della realtà e come in qualche modo bisogna cercare di raggiungere, ci fa anche una visione
12:09di come bisogna raggiungere gli obiettivi al 2030 e al 2050, ma quello che manca, quello
12:13che noi evidenziamo è che sostanzialmente non vengono affrontate le transizioni in atto.
12:19Inoltre il testo pone al centro della strategia le cosiddette industrie ad alta intensità
12:24energetica, quindi mi riferisco ai settori ad esempio hard to abate, settori chiave e fondamentali
12:32per il nostro paese, pensiamo alla siderurgia, tutta la chimica di base, il vetro, la carta
12:37e l'alluminio e in essi si entra una forza lavoro altamente specializzata, spesso anche
12:44sindacalizzata con contratti collettivi che sono strutturati e rappresenta quindi un ruolo
12:51fondamentale per le economie locali. Tuttavia però nel testo viene riportato come questi
12:59settori siano bisognosi di un sostegno urgente per sopravvivere alla concorrenza globale e
13:06non si tratta quindi di una formulazione diciamo così estremamente rassicurante perché prefigura
13:11in qualche modo in mancanza di adeguate politiche di accompagnamento un rischio concreto di contrazione
13:17occupazionale aggravato anche dall'assenza di obblighi vincolanti in materia di salvaguardia
13:21dell'occupazione. Inoltre riteniamo appunto importante che ad esempio poli industriali
13:31estremamente strategici per il nostro paese come Taranto, Piombino, Terni oppure Genova sono
13:38già oggi colpiti da queste transizioni quindi in qualche modo ci troviamo già in ritardo
13:42rispetto a diciamo così l'evoluzione che c'è stata rispetto anche agli impegni
13:47climatici che ci siamo dati da qui al 2030 o al 2050. Un'altra attenzione particolare
13:54merita anche quello dell'automotive la cui riconversione elettrica non è esplicitamente
13:59richiamata nel piano e quindi noi crediamo essendo questo un attore assolutamente strategico
14:06deve essere accompagnato anche da misure di sostegno adeguate alla riconversione
14:10anche per tutto quello che riguarda la componentistica tradizionale perché rischia di compromettere
14:15migliaia di posti di lavoro nel nostro paese. Inoltre si parla tanto di posti di lavoro di
14:21qualità e la Will condivide pienamente questa ambizione tuttavia la qualità non può essere
14:27un ospicio astratto né tantomeno una promessa generica affidata quindi al libero gioco del
14:32mercato. Quindi il lavoro di qualità va garantito con atti concreti, con una governance partecipata
14:37e anche con strumenti certi. Manca poi nel documento una quantificazione trasparente
14:43dei posti a rischio con lo sviluppo sempre più prorompente del green e manca anche un
14:51piano europeo obbligatorio per la formazione, ricollocazione e protezione di lavoratrici e
14:56dei lavoratori coinvolti soprattutto in questa fase di transizione. Inoltre poi le misure fiscali
15:03gli incentivi agli investimenti, seppur auspicabili, non vincono in alcun modo le
15:07imprese al mantenimento dei livelli occupazionali e quindi chiediamo specialmente un nuovo piano
15:14nazionale per la giusta transizione fondato su alcuni pilastri rinunciabili tra cui la centralità
15:20del lavoro, la concertazione preventiva con le parti sociali e la tutela dei diritti nei
15:25processi di ristrutturazione e valorizzazione delle competenze esistenti e anche il rafforzamento
15:31delle politiche attive del lavoro e quindi della formazione continua. Inoltre il documento
15:36riconosce giustamente il ruolo centrale delle competenze tra i sei fattori trenanti per un
15:41nuovo ecosistema industriale europeo, va comunque tuttavia segnalato che sorprende l'assenza di
15:47un esplicito richiamo a politiche strutturali proprio di formazione e riqualificazione professionali
15:52che rappresentano la base, il presupposto per rendere effettivo questo fattore stradente.
15:59Sì, e poi volevo richiamare come ultimo aspetto, si parla anche, c'è un capitolo
16:05riferito all'economia circolare, quindi l'obiettivo di fare della circolarità un motore di
16:10decarbonizzazione in qualche modo anche di competitività è condivisibile, ma permane
16:15però nel nostro Paese ancora il bisogno di approvare tutta una serie di decreti, ad esempio
16:20con gli endowaste, proprio per rilanciare come volano l'economia circolare.
16:24Va bene, grazie. Passiamo la parola a Fiovo Bitti, dirigente confederale UGL, prego.
16:32Grazie, grazie Presidente, buon pomeriggio anche da parte mia. Molte cose già sono state
16:37dette dai colleghi, siamo davanti a una tematica particolarmente importante, quella della green
16:41economy, della transizione ambientale. Non a caso proprio oggi la nostra organizzazione
16:46sindacale ha organizzato un evento qui a Roma con la presenza del Ministro Picchetto
16:53Fratinne e altri soggetti istituzionali che si occupano di questi aspetti. È chiaro che
17:00il patto per l'industria pulita è condivisibile negli obiettivi, nelle finalità, ma è altrettanto
17:07evidente che è necessario riempirlo di contenuti e chiarire bene alcuni passaggi. Andando proprio
17:13così in sintesi, sul primo dei settori italiani, quello delle energie a prezzi accessibili,
17:19secondo noi vanno percorse tutte le strade possibili, nucleare compreso. Quindi senza nessun
17:26vincolo ideologico cerchiamo di capire qual è il percorso migliore.
17:31rispetto al secondo settore italianato, quello dei mercati guida, si accenna a una ipotetica
17:38riforma degli appalti. Può sicuramente essere utile, ma è evidente a tutti quanti che soltanto
17:45nel momento in cui abbiamo davanti questa ipotesi di riforma si potrà dare un giudizio più
17:51compiuto. Servono chiaramente risorse stabili, risorse soprattutto significative e importanti.
18:01La tabella con gli indicatori chiave di prestazione, su questo punto a cui specifico, appare decisamente
18:09deludente perché si accenna soltanto ad aumentare l'attuale livello di 52,7 miliardi, per cui
18:19appare decisamente deludente sotto questo aspetto. Il quarto settore, quello della circolarità
18:28e l'accesso ai materiali, è sicuramente centrale. Molte cose sono state fatte, ma è in dubbio
18:33che c'è ancora un ritardo particolarmente evidente sia nel nostro Paese che a livello
18:40di Europa. Facciamo attenzione agli aspetti sulla reciprocità per quanto riguarda la gestione
18:47dei mercati globali e dei partenariati internazionali. Infine l'aspetto sulle competenze dice molto,
18:54dice che effettivamente è fondamentale riformare, riqualificare i lavoratori per cercare di garantire
19:02l'occupazione. In tutto questo quadro però secondo noi manca un aspetto importante, i colleghi
19:07sono soffermati molto sulla necessità della formazione e riqualificazione dei lavoratori
19:11e noi siamo chiaramente d'accordo su questo punto e anche noi vorremmo che fosse così.
19:17Chiaramente c'è l'esperienza recente del Fondo Nuovo di Competenze che aiuta molto in
19:21questo senso. Dicevo però c'è un aspetto che manca completamente, è il ruolo del cittadino.
19:30Qual è il ruolo del cittadino in questo percorso? Noi crediamo che in realtà il ruolo del cittadino
19:35sia fondamentale perché una cosa è produrre energia, una cosa è allocare l'energia verso
19:41i settori produttivi, un'altra cosa è come risparmiare sull'energia e in questo senso
19:48il ruolo del cittadino è fondamentale, il cittadino ha le sue diverse espressioni.
19:52Immaginiamo anche tutta la partita relativa alla circolarità, è chiaro che in quel comparto
19:59lì, in quel settore lì, il ruolo del cittadino nel risparmio, nel favorire una giusta distinzione
20:11fra i vari rifiuti diventa fondamentale perché soltanto in questo modo si possono raggiungere
20:18gli obiettivi complessivamente indicati. Grazie.
20:22Bene, ci sono domande? No. Cappelletti, prego.
20:29Grazie Presidente, io mi rivolgo in particolar modo a rappresentate UGL ma anche a chiunque.
20:35Mi sono segnato proprio questo passaggio, l'obiettivo è energia a costi accessibili,
20:40costi accessibili cioè sostanzialmente ridotti rispetto agli attuali.
20:45Noi puntiamo a seguire tutte le strade comprese quella nucleare, ma io capisco la necessità
20:51di seguire tutte le strade comprese nucleare se l'obiettivo è quello, che ne so, di una
20:56diversificazione delle fonti energetiche e se l'obiettivo è quello di compensare, se
21:03si potesse fare, non si può fare, ma se si potesse compensare la stagionalità eccetera
21:08eccetera di altre fonti energetiche. Ma se l'obiettivo che viene dichiarato è quello della riduzione
21:14dei costi, ossia obiettivo di energia a costi accessibili, ma su quale basi di quali dati
21:19dispone UGL nel momento in cui asserisce che per ridurre i costi dell'energia bisogna puntare
21:25sul nucleare, quando da tutti gli studi di ricerca a livello nazionale e internazionale
21:29abbiamo dei dati che dicono esattamente il contrario, cioè il costo dell'energia prodotta
21:34dal nucleare è almeno tre volte il costo dell'energia prodotta da fonti energetiche rinnovabili.
21:39Bene, se vuole rispondere velocemente?
21:46Sì, proprio velocemente, è chiaro che questo è proprio il discorso che andrà fatto, andrà
21:50fatta una valutazione coerente su quelli che sono i costi, su quelli che sono i benefici,
21:55su vari aspetti e poi Parlamento, Governo, parti sociali, ognuno dirà la propria su quella
22:03che è la fonte migliore o su quelle che sono le fonti migliori. Chiaramente io non sponsorizzo
22:08il nucleare a prescindere, ma dico facciamo una valutazione, scevra, da ogni preconcetto
22:17ideologico a monte, soltanto questo. Grazie.
22:24Bene, grazie. Allora passiamo alle prossime audizioni.
22:38Grazie.
23:08Grazie.
23:09Grazie.
23:10Grazie.
23:11Grazie.
23:12Grazie.
23:13Grazie.
23:14Grazie.
23:15Grazie.
23:16Grazie.
23:17Grazie.
23:18Grazie.
23:19Grazie.
23:21Grazie.
23:23...con il consenso e gli auditi, cosa che è regolarmente avvenuta.
23:41Do la parola a Chiara Montanini, project manager e analista clima ed energia della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, poi a Davide Panzeri, responsabile politica europea di ECO, ricordando che il tempo complessivo è di 5 minuti e che ciascuno sintetizzi relazioni, non le legga ma ce le mandi.
24:07Grazie, prego.
24:11Grazie, buongiorno a tutti, provvedo a condividere lo schermo, spero che mi sentite bene.
24:23Per ora la sentiamo benissimo, vediamo lei, non vediamo slide.
24:27Perfetto, sì lo so, adesso sta caricando, ora ci siamo.
24:33Bene, prego, 5 minuti.
24:35Perfetto, sì sì, li rispetterò.
24:41Allora, grazie innanzitutto per l'invito, io sono appunto Chiara Montanini, project manager e analista della Fondazione per lo sviluppo sostenibile,
24:49in merito alla comunicazione sull'industria pulita alcune premesse prima di entrare nel merito poi di specifiche proposte.
24:55La prima, non è mai troppo ovvia, è che la crisi climatica sta accelerando, ne siamo tutti testimoni, sta già generando costi significativi e crescenti.
25:07Quello che vedete nel grafico sono gli eventi estremi registrati in Italia negli ultimi sette anni e il trend di crescita è evidente.
25:13Questo perché l'Italia è un cosiddetto hotspot climatico, quindi è un paese in cui l'aumento delle temperature sta avvenendo ad una velocità doppia rispetto alla media globale
25:25e dunque anche proprio come sistema paese e industria abbiamo tutto l'interesse ad accelerare sulla transizione.
25:31Tutti i settori devono chiaramente partecipare a questa accelerazione e l'industria chiaramente non è da meno, siamo però davanti ad un settore che sappiamo essere molto eterogeneo,
25:44quindi non esiste una singola o poche singole tecnologie che possono essere identificate a priori, ma ogni comparto e ogni subsettore deve trovare le proprie soluzioni.
25:55Quel che è certo però, la comunicazione lo esplicita chiaramente, noi appoggiamo questa impostazione, l'elettrificazione con le rinnovabili e la circolarità
26:06devono essere indubbiamente assi portanti della decarbonizzazione dell'industria e di conseguenza della sua competitività futura.
26:16Sul tema dell'elettrificazione un elemento di attenzione secondo noi è quello della neutralità tecnologica,
26:25che è chiaramente un principio di per sé condivisibile che abbracciamo in senso generale, ma nei settori dove soluzioni già praticabili, già competitive e di rapida applicazione
26:39di fatto si traduce in un ostacolo concreto al percorso di transizione e appunto anche a un ostacolo alla competitività industriale.
26:49Mi sto riferendo chiaramente al nucleare, che secondo noi sul tema dell'elettrificazione a zero emissioni non è ancora un'opzione nel breve e nel medio periodo,
27:01quindi non è un'opzione nei tempi in cui la transizione energetica ci impone di raggiungere le zero emissioni e questo vale particolarmente per il nostro paese.
27:10Qui nel grafico vedete una panoramica dello stato di avanzamento degli small modular reactor,
27:16che sappiamo essere una delle tecnologie diciamo innovative del nucleare di cui più si parla e che però ad oggi sono ancora in una fase assolutamente di design,
27:26di definizione diciamo su carta, quindi siamo ben lontani dalla messa a terra.
27:31Quindi per quanto riguarda il settore elettrico e la decarbonizzazione del settore elettrico,
27:35la naturalità tecnologica rischia di essere un ostacolo, nei fatti lo è, mentre invece abbiamo a portare di mano una soluzione,
27:45delle soluzioni, insomma un insieme di soluzioni che è in realtà appunto già competitivo e già perseguibile e sto parlando chiaramente delle rinnovabili.
27:54Un sistema di generazione elettrica 100% rinnovabile è assolutamente appunto disponibile e a portata di mano,
28:01lo dimostrano ormai innumerevoli studi di materia e anche diversi impegni in tal senso presi da diversi paesi,
28:07tra cui appunto la Germania.
28:10Quello delle rinnovabili e più in generale appunto della decarbonizzazione del settore elettrico, lo sappiamo,
28:15è diventato mai terreno di competitività globale, abbiamo la Cina da una parte che sta accelerando molto
28:21e abbiamo dall'altra parte insomma le economie occidentali e in particolare l'Europa che su questo terreno deve assolutamente accelerare
28:31perché appunto ne va della nostra sopravvivenza industriale.
28:37Con riferimento ad alcuni dei temi toccati dalla comunicazione sull'industria pulita,
28:42vi riferisco in particolare a ridurre le bollette energetiche e accelerare la diffusione dell'energia pulita,
28:48e riporto di seguito una sintesi molto breve di alcune proposte che come Italy for Climate abbiamo identificato
28:55con gli operatori del settore che abbiamo incontrato e ascoltato e avrò modo poi di allegare a questa presentazione
29:01le proposte nella loro forma più estesa.
29:05Il primo tema riguarda il decreto cosiddetto aree idonee e in particolare nella necessità di abrogare il divieto
29:14per le aree classificate come agricole, allo scopo anche di promuovere l'agrivoltaico,
29:20la necessità di introdurre delle aree di accelerazione, chiaramente in porzioni limitate,
29:26dei territori nazionali, in cui poter realizzare gli impianti con leader particolarmente rapidi e semplificati,
29:34quindi anche sfruttando il meccanismo del silenzio assenso.
29:37E l'altro tema che deve essere oggetto della revisione deve essere chiaramente quello di ridurre
29:43alle regioni sulle aree che sono già considerate idonee per la legge.
29:51Questo non chiaramente...
29:52Hai vinto a concludere?
29:54Sì, ci sono quasi.
29:56Le altre proposte riguardano il decreto per ex,
29:59che quanto prima deve entrare a regime con un orizzonte temporale possibilmente 2028-2030
30:06e obiettivi mirati di raggiungimento dei target del PNIEC.
30:11Con riferimento ai PPA la necessità e la priorità di stipularli come strumento
30:16per garantire la continuità operativa degli impianti
30:18che esauriscono il periodo di incentivi statali
30:21e solo secondariamente come installazione di nuovi impianti per gli operatori industriali.
30:27E in ultimo, con riferimento alla gestione della rete,
30:30in particolare per risolvere i problemi connessi alla saturazione della rete,
30:34appunto rafforzare la capacità di terna di screening e monitoraggio e selezione delle richieste
30:41per raggiungere dei numeri che siano più realistici e anche più gestibili.
30:45Queste proposte e tutti i nostri materiali li potete trovare sul nostro sito.
30:49Grazie, passiamo a Davide Panzeri, responsabile politica europea di ECCO.
30:53Buongiorno a tutti e grazie per l'opportunità di essere qui.
30:59Le politiche industriali europee ed italiane devono rispondere a una sfida fondamentale
31:04che è quella della scarsa crescita economica e scarsa competitività tecnologica
31:09che sia l'Europa che l'Italia oggi affrontano.
31:12Il Clean Industrial Deal quindi si concentra su due settori interconnessi
31:16e correttamente questi sono l'industria ad alta intensità e il settore delle tecnologie verdi.
31:21Sono interconnessi e sinerci perché la decarbonizzazione dell'industria ad alta intensità
31:26avvantaggia le seconde creando domanda ai mercati per tecnologie verdi.
31:31Perché nel Clean Industrial Deal decarbonizzazione e competitività vanno di pari passo
31:36e questa non è una novità ma è semplicemente la continuazione del percorso iniziato dal Green Deal
31:42e sostenuto da vari atti legislativi e report tra cui non ultimo quelli del report raghi dello scorso anno
31:48che appunto allinea decarbonizzazione e competitività.
31:53Un primo elemento chiave identificato correttamente dal Clean Industrial Deal
31:57è l'importanza della riduzione dei prezzi energetici come elemento di competitività
32:02e in conseguenza questo identificare la centralità dell'elettrificazione al processo di decarbonizzazione
32:10e con un obiettivo del 32% al 2030 rispetto al 21,3% attuale di elettrificazione dell'economia.
32:18E questo è inevitabile perché se vogliamo avere energia più economica per le nostre imprese
32:23la produzione di energia da rinnovabile è senza dubbio il metodo di generazione più economico
32:28e le tecnologie elettriche come le pompe di calore industriali sono indubbiamente le tecnologie più efficienti.
32:35Questo ha un'interiore sinergia perché le pompe di calore è un settore che denota una forte presenza europea ed italiana.
32:43Infatti secondo i dati Anima il mercato di pompe di calore è una delle tecnologie green
32:48in cui c'è un vantaggio ma non una dominazione cinese.
32:52Infatti la Cina controlla il 39% della capacità mondiale, contro il 29% USA e il 16% europeo.
33:00Un ulteriore elemento è che le catone di valore delle pompe di calore sia italiane sia europee sono molto robuste.
33:07Il 59% delle componenti sono prodotte in Italia, l'87% dell'Unione Europea.
33:13È quindi chiaro che un piano che incentivi la decarbonizzazione tramite elettrificazione
33:18è un piano che non solo fornisce energia più economica alle nostre imprese
33:22ma che crea un mercato per una tecnologia che è in larga parte dei vini in Italia.
33:28L'importanza del mercato si estende oltre a quelle delle tecnologie verdi
33:32perché il piano che l'industrial deal propone la creazione di un mercato per i vini decarbonizzati
33:37quindi creati tramite tecnologie più verdi.
33:41Lo promuove tramite il Green Public Procurement
33:45quindi la revisione della direttiva sugli apparti pubblici
33:49e la creazione di sistemi tra cui un sistema volontario di labelling
33:52sull'intensità carbonica.
33:54Quindi è un piano che agisce molto anche sulla creazione dei mercati.
33:58Ma non è soltanto percato uno dei vantaggi di questo piano
34:03perché la creazione, la decarbonizzazione e l'elettrificazione dell'industria
34:08pone degli elementi di favore anche in autonomia strategica e sicurezza energetica.
34:14Vediamo benissimo nel contesto attuale
34:16crisi dei prezzi energetici prima
34:18e attuale situazione geopolitica instabile
34:22con impatti ancora sui prezzi energetici e sui mercati internazionali
34:28che il sistema basato sui fossili è un sistema di prezzi molto imprevedibile
34:33e atto a delle improvvise impendate di prezzo
34:36che sono molto contrarie alle necessità di competitività delle nostre imprese.
34:42Per contro un sistema basato su rinnovabili
34:44l'energia che può essere generata in maniera economica all'interno dell'Unione Europea
34:49è un fattore di resilienza importante.
34:52E se è vero che è importantissimo anche non sostituire una dipendenza tecnologica
34:57con un'altra, è anche vero che
34:59riferendomi alle tecnologie che sono principalmente made in China
35:04in molti casi, è però anche vero che una dipendenza
35:08da combustibili fossili è molto più impattante
35:11nel momento in cui il rubinetto si chiude
35:13rispetto a una dipendenza da tecnologie
35:15che una volta installate continuano a generare
35:18anche in una situazione di turbulenze internazionali.
35:21L'ultimo elemento, e poi vado a chiudere, di importanza e di rilevanza
35:26per il Clean Industrial Deal è la previsione di un metodo di finanziamento
35:30per tutte queste azioni, identificati in un fondo da 100 miliardi di euro
35:34la banca industriale di decarbonizzazione
35:37per garantire un finanziamento esterno alla decarbonizzazione.
35:42Per tutte queste ragioni riteniamo il Clean Industrial Deal
35:44un piano molto importante e che segna un'importante strada futura
35:49per l'industria sia italiana che europea.
35:52Grazie, bene, quindi se non ci sono interventi
35:56concludiamo qui le audizioni.
35:58Grazie a tutti.

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