- 23/05/2025
https://www.pupia.tv - Salerno - La Gentilezza del Design
Come il design migliora la qualità di vita delle persone: dagli oggetti agli spazi, ai territori (23.05.25)
Confindustria Salerno
#pupia
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00:17:12e ci propone qualcosa di nuovo, qualcosa di più adeguato a noi.
00:17:16Ma i passaggi sono sempre gli stessi.
00:17:24Mi aiuto con un foglietto perché è difficile ricordare tutte le cose che volevo dirvi senza perdere tempo.
00:17:35Visto che noi abbiamo un prodotto,
00:17:38è una tecnologia che in qualche modo aiuta il designer a studiare nuove funzioni, a proporre nuove forme,
00:17:44perché ad esempio con nuove tecnologie di produzione si possono realizzare oggetti in forme diverse e materiali diversi.
00:17:51Però di fatto se vogliamo un design gentile dobbiamo fare l'attenzione alla persona.
00:17:56E fare l'attenzione alla persona non è semplicissimo, perché ci sono tante cose da considerare.
00:18:03La prima cosa è che ognuno di noi è diverso.
00:18:06Io sono un po' sovrappeso, ci sono persone che invito perché sono magrissime,
00:18:10c'è chi è alto, c'è chi è basso, c'è una differenza di genere.
00:18:15Ci sono tanti aspetti che in qualche modo influenzano il risultato.
00:18:20Eppure siete seduti tutti diversi sulle stesse poltroncine.
00:18:24Quindi qualcuno ha pensato ad un prodotto che deve essere adatto a tutti quanti.
00:18:30La prima sfida è la sfida antropometrica.
00:18:33La seconda sfida, cioè trovare qualcosa che in qualche modo possa essere adatto a tutti.
00:18:39Sulle serie si fa necessariamente, sull'abbigliamento no.
00:18:43Non posso mettere le scarpe di taglia 40.
00:18:46Ne posso chiedere a una persona che ha il piede piccolo di mettere le scarpe di taglia 43.
00:18:51Quindi ci sono prodotti che in qualche modo vengono adattati per tutti,
00:18:57ci sono prodotti che invece devono essere particolarizzati.
00:19:01Poi ci sono i prodotti configurabili.
00:19:03In automobile ognuno di noi si siede, comincia a regolare l'inclinazione,
00:19:06va un po' avanti, un po' più indietro, per garantire la visibilità,
00:19:10per poter guidare per lungo tempo.
00:19:13E questo è un aspetto assolutamente importante, è un problema di sicurezza.
00:19:18La seconda sfida è la predisposizione.
00:19:24Noi siamo predisposti a fare le cose, a eseguire le azioni, a svolgere le azioni in un particolare modo.
00:19:32L'esempio più banale che mi viene in mente è l'essere mancini.
00:19:37Pensate a quanti prodotti ci sono che sono fatti per destri.
00:19:41Un esempio banale è la priscatole.
00:19:44Se uno vuole aprire un barattolo di perate del mancino,
00:19:47deve comprare la priscatole per mancini.
00:19:50Ho scoperto che esiste, incredibile, però è così.
00:19:53Bisogna prevedere il fatto che ci sono persone che hanno predisposizioni diverse.
00:19:58E questo è molto importante.
00:20:00In altri ambiti le cose si possono risolvere.
00:20:02Il bontòn dice che le forchette vanno sulla sinistra e i coltelli sulla destra.
00:20:06Possiamo, al momento che arriva il prato in tavola,
00:20:10prendere la forchetta con la sinistra e impugnarla con la destra,
00:20:13oppure impugnarla con la sinistra.
00:20:15Siamo liberi di gestire questa cosa.
00:20:19Però il designer deve considerare che ci sono delle differenze
00:20:23tra le persone legate alle abitudini.
00:20:26La terza sfida è legata alle patologie.
00:20:29È una cosa su cui sono particolarmente sensibile,
00:20:31perché ci sono persone che hanno disabilità,
00:20:34per cui le azioni nostre normali non sono semplici per loro.
00:20:40Faccio un esempio, i barattoli medicinali.
00:20:44I barattoli medicinali hanno una chiusura di sicurezza
00:20:46per evitare che i bambini possano ingerire inavvertitamente delle medicine.
00:20:51Di fatto, però, le persone con disabilità e gli anziani,
00:20:55che sono le persone che più facilmente usano le medicine,
00:20:59hanno difficoltà a aprire quei barattoli.
00:21:02Per la chiusura di sicurezza.
00:21:04Questo sembra un pochettino un controsenso.
00:21:06Allora bisognerebbe trovare un percorso diverso.
00:21:09La quarta sfida è il tempo.
00:21:13Il tempo non è una cosa banale, perché succedono due fatti.
00:21:19C'è una reazione istantanea a quello che sta succedendo
00:21:24mentre noi utilizziamo un prodotto.
00:21:26Ad esempio, buona parte di voi qui presenti,
00:21:29mentre siete seduti, avete già cambiato posizione.
00:21:32Perché non eravate comodi all'inizio.
00:21:34Ma penso di sì, se della giusta antropometria e così via.
00:21:39Di fatto, nel tempo l'organismo si adatta,
00:21:42cambiano le condizioni inizialmente,
00:21:45riesce a gestire questa cosa, poi no.
00:21:48E quindi si deve riadattare.
00:21:50Poi ci sono problemi nel lungo termine.
00:21:54Perché, ad esempio, una cattiva postura per un giorno non dà problemi,
00:22:02ma se io siedo male per tre anni, avrò problemi riscoliosi.
00:22:06Il mio organismo reagisce.
00:22:08L'organismo reagisce nel tempo se mangio molto in grasso.
00:22:11Ad esempio, se faccio molta palestra modello mio fisico.
00:22:14Quindi nel tempo lungo posso agire.
00:22:17A me piacerebbe che i prodotti fossero in qualche modo pensati per le persone,
00:22:22non soltanto per un momento di utilizzo, ma nel tempo.
00:22:26Questo chiedo a tutti gli architetti e designer che sono qui.
00:22:33Io sono ingegnere.
00:22:36Sono un progettista meccanico, quindi mi sento un pochettino un for d'acqua in questo contesto.
00:22:42Però è vero che con le mie competenze posso in qualche modo aiutare
00:22:47chi fa il design a comprendere qual è l'effetto di un prodotto durante l'uso.
00:22:54Ho avuto una bellissima esperienza di lavoro con un'azienda di materassi.
00:23:01Abbiamo studiato l'interazione tra la persona e il materasso.
00:23:06Abbiamo migliorato alcuni prodotti.
00:23:08Siamo arrivati a un brevetto partendo da un prodotto di design.
00:23:11Perché abbiamo reso efficiente nel tempo questa cosa.
00:23:15È veramente una grande soddisfazione lavorare in questa direzione.
00:23:19Lo stiamo facendo adesso nell'ambito delle sedie automobilistici anche.
00:23:23È una bella cosa.
00:23:27Non vale tutto in maniera così diretta.
00:23:32Prendiamo l'esempio di una poltrona reclinabile con braccioli, poggiatesta.
00:23:40Possiamo allungare le gambe.
00:23:42Una cosa bellissima se non fosse che la poltrona del dentista.
00:23:46Quindi il contesto è anche importante.
00:23:49Lo spazio nel quale viene utilizzato l'oggetto.
00:23:54Qualsiasi oggetto sia.
00:23:56È uno spazio che va creato, costruito con attenzione anch'esso.
00:24:02Gli odori, i colori, le luci, i suoni
00:24:06influenzano la nostra capacità di utilizzare un qualsiasi prodotto di design.
00:24:11E chiudo segnalando una mia difficoltà.
00:24:16Recentemente ho noleggiato un'auto, ero in viaggio.
00:24:22Ho dovuto attendere molto per avere un'auto con il cambio manuale.
00:24:27Perché oramai danno tutte le quantità nel cambio automatico?
00:24:31A me non piace.
00:24:33Io preferisco, mi piace guidare, mi piace tantissimo.
00:24:36Sono abituato al cambio manuale, sento il controllo della macchina in tutti i momenti.
00:24:42Allora chiedo ai designer, siate gentili, fatemi cambiare.
00:24:53Grazie mille al professor Cappetti.
00:24:58Va detto per coloro i quali sono arrivati adesso.
00:25:02Lo ripeto, la Salerno Design Week è curata da Stefania Rinaldi
00:25:08che è la vicepresidente di Confindustria Salerno con la Delegal Made in Italy.
00:25:12Da Giovanna Basile che è presidente invece del gruppo Design, Tessile e Sistema Casa.
00:25:17E come vedete ci sono una serie di collaborazioni.
00:25:21Innanzitutto tutti i gruppi di Confindustria, l'abbiamo già nominato qualcuno prima.
00:25:26La Confcommercio di Salerno e anche la Camera di Commercio dell'Industria e dell'Artigianato di Salerno.
00:25:31Il professor Cappetti parlava del bon ton che prevede determinate regole.
00:25:39Ognuno di noi quotidianamente ha a che fare con dei prodotti.
00:25:45Un designer molto celebre ha avuto a che fare con questa città, si chiamava Massimo Vignelli.
00:25:50Una delle sue frasi era se non la trovi disegnala.
00:25:55E allora per raccontarvi invece del prodotto proprio di design io invito Giulio Iacchetti
00:26:03che è appunto un designer industriale dal 1992, vincitore di due Compasso d'Oro.
00:26:09Nel 2009 ha insegnato anche del premio dei premi per l'innovazione
00:26:12che gli è stata conferita dal Presidente della Repubblica per un progetto che si chiama Eureka Coop.
00:26:17Sempre nel 2009 l'altriennale di Milano ha ospitato una sua mostra personale
00:26:21Giulio Iacchetti oggetti disobbedienti e da sempre attento al rapporto tra realtà artigiana e design.
00:26:28Nel 2012 ha lanciato un proprio brand che si chiama Interno Italiano.
00:26:33Eviatore, curatore di mostre, art director per diversi brand di design.
00:26:37Nel 2023 invece ha fondato insieme ad Alberto Alessi il marchio Il Tornitore Matto.
00:26:43Il titolo dell'intervento di Giulio Iacchetti è Gentilezza e Design.
00:26:48Alcune regole per il bon ton progettuale. Prego.
00:26:51Normalmente quando un designer deve presentarsi a delle persone come stasera
00:27:09si utilizzano delle immagini dei propri progetti e così si raccontano questo lungo elenco di prodotti
00:27:18in cui ci siamo cimentati, che ho progettato e che ho realizzato con tante aziende.
00:27:23Ma stasera non funziona così perché stasera vorrei uscire un po' dal racconto
00:27:28che pone al centro dell'interesse e dell'attenzione il mio lavoro
00:27:34ma provare a vedere quali sono le connessioni tra noi e gli oggetti.
00:27:41Mi sono chiesto, venendo qui e anche adesso guardando questa platea, quanti siamo?
00:27:47Un certo numero, magari 45, 48, 49 persone considerando anche i tecnici, gli altri ospiti
00:27:55che poi parleranno, chi ha già parlato. Ebbene, un numero finito ovviamente.
00:28:00Ma quanti oggetti ci sono in questa stanza, quanti oggetti ci sono in questo auditorio?
00:28:06Proviamo a considerare questo aspetto qua. Gli oggetti sono già tra di noi inanimati
00:28:11ma esistono, insistono, dove nelle nostre tasche li portiamo con noi.
00:28:17Sono le borse, lo zaino, gli indumenti ovviamente, anche l'intimo, magari non per tutti.
00:28:23Abbiamo carte di credito, il portafoglio ovviamente che lo porta, che le porta,
00:28:28la monete, con le monete, ovviamente il telefono, chiavi, portachiavi, portachiavi di tutti i tipi,
00:28:35di pelle, con il logo dell'azienda automobilistica e poi sicuramente penne nel taschino
00:28:41e nella borsa delle signore sicuramente rossetti, trucco, rim, specchietto, perché no, un piccolo tacuino,
00:28:49sicuramente dei gioielli, magari preziosi, magari no, che sembrano preziosi,
00:28:54pannelli, bracciali, collane, occhiali, tanti di noi hanno degli occhiali.
00:29:00E poi se guardiamo gli oggetti qua attorno, adesso io sono arrivato, vedevo queste lettere e pensavo
00:29:05polistirolo tagliato col filo caldo, elementi probabilmente in plexiglass colorato ovviamente,
00:29:12tagliato al laser o tagliato con qualche sistema meccanico, è più forte di me.
00:29:17Poi l'impianto audio, le pareti che sono forno assorbenti, probabilmente della Fantoni,
00:29:22sono dei pannelli microforati dove il suono si incastra, le poltroncine imbottite, pieghevoli,
00:29:29chissà chi le ha prodotte, siamo comodi, più o meno comodi, non è importante in questo momento, ma ci sono.
00:29:35E poi ovviamente il microfono, tutto quello che riguarda la tecnologia, quante cose sono attorno a noi,
00:29:42quanti oggetti infiniti, no non sono infiniti, si possono contare, se vogliamo possiamo arrivare a un conteggio,
00:29:50ma attenzione, se abbiamo un atteggiamento microscopico, come a volte a me capita,
00:29:55perché un designer è un po' così, ha questa sorta di deformazione ottica,
00:29:59guarda le cose in grande, ma soprattutto guarda le cose in piccolo, uno sguardo microscopico.
00:30:06Facciamo l'esempio le scarpe, ma le scarpe sono composte da tanti materiali, che tipo di scarpa intanto?
00:30:12Gomma, cuoio, pelle, tante possibilità.
00:30:17E poi come chiuderle? Bottoni automatici, stringhe? Bene, la stringa, ma gli occhiali? Gli occhiali per la stringa?
00:30:24Ebbene, quando un designer comincia a guardarsi attorno, non è mai uno sguardo lieve,
00:30:31non è mai uno sguardo sereno, aperto, ma è uno sguardo indagatore, e comincia a chiedersi perché delle cose,
00:30:38come sono costruite, come sono tagliate, come stanno insieme, come si possono disgiungere,
00:30:43come si possono riciclare a fine vita, oppure restituire a un'altra azione, un'altra attività.
00:30:50Lo sguardo del designer è lo sguardo di un medico, che quando si guarda attorno,
00:30:55anche se parla con una bella signora, considera gli occhiali, considera il colore della carnagione,
00:30:59già fa una diagnosi, perché è più forte di lui, o più forte di lei, perché questa è la professione.
00:31:06Ecco, un designer guarda le cose e comincia a pensare come sono state disegnate, come sono state montate,
00:31:12quali sono gli innesti, quali sono le connessioni. Pensando agli oggetti, non si può che pensare anche a un sistema,
00:31:19a una sorta di genealogia che sta dietro l'oggetto. I materiali, ma da dove arrivano questi materiali?
00:31:25Dove sono stati estratti? Come sono stati lavorati? Perché la stringa delle scarpe è fatta da un filo che è stato intrecciato,
00:31:33ci sarà stato un telaio, intanto c'è un'azienda che fa il filo, e chi ha costruito il telaio? E chi ha inventato anche tutto ciò?
00:31:40E il terminale della stringa potrebbe essere un elemento plastico, di che lunghezza, di che spessore,
00:31:46una macchina che ha stampato la plastica, una macchina che ha infilato il terminale sulla stringa,
00:31:51oppure potrebbe essere un terminale di metallo. Ebbene, il taglio del metallo, la piega del metallo,
00:31:56della lamella di metallo attorno alla stringa e così via. Vedete che lo sguardo veramente può entrare in una sorta di verticalità
00:32:03che crea anche molta vertigine, e a un certo punto bisogna fermarsi. È sempre stato il mio sguardo, indagatore e anche inquieto.
00:32:12Mia madre, quando ero piccolo, ma me lo dice ancora adesso, mi ricorda che ero un bambino totalmente inquieto e mai contento.
00:32:23Tu non eri mai soddisfatto, mi dice. Avevi una cosa, la ottenevi, e poi dopo una mezza giornata ne volevi un'altra.
00:32:30Non ti bastava più. Non mi bastava più, è la verità. Non mi bastava più. Non riusciva a sedare la sete che avevo di novità e di ricerca.
00:32:40E quindi a un certo punto della mia vita ho scoperto che la cosa che poteva risolvere tutto ciò era fare il designer.
00:32:48Perché a un certo punto pensavo che dovevo andare da un medico, dovevo andare da uno psicologo, non ero felice.
00:32:54Ma ho scoperto che questa inquietudine poteva diventare un motore fortissimo per fare il lavoro che faccio.
00:33:02Cioè non essere soddisfatti delle cose che ci sono. Le cose per loro non invecchierebbero mai. Quando invecchiano le cose?
00:33:09Sì, certo, c'è anche l'usura, l'utilizzo, ma soprattutto le cose invecchiano quando arriva qualcosa di nuovo che le sostituisce,
00:33:16che le fa sentire più contemporanee. E allora cominciamo a guardare con una certa, non dico disprezzo,
00:33:22ma con una certa, diciamo, uno sguardo non più d'amore, di innamoramento a quello che c'era prima.
00:33:27I designer fanno invecchiare le cose perché le fanno nuove e soprattutto perché non sta bene a loro quello che già esiste.
00:33:35Il designer è fatto così, la sua inquietudine, il suo essere mai contento, mai soddisfatto è una grande energia per ripensare alle cose della vita.
00:33:45Ho pensato un giorno che avrei potuto, nella mia attività, diventare un miglioratore del mondo.
00:33:53Quello che so fare è disegnare. Quello che so fare è mettere insieme le cose, i materiali.
00:33:58Quello che so fare è indagare sulle cose, è indagare le produzioni, guardare chi lavora.
00:34:04Il giacimento di sapere, di capacità intellettuale verticale è trasformare la materia.
00:34:11E io questo incanto lo vivo ogni giorno. È una spinta fortissima a credere ancora in questo mondo.
00:34:19Allora io credo in questo mondo e cerco di migliorarlo un po' alla volta, un oggetto alla volta. Grazie.
00:34:27Non me l'aspettavo che Giulio Iacchietti sarebbe stato così feroce, stavo guardando l'orologio.
00:34:32Allora avete capito naturalmente che introdurre la gentilezza all'interno del processo progettuale,
00:34:39la gentilezza ma anche, come dire, le idee, le novità, anche l'irrequietezza.
00:34:46da quello che abbiamo sentito, può trasformare naturalmente i metodi e anche l'approccio alle soluzioni poi di un progetto.
00:34:53Perché il design, lo stiamo capendo, questa è una platea anche di addetti ai lavori, quindi ne è già consapevole,
00:35:03crea cultura, la cultura moderna.
00:35:07E allora per parlare, abbiamo parlato finora, come dire, del prodotto, di come nasce un'idea,
00:35:13anche proprio da un punto di vista meccanico, di come le idee possono modellare il mondo, anche con i piccoli oggetti.
00:35:20E allora invece partiremmo, passiamo adesso agli spazi.
00:35:23Perché lo abbiamo detto in premessa, non sono soltanto gli oggetti piccoli, sono anche le case nelle quali abitiamo,
00:35:28gli uffici nei quali abitiamo.
00:35:30In questo momento Giulio Iacchetti ci ha raccontato di questo spazio nel quale siamo immersi,
00:35:34che è pieno di oggetti di design, che in qualche modo sono più realizzati,
00:35:39più realizzati, più realizzati, più realizzati, più realizzati,
00:35:43più realizzati, più realizzati, più realizzati.
00:35:46Giulio Iacchetti ci ha raccontato di questo spazio nel quale siamo immersi,
00:35:48che è pieno di oggetti di design, che in qualche modo sono più di successo e funzionali,
00:35:54laddove non ce ne accorgiamo neanche che ci sono.
00:35:56Pensate all'aria condizionata, un esempio di scuola.
00:36:01E invece per parlare dello spazio, io adesso vi introduco l'architetto Federico Spagnolo,
00:36:09che ha un studio che si chiama Interior Design Spagnolo & Partners, a Milano.
00:36:16Conta un team di 15 persone, i suoi collaboratori si chiamano Andrea Spagnolo,
00:36:21che presumo sia un fratello o qualcosa del genere, e Alessandra Carbone.
00:36:24Nelle attività dello studio c'è una grande importanza,
00:36:27è data al rapporto con le maggiori aziende italiane nel mondo della produzione
00:36:30di alta qualità del design, assicurando la necessaria continuità
00:36:35tra il progetto e la realizzazione.
00:36:38Essendo uno studio di architettura, quindi muovendosi a 360 gradi
00:36:43in tutto quello che è progettazione e architettura, però c'è una sorta di campo di elezione
00:36:51che è quello dell'architettura interior design per residenze ed alberghi di lusso,
00:36:56sia in Italia che all'estero.
00:36:59Ve ne è uscito qualcuno, il Five Star Hotel Rasquerdo a Budapest in Ungheria,
00:37:04il Five Star Boutique Hotel Dubai Properties a Dubai,
00:37:07Luxury Service Apartment Provençal a Johannes Le Pen,
00:37:10Cap d'Antibes in Francia e poi ancora Cap d'Aire.
00:37:13Ce ne sono tanti, ma in particolare negli ultimi dieci anni Spagnolo & Partners
00:37:18ha un rapporto, credo, di elezione con il gruppo Bayoni Hotels, sia in Italia che all'estero.
00:37:25Per parlarci di questa hospitality gentile, questo è il titolo del suo intervento
00:37:32e i contenuti che promuovono l'inclusione, io chiamo l'architetto.
00:37:35Federico Spagnolo, prego.
00:37:40Grazie.
00:37:44Sì, noi facciamo gli alberghi, molto più semplicemente.
00:37:48Fare gli alberghi è una cosa che significa essere di per sé gentili
00:37:54o cercare di essere gentili perché l'emblema dell'hospitality
00:38:00ha a che fare con la gentilezza, con l'accoglienza.
00:38:03Quindi io ringrazio Stefania e Giovanna che sono inventati questo tema
00:38:07perché è un tema che andrebbe, come dire, percorso in ogni progetto,
00:38:12soprattutto quando si parla di ospitare le persone.
00:38:18Intanto anch'io vorrei fare subito una dichiarazione molto sincera.
00:38:27Noi non raccontiamo noi stessi nei progetti, questo è il primo punto di partenza,
00:38:35questo è il modo in cui noi lo facciamo, poi ognuno lo fa in maniera anche diversa
00:38:41perché io credo che raccontare semplicemente noi in un progetto
00:38:46significhi anche, come dire, svuotarlo di questa gentilezza,
00:38:52di questa necessità di accoglienza, che quello che facciamo noi è fondamentale.
00:38:59Questo non vuol dire disegnare solo per gli altri, vuol dire però mettere come primo posto
00:39:05la ricerca e lo studio.
00:39:08Io ho fatto il liceo classico, quindi ho studiato un po' di storia dell'arte
00:39:13e poi sono arrivato dopo all'architettura.
00:39:15Mio papà faceva l'artista e una cosa che ho imparato durante tutta questa storia,
00:39:22che è la formazione, è che prima di affrontare una cosa bisogna studiare, bisogna capire.
00:39:29Bisogna capire dove sei, con chi parli, chi sono i tuoi interlocutori.
00:39:35Noi facendo progetti di hospitality abbiamo a che fare con grandi compagnie alberghiere
00:39:41che spesso sanno del mio mestiere più di quanto ne so io,
00:39:45o meglio, hanno un'esperienza straordinaria dal punto di vista di che cosa significhi
00:39:50hospitality, hospitality lusso, oppure business hotel, eccetera.
00:39:56Quindi ascoltare prima gli altri diventa un'operazione indispensabile.
00:40:01Ma ascoltare non solo le persone, ascoltare i luoghi.
00:40:05I nostri progetti sono tutti diversi l'uno dall'altro.
00:40:09Ogni volta è una nuova cosa.
00:40:12Ogni volta noi ci sediamo intorno a un tavolo e cerchiamo di capire dove siamo,
00:40:17con chi abbiamo a che fare, qual è la cultura di riferimento.
00:40:20Ecco, la cultura di riferimento.
00:40:24Questo è forse il primo atto creativo che noi compiamo in un progetto,
00:40:30è scegliere qual è la cultura di riferimento.
00:40:33Ed è una scelta, perché in un posto come l'Italia di culture ce ne sono tantissime.
00:40:37Qui a Salerno c'è una storia infinita, quindi si possono scegliere tante cose.
00:40:43E quindi questa scelta è una scelta che però ha come punto di riferimento
00:40:50parlare con i luoghi, parlare con le esperienze, parlare con gli altri.
00:40:56Io credo quindi che essere gentili significhi saper parlare con le cose,
00:41:02con le culture, con gli altri, prima di fare un progetto.
00:41:07E quindi costruire uno zoccolo duro fatto di consapevolezza.
00:41:14Cioè un progetto secondo me deve essere prima giusto e poi bello, non viceversa.
00:41:21Ci sono miei illustrissimi colleghi proprio nel mondo degli alberghi,
00:41:26dell'interior design per alberghi,
00:41:29che hanno costruito dei racconti meravigliosi a partire da se stessi.
00:41:36Questo secondo me ormai è passato, almeno questo non è quello che a noi piace fare.
00:41:42Faccio alcuni esempi perché neanche a me piace raccontare i progetti,
00:41:48però alcuni esempi ogni tanto sono necessari.
00:41:51Ci è capitato di lavorare in Umbria, in un borgo che ha una storia centenaria.
00:42:00Abbiamo scoperto che di vicino a Perugia, abbiamo scoperto, abbiamo realizzato,
00:42:07abbiamo studiato la scuola pittorica del Perugino,
00:42:12che ha dato anche ospitalità a Raffaello.
00:42:17Poi tra Perugino e Raffaello c'è stato un po' di qui pro quo,
00:42:23su un quadro in particolare,
00:42:26però ecco c'è una storia che ha costruito un'identità
00:42:30e quell'identità sono diventati tutti i colori del progetto.
00:42:35I colori del progetto di questo Relais Chateau sono nati grazie a questo studio.
00:42:41Poi siamo andati a Milano per esempio.
00:42:45Milano noi abbiamo fatto un albergo nel centro della città.
00:42:48Milano ha un'identità che secondo me è un'identità unica, straordinaria,
00:42:55che si è sviluppata negli anni Sessanta
00:42:58e che ha avuto alcuni straordinari interpreti nell'arte contemporanea.
00:43:05È un periodo in cui Nanda Vigo era fidanzata con Piero Manzoni,
00:43:10è un periodo in cui Fontana andava al bar Jamaica,
00:43:15che peraltro è a due passi da questo albergo.
00:43:17Ugo Mulas raccontava con le sue fotografie tutte queste grandi storie.
00:43:24Questo è stato secondo me uno dei momenti, io sono nato a Milano,
00:43:28uno dei momenti più importanti per la nostra città.
00:43:31Grazie a quella ricerca, design, moda,
00:43:37che si sono appropriati in maniera straordinaria di quell'esperienza,
00:43:42Piero Manzoni pagava il conto del bar Jamaica con i suoi quadri alla Carla
00:43:48e la Carla si è arricchita naturalmente.
00:43:51Era un momento in cui architetti e artisti si frequentavano nei ristoranti,
00:43:58nei bar, parlavano ed evolvevano insieme.
00:44:02Questo è stato il momento più importante, secondo me, di Milano.
00:44:07E quindi abbiamo coinvolto un fondo per l'arte contemporanea
00:44:12che ci ha prestato delle opere molto importanti.
00:44:16Nella hall di questo albergo c'è un Castellani,
00:44:18sono due Artung meravigliosi, c'è un Cristo bellissimo.
00:44:23Ci sono delle opere importanti che anziché stare in un cavo di una banca
00:44:26stanno nella lobby dell'albergo.
00:44:30Gli americani che vengono non sanno neanche chi è Castellani.
00:44:38Ecco, l'albergo allora che cos'è?
00:44:41Non è solo il luogo dove, soprattutto l'albergo 5 Stelle,
00:44:44non è solo il luogo dove si mangia bene in un ristorante stellato
00:44:48o dove si ha un servizio straordinario.
00:44:52L'albergo è un luogo pubblico, come dice spesso la mia amica Patrizia Catalano.
00:44:56È un luogo pubblico dove le persone entrano
00:45:00e possono conoscere cose che prima non sapevano.
00:45:06Ecco, il sogno nostro è che grazie allo studio che facciamo
00:45:09sulla Milano negli anni Sessanta, sulla scuola del Perugino,
00:45:13sui materiali straordinari, i tappeti annodati di Maria Antonia Urru
00:45:19con cui abbiamo fatto tutto un lavoro per un resort in Sardegna
00:45:23che hanno dentro circa 250 anni di storia di cose annodate a mano.
00:45:29Ecco, la mia speranza è che tutti questi ospiti chiederanno
00:45:35o qualcuno glielo racconterà e impareranno una cosa.
00:45:39Impareranno chi è Castellani, impareranno che cosa significa fare un tappeto Pibiones,
00:45:45impareranno che cosa è la cultura di questo paese incredibile
00:45:51e che è il nostro primo elemento su cui lavorare.
00:45:59Quindi, tornando all'inizio, capite che a me non piace molto
00:46:05quando chi racconta, ecco, diciamo così, chi racconta semplicemente se stesso,
00:46:14la propria idea di stile in un progetto di interior per hospitality,
00:46:19secondo me non è gentile, non è per niente gentile.
00:46:24È un po' arrogante.
00:46:26Ed essere gentili nel nostro mestiere significa occuparsi di ciò che ci circonda.
00:46:31E questo penso sia la cosa fondamentale.
00:46:34Grazie.
00:46:44Allora, grazie mille.
00:46:46E abbiamo detto quindi il prodotto, abbiamo parlato degli spazi
00:46:52e necessariamente a questo punto il passaggio supplementare è logico.
00:46:58Il design non si occupa più soltanto del prodotto dello spazio
00:47:01ma anche del territorio e in molteplici ambiti.
00:47:05E il prossimo relatore ha un legame molto forte anche con questo territorio.
00:47:16È Alfonso Femia, architetto, designer, urbanista, opera in ambito internazionale nel 1995,
00:47:24presiede e ha fondato lo studio Alfonso Femia.
00:47:32Prima aveva un'altra sigla, 5 più 1 AA.
00:47:35Poi chiederò agli architetti come mai fanno sempre questo gioco sillabico, anzi alfanumerico.
00:47:42Si invecchia esattamente.
00:47:44Sta lavorando attualmente a tanti progetti in Francia, Spagna, anche in Italia,
00:47:51anche in questo territorio specificatamente perché l'architetto Femia firma l'aeroporto di Salerno,
00:47:58costa da Malfi e del Cilento, dobbiamo imparare a dire.
00:48:04Quindi non più soltanto il prodotto, lo spazio, il territorio, tutte le interconnessioni
00:48:10e perché il designer, il progettista, studiando il territorio, studiando le persone che lavorano con il territorio,
00:48:17in qualche modo spingono un po' più in là i confini di una società che già in qualche modo è liquida,
00:48:25però loro li ridefiniscono.
00:48:27Allora io chiamo per il suo intervento l'architetto Alfonso Femia,
00:48:32il cui intervento ha il titolo Il territorio come inizio di un dialogo.
00:48:41La gentilezza del design.
00:48:45Due parole, due mondi, due lingue.
00:48:54Credo che sia importante, ascoltando anche gli interventi precedenti,
00:49:00provare a riflettere insieme sull'importanza del design.
00:49:07A riflettere insieme sull'importanza delle parole.
00:49:12Su come possiamo ridare significato alle parole.
00:49:21Nel nostro atelier noi dialoghiamo attraverso il progetto attraverso due modalità.
00:49:27La parola come atto di progetto e l'immaginario di ognuno di noi.
00:49:34In una società come quella di oggi, che comunica tantissimo,
00:49:39le parole si svuotano velocemente.
00:49:43Le parole perdono il significato.
00:49:46Allora stiamo cercando, e ve ne regalerò alcune di cui non sarete d'accordo,
00:49:52di cui non capirete, di cui stiamo esplorando,
00:49:55ma è importante iniziare a dialogare attraverso il significato delle parole.
00:50:01Per noi tre parole diventano sempre il contraddittorio del confronto sul progetto.
00:50:07Tempo, luoghi, persone.
00:50:11Queste tre parole devono sempre interagire tra di loro.
00:50:15Sono loro che nella loro tessitura definiscono un progetto, una riflessione, una responsabilità.
00:50:24Quanto oggi la politica, la società, l'architettura, il design
00:50:31mettono in relazione un'idea di tempo,
00:50:35un rapporto con un luogo e un'interazione con le persone?
00:50:39Lo diciamo, ma non è vero.
00:50:42Qual è l'idea di tempo che sta alla base della nostra società?
00:50:46Qual'idea di tempo futuro stiamo progettando?
00:50:50In ogni azione, in ogni oggetto di design,
00:50:54siamo la società che ha completamente, in ultime decenni,
00:50:57staccato completamente il rapporto con il tempo.
00:51:01Il tempo, come materia di progetto, invece è un elemento estremamente importante.
00:51:05Allora vi racconto una storia.
00:51:09Alcuni anni fa ci chiedono di dirigere una rivista,
00:51:15partendo con un numero che avrebbe dato poi l'avvio.
00:51:19Una ricerca più, un po' di mettere l'architetto, il design in prima persona.
00:51:26Noi rifugiamo, come è stata prima l'idea che
00:51:29quel numero doveva parlare del nostro approccio all'architettura,
00:51:32ma accogliamo quell'occasione come occasione per dare un'avvio a un percorso.
00:51:36E quindi vogliamo parlare di qualcosa che è sparito, secondo noi.
00:51:43E definiamo due parole.
00:51:45Mediterrani, al plurale, e invisibili.
00:51:48Il tema dell'invisibilità.
00:51:50E scrivo a più di 70 persone, come si faceva nell'Ottocento.
00:51:54Non le chiamo, non le voglio incontrare.
00:51:57Scrivo, uso le parole, non mando messaggi.
00:52:01Scrivendo perché secondo noi era interessante riflettere o meno reagire a queste due parole.
00:52:07Se il Mediterraneo era un tema, se l'invisibilità la condividevano.
00:52:11La risposta è stata straordinaria, in attesa.
00:52:16Da lì, l'idea di andare dentro i luoghi per capire ciò che le parole avevano definito.
00:52:25E nasce un viaggio.
00:52:28Altra parola importante.
00:52:30Mediterranei, noi siamo al cuore del Mediterraneo.
00:52:33Il Mediterraneo non è semplicemente un atto di nascita.
00:52:36Quello è più che altro una botta di fortuna, al massimo.
00:52:39Il Mediterraneo bisogna comprendere che è il luogo del viaggio,
00:52:42è il luogo dell'incontro, è il luogo dell'ascolto, è il luogo della contaminazione.
00:52:45È l'unico luogo al mondo che tu sai che potenzialmente c'è qualcuno dall'altra parte
00:52:49che forse ti sta guardando o che forse in qualche maniera ha avuto un rapporto con te.
00:52:53Non eravamo soddisfatti di questo tema di entrare dentro il viaggio, dentro l'esplorazione.
00:52:58Nel trasformare l'idea di tempo da
00:53:02la visione che abbiamo sempre di
00:53:04non posso fare questo perché mi fa perdere tempo,
00:53:07nell'idea di passare dal concetto di perdere tempo nel prendersi tempo.
00:53:12Il prendersi tempo vuol dire che dentro la dimensione sociale
00:53:16di una velocità da cui noi da trent'anni
00:53:19e sarà sempre più veloce il mondo,
00:53:22dobbiamo comunque farci conti,
00:53:24dobbiamo definire un nostro momento lento.
00:53:27Un tempo lento capace di osservare,
00:53:30di ascoltare, di guardare.
00:53:32E il viaggio aiuta questo.
00:53:34Questa esperienza di cadere dentro i luoghi,
00:53:38di ascoltare, di fermarsi,
00:53:40ci porta poi a un'altra esperienza che vogliamo far crescere.
00:53:43E nasce tre anni fa, attraverso questa idea,
00:53:47la Biennale dello Stretto.
00:53:49Ma cos'è la Biennale dello Stretto prima di tante altre cose?
00:53:52Un incontro con un territorio
00:53:54che va oltre la sua dimensione locale,
00:53:56laddove due le embedità della sua incontro,
00:53:59che ha la sintesi della complessità
00:54:01delle problematiche sociali, territoriali,
00:54:04economiche del presente.
00:54:06Un luogo di una contemporaneità straordinaria
00:54:09dentro una dimensione arcaica.
00:54:12Ma finché potesse accadere qualcosa,
00:54:16bisognava incontrare un luogo capace di avere questa sintesi.
00:54:19E solo l'incontro di un luogo può far scatenare qualcosa.
00:54:23E a un certo punto incontriamo questo luogo.
00:54:25Forte batterie a siacci.
00:54:27Campo Ligure.
00:54:28Campo Calabro, scusate, vengo da Genova.
00:54:34Forte batterie a siacci.
00:54:35Alla fine dell'Ottocento è stato realizzato
00:54:37un sistema di fortificazioni lungo lo stretto, straordinario.
00:54:40Più di 20 fortificazioni.
00:54:42Forte batterie a siacci e all'ingresso dello stretto.
00:54:45Un'opera di 11 mila metri quadrati coperti,
00:54:4820 mila metri quadrati di aria esterna,
00:54:51completamente invisibili per poter difendersi dall'attacco navale.
00:54:55Un'opera ciclopica lungo lo stretto.
00:54:59E perché questo luogo ci ha subito colpito?
00:55:02Uno, perché era invisibile.
00:55:05Era sparito dall'immaginario anche.
00:55:08Due, perché raccontava un tempo diverso.
00:55:11E tre, perché era la sintesi perfetta di un tempo contemporaneo.
00:55:16Quel luogo, nato per difendersi,
00:55:19nato per rispondere alla dimensione bellica di quell'area,
00:55:24non è mai stato in azione.
00:55:27Non è mai stato utilizzato per quello.
00:55:29Per quale motivo? Per un'altra parola che vi do.
00:55:32L'innovazione.
00:55:34L'innovazione bellica, che sin allora non prevedeva l'aeronautica,
00:55:38e che quindi prevedeva attacchi solo da terra o da mare,
00:55:41ha fatto sì che tutto quello nascondersi, celarsi, per difendersi,
00:55:45non sia servito a nulla.
00:55:47Perché automaticamente l'invisibilità di quel luogo è diventata visibile.
00:55:52Per oltre quasi 180 anni non è stato utilizzato.
00:55:56Quindi spiegava perfettamente tutto questo.
00:55:59Tempo, luoghi, immaginario, innovazione.
00:56:04E per farla breve c'è un'immagine,
00:56:08che nella prima biennale noi vogliamo un'opera di Nini Donato,
00:56:12dentro questa manica lunga, alta, buia,
00:56:16in cui viene inserita questa opera.
00:56:19In quel luogo, tanti anni fa,
00:56:22una persona di cui potete capire dal tono della frase chi poteva essere,
00:56:27dice e usa delle parole in un periodo storico,
00:56:31in cui le parole avevano un significato.
00:56:34Qui non sbarcherà mai nessuno.
00:56:37C'è forse quell'arroganza o quella forza.
00:56:42Ed è interessante come in maniera estremamente gentile
00:56:48Nini Donato, attraverso l'arte, il design,
00:56:53il pensiero, l'educazione,
00:56:56tira due semplici linee sugli avverbi.
00:57:00E quella frase che racconta un tempo, un luogo, delle persone,
00:57:06diventa qui sbarcherà nessuno.
00:57:10E quel luogo è il luogo mitologico,
00:57:14il luogo che sappiamo a cosa rimanda,
00:57:17qui sbarcherà nessuno.
00:57:20Con una semplice azione, fragile quasi, invisibile, minima,
00:57:26che ti permette di leggere anche l'altro,
00:57:29accade questo.
00:57:32La forza e la potenza di questa azione
00:57:36è straordinaria per sintetizzare
00:57:39la difficoltà del tempo presente.
00:57:42E la difficoltà del tempo presente
00:57:45si rappresenta di nuovo attraverso altre due parole.
00:57:48Percezione e cognizione.
00:57:51Noi siamo dentro una società
00:57:54che assolutamente ragiona, pensa e agisce
00:57:58attraverso un'idea di percezione.
00:58:01Percezione veloce, la percezione ormai
00:58:04il psico secondo dello scroll di un dispositivo.
00:58:08E che pensiamo di comunicare,
00:58:11pensiamo se facciamo qualcosa, ma non lo facciamo.
00:58:14La percezione però è importante,
00:58:16perché la percezione è l'intuizione,
00:58:18è la capacità di interagire immediatamente,
00:58:20ma diventa importante se affianca alla percezione
00:58:24affianchiamo la cognizione,
00:58:27che indica un tempo più lento,
00:58:29che indica la volontà di approfondimento,
00:58:31che indica la volontà di studiare.
00:58:35La percezione e la cognizione quindi si uniscono attraverso due parole,
00:58:38se vogliamo parlare in maniera ancora più semplice,
00:58:40il tempo e lo sguardo.
00:58:43Questi due elementi ci nutrono.
00:58:45Il progetto è un atto dello sguardo.
00:58:48Io stamattina, prima di venire qua,
00:58:50ci sono due opere straordinarie per me di riferimento.
00:58:54La Cappella Caraccio alla Napoli
00:58:56e il Chiostro di Santa Chiara.
00:58:59Per me basta questo per l'umanità.
00:59:02Perché in quei due luoghi si può comprendere tutto.
00:59:06Si può comprendere anche il rapporto diverso
00:59:08tra tempo, percezione e cognizione.
00:59:10Ed è interessante perché quei luoghi
00:59:12definiscono un altro aspetto che abbiamo dimenticato.
00:59:16Il fatto che il progetto, qualsiasi esso sia,
00:59:19dovrebbe sempre, gentilmente forse,
00:59:22cercare il dialogo stretto, forte, minimo,
00:59:26sensibile, difficile, tra la dimensione intima,
00:59:30la soglia dell'individuo,
00:59:32e la dimensione collettiva, della comunità.
00:59:34E lì la difficoltà.
00:59:36E' indecifrabile. E' difficile.
00:59:38Appartiene alla sensibilità di ognuno di noi.
00:59:40Ma è lì che accade qualcosa.
00:59:41È lì che c'è la sensibilità.
00:59:43E non lo facciamo più.
00:59:44Non lo facciamo più perché non siamo più
00:59:47una società che si rapporta con il tempo.
00:59:49Allora, voi sapete com'è la nostra cultura occidentale,
00:59:54si rapporta con il tempo attraverso la dimensione fisica newtoniana.
00:59:57Quindi noi siamo dentro una successione continua di tempo,
01:00:00o con la cristiana del passato, presente e futuro,
01:00:04con i sensi di colpa e le capacità di perdonarsi.
01:00:07Ecco, io credo che vi sollevo quest'idea
01:00:09che sia interessante forse ricordare Sant'Agostino
01:00:12che, come sapete, ha investito non pochi anni
01:00:15per definire il fatto che non esiste un passato,
01:00:18non esiste un futuro,
01:00:20ma esiste una successione di presenti.
01:00:23Se noi ragioniamo così, nel progettare,
01:00:27allora vuol dire che noi responsabilmente
01:00:31nell'atto del presente dobbiamo agire di progetto.
01:00:35E contestualmente, visto che siamo già nel presente e futuro,
01:00:39non possiamo anche essere generosi.
01:00:41Perché passiamo il testimone.
01:00:43E allora, se dovessi io definire cosa ci racconta tutto questo,
01:00:48non può essere che il rapporto della ricerca e dell'ineculivo
01:00:51che viene attraverso il territorio.
01:00:54Noi siamo territorio.
01:00:56Noi siamo territorio e ci dimentichiamo di essere territorio
01:00:59quando, banalmente, come progettisti, scegliamo una materia.
01:01:03Se noi ci uniformiamo a quello che è il tempo presente,
01:01:07noi automaticamente non ci rendiamo conto
01:01:09che stiamo abbandonando il territorio.
01:01:11Perché il territorio è fatto di artigianalità, di materia,
01:01:14di tempi, di individui, di economia, di società,
01:01:17di fragilità, di situazione, di esplorazione,
01:01:19di rallentare.
01:01:21Quindi, banalmente, quando ognuno di noi sceglie il top di una cucina,
01:01:26sta decidendo se abbandona un territorio o meno.
01:01:31Quindi gli architetti, la mia categoria,
01:01:34hanno una responsabilità enorme.
01:01:36Anche i designer, Giulio.
01:01:42Perché quella scelta
01:01:45si porta dietro molte cose.
01:01:49Si porta dietro noi stessi.
01:01:51E se noi comprendiamo che la scelta di un progetto
01:01:53è un atto di responsabilità e generosità,
01:01:55allora ci riconnettiamo col territorio.
01:01:58E comprendiamo il fatto che, soprattutto,
01:02:01nella dimensione mediterranea e europea,
01:02:03questo è un valore estremamente importante.
01:02:07Allora, comprendete che
01:02:12il progetto e l'architettura
01:02:15devono essere un atto di generosità.
01:02:18C'è un'idea di cultura del dono del progetto,
01:02:21che non ha un senso di bonismo.
01:02:23Il dono è un dare
01:02:25che si misura solo attraverso questo aspetto.
01:02:28E che non può dare una risposta
01:02:31se non si riconfronta sempre con l'idea di tempo,
01:02:34di luoghi e di persone.
01:02:37Non vuol dire interdisciplinarità,
01:02:39una parola che io non amo.
01:02:41Vuol dire tessere.
01:02:42Tessere estremamente più complesso,
01:02:43estremamente più faticoso.
01:02:45E poi rende tutto uguale,
01:02:46perché dà un'idea di forza straordinaria.
01:02:49Questa condizione è quella che, per esempio,
01:02:52a noi ci richiede,
01:02:55ogni volta che iniziamo un progetto,
01:02:58di non agire noi in primis,
01:03:00mentre stiamo scegliendo le parole,
01:03:02ma di far lavorare i fotografi, lo sguardo.
01:03:05Per l'aeroporto di Costa della Malta
01:03:07abbiamo chiesto a Mario Ferrara,
01:03:10a Stefano Anzini, poi a Marco Antini,
01:03:12diversi fotografi, con diversi sguardi diversi,
01:03:15chi andare in certi luoghi,
01:03:16intimi, collettivi,
01:03:18chi ricercare la materia,
01:03:20chi entrare dentro il luogo.
01:03:23E solo attraverso queste immagini,
01:03:25reali, del tempo presente,
01:03:27che si sommano alle immagini dell'immaginario del progetto,
01:03:32con i temi,
01:03:34piano piano metti a fuoco qualcosa
01:03:39che ti permette in qualche maniera di collegarti,
01:03:42ma soprattutto spesso tende a fare in maniera
01:03:45che il progetto rivela ciò che c'è già,
01:03:48che esiste,
01:03:49e che quindi solo il processo di sintesi
01:03:51può essere fatto attraverso nutrirti di questo sguardo.
01:03:57Se ragioniamo così,
01:03:59comprendiamo che oggi siamo una società per nulla gentile.
01:04:05Non lo siamo.
01:04:07E che la gentilezza fa parte delle tante ipocrisie
01:04:10e di tanto cinismo che oggi rappresentiamo.
01:04:14E che oggi siamo dentro una dimensione estremamente mediocre,
01:04:17che non siamo coraggiosi.
01:04:20E che vuol dire che non abbiamo manco più
01:04:22un'altra parola che ci affianca,
01:04:25che è il desiderio.
01:04:27Una società che non ha desideri veri
01:04:30e che si misura con i luoghi,
01:04:32non sta più progettando,
01:04:33non sta più immaginando il futuro.
01:04:35Allora siamo di fronte a un momento estremamente importante,
01:04:38ma ci può aiutare cosa?
01:04:40Quel Mediterraneo
01:04:42che apparentemente è visibile,
01:04:44ma solo perché noi non stiamo avvolgendo lo sguardo.
01:04:47E se non avvolgiamo lo sguardo a questo Mediterraneo,
01:04:51allora riscopriremo un territorio
01:04:53che potrà nutrirci
01:04:55e che ci permetterà
01:04:57di affrontare un'idea di futuro
01:04:59che è fatta di atti di generosità e di responsabilità.
01:05:02Grazie.
01:05:09Grazie mille all'architetto Femi.
01:05:11Tante suggestioni finora, no?
01:05:13Siamo partiti appunto dal prodotto,
01:05:15siamo arrivati allo spazio e poi al territorio.
01:05:18In una delle slide dell'architetto c'era
01:05:20l'arte dei limiti, no?
01:05:22Come slogan.
01:05:23L'arte in realtà,
01:05:25vi cito un designer che è quello
01:05:27che ha reinventato un grafico,
01:05:29che ha reinventato il logo dell'IBM.
01:05:32Si chiamava Porrand.
01:05:34Diceva che l'arte è un'idea che ha trovato
01:05:36la sua perfetta espressione visiva.
01:05:38Il design è il veicolo
01:05:40con cui questa espressione è resa possibile.
01:05:43L'arte è un sostantivo,
01:05:44mentre il design è sì un nome,
01:05:46ma anche un verbo.
01:05:48L'arte è un prodotto
01:05:50e il design è un processo.
01:05:52Il design è il fondamento di tutte le arti.
01:05:54Lo diceva nel 1962,
01:05:56più di 60 anni fa.
01:05:58Per parlarvi di arte
01:06:00e di come l'arte dialoga con il territorio,
01:06:03la prossima relatrice è Maria Cristina Ferraioli
01:06:07che è critica d'arte, curatrice, art editor.
01:06:12Si è laureata in lettere moderne
01:06:14con indirizzo in storia dell'arte.
01:06:16Ha studiato in Parigi, dove ha studiato alla Sorbonne.
01:06:18Ha conseguito un Master in Organizzazione
01:06:20e Comunicazione di Arte Visive
01:06:22a Brera, all'Accademia di Belle Arti.
01:06:24Ha un dottorato di comunicazione ai mercati,
01:06:26economia, marketing e creatività
01:06:28all'UUM di Milano.
01:06:30Ha vinto la residenza
01:06:32per curatore dell'Adena Foundation
01:06:34di Contemporary Art
01:06:36presso l'Assemblee Internationale
01:06:38d'Occhioi e Echange des Recollès
01:06:40di Parigi.
01:06:42Ha lavorato al centro Pompidou,
01:06:44collaborando alla realizzazione
01:06:46della mostra Tras du Sacré.
01:06:48Ha pubblicato un testo critico
01:06:50sul catalogo della mostra.
01:06:52Ha coordinato l'ufficio Master
01:06:54dell'Accademia di Belle Arti di Brera.
01:06:56Ha fatto parte dello staff
01:06:58di una pubblicazione
01:07:00che piace tanto anche ai non eriti lavori
01:07:02che si chiama Art Tribune Magazine.
01:07:04Dal 2018 al 2022 è stata parte
01:07:06integrante del team curatoriale
01:07:08di Artline Milano,
01:07:10un progetto di arte pubblica
01:07:12che si sviluppa nel parco di City Life.
01:07:14Ha curato la personale di Omar Hassan
01:07:16alla Porta di Milano,
01:07:18Spazio del Comune adibito all'arte contemporanea
01:07:20all'aeroporto di Malpensa.
01:07:22Ho esaurito tutto il curriculum,
01:07:24quindi chiederei a Maria Cristina Ferraioli
01:07:26il cui intervento
01:07:28è Traccia e Gentile
01:07:30l'arte che abita i territori.
01:07:32Prego.
01:07:36L'arte contemporanea non serve a nulla.
01:07:38Con la cultura non si mangia.
01:07:40I soldi pubblici investiti nell'arte
01:07:42e nella cultura
01:07:44sono un inutile spreco di denaro.
01:07:46Ho sentito dire queste frasi
01:07:48tantissime volte
01:07:50negli ultimi vent'anni,
01:07:52quelli in cui mi occupo di arte contemporanea,
01:07:54ma siamo sicuri
01:07:56che sia realmente così.
01:07:58In questo viaggio,
01:08:00in cui vi porterò qui
01:08:02nei prossimi dieci minuti,
01:08:04quindici minuti,
01:08:06voglio mostrarvi due realtà,
01:08:08due realtà in cui l'arte
01:08:10incontra il territorio
01:08:12e diventa valore,
01:08:14non solamente sociale e culturale,
01:08:16ma anche grande valore economico.
01:08:18Il primo luogo
01:08:20in cui voglio portarvi
01:08:22è Peccioli,
01:08:24un piccolo borgo in Toscana.
01:08:26Peccioli è un borgo atipico,
01:08:28nonostante sia nella regione
01:08:30a più alta densità turistica,
01:08:32perché Peccioli
01:08:34non si trova su nessuna rotta turistica,
01:08:36non ha tracce rinascimentali
01:08:38o opere d'arte tali
01:08:40che invogliano le persone
01:08:42ad andare, è un piccolo paese
01:08:44in provincia di Pisa, e soprattutto
01:08:46non si trova in nessun percorso enogastronomico.
01:08:48Quindi Peccioli,
01:08:50trent'anni fa, quarant'anni fa,
01:08:52viveva una condizione
01:08:54di inizio
01:08:56di spopolamento, le persone iniziavano
01:08:58ad andare via, la popolazione era quasi
01:09:00per lo più composta da anziani,
01:09:02i giovani andavano a lavorare
01:09:04o a studiare altrove,
01:09:06e il destino di Peccioli in qualche modo
01:09:08sembrava segnato. Fino a quando
01:09:10non sale al potere un sindaco
01:09:12che ha un'intuizione,
01:09:14un ex falegname, poi fa il maestro elementare,
01:09:16però ha un'intuizione.
01:09:18In quel momento, alla fine degli anni Ottanta,
01:09:20in Toscana si discuteva su dove
01:09:22collocare una discarica.
01:09:24Nessuno voleva una discarica, tutti i rifiuti
01:09:26della Toscana erano
01:09:28indirizzati o verso Bari
01:09:30o verso la Germania, con un costo
01:09:32enorme per la collettività.
01:09:34Il sindaco di Peccioli vede in questa cosa
01:09:36un'opportunità, chiede di avere
01:09:38la discarica sul suo territorio.
01:09:40Tutti pensano che sia un pazzo,
01:09:42tutti pensano che sia un pazzo,
01:09:44iniziando proprio dai suoi concittadini.
01:09:46Nessuno la vuole,
01:09:48tutti sono sul piede di guerra, alla fine
01:09:50il sindaco riesce a convincere
01:09:52la comunità che questa discarica
01:09:54può essere una grande opportunità
01:09:56per quel territorio.
01:09:58Ha un progetto, che è un progetto folle
01:10:00ma unizioso allo stesso tempo.
01:10:02Il primo fare utili, come tutti i politici
01:10:04vuole fare utili da investire
01:10:06per far star meglio la comunità locale
01:10:08e il secondo grande progetto
01:10:10è creare a Peccioli
01:10:12una cultura dell'abitare che sia
01:10:14una cultura completamente nuova.
01:10:16Mettere cioè in relazione
01:10:18attraverso la cultura
01:10:20la comunità locale
01:10:22e il territorio per fare in modo che i giovani
01:10:24rimangano e nessuno vada più via.
01:10:26Per fare questo
01:10:28si crea una public company
01:10:30cioè la società
01:10:32che si occupa
01:10:34della discarica, che si chiama
01:10:36Belvedere Spa, è una società
01:10:38per il 64% di proprietà
01:10:40del comune e per la
01:10:42restante parte di proprietà
01:10:44di 950 cittadini
01:10:46che prendono le decisioni
01:10:48e che partecipano agli utili
01:10:50della società.
01:10:52Ovviamente i primi soldi sono investiti
01:10:54per migliorare la comunità locale
01:10:56quindi viene restituito
01:10:58l'IMU, viene costruito una piscina,
01:11:00viene costruito
01:11:02un centro per gli anziani, un villaggio
01:11:04per i giovani
01:11:06e tutta una serie
01:11:08di cose sul luogo
01:11:10che migliorano la vita dei cittadini.
01:11:12Viene restituito l'IMU, poi vengono
01:11:14stanziati per statuto
01:11:16mezzo milione di euro
01:11:18per aiutare le famiglie con l'ISEE più basso.
01:11:20Ovviamente
01:11:22quello che era un destino segnato
01:11:24radicalmente. Il sindaco
01:11:26di Peccioli che ancora è in carica
01:11:28al suo settimo mandato e governa
01:11:30da 30 anni con un plebiscito
01:11:32ha però un'altra idea.
01:11:34Non si accontenta semplicemente degli utili
01:11:36vuole cioè rendere
01:11:38il suo territorio un territorio
01:11:40appetibile ma non ha tracce rinascimentali
01:11:42ed è difficile competere
01:11:44con tutti gli altri posti della Toscana
01:11:46pensate Firenze,
01:11:48San Gimignano, Lucca
01:11:50questi paesi straordinari
01:11:52dal punto di vista architettonico e artistico.
01:11:54Allora che cosa pensa di fare?
01:11:56Pensa di iniziare
01:11:58un progetto di arte pubblica.
01:12:00Nel 1991 uno dei primi
01:12:02in Italia e uno dei primi in Europa
01:12:04ma lo fa in una maniera insolita
01:12:06rispetto a tutti gli altri progetti di arte pubblica
01:12:08perché
01:12:10chi viene a Peccioli
01:12:12ha due vincoli. Non si accontenta semplicemente
01:12:14di andare e scegliere a New York
01:12:16o Parigi opere d'arte e collocarle
01:12:18sul territorio. Vuole che gli artisti
01:12:20vadano lì, conoscano
01:12:22le persone e devono
01:12:24realizzare opere che non hanno
01:12:26solamente una bellezza formale
01:12:28ma che siano in qualche modo
01:12:30in comunione
01:12:32con quel territorio, siano in
01:12:34comunione con la comunità. Non a caso
01:12:36una delle prime opere
01:12:38che viene realizzata
01:12:40è un'opera di un artista che si
01:12:42chiama Vittorio Corsini che
01:12:44fotografa gli occhi di mille
01:12:46abitanti di Peccioli
01:12:48e li installa
01:12:50su uno dei muri principali della città
01:12:52a testimonianza di quella
01:12:54comunità e di quel tempo che
01:12:56in qualche modo ha voglia
01:12:58di lasciare una traccia di sé.
01:13:00C'era uno
01:13:02scrittore francese che diceva
01:13:04che ogni civiltà
01:13:06ha la spazzatura che merita.
01:13:08A Peccioli la spazzatura vale
01:13:10oro, nel vero senso della parola.
01:13:12Il sindaco,
01:13:14la comunità, decidono di iniziare
01:13:16un progetto di arte pubblica che oggi
01:13:18conta 76 opere
01:13:20d'arte, sempre più grandi
01:13:22e sempre più importanti
01:13:24che in qualche modo
01:13:26vengono collocate
01:13:28non solo nel centro del borgo
01:13:30ma in ogni angolo
01:13:32e anche sulla discarica.
01:13:34La discarica non è una vergogna
01:13:36a Peccioli, è ricchezza
01:13:38e quindi chiama uno dei più grandi
01:13:40artisti contemporanei, un artista inglese
01:13:42Tremlett e fa
01:13:44dipingere l'intera discarica.
01:13:46Non si accontenta, ci sono altre
01:13:48opere lintorno, i giganti,
01:13:52i fratelli Stalliano fanno una
01:13:54grande wall painting su un'altra parte
01:13:56della discarica, costruisce un anfiteatro
01:13:58un anfiteatro di 600 posti
01:14:00nel quale ogni estate
01:14:02si svolge una rassegna
01:14:0411 lune che chiama
01:14:06raccolta i più grandi nomi della musica
01:14:08della letteratura
01:14:10del cinema
01:14:12del teatro ovviamente
01:14:14e
01:14:16è una rassegna
01:14:18assolutamente gratuita per tutti i cittadini
01:14:20le opere d'arte
01:14:22a Peccioli continuano
01:14:24e hanno un
01:14:26impatto sulla popolazione
01:14:28sempre più importante.
01:14:30Una delle opere più recenti è quella
01:14:32di Patrick Tuttofuoco che
01:14:34costruisce una passerella che
01:14:36mette in comunicazione
01:14:38le due anime di Peccioli
01:14:40la città vecchia e il borgo antico
01:14:42e la parte più nuova invece
01:14:44perché nel frattempo la popolazione
01:14:46del borgo è cresciuta
01:14:48sono nate tante attività commerciali
01:14:50legate al turismo
01:14:52e poi c'è un'altra opera
01:14:54la più recente, straordinaria
01:14:56che è l'opera di un architetto Mario Cucinella
01:14:58che costruisce il Palazzo Senzatempo
01:15:00Palazzo Senzatempo
01:15:02nasce
01:15:04su un antico
01:15:06diciamo palazzo
01:15:08ormai disabitato
01:15:10e diventa
01:15:12uno spazio
01:15:14per le mostre temporanee
01:15:16qui c'è un belvedere
01:15:18che costruisce, che disegna
01:15:20che progetta Cucinella
01:15:22che sporge sotto tutta la valle
01:15:24che diventa il tetto
01:15:26di questo palazzo
01:15:28su cui si svolgono una serie di attività
01:15:30e da qui è possibile vedere
01:15:32il palazzo
01:15:34è possibile vedere
01:15:36tutto il panorama della vallata
01:15:38il sistema Peccioli
01:15:40diventa un caso, non solamente in Toscana
01:15:42non solamente in Italia, ma nel mondo
01:15:44viene studiato
01:15:46dalle più grandi università
01:15:48americane, diventa
01:15:50protagonista della Biennale di Venezia
01:15:52di Architettura del Patiglione Italia
01:15:54del 2021
01:15:56è bandiera arancione
01:15:58del Touring, nel 2024
01:16:00Peccioli viene eletto il più bel borgo
01:16:02d'Italia ed è uno
01:16:04oggi, grazie all'arte contemporanea
01:16:06dei 10 borghi più visitati in Italia
01:16:08quindi un successo
01:16:10straordinario
01:16:12il secondo posto in cui
01:16:14voglio portarvi invece per me è casa
01:16:16io sono di Salerno, sono nata qui
01:16:18ma sono 20 anni che vivo a Milano
01:16:20vi porto quindi a casa mia
01:16:22perché appunto vi porto
01:16:24a Milano, ma vi porto soprattutto all'interno
01:16:26di un progetto nel quale io
01:16:28ho lavorato e per il quale io ho lavorato
01:16:30per 5 anni
01:16:32questo progetto è uno dei più importanti
01:16:34progetti di riqualificazione
01:16:36urbana d'Europa
01:16:38è il progetto appunto
01:16:40di City Life, nasce
01:16:42questo progetto nel 2005
01:16:44nel momento in cui si
01:16:46sceglie di trasferire
01:16:48la fiera campionaria di Milano
01:16:50che un tempo era all'interno della città
01:16:52di trasferirla fuori
01:16:54in vista della grande expo che c'è stata
01:16:56a Milano nel 2015
01:16:58trasferirla in una nuova zona
01:17:00che è stata costruita che è appunto
01:17:02la zona di
01:17:04fiera Milano
01:17:06Ro Fiera Milano però
01:17:08quando viene
01:17:10pensato di trasferire
01:17:12la fiera, di allontanare la fiera della città
01:17:14questa cosa viene fatta sostanzialmente
01:17:16per due motivi, decongestionare
01:17:18il traffico
01:17:20le continue fiere infatti
01:17:22rendevano impossibile la mobilità
01:17:24in quell'area di Milano e soprattutto
01:17:26recuperare alla cittadinanza
01:17:28uno spazio enorme
01:17:30uno spazio di 366.000
01:17:32metri quadri
01:17:34viene così
01:17:36indetto un concorso di architettura
01:17:38internazionale, questo concorso
01:17:40viene vinto da una società che si chiama
01:17:42City Life e da questo prende il nome
01:17:44l'intero quartiere
01:17:46e vengono chiamati tre
01:17:48archistar internazionali
01:17:50famosissima Zaha Hadid che tutti conosciamo
01:17:52perché appunto è protagonista
01:17:54anche di un'opera, la sua ultima
01:17:56opera qui a poca distanza
01:17:58a pochi passi da noi, Isozaki
01:18:00Libeski, degli archistar
01:18:02delle archistar internazionali
01:18:04di altissimo livello
01:18:06viene costruito un centro commerciale
01:18:08viene costruita una fermata della
01:18:10metropolitana e viene costruito
01:18:12soprattutto il più grande
01:18:14parco urbano della città
01:18:16di Milano
01:18:18nel momento in cui nasce questo progetto
01:18:20però
01:18:22ci si pone anche il problema
01:18:24di come rendere questo
01:18:26posto il più possibile
01:18:28un posto aperto alla
01:18:30collettività, quindi non solo
01:18:32un posto con grandi
01:18:34grattacieli
01:18:36residenze di
01:18:38perlusso ma renderlo
01:18:40aperto alla comunità anche perché
01:18:42questo quartiere è un quartiere
01:18:44particolarmente complesso
01:18:46all'interno della geografia
01:18:48della città di Milano
01:18:50ha i limiti di una zona
01:18:52la zona 7, chi è di Milano la conosce bene
01:18:54che è una zona
01:18:56che ha una grande
01:18:58densità di
01:19:00popolazione di
01:19:02immigrati di prima e seconda generazione
01:19:04una sorta di ghetto possiamo anche
01:19:06dirlo e in più
01:19:08tutte le persone che abitavano in quella
01:19:10zona di fatto non c'era
01:19:12non avevano nulla
01:19:14che potesse in qualche
01:19:16modo rendere comunità a quel luogo
01:19:18il progetto ArtLine
01:19:20che è il progetto a cui ho lavorato per
01:19:22quasi cinque anni
01:19:24è un progetto di arte pubblica
01:19:26che nasce a Milano
01:19:28proprio all'interno dello spazio
01:19:30di CityLife, all'interno del
01:19:32parco e nasce
01:19:34sostanzialmente su due
01:19:36principi che sono due principi
01:19:38estremamente gentili
01:19:40se vogliamo dire
01:19:42il primo è il fatto che a Milano
01:19:44manca un museo d'arte contemporanea
01:19:46è una questione ormai
01:19:48decennale, Milano è l'unica
01:19:50grande città d'Europa a non avere
01:19:52un museo d'arte contemporanea
01:19:54ogni volta che c'è una nuova amministrazione
01:19:56si parla della possibilità di creare
01:19:58un museo d'arte contemporanea ma
01:20:00poi in realtà questo
01:20:02discorso muore sempre
01:20:04e viene sempre rimandato
01:20:06per motivazioni economiche
01:20:08ma anche per motivazioni di spazio
01:20:10non si è mai trovato in realtà uno
01:20:12spazio degno
01:20:14di essere appunto
01:20:16considerato
01:20:18un luogo adatto per costruire questo museo
01:20:20il secondo principio, quello
01:20:22gentile, è in un quartiere
01:20:24particolarmente complesso
01:20:26creare un museo di arte pubblica
01:20:28all'aperto
01:20:30aperto gratuitamente
01:20:32sette giorni su sette
01:20:34ventiquattro ore su ventiquattro
01:20:36e fruibile da tutta
01:20:38la comunità, a prescindere
01:20:40dal fatto che siano o non
01:20:42siano addetti ai lavori
01:20:44nasce questo progetto, vengono
01:20:46chiamati dodici
01:20:48artisti internazionali dal team curatoreale
01:20:50di cui io facevo parte
01:20:52di Chiarafama, artisti straordinari
01:20:54ne cito due, Alfredo Jarre
01:20:56Kiki Smith, ma ce ne sono
01:20:58tanti altri e
01:21:00viene poi indetto un concorso
01:21:02internazionale
01:21:04aperto a otto artisti
01:21:06che quindi vengono scelti
01:21:08tramite concorso
01:21:10con artisti under 40 per dare
01:21:12anche la possibilità a delle persone
01:21:14più giovani che sono ad un livello
01:21:16di carriera più basso di poter partecipare
01:21:18a questo tipo di progetto
01:21:20è un progetto appunto
01:21:22enorme che ha
01:21:24cambiato completamente
01:21:26il volto di
01:21:28una parte della città di Milano
01:21:30oggi City Life da quartiere
01:21:32periferico è diventato un quartiere
01:21:34molto ambito, un quartiere
01:21:36molto ricco, le residenze
01:21:38sono le residenze in cui abitano
01:21:40le persone più ricche, tra le persone
01:21:42più ricche di Milano
01:21:44e soprattutto
01:21:46questo progetto di arte pubblica
01:21:48è diventato
01:21:50assolutamente uno dei progetti
01:21:52più visti
01:21:54più instagrammati
01:21:56per utilizzare un termine orrendo
01:21:58che oggi va molto di moda
01:22:00è uno dei progetti più condivisi
01:22:02appunto sui social
01:22:04c'è una delle opere
01:22:06che vedrete
01:22:08che appunto è un'opera realizzata
01:22:10da un artista che si chiama
01:22:12Pascal Martentayu
01:22:14che è un mappamondo
01:22:16che ha una serie di
01:22:18arte colorate
01:22:20che forse
01:22:22avrete visto
01:22:24e mi hanno detto
01:22:26che è la seconda immagine più condivisa
01:22:28sui social per i turisti che vengono a Milano
01:22:30dopo il Duomo
01:22:32quindi un luogo che è diventato
01:22:34un luogo di comunità
01:22:36un luogo gentile in realtà
01:22:38perché
01:22:40esattamente come è stato
01:22:42già detto da chi mi ha preceduto
01:22:44la parola gentile è una parola di origine latina
01:22:46che viene da gente
01:22:48quindi un luogo che mette in
01:22:50comunità
01:22:52che mette in correlazione
01:22:54la comunità
01:22:56con il territorio
01:23:00questo
01:23:02grazie
01:23:06grazie mille a Maria Cristina
01:23:08Ferraioli, grazie a tutti
01:23:10coloro i quali hanno partecipato
01:23:12mentre Maria Cristina parlava
01:23:14ma anche le parole che ha detto l'architetto
01:23:16Femia e tutti gli altri ho pensato a quali
01:23:18possono essere i sinonimi di gentilezza
01:23:20me ne sono venuti diversi, cordialità
01:23:22cortesia, garbo, educazione
01:23:24buona creanza, amabilità
01:23:26affabilità, disponibilità
01:23:28tatto, bel modo
01:23:30l'abbiamo detto
01:23:32educazione, fair play
01:23:34cavalleria, galanteria
01:23:36ossequio, deferenza, importante
01:23:38credo per tutti noi
01:23:40che siamo qui è indossarli
01:23:42in casa, fuori casa
01:23:44nel mondo che abitiamo
01:23:46e allora per gentilezza
01:23:48io devo anche
01:23:50ricordare
01:23:52coloro i quali hanno patrocinato
01:23:54la design week
01:23:56ovvero sia la regione Campania
01:23:58la provincia di Salerno
01:24:00il comune di Salerno
01:24:02la fondazione della comunità salernitana
01:24:04le associazioni del disegno
01:24:06industriale della Calabria
01:24:08e della Campania
01:24:10e credo di averli detto tutti
01:24:12gli ordini professionali
01:24:14grazie mille
01:24:16io ringrazio ancora Giovanna Basile
01:24:18per avermelo ricordato
01:24:20io vi ricordo anche che
01:24:22terminiamo qui
01:24:24questo TED Talk
01:24:26per cui grazie a Confindustria
01:24:28per questa cosa
01:24:30c'è il gruppo metalmeccanico
01:24:32che invece ci offre un cocktail
01:24:34finale. Grazie a tutti
01:24:36grazie a tutti gli elettori, grazie a voi
01:24:56Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org
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