Non è un film d'essai. È una bellissima storia vera, racconto umanissimo e vero tra passato e presente, metropoli e provincia, ricchi parigini e operai... È nei cinema Il quadro rubato di Pascal Bonitzer, regista francese di piccoli deliziosi e sorprendenti film come Encore, Rien sur Robert e Piccoli tradimenti. Ultimo capitolo della sua commedia umana su pellicola ricostruisce con rispetto una storia vera. Il ritrovamento di I girasoli di Egon Schiele, capolavoro dell'arte degenerata che, durante l'occupazione tedesca, i nazisti "regalarono" a un loro collaborazionista. Anni e anni dopo Martin (Arcadi Radeff), giovane operaio di Mulhouse, provincia poverissima, si ritrova con quel tesoro in mano. Quel quadro, appeso per anni nella villetta in cui vive con la madre, giocando a carte con gli amici e confessando che una ragazza, alle scuole medie, gli aveva detto che aveva dei brutti denti. Trauma mai superato, che gli blocca la vita sociale e sentimentale... A Parigi c'è André (Alex Lutz). Battitore d'aste, con una nuova stagista (Louise Chevillote) e una ex moglie (Lea Drucker). Il quadro li metterà uno a fianco dell'altro. I due uomini, diversissimi come i loro mondi. André combatte per ottenere il meglio per quel Schiele ritrovato e Martin. Martin andrà fino a Parigi. Come finisce, vi suggeriamo di scoprirlo da soli, al cinema. Qui sopra l'ouverture: lei, la signora in verde è Madame X (niente nome, per lei), ricchissima cliente di André. Sublime e cinica come al solito (la battuta razzista con la cameriere alle spalle...) è interpretata da Marisa Borini, madre di Claudia Bruni e Valeria Bruni Tedeschi. Questa scena e stop. Il sospetto è che sia davvero a casa sua... Per il resto, Il quadro rubato è Storia e sono storie. Un quadro meraviglioso e i ritratti meravigliosi, per psicologia e dialoghi, di personaggi veri in cerca di se stessi, che si cercano e si trovano, cambiando oppure no. Come nella vita. Merci...