Sfila un pezzo di televisione italiana davanti alla nona sezione del tribunale di Roma. Sul banco dei testimoni Eva Grimaldi, Gabriel Garko, Giuliana De Sio e Rosalinda Cannavò – volti noti delle fiction firmate Ares Film. Sullo sfondo, le accuse di bancarotta e falso testamento rivolte al produttore Alberto Tarallo, legato al compianto sceneggiatore Teodosio Losito.
Il pm Villani chiede alla procura di Perugia di indagare su Grimaldi per presunta falsa testimonianza. Ma intanto emergono nuovi dettagli: la deputata Marrocco ricorda come Tarallo avesse pieno potere decisionale anche sulle amministrazioni aziendali.
Le indagini hanno avuto origine dalle dichiarazioni fatte da Adua Del Vesco (nome d’arte di Rosalinda Cannavò) e Massimiliano Morra all’interno della casa del Grande Fratello Vip, dove avevano avanzato sospetti sul suicidio di Teodosio Losito, socio e compagno di Tarallo. I due avevano evocato l’esistenza di presunte sette sataniche, definendo Tarallo addirittura “Lucifero”. Dopo una denuncia presentata anche dal fratello della vittima, la procura aveva disposto il sequestro dei beni ereditati da Tarallo alla morte del compagno.
Dietro le luci della fiction, si scopre un sistema complesso, fatto di dipendenze, dinamiche di potere e verità ancora da chiarire. Il processo prosegue, ma intanto si riaccende il dibattito su come la tv degli anni Duemila trattava i suoi protagonisti.